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Racconti Cuckold

Mia moglie Anna “Il Ritorno dalla Vacanza”

By 21 Gennaio 2016Dicembre 16th, 2019No Comments

Questo racconto parla di una storia, la prima storia trasgressiva vissuta da me e da mia moglie Anna; &egrave presente una vena romanzata per cercare di trasmettervi le emozioni che abbiamo provato entrambi, &egrave stata l’inizio dei fantastici anni dei nostri giochi erotici.

Mia Moglie Anna

Era il giorno del matrimonio di Luca, un amico di infanzia di mia moglie Anna.
Mia Moglie &egrave una bellissima ragazza di 34 anni (39 i miei), una di quelle ragazze che non passa inosservata e più passano gli anni, più diventa appetitosa.
Capelli lunghi e mossi di colore sempre diversi, 1,72, una terza abbondante di seno, bel culo, gambe toniche e scolpite grazie ai tanti anni di palestra e di scuole di ballo, una mania nel vestire sempre in modo sexy e provocatorio grazie alle sue forme, ma senza cadere mai nel volgare.
Quella mattina si alzò presto per prepararsi per la grande cerimonia, io ero ancora a letto a godermi altri 5 minuti di sonno leggero, ascoltando lo scrosciare dell’acqua della doccia.
Anna uscì dal bagno con l’accappatoio addosso e a piedi nudi si avvicinò al cassettone dove aveva l’intimo, io con gli occhi socchiusi la osservavo tirare fuori calze, mutandine e reggiseni per sceglierne il modello e il colore, quella visione mi fece avere un erezione impressionante e cominciai a massaggiarmelo sotto le lenzuola; lei se ne accorse ma fece finta di niente, fece cadere l’accapatoio ai suoi piedi e infilò un perizoma color crema, poi un reggicalze dello stesso colore con i bordi in pizzo lavorato, poi toccò alle calze; mi guardava con la coda degli occhi, lo sapeva che adoravo osservarla quando si preparava, infilò prima la punta del piede sinistro nella calza color carne e con maestria la srotolò pian piano salendo su per la gamba fino alla coscia dove l’abbottonò alle clips del reggicalze; poi toccò alla gamba destra, curvò il piedino e avvolse pian piano il nylon sulla carne, avevo il cazzo che mi scoppiava!
Fu mentre mi diede le spalle per mettere il reggiseno che scoprii le lenzuola e tirai fuori il mio uccello in tiro, ‘ti prego fatti scopare’!
Si aspettava quella richiesta e la risposta fu rapida, ‘No’!
Poi aggiunse: ‘Oggi voglio giocare un pò con te, chissà che non realizzi qualche nostra fantasia”’.
Per poco non arrivavo.
Quando facevamo l’amore, per rendere i nostri rapporti ancora più intensi e piccanti, ci piaceva fantasticare sulla possibilità che tra noi ci fosse un altro uomo o più persone, in situazioni e in posti particolari ed avevamo orgasmi divini; ma tutto rimaneva nelle nostre fantasie, subito dopo l’amplesso il tutto ritornava nella normalità, non si faceva più riferimento a quello che si era detto e desiderato.
Cercavo di solcare il terreno in giornate di normalità, ma lei evitava sempre il discorso e diceva che erano solo fantasie dette a letto, niente di più; ma la sua fica mi diceva altro!
Ecco perché quando disse quelle parole mi stavo sborrando addosso.
Mi alzai per saltarle addosso, ma mi respinse con una spinta, ‘No, voglio che mi osservi e che ti godi lo spettacolo!’
Ok, volevo vedere dove voleva arrivare.
Si vestì con un abitino color oro con varie decorazioni, corto sopra il ginocchio, ma molto elegante;
scelse delle scarpe dorate brillantinate con punta scoperta, tacco 10, era uno schianto!
‘che dici, passerò inosservata quest’oggi’?
Inosservata un cazzo, replicai io; ma volevo vedere cosa aveva in serbo, aveva voglia di qualcosa di strano, lo intuivo, lo sapevo, del resto era mia moglie da 6 anni, dopo 11 anni di fidanzamento, stavamo insieme da quando aveva 17 anni, quindi chi meglio di me poteva conoscerla?
Scendemmo di casa e prendemmo la macchina, dovevamo percorrere all’incirca 150 chilometri per raggiungere la località situata nella regione vicino alla nostra, la Basilicata.
Per strada parlavamo del più e del meno con la radio a farci compagnia, gli dissi quanto mi era piaciuto e quanto mi aveva eccitato guardarla mentre si faceva bella e gli dissi che una volta arrivati al ristorante avrei trovato un angolino nascosto e riservato e li avrei voluta scoparla; non ottenni nessuna risposta e dopo poco mi disse: ‘fermati alla prossima area di servizio, devo fare la pipì’.
Non ripetei quello che mi sarebbe piaciuto fare con lei, perché aveva capito benissimo le mie parole, ma di proposito non aveva risposto, lo faceva apposta.
Arrivammo nell’area di servizio e visto che era domenica mattina, era affollata da un bel po di persone, anche perché era una bella domenica di fine maggio.
Lei aprì lo sportello mentre io stavo raccogliendo il telefono e le sigarette, ma quando alzai gli occhi, vidi che le persone che erano sul lato da dove stava scendendo Anna, guardavano tutti nella sua direzione, dicendo qualche parola incomprensibile per la distanza, ma che si poteva intuire il significato; solo quando incrociarono il mio sguardo abbassarono gli occhi e fecero delle risatine.
Le dissi di venire dal mio lato, che l’avrei accompagnata io in bagno, ma lei mi stupì, ‘comincia ad entrare ed ordina un caff&egrave anche per me, vado da sola’;
entrai e feci lo scontrino, aspettai al bancone il suo arrivo e quando si aprì la porta ed entrò, vidi lo sguardo esterefatto di tutti i maschietti che seguivano il ticchettio dei suoi tacchi sul pavimento;
‘quando hai aperto lo sportello c’era un gruppo di persone che sono rimaste a fissarti, perché?!?!
E lei con una risatina sul volto: ‘questo vestito &egrave bello, ma siccome &egrave corto e stretto, quando sale si intravede la balza delle calze e le stringhe del reggicalze’.
Mi venne immediatamente duro, immaginai la scena di Anna che aprendo lo sportello e mettendo le gambe a terra, aveva fatto salire il vestito, non so se casualmente o di proposito, ma aveva offerto una visione a quegli uomini di due splendide gambe inguainate da calze color carne le quali finivano con una balza merlettata.
‘Che troia che sei’, dissi.
‘L’hai fatto apposta’!
Mi si avvicinò all’orecchio e mi diede un piccolo morso al lobo, dicendo: ‘però guardandoti in mezzo alle gambe, mi sembra che ti sia piaciuto’.
‘Che stronza che sei’, le dissi.
Aveva ragione e lei lo sapeva, perché anche se mi dava fastidio che gli uomini la guardavano con occhi da lupi, mi provocava un piacere perverso, era lei al centro di tutte le mie fantasie.
Bevemmo il caff&egrave e ci incamminammo verso l’uscita, ma questa volta lei mi prese la mano e così volle farsi accompagnare fuori; quando eravamo entrati aveva fatto fare l’acqua in bocca a tutti, ma adesso che il gioco era finito, voleva far capire che ero io il suo padrone, ero io il fortunato.
Usciti dall’area di servizio ci incamminammo verso la macchina, fummo seguiti dagli sguardi di molti uomini, distratti da quel pezzo di femmina che era mia moglie.
Ripartimmo verso la nostra destinazione, ‘hai fatto drizzare molti cazzi poco fa’, le dissi, mentre gli lisciavo il nylon delle calze, ma fu quando arrivai con la mano sulle mutandine che notai un certo calore e quando le spostai notai che c’era un lago, era bagnatissima!
Subito mi spostò la mano, quasi imbarazzata per quello che avevo scoperto, arrossì, quasi come se si fosse pentita di come si era comportata, dello spettacolo che aveva dato e di come si era bagnata; in fondo lei era timida su certi aspetti, ma quando si scioglieva, si faceva guidare dall’istinto.
‘Sei proprio una zoccola’ le dissi, ‘vorrei che osassi un po’ di più, vorrei che oltre all’esibizionismo, che ti piace tanto, ti spingessi un po’ oltre, fin dove te la senti, senza forzature’.
‘Lo so quello che desideri’, mi disse lei, ‘ma a volte quando sono sul punto di cedere alle voglie,
mi blocco perché penso che potrebbe rovinare il nostro rapporto, che mi potresti considerare come una puttana di strada’.
‘Questo non accadrà mai’, le dissi, ‘le nostre voglie sono un gioco, un gioco di complicità, che vogliamo tutti e due, una voglia di trasgressione che ci farà provare nuove emozioni’.
Si allungò verso di me e mi mise le braccia al collo, mi diede un bacio sulla guancia e disse: ‘ti amo’!

Il ristorante era una grande villa in stile americano, c’era solo una sala molto ampia con intorno ampi spazi di verde fatti di prato inglese, una macchia di alberi di medio fusto oltre ad una piscina dove a fine serata sarebbe stato allestito l’angolo dei dolci.
Si cominciò con un grande antipasto servito fuori, dove si poteva prendere posto a dei tavoli allestiti sul grande prato; incontrammo parecchi amici e cominciammo a chiacchierare un pò qua e un pò la, dopo poco vidi Anna in compagnia di alcune amiche scomparire dalla mia visuale, passarono circa 15 minuti e vidi le ragazze che prima erano in compagnia di mia moglie da sole; Anna non c’era.
Provai a cercarla un po’ in giro, senza chiedere a nessuno se l’avessero vista, per non fare la figura del marito ansioso, ma di lei non c’era traccia.
Un tarlo mi cominciò a rodere in testa, dove era finità?
Dopo quello che gli avevo detto in macchina, aveva preso la palla al balzo?
Mi sentivo strano, ansioso e incazzato, ma anche eccitato; la immaginai appartata con qualcuno nella macchia di alberi poco distante, in ginocchio a leccargli l’uccello, per poi farsi prendere a pecorina appoggiata al tronco di un albero.
Questi pensieri mi provocarono una grande eccitazione e non mi accorsi, dietro di me, della presenza di mia moglie, ‘ehi, hai la testa tra le nuvole?!?!
‘Dove eri finita’?
Lei: ‘stavo scopando con un uomo nel retro delle cucine’ e segui con una risatina.
Scoppiai in una risata e dissi: ‘troia’.
Entrammo in sala e prendemmo posto, il cibo era ottimo, meglio ancora il vino che cominciò a dare i suoi effetti tra gli invitati, compresa mia moglie, con risate e tanta allegria, accompagnati dalla musica e dal canto di un giovane ragazzo che faceva il piano bar.
Dopo un po’ mi accorsi di lunghe occhiate che questo ragazzo lanciava verso il nostro tavolo, indirizzate a mia moglie, ma feci finta di non accorgermene; lo feci notare ad Anna la quale prese con molto interesse la cosa, ‘&egrave un bel ragazzo, avrà al massimo 30 anni’.
Dai stuzzicalo un po’, le dissi io.
‘Sei proprio sicuro’?
‘Si’, le dissi , ‘ma non fartene accorgere dagli altri invitati’, non volevo fare la parte del cornuto e lei della zoccola.
Il ragazzo girava per i tavoli cercando di coinvolgere gli invitati in balli e musiche, ma dal nostro si manteneva a distanza, nonostante gli sguardi penetranti di Anna; era la mia presenza che lo intimoriva.
Capito questo mi alzai e con la scusa di andare a fumare una sigaretta uscii dalla sala e mi posizionai vicino alla vetrata che faceva da perimetro alla sala, da li potevo vedere quello che accadeva dentro, avevo una buona visuale sul nostro tavolo.
Accortosi della mia assenza, il ragazzo prese coraggio, si avvicinò al tavolo e allungando una mano verso mia moglie, la invitò ad alzarsi e a concedergli un ballo; per gli altri niente di strano, perché tutti ballavano e c’era un pò di calca nella sala, ma io sapevo che in quel ballo c’era qualcosa di più.
Quando partì un lento, vidi che il ragazzo aveva messo le mani sui fianchi di mia moglie e la guidava in movimenti lenti, approfittando della confusione per stringersi a lei e godersi la pressione delle sue tette sul petto; a vicenda si parlavano nell’orecchio per superare il volume della musica e il vocio della gente, poi vidi il ragazzo staccarsi lievemente da mia moglie e guardarla quasi incredulo, per poi fare un accenno di si con la testa.
Anna gli aveva proposto qualcosa, un qualcosa che l’aveva lasciato un attimo incredulo, ma che lui subito aveva accettato; mi si gonfiò l’uccello nei pantaloni.
Buttai il mozzicone ed entrai in sala con l’ansia di sapere cosa stava succedendo, ma quando arrivai al tavolo, Anna non c’era; mi guardai in giro ed anche il ragazzo era scomparso.
Avevo il cuore in gola, l’avevo provocata e lei aveva cavalcato l’onda; non che mi stavo pentendo, ma ero nervoso perché lei mi aveva messo fuori dai giochi, i patti non erano questi.
Provai a cercarla, anzi a cercarli, ma nella sala niente; provai nei salottini che erano situati sopra la sala che servivano da sale di riposo per prendere ossigeno tra una portata e l’altra, ma c’erano solo coppiette e bambini che giocavano; fuori non erano potuti uscire, perché c’era una sola uscita e da li ero entrato io.
I bagni, non poteva esserci altro luogo dove potevano andare, i bagni!
Quello degli uomini erano situati in fondo alla sala, entrai nell’antibagno dove c’era un lavandino e di fronte avevo tre porte con i rispettivi gabinetti; due porte erano aperte, la terza era chiusa.
Mi avvicinai alla porta tendendo l’orecchio per cercare di ascoltare il minimo rumore, ma dall’interno non proveniva nessun suono, poi ci fu lo scarico dello sciacquone; mi rifugiai subito nel bagno adiacente e socchiusi la porta, usci un uomo, ma del ragazzo e di mia moglie, non c’era traccia.
Andai verso quello delle donne, ma dubitavo che Anna fosse tanto pazza da portarselo proprio la; dopo vari appostamenti fuori dall’antibagno (certo non potevo nemmeno immaginare di entrarci), mi decisi di tornare in sala, quando notai che all’inizio del piccolo corridoio che portava al bagno delle donne, c’era una porta chiusa con sopra un etichetta che diceva riservato.
Incrociai un cameriere e gli chiesi con una stupida curiosità cosa ci fosse li dentro, mi disse che era un corridoio che portava a delle stanze adibite a spogliatoi, riservate ai fotografi e ai musicisti; bingo!
Aspettai che il cameriere si allontanasse e aprii la porta senza fare rumore; mi ritrovai in un corridoio con poca luce, le luci erano spente, in fondo c’erano due porte, una di fronte l’altra.
Mi avvicinai con passo leggero, appoggiai l’orecchio alla porta alla mia sinistra, ma fu quella di destra ad attirare la mia attenzione, era di alluminio, quindi poco insonorizzata e non ci fu bisogno di appoggiare completamente l’orecchio vicino; sentivo lo strusciare di qualcosa, tipo lo sfregamento di vestiti, poi dei bisbigli, la voce di mia moglie: ‘ti piace così o vado troppo veloce’?!?!?
‘Siiii’.. vai bene cosi, continua.’
Lei: ‘Ti piaceva guardarmi le cosce in sala vero? Avevi l’acqua in bocca!!!
Lui: ‘Si, mi piaci un casino, mi stava scoppiando il cazzo e tu lo facevi apposta ad allargarle e a far salire su la gonna’, ‘se non ci fosse stato tuo marito, ti avrei portata fuori e ti avrei scopata fra gli alberi’.
Lei: ‘Come corri, neanche ci conosciamo, accontentati di come te lo sto tirando.’
Lui: ‘Si mi piace, mi piace tanto di come me lo seghi, si vede che ci sai fare, ti prego prendimelo in bocca’!
Io ero li, ad un metro da loro, diviso da un muro di cartongesso, mi stavo massaggiando il cazzo da sopra i pantaloni, con gli occhi chiusi ad ascoltare tutto quello che stava accadendo all’interno; il cuore mi batteva talmente forte nel petto che avevo paura che si potesse sentire dall’interno.
Ad un certo punto sentii Anna gemere.
Lui: ‘sei un lago, sei inzuppata, stai sbrodolando’.
Lei: ‘aspetta che le tolgo’.
Sentii il rumore del tacco che batteva a terra, poi l’altro; si era tolta le mutandine.
Il Cazzo mi faceva male nei pantaloni, li sbottonai e lo tirai fuori, cominciai a menarlo.
Dall’altra parte del muro sentivo il rumore inconfondibile delle dita che sbattevano velocemente nella fica bagnata di Anna, piu’ aumentava il rumore e più lei gemeva forte; ad un certo punto sentii la mia dolce mogliettina emettere un lungo grido per poi abbandonarsi ad un lungo e profondo orgasmo.
‘Adesso me lo prendi in bocca’!
Non era più una richiesta, glielo stava ordinando!
‘Hai sborrato talmente tanto che ho la mano tutta impiaccicata, adesso tocca a me’.
Sentii un piccolo gridolino di mia moglie, poi il rumore di risucchi; probabilmente l’aveva presa per i capelli e accompagnava con la mano il ritmo del pompino.
Io ero li, come un segaiolo che si tirava il cazzo ascoltando sua moglie che sbocchinava un ragazzo che non conosceva; tutto per gioco o per voglia, ma mi piaceva quella situazione, più di quanto avessi immaginato.
Più volte stavo sul punto di scoppiare, ma mi trattenevo, volevo che quel momento, quella situazione durasse ancora un po’ di tempo.
‘ahhh’ahhhh’. come lo succhi bene, si, passa la lingua anche sotto, si, anche le palle, lungo tutto l’asta’.
Al tempo stesso sentivo i lamenti soffocati dalla bocca piena di mia moglie, stava godendo anche lei, con gli occhi chiusi riuscivo anche a percepire l’aumentare della velocità con cui glielo stava sbattendo in bocca, poi:
‘Madonna non ce la faccio più”noooo, noooo, non ti togliereeeee’..’
‘aaahhhhhhhh’.aaahhhhhhh’..aaaaaaahhhhhh’
In quel momento non potei piu’ resistere, svuotai le palle sul muro e sulla porta alla quale ero appoggiato per origliare mia moglie che faceva la zoccola con un perfetto sconosciuto.
Mi resi conto che non avevo neanche un fazzoletto per pulire le ultime gocce di sborra che mi penzolavano dall’uccello e dovetti rimetterlo così dentro i boxer.
Nel frattempo dall’altra parte:
‘stronzo, mi hai sporcato le calze’!
Lui voleva arrivargli in bocca, ma lei si era staccata dal cazzo divincolandosi, facendolo sborrare nel vuoto, a terra; per come l’avevo sentito gridare, la sborra doveva essere stata tanta, alcuni schizzi erano arrivati sulle calze color carne di mia moglie.
‘Puliscimelo! gli chiese il ragazzo, e lei disse:
‘ io ingoio solo lo sperma di mio marito’!
Quelle parole furono come il cemento per il nostro rapporto di coppia, mi fecero scomparire qualche senso di colpa o pentimento per quello che l’avevo spinta a fare; lei mi amava, le mie labbra si distesero in un gran sorriso.
Mi sistemai e a passo felpato mi diressi verso la porta dalla quale ero entrato, la aprii e la richiusi dolcemente, mi avviai verso i bagni degli uomini, volevo darmi una sciacquata al viso, mi sentivo stordito da quello che era appena accaduto; entrai e mi guardai allo specchio, ero rosso in viso, l’acqua fresca sulla faccia fu un sollievo, il fuoco della trasgressione si stava lentamente spegnendo, ma non ero pentito di quello che era appena successo, anzi, ero contento che mia moglie si fosse lasciata andare, aveva accettato quel gioco che da sempre ci eravamo promessi di fare, ma che un po’ per il coraggio, un po’ per le occasioni, non eravamo mai riusciti a realizzare; quelle parole mi riecheggiavano ancora nella testa, ‘No, io bevo solo quello di mio marito’, era la prova che lei amava me, solo me, il resto era solo un gioco.
Ma una cosa non riuscivo a capire, perché mi aveva lasciato fuori dai giochi?
Perché non mi aveva avvertito di quello che aveva intenzione di fare?
Avrebbe dovuto immaginare che l’avrei cercata, una volta notata la sua assenza, ma visto dove si erano imboscati, sarebbe stato difficile per me trovarli.
Gli avrei posto queste domande al ritorno a casa, in macchina, adesso non volevo far sfumare l’ebbrezza di quello che era appena successo.
Uscito dal bagno mi diressi in sala, era li, seduta al nostro tavolo che si scolava tutto di un fiato un calice di vino bianco; quando mi avvicinai mi accorsi che aveva il viso umido di acqua, come me, si era data una sciacquata in bagno, ma aveva ancora un colorito rosso, i segni dei bollori che aveva appena provato.
‘Dove sei stato’?
Iooooo? Gridai nella mia mente, ma feci il vago.
Lei continuò, ‘qui al tavolo non c’eri’.
Aveva la testa bassa facendo finta di guardare qualcosa sul telefonino, non mi guardava in viso;
‘Sei rossa in viso, sembri accaldata’, gli risposi io; in quel momento partì la musica di un lento e lei subito si alzò dalla sedia per evitare la risposta, ‘alzati’ mi disse, ‘balliamo’.
Mi prese con la mano e mi portò al centro della sala dove c’erano altre coppie che si stringevano e danzavano, Anna si strinse forte a me, con la testa appoggiata sul mio petto mi accarezzava la schiena, ‘tutto bene’? Gli chiesi io e lei ‘si, si’; in quel momento alzai la testa e vidi che quel ragazzo ci fissava da lontano, ma appena incrociò il mio sguardo abbassò la testa.
Tutte le donne, sposate e non, se lo contendevano nei balli, la sua bellezza contagiava tutte ed io avvicinandomi a lui con Anna, giocai la mia carta: ‘amore concedi un ballo al tuo fan’!
In poche parole gliela consegnai tra le sue braccia.
Quando feci staccare Anna dal mio petto, mi guardò quasi a dire, ma cosa fai?!?!
Lui ne approfittò al volo, la fece girare verso di se e la strinse al petto per farla danzare, ogni tanto alzava lo sguardo verso di me, quasi incredulo per avergli ceduto mia moglie per un ballo, più di una volta gli strizzai l’occhio per fargli capire che era tutto ok.
Preso un calice di vino mi godevo lo spettacolo appoggiato ad un pilastro della sala e mi divertivo vedere mia moglie che scambiava domande e risposte con quel ragazzo, anche lei era incredula al gesto che avevo fatto; potevo immaginare cosa si stavano dicendo.
Quando cominciai a vedere che lui aveva preso coraggio, scendendo sempre di più con le mani sfiorandogli il culo, decisi che il gioco era finito, ora la volevo io!
Le strinsi un braccio intorno alle spalle e la attirai a me, ‘mi riprendo mia moglie’, dissi al ragazzo e dopo un paio di passi di danza, mi avvicinai al suo viso e le misi la lingua in bocca.
Ero infoiato, quella scena di lui che la stringeva mi aveva fatto tornare duro l’uccello.
Dopo un po’ mia moglie si ritrasse, ‘c’&egrave gente che ci conosce’ mi disse; allora andiamo fuori le risposi io e senza aspettare una sua risposta, la presi con il braccio e ci incamminammo all’esterno.
Fuori era cominciata a calare la sera e l’aria si era rinfrescata; ‘dove mi porti’, mi chiese, ma io continuavo a camminare senza rispondergli.
Arrivammo alla macchia di alberi che avevamo visto la mattina e ci addentrammo in quel po’ di boscaglia, ‘voglio fotterti’, le dissi, e cominciai a sbottonarmi i pantaloni.
‘No dai, aspettiamo di tornare a casa’.
‘No un cazzo’, le risposi, fai la troia con lui e non con me.
Lei mi guardò con un aria interrogativa e mi disse: ‘sei tu che mi hai messo nelle sue braccia’.
‘Non intendevo il ballo in sala’.
Abbassò subito lo sguardo e divenne rossa in viso.
Mi chiese, ‘Cosa vuoi dire?
Ed Io: ‘dimmi la verità’!
Come una forsennata mi si fiondò addosso e mi mise la lingua in bocca, con la mano mi tirò fuori l’uccello e cominciò a tirarmelo.
‘Vuoi sapere cosa ha fatto questa troia di tua moglie?’
‘Ho fatto quello che tu mi hai spinto a fare.’
‘Mi stai stuzzicando da stamattina e la carne &egrave debole.’
‘Volevo farti un regalo, quello che hai sempre desiderato.’
Mentre mi diceva queste cose continuava a tirarmi il cazzo e mi passava la lingua sul collo,
‘Quando sei uscito fuori a fumare, lui ne ha approfittato per invitarmi a ballare e complice l’ebbrezza del vino, mi sono lasciata andare alle sue lusinghe’.
‘Con la scusa di ballare mi stringeva forte per sentire le tette, mi parlava nell’orecchio”.e sentivo il suo fiato sul collo, mi sono eccitata talmente tanto che gli ho detto se gli andava di farsi fare una sega’.
‘Il resto lo conosco’, le risposi io; finì di baciarmi e mi guardò in viso senza parlare.
‘Vi ho sentiti, che peccato non aver potuto guardare’!
La presi per i capelli e la feci inginocchiare, ‘adesso succhialo come hai fatto con lui’!
La guardai mentre apriva la bocca per riceverlo e notai un sorrisetto malizioso sul suo volto.
Cominciò a succhiarmelo con foga, lo voleva, lo desiderava; la afferrai per i capelli e guidavo il ritmo del pompino, la sua saliva mi colava sulle palle, poi cominciai a scoparla in bocca!
Sentivo i suoi lamenti soffocati dal mio uccello, la sua bocca mi divorava il cazzo.
‘Ti &egrave piaciuto il sapore del suo uccello’?
‘Era grosso quanto il mio’?
Più che domande, le mie erano affermazioni per sbatterglielo più forte in bocca.
Si alzò di scatto rimanendomi con l’uccello in tiro, si girò e si alzò quel po di gonna ‘adesso fottimi a pecora’!
Quando mi avvicinai con il cazzo al suo culo girato, mi accorsi che non aveva il perizoma che gli avevo visto indossare quella mattina.
‘Dove &egrave finito il perizoma’?
La sua risposta per poco non mi fece sborrare: ‘l’ha voluto lui per ricordo, per masturbarsi sentendo il mio odore’!
Affondai il cazzo dentro una fica fradicia di umori, era talmente bagnata che più volte dovevo rimetterlo dentro perché scivolava fuori.
Eravamo li, in mezzo ad una macchia di alberi che nascondeva la visuale alle persone che distavano da noi non meno di 150 metri; noi potevamo vedere loro, ma loro non potevano vedere noi.
La afferrai per i capelli continuando a fotterla da dietro, più volte dovetti metterle la mano libera davanti alla bocca per soffocare le sue grida che crescevano sempre di più in conseguenza dell’aumentare del ritmo con il quale la stavo scopando.
Volevo guardarla in faccia, mi piaceva guardare sul suo viso le smorfie di godimento, allora tirai fuori l’uccello e la feci girare, ci avvicinammo ad un grosso albero e la sbattei con la schiena al tronco; le alzai di nuovo la gonna fin su alla balza delle calze, fu in quel momento che vidi una chiazza di bagnato all’interno della coscia destra, sulla calza, la sborra del ragazzo; la sollevai da terra facendomi stringere le gambe intorno alla vita e con forza glielo ficcai dentro.
Cominciai a sbatterla come un pazzo, caricato da tutto quello che era successo e visto quella mattina; gridava, godeva e mi leccava tutto il viso.
Non ce la feci più, volevo arrivarle dentro, ma mi ricordai di quello che aveva detto al ragazzo: ‘Io ingoio solo lo sperma di mio marito’; volevo quel sigillo, un sigillo d’amore, il marchio che mi apparteneva.
Le tolsi il cazzo dalla fica e la posai a terra, la rifeci inginocchiare e prendendola per i capelli le spinsi la testa verso il cazzo, aprì la bocca e se lo fece sparire dentro; bastarono tre colpi e mi svuotai dentro la sua gola con un lungo e profondo grido di liberazione.
Dalla bocca non le uscì neanche una goccia, aveva mandato tutto giù.
Restammo qualche secondo in silenzio, tutto quello che era successo, tutto quello che avevamo provato; lei si alzò e mi mise le braccia intorno al collo, si strinse forte a me e mi poggiò la testa sul petto.
‘Ti amo’, mi disse, le presi il volto tra le mani e le misi la lingua in bocca; potevo sentire il gusto del mio sperma, fu il bacio più bello che le avessi mai dato.
Andammo prima verso la nostra macchina, dove Anna si era portata il trucco da casa e si diede una sistemata, poi rientrammo in sala, soddisfatti ed appagati.
Questo fu l’inizio delle nostre avventure trasgressive.
Continua”’.
tigro76x@libero.it
n.b. quello che segue, come il racconto precedentemente pubblicato (mia moglie Anna), sono fatti realmente accaduti nei 5 anni di ‘giochi trasgressivi’ che io e mia moglie Anna ci siamo concessi. Nei racconti vi &egrave una vena romanzata per cercare di farvi rivivere le profonde emozioni che io e Anna abbiamo vissuto, anche le parole e le frasi che ho narrato in prima persona contraddistinti con ‘ ‘, sono realmente state dette, a mia memoria. Solo chi ha vissuto esperienze come le nostre, io e mia moglie, potrà capire il turbine di emozioni e sensazioni che si provano.

Mia moglie Anna, ‘Il Seguito’
Erano passate tre settimane da quando mia moglie Anna si era lasciata andare ad una delle mie voglie perverse (leggi ‘Mia Moglie Anna’); avevo sperato che una volta tornati a casa dal ristorante, mi avrebbe raccontato qualche dettaglio in più di quello che era successo, ma non fù così. Ogni volta che tornavo sull’argomento, mi diceva che non ne voleva parlare; per lei era stato un gioco realizzato dall’occasione del posto, dal vino e dagli ormoni che quel giorno aveva in subbuglio; ma non ne era pentita, anzi, gli era piaciuto tanto, soprattutto perché io sapevo e avevo ascoltato.
Durante le nostre scopate successive, mi tornava in mente quello che era successo in quello spogliatoio con quel ragazzo e le mie accelerate nella penetrazione erano intense e forti; gli chiedevo sempre quando avremmo ripetuto una cosa del genere, ma lei mi diceva che non bisognava programmare niente, le cose dovevano accadere da sole.
Si andava avanti tra lavoro, casa e uscite con gli amici, il tran tran di una normale vita di coppia; ci piaceva molto appartarci in macchina al ritorno da serate passate in qualche locale a ballare o a bere e complice i fumi dell’alcol, Anna perdeva tutte le inibizioni e si faceva scopare in tutti i modi e nei posti più strani, ma quello che adorava, era quando la portavo in campagne isolate e la prendevo a cosce aperte sul cofano della macchina, incitandomi a fotterla sempre più forte; non gli bastava mai. Quando uscivamo a cena con gli amici, le piaceva che la stuzzicavo con palpatine fugaci e di nascosto, mani sotto il tavolo che la masturbavano e quando fingevo un abbraccio da dietro facendogli sentire il mio cazzo in tiro; gli effetti di tutti questi preliminari, si finalizzavano in pompini fatti nei bagni dei locali o dei ristoranti, o da scopate fatte nel buio dei rispettivi parcheggi.
Arrivò l’estate e decidemmo di passare una settimana in puglia, a Otranto; fu il primo anno che andavamo da soli, tutti gli altri anni eravamo andati sempre in comitiva, ma quell’anno per vari motivi, ogni coppia prese una destinazione diversa.
Avevo capito che le mie voglie non dovevano stressare la mia Anna, più gli chiedevo di fare ‘qualcosa di diverso’ e più lei evitava il discorso o le fantasie.
Fu il terzo giorno di vacanza che si accese una speranza; una festa danzante sulla spiaggia, tanti giovani che si divertivano a ballare e i cocktaill che davano il loro effetto; mi accorsi che Anna aveva alzato un pò il gomito e cominciava a ballare con tutti i ragazzi che si ritrovava davanti, ricordo ancora il suo vestitino rosso di cotone che finiva in una gonnellina corta e larga con frange ricamate e sotto lo slip nero del costume che ad ogni girata veniva fuori deliziando gli occhi di chi la osservava.
Ben presto intorno a lei si fece un bel gruppetto di ragazzi che con la scusa di accompagnarla nel ballo, ne approfittavano per strusciarsi o provare a parlargli al di sopra del volume della musica.
Io la osservavo da lontano, mentre facevo la fila alla cassa per prendere altre due consumazioni, mi piaceva guardarla e mi piaceva che ogni tanto alzava la testa per cercarmi con lo sguardo, mentre vedevo due ragazzi poco più che ventenni, che si erano messi a ballare uno davanti e uno da dietro a poca distanza dal suo corpo; &egrave inutile dirvi della mia erezione.
Una volta preso i cocktail e avvicinatomi a lei, il capannello di ragazzi si disperse, tranne per uno che imperterrito continuava a ballargli vicino, poi si avvicinò al suo viso e le disse (lo lessi dal labiale), ‘ma non avevi detto che eri sola’?
Non capii la risposta di mia moglie, ma vidi che gli fece la linguaccia.
Cercai di prendere la palla al balzo cercando di forzare la situazione, mi avvicinai a lei porgendogli il drink e le dissi nell’orecchio,’ti piace’? ‘perché non lo invitiamo a’..’ ‘No’, mi rispose lei,’&egrave troppo giovane’!
Porca miseria, ci avevo sperato!
Feci segno al giovane di allontanarsi, facendogli capire che stava con me, e lui cosi fece.
Finito di scolarci gli ultimi drink le dissi di avviarci verso il bar a bere un bicchiere d’acqua, la feci incamminare davanti e io dietro di lei che la seguivo, era bello vederla camminare da dietro con i suoi sandali in mano e quella gonnellina che svolazzava per il venticello facendo vedere il suo slip nero ed era ancora più bello osservare tutti gli sguardi libidinosi che i ragazzi le lanciavano.
Ci sedemmo ad un tavolino lontano dal rumore della musica e andai a prendere i due bicchieri d’acqua; ‘perché mi hai detto che era troppo giovane’?
E lei con la bocca impastata per l’alcol : ‘Non mi piacciono i ragazzini, se devo fare qualcosa voglio un Uomo’!
La mia risposta fu rapida, ‘però il ragazzo che ti sei spompinato al matrimonio non era poi cosi vecchio’.
E lei: ‘si, &egrave vero, ed &egrave per questo che desidero un Uomo; mi &egrave piaciuto tirarglielo e prenderglielo in bocca, ma come dire, era come se mancasse il sale’.
Accennai un sorriso e le diedi un bacio in bocca, ‘non finisci mai di stupirmi’ le dissi.
Ci alzammo e cominciammo a dirigerci verso il nostro appartamentino che era situato a circa 1 km dalla spiaggia, camminavamo mano nella mano e complice l’alcol, ridevamo per ogni sciocchezza che si diceva.
Anna volle fermarsi ad altri 2 baretti che erano per strada a fare dei cicchetti di vodka, ma quando propose il terzo le dissi di no, già eravamo abbastanza ubriachi; mentre camminavamo senti mia moglie che diceva: ‘c’&egrave la fa una foto’?
Mi girai verso il lato destro e vidi un uomo con una macchina fotografica in mano che guardava verso di noi, interrotto da quello che stava facendo dalle parole di mia moglie.
‘Anna lascialo stare’ le dissi, hai bevuto e adesso dai fastidio.
Mi rigirai verso quell’uomo e vidi che aveva la macchina fotografica puntata verso di noi.
‘dai Anna, non farmi fare queste figure’.
Oramai il tipo era pronto a scattare e dovetti sopportare mia moglie che mi stringeva e mi diceva di mettermi in posa (ricordo che maledicevo me stesso per averla fatta bere).
Scattò un bel pò di foto e avvicinandosi a noi volle farcele vedere sul display digitale della macchinetta; la qualità delle foto era eccellente, non ne capivo molto, ma la nikon che aveva doveva costare un bel po’ di soldi.
Come sono belle disse mia moglie, e il tipo si offrì di inviarcele via mail se gli avessimo dato l’indirizzo di posta elettronica; logicamente gli diedi il mio.
‘Comunque mi chiamo Salvo, e voi?’
Era un bel uomo sulla quarantina, capelli folti con sfumature di grigio e molto elegante, nonostante indossava dei pantaloncini con polo, l’eleganza in un uomo, come in una donna, &egrave innata.
Ci presentammo anche noi e chiesi scusa per la richiesta di mia moglie, per averlo disturbato; lui fece spallucce e disse, ‘e quale &egrave il problema? ‘sono un appassionato di fotografia e mi diverto a fotografare posti, cose e persone”.
Lui capì che io ero poco incline a farmi fotografare e disse ‘Signora se vuole le faccio qualche foto da sola lì e indicò il lungomare, sempre che a suo marito non dia fastidio’.
Per non fare la figura del marito geloso dissi :’nessun problema’.
Mia moglie &egrave sempre stata una ragazza esuberante a cui piace essere al centro delle attenzioni, spigliata e con tanta voglia di divertirsi e prese a volo la proposta, ‘wow’. siiii’!
Ci avvicinammo di nuovo alle spiagge andando verso l’acqua e il nostro nuovo amico dava disposizioni a mia moglie di dove e come mettersi, gli faceva aggiustare la coda di capelli adesso su una spalla e dopo sull’altra, di tirare i lembi del vestito di qua o di là; non aveva detto una bugia, era un fotografo che ci sapeva fare, sapeva dove e come mettere il soggetto all’interno di uno scenario per fotografarlo.
Anna presa dagli ultimi effetti dei due cicchetti di vodka e dal divertirsi a farsi fotografare, si lasciava andare a sguardi e pose come una modella e il nostro amico sembrava apprezzare.
Quando Anna cominciò da sola a tirare in su i lembi della gonna mostrando le parti alte delle gambe e assumendo pose sexy, il nostro amico si sentì autorizzato a impartirgli posizioni più sensuali.
Mentre osservavo queste scene, mi sentivo come un nodo alla bocca dello stomaco; si, era gelosia, ma non provavo fastidio, anzi, mi accorsi ad un certo punto che avevo l’uccello duro e fu mentre provavo queste sensazioni che il mio sguardo seguì quello di Anna, il quale era indirizzato tra le gambe del nostro amico, Salvo aveva un gonfiore che si vedeva chiaramente da sopra i pantaloncini.
Sentì un brivido di lucidità che sovrastò i fumi dell’alcol, eravamo lontani da casa nostra, nessuno ci conosceva, Salvo era un bell’uomo, Anna si divertiva, decisi che potevo giocare la mia carta,
Dovevo sfruttare la situazione, ma volevo che Anna inconsciamente continuasse quel gioco.
‘tesoro adesso basta, Salvo avrà da fare e poi dobbiamo riprenderci un po’ a casa, se no stasera non riusciamo ad uscire.’
Salvo per tutta risposta disse: ‘tranquilli ragazzi, per me non c’&egrave nessun problema, non ho impegni e poi mi diverto a fotografare una bella ragazza come tua moglie,sei fortunato, ed anche lei &egrave fortunata ad avere un marito come te, bello e simpatico e soprattutto non geloso, e mi fece l’occhiolino; siete proprio una bella coppia”.
“Grazie”, gli dissi, ma dobbiamo fare una doccia e Anna deve un po’ riprendersi da quello che si &egrave bevuto.
Anna ci raggiunse e porsi la mano a Salvo con l’intenzione di salutarlo, ma con la coda dell’occhio spiavo lo sguardo e gli atteggiamenti di mia moglie, volevo vedere e capire se per lei ci poteva essere un seguito.
Ma fu proprio Salvo che ci spiazzò, dicendoci: ‘ragazzi spero di rivedervi, siete simpaticissimi, mi farebbe piacere bere qualcosa e fare due chiacchiere con voi, io qui sono da solo in vacanza, ma se avete una comitiva o volete stare da soli, tranquilli, io”’.’
‘Perché no’! disse mia moglie.
Era la risposta che più di ogni altra cosa aspettavo!
Lui rimase quasi incredulo alle parole di mia moglie, non se l’aspettava, come non me l’aspettavo io e rimase per qualche secondo senza parlare.
Allora presi in mano la situazione, ‘noi stasera usciamo verso le 23:30 a bere qualcosa, la tua compagnia non ci disturba’.
Ci scambiammo i numeri di telefono con la promessa di rivederci dopo.
Presi Anna con la mano e ci incamminammo verso il nostro appartamentino; anche se avevo una voglia pazza di stuzzicarla sulla nostra nuova conoscenza, parlavo di tutt’altro mentre camminavamo, con la speranza che lei prendesse l’argomento Salvo.
Le mie preghiere furono esaudite, ‘come &egrave simpatico Salvo, vero? &egrave veramente una brava persona’, disse Anna; ‘mi sono divertita un casino a farmi fotografare’.
‘Si’ gli risposi io, ‘e’ una persona a modo, educato e simpatico e a guardando il gonfiore sotto i suoi pantaloncini, gli hai scombussolato la giornata’;
‘Non me ne sono accorta’, disse lei, l’ennesima bugia!
Arrivati nell’appartamento Anna si spogliò e si incamminò verso il bagno, si sfilò anche il costumino nero e nuda andò ad aprire il rubinetto della doccia; la guardavo dalla cucina e non resistetti, la raggiunsi, mi spogliai in tutta fretta e insieme entrammo nella cabina doccia, la strinsi a me e cominciai a palparla su tutto il corpo, le stringevo le tette , le masturbavo la fica e più che baci le mie erano leccate sul viso e in bocca. Anna era in balia delle mie voglie, si sciolse come un ghiacciolo al sole, mi faceva roteare la sua lingua in bocca, accelerata dal godimento delle mia dita nella fica.
(oggi, al ricordo di quella scopata, mi scoppia ancora il cazzo nei boxer)
Staccò la lingua dalla mia e scese giù con la testa, era ed &egrave una maestra nel pompino, ma quello fu il pompino più bello che mi avesse mai fatto!
Se lo faceva sparire tutto in bocca, lo cacciava fuori e se lo inghiottiva di nuovo, dal mio uccello in tiro colava acqua e saliva, avevo paura di scoppiare subito, tanto era il godimento di quel pompino, allora la tirai su per i capelli e la presi in braccio facendomi cingere la vita con le gambe, la sbattei al muro e glielo ficcai dentro.
Le mie penetrazioni erano lente ma intense, lo spingevo quanto più in fondo possibile e sentivo come sua reazione una fuoriuscita di liquido caldo; mentre la fottevo aveva gli occhi chiusi, poi li aprì e penetrandomi con lo sguardo disse: ‘immagina che al tuo posto ci fosse Salvo’!
Sentii una scossa di corrente a 380 volts!
In quel frangente con l’immaginazione mi immedesimai nella persona del nostro amico, mi sentivo come uno spettatore che osserva la moglie che si fa sbattere da un’altra persona.
‘Lo sapevo che ti ha attratto, ti piace vero’? le dissi, lei non rispondeva, mi guardava fisso negli occhi con uno sguardo sgranato, ‘ti piacerebbe che fosse lui a sbatterti così, vero’?! e cominciai ad aumentare velocità e intensità; non c’era bisogno che me lo dicesse, erano i suoi occhi a parlare.
La misi giù e la misi faccia al muro, lei inarcò il culo pronta per farsi penetrare a pecora, l’acqua ci scorreva addosso e finiva di trasmettere una libido assoluta, poi la presi per i capelli e da dietro le dissi nell’orecchio, ‘chiudi gli occhi e immagina che io sia Salvo’ e cominciai a fotterla! A quelle mie parole, il cazzo ogni tre colpi scivolava fuori, dovevo continuamente rimetterlo dentro, talmente si era bagnata e dilatata la fica, quell’uomo l’aveva intrigata, le piaceva!
Le nostre menti si persero in quel vortico di passioni e trasgressioni, lei gridava e ansimava come una pecorella e a me in un lampo mi venne una voglia fortissima, il suo culo!
Senza chiedere o avvertire esclamai queste parole: ‘Adesso torno ad essere tuo marito’, sfilai l’uccello lubrificatissimo dalla sua fica e lo feci entrare piano nel suo culo; Anna non realizzò subito cosa stava accadendo, ma quando lo capì, era già troppo tardi.
Da tanti anni che stavamo insieme, me l’aveva concesso solo poche volte il culo, me lo aveva dato solo in situazioni particolari e in quel momento decisi che quella situazione era particolare; mi sentii in diritto di prendermerlo!
Nonostante era stretto, grazie alle sue secrezioni vaginali rimaste sull’uccello e all’acqua, entrò dentro con facilità; Anna si irrigidì solo all’inizio, per un po’ di dolore, ma non cercò di divincolarsi. Al terzo affondo, si rilassò e cominciò a godere come una cagna.
Mentre la inculavo, mi sporsi in avanti con il busto abbandonandomi sulla sua schiena, le misi davanti alla bocca due dita della mano e le dissi: ‘mentre tuo marito ti sta inculando, vuoi fare qualcosa con il cazzo di Salvo?’
Anna spalancò la bocca e cominciò a simulare un pompino con le mie dita, ma non le succhiava per far piacere a me, le succhiava talmente con foga che capii che provava un fortissimo piacere lei, al pensiero che fosse il cazzo del nostro amico.
‘Digli di sborrare”. le dissi, ‘digli di sborrarti in faccia’.
Anna si fece uscire le dita della bocca e gridò, ‘Sborra’, ‘Sborrami in faccia Salvo, ti prego, Sborraaaaaa”’
In quel momento sentii le sirene nella testa”, con colpi forti e lunghi mi svuotai nel suo culetto, dimenticandomi di potergli fare male.
Gridai talmente tanto per l’orgasmo che mi venne il dubbio che qualcuno ci avesse sentito giù in strada.
Dopo averla riempita dell’ ultima goccia, tirai fuori l’uccello e mi accasciai stremato sul piatto doccia, ero sfinito.
Anna fece uguale, ma appena toccò con le natiche a terra, sentì un lamento e si rialzò leggermente, le presi le braccia e la feci sedere sulle mie gambe stese, “ti fa male”? “un pò”, mi disse, e cominciammo a baciarci; le nostre labbra non si toccarono mai, erano le nostre lingue che si avvolgevano e ci insalivavano tutto il viso.
Ci assopimmo sotto lo scrosciare dell’acqua, ma la mia mente già correva a quello che sarebbe successo in tarda serata con il nostro nuovo amico Salvo.
continua………
tigro76x@libero.it
Anche in questo racconto (i precedenti sono “mia moglie Anna” e mia moglie Anna “il seguito”) ho cercato di farvi vivere le emozioni che io e la mia dolce metà abbiamo provato quella fantastica sera; troverete una ‘vena romanzata’ solo per far trasparire da queste righe le nostre ansie, paure, sensazioni ed eccitazioni, sperando di esserci riuscito; ho cercato di riportare le frasi dette in prima persona, evidenziandole con ”, &egrave difficile dimenticarle, le cose belle rimangono impresse nella mente.
Ho cercato di evitare il mio nome e quello dei locali descritti qui sotto, come eviterò di far riferimento al nome di altri posti e altre cose che potrebbero ricondurre alla nostra identità; sia il nome di mia moglie che quello di Salvo sono reali, non li ho voluti cambiare perché il racconto avrebbe perso la sua autenticità e scrivendolo avrei perso il sapore di quello che accadde.
Mi ritengo il marito più fortunato del mondo avendo sposato una femmina come Anna!

Mia moglie Anna ‘Arriva la Sera’
Una volta usciti dalla doccia, senza neanche asciugarci, ci dirigemmo in camera da letto con l’acqua che ci gocciolava ancora addosso, ci stendemmo sulle lenzuola fresche che ben presto si inumidirono per aver coccolato i nostri corpi bagnati; era una sensazione fantastica, quel fresco raffreddava i nostri bollori.
Ci addormentammo uno accanto all’altro e solo quando mi svegliai dopo un paio d’ore, mi resi conto che nel sonno, io e Anna ci tenevamo la mano, quanto l’amavo!
Decisi di non svegliarla ancora; la osservavo accanto a me tutta nuda, persa in un sonno profondo, le passavo un dito sul viso e ne disegnavo i contorni, poi scesi con la mano sui seni, quella terza abbondante a mela che mi faceva impazzire.
Anna sentiva nel sonno il tocco delle mie mani, i suoi lamenti sembravano godimenti; decisi di smetterla altrimenti l’avrei svegliata.
Mi alzai dal letto e socchiusi la porta della camera, andai in cucina a prepararmi un caffè alzai la testa verso l’orologio a muro, erano le 21:30.
Mentre aspettavo il caff&egrave che usciva, aprii il tablet per cazzeggiare un po’ su internet e per ultimo andai a vedere la mia casella di posta elettronica.
C’erano diversi messaggi, ma quello che attirò la mia attenzione fu un messaggio con degli allegati, nell’oggetto c’era scritto foto Anna.
Aprii il messaggio, ‘ho scelto le foto che ritengo più belle, come promesso ve le invio; sono molto appagato del risultato avuto dalla musa che ha posato per me’.
Quel ‘posato per me’ mi diede un po’ fastidio.
Cominciai ad aprire gli allegati, le foto erano di grande qualità, ma era il personaggio che finiva di valorizzarle; la bravura di Salvo era evidente, gli scatti erano stati fatti ad arte, Anna era stata immortalata nei suoi movimenti e posizioni naturali.
Le foto, anche se semplici, sembravano che avessero tutte una sfumatura erotica; mettevano in risalto le sue bellissime gambe allungate, accavallate o piegate sotto al sedere, a secondo delle pose….
In alcune le frange del suo vestitino rosso erano salite talmente su che mi venne il forte dubbio che non era stata casuale quella scosciatura; la conferma la ebbi quando in altre foto Anna si accarezzava le gambe con le mani e con le unghie laccate di rosso, in altre si era sbottonata i primi bottoni frontali del vestito mettendo in risalto la parte superiore delle tette e nell’ultima foto che Salvo mi aveva inviato, Anna era in piedi su una gamba mentre con la mano aveva afferrato il tacco del sandalo dell’altra gamba facendo piegare la caviglia all’indietro, con la punta della lingua toccava il labbro superiore e guardava l’obbiettivo con uno sguardo seducente e penetrante.
Quando Salvo le aveva scattate non mi ero accorto di come mia moglie si era lasciata andare allo sguardo del nostro amico voyeur; provavo un senso di gelosia e eccitazione.
‘Cosa stai guardando’?
Alzai la testa e vidi Anna appoggiata con la spalla alla porta della cucina, era tutta nuda e a piedi scalzi, venne verso di me con le tette che ballavano per l’assenza del reggiseno, ‘mi versi un pò di caff&egrave’?
Mentre le versavo il caff&egrave gli allungai il tablet, ‘guardati’.
Le sue labbra si aprirono in un larghissimo sorriso, ‘che belle’!
Le osservava con attenzione, proprio come le avevo osservate io e alla fine disse: ‘E’ bravo Salvo, &egrave un professionista della fotografia’.
‘Anche tu però non ti sei mantenuta a sfoggiargli tutta la tua sensualità, ti sei lasciata andare al suo sguardo’.
‘Amore a me piace farmi fotografare, lo sai, ma che fai il geloso adesso’? e mi mise una mano in mezzo alle gambe tastandomi il cazzo che era diventato come il marmo; ‘ma &egrave la gelosia o le mie foto che te lo fanno drizzare così tanto’?
Tutte e due risposi io.
Volevo farle mille domande, volevo tastare il terreno per quella sera, ma decisi che il gioco, se voleva, lo doveva condurre lei.
Apparecchiammo la tavola e consumammo la nostra cenetta, non feci riferimento al possibile appuntamento che ci eravamo prefissati con Salvo, le parlavo di tutto, ma non del dopo con il nostro amico.
Lei partecipava ai discorsi, ma la vedevo fremere per un qualcosa, aveva la testa da un’altra parte, non aveva il coraggio di affrontare la situazione che si poteva prospettare dopo; allora giocai la mia carta: ‘dopo la bevuta di oggi, io direi di riposarci per stanotte, cosi domattina possiamo scendere presto in spiaggia’.
Vidi un velo di stupore e delusione sul suo viso, dopo un pò non ce la fece più: ‘e con Salvo? Che figura ci facciamo? Gli abbiamo dato appuntamento’.
‘Chi se ne frega’ gli risposi io, chi lo rivede più.
‘ma &egrave stato così gentile con noi, ci ha inviato anche tutte quelle foto’
Con noi? Risposi io, forse con te!
‘ma a te non piaceva che un altro uomo mi mettesse al centro dell’attenzione? Il tuo cazzo mi dice di si!’
Il suo viso si fece rosso per l’imbarazzo, ma feci finta di non accorgermene.
‘Stasera lascio decidere te, se ti va di uscire, vatti a vestire, se no ce ne possiamo rimanere a casa’.
Mi accesi una sigaretta e uscii fuori al balcone, lasciando Anna a decidere il da farsi; non volevo condizionare le sue scelte, dovevano essere le sue voglie a decidere.
La mia speranza era che accettasse l’invito di Salvo, quello che sarebbe successo dopo non doveva essere imputato principalmente alle mie volontà; non mi andava che un giorno potesse dire: ‘l’hai voluto tu’!
Finii la sigaretta e restai ancora un po’ fuori a pensare a quello che sarebbe successo o poteva accadere, quando rientrai in cucina, Anna non c’era.
Andando verso la camera da letto, vidi una striscia di luce uscire da sotto la porta del bagno, forse aveva deciso di non proseguire, saremmo rimasti a casa.
Deluso scesi dal nostro appartamentino dirigendomi verso un bar che avevamo vicino casa, presi tre birre destinate a farmi compagnia a casa quella sera e tornai indietro.
Quando entrai dalla porta, per poco non mi prese un colpo!
Di fronte a me, sulla soglia della porta della cucina c’era mia moglie, mi mancò il respiro; aveva un vestito a tubino bianco, talmente stretto che sembrava essere nuda, vista anche l’assenza del reggiseno.
Il tessuto aderiva al suo corpo disegnandone tutte le curve, seno che stava per esplodere, culo sodo e gambe toniche; ai piedi aveva dei sandali rossi con laccio sottile che chiudeva sulla caviglia,tacco 10.
Al collo portava una collana di finto corallo rosso che le scendeva fino alla parte superiore delle tette, in tinta con un rossetto rosso vivo; aveva raccolto i capelli in una coda di cavallo facendo risaltare il suo bellissimo viso.
‘Usciamo’?
Quelle parole mi destarono dalla contemplazione della femmina che avevo di fronte, quasi balbettando le dissi : ‘vado a vestirmi’.
Per come si era preparata mia moglie, non potevo mettermi jeans e t-shirt, avrei sfigurato; misi un pantalone a sigaretta e una bella camicia bianca di lino abbastanza stretta, anche io avevo un bel fisico grazie alla palestra, volevo fare la mia parte.
Tornai da lei e la presi a braccetto, vado bene così vestito?
Anna mi mise una mano sul pettorale destro e affondò le unghie nella carne al di sopra della camicia, ‘si, mi fai sangue’!
Uscimmo di casa senza aggiungere altro, scendemmo le scale e camminammo per un po’ senza che nessuno dei due dicesse una parola; ero assorto nei miei pensieri, Anna lo voleva quell’appuntamento, lo voleva eccome! Se sarebbe stata un uscita normale, solo io e lei, allora niente di particolare, era il suo modo di vestire; ma quella sera c’era il nostro amico con noi e quella sua presentazione era per lui!
Mentre camminavamo l’attenzione dei passanti era tutta per mia moglie, gli sguardi degli uomini erano insistenti e bramosi, io ero costretto ogni tanto a infilarmi una mano in tasca per cercare di frenare un’erezione continua, anche perché per via del mio pantalone a sigaretta si notava il bozzo pronunciato.
Ero orgoglioso di camminare al fianco di una donna come mia moglie, ma a volte quando ostentava sensualità e femminilità come in quel caso, provavo imbarazzo.
Fu la sua voce, ancora una volta, a distogliermi dai miei pensieri: ‘perché non provi a chiamarlo’?
Era inutile proseguire e capire se voleva o non voleva, il messaggio era chiaro.
Ma ora volevo mettere in chiaro alcune cose!
La tirai al lato della strada ed entrammo in un bar, ordinai due birre ghiacciate e ci mettemmo in un angolo più riservato del locale, facemmo cin cin con le bottiglie e dopo un sorso le dissi: ‘dimmi un po’, cos’&egrave che ti piace di lui’?
Anna diventò un peperone, abbassò lo sguardo e cominciò a giocare con l’etichetta della bottiglia, io la incalzai: ‘l’ho capito che ti piace e pure tanto, ti sei vestita così per lui, a me questo gioco piace, mi eccita da morire e voglio che vada avanti, ma voglio che tu ricordi sempre che io sono tuo marito, il tuo unico uomo e questo &egrave e dovrà rimanere solo un gioco’!
‘Ti sbagli’, mi disse lei, ‘non mi sono vestita così per lui, ma per te; se stasera accadrà qualcosa, voglio che accada con tutte le sue sfumature, quindi la presentazione e i modi dovranno essere eleganti e fini’; ‘come mi hai sempre detto tu e come &egrave successo al ristorante, questo &egrave un gioco e deve essere giocato da entrambi le parti; voglio divertirmi e provare emozioni nuove, ma tu per me rimani e rimarrai sempre il mio unico vero amore’!
Mi sporsi verso di lei e le misi la lingua in bocca, lei rispose con passione al mio bacio più di quanto mi aspettassi e capii subito che Anna era eccitatissima per quella situazione.
Per il bacio il suo rossetto si sbavò e dopo aver pulito con un fazzoletto le mie labbra, estrasse dalla borsetta una piccola trousse e si avvio verso il bagno delle donne.
Io presi il telefono e feci il numero che Salvo mi aveva lasciato.
Non diede il tempo del secondo squillo, sperava che quella telefonata arrivasse e lo immaginai impaziente con il telefono in mano da parecchio tempo, sentii la sua voce: ‘pronto’?
‘allora, beviamo qualcosa insieme’? gli risposi io; ‘heilà’, rispose lui, ‘credevo che non mi avreste richiamato’, poi ci demmo appuntamento dove ci eravamo visti quella mattina.
Anna uscì dal bagno con il rossetto sistemato, ‘se mi baci di nuovo ti uccido’!
Risi e finimmo di scolarci le birre, ‘andiamo’, le dissi.
Ad Anna non dissi niente della telefonata, quando arrivammo nel posto in cui quella mattina avevamo conosciuto Salvo, mi fermai appoggiandomi ad un muretto; ‘perché ci siamo fermati’? mi chiese Anna ed io facendo il vago le dissi: ‘ho provato a chiamare Salvo, ma non mi risponde’; volevo tenerla sulle spine.
Sul viso di Anna comparve un velo di delusione, dopo poco mi chiese di richiamarlo, ‘sei impaziente di rivederlo’ le dissi, diventò di nuovo rossa in viso mentre alle sue spalle stava arrivando un uomo ben vestito, era Salvo.
Era un uomo elegante nei movimenti e nei modi, oltre al buon vestirsi.
‘Signora, così vestita sembra che lei sia uscita da una rivista di moda’; Anna si girò al suono della sua voce poi subito si rigirò verso di me, rossa in viso e con lo sguardo mi fulminò, sottovoce e con un ghigno mi disse: ‘stronzo, te la faccio pagare’!
Salvo le fece il baciamano, poi la attirò a se e le diede due bacetti sulle guance; mi strinse la mano, una bella stretta da uomo, ‘mi fa enormemente piacere avervi rincontrato, ci tenevo a passare una serata con voi’.
Cominciammo a passeggiare sul lungomare con Anna al centro e noi due ai lati, si parlava del più e del meno, poi su mia indicazione ci fermammo ad un bar con dei tavolini esterni, ci sedemmo ad uno di questi in un angolo, un po’ in disparte; Anna si sedette tra noi due.
Io ordinai la mia solita bionda doppio malto, Salvo un mojito e Anna fece uguale; sedendosi il suo vestitino si alzava continuamente e a fatica cercava di far scendere e aggiustare l’orlo della gonna.
Al nostro amico non dispiaceva affatto, anzi, si sistemò con la sedia un po’ più distante da mia moglie avendo un’angolazione e una visuale quasi frontale, il motivo era chiaro, voleva sbirciare tra le gambe di mia moglie.
Anna se ne accorse e lo capii perché ad un certo punto la smise di sistemarsi l’orlo della gonna e cominciò distrattamente ad accavallare e scavallare le gambe, senza preoccuparsi della visuale che stava offrendo al nostro amico.
Entrambi avevano iniziato un gioco di sguardi e allusioni, cominciarono a parlare di tutto e di niente, ma era solo una copertura per distogliere la mia attenzione da quello che stava accadendo;
Anna con la coda dell’occhio cercava di vedere se io mi ero accorto di quello che stavano facendo, uguale faceva Salvo.
Feci finta di non partecipare ai discorsi, mettendomi a scrivere messaggi fasulli con il telefonino e sbirciando assistevo al loro gioco che mi stava provocando un senso d’ansia accompagnato da un’erezione tremenda che ben presto si trasformò in fastidio, dalla posizione di seduto, l’uccello mi premeva nei pantaloni stretti.
Ad un certo punto, mentre sbirciavo il comportamento di Salvo, vidi che lui si bloccò con lo sguardo e leggermente sgranò gli occhi; sbirciai verso mia moglie, sulle labbra aveva un sorriso malizioso, il vestitino era salito parecchio su e aveva scavallato le gambe, aprendole un bel po’.
Mi meravigliai che la vista di una mutandina avesse così tanto scombussolato il nostro amico.
Il fatto che Anna controllasse la mia attenzione, cominciò a darmi un po’ fastidio, sembrava quasi che la mia presenza gli desse fastidio; come quella volta al matrimonio di Luca, sembrava che volesse tenermi fuori dai giochi.
Posai il telefonino quasi infastidito e cercai di intromettermi nei loro discorsi, ben presto rimasero poveri di argomenti; guarda il caso!
Salvo si alzò e disse di allontanarsi per andare in bagno, aspettai che stesse fuori dalla portata della nostra voce e mi rivolsi a mia moglie: ‘che cazzo stai facendo? Perché continui a tenermi fuori dai tuoi giochi e dalle tue voglie? Credevo che sarebbe stato un gioco fatto da tutti e due, ma quasi quasi sembra che la mia presenza ti dia fastidio’!
Lei mi guardò per qualche secondo con uno sguardo serio e disse: ‘Ascolta, hai voluto fortemente che questa situazione capitasse, anche se ultimamente non me lo stavi più chiedendo, ho sempre percepito la tua voglia che facessi la zoccola davanti a te. Non puoi imporre il tuo controllo sulle mie voglie, devo essere libera di trovare e provare emozioni; non devi essere egoista, come hai detto tu, il gioco &egrave di entrambi, allora lasciami libera, altrimenti interrompiamolo qua’!
Per un attimo la guardai, elaborando quello che mi aveva detto, forse aveva ragione; credevo di poterle imporre quello che volevo e desideravo, ma non avevo pensato a quello che lei preferiva o desiderava.
Aveva le mani appoggiate sul tavolino, misi la mia mano sulla sua e mi sciolsi in un sorriso, ‘hai ragione, mi sono comportato da egoista, sentiti libera di proseguire’!
Lei si rilassò sulla sedia, il suo sguardo si addolcì e mi chiese: ‘allora, ti piace lo sviluppo di questa situazione’?
Si, le dissi io, ‘anche se alcune cose sembrano provocarmi un po’ d’ansia, mi hanno provocato un’erezione tremenda’, e le feci vedere il bozzo nei pantaloni.
Lei mi disse: ‘voglio dirti una cosa, ma non ti devi ingelosire; Salvo ha un qualcosa di magnetico, quando parla, come si esprime”’
‘Come ti guarda’, le dissi io.
‘Si, anche come mi guarda, anzi, soprattutto come mi guarda; presta attenzione ad ogni mio movimento o particolare, hai dei modi da uomo vero, proprio come te’; che paracula!
‘Ma un vero uomo non sbarra gli occhi per la visione di un paio di mutandine’, le dissi io;
si spostò e si avvicinò leggermente con la sedia, mettendosi in una visuale frontale e allargò le gambe come aveva fatto con Salvo, mi disse: ‘sei sicuro”.?!?!
Io li sgranai più del nostro amico, Anna non portava le mutandine!
Ma la cosa che ancora di più mi fece stupore, era che adesso che le guardavo la fica, la vedevo liscia e depilata, mentre fino al pomeriggio aveva un ciuffetto di peli.
Si era rasata quando ero sceso da casa per andare a prendere le birre.
Ti sto scoprendo più troia di quello che pensavo, le dissi e l’attirai a me per baciarla; la sua lingua mi roteava in bocca, sembrava di sentire il sapore dei suoi ferormoni.
Sentimmo una presenza vicino al tavolo e ci staccammo, era Salvo; ‘scusate, se volete mi allontano’.
‘Perché’? Disse mia moglie, ‘mica stiamo scopando’!?!
Salvo sentendo quelle parole, sottovoce, si senti in diritto di dire ‘magari”..
Anche Anna lo sentii e lo incalzò dicendo: ‘perché, ti piacerebbe vederci scopare’?
Oramai mia moglie aveva preso in mano le redini della situazione, era il suo gioco, a me stava bene.
Salvo non si aspettava quelle parole, rimase un attimo senza dire niente, capi che si era creata una certa confidenza con mia moglie e guardandomi si sciolse in un sorriso : ‘Si Anna, mi piacerebbe eccome; siete una coppia fantastica, tu sei stupenda e travolgente, sei un femmina con la f maiuscola e provochi un terremoto in ogni uomo che ti guarda; tuo marito, oltre che un bel ragazzo &egrave una persona eccezionale e intelligente. E’ il vostro modo di vivere la vita che mi piace (forse aveva capito tutto); vi invidio, magari avessi avuto anche io questa fortuna. Se in futuro ci sarà occasione vi parlerò di me e della mia vita’.
Parlai io: ‘Ti piace cosi tanto mia moglie’?
Salvo rispose: ‘Tanto &egrave dire poco’.
Era arrivato il momento di allontanarmi un attimo, guardai mia moglie e alzandomi mi avvicinai al suo orecchio : ‘&egrave la tua serata, fai il tuo gioco’! Andai verso i bagni e vi entrai.
Sembrava di avere in testa un ciclone, talmente che correvano i miei pensieri e solo quando sbottonai i bottoni del pantalone per il bisogno mi resi conto di quanto ce l’avevo duro!
Chissà cosa stavano facendo e cosa si stavano dicendo.
Di proposito aspettai ancora qualche minuto in bagno, poi uscii.
Il tavolo dove eravamo seduti era vuoto, Anna e Salvo non c’erano !
Anche se quella situazione l’avevo voluta io, il non trovarli al tavolo fu un pugno nello stomaco!
Mi guardai in giro, guardai in lontananza, ma di loro niente.
Chiesi al cameriere quando e in che direzione erano andati, mi disse che il signore aveva pagato il conto e si erano avviati verso il lungomare.
Anche questa volta Anna mi stava tenendo fuori, le sue parole mi riecheggiarono nella testa : ‘ il gioco &egrave di entrambi, allora lasciami libera, altrimenti interrompiamolo qua’!
Il cameriere aveva detto che li aveva visti avviarsi verso il lungomare, quindi a casa non erano andati.
Mi avviai anche io in quella direzione con dentro un misto di ansia, rabbia, adrenalina ed eccitazione; controllavo tutti i bar e le panchine sulla strada adiacente il mare, ricordo che fui fermato anche da una pattuglia della polizia che mi chiese i documenti, forse avevano notato la mia agitazione.
Dopo i controlli mi salutarono e io continuai la ricerca; cazzo il cellulare, ero talmente preso dalla situazione che neanche ci avevo pensato.
Feci 2 volte il numero di mia moglie, ma non ebbi risposta; mi stavo incazzando!
Poi mi arrivò un messaggio, era lei: ‘Vieni al Lido XXXXXXX, sotto i pali di sostegno delle ultime cabine sulla sinistra guardando il mare’.
Quel lido lo conoscevo bene, era il lido dove andavamo tutti i giorni!
Avevo il cuore in gola, non mi misi a correre, ma il mio passo era talmente veloce che la gente che incrociavo mi guardava curiosa.
Arrivai al lido, erano le due passate e logicamente era chiuso; l’unico modo per entrare era andare per la spiaggia.
Scesi dal lato più vicino a me, quello di destra, mi tolsi le scarpe e cominciai a camminare sulla sabbia, arrivai alla fine dei piloni di destra che sostenevano le cabine e tagliando per mezzo mi avviai verso il lato sinistro; lungo il percorso nella mia mente si affollavano le immagini e le visioni delle scene più assurde e indecorose, cazzo, stavo sudando.
Nel chiarore di luna, sotto i piloni delle cabine di sinistra, ad una distanza di circa 25 metri riuscii a distinguere il bianco di un vestito con la rispettiva sagoma, era mia moglie appoggiata con la schiena ad uno dei pali; non riuscivo ancora a vedere la sagoma di Salvo, poi ricordai che era vestito di colore scuro.
Rallentai il passo, a circa 15 metri notai la sagoma di Salvo, anche lui era appoggiato con la schiena al palo di fronte a quello di mia moglie, erano distanti tra loro circa 2 metri; poi mi videro, ero a circa 7-8 metri quando sentii la voce di mia moglie: ‘fermati ‘! ‘Resta li e guarda’!
Vidi che girò il viso verso Salvo, erano nell’ombra, sotto al pontile, si guardarono fissi per un po’, poi mia moglie lentamente alzò il vestitino tirandoselo su fino alla vita, mostrando al nostro amico la grazia della sua fica.
Adesso lo sguardo di Salvo era verso il basso ventre di mia moglie, poi Anna alzò il braccio verso di lui e fece il gesto con la mano di avvicinarsi; Salvo le si avvicinò, erano a pochi centimetri l’uno dall’altra, Anna gli mise le mani sulla testa, nei capelli e gli spinse la testa verso il basso.
Per un attimo Salvo si girò verso di me incrociando il mio sguardo, in quel cono d’ombra di vedo e non vedo sembrava che mi avesse rivolto un sorrido, o un ghigno; ma a me non me ne fregava un cazzo, quella situazione mi aveva buttato fuori di testa, nella mia vita, mai avevo vissuto e avuto un’ eccitazione simile.
Salvo scese giù con la testa e Anna per facilitargli la cosa allargò le gambe; le mani di mia moglie massaggiavano la sua testa e lo accompagnava in quello che stava gustando.
Anna reclinò la testa all’indietro appoggiandola al palo, non riuscivo a vedere, ma sicuramente aveva gli occhi chiusi.
Poi per un attimo si distolse, forse si era ricordata che c’ero anch’io; la vidi girare la testa verso di me, non le vedevo il volto, ma immaginai che stesse tremendamente godendo per la lingua di Salvo.
Era scomparsa sia l’ansia che la rabbia, ora stavo provando una sensazione di godimento e trasgressione, vedere mia moglie che spingeva la testa di un altro uomo fra le sue cosce, mi provocava un’erezione impressionante.
Neanche mi ero accorto che mi stavo massaggiando l’uccello con la mano sinistra; quanto tempo che lo desideravo, al ristorante l’avevo sentita, ma ora lo stavo guardando.
Ebbi uno scatto, cercai di avvicinarmi a loro ma lei mi vide e mi bloccò ancora una volta facendomi segno con la mano aperta.
Mi fermai, ma non ero spazientito, volevo farmi guidare da lei, le lasciai le redini del gioco.
La testa di Salvo si muoveva in continuazione tra le cosce di mia moglie, cominciai a sentire lamenti e versi, Anna stava godendo e pure tanto.
Poi tirò su la testa di Salvo e si trovarono faccia a faccia, per un attimo ebbi la paura che si baciassero, ma Anna lo girò e si scambiarono la posizione, ora era Salvo appoggiato con la schiena al palo; la testa di Anna si girò ancora verso di me e guardandomi cominciò a slacciare i pantaloni del nostro amico.
Sembrava che anche Salvo avesse capito le regole del gioco perché non prendeva iniziative, si faceva usare da mia moglie senza forzare la situazione; forse fuori al bar e per la strada che avevano fatto per arrivare li lei gli aveva detto e imposto quello che voleva fare.
Avevano aspettato li il mio arrivo, questa volta Anna voleva farmi partecipare alle sue voglie fin dall’inizio.
Tirò giù i pantaloni di Salvo fino a metà coscia, poi con la mano sinistra iniziò a segarlo; lui era immobile appoggiato a quel palo, si guardavano, immaginai i loro sguardi, poi Anna fece un passo indietro e si piegò con il busto pronta a prenderglielo in bocca.
Aveva il vestitino arrotolato alla vita e quando si mise a 90 gradi, da dietro si pronunciava il gonfiore della sua fica, si girò verso di me e disse: ‘prendi ciò che &egrave tuo’!
Mi avvicinai a loro sbottonandomi i pantaloni, non feci in tempo ad abbassare i boxer che l’uccello mi guizzò fuori; mi posizionai dietro mia moglie, ora riuscivo a vedere Salvo in faccia, i nostri occhi si incontrarono per un attimo, poi Salvo li socchiuse e rivolse leggermente la testa all’indietro, Anna gliel’ho aveva preso in bocca.
Prima di penetrarla avrei preferito che me l’ho inumidisse un po’, ma non volevo interrompere quel momento e poi non ce n’era bisogno, quando con la mano le accarezzai la fica era bagnata di umori e saliva.
Cominciai a giocare con la cappella sulle labbra della fica, poi lo introdussi dentro; nelle prime penetrazioni Anna sembrava avere dei piccoli spasmi, tanto che stava godendo, forse pensava a quante volte avevamo desiderato quella situazione nelle nostre fantasie e ora si stava realizzando.
Il ritmo delle mie percussioni aumentava sempre di più e di conseguenza aumentava la velocità del pompino che Anna stava facendo a Salvo; ancora una volta i nostri sguardi si incontrarono e con voce soffocata mi disse: ‘tua moglie &egrave fantastica’!
Non c’era bisogno che me lo dicesse lui delle qualità di mia moglie a fare i pompini, ma quelle parole finirono di infoiarmi; cominciai a montare Anna sempre più forte, adesso sentivo dei gridolini soffocati dall’uccello di Salvo che aveva in bocca.
Salvo le mise le mani in testa, nei capelli e con massaggi e carezze ne accompagnava il ritmo, oramai non era più Anna che gli stava facendo il pompino, era lui che la stava chiavando in bocca!
Alla visione di questa scena non resistetti più, diedi un’ accelerazione con le mie penetrazioni fino a svuotarmi dentro di lei con grida di soddisfazione; poggiai il busto sulla schiena di Anna e restai ancora con l’uccello dentro, sentivo il suo movimento nel succhiare il cazzo del nostro amico.
Ad un certo punto Anna diede un colpo di reni facendomi staccare da lei, la vidi prendere il cazzo di Salvo in mano cominciando a tirarglielo, l’aveva sentito gonfiarsi, stava arrivando; non vidi la sborra di Salvo uscire, ma dalle sue grida immaginai che fosse tanta.
Rimanemmo tutti e tre in silenzio, poi fu Anna a romperlo: ‘mi date un fazzolettino’? Aveva la mano sporca di sperma.
Ci sistemammo con calma e in silenzio, ricordo che fu Salvo a dare il fazzolettino a mia moglie; dopo essersi abbassata il vestito Anna venne da me, mi mise le braccia intorno al collo e cominciò a baciarmi con dolcezza e intensità, sembrava che quel bacio non finisse mai.
Dopo essersi staccata da me, andò da Salvo, lo abbracciò poggiandogli la testa sulla spalla, vidi che Salvo la strinse forte, poi le fece delle carezze sulla testa dicendo: ‘fantastica, tu e il tuo uomo’.
Salvo raccolse i sandali di mia moglie e ci incamminammo verso la strada, ci tenevamo mano nella mano, Salvo ci seguiva.
Arrivati sulla strada Anna si sedette su una panchina per pulirsi i piedi dalla sabbia ; allungò le mani verso Salvo per farsi dare i sandali, ma questo disse : ‘aspetta, faccio io’ e si inginocchiò ai piedi di mia moglie.
Poi si ricordò che c’ero anch’io e si rivolse a me: ‘posso’?
Avevo capito che voleva fare, feci cenno con la testa di si.
Prese il piedino di mia moglie tra le mani e cominciò a togliere la sabbia dalle dita e dalla pianta, ma più che scrollargli la sabbia, le stava facendo dei massaggi e delle carezze, Anna sembrava apprezzare, lo capii perché girava e rigirava il piede aiutandolo nel suo palpare, poi passò all’altro piede; la vista di questa cosa mi provocò ancora una volta eccitazione.
Oltre che a mia moglie anche Salvo provava un erotico piacere a massaggiargli i piedi, poi le infilò prima un sandalo e poi l’altro; l’aiutò ad alzarsi e disse: ‘non so a voi, ma a me &egrave venuta fame, andiamo a mangiare qualcosa di dolce’?
Fu Anna a rispondere anche per me: ‘si’!
Ci incamminammo verso una cornetteria che era situata all’interno dell’area urbana; camminavamo con Anna al centro, poi lei si fermò di colpo e la vedemmo stringere un pò le gambe e arrossire, sembrava che si stesse vergognando di qualcosa.
Solo io non capii quello che stava accadendo; Salvo tirò fuori dalla tasca il pacchetto di fazzolettini e ne diede un paio a mia moglie dicendo: ‘andiamo tra quelle due macchine, io e XXXXXX ti copriamo’.
‘Non puoi aspettare che arriviamo al bar’? le dissi, convinto che doveva fare la pipi; non mi rispose, ma Salvo fece una risatina e si rivolse a me: ‘certo che ne dovevi avere tanta’.
Ancora qualche secondo e capii, feci proprio la figura dello stupido; Anna non doveva fare la pipi, era la mia sborra che gli stava colando dalla fica scendendo per le gambe.
Ricordo le parole che disse: ‘Salvo scusa; se mio marito mi fa sporcare il vestito lo ammazzo’!
Coperta da noi due in mezzo a due macchine ferme, si tirò ancora su il vestito e cominciò a pulirsi, io le davo le spalle, cosa che non fece Salvo perché senti Anna dire ‘girati, mi vergogno’; poi sentii Salvo chiedere scusa.
Finita di ripulirsi ci avviammo al nostro bar, Anna si stava arrabbiando perché per strada io e Salvo non smettevamo di ridere.
Ci sedemmo, cornetti latte e caffè fu li che cominciammo a conoscere Salvo.
Continua”’.
tigro76x@libero.it
‘Ho ricevuto molte mail di persone che mi hanno fatto i complimenti per le ‘mie confessioni’; non sento di meritarmi nessun complimento perché non ho creato ne pubblicizzato niente. Però sono contento di essere riuscito a trasmettere attraverso la scrittura, le emozioni che scaturiscono da situazioni del genere, che io e la mia dolce metà abbiamo avuto il coraggio di provare.
Non ritengo di appartenere alla ‘cerchia dei cornuti’, etichetta offensiva; Il cornuto &egrave l’ultimo a sapere quello che tutti sanno già. Con mia moglie Anna &egrave stato un desiderio voluto e realizzato da entrambi, abbiamo giocato e goduto sempre amandoci e cercandoci, &egrave stato il nostro fortissimo legame d’amore a dare al tutto un tocco di magia.’
Ho omesso i nomi di alcuni posti, locali e cose, indicandoli con XXXXXX, per la nostra privacy e quella di Salvo.

Mia Moglie Anna ‘Il Nostro Amico Salvo’ Prima Parte

Anna ordinò un cappuccino con cornetto, uguale fece Salvo; io solo un caff&egrave, non era molto buono, ricordo che dissi a Salvo: ‘solo a Napoli lo sanno fare’.
Mi accesi una sigaretta e mi rivolsi a Salvo, ‘allora, parlaci un po’ di te’.
Aveva 46 anni, viveva a XXXXXXXX, nel Veneto.
Era un importante funzionario amministrativo di un Ente, di più non posso dire.
Separato e senza figli, con la passione per la fotografia, ma come ci disse, non lo faceva per soldi, il suo alto livello amministrativo con relativo compenso gli permetteva un alto tenore di vita; fotografava per alcune aziende XXXXX, nel ramo dell’abbigliamento e calzature.
‘Sono abituato a vedere belle ragazze e mi diverte lavorare con loro, ecco perché ho accettato di farti quel mini servizio fotografico, Anna’.
‘Cosi mi imbarazzi’ disse mia moglie arrossendo, e lui ‘ecco perché mi piaci (ricordo che si corresse ‘perché mi piacete’), siete due bei ragazzi e non sfoggi quella vanità e presunzione classica di una modellina montata di testa. Quando mi hai chiesto di scattarti qualche foto, ho notato e percepito subito la tua simpatia e la tua naturalezza, poi quelle poche parole con tuo marito e ho capito che eravate persone squisite’.
‘Di solito ho a che fare con ragazzine poco più che ventenni, acerbe come donne e ridicole quando assumono pose sexy; giusto il contrario di te, Anna, ogni scatto che ti facevo non avevo bisogno di darti indicazioni per le pose, hai una sensualità travolgente’.
Oramai Salvo era preso dalle continue lusinghe a mia moglie e si ricordò che c’ero anch’io, ‘perdonami XXXXX se faccio continui apprezzamenti a tua moglie, ma non riesco a farne a meno’
Lo rassicurai dicendogli che a me non poteva far altro che piacere sentirmi dire che mia moglie era figa, mi riempiva di orgoglio.
Anna era molto interessata al hobby del nostro amico facendogli molte domande e venne fuori che a volte aveva fatto anche servizi fotografici di lingerie; mia moglie sparò a zero: ‘chissà quante te ne sei fatte’!
‘Non quante pensi tu, Anna; si, &egrave vero, con qualcuna c’&egrave stata qualche scopata, ma ho sempre evitato prosegui’.. sono ragazze in cerca di un illusorio successo, non puoi immaginare che sono disposte a fare per una foto scelta su qualche manifestino. Io Cerco altro”..’
‘Altro’? disse Anna, lo voleva portare dove voleva lei, io l’avevo capito, voleva sentirsi dire ancora qualcosa di lei.
Si Anna, una donna come te, alla mia età non posso correre dietro le ragazzine e si fece una risata.
Ricordo che restai ad ascoltare i loro discorsi per un po’, poi decisi che era il momento di mettere le cose in chiaro’.. ‘ascolta Salvo, noi siamo una coppia solida, ci amiamo alla follia, non ci manca niente; ho permesso a mia moglie di prendertelo in bocca perché abbiamo scoperto il piacere di alcuni giochi erotici. Già abbiamo fatto qualcosina in passato e la situazione ci &egrave piaciuta molto’, senza aggiungere altro.
‘Non permetto al primo che capita di toccare o fare altro con mia moglie, tu ci sei sembrata la persona giusta e il caso ha voluto che Anna si lasciasse andare’.
‘Non c’&egrave bisogno che mi dai spiegazioni’ rispose Salvo, ‘ho capito tutto dal primo momento, che persone siete, di quanto vi amate e che cercavate un’emozione diversa; quest’ultima l’ho capita dai tuoi occhi XXXXXXX, da come guardi tua moglie in ogni istante e situazione’, mi fece l’occhiolino.
Proseguì”’Io ho avuto il mio ruolo, sono impazzito per quello che abbiamo fatto poco fa, come lo &egrave stato anche per voi; l’ho capito da come Anna me lo leccava e te per come guardavi bramoso tua moglie mentre lo faceva. Che bello avervi conosciuto’.
Rotto il ghiaccio i nostri discorsi si spostarono su altro e proseguirono per un bel po’.
Lui era li con altri 2 amici, quella sera li aveva abbandonati per vedersi con noi; chiamalo stupido’!
Aveva capito tutto, però aveva avuto l’educazione di non fare azzardi con Anna, non provò mai a prendere l’iniziativa, visse il corso degli eventi e anche quando Anna era in preda agli orgasmi, non tentò mai di penetrarla; aspettava che la decisione fosse mia o di mia moglie. A me stava bene, mi dava fiducia.
Lui sarebbe andato via il dopodomani e ci propose se ci avrebbe fatto piacere cenare insieme l’indomani sera; guardai mia moglie anche se non ce n’era bisogno e gli dissi di si.
Poco dopo ci salutammo, a me una forte stretta di mano, ad Anna due baci sulle guance e mentre era vicino al suo orecchio le disse qualcosa che io non riuscii a capire.
Cinsi con le braccia la vita di mia moglie e ci incamminammo verso casa; stranamente per strada Anna parlava di quello che era appena successo, di quanto le era piaciuto e di quello che aveva provato quando si era trovato il suo uccello in bocca e io che la montavo da dietro.
Era la prima volta che la dividevo insieme ad un altro ed era stato fantastico per le emozioni che avevamo provato. Quando scopavamo, da lei mi facevo raccontare sempre quando aveva sedici anni e al mare con i genitori, una sera, si appartò in spiaggia con due fratelli gemelli che se la godettero distesi sull’asciugamano; senza penetrazione, ma la avvolsero davanti e da dietro leccandola e facendogli entrare le dita.
Questa storia mi aveva sempre fatto impazzire, ma viverla dal vivo era tutta un’altra cosa.
Mi disse che la storia con il ragazzo al ristorante non era niente in confronto a quello che aveva provato poco prima; mi disse che era impazzita quando ha visto come la guardavo mentre Salvo le leccava la fica.
Anna stava avendo un cambiamento.
Ascoltando Anna lungo la strada mi ritrovai con il cazzo di nuovo duro; aprimmo il portoncino per salire le scale, ricordo che non le diedi il tempo di girare la chiave della porta di casa, l’afferrai da dietro, la spinsi dentro, c’era una specchiera nel corridoio, la sdraiai con il busto sul pianale e le tenevo la testa in avanti, non c’era bisogno che me lo leccasse, ce l’avevo come il marmo.
Quello che era successo sulla spiaggia, Anna che era esplosa in una situazione che avevo sempre desiderato, tutto questo mi provocò una schizzofrenica voglia di fotterla, non ricordo una situazione simile nei tempi a seguire’..
Fù bellissimo perché la cosa era sentita da entrambi le parti, con mia meraviglia scivolò dentro come l’olio tanto era bagnata; la presi con forza affondando colpi forti e profondi, ma quello che mi rimase impresso fu quando le afferrai i capelli e le alzai la testa verso lo specchio, aveva gli occhi chiusi e una smorfia; non era una smorfia da moglie che gode mentre fa l’amore con il marito, ma da moglie che si sta facendo chiavare dall’amante!
Affondavo il cazzo dentro e le tiravo sempre di più i capelli, ma lei sembrava non accusare; tutto mi fu chiaro quando le misi le dita davanti alla bocca e se le fece sparire in bocca, lì capii che nella sua mente non la stavo scopando io.
Scopammo in silenzio, un silenzio strapieno di pensieri e di emozioni, si sentivano i forti lamenti di Anna e il mio fiato, mi svuotai dentro di lei con colpi forti e un grido liberatorio, quando aprii gli occhi e la guardai nello specchio, la troia sorrideva”.
Ci abbracciammo e ci baciammo non so per quanto tempo, quanto l’amavo.
La mattina successiva ci svegliammo, riposati e appagati.
Scendemmo in spiaggia, una tranquilla e bella giornata di mare di una coppia come tutte le altre, o quasi.
Per tutta la giornata ne da parte mia, ne da quella di Anna si fece il minimo accenno di quello che era successo, era stato un gioco e tale doveva rimanere; il segreto era lasciarlo al di fuori della nostra vita coniugale e prenderlo per poi posarlo quando volevamo noi.
Solo verso sera, quando risalimmo e ci fermammo all’esterno di un bar per la nostra solita birretta, Anna mi chiese : ‘a che ora &egrave la cena’?
Le dissi che non avevamo fissato un orario, ci si sentiva dopo.
Volevo farle mille domande, ma forse le sfumature di quel gioco dovevano rimanere nel ‘non sapere tutto’.
Poi mi venne in mente una cosa, ‘quando ieri notte ci siamo salutati, che ti ha detto Salvo nell’orecchio’?
Prima rise, poi : ‘lo vuoi proprio sapere’?
Si le dissi e ancora con il sorriso sulle labbra mi disse: ‘ vorrei tanto entrare dentro di te’!
Come dargli torto, l’avevamo stuzzicato per tutta la serata e Anna l’aveva accontentato con un pompino, già era tanto che aveva resistito; adesso, se l’avremmo rivisto quella sera, le cose potevano cambiare, non so se si sarebbe più accontentato di farselo leccare.
Ne parlai con lei, sulla possibilità che il nostro amico potesse avanzare qualche richiesta un po’ particolare.
‘Amore, a me non manca niente, sei un marito perfetto e un porcellino a letto, quindi non cerco per forza un altro cazzo; quello che veramente desidero &egrave essere coinvolta in un gioco che mi travolge, come &egrave successo ieri sera, ma tu devi essere partecipe come me, non devi essere l’organizzatore, poi quello che accadrà’.. si vedrà’!
Il messaggio era chiaro, se Salvo voleva scoparsela, avrebbe dovuto saperla coinvolgere in una fantasia che a me e a lei doveva rimanere oscura.
Giusto così, doveva coinvolgerci entrambi.
Di nascosto ad Anna, volevo accennare a Salvo quello che desiderava.
Tornati a casa approfittai con la scusa delle sigarette per riuscire, era tardo pomeriggio, chiamai Salvo.
Ricordo il mio stato d’animo quando parlai al telefono con lui, una calma adrenalinica.
Gli dissi che oramai le carte erano state girate, aveva capito quello che noi cercavamo, come aveva capito che avevamo scelto lui; gli esposi quello che volevamo, doveva coinvolgerci in una serate con mille possibili finali, Anna voleva giocare, Io lo stesso. Le regole erano sempre le stesse, era Anna la protagonista e lei a decidere.
Tornato a casa dissi a mia moglie di trovarsi pronta per le 21:30.
Anna per quella sera scelse l’eleganza, un vestitino color avorio che le arrivava sopra al ginocchio, con giochi di trasparenze, soprattutto sopra, dove dovette fare a meno del reggiseno, la sua magnifica terza stava su da sola.
Scelse un sandalo argento, tacco 10 e raccolse i capelli in uno chignon, era uno schianto!
Non volli chiederle se aveva messo le mutandine, oramai non mi meravigliavo di niente.
Seguite le mie indicazioni per arrivare a casa nostra, Salvo alle 21:30 ci aspettava in macchina giù al portone; quando uscimmo lui scese dalla macchina e venne a salutarci, come al solito ben vestito, a me a stento una stretta di mano, i saluti erano per mia moglie, le prese le mani e la fece girare su se stessa, ammirando lo splendore di mia moglie e riempiendola di complimenti.
Aveva un mercedes, proprio una bella macchina e glielo dissi; lui per tutta risposta mi diede le chiavi e disse guida tu, ho impostato il navigatore che ci porterà fino al ristorante.
Io salii al posto di guida mentre lui da perfetto cavaliere apriva lo sportello posteriore per far salire Anna, ma non lo richiuse, sali anche lui; in un attimo capii che quella sera avrei fatto l’autista.
Durante il tragitto, essendo davanti, ero quasi tagliato fuori dai loro discorsi che spesso erano detti sottovoce e dallo specchietto retrovisore incrociavo lo sguardo e gli occhi di mia moglie, anche se dialogava con Salvo, mi guardava e mi cercava.
Guardando il navigatore vidi che mancavano ancora un po’ di chilometri e chiesi a Salvo perché aveva scelto un posto così lontano, non ottenni risposta e alzando la testa verso lo specchietto retrovisore vidi la testa di mia moglie reclinata all’indietro, Salvo non lo vedevo, era seduto proprio dietro di me; poi sentii i mugolii di mia moglie, capii che aveva la mano del nostro amico in mezzo alle cosce, la stava masturbando.
Salvo vide che stavo osservando la scena dallo specchietto e mi disse ‘continua a guidare, ho scelto un posto molto bello per l’occasione, &egrave un po’ fuori mano, ma ne vale la pena; intanto mia moglie aveva sempre la testa leggermente all’indietro, Salvo continuava ad accarezzarle la fica e lei neanche ascoltava i nostri discorsi, guardandola dallo specchietto vidi che stava gemendo.
Guidavo e mi aggiustavo le gambe sul sediolino, la mia erezione mi dava fastidio nella posizione da seduto.
Poi ad un certo punto Salvo smise di fare quello che stava facendo e si avvicinò da dietro a me, avvicinando le sue dita sotto il mio naso, sentii l’odore degli umori di mia moglie!
‘La tua Anna ha una fragranza unica’; e mi strinse il braccio.
Anna si era ripresa dai piccoli spasmi che il nostro Amico le aveva dato e cominciò a chiacchierare con me, come se quel che era successo poco prima non fosse mai accaduto; questo spirito mi piaceva.
Non vi nascondo che ancora adesso, quando sono solo nei miei momenti e mi masturbo, le uniche immagini che si riflettono nella mente sono le scene simili che io e la mia dolce moglie abbiamo vissuto.
Arrivammo al posto, sembrrava una grande villa su più piani, circondata da tanto verde; aveva un muro di cinta molto alto e un viottolo che saliva su verso la struttura che era stata adibita a ristorante.
Salvo mi fece fermare all’inizio del viottolo, scese e apri lo sportello a mia moglie, le porse la mano e l’aiutò a scendere, poi rivolto a me mi disse di proseguire fino alle spalle del fabbricato, lì c’era il parcheggio; ricordo che rimasi un po’ confuso quando mi disse di andare a parcheggiare la macchina mentre lui accompagnava mia moglie all’interno, ma vidi Anna che non face neanche una piega, accettò il braccio di Salvo e si avviarono su per il viottolo, senza neanche dirmi una parola.
Quella cosa per me fu un pugno allo stomaco, era la prima volta che un altro uomo gestisse il rapporto tra me e mia moglie, dicendomi cosa fare e dove andare; provavo sentimenti strani, un misto di rabbia e eccitazione, una cosa nuova per me; non avevo messo in conto che avrei vissuto anche quegli stati d’animo particolari, non vi nascondo che in un paio di momenti avevo pensato di mollare tutto, ma oramai il passo era stato fatto, non potevo più tornare indietro.
Trovai il parcheggio e risalii la strada, salendo su verso il Caseggiato.
Quando entrai notai subito l’eleganza del posto, c’era una reception nella sala d’accoglienza e poi un arco che portava alla sala ristorante, tavoli con coperti bianchi e sedie rivestite; mi venne incontro un uomo con la divisa da cameriere che mi disse di seguirlo, senza che gli dicessi niente, mi stava aspettando.
La sala era piena per metà, al centro c’era un piccolo rialzo della pavimentazione a cui si accedeva con due scalini, era la parte più In; fu lì che vidi ad uno dei tavoli centrali mia moglie in compagnia del nostro amico.
Li vidi prima io, Salvo giocava con un dito sul braccio di mia moglie; appena Anna mi notò, scansò la mano di Salvo, a nascondere quello che avevo visto.
Il tavolo era rotondo, le loro sedie erano vicine, la mia no.
Quando mi sedetti cercai di nascondere il nervosismo, ma Salvo lo notò e con una scusa mi disse di seguirlo; uscimmo su un balcone sul retro e mi chiese se era tutto a posto, si era accorto che stavo avendo qualche fastidio.
Feci la figura dello stupido, quella situazione l’avevo voluta io ma non volevo giustificarmi, gli dissi che era tutto ok, poteva continuare.
Tornammo al tavolo e brindammo con una bottiglia di prosecco, ricordo che guardandomi intorno mi resi conto che ero il meno elegante di tutti, non pensavo che ci avrebbe portato in un posto così, glielo dissi; ‘tua moglie &egrave la più elegante’, mi rispose e mi fece l’occhiolino.
Ricordo che Anna mi mise una mano sul braccio chiedendomi sottovoce se era tutto ok, se mi piaceva quella situazione o se c’era qualcosa che non andava; mi stavo comportando da stupido anche agli occhi di mia moglie, decisi di rilassarmi e godermi quello che stava accadendo, era solo un gioco e come tale dovevo viverlo.
Cominciai a entrare nei loro discorsi e a esporre i miei punti di vista; Salvo notò il mio rilassamento e capi che poteva continuare.
Arrivarono le prime portate, tutte rigorosamente di pesce, accompagnate da un ottimo vino bianco; si chiacchierava e si scherzava, si parlava di tutto e spesso i discorsi si spostavano sul sesso, su dove e come piaceva farlo e delle nostre esperienze personali.
Salvo volle sapere di quella esperienza che gli avevo accennato parlando fuori alla cornetteria (il matrimonio del nostro amico Luca), fu mia moglie a descriverla, senza perdere nessun particolare.
Salvo apprezzò molto il racconto, capendo quanto mi piaceva esibire mia moglie e ci confessò che gli era diventato duro; anche per me fu cosi, ascoltando mia moglie raccontare quello che successe.
Poi sentii qualcosa sotto il tavolo che mi toccava la gamba e saliva su, era il piede di mia moglie; il coperto bianco del tavolo era abbastanza lungo da scendere fin quasi al pavimento, quindi nascondeva tutti i movimenti che accadevano sotto.
Con una mano reggevo il mio calice di vino e con l’altra massaggiavo e accarezzavo il piede nudo di mia moglie, poi mi resi conto di piccole vibrazioni provenenti dalla gamba stesa di Anna; anche loro con una mano reggevano i calici e l’altra spariva sotto il coperto.
Ci fu un attimo che nessuno parlava, io mi godevo il piedino di mia moglie che era arrivato a schiacciarmi l’uccello, Anna si godeva le dita di Salvo che le accarezzavano la fica e il nostro Amico si stava godendo la sega di mia moglie.
Solo quando vedemmo il cameriere arrivare cessammo quello che stavamo facendo, con risa generali.
Aspettai che il cameriere si allontanasse e mi rivolsi a mia moglie con ancora il sorriso sulle labbra: ‘non ti credevo così troia’.
‘Mi piace fare la troia per te’ mi rispose e aggiunse ‘ma il piacere &egrave anche mio, me lo hai fatto scoprire tu’, si sporse verso di me e mi diede un bacio in bocca.
Salvo si sporse verso Anna sussurrandogli qualcosa nell’orecchio, lei mi guardò e sorrise, facendo al nostro amico un cenno di assenso; poi si girò verso di me e disse: ‘voi due siete uguali’.
Il significato di quelle parole lo capii di li a poco, quando arrivò il cameriere; Anna si spostò un po’ indietro con la sedia e quando il cameriere la servì notai che guardando in basso, strabuzzò gli occhi.
Servì Salvo senza mai staccare gli occhi dalla sedia di mia moglie, Salvo lo guardava e sorrideva, lui diventava sempre più rosso, poi servì me e si allontanò; fu Salvo a spiegarmi che al ragazzo piacevano le gambe di mia moglie, soprattutto vedendo come lui le accarezzava.
Sentii premere nella patta dei pantaloni; stava prendendo il mio posto, esibendo mia moglie ad un perfetto sconosciuto.
Il vino scorreva e cominciava a dare i suoi effetti, eravamo tutti e tre molto allegri, soprattutto Anna, poi Salvo si rivolse a lei: ‘chissà cosa avrebbe dato quel ragazzo per avere la sua mano al posto della mia’.
Il vino le aveva fatto perdere le inibizioni e con un sorriso sulle labbra disse: ‘se mio marito &egrave d’accordo posso fargli un servizietto, &egrave pure un bel ragazzo’.
Fu salvo a risponderle: ‘tu stasera sei nostra, gli altri devono desiderarti, non averti’e le diede un pizzicotto sulla guancia.
Sentendo quelle parole, mi resi conto di aver dato a quell’uomo il potere di fare quello che voleva con mia moglie; mi ritrovai in uno stato di euforica eccitazione, il nervosismo e l’ansia erano spariti, volevo solo vedere mia moglie fare la troia.
Salvo si alzò per andare in bagno e io mi ritrovai solo al tavolo con mia moglie; allungò il braccio e cercò la mia mano, ricordo che ci guardammo senza parlare, non ce n’era bisogno.
Ci sorridevamo a vicenda, poi si alzò e venne verso di me, mi baciò a lungo in bocca e mi disse ti amo.
Continua”’..
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N.B. Non &egrave semplice attraverso le parole farvi vivere quel turbine di emozioni che abbiamo provato io e mia moglie durante le nostre ‘avventure particolari’; ho aggiunto una vena romanzata per farvi arrivare almeno le sfumature della nostra perversione.

Mia Moglie Anna ‘Il Nostro Amico Salvo’ II Parte
Dal tavolo vidi Salvo uscire dalla parte dei bagni, ma non venne subito verso di noi, cercava qualcuno, poi lo vide e gli si avvicinò, era il cameriere che ci serviva al tavolo; parlarono per un attimo e vidi che questo mise qualcosa nella mano di Salvo il quale mise subito in tasca.
Quando ci raggiunse al tavolo trovò mia moglie seduta sulle mie gambe e disse: ‘questa sera stiamo mandando in confusione qualcuna delle persone presenti qui dentro, si staranno chiedendo di chi &egrave moglie la tua Anna, o se &egrave un accompagnatrice’ .
Quando la chiamò con quel termine ebbi un sussulto all’uccello, era vero, se qualcuno ci stava guardando o stava capendo qualcosa, la mia Anna poteva passare per una escort in compagnia di due uomini; quel pensiero aumentò la frenesia dei miei pensieri, mi piaceva.
Proposi un’altra bottiglia e Salvo disse che già era stata ordinata, ma non al tavolo; dalla tasca tirò fuori una chiave dicendomi di aspettare 5 minuti al tavolo e dopo di uscire dove c’era la reception e di prendere le scale in legno che c’erano sulla sinistra e di salire al piano superiore, l’ultima stanza in fondo al corridoio.
Porse la mano ad Anna e la fece alzare dalle mie gambe, come se fosse sua moglie, non aggiunse altro e quando cominciarono ad allontanarsi vidi lo sguardo di Anna che non mi lasciava un attimo, aveva un sorrisetto malizioso.
Li vidi scendere i 2 scalini della nostra zona sopraelevata dove stavamo e vidi il braccio di Salvo cingere la vita di mia moglie, la mano aperta scendeva sempre di più sul culo.
Mi ritrovai solo al tavolo, in compagnia delle mille emozioni che stavo provando e la mia mente volava a quello che stava per accadere; mi alzai e andai verso la reception, ma non salii subito le scale, uscii fuori a fumarmi una sigaretta; dopo il nervosismo dell’inizio serata ero tornato sereno e complice del gioco che stava conducendo Salvo, era stato bravo, stava interpretando quello che gli avevamo chiesto e la mia curiosità andava a quello che stava accadendo sopra.
Salii le scale e andai verso la porta indicatomi, era socchiusa e la aprii piano, la stanza era grande con tetto mansardato e non molto alto, una luce soffusa arrivava da grandi lampade poggiate sul pavimento di parqu&egravet, al centro dei divani in pelle nera posizionati a cerchio intorno ad un puffo grande che doveva servire per dormire, ci andavano bene anche tre persone, più che una stanza sembrava un salone di una grande casa americana; in fondo vidi una vasca idromassaggio jacuzzi montata sopra il pavimento incorniciata da un mosaico di marmi colorati, restai impressionato da quel lusso.
In un angolo più buio della sala era posizionata una scrivania di legno massiccio e fu li che nella penombra vidi la sagoma di Anna, ma a mezzo busto, ci era seduta sopra, ma dall’altra parte e mi dava le spalle; non vedevo Salvo, ma mi bastò vedere i movimenti della testa di mia moglie per capire che aveva la sua testa tra le cosce.
Oramai si concedeva quello che voleva con mia moglie, involontariamente glielo avevo permesso io.
Avvicinandomi fu Anna ad avvertire la mia presenza, girò la testa verso di me e allungò un braccio ,mi stava chiamando; avvicinandomi ancora di più vedevo chiare le smorfie sul suo viso, cercava di contenere il piacere che le stava dando la lingua di Salvo, ma non ci riusciva.
Ancora oggi non ho mai dimenticato quei suoi occhi come mi guardavano; si distese verso di me poggiandosi sui gomiti e fu allora che vidi la testa di Salvo e i suoi movimenti rotatori.
Il gonfiore che avevo nei pantaloni cominciava a darmi fastidio, le misi una mano sul viso facendole una carezza, mi cercò con le labbra, mi abbassai verso il suo viso e cominciammo a baciarci; con una voce rotta dall’emozione mi disse: ‘amore, quanto sto godendo’!
Salvò si accorse della mia presenza perché rallentò i suoi movimenti, ma non smise; Anna continuava a farmi roteare la sua lingua in bocca mentre muoveva di continuo il bacino per le vibrazioni che gli stava provocando Salvo, poi la sentii rilassarsi.
Ci staccammo e lei distese la schiena sullo scrittoio, Salvo si era alzato; ‘Anna &egrave una delizia’ mi disse e venne dal mio lato, lei rimase distesa con le gambe che le penzolavano dall’altro lato e il vestitino ancora arrotolato alla vita.
Si diresse verso la jacuzzi e la mise in funzione, controllò la temperatura dell’acqua e disse: ‘godetevi un bel bagno rilassante’ e si allontanò verso i divani.
Non capivo quello che stava facendo, ma faceva parte di quello che aveva in programma e senza dire niente andai dall’atro lato della scrivania, verso Anna, che proprio in quel momento si era tirata su dal piano dello scrittoio; mi avvicinai al suo orecchio e le dissi : ‘spogliati’.
Scese dal piano e srotolò giù il vestito facendo scivolare anche le spalline.
Era bellissima tutta nuda con quei capezzoli in evidenza per l’eccitazione, ai piedi i suoi sandali argento.
Non sapevo dove era Salvo ma in quel momento non me ne fregava niente, ero rapito da quel momento magico con mia moglie e me lo volevo godere.
Con la mano la accompagnai alla vasca e fu li che anch’io mi spogliai ma solo la parte di sopra perché dal pantalone in giù volle occuparsene Anna; si inginocchiò e slacciandomi la cintura tirò tutto giù rimanendomi con una mazza che allargava i boxer. Li sfilò con un pò di difficoltà dovuta alla mia erezione e si fece sparire l’uccello in bocca.
Li capii la grandissima differenza di emozioni che si provano tra lo scopare ‘normale’ di una coppia e lo scopare ‘in situazioni strane’; Anna &egrave bravissima a fare pompini, ma come me li faceva in ‘situazioni strane’, c’era differenza! Le percezioni si amplificano, da parte di lei c’&egrave un abbandono totale nelle voglie del ‘terzo’, da parte del marito un fortissimo sentimento di vouyerismo e poi di possessione.
Solo le coppie che hanno provato queste esperienze sanno di cosa parlo.
Era un pompino intenso, lo massaggiava nella sua bocca con un lento lavoro di lingua e lentamente andava su e giù facendomi colare sulle palle gocce di saliva; avevo una fortissima voglia di fotterla in bocca ma non potevo, dovevo resistere.
La dovetti staccare altrimenti le sarei arrivato in bocca, ero troppo preso e arrapato da quello che stava accadendo, avevo le palle gonfie.
Si tolse i sandali e salì i tre scalini per entrare nell’acqua, da dietro le vedevo il bellissimo rigonfiamento delle labbra della fica; la raggiunsi in acqua e cominciammo ad avvolgerci con le bolle d’aria che ci davano uno strano effetto, Anna era eccitatissima, me ne accorgevo perché invece di baciarmi mi leccava le labbra e il viso.
La presi in braccio in acqua e mi avvolse le gambe intorno alla vita, la penetrai mentre lei mi baciava e leccava, i miei movimenti erano lenti i, volevo che durasse ancora un po’; la avvicinai al bordo della vasca e mi misi dietro di lei, la strinsi forte a me e lo infilai dentro.
Mentre la possedevo mi accorsi che di fronte a me a non più di 5 metri c’era Salvo, seduto sul puffo che ci osservava ; non distolsi mai lo sguardo dal suo, mi piaceva guardarlo mentre scopavo mia moglie, lui resse il mio sguardo, leggevo il piacere di guardare nei suoi occhi.
Presi Anna per i capelli e indirizzai la sua testa verso Salvo (in seguito mi ha detto che solo allora lo vide), cominciai ad affondare colpi forti e profondi, non ce la facevo più, gridai il mio godimento guardando Salvo negli occhi mentre mi svuotavo dentro mia moglie.
Rimanemmo ancora qualche attimo stretti, poi vidi Salvo che si era avvicinato a noi e tendeva un accappatoio, logicamente era per Anna.
Usci dalla vasca e si fece avvolgere con l’accappatoio da Salvo, si dissero qualcosa che non riuscii a capire e si diressero verso il centro dei divani, sul puffo, sul quale Salvo aveva steso un plaid gigante; una volta avvicinatasi ricordo che vidi Anna un po’ in imbarazzo, non sapeva cosa fare, poi Salvo da dietro le tolse l’accappatoio e le disse di sdraiarsi.
Lui si allontanò verso lo scrittoio e fece una telefonata, io ero rimasto nella vasca e guardavo Anna distesa su quel puffo, poi si girò e incrociò il mio sguardo, mi sorrideva; le mimai un bacio, lei per tutta risposta fece roteare la lingua sulle labbra, quanto stava diventando zoccola.
Salvo prima di avvicinarsi al puffo spense altre due lampade da pavimento, rimanendo nella stanza una bella luce soffusa e si sedette sul lato dove era sdraiata mia moglie; Anna aveva le braccia stese all’indietro e non fece nulla quando Salvo le poggiò una mano sul ventre cominciando a massaggiarglielo.
Dal ventre quelle carezze cominciarono a spostarsi sul seno e sul collo, fino a sfiorargli le labbra con le dita.
Anna ebbe un sussulto quando sentimmo bussare alla porta ma Salvo le si avvicinò e le disse qualcosa, la vidi sorridere e dargli un pizzicotto, poi tornò a distendersi; Salvo sapeva già chi era perché non aveva chiuso a chiave la porta e alzando la voce disse di entrare.
Comparve prima un carrellino con una bottiglia sopra e dei calici, poi il ragazzo che serviva al tavolo; si avvicinò ai divani e lasciò il carrello, poi lo vidi bloccarsi con lo sguardo verso mia moglie, in quella luce soffusa vedevo Anna che si stava accarezzando la fica davanti a lui.
Il cameriere si senti in diritto di restare a guardare visto che Salvo continuava ad accarezzare i seni di mia moglie e lo guardava in faccia, la stava esibendo a quel perfetto sconosciuto.
Da quando entrai in quella stanza e avevo visto mia moglie che se la faceva leccare da Salvo, la mia erezione non si era mai abbassata, ma quel nuovo scenario mi faceva arrivare le pulsazioni all’uccello; nello stesso tempo mi sentii un pugno allo stomaco, un nodo in gola, percepii la paura che quella situazione potesse degenerare e far trattare mia moglie come una puttana.
Mi stavano assalendo di nuovo quelle ansie di inizio serata, ricordo che feci un profondo respiro e per due volte andai giù con la testa sott’acqua; quando risalii vidi Salvo che mi stava guardando, continuava ad accarezzare i seni di mia moglie e mi guardava.
In quella luce soffusa mi sembrò di leggergli un sorriso sulle labbra, ma la cosa che più mi sconvolgeva era il comportamento di Anna, oramai si lasciava andare a tutte le direttive e voglie del nostro amico.
Disse qualcosa al cameriere che io dalla vasca non potei sentire, questo fece un cenno di assenso con la testa e si sbottonò i pantaloni, ma non li abbassò, tirò il cazzo fuori e cominciò a tirarselo.
Salvo si alzò dal puffo e si appoggiò con i gomiti su uno dei divani messi intorno, voleva dare al ragazzo un quadro più integrale di mia moglie che continuava ad accarezzarsi la fica; dalla vasca non riuscivo a vedere il viso di mia moglie perché era sdraiata, ma guardando l’aumentare della velocità della sua mano capii che le stava piacendo quello che stava accadendo.
Ricordo ancora quelle parole rivolte a Salvo, neanche fosse suo marito: ‘la posso toccare’?
Guardai subito Salvo e con mio sollievo lo vidi ondeggiare con la testa, aveva detto no!
Capi come stavano le cose e continuò a tirarselo, poi vidi Anna tirare le ginocchia su e allargare le gambe, gliela stava sbattendo in faccia, mostrò il dito medio al ragazzo e se lo fece sparire dentro la fica, adesso si stava veramente masturbando; in quel momento mi resi conto del profondo cambiamento di mia moglie.
Mi stavo accarezzando il cazzo sott’acqua non so da quanto tempo e neanche me ne ero accorto, mi venne la voglia di raggiungere mia moglie e fotterla violentemente davanti a loro, ma non volevo rovinare quel gioco intrigante che aveva creato Salvo, mi eccitava troppo, mi piaceva.
Poi sentii le grida soffocate del ragazzo, stava sborrando guardando mia moglie, finì tutto sul parqu&egravet del pavimento; vidi che Anna distese le gambe, adesso se la stava accarezzando lentamente.
Aveva capito che la sua parte era finita, prese un panno di stoffa dal carrello e lo vidi pulire a terra, ogni tanto alzava la testa per guardare la meraviglia che era mia moglie ma lei adesso aveva il viso rivolto verso il soffitto, immaginai che avesse gli occhi chiusi; per lei la cosa era finita, se ne poteva andare.
Fu Salvo che lo congedò dicendogli qualcosa e lui fece un cenno di assenza con la testa.
Appena chiuse la porta uscii dalla vasca, per me non c’erano accappatoi e con l’acqua che gocciolava sul pavimento andai verso il puffo, Anna aveva gli occhi chiusi, sembrava che stesse dormendo e quando le guardai la fica vidi il lucido dei suoi umori, era arrivata con le dita.
Quando senti le gocce d’acqua che le cadevano addosso ebbe un sussulto; mi sdraiai su di lei e cominciammo ad avvolgerci e a baciarci, ricordo che cominciai a ridere e uguale fece Anna; avevamo sempre immaginato situazioni fantasiose come quelle, ma dovevamo ringraziare il nostro amico che aveva fatto in modo che si realizzassero.
Sentimmo stappare la bottiglia e Salvo che diceva : ‘spero di essere riuscito nel mio intento, quello che mi avevate chiesto’, più che una domanda aveva fatto un’ affermazione; mi passò due calici pieni, dalle bollicine intuì che fosse champagne ma il suo rimase sul carrello, stava cominciando a spogliarsi.
Anna si tirò su e come me si sedette al centro del puffo e mentre Salvo ci raggiungeva potei notare più chiaramente le dimensioni del suo membro, nonostante non avesse una grande erezione era messo bene, sia in lunghezza che in larghezza, forse ad Anna piaceva perché la sua anatomia assomigliava al mio.
Prese il calice e si sedette insieme a noi, eravamo tutti e tre nudi seduti a cerchio sorseggiando lo champagne, ‘Anna l’ha sconvolto già giù in sala mostrandogli le gambe’ disse Salvo; ‘e tu che le accarezzavi con la mano’, dissi io.
‘ha una pelle come il velluto’ disse e troncò il discorso con me rivolgendosi ad Anna : ‘mi piace guardarti godere, ti lasci andare a quello che senti’; ‘sei tu che riesci a farmi lasciare andare, mi stravolgi’ rispose Anna.
Quella scena di loro che parlavano di cose scabrose in mia presenza ma per loro era come se non ci fossi, mi attanagliò lo stomaco, vivevo stati d’animi di sensazioni molto contrastanti, paura e voglia di spingere, ansie e adrenalina.
Cominciai a sentire un forte senso di gelosia e fu questa che mi diede di nuovo una forte erezione, allargando le gambe per sistemarmi Anna se ne accorse e guardandomi mi fece l’occhiolino, lo sapeva che mi piaceva quello che stava accadendo e il mio uccello le dava la conferma.
Mi guardò fisso per qualche secondo senza parlare, aveva sulle labbra quel sorrisetto malizioso che già avevo avuto modo di conoscerne il significato, si girò verso Salvo e gli allungò una mano in mezzo alle gambe cominciando a massaggiargli il cazzo; non gli volle molto per svettare tra la mano di mia moglie, adesso lo stava segando. Anna si girò verso di me lanciandomi l’ultimo sguardo, poi con la testa si abbassò sul ventre del nostro amico il quale allargò le gambe per facilitare quello che lei stava per fare.
Mi ritrovai seduto con le gambe stese e di fronte avevo mia moglie che mi dava le spalle, anzi il culo visto che era messa a quattro zampe mentre succhiava il cazzo di Salvo che era seduto con le ginocchia larghe; vedevo la testa di mia moglie andare su e giù e mi spostai un po’ di lato per avere una visuale migliore.
Anna non gli stava facendo un pompino, gli stava deliziando l’uccello; la sua lingua andava su e giù avvolgendo un cazzo che adesso potevo vedere nella sua massima erezione.
Alzando la testa vidi che Salvo mi stava guardando ma stavolta non sorrideva, aveva la bocca spalancata a prova del godimento che mia moglie gli stava dando con la bocca, poi le mise una mano sulla testa e mentre con le dita iniziò a massaggiarla, cominciò a dare il ritmo del pompino; guardavo la bocca di mia moglie gonfia del suo cazzo mentre andava su e giù, lo ingoiava fino a farlo sparire, vedevo la saliva che scendeva lungo la sua asta.
Mi piaceva guardarla, mi piaceva quello che stava accadendo, ma volevo la mia parte; mi alzai sulle ginocchia posizionandomi dietro di lei ma mentre lo stavo infilando dentro Salvo mi bloccò con il cenno di una mano e facendomi segno mi fece capire di riempire i calici ormai vuoti. Ricordo che restai un attimo interdetto, lui, un estraneo mi stava impedendo di fottere mia moglie, ma poi lasciai stare, era il prezzo di delle emozioni che stavo provando, recuperai i tre calici e sorridendo li andai a riempire.
Quando mi avvicinai a loro Salvo aveva messo anche l’altra mano sulla testa di Anna, adesso la spingeva con tutte e due, non era più un pompino, la stava scopando in bocca; quando mi vide sedermi sul puffo con i calici pieni tolse le mani dalla sua testa e prese i due calici che gli passai, Anna alzò la testa interrompendo quello che stava facendo e prese il calice che lui gli passò. In un sorso solo mandò giù tutto il calice, era infoiata e non l’avevo capito solo io.
Salvo le porse le braccia per farla salire su di lui ma Anna lo fermò e gattonando venne verso di me, si avvicinò al mio viso e con gli occhi chiusi cominciò a baciarmi intensamente con la lingua, poi dopo avermi morso le labbra si staccò da me dicendomi: ‘goditi lo spettacolo, porco’.
Quelle parole per me furono come la deflagrazione di una bomba, mi sentii stordito per quello che stava per accadere e anche io mandai giù tutto il calice di champagne.
Si mise in piedi sul puffo e si avvicinò a Salvo, la sua fica nuda era vicino al suo viso, lo guardava dall’alto; mise i piedi all’esterno delle sue gambe stese e si abbassò con il bacino, Salvo la guidò con le mani sui fianchi.
Con la mano gli afferrò il cazzo e fece un movimento rotatorio con il bacino sul suo ventre, se l’era messo dentro; per un attimo si guardarono senza parlare, Anna era seduta su di lui e si fissavano negli occhi, poi entrambi iniziarono un lento movimento sussultorio, stavano scopando!
Anna aveva le braccia stese lungo i fianchi mentre le mani di Salvo palpavano le sue tette e gli massaggiavano il collo, ma i movimenti erano lenti, sembrava che stessero assaporando pian piano quello che stavano provando; io rimasi seduto a guardare e a godermi quello che avevo sempre immaginato e sognato, vedere la mia Anna fottere con un altro.
Mi accarezzavo il cazzo delicatamente altrimenti avrei sborrato in un attimo, sparì quel senso di gelosia e quell’ansia che mi avevano poco prima attanagliato lo stomaco, adesso volevo solo guardarla godere tra le cosce di un altro.
Pian piano la velocità dei colpi di Salvo aumentò sempre di più e Anna cominciò a gemere; in conseguenza alle sue penetrazioni mia moglie cinse con le braccia la schiena di Salvo e con una mano cominciò a massaggiargli la testa.
Ogni tanto si girava verso di me e mi guardava mentre mi accarezzavo l’uccello per poi fissarmi negli occhi per vari secondi; la vedevo fissarmi e stringere gli occhi per il godimento, era bellissima, il tutto era bellissimo.
Salvo rallentò il movimento, sembrava fermarsi, di li a poco capii il perché, non ce la faceva più, per tutto quello che era successo io mi ero svuotato, lui no.
Si alzò col busto poggiando la schiena di Anna sul tessuto, ribaltò la posizione senza mai toglierlo dalla fica di mia moglie, adesso era sopra di lei, la scopava con movimenti lenti e profondi, vedevo il rispetto verso di lei, non si era mai avvicinato alle labbra di mia moglie e cosi doveva essere.
Si era steso su di lei con il viso di fianco, lontano da quello di Anna, ma notavo una forte pressione del suo corpo su quello di mia moglie, la stava possedendo con ardore…… non era la classica scopata con un estranea.
Per un po’ restai fuori dai giochi, poi vidi Salvo alzarsi su richiesta di Anna la quale rotolò a pancia in giù e si alzò col culo all’indietro, voleva essere montata; mi allungò una mano e mi attirò a se, mi fece avvicinare fino a portarsi il mio uccello alle labbra e cominciò a leccarmelo.
Di fronte avevo Salvo che si stava tirando il l’uccello preparandolo per entrare dentro mia moglie, notai sul suo cazzo molte chiazze di liquido bianco, Anna stava godendo tanto; appena lo infilò dentro Anna cominciò a divorarmi il cazzo.
Mi venne in mente quando sotto i piloni del lido io montavo mia moglie mentre lei succhiava Salvo, adesso i ruoli si erano invertiti; Salvo le teneva le mani sui fianchi spingendole il bacino verso il suo cazzo, adesso aveva aumentato la velocità delle penetrazioni.
Le carezzavo i capelli mentre mi gustavo quella scena, non so quante volte l’avevamo vista sui siti porno, spesso era Anna a chiedermi di cercarla nella categoria ‘threesome’, ci piaceva guardarla; più di una volta incrociai lo sguardo di Salvo, anche lui si sentiva coinvolto il quel turbine di emozioni, mi parlava con gli occhi.
Lo vidi alzarsi leggermente sulle ginocchia, sovrastava con il ventre il culo di Anna e cominciò ad affondare colpi più veloci e profondi, Anna si fece uscire il mio uccello da bocca, i colpi di Salvo le facevano mancare l’aria; con un grido liberatorio tirò fuori l’uccello e schizzò un quantitativo impressionante di sperma sulla schiena di mia moglie, se lo tirò fino all’ultima goccia.
Appena Anna senti il calore della sborra sulla schiena strinse le labbra e cominciò a succhiare da far male e per me la visione di quella sborrata mi fece esplodere nella sua bocca gridando dal piacere; solo quando fu moscio lo tirai fuori dalla sua bocca, Anna non si era persa nemmeno una goccia.
Salvo prese una stoffa dal carrello e pulì la schiena di mia moglie, poi ci accasciammo sfiniti e appagati sul puffo.
Anna era stesa in mezzo a noi, aveva gli occhi chiusi, sembrava dormisse; non vedevo il volto di Salvo dall’altra parte e mi ritrovai a fissare il soffitto perdendomi in mille pensieri, non mi sembrava reale quello che era appena successo.
Mi accorsi di essermi addormentato quando aprendo gli occhi non trovai Anna al mio fianco, anche Salvo non c’era e prima che mi venissero strani pensieri li vidi nella vasca, erano ai due lati opposti e parlavano sottovoce; feci finta di dormire ancora ma avevo gli occhi aperti per vedere cosa sarebbe accaduto, ma per il tempo rimanente continuarono a parlare, purtroppo io da dove ero non potevo sentire cosa si stavano dicendo.
Feci finta di svegliarmi e andai verso di loro, entrai nella vasca e andai ad abbracciare da dietro mia moglie, fu Salvo a parlare: ‘ti starai chiedendo cosa abbiamo fatto mentre tu dormivi’; ‘mi chiedevo di cosa stavate parlando’ risposi io, senza dargli la soddisfazione del dubbio.
‘Salvo ci ha invitato per un weekend a XXXXXX(la sua città) e mi ha proposto un book fotografico, oltre che a farmi fare un servizio fotografico per le aziende per cui fotografa’ disse Anna; si erano già organizzati, feci finta di niente, ‘vedremo’ dissi e chiesi a Salvo di quella stanza.
Disse che tutta la struttura era di una persona che aveva conosciuto anni prima li a Otranto, erano diventati grandi amici e mi raccontò come l’aveva conosciuto e frequentato; praticamente li Salvo era come se fosse a casa sua. Quella stanza era la camera privata del proprietario, non abitava li in zona e la usava raramente o la concedeva agli amici stretti come Salvo.
Gli chiesi del cameriere e lui mi disse che già lo conosceva come del resto quasi tutti quelli che lavoravano li dentro; ‘&egrave per questo che ho potuto organizzare il tutto, qui posso fare quello che voglio’ mi rispose.
Era stato bravo a organizzare il tutto, avevamo avuto la fortuna di conoscere una persona che aveva fatto realizzare le nostre fantasie e poi si presentava come una persona perbene, pulita, altrimenti non gli avrei concesso mia moglie.
Restammo più di un’ora in quella vasca a farci coccolare dalle bolle d’aria e dai vari discorsi su tutto e su niente, sia per me che per Anna era piacevole passare del tempo con quella persona, al di la dell’erotismo Salvo era una persona con cui era piacevole passare del tempo.
Il giorno seguente Salvo parti e noi continuammo a goderci i la vacanza a seguire, non provammo più ‘brividi’ simili, ma ci sentivamo appagati per i giorni a seguire.
Io e mia moglie come coppia avevamo fatto il salto di qualità ma nei tempi a seguire questa esperienza rimase fuori dal nostro quotidiano, ci piaceva ricordarlo solo durante le nostre scopate a casa o in macchina e cosi venni a sapere di tanti particolari che non avevo colto e visto; tra i tanti” più di una volta Salvo le aveva infilato un dito nel culo.
Continua”’.
tigro76x@libero.it
Mia Moglie Anna ‘Il Rientro a casa dalla Vacanza’
Mi avete contattato in molti all’indirizzo e-mail riportato sotto il racconto, &egrave molto piacevole scambiare opinioni e punti di vista con chi come me nutre le stesse ‘passioni ed emozioni’ per le avventure trasgressive fatte con la propria compagna. Il punto di incontro con voi &egrave stata la conferma della fortificazione del ‘rapporto di coppia’ dopo aver trasgredito con la propria moglie o fidanzata con altri uomini. Le ‘coppie normali””’ hanno solo da invidiarci!

Il rientro a casa da quella travolgente vacanza lo vivemmo in una sorte di limbo, erano accadute talmente di quelle cose in soli pochi giorni che mi chiedevo continuamente se era accaduto veramente; quell’uomo, Salvo, il caso aveva voluto che capitasse proprio sulla nostra strada, non poteva esserci persona più indicata per quello che avevamo sempre fantasticato e che grazie a lui avevamo realizzato.
Io tornai al mio lavoro, Anna al suo; i giorni passavano con la routine di quelli vissuti prima della vacanza, ma qualcosa era cambiato, Anna era cambiata.
Non so dirvi di preciso che cosa, ma i suoi atteggiamenti e i modi di fare rivelavano una sottile trasformazione, la vedevo più donna e notavo una forte sicurezza sulle sue scelte quotidiane e coniugali; prima ero sempre io a dire l’ultima parola sulle cose, adesso imponeva il suo pensiero su ogni cosa decidevamo di fare.
Al contrario di quello che potrebbero pensare molte ‘coppie normali’, queste nostre esperienze trasgressive finirono per fortificare il nostro rapporto di coppia, entrambi avevamo un segreto da custodire, entrambi eravamo complici di situazioni scabrose vissute; ci sentivamo come coniugi e amanti allo stesso momento.
Nei mesi che seguirono non ci fu nulla di ‘particolare’, la nostra vita privata e sessuale proseguiva secondo i canoni di una ‘normale vita di coppia’, quell’esperienza al mare fatta con Salvo sembrava averci appagati e soddisfatti, quelle voglie di cercare e provare nuove emozioni sembravano essere sparite da entrambi le parti; pensai che era meglio cosi, era e doveva restare una parentesi della nostra vita, forse continuare oltre poteva essere dannoso per la nostra vita coniugale.
Fu nel mese di dicembre, poco prima di Natale che ricevemmo la telefonata di Salvo, fu di sera, mentre stavamo cenando; chiamò sul mio cellulare perché aveva solo il mio numero, cosi doveva essere!
Mentre parlavo con lui Anna mi guardava con curiosità e cominciò a sparecchiare la tavola; parlammo del nostro rientro e di altre mille cose, senza mai accennare a quello vissuto nei giorni d’estate, aspettavo che mi chiedesse di mia moglie e cosi fu.
‘Te la passo’ risposi, cogliendo di sorpresa mia moglie che con una finta smorfia di fastidio prese il telefonino; si salutarono e cominciarono a parlare, più di una volta vidi mia moglie arrossire e restare in silenzio, si girava dall’altra parte per non farsene accorgere.
Ero curioso di sapere cosa si stavano dicendo, di sicuro non stavano parlando del tramonto sulla spiaggia.
Più di una volta si allontanò da me come per non farmi sentire quello che gli diceva, sembrava dare delle risposte a delle ipotetiche domande fatte dall’altra parte; Anna andava avanti e indietro tra la cucina e il salone adiacente, restò per circa 10 minuti al telefono e quando capii che si stavano salutando feci segno a mia moglie di non passarmelo.
Quando Anna terminò la telefonata notai un colorito acceso sulle sue guance e glielo feci notare, aspettando che mi dicesse di cosa avevano parlato, ma cosi non fu; allora glielo chiesi io, ma lei dava risposte vaghe e ingannevoli.
Ebbi un erezione fulminea, il solo ricordare quello che era successo mesi prima mi provocò una pressione nei boxer; aspettai che Anna si avvicinasse al tavolo e in un attimo la presi in braccio facendola sedere sul tavolo, le tolsi i pantaloni della tuta da casa e cominciai a sbottonarmi i pantaloni; stranamente fece un po’ di resistenza, mi diceva di aspettare, di andare dopo in camera da letto, ma io la volevo in quel momento.
Capii il motivo della sua resistenza quando divincolandomi dai suoi respingimenti riuscii a infilargli una mano in mezzo alle gambe, sulla fica, era un lago; ci guardammo per un attimo negli occhi, non c’era bisogno che mi spiegasse il perché era cosi bagnata, presi il mio uccello in mano e lo diressi verso la sua fica, sempre guardandola negli occhi vi entrai piano e cominciai a scoparla con dolcezza.
Mi avvicinai al suo viso e cominciammo a baciarci, poi le chiesi: ‘cosa ti ha detto di cosi eccitante per farti bagnare in questo modo’?
Dovetti ripeterle la domanda due volte, poi: ‘mi ha ricordato quello che abbiamo fatto e cosa mi farebbe ancora se ci fosse un’altra occasione’; ‘e tu vorresti che ci fosse un’altra occasione’? le risposi io, ma non c’era bisogno che mi rispondesse, avvertivo le contrazioni della sua fica, stava per arrivare.
Il ritmo dei miei colpi cominciò ad aumentare di intensità, affondavo sempre più in profondità il mio cazzo e lei con un sorrisetto mi affondò le unghie delle mani dietro la schiena cominciando a graffiarmi; ‘sei una troia le dissi’ e lei con una voce rotta dal godimento mi disse: ‘si &egrave vero, sono una troia, tu mi hai fatto diventare troia e se capitasse di nuovo, mi farei scopare di nuovo da Salvo davanti a te’.
Al suono di quelle parole mi passarono nella mente le immagini di Anna che gliel’ho prendeva in bocca e di quando si sedette sul suo cazzo cavalcandolo, sentii il mio cazzo ingrossarsi, quando lo tolsi da dentro per cambiare posizione, vidi che la mia asta era ricoperta di liquido bianco, ricordo che con un tovagliolo cercai di pulirlo, il liquido era tanto e scivolava fuori dalla sua fica; mentre facevo questo, Anna scese dal tavolo e dandomi le spalle abbassò il busto sul pianale preparandosi per prenderlo a pecora.
Da dietro vedevo le labbra gonfie della sua fica ricoperte da quel liquido che continuava ad uscire, lo infilai dentro e cominciai a martellarla; era troppo bagnata e l’uccello scivolava fuori in continuazione, senza avvertirla mirai al buco superiore e lo infilai dentro.
Anche se non era vergine di culo, alle prime penetrazioni la sentii lamentarsi, poi cominciò a godere; la afferrai per i capelli e distendendomi su di lei cominciai a incularla come una furia, mi avvicinai al suo orecchio e le dissi: ‘se ci sarà un’altra occasione ti prenderemo in due, culo e fica, voglio fare una doppia’.
Mentre gemeva mi chiese: ‘però dovete scambiarvi le posizioni, voglio anche il suo dietro’; quella richiesta mi spiazzò e mi provocò una forte adrenalina, solo il pensiero di immaginare Salvo che la inculava mentre io la sbattevo davanti mi fece schizzare dentro il suo culo.
Mi abbandonai su di lei e le accarezzai i capelli, per me era la donna perfetta, era la mia dolce mogliettina zoccola.
Nei giorni a seguire riflettei molto sull’ opportunità di avere un nuovo incontro con Salvo, la voglia era tanta da parte mia, ad Anna era inutile chiederglielo, sapevo già il suo volere, ma c’era qualcosa che mi frenava; avevo paura che la situazione mi potesse sfuggire di mano, una cosa era l’occasione che capita per caso, un’altra era ricreare una o più situazioni con una persona che già avevamo avuto modo di conoscere.
Quello che mi spaventava di più era il fatto che Anna era presa fortemente da quell’ uomo, dalle sue attenzioni e immaginavo dal suo uccello; avevo paura che il continuo di quel gioco potesse destabilizzare il nostro rapporto di coppia e si insinuò in me il tarlo che si potesse innamorare di lui.
Non ero mai stato un marito geloso, Anna era stata sempre al suo posto, non me ne aveva mai dato modo di esserlo, ma questa volta era diverso, la sua voglia di cercare fortemente quell’uomo mi faceva bruciare di gelosia.
Presi la mia decisione, tenevo troppo a lei e non volevo perderla, mi sarebbe piaciuto vivere altre trasgressioni con sconosciuti, ma non con lui; qualche giorno dopo Anna mi confessò che durante il suo colloquio telefonico, Salvo ci aveva invitato a passare qualche giorno a XXXXXX.
Non volevo trasmetterle le mie paure e tantomeno non volevo fare la parte del geloso, non mi andava di farmi prendere in giro per queste mie presumibili ossessioni , quindi cercai di deviare il discorso senza dirgli di si o di no; volevo ancora vivere quelle trasgressioni, ma in un contesto nuovo, con nuove persone, solo che non era facile trovare tra la gente comune una persona apposto che facesse al caso nostro, quindi di nascosto da lei cominciai a sbirciare su siti per incontri, proprio come ‘Annunci 69′, presentandomi nell’account come single ma contattando in privato alcuni utenti che facevano al caso nostro.
Cercai ragazzi dai 30 anni in su, di bell’ aspetto e non navigati in questi siti; la mia scelta cadde su un singolo della provincia di Salerno, dopo avergli spiegato la situazione mi feci inviare alcune sue foto con il volto visibile.
Dopo un paio di colloqui telefonici decidemmo di incontrarci davanti ad un caffè Marco aveva 32 anni, alto quanto me e di bell’aspetto, gli feci vedere alcune foto di mia moglie in intimo che avevo sul telefonino notando il suo stupore per quanto era bella e fica Anna.
Mi sembrava un ragazzo a posto, cordiale e gentile, solo da qualche mese si era iscritto al sito, senza mai riuscire a farsi invitare da qualche singola o coppia che contattava invano; non gli sembrava vero quello che gli stavo offrendo, soprattutto vedendo quanto era bella e gnocca mia moglie, così gli spiegai cosa cercavo e cosa volevo, ebbi subito un suo si.
Convinsi mia moglie a passare una seratina da soli, senza amici, di andare a ballare in un club privato nel basso Lazio, dissi che me l’avevano consigliato alcuni amici che c’erano già stati; era una mezza verità, il vero motivo era che li nessuno ci conosceva e potevo essere libero di giocare e far giocare mia moglie.
Anna subito senti puzza di bruciato, del resto era mia moglie, chi meglio di lei mi conosceva?
Mi chiese cosa avevo in testa, cosa stava partorendo la mia mente malata, ma io fui abile a darle spiegazioni illusorie, le dissi che volevo passare una bella serata da soli, tra balli e qualche drink.
Per quel venerdì Anna scelse un vestitino prugna molto corto, collant neri e scarpe chiuse tacco 10, come sempre era uno schianto; arrivammo al locale dopo un’ora e mezza di macchina, era un club nel quale si entrava solo su invito e conoscendo alcuni dello staff ero riuscito a procurarmene due per noi e uno per Marco.
Le Istruzioni che gli avevo impartito erano chiare, doveva stare a distanza e aspettare il mio segnale per interagire con noi; più volte feci tappa al bancone con Anna a prendere i drink, volevo farla sciogliere un po’ con l’aiuto dell’alcol, e al terzo drink ci riuscii.
Cominciammo a ballare e notavo le classiche ‘strusciate’ del suo ventre e del sedere sulla mia patta, ammiccamenti con gli occhi e piccoli morsi sulle guance, era il segnale che Anna era su di giri; Marco era al lato della pista e pazientemente stava aspettando il suo momento, volevo trovare il modo per farlo interagire con lei, ma appena mi allontanavo da mia moglie , un capannello di ragazzi le giravano intorno come mosche, non permettendogli di poter dialogare.
Anna era diventata una delle attrazioni di quella sera, era bella, molto bella e i suoi balli sensuali attiravano l’attenzione dei ragazzi presenti; purtroppo Marco non aveva quel carisma e quella sfrontatezza di riuscire a catturare la sua attenzione, si che era un bel ragazzo, ma mancava di intraprendenza.
Anna si divertiva con tutti quelli che le ballavano intorno, accettava il ballo di uno e poi di un altro, ma restando sempre al suo posto, senza mai cedere alle avance di nessuno; dovevo escogitare qualcosa, in mezzo alla pista non avremmo concluso niente e non mi andava di poter tentare di far giocare Anna con un perfetto sconosciuto, non che conoscessi bene bene Marco, ma almeno davanti a quel caff&egrave mi ero fatto un’idea che era un bravo ragazzo.
Lasciai Anna ai suoi balli e richiamai l’attenzione di Marco, in disparte gli spiegai come stavano le cose e che dovevamo inventarci qualcosa, ma per tutta risposta Marco non mi suggeriva niente; ecco quale era la differenza tra Salvo e questa persona, il primo era riuscito a coinvolgerci entrambi in un gioco erotico pieno di sfumature e fantasie, Marco lo dovevo portare per mano a dirgli cosa doveva fare e dire.
Gli dissi di incontrarci come due vecchi amici al bar, li gli avrei presentato mia moglie e doveva reggere il gioco; così non fu!
Una volta avvicinatomi al bar con mia moglie e dopo avergliela presentata, cadde come una pera cotta; non riuscì a reggere il gioco e Anna sgamò tutta la cosa.
‘Se proprio li devi scegliere trovali come si deve, non vale la pena perdere del tempo con lui, basta che gliela faccio vedere che sborra nei pantaloni’, ‘trovami un uomo, anzi, non voglio che me lo trovi tu, devo essere io a scegliere e a decidere’; queste sue parole mi fecero capire che quella serata si era rivelata un flop totale.
Congedai Marco inventandomi delle scuse che lei quella sera non se la sentiva, che avremmo provato un altro giorno, mi faceva brutto dirgli la verità, che non era stato in grado di infiammare mai moglie.
Chi veramente ci rimase male fui io, non lui, avevo fallito nel mio intento e avevo una forte rabbia, avevo sbagliato nella scelta e nei desideri di Anna, aveva ragione lei, le cose dovevano accadere, dovevano trasportarci entrambi; riflettendo sull’accaduto mi resi conto che avevo trattato mia moglie come una cagna, cercando di farla montare da qualcuno che a lei neanche piaceva, non avrei ripetuto più questo errore.
Anna si accorse del mio cambiamento di umore e capi anche il perché, mi prese con la mano e mi invitò a sederci su dei divanetti ai lati della pista; ‘mi dispiace che ci sei rimasto male, anche se &egrave un bel ragazzo il tuo amico non mi ha preso mentalmente, cerco altro’ mi disse.
Sapevo cosa cercava mia moglie, era quello che cercavo anch’io e il modo con cui avevo cercato di trovarlo era sbagliato, la rassicurai che era tutto ok e che oramai conveniva di finire la serata, mi alzai e andai a prendere altri due drink; rimanemmo a bere i nostri bicchieri su quei divanetti e ci ritrovammo a ridere e scherzare parlandoci con le labbra vicino alle orecchie per superare il volume della musica, il loro effetto sommato a quelli di prima si fece sentire.
L’effetto dell’alcol sia per me che per Anna cominciò a disinibirci e sfruttando la poca visibilità di quel posticino le mie mani cominciarono a palpare il suo corpo, ci baciavamo e limonavamo nascosti da quel cono d’ombra, anche se sapevo che qualcuno ci stava sicuramente osservando; Anna non fece resistenza quando le infilai la mano tra le sue cosce, anzi, le allargò ancora di più per facilitarmi l’operazione.
La masturbavo mentre ci baciavamo e mi accorsi che ogni tanto i suoi occhi guardavano un punto fisso sul lato destro dove eravamo seduti, verso il lungo bancone del bar; sapevo che stava provando interesse e piacere per qualcosa, ma non volevo ancora scoprire cosa.
‘ho bisogno di un altro po’ di carica per farti divertire’ e dicendo queste parole si alzò chiedendomi i dei soldi, (lei non portava mai il portafogli, credo come il resto delle mogli quando escono con il marito) li prese e si avviò verso il bancone.
Al bancone si fece servire un drink dal barman, si sedette su uno sgabello e rimase li a sorseggiare il suo drink; ogni tanto si girava verso di me con quello sguardo malizioso che io già conoscevo, aveva in mente qualcosa e lo scoprii molto presto.
Mi ero accorto di un gioco di sguardi con un ragazzo che era poco distante da lei, questo prese coraggio e le si avvicinò, iniziarono a parlare e vidi una stretta di mano, mentre parlava vedevo lo sguardo di quel ragazzo posarsi continuamente sul seno e sulle cosce di mia moglie, forse lei gli disse qualcosa perché vidi un sorriso sulle labbra del ragazzo e per tutta risposta vidi Anna tirarsi un po’ su i lembi del vestito, mettendo in evidenza la parte superiore delle cosce avvolte nel nylon delle calze; la reazione del mio uccello fu immediata, lo sentivo esplodere sotto i pantaloni.
Dopo un po’ di tempo che continuava la loro conoscenza, Anna si alzò dallo sgabello e prendendo con la mano il ragazzo lo accompagnò dove ero seduto io e rivolgendosi a lui disse: ‘Simone lui &egrave xxxxxxx, l’amico di cui ti parlavo prima’, facendomi l’occhiolino; non sapevo cosa gli avesse raccontato di me e di noi, ma di sicuro non mi aveva fatto passare per suo marito.
Ero curioso di capire cosa volesse fare Anna, quella situazione mi intrigava e mi arrapava, decisi di stare al suo gioco; Anna si sedette vicino a me mentre Simone si posizionò sul divanetto posizionato davanti al nostro, avvicinandolo a circa mezzo metro, logicamente.
Quella distanza ci permetteva di dialogare e ascoltare nonostante il rumore della musica e permetteva a Simone di sbirciare tra le gambe di mia moglie; più di una volta il ragazzo si rivolse a me, ma non sapendo Anna cosa gli avesse raccontato aggirai le domande facendo finta di non capire, poi ci disse se volevamo un drink e si diresse verso il bancone.
‘Cosa gli hai detto’? chiesi a mia moglie e lei: ‘che sei un mio amico e che ci piace divertirci con altri’, non c’era bisogno che aggiungesse altro.
Anna aveva visto la delusione sul mio volto riguardo la cosa che non era andata in porto con Marco, forse voleva rimediare, ma non volevo che lo facesse solo per farmi contento; gliel’ho dissi e lei per tutta risposta disse: ‘se una cosa non mi va non la faccio, ma se mi va la voglio’!
Vidi che l’effetto di tutti quei drink ebbe su mia moglie un effetto disinibitorio, quella situazione la desiderava prima lei, volevo che andasse avanti.
Alzando la testa vidi Simone al bancone discutere con un ragazzo, il modo con cui vi parlava capii che lo conosceva, infatti vennero entrambi da noi con le quattro mani occupate dai bicchieri, uno a testa; ci offrirono i drink e si sedettero di fronte a noi, ‘lui &egrave Francesco’ disse Simone e ce lo presentò.
In testa cominciai a farmi mille domande, ma l’effetto dell’alcol me le fece mettere da parte, mi dissi ‘vediamo che succede’ e lasciai che Anna conducesse il gioco; Anna prese subito confidenza con entrambi e si lasciava andare alle loro battute e allusioni sul sesso, poi uno dei due chiese: ‘c’&egrave un albergo poco distante da qui, possiamo continuare li la serata se volete’.
Mi tenni fuori da quella discussione, doveva essere Anna a scegliere e decidere, volevo vedere quanto era diventata zoccola; ‘quanto correte, chi vi ha detto che dobbiamo scopare? Voglio fare un pompino a Simone, tu che centri’? disse mia moglie.
Cominciò una discussione tra lei e i due ragazzi, le chiedevano se l’aveva mai fatto in tre o più persone e che a loro andava di farlo, entrambi cercavano di convincerla in tutti i modi, Anna si girò verso di me quasi a chiedere il permesso e io con lo sguardo le feci capire: ‘puoi fare quello che vuoi’.
Vista la mia approvazione Anna si alzò e porse le mani ai due ragazzi dicendo: ‘voglio ballare’; tutti e tre si alzarono e si diressero verso la pista, ma si mantennero sul lato, un po’ in disparte.
Ballavano con i bicchieri in mano, Anna al centro e loro due che la circondavano per poi premerla davanti e da dietro, i loro corpi si strusciavano sul corpo di mia moglie e poi le mani cominciarono a toccarla sul culo e sul ventre.
Mi piaceva guardarla, il vederla tra le attenzioni di quei due maschi che se la volevano fare mi provocava un eccitazione tremenda, lo fu ancor di più quando notai le mani dei ragazzi che in un primo momento le facevano delle carezze sul culo e sulle gambe e che adesso affondavano nelle carni dando piacere a mia moglie.
Io mi ero alzato dai divanetti, mi ero scelto un punto di veduta vicino ad un pilastro, all’impiedi; Anna non sapeva dov’ero, più di una volta mentre ballava la vidi cercarmi con lo sguardo verso i divanetti ormai vuoti per poi cercarmi ancora per la sala.
Mi piaceva l’idea che Anna si sentisse sola, volevo che si sentisse libera di fare quello che desiderava, magari la mia presenza l’avrebbe limitata nelle cose anche se nelle avventure passate non fu così; però il fatto che lei mi cercasse mi faceva piacere, voleva che io guardassi quello che stava facendo.
Mentre ballava continuava a sorseggiare il drink, mi avvicinai a loro e le tolsi il bicchiere di mano, ‘basta bere’ le dissi e mi allontanai di nuovo, non volevo che si ubriacasse; per tutta risposta vidi uno dei ragazzi allungargli il proprio bicchiere ma Anna lo rifiutò, aveva capito il messaggio.
Decisi di far capire che avevo io il comando, mi avvicinai e le cinsi la vita con un braccio, la portai in disparte dalla gente e dai due ragazzi, la avvicinai vicino al muro e le misi la lingua in bocca; adesso erano le mie mani ad affondare nelle sue grazie, lei rispondeva facendomi roteare la lingua in bocca con dei sospiri di piacere.
Sentii la presenza dei due ragazzi dietro di noi, era arrivato il momento, ‘sei pronta?’ le dissi e lei mi rispose con un flebile si; mi girai verso i due e gli dissi di uscire insieme a noi.
Una volta usciti dal locale gli dissi di seguirci, Io e Anna avanti, loro ci seguivano a pochi metri; arrivammo alla nostra macchina situata un po’ in disparte nel parcheggio, aprii la portiera posteriore e dissi a mia moglie: ‘divertiti e fammi divertire’.
Anna si sedette sul sedile lasciando le gambe fuori, fece segno ai due di avvicinarsi e una volta che gli erano vicino cominciò a sbottonare il pantalone prima ad uno e poi all’altro; visto che mi erano davanti non avevo una buona visuale, quindi andai dall’altro lato della macchina e salii dall’altra portiera sedendomi vicino a lei. Aveva in bocca un cazzo e con la mano segava quello dell’altro, poi cambiava uccello e continuava a segare quello dell’altro.
Da seduto non potevo vedere le facce dei due ragazzi, ma immaginai che stessero godendo e pure tanto, quando Anna ne lasciava uno per prendere quello dell’altro in bocca, non potei non notare la dotazione di Simone, io mi difendevo bene, ma il suo uccello era notevolmente grosso; anche Anna se ne accorse perché era il cazzo che aveva più tempo in bocca.
Poi vidi le mani dei ragazzi sulla testa di mia moglie, le carezzavano i capelli e l’accompagnavano nei movimenti, sentivo le loro voci, quelle che più ricordo: ‘si tesoro, succhia succhia’ , ‘si leccamelo così, che bocchinara che sei’. Mai nessuno si era permesso di pronunciare parole simili verso mia moglie, ma invece di innervosirmi finii per eccitarmi ancora di più, mi sbottonai i pantaloni e dopo averlo tirato fuori cominciai a tirarmelo; siccome lo sportello era aperto, la luce di cortesia era accesa, girandomi verso lo specchietto retrovisore rimasi a fissare quella scena, io seduto a fianco di Anna che me lo tiravo mentre lei era intenta a succhiare e a segare; rimasi un po’ a godermi quella scena, poi vidi il braccio di uno dei due che cercava di far alzare Anna, volevano scoparsela.
Anna più di una volta respinse quel braccio, dopo l’insistenza del ragazzo smise di spompinarli e disse : ‘No, ve li prendo solo in bocca, sarà lui a montarmi’, indicando me.
Entrò in macchina mettendosi a pecorina con il culo rivolto verso di me, gattonando si avvicinò di nuovo allo sportello aperto dove i ragazzi se lo menavano; la raggiunsi e da dietro cominciai a massaggiargli le tette, aveva le mani appoggiate sul sedile, guardava i cazzi dei due ragazzi che scivolavano nelle loro mani, le piaceva. Finii di alzarle i lembi del vestito scoprendo il suo splendido culo velato dal nylon dei collant; sentivo il profumo dei suoi umori, mi avvicinai col viso al suo culo e cominciai a baciarglielo, con le labbra e la lingua le mordevo e deliziavo la fica, in mezzo alle cosce il nylon era bagnato.
Sentivo uno scambio di parole di Anna con i due ma riuscivo a sentire poco, poi mentre alzai la testa sentii Simone dire ”’che peccato, però fatti fottere in bocca’ e con uno scatto in avanti prese la testa di mia moglie sbattendoglielo in bocca; in un primo momento Anna sembrò ritrarsi, poi si fece accompagnare dalle spinte della mano di Simone verso il suo cazzo, la sentii rilassarsi.
Le abbassai i collant e il perizoma a mezza coscia, puntai la cappella verso la sua fica e vi entrai con facilità; aumentando il ritmo dei miei colpi cominciai a sentire Anna gemere dal piacere, le sue grida erano soffocate dall’uccello di Simone; poi notai Francesco, era a fianco dell’amico e si menava il cazzo con la mano, stava aspettando il suo turno.
La cosa importante era che Anna provava piacere per quello che stava facendo, non lo faceva solamente per fare piacere a me; questa cosa mi provocava una libidine maggiore, mi distesi sulla sua schiena affondando il mio uccello ancora più in profondità. Poi mi accorsi del cambio dei due, adesso era Francesco che lo spingeva in bocca a mia moglie, Simone si era defilato continuando a tirarselo.
Mi sollevai col busto e rallentai i movimenti, dovevo resistere; le misi le mani sui fianchi e le spingevo il culo verso il mio ventre, poi vidi Anna staccarsi dal cazzo e dire: ‘li, fuori’. Francesco fece un passo indietro, un attimo dopo con un grido liberatorio venne copiosamente, buttandolo a terra.
In un attimo Simone riprese posto nella bocca di mia moglie, ma questa volta Anna gli respinse la mano che cercava di prendergli la testa, era lei che voleva dettare il ritmo del pompino; mentre la penetravo le tolsi le scarpe, mi piaceva massaggiarle i piedi mentre la fottevo.
Il contatto delle mani sulla pianta dei suoi piedi e le contrazioni della sua fica mi fecero esplodere dentro di lei con un grido incontrollato; non lo tirai subito fuori, lasciai scemare la mia erezione nella sua fica che sentivo piena della mia sborra.
A quella scena Simone non resistette e un attimo dopo lo tirò fuori giusto in tempo per schizzare fuori la sua sborra, anche lui nel vuoto, sulla terra del parcheggio.
Ci ripulimmo con delle salviettine umidificate e mentre ci ricomponevamo i ragazzi chiesero ad Anna perché non aveva voluto farsi scopare anche da loro; ‘ci sarà un’altra occasione’ gli disse, aprì il cruscotto e prese un foglio di carta con una penna, appuntò il numero di Simone.
Ricordo che quest’ultimo chiese il numero a mia moglie e lei rispose che sarebbe stata lei a chiamarlo; ci salutammo con delle semplici strette di mano, Anna indietreggiando evitò anche i bacetti di saluto sulle guance, per lei la storia era finita lì.
Lungo il tragitto per tornare a casa anche io le chiesi perché non era andata fino in fondo; giocando con il foglietto dove c’era il numero di Simone tra le dita ci mise un po’ a parlare, aprì il finestrino e strappando il foglio lo buttò fuori, ‘voglio essere scopata da Salvo, anzi voglio che mi scopiate tutti e due, accettiamo il suo invito’.
Il messaggio era chiaro, adesso toccava a me esaudire il suo desiderio.
Continua”
tigro76x@libero.it

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