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Racconti Cuckold

Oggi non è il giorno

By 25 Luglio 2018Dicembre 16th, 2019No Comments

Mi guarda sorridendo soddisfatta. Ho ottemperato alle sue richieste. Mi sono fatto trovare completamente nudo con un la gabbietta d’acciaio ben serrata. Nonostante dovrei essere ormai abituato, vinco a stento il mio imbarazzo. Mi abbraccia con affetto. Lei &egrave completamente vestita e indossa ancora il tailleur di lavoro. Sono felice, mi &egrave mancata molto. L’abbraccio forte rassicurato. I diciotto giorni in cui non c’era per il suo viaggio di lavoro a New York mi hanno lasciato un senso di vuoto e di mancanza. Non solo per la gabbietta che ho indossato per tutto il tempo, ma perché mi &egrave mancato il mio rapporto con lei, la sua presenza. Si stacca e mi guarda di nuovo. Mi chiede se mi sono comportato bene, mi indica la gabbietta facendomi capire che si riferiva a ‘lui’. Rispondo che mi &egrave mancata molto, ma che mi sono conservato per lei, così come mi aveva chiesto. Sorride di nuovo soddisfatta, allungando una mano per soppesare la consistenza delle mie palle belle piene. Mi bacia di nuovo, con un bacio leggero sulle labbra. Si sfila la giacca e mi chiede di accompagnarla, ha voglia di farsi un bagno rilassante. Soddisfatto le dico che ho già preparato tutto, devo solo fare scendere l’acqua calda. Un nuovo sguardo di soddisfazione e un nuovo bacio, questa vota passionale, la sua lingua mi penetra la bocca mulinando decisa. Anche in queste piccole cose ha preso il sopravvento, una volta ero io a infilarle la lingua in bocca, ora &egrave lei che lo fa, quasi a marcare il territorio e il potere che si &egrave conquistata. Io accetto come sto accettando tutto quello che questa nuova situazione sta modificando, una vera e propria inversione di ruoli, che lei inizialmente ha accettato con indifferenza, ma che con il tempo ha trasformato nel nostro nuovo stile di vita. Tra noi i ruoli ormai sono completamente invertiti. Io formalmente sono il maschio e lei la femmina, ma se al genere associamo quelli che sono gli atteggiamenti tipici ci accorgiamo che ormai sono tutti invertiti. Io mi occupo della casa, io mi preoccupo di tutti i suoi bisogni e la accudisco amorevolmente, io sono quello che accetta lunghi periodi di astinenza sessuale, anche perché la gabbietta non mi consente alternative, ma la accetto con convinzione, io sono quello che viene regolarmente scopato, quello che le deve la fedeltà, quello che accetta il rapporto sessuale preoccupandosi esclusivamente di dare a lei il piacere senza pretenderlo per se, quello che accetta che lei abbia tutti gli amanti che vuole, ogni volta che lo desidera e sono anche quello che spesso indossa biancheria intima femminile. Lei &egrave quello che negli atti si comporta da uomo, &egrave quella che decide, che si preoccupa solo di se stessa, che esce con amiche ed amanti ogni qualvolta lo desidera senza sentire la necessità di chiedere il mio parere, &egrave quella che mi scopa e si fa scopare dai suoi amanti, &egrave quella che pretende il piacere ma non si sente in dovere di darmene, &egrave una donna affascinante con un fisico sexy e un approccio mentale da maschio alfa.
Raggiungiamo il bagno, l’aiuto a spogliarsi. E’ stupenda, dentro di me penso di essere un uomo molto fortunato ad avere una moglie così bella, se poi la devo condividere con altri beh’ pazienza.
Sbottono la sua camicetta e gliela sfilo dalle spalle, il suo seno florido, a stento trattenuto da un reggiseno di pizzo bianco, a balconcino che scopre quasi l’areola del capezzolo, mi si presenta davanti agli occhi. In mezzo ai due globi di carne così morbidi ed eccitanti c’&egrave la catenina con un cuoricino e la chiave della mia gabbietta. Le due cose che desidero di più una, una accanto all’altra. Non resisto, la abbraccio e bacio il suo petto con sensualità. Lo copro con mille bacini leggeri percorrendo tutta la sua superficie. Apprezza, inclina la testa all’indietro per facilitarmi, mentre con le mani mi stringe la nuca pressandomi il viso al petto. E’ molto eccitante, mi sento percorrere da mille brividi. Questa settimana ho sentito molto la sua mancanza, non solo per i 18 giorni di astinenza, mi &egrave mancata la sua presenza fisica. Anche se non mi avrebbe comunque concesso di appagare la mia libido, il suo corpo, il suo contatto, il calore della sua vicinanza, la sua presenza nel nostro letto, mi appagano e mi rassicurano. In realtà, nonostante le abbia affidato il potere del controllo sulla mia sessualità, e quindi le abbia dato in dono la cosa a cui qualsiasi maschio tiene di più, quando &egrave lontana sono sempre in apprensione, temo sempre di perderla, che si dimentichi di me. Lo so che sessualmente non sono in grado di darle il piacere che merita, che non sono in grado di soddisfare i suoi desideri e le sue necessità fisiche, ma io la amo, e, anche se in realtà il sesso lo fa quasi esclusivamente con altri, per me &egrave comunque il mio unico amore e senza di lei mi sento perso. Poi poco importa quello che faccio per renderla felice e le umiliazioni che sopporto, ma sono nulla in confronto alla paura di perderla. Lei, che &egrave molto intelligente e mi conosce anche meglio di me stesso, lo ha capito da tempo, e lo sta trasformando in uno stile di vita, il nostro stile di vita. L’obbligo, la paura e l’umiliazione, sono le armi che alterna per tenermi legato a lei e per farmi sentire così innamorato di lei.
Si porta le mani alla schiena e slaccia il reggiseno, lasciandolo cadere ai suoi piedi. Con le labbra afferro i suoi capezzoli succhiandoli e mordicchiandoli con dolcezza. Si lascia sfuggire un leggero gemito di piacere e un sospiro. Ora la pressione delle sue mani sulla nuca &egrave più forte, ma non riesce ad eguagliare quella del mio pene contro l’acciaio della gabbietta. Bacio e succhio con maggior voracità, con una mano titillo l’altro capezzolo, alternando la bocca dall’uno all’altro. La sua mano raggiunge la mia gabbietta e comincia a massaggiarmi le palle e a muoverla come se stesse masturbandomi. Me lo sento scoppiare e sento il tronco allungarsi con prepotenza. Sento il canale interno al pene riempirsi di liquido, ma riesco a trattenerlo, almeno ci provo.
‘Toglimi la gonna’ mi chiede con voce sensuale e piena di desiderio. Malvolentieri mi stacco dal suo bellissimo seno e mi inginocchio davanti a lei per eseguire. Allungo le mani dietro, all’altezza dell’allacciatura della cerniera, la faccio scorrere verso il basso e quando la sento allargare la faccio scivolare lungo i suoi fianchi accompagnandola ai suoi piedi. Mi trovo così con la faccia a pochi centimetri dalle sue mutandine bianche, semitrasparenti, con la parte superiore lavorata a pizzo, dietro a cui si intravvede l’inizio del solco della sua vagina perfettamente depilata. Una leggera macchia umida si intravvede alla base del perizoma. Il suo profumo di femmina mi inebria e incrementa il mio stato di eccitazione. ‘Toglimele’ Eseguo. Gliele sfilo facendo cadere anche quelle a terra. Con un calcio allontana i vestiti ai suoi piedi. Allarga le gambe e si offre a me. Ora &egrave lì in bella mostra davanti ai miei occhi. Tra le labbra vaginali, in alto al vertice intravvedo la sua clitoride. Le labbra sono gonfie, leggermente dischiuse in mezzo. Avvicino la lingua per allargare la fessura e potermi intrufolare dentro. Annuso per riempirmi del suo profumo di femmina in calore, mi inebrio di quel profumo di desiderio che il suo sesso emana. L’odore &egrave più forte del solito, ha viaggiato per ore e non si &egrave ancora lavata, ma questo poco importa. Allungo la lingua verso la sua clitoride. Un gemito tradisce la sua eccitazione. L’interno delle sue labbra &egrave viscido e umido, tracce di un piacere che sta provando per me. Comincio a muovere la lingua molle, leccando il suo interno per assaporarne i succhi. Adoro il suo sapore di femmina, quel gusto dolce salato, un po’ viscido che mi impregna la lingua. La mia eccitazione cresce ma la gabbietta fa il suo dovere, impedendomi qualsiasi erezione. Con le mani preme il mio viso contro il suo pube sempre più caldo e gonfio. Io comincio a leccare con maggior frenesia. Ora la sto penetrando con la mia lingua, cercando di dare maggior consistenza all’intrusione. Spingo la lingua dura in profondità nella sua vagina, picchettandone l’interno. Godo del piacere che le sto dando. Sento il suo piacere crescere. Mi ferma e mi allontana chiedendomi di sdraiarmi a terra. Il pavimento &egrave freddo, le piastrelle sono dure, ma io aspetto impaziente quello che ho intuito che lei vuole. Si accuccia con il suo sedere sul mio viso. Per un attimo vedo i suoi buchi a un palmo dal mio naso, ne percepisco gli odori e i sapori. Appoggia le sue ginocchia sulle mie braccia immobilizzandomi e appoggia il suo culo alla mia faccia. Mi sento soffocare, ma so cosa debbo fare. Allungo la lingua percorrendo il solco delle sue natiche, fino a soffermarmi sull’orifizio del suo ano. Un gemito mi fa capire che sta apprezzando. Indurisco la lingua e la infilo dentro. Il sapore &egrave forte e amaro, ma non mi importa, lei lo sta apprezzando. Sento che con una mano si sta toccando eccitata, poi comincia a sfregare il suo culo sulla mia faccia, avanti e indietro, per cercare sempre più in profondità il contatto con la mia lingua. La sua azione diventa sempre più frenetica, man mano che si avvicina all’orgasmo. Anche la mia eccitazione &egrave al culmine, il tronco del mio pene &egrave allungato ed erige la gabbietta perpendicolarmente. Gli spasmi inguinali spingono la gabbietta verso l’alto, comprimendo le mie palle piene, mentre l’ingrossamento del mio pene preme contro le pareti di metallo della gabbietta in cerca di una via di espansione. Sento il precum fluire fuori lentamente ed inumidire il mio inguine. Lei intanto con una mano mi sta premendo il viso all’interno del solco delle sue chiappe, facendosi penetrare l’ano il più profondamente possibile, mentre, con l’altra mano, si masturba furiosamente. Il suo godimento aumenta sempre più, come si sente dai gemiti di piacere ormai quasi urlati. Con la mano lascia la mia testa per cominciare a pizzicarmi e strizzarmi i capezzoli, sa quanto siano sensibili e quanto la cosa mi ecciti. In questo modo vuole aumentare l’intensità delle mie leccate, e come sempre colpisce nel segno. L’eccitazione mi travolge, e la mia azione di lingua diventa furiosa, quasi disperata. Il mio pene sussulta. Un filo di liquido trasparente esce dal mio pene disperato senza sosta. Il capezzolo mi fa male, sembra che me lo stia staccando, se ne accorge e passa all’altro. Io sono come in trance, voglio disperatamente darle quell’orgasmo che si merita, perché &egrave così che sono felice, nel vederla finalmente appagata. Finalmente il momento tanto agognato arriva, sfregandosi il clitoride come una pazza, lancia un urlo che testimonia il raggiungimento dell’apice. Lentamente si rilassa. Ha ancora il fiatone. Sposta un po’ indietro la vagina per permettermi di leccare i succhi che l’hanno inondata, ma ora la mia azione &egrave dolce e golosa insieme.
‘Dopo 14 ore di viaggio ne avevo proprio bisogno’ mi dice finalmente appagata. ‘Bravo ragazzo, vedo che non hai perso l’allenamento’. Ora finalmente &egrave rilassata, ma non cambia la posizione. Comincia di nuovo a titillarmi i capezzoli, pizzicarli, tirarli. Vuole vedere quanto disperato &egrave il mio desiderio. Ride soddisfatta della reazione che mi sta provocando.
‘Quanti giorni sono che non le svuoti?’ fingendo di non saperlo. ’18’ rispondo ‘dalla tua partenza, sono sempre rimasto ingabbiato.’
‘Vediamo come sono le palline dopo 18 giorni senza essere svuotate’, così dicendo comincia a massaggiarle, stringerle, schiacciarle, tirarle e attorcigliarle. Con la mano le spreme come fossero limoni. Comincio a gemere e lei, per soffocare i miei mugolii schiaccia nuovamente il suo pube sulla mia bocca. Mi fa male, la sua manipolazione &egrave piuttosto dolorosa, ma non le dico nulla, non voglio contrariarla, dopo tutto lo sta facendo per me. Sento il canaletto spermatico riempirsi. La avverto e lei mi chiede di resistere, che non &egrave il giorno per venire oggi. Irrigidisco i miei muscoli addominali per trattenere la fuoriuscita. Lei molla un attimo la presa per consentirmi di riprendere i controllo, poi ricomincia a strizzarmi. Non sta praticamente toccando né la gabbietta né il mio cazzo disperato. Strizza solo le palle, ma sono così piene che potrei venire all’istante. Resisto ancora, si diverte con me per una decina di minuti poi decide che &egrave giunto il momento per il bagno. Si alza ed entra nella vasca ormai colma e calda. Anch’io mi alzo. La gabbietta sporge in verticale, ancora pressata dall’eccitazione, ma man, mano si affloscia. Mi chiede di avvicinarmi e di insaponarla. Provvedo con piacere. Amo prendermi cura di lei, lentamente la lavo sul collo, sui seni, scendo con il guanto in mezzo alle sue cosce per lavarle il pube. Li mi soffermo un po’ più a lungo perché lei ha bloccato lì la mia mano. Non ne ha ancora abbastanza, &egrave ancora eccitata e vuole ancora godere. La masturbo dentro l’acqua fino a portarla a completa soddisfazione. Questa volta il suo orgasmo &egrave più tranquillo, appagato. Mi bacia in bocca invadendomela con la sua lingua saettante in segno di ringraziamento. Poi mi porge la schiena e il suo stupendo culo da lavare. Eseguo con piacere, soffermandomi e indugiando un po’ più a lungo nel solco tra le natiche. Ora &egrave soddisfatta e appagata. Mi chiede di avvicinarmi. Impugna la chiave della gabbietta. Ho un tonfo al cuore, forse non &egrave vero che oggi non &egrave il giorno in cui verrò! Porta la chiave al lucchetto e lo sblocca. Il cuore mi batte forte. Lentamente sfila la gabbietta. Il mio cazzo fa un balzo in su. Mi guarda divertita.
‘Non ti aspettavi che ti avrei liberato vero?’ ‘No, non ora’ Un leggero soffio sul mio cazzo che reagisce come colto da una scossa. ‘ E cosa credi che ci voglia fare?’ Ora il mio cazzo &egrave completamente eretto e svetta di fronte a lei. Lievemente mi massaggia le palle, poi rimuove l’anello della base ‘ Non so, lo sai che &egrave tuo e puoi decidere di fare tutto quello che vuoi, io sono pronto’ Indugia maliziosa a massaggiare dolcemente le palle, soppesandone la consistenza, e facendomi notare con soddisfazione che sono belle piene, che sarebbe un peccato svuotarle, che a lei piace molto vedermi disperato e con le palle gonfie ma’. Quel ma in me accende la speranza che forse ha deciso di premiarmi e di dare soddisfazione al mio desiderio. Ma’. Continuando a massaggiare dolcemente le mie palle. ‘Ma penso che dopo 18 giorni chiuso in gabbia il tuo amico abbia bisogno di una bella lavata e anche la tua gabbietta puzza, quindi fatti un bid&egrave, con acqua fredda naturalmente e senza approfittarne per masturbarti un po’. Solo la pulizia necessaria senza un tocco in più, attento che ti guardo, poi lava anche la gabbietta e rimettitela!’ Penso che la mia delusione fosse palese sul mio viso. Lei mi guarda divertita e mi ricorda che oggi non &egrave il giorno’.

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