Tutto era cominciato qualche giorno prima, quando Tom, tornato a casa da lavoro, aveva annunciato che aveva incontrato un suo vecchio amico del liceo che si era trasferito in un’altra città e non vedeva da allora. Tom era entrato in un bar del centro per un caffé e mentre aspettava di esser servito, guardava qua e là nel bar, finché il suo sguardo si era incontrato con quello di Claudio. Non l’aveva riconosciuto subito, ma fu aiutato dalla reazione di Claudio che era stato più rapido di lui. Erano seguiti abbracci affettuosissimi e pacche sulle spalle mentre i racconti del pezzo di vita che ognuno ignorava dell’altro, si srotolavano con dovizia i particolari. Claudio abitava ancora ontano ma gli capitava, di tanto in tanto, di tornare in città per lavoro. Non ebbero molto tempo, il lavoro attendeva entrambi. Tom invitò Claudio a cena ma Claudio doveva ripartire quel pomeriggio stesso ma sarebbe ritornato entro quattro o cinque giorni. Si lasciarono con la promessa sarebbe andato a cena a casa di Tom la settimana successiva.
Tornato a casa, quella sera stessa, Tom raccontò a sua moglie Shy dell’incontro fortuito e dell’invito a cena. Shy non fu contenta: le toccava lavorare per preparare la cena d uno che nemmeno conosceva. Proprio allora che la primavera era ormai avanzata, le serate erano calde e lei avrebbe preferito uscire a passeggio.
Tant’è, Shy era una ragazza di buon carattere e si era lasciata convincere a preparare una buona cena all’altezza delle più rosee attese. Aveva un buon carattere ed era innamoratissima di Tom sin dai tempi del liceo. Era stato un amore giovanile che piano piano si era trasformato in sostegno per la vita. Si erano sposati entrambi con convinzione, anche se Shy aveva sempre trovato il modo per rendere il loro amore, il loro lunghissimo fidanzamento, un po’ più frizzante attraverso una serie d’infedeltà che l’avevano ripagata di una certa noia che le procurava Tom quando preferiva una partita di calcetto o la partita in televisione invece di andare ballare.
Sì, Shy era una donna infedele, ma con solide convinzioni che le permettevano di assaporare il frutto del tradimento con parsimonia, quando ne sentiva la necessità e senza mai che Tom ne avesse il benché minimo sospetto. Non aveva sensi di colpa. Era una ragazza con un forte autocontrollo e non aveva lasciato trasparire nulla. E poi Tom non era un uomo per il quale il sesso costituiva una necessità forte. Erano felici entrambi; lui del poco sesso consumato; lei del tanto sesso fuori dalle mura domestiche. Era costretta, questo sì, a cercare occasioni durante le vacanze, oppure cambiando città, o, in ultimo sul web.
Quando arrivò la sera della cena, Shy era pronta per fare la più bella figura e alimentare la soddisfazione di Tom per quel matrimonio così “perfetto”. Aveva comprato olive verdi denocciolate e pistacchi di Bronte, aveva farcito qualche crostino con una salsina un po’ piccante e capperi di Pantelleria, aveva messo in frigo una buona bottiglia di Foss Marai da servire su flute ampi per l’aperitivo. C’era anche un antipasto di gamberetti e calamari crudi, marinati con olio e limone. Seguiva uno splendido risotto ai frutti di mare, con prezzemolo fresco e scorza di limone da accompagnare con una bottiglia di ribolla bianco del Friuli. Aveva poi trovato in pescheria una bella orata di trecento grammi che cucinò al forno con patate e olive, servito con un Gewürztraminer un po’ aromatico. Infine aveva preparato delle fragole nature con un gelato di crema e scorza di limone e un bicchierino di Zibibbo ghiacciato.
Aveva scelto un trucco leggero per il viso, cercando di mettere in evidenza i suoi occhi neri e profondi. Aveva indossato un abitino leggero, nero, senza maniche, un po’ scollato, che scendeva fino a metà della coscia. A causa della scollatura non aveva indossato reggiseno che avrebbe finito per attirare attenzione. In fondo non aveva un gran seno (una seconda tendente alla terza) e lasciarlo libero sotto l’abito non l’avrebbe notato nessuno. Non indossò calze (faceva troppo caldo) e infilò un paio di classiche decolleté con tacco otto.
La cena fu molto piacevole, soprattutto perché Claudio si rivelò un vero mattatore, con una serie infinita di storie e aneddoti che provocavano le più sincere risate dei commensali. Lui raccontava e Tom e Shy ridevano; loro ridevano e lui mangiava; poi allegramente tra brindisi seri e brindisi spiritosi bevvero tutto ciò che c’era da bere.
Al termine della cena si trasferirono sui divani, dove li aspettava una vasta gamma di whisky, rhum e limoncello. Tom e Shy si accomodarono sul divano, Claudio di fronte a loro, come su un palcoscenico, su una poltrona. Claudio continuava il suo show, gesticolava, si alzava per mimare le scene più divertenti, faceva le facce più strane. E mentre eseguiva il suo show, non poteva fare a meno di notare le belle gambe, lunghe e affusolate di Shy. Gambe dorate e color del miele che risaltavano ancor di più sotto la gonna nera. Le osservava e le apprezzava.
“Il vecchio Tom! – pensava – si è saputo scegliere proprio una bella moglie. Femmina cucinera, pigghiala pe’ mugghiera diceva un famoso attore nel film i soliti ignoti. Con quelle gambe, sarà brava anche a letto!”.
Riusciva, tuttavia, a concentrarsi sulle storielle che raccontava. Fino a quando, Shy, come fanno molte donne, al culmine della familiarità, si tolse le scarpe e piegò le gambe sotto il sedere, scoprendo, così, un pezzetto di coscia che finì con accendere ancor di più il povero Claudio. Ma la nuova posizione di Shy, dopo poco, fu ancora poco comoda. Shy sollevò le proprie gambe e le posò sulle gambe di suo marito. Scoprendo ancora un po’ di coscia. Sarà stato l’alcol, saranno state le visioni delle bellissime gambe di Shy, ma Claudio cominciava a sentire davvero caldo e si sciolse il nodo della cravatta e aprì la camicia.
“Ecco – disse Tom – senza cravatta e la camicia un po’ aperta mi ricorda una foto del liceo. Vado a prenderla, voglio mostrartela.” Così dicendo fece per alzarsi e prima che Shy potesse dire qualcosa prese le sue gambe e le spostò per appoggiare i piedi sulle ginocchia di Claudio e si avviò verso una camera interna.
Shy rimase muta e un po’ imbarazzata, senza tuttavia, riuscire a spostare le gambe. Claudio, sorpreso, ma per nulla disposto a farsi scappare la ghiotta occasione, si riprese rapidamente dallo stupore, mise le mani sui piedi di Shy e disse “Piedi freddi, cuore caldo. Ora li riscaldo io questi bei piedini” e iniziò a massaggiarli.
Ora, i piedi di Shy non erano proprio freddi, ma un po’ per vergogna, un po’ per il piacere del massaggio, Shy rimase in silenzio e si predispose a gustare il massaggio con gli occhi semichiusi.
Claudio, massaggiava i piedi e avrebbe voluto allungare le sue mani su per le cosce color miele, ma non osava per paura di una brutta reazione di Shy. Massaggiava i piedi, e allungava il massaggio su per le gambe. Ma solo un po’ alla volta, per non allarmare Shy. Allungava la mano e poi tornava rapidamente ai piedi. Era già arrivato a metà polpaccio, quasi a lambire le ginocchia, quando tornò Tom. Claudio si affrettò a dire che la povera Shy aveva i piedi così freddi che non aveva potuto fare a meno di riscaldarli e con sua enorme sorpresa, Tom disse: “È vero! Sono due cubetti di ghiaccio. Lo so ben io che, quando siamo a letto la sera, me li ritrovo sulla pancia. Fai bene a scaldarglieli, così non dovrò farlo io stanotte”
Shy trasalì. Avrebbe giurato che alla vista di Claudio con le mani sulle sue gambe, Tom avrebbe perso il controllo. Shy ammutolì e Tom continuò: “Anche le gambe sono pezzi di ghiaccio. Dovresti farle il servizio completo!”
Shy trasalì. Non lo avrebbe mai detto. Tom era il campione della gelosia e ora addirittura esortava l’amico a riscaldarle le gambe. Era così stupita che non riuscì a dire nemmeno una parola. Ma Claudio fu svelto ad approfittarne, allungando le mani fin sotto la gonna e disse: “Oh, hai ragione! Sembra essere in Siberia”
Ora, le gambe di Shy non erano affatto fredde. Anzi erano piuttosto calde a causa del massaggio ai piedi e dal piacere che ne aveva ricavato. Shy non riusciva a palare dallo stupore e per il piacere delle mani di Claudio che le accarezzano le gambe chiuse ancor un po’ gli occhi.
Claudio si accorso del torpore e del piacere di Shy e, rivolto a Tom, disse: “Adesso il sangue circola libero e fluisce nelle gambe che si stanno riscaldando, ma certamente il sedere si sarà raffreddato.”
“Hai ragione – rispose Tom – dovresti finire l’opera” e si abbassò verso Shy, le sollevò la gonna, scoprendo le mani di Claudio che armeggiavano nei pressi della passerina. Noncurante, prese Shy con ambo le mani dai glutei e la sollevò dal divano. “Ecco, toglile pure le mutandine, così potrai massaggiare più comodamente anche il sedere.”
Shy ne fu ancor di più stupita. Non solo Tom non si era arrabbiato nel trovare le mani di Claudio sulla sua passerina, ma le aveva anche tolto le mutandine aprendo a Claudio la strada per il paradiso. E Claudio non se lo fece ripetere. Fece appoggiare i piedi di Shy a terra, le alzò la gonna, le aprì dolcemente le gambe, con le mani aprì delicatamente le grandi labbra e si tuffò con la lingua in quel concentrato di profumi e di sapori, in quella passerina che ormai era calda fumante, piena zeppa degli umori più succosi. Cominciò con la lingua a stimolare il clitoride di Shy che già ansimare e, per paura che Tom potesse arrabbiarsi e fermare quella goduria assoluta, gli prese una mano tra la sua. Tom le lasciò la mano e, in piedi, osservava il lavoro di Claudio. Shy rassicurata dalla mano di Tom si concentrò sul servizio di Claudio che ormai aveva infilato la lingua nella vagina e, visto l’effetto ridotto, pensò di rafforzare la posizione, infilando due dita. Shy ebbe un sussulto, le si fermò il respiro per dieci lunghi secondi, poi ricominciò ad ansimare.
Claudio lavorava di buona lena su due fronti: con la lingua in area clitoride e con le dita in area vagina. Sentiva il respiro di Shy aumentare di frequenza e intensità. Non le bastava più l’aria. Montava uno tsunami, montava l’orgasmo.
Tom, mollò la mano di Shy, estrasse il suo cazzo dai pantaloni e si sedette e lentamente, molto lentamente, cominciò a menarselo. Shy, a quella vista, si lasciò andare e si fece prendere dal più intenso orgasmo degli ultimi anni, seguito a ruota da Tom che eiaculò sull’abito di Shy.
Intanto, Claudio, raggiunto il primo obiettivo, si alzò in piedi e liberò il suo sesso, poi s’inginocchiò e, camminando sulle ginocchia, tenendo belle larghe le splendide gambe di Shy, si avvicinò con la punta di fuoco e la spense nella figa di Shy.
Shy nel sentirsi quel diavolo dentro, spalancò gli occhi e la bocca per lo stupore e il piacere. Poi guardò negli occhi Tom e disse con la voce più teatrale che possedeva: “Sei un maiale!”
Claudio partì alla carica, come un toro verso il suo torero e con tutta la determinazione di averla vinta. Stringeva a se le gambe di Shy per rendere più efficaci i propri colpi, spinse come un ossesso, gridava e godeva delle grida di Shy finché non sentì Shy lasciarsi andare in un ultimo fortissimo orgasmo senza fine al quale seguì la sua eiaculazione senza pari.
Grazie mille, Rebis, sono felice che ti stia piacendo. La scrittura è una cosa che mi permette di staccare un…
Racconto pazzesco..vero o di fantasia? Di dove sei?
Wow, stupenda..dov’è ambientato? Se ti andasse di approfondire grossgiulio@yahoo.com
Ciao! È un po' che seguo i tuoi racconti. Ho seguito anche la serie precedente. Ho spesso ammirato la tua…
grazie! puoi guardare il mio blog se vuoi leggere altro