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Racconti Cuckold

Tra il dire e il fare

By 19 Marzo 2015Dicembre 16th, 2019No Comments

‘lo so che ci abbiamo giocato tante volte’, disse Barbara.
‘Mentre facevamo l’amore eri sempre tu a chiedermi di immaginarmi un altro uomo che mi scopava.’ Barbara singhiozzava. Le lacrime le scendevano sul viso creando due strisce nere che la facevano apparire ancora più patetica.
‘Giorgio, &egrave stata una cosa senza importanza. Mi ha fatto sentire desiderata e sono caduta nella sua trappola. Mentre bevevo il caffé che mi aveva offerto nella mia mente sentivo le tue parole che mi incitavano a succhiarlo ad un altro. Tutto mi sembrava irreale, le tempie mi pulsavano e così ho accettato il suo invito di andare a fare un giro sulla sua macchina in collina’. Io la guardavo da mezz’ora senza cambiare espressione. Era lì seduta sul divano del nostro salotto. Un po’ spettinata, con il trucco sfatto. Il suo abito rosso, uno dei miei preferiti, non le copriva interamente le gambe a causa della posizione nella quale era seduta. Il suo seno bellissimo scosso dai singhiozzi lasciava intravedere le forme. Lo sfregamento con il lino e lo stress del racconto avevano provocato l’inturgidimento dei capezzoli. Il reggiseno non lo portava anche se ricordavo bene che al mattino lo aveva indossato per andare in ufficio.
‘Siamo andati sulla panoramica. Appena usciti dalla città ha aperto il tettuccio e il vento caldo mi si &egrave infilato tra i capelli. Mi sembrava di essere tornata indietro ai miei 18 anni, quando andavamo sulla spiaggia di Hamammet con il Mehari che avevi affittato. Ci siamo fermati in un punto dal quale si poteva ammirare tutta la città. Abbiamo cominciato a cercare i punti che conoscevamo. Piazza Arduino, Via Roma, casa nostra. Le nostre teste si avvicinavano per seguire la direzione che il dito indicava. Ad un tratto ho sentito le sue labbra che mi sfioravano il collo. Lo sai come sono sensibile in quel punto. Ho sentito dei caldi brividi che mi attraversavano tutto il corpo. Mi sono girata per dirgli di smetterla ma mi sono trovata con le sue labbra contro le mie. Dapprima ho serrato i denti per dargli un chiaro segnale di stop ma la punta della sua lingua si &egrave insinuata decisa ma delicata nella mia bocca ed ho ceduto a quel bacio appassionato.’.
Ho sentito le ginocchia vacillare. Ecco come era iniziato il tradimento di mia moglie. Il suo racconto mi stava facendo male ma non volevo che smettesse. Volevo sapere fino in fondo come era arrivata a permettere ad un altro uomo di accarezzare il suo corpo nudo, come aveva pensato di trasformare in realtà le nostre fantasie che erano assolutamente frutto di pensieri privati nati all’interno della nostra coppia e li avrebbero dovuto restare.
‘Appena ho realizzato che cosa stava succedendo ho fatto un balzo indietro e gli assestato un sonoro ceffone. Mi sono messa a piangere e sono corsa in macchina. Lui mi ha seguita. Si &egrave seduto al posto di guida e mi ha chiesto scusa. Ha iniziato a dirmi che non era riuscito a resistere, che era rimasto colpito dal mio sorriso. Che ogni volta che mi guardava mi desiderava come non gli era mai successo.
Sai che ogni donna &egrave sensibile ai complimenti. La sua voce suadente mentre mi parlava mi ha tranquillizzato e mi sono calmata. Siamo di nuovo scesi dall’auto e ci siamo avvicinati di nuovo al parapetto che mostrava lo splendido panorama della nostra città.
Lui continuava a parlare e mentre lo faceva mi ha preso la mano. Se l’&egrave portata alle labbra e tra una parola e l’altra ha iniziato a baciarla. Lentamente &egrave risalito lungo il braccio fino all’incavo del gomito. In quel punto sensibile che, come sai &egrave il mio punto debole e che il solo sfiorarlo abbatte i miei freni inibitori in un attimo, lui lo sfiora con la punta della lingua. Ho sentito immediatamente un calore fortissimo all’inguine. Il seno mi sembrava stesse per esplodere. L’ho afferrato per i capelli, ho iniziato a baciargli il viso fino a quando sono arrivata alla sua bocca. La mia lingua si &egrave fatta strada tra le sue labbra e si &egrave aggrovigliata alla sua cercandola e fuggendo da essa. Eravamo abbracciati e sentivo il suo cazzo che premeva sul mio ventre. Non ho resistito ed ho allungato la mano per toccarlo. Dopo un paio di carezze mi sono resa conto che doveva essere veramente grosso. Non riuscivo a pensare ad altro che lo dovevo vedere. Ho fatto scorre la zip ed infilato la mano nei pantaloni. Era duro e setoso.La cosa che mi impressionava non era la lunghezza quanto il diametro. Ho estratto la lingua dalla sua bocca. Ho fatto un passo indietro ed ho abbassato lo sguardo.
Amore mi devi credere era almeno il doppio del tuo.’
Le parole di mia moglie mi turbavano. L’ammirazione così viscerale per il cazzo di uno sconosciuto mi lasciava sconcertato. Non aveva mai manifestato particolari interessi per le dimensioni degli altri uccelli. Quelle rare volte che avevamo visto insieme un film porno sembrava distaccata, quasi disgustata di quello che vedeva.
‘Chissà se sarei riuscita a farcelo stare tutto in bocca. La curiosità e il desiderio hanno preso il sopravvento sulla mia fedeltà nei tuoi confronti. Mi sono inginocchiata ed ho cominciato a baciarlo prendendo mentalmente le misure. L’ho leccato avendo cura di lasciare una consistente patina di saliva sul glande e poi ho aperto al massimo la bocca e ho iniziato a farlo entrare. Con stupore sono riuscita ad inserirlo tra le labbra al secondo tentativo. Era decisamente grosso ma con la lingua riuscivo ad accarezzarlo con gusto. Erano anni che non mi capitava di fare un pompino all’aperto inginocchiata davanti al beneficiario. Se ricordo bene fu quella sera dietro le cabine del Bagno Cabiria a Viareggio.’
Ricordavo benissimo quella sera. Barbara era un po’ brilla. Le chiesi di fare l’amore sulla spiaggia ma, forse non era abbastanza brilla, mi disse di accontentarmi di un pompino.
A lei &egrave sempre piaciuto molto succhiarmelo e mi porto all’orgasmo in pochi attimi. Come al solito bevve tutto e poi con la lingua effettuò una minuziosa pulizia.
Era proprio brava. Diceva che aveva imparato da adolescente quando per diventare popolare nella scuola che frequentava aveva pensato di applicarsi a questa tecnica. Una volta mi disse che sua zia le aveva svelato tutti i segreti ma non ci ho mai creduto.
‘Mentre leccavo e succhiavo mi sono chiesta quanto sperma sarebbe uscito dal quel coso enorme. Avevo appena terminato di pensarlo che il primo fiotto &egrave arrivato nella mia bocca. L’ho inghiottito subito senza nemmeno sentire il sapore. Subito dopo sono arrivati gli altri meno potenti ma più consistenti. Temevo che mi colassero fuori e mi macchiassero il vestito. Così ho continuato ad inghiottire il liquido caldo fino a che gli spasmi sono terminati. Finalmente ho potuto rilassarmi ed a gustarmi il sapore dello sperma.’
Barbara aveva smesso di singhiozzare. Le lacrime si erano asciugate. Sul viso solo le tracce ormai secche del mascara ed un’espressione goduta. Raccontarmi quello che era avvenuto poche ore prima aveva risvegliato in lei l’eccitazione ed il piacere.
‘Dopo aver inghiottito tutto il suo sperma mi sono alzata in piedi e l’ho guardato negli occhi. Dentro di me avevo un senso di vergogna enorme e non mi importava più di quanto ce l’aveva grosso.
Mi ha abbracciato con dolcezza e mi ha ringraziato per quello che, mi ha detto, era stato il miglior pompino di tutta la sua vita.
Il suo abbraccio era deciso e morbido contemporaneamente. Di nuovo ho sentito le sue labbra sul collo mentre ha iniziato ad accarezzarmi il seno.
Il suo cazzo era ancora fuori dai pantaloni ed era di nuovo rigido e svettante. Ha fatto scendere la zip de vestito e mi ha passato la sua mano sulla pelle della schiena. Dal collo all’inizio dei glutei la sua mano mi sfiorava dandomi leggere scariche elettriche.
Ho lasciato scivolare il vestito a terra. Lui mi ha sganciato il reggiseno lasciandomi con solo gli slip a trenta metri dalla strada nascosti solamente da arbusti e piante.
Mi ha accarezzato la figa da sopra le mutandine e si &egrave reso conto di quanto fossi eccitata.
Le ho sfilate, mi ha girato facendomi appoggiare alla balaustra. Ha appoggiato il suo glande sulla mia vagina inondata da fluidi infuocati ed ha iniziato a premere delicatamente. In un attimo era dentro. Mi sentivo piena. Sentivo ogni millimetro del suo cazzo dentro di me che premeva sulle pareti interne del mio corpo. Bastarono pochi colpi per farmi arrivare al primo orgasmo. Mi sono trattenuta a stento da lanciare un urlo. Lui non ha smesso di stantuffarmi lentamente. In qualche minuto mi ha portato al secondo orgasmo e poi al terzo. Ho sentito i suoi muscoli che si irrigidivano e finalmente un fiotto caldo mi riempiva.’
Ecco qui. Mia moglie mi aveva tradito con uno sconosciuto che aveva incontrato al baruccio dove andava tutti i giorni a pranzare.
Ero sconvolto. Cosa dovevo fare ora? Ero rimasto in silenzio ad ascoltarla. Ero seduto di fronte a lei e avevo tenuto per tutto il tempo le gambe accavallate. Ero molto eccitato. Il pensiero di Barbara che succhiava il cazzo di un altro uomo, che se lo faceva infilare nella sua figa che era stata sempre e solo mia mi aveva fatto venire un’erezione dolorosa.
Era ora di dire la mia.
‘Bene Barbara. Lo so che le fantasie sono belle solo se restano all’interno della nostra testa ma tu oggi mi hai dimostrato che anche &egrave possibile anche proiettarle nella vita di tutti i giorni.
Quello che hai vissuto oggi &egrave il mio regalo di buon compleanno. L’uomo che ti ha scopato al quale lo hai succhiato così bene &egrave Francesco un professionista del sesso che io ho contattato per farti vivere una fantasia. Ti amo’
‘Cosa stai dicendo? Sei scemo? Vaffanculo’
Poi dopo un breve silenzio ha aggiunto.
‘Vorrei ricordarti che fra due settimane &egrave il mio onomastico’

Capitolo 2

Erano anni che mentre facevamo sesso, provocavo Barbara facendole immaginare rapporti con altri uomini.
Inizialmente aveva rifiutato quelle mie fantasie insultandomi, interrompendo e il rapporto.
Ricordo ancora la prima scenata. Scappò via completamente nuda e andò a rannicchiarsi sul divano. La raggiunsi per chiederle scusa ma vederla lì nuda, imbronciata e bellissima mi aveva eccitato moltissimo e il cazzo aveva ripreso il vigore perduto durante la discussione.
Mi avvicinai per farle qualche coccola e chiederle di tornare su. Lei fece spallucce sempre con lo sguardo assente. Intravidi però un accenno di sorriso agli angoli della bocca. Le appoggiai delicatamente la mano sulla spalla e la feci scorrere verso i fianchi. Percepii un brivido sotto la mano, il sorriso sbocciò per intero sul viso della mia amatissima moglie. Subito si rilassò prese una posizione che favorisse le mie carezze anche tra le sue cosce. Appena le sfiorai il clitoride dischiuse le gambe invitandomi ad accarezzarla in profondità.
L’accarezzai dentro e fuori la vagina variando il ritmo per portarla al piacere. Sapevo come fare perché, prima di essere sposati, amavamo masturbarci reciprocamente prima che rientrasse a casa dai suoi e quell’abitudine l’avevamo mantenuta nel tempo.
Venne.
Barbara quando raggiungeva l’orgasmo emetteva sospiri sempre più forti fino ad emettere un lungo ed intenso gemito.
Appena terminati gli spasmi dell’eccitazione iniziò a leccarmi il cazzo in ogni sua parte. Poi prese a succhiare con avidità fino a portarmi ad un orgasmo straordinariamente intenso.
Ricordavo quel momento perché avevo avuto la sensazione che a Barbara l’idea di avere un rapporto sessuale con un altro uomo non dispiacesse per niente.
Ora, dopo dieci anni di matrimonio, ero riuscito a portarla dove le mie fantasie sessuali mi avevano proposto visioni eccitanti al limite tra la sofferenza provocata dalla gelosia ed il piacere di vedere la mia splendida moglie godere sotto i colpi di un altro.
Il primo passo di questo percorso fu durante un week end in in Liguria. Eravamo sposati da un paio di anni e ormai immaginare che un altro uomo fosse con noi mentre facevamo sesso era diventata una prassi comune.
Io la provocavo chiedendole chi era la persona che nelle sue fantasie immaginava fosse nel letto con noi ma lei, con un muto sorriso, evitava di confidarmelo.
Avevamo preso una camera in un hotel di San Remo. Era un hotel molto prestigioso ed aveva oltre ad una SPA attrezzata la spiaggia privata e una palestra di prim’ordine.
Arrivammo il venerdì pomeriggio verso le diciotto. Una rapida doccia e ci preparammo per la cena. Avevamo deciso di cenare in hotel perché il viaggio dopo una giornata di lavoro ci aveva stancati entrambi. Il ‘dress code’ dell’hotel imponeva agli ospiti di vestirsi in modo elegante, erano quindi bandite le classiche tenute da spiaggia.
Io indossai una polo blu ed un paio di pantaloni di lino bianchi mentre Barbara mise un abito a fiori lungo abbottonato sul davanti.
Mentre scendevamo nella sala da pranzo le chiesi di sbottonarsi qualche bottone per mettere in mostra il suo decolt&egrave. Ricordo il suo sguardo malizioso e lentamente slacciò due soli bottoni. Si intravedeva appena l’incavo tra i due seni. Mi accontentai.
L’abito stretto a causa dell’abbottonatura fino ai piedi le impediva di sedersi comoda quindi andò alla toilette e slacciò i bottoni fino al ginocchio.
Dalla mia posizione naturalmente non vedevo la porzione di gambe che restava scoperta ma percepii lo sguardo di alcuni vicini e del cameriere che si occupava del nostro tavolo.
Non volevo che Barbara si accorgesse delle reazioni che le sue gambe provocavano ma ero assalito dalla curiosità di vedere cosa vedevano gli altri.
Feci cadere il tovagliolo e mi chinai per raccoglierlo. L’abito lasciava scoperte le gambe fino oltre la metà delle cosce ma dal mio punto di vista potei notare che mia moglie non portava le mutandine.
Ripresi la mia posizione e continuai a dialogare come se non avessi visto nulla.
Durante la cena portai la discussione su argomenti inerenti il sesso. Le chiesi chi in sala si sarebbe portato in camera per farlo partecipare ad un rapporto con noi due. Inaspettatamente mi rispose che le sarebbe piaciuto fare un pompino al cameriere.
Le sue parole mi provocarono un’erezione immediata che coprii con il tovagliolo.
Lei continuò a gustarsi il suo dessert con lo sguardo perso nel vuoto.
Erano quasi le nove, le chiesi di rinunciare alla passeggiata che avevamo in programma per andare subito in camera.
Lei mi assecondò e salimmo nella nostra stanza. In realtà si trattava di un piccolo appartamento con una camera da letto molto spaziosa, un salottino con al centro un divanetto di midollino, un bagno con vasca e doccia separate ed un terrazzo con un lettino per prendere il sole.
Appena varcata la soglia Barbara lascio cadere a terra il vestito così vidi che sotto non indossava proprio nulla. Si voltò mi sorrise e si diresse subito sul terrazzo.
La seguii e le sussurrai, tra un bacio e l’altro, che dalla strada potevano vederla ed anche dai balconi vicini avrebbero potuto godere della vista del suo corpo nudo.
Per nulla turbata si chinò e mi tirò fuori il cazzo dai pantaloni. Prese a leccarlo e a succhiarlo. Con le mani mi slacciò la cintura e mi tolse i calzoni io mi levai la polo e ci ritrovammo nudi al quarto piano di un hotel situato nel mezzo della città dei fiori.
Raggiungemmo il lettino ed iniziammo un 69 quasi violento. Lei succhiava e leccava io la penetravo con la lingua più a fondo che potevo.
Sentii che il suo orgasmo stava arrivando e mi preparai a gustarne il sapore.
Appena terminata la serie di contrazioni si sedette su di me impalandosi in un colpo solo il pene e cominciò a cavalcarmi.
‘Vorresti avere in bocca il cameriere adesso’ le chiesi.
‘Certo che vorrei averlo in bocca e dopo che glielo ho succhiato per bene voglio che me lo sbatta dentro la figa mentre tu stai li seduto a guardare’
Quelle parole mi provocarono un orgasmo violento. Prima cerebrale e poi fisico. Lei si sdraiò sul lettino accanto a me ed iniziò a massaggiare con vigore il clitoride fino a che raggiunse l’apice del piacere per la seconda volta in pochi minuti.
Ci alzammo a fatica ed andammo a farci una doccia corroborante. Tornammo sul balcone ad asciugarci alla brezza della sera e poi stremati andammo a letto.
Per la prima volta Barbara aveva partecipato attivamente alle mie fantasie proponendo anche le sue.
Quella sera scoprii che l’idea di avere una moglie un po’ puttana mi piaceva sempre di più

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