Un’idea nata da un gioco erotico a quattro mani e non solo…
Serenella era contenta di come stavano andando le cose. Aveva tenuto un buon passo e sicuramente sarebbe tornata nel regno del Natale per prima. I questo modo sarebbe riuscita a vincere finalmente il premio che negli ultimi 50 anni si era aggiudicata quella smorfiosa di sua sorella. Un po’ di dolcetti non sono granché come premio ma la soddisfazione di mangiarli mentre gli altri lavano i piatti e riordinano il palazzo dopo la Grande Cena è appagante più di ogni altra cosa.
Perché naturalmente Serenella è un abitante Regno del Natale. Quello che comunemente viene chiamato folletto dalla gente, anche se in realtà non sono quasi per nulla diversi dalle persone normali. La gente si è fatta un sacco di idee sbagliate sul Natale.
Tanto per cominciare nessuno sa che non è Babbo Natale ad andare su e giù per il mondo con la sua slitta già da qualche secolo ormai. Ha già la sua età cercate di capire’ ora si limita per lo più a dirigere il suo magico regno e ad assicurarsi che tutto vada per il meglio. La notte di Natale sono i suoi sudditi, i folletti appunto, a svolgere il lavoro andando a distribuire i doni nelle case a loro assegnate.
Purtroppo Serenella non riuscì a vincere i dolcetti nemmeno questa volta. Infatti, proprio perché stava pensando al momento del suo trionfo non si accorse di aver messo il piede su una tegola particolarmente instabile dell’orfanotrofio di Borgotriste.
Capitò così che il folletto in questione cominciò a scendere precipitosamente dal tetto dell’orfanotrofio fino a raggiungere lo strato di neve che copriva un balcone qualche metro più in basso.
Borgotriste deve il suo nome ad avvenimenti veramente tristi, in parte legati al suo orfanotrofio, ma che non riguardano in alcun modo questa storia e quindi sorvoleremo.
Non possiamo sorvolare invece la storia di Davide, un mite orfanello dai capelli arruffati e lo sguardo malinconico da quando si presume sia nato; il che è avvenuto poco più di 16 anni fa.
Quando aveva sentito la serie di rumori poco rassicuranti provenire dal balcone della sua camera, si era già messo il pigiama, lavato i denti e aveva quasi terminato di dire le preghierine.
‘Cos’è stato? Di nuovo quel gattaccio?’ Si chiese ad alta voce come sempre faceva quando era nella sua stanza da solo.
‘Una ragazza!’ esclamò sorpreso.
‘Ed è anche carina!’ aggiunse quando si avvicinò per esaminarla meglio.
‘Ora meglio portarla dentro al caldo, poi chiamerò qualcuno’ continuando a parlare da solo come spesso faceva non avendo molte altre persone con cui farlo.
Solo quando la posò delicatamente sul letto si accorse che la sua ospite inattesa aveva degli abiti decisamente molto natalizi. Un mantello rosso bordato di candida pelliccia di orso artico fissata da una catenina a cui era attaccata una campanella d’argento, copriva un semplice ma elegante abito rosso dall’aspetto molto morbido e caldo che le arrivava fino a metà delle cosce coperte da dei collant anch’essi semplici ed eleganti. Le scarpe erano dei comodi stivaletti in pelle rossa che subito si premurò di toglierle. Quando lo fece lo sorprese un aroma che gli ricordava castagne sul fuoco, biscotti e bucaneve, non esattamente il tipo di odori che Davide si aspettava da un scarpa bagnata di neve e fango. Questo ovviamente perché non conosceva l’odore degli spiriti del Natale.
Davide non aveva visto molte femmine così da vicino, e assolutamente nessuna che avesse più o meno la sua età. In realtà Serenella aveva molti più anni di quanto il suo aspetto da giovane ragazza potesse far intuire. Questo per il semplice fatto che il tempo nel mondo di Serenella ha un significato diverso. Invece non è diverso l’attrattiva che il suo corpo e il suo viso suscitano tra i ragazzi che incontra, anche se in effetti non è facile trovare uno spirito del Natale che non appaia attraente.
Con il senso pratico che da sempre aveva contraddistinto il ragazzo, giunse alla conclusione che quello era il suo regalo di Natale. Era sempre stato buono ed ubbidiente, non diceva parolacce e non aveva mai finto un mal di pancia per saltare le lezioni di matematica. Tutte cose che gli altri orfanelli facevano ripetutamente durante l’anno; eppure non aveva mai ricevuto un regalo di Natale, proprio come tutti gli altri nell’orfanotrofio del resto.
‘Sì deve essere così! è il mio regalo di Natale direttamente dal cielo.’ Esclamò per convincere quella parte di lui che inspiegabilmente trovava che quel ragionamento non era proprio esatto.
Si avvicinò quindi a serenella con cautela e sussurrò tra se.
‘Bene prima le’ tette’ la ragazza non scomparve né si svegliò, Davide concluse dunque che si potevano dire quelle parole proibite.
Dimostrando di nuovo il suo spirito pratico, cominciò senza badare ad altro a sbottonare quello strano vestito partendo dal colletto verso il basso fino a esporre completamente il reggiseno.
Non essendo molto pratico di biancheria femminile afferrò le forbici e con un taglio netto separò le due coppe di seta nere.
Quello che ne saltò fuori gli tolse il fiato. Restò diversi secondi imbambolato a fissare quelle due perfette rotondità. Quindi si decise ad allungare la mano e a sfiorane una con un dito. Quindi le altre quattro dita raggiunsero il primo esploratore seguite dal palmo che copriva alla perfezione la mammella. Fece lo stesso con l’altra mano e cominciò ad accarezzare la pelle serafica dei suoi seni, a soppesarli e a palparli prima piano poi con un po’ più di decisione.
‘Wow le sto toccando. Sto toccando delle tette vere!’ disse a se e alla proprietaria di quel meraviglioso seno. gustando a pieno il significato di quelle parole.
Quasi in risposta, degli strani lamenti cominciarono a provenire dalle labbra dischiuse di lei e le sue guance si arrossarono un poco; ma a parte questo niente sembrava turbarla nel suo sonno profondo.
Davide notò che i capezzoli si erano un poco induriti sporgendo un po’ di più puntando dritto verso di lui. A un tratto lo invase una voglia incredibile di assaggiarli e senza pensarci due volte si chinò su quelle tette meravigliosamente morbide e sode allo stesso tempo.
Di nuovo lo sorprese quel profumo inebriante di castagne e biscotti. Immediatamente prese un capezzolo tra le labbra e cominciò a succhiare pian piano, colpendo la punta di quel bottoncino di carne con la lingua. I lamenti della ragazza crebbero di volume e si fecero più frequenti calmandosi solo quando Davide si staccò da lei sorridente e pensieroso.
‘Come sarà la f.. figa?’
Per rispondere a quella sua curiosità le sbottonò gli ultimi bottoni al fondo del vestito e le divaricò le gambe quel tanto che bastava per avere una perfetta visione delle mutandine attraverso il collant.
Non sapendo bene come fare -e non avendo mai avuto molto riguardo per l’incartamento dei pochi regali che aveva ricevuto- prese tra le dita il tessuto elastico della calzamaglia e tirò fino ad aprirsi un varco nella zona interessata. Siccome le mutandine si rivelarono più testarde prese di nuovo le forbici eliminando così ogni ostacolo alla visione di quello che aveva solo vagamente sentito parlare dai ragazzi più grandi.
‘Che bel colore’ Disse fra se incantato da ciò che vedeva.
A parte un rado ciuffetto di peli in alto aveva quasi lo stesso colore rosato delle tette; nella zona più interna di quello che sembrava un taglio, il rosa era più acceso. Curioso di sapere se era vero quello che si diceva di quella cosa che avevano solo le femmine, divaricò con delicatezza le grandi labbra con le dita.
‘Ooh ma c’è veramente un buco!’ Esclamò infilando la punta dell’indice desto all’interno per sottolineare quella affermazione.
Gli strani lamenti della ragazza ripresero quando Davide fece andare il dito più all’interno cercando di capire quale fosse la profondità di quella calda fenditura. Più volte provò a infilare il dito per cercare di raggiungere il fondo e non riuscendoci, lo estrasse trovandolo leggermente umido. Non molto in verità ma abbastanza da avvertire il solito profumo del folletto quando se lo portò al naso, solo molto più intenso e leggermente diverso. Se lo posò sulla lingua e scoprì che il gusto era buono, anche se non era simile a niente che avesse assaggiato prima.
‘Non posso più resistere’
Incapace di aspettare oltre si abbassò i pantaloni del pigiama liberando il suo pene in piena erezione già da molti minuti. Lo prese nella mano sinistra puntandolo dritto in mezzo alle gambe di Serenella, in quel buco che l’altra mano continuava a tenere leggermente aperto, fino a che la cappella non è scomparsa tra le caldi labbra della figa.
Lentamente lo spinse dentro un centimetro, due e poi tre, senza fretta fino in fondo per gode al meglio di quella magnifica sensazione che stava sperimentando.
‘Wow! è come’ come entrare in paradiso.’
Fu pochissimi istanti prima che la sua cervice venisse urtata che Serenella riprese conoscenza. Subito la mente annebbiata non le permise di realizzare appieno la situazione. Avvertiva uno strano formicolio allo stomaco e un calore non del tutto spiacevole tra le cosce.
Quando però riuscì a mettere a fuoco l’immagine confusa che le fornivano gli occhi un brivido di sorpresa le corse lungo la schiena.
Dove’? Chi’? Cosa’? mille altre domande le affollarono la testa senza riuscire ad aprir bocca per la sorpresa. Solo dopo diversi tentativi riuscì a formularne una ‘Perché lo stai facendo?’
‘Perché tu sei il mo regalo di Natale ‘ si sentì rispondere con naturalezza da Davide.
‘Cosa stai dicen’? Ah! No fermo!’
Altro Serenella non riuscì a dire sentendosi mancare il fiato con il cazzo di lui che improvvisamente si metteva a ruotare nelle sue profondità.
Nel cercare di liberarsi Serenella si era spostata di lato peggiorando la sua situazione. Davide infatti, fraintendendo di nuovo le intenzioni della mal capitata, aveva afferrato le gambe di lei mettendola ‘a pecorina’.
Pur non sapendo come le persone più esperte di lui chiamavano quella posizione, aveva immediatamente capito che ora gli era più comodo muovere il pisello avanti e indietro seguendo un istinto dettato dall’intenso piacere.
‘Ti ringrazio tanto. è il più bel regalo che potessi farmi. Sono così felice!’
‘No… Fermo… Non… Spingere così!’ Erano le parole inascoltate che uscivano dalla bocca di Serenella, tra gli ansiti di piacere che con suo stupore stava lentamente sostituendo il dolore e la sorpresa. Aveva cominciato a muoversi assecondando i movimenti di lui. Dal principio solo per pochi centimetri, ma facendosi prendere presto dall’entusiasmo e ora si godeva facendosi scorrere l’asta per gran parte della sua lunghezza e con velocità sempre più crescente.
All’apice del suo piacere, Serenella poté consolarsi assai amaramente del fatto che quell’atto da lei non voluto stava per cessare. Ad un tratto infatti, la sorprese dentro di sè una sensazione di intenso calore che le pulsava ritmicamente facendola sentire enormemente bagnata e subito capì di cosa si trattava.
‘No! Non venire dentro! Non venire dentro!’ Cercando di divincolarsi dalla sua presa e pregandolo, ma sapeva dentro di se che oramai era tutto inutile.
Il proprietario del seme che le si stava riversando nella calda vagina non capiva a cosa si stesse riferendo, visto che lui era da molto che andava e veniva dentro di lei e con un grande impegno per giunta!
Davide dal canto suo non capiva la piega che avevano preso gli eventi. Una strana sensazione lo sorprese immobilizzandolo in un ultimo urto contro la cervice di Serenella. Subito pensò si trattasse di pipì ma immediatamente scartò l’idea dandosi dello stupido e rinunciando a capire concentrandosi a godere di quella cosa così bella, calda e piacevole.
Sfiancato da tutto queste nuove esperienze, Davide si buttò sul letto di fianco a lei con aria beata. Serenella ne approfittò e finalmente riuscì ad allontanarsi da quel ragazzo e soprattutto dal suo pene che uscì fuori con uno sciacquettio di soddisfazione.
‘Accidenti, resterò incinta’ mormorò sconsolata osservando un grumo bianco uscirle dalla patatina e colarle lungo l’interno coscia.
‘Quindi mi sono sbagliato? Accidenti!” chiese Davide quando finalmente Serenella riuscì a fargli capire che era saltato alle conclusioni sbagliate.
‘Incredibile! Non mi è mai capitata una cosa simile in tanti anni di servizio! Comunque ora ti do il regalo e me ne vado o finisce che mi salti di nuovo addosso”
e così dicendo cominciò a cercare qualcosa all’interno di un sacco tirandone fuori non un pacco una piccola busta, con non poca delusione per entrambi.
Eppure non c’erano dubbi sul destinatario, indicato sulla busta in eleganti caratteri dorati: Davide. Balcone dell’ultimo piano sotto la tegola pericolante instabile del tetto dell’orfanotrofio di Borgotriste.
Davide la aprì e la lesse passando dalla delusione alla sorpresa e poi alla felicità. La lettere negli stessi caratteri eleganti e dorati diceva:
Carissimo Davide,
Un increscioso fatto è stato posto alla mia attenzione. Pare che la purezza del tuo cuore e la nobiltà d’animo che ti ha sempre distinto non siano stati ricompensati .
per un imperdonabile errore di gestione burocratica, infatti, risulta che i regali di Natale a te destinati negli ultimi 17 anni siano stati spediti al destinatario sbagliato. Rammaricato per questa mancanza senza precedenti ti porgo le mie più sentite scuse. Tuttavia ho trovato una soluzione ritengo possa risolvere la situazione creatasi.
Ti offro in dono Serenella, il nostro migliore elfo che resterà amorevolmente a tua completa disposizione.
Con i più sinceri auguri di buon Natale
B. N.
‘Ebbene?’ sbottò Serenella con stizza aspettandosi come minimo delle scuse.
Davide la guardò, poi tornò a fissare la lettera e poi guardò di nuovo Serenella.
‘Penso che finirò di scartare il mio regalo e poi’ ci giocherò ancora un pochino’ Rispose sorridente
Hazel
Inizio interessante e scritto davvero bene (fatto non così comune). Non vedo l'ora di leggere la continuazione👍
Sempre bello leggere i tuoi racconti, spero di non aspettare tanto per il prossimo capitolo
Storia interessante e piacevole lettura. Spero continui con il 10 capitolo
Racconti intriganti e piacevoli nella lettura complimenti. Aspetto da tempo e spero arrivi il terzo capitolo con finale
Grazie Rebis