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Certe cose.. si fanno

By 13 Giugno 2024No Comments

Certe storie vanno raccontate. Altre no, restano li, al sicuro ed al riparo da “occhi” indiscreti in uno dei tanti cassettini della nostra mente, gelosamente custodite e pronte ad essere tirate fuori ogni qualvolta si senta l’esigenza si rivivere o riassaporare quel momento cosi intenso, cosi prezioso, cosi desiderato.
Ed è cosi che io “conservo” alcuni di questi momenti. Li ho li, impressi nella mia mente ( e, ahimè, nel mio cuore ) ed oggi ho deciso per la prima volta di aprire uno di questi cassetti e condividerne con voi il contenuto.
Era un freddo martedi di dicembre e, come ogni giorno mi recavo a lavoro sempre con grande “ottimismo” e col sorriso sulla bocca perché amo il mio lavoro, mi appassiona e come disse qualcuno “ fai ciò che ami e non lavorerai un giorno nella tua vita”. Nulla di più vero.
Eravamo tutti in procinto di trasferirci presso la nuova sede lavorativa e lei ( che d’ora in poi chiamerò con un nome fittizio… “ Milena” ) , una mia collega con la quale c’era un ottimo rapporto e molta sintonia ( ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano era come se nell’aria si sentissero scintille, scosse elettriche ) mi disse : “ dopo scendi, ti prendo io andiamo a controllare la nuova sede con la mia auto”.
Dissi “ si, va benissimo”. Ero in realtà molto incerto sul da farsi perché sentivo che tra di noi c’era qualcosa, attrazione fisica e mentale. Era per me come un magnete di polo opposto dove avendola a distanza ravvicinata non potevo fare a meno di sfiorarla anche solo con un dito e da come mi guardava nei giorni precedenti, capì che anche per lei era lo stesso.
Premetto che sono sposato e che non ho mai tradito mia moglie ( le mie ex fidanzate/uscenti si ) né pensato di farlo nonostante proposte esplicite o implicite che mi sono arrivate nel corso di questi anni. Spesso ho dovuto fare il “finto tonto” passando proprio per stupido fingendo di non capire ma non mi pesava affatto.
Era quindi come se sapessi già a cosa andassi in contro e pensavo “ potrò starle lontano? Ne sarò capace? Cosa accadrà? Ma forse… meglio se non ci vado.. la controllerò qualcun altro la sede”.
E invece no!
Milena passa a prendermi e salgo in auto con lei che , a dire il vero, era molto emozionata tant’è che le dissi “ ti faccio quest’effetto? Attenta che andiamo a sbattere!”.
In che guaio mi stavo cacciando! Un bel guaio.
Arriviamo alla nuova sede, scendiamo dall’auto ed entriamo.
Siamo soli. Iniziamo a fare il giro per i vari uffici vuoti. Lei era vestita con una gonna lunga molto larga che le scendeva in maniera impeccabile sul suo armonioso sedere come ad accarezzarlo.
Ad ogni passo provavo come un brivido che mi percorreva la schiena pensando “ chissà se è lo stesso anche per lei…ora la bacio… ora la sbatto al muro.. ora faccio questo.. ora faccio quello”… poi pensavo … “ e se lei mi manda a fare in culo? Se lei dice ma che cazzo hai capito?” Ma i suoi occhi dicevano altro.
Mi desideravano almeno quanto i miei desideravano lei e mentre camminavamo per i corridoi ci guardavamo, ci sfioravamo delicatamente, sapevamo che di li a breve sarebbe accaduto qualcosa.
Era nell’aria, era nella nostra pancia era inarrestabile.
E cosi è stato. Arriviamo in un ufficio vuoto con scrivania e sedie e nell’avvicinarmi a lei i nostri sguardi si incontrano di nuovo e ci guardiamo incessantemente per un paio di secondi durante i quali credo che ci siamo detti tutto, ogni cosa. Da li un bacio appassionato, intenso, forte, un intreccio di lingue e labbra che desideravano nient’altro che assaporare ogni millimetro del suo corpo. E con le labbra scendo lungo il collo baciandola, sbottonandole la camicia fino ad arrivare sul suo seno. Ma non mi fermo. No. La alzo e la “sdraio” sulla scrivania alzandole la lunga gonna larga e scopro che sotto non aveva mutandine! Tanto meglio, qualcosa in meno da togliere.
La mia lingua prosegue inarrestabile fino a giungere in mezzo alle sue gambe dove lei era già bagnatissima e la lecco tutta, aiutandomi con le dita fino a far fuoriuscire il suo clitoride.
Lei non mi guardava, era sdraiata sulla scrivania ed ansimava con gli occhi chiusi e le mani sul viso finchè poi non mi ferma e dice “ non voglio venire cosi!”.I ruoli si invertono. Ora è lei che prende iniziativa e mi mette la mano sul cazzo duro per poi sbottonarmi i pantaloni ed iniziare a succhiarmelo senza però abbandonare il mio sguardo, guardandomi negli occhi e dicendo “ voglio che tu , pensando a questo momento, ti ricorderai dei miei occhi”. Prosegue finchè non vediamo li, accanto a noi, una sedia senza poggia braccia.. lei mi prende mi mette una mano al petto e mi spinge li facendomi sedere. Si siede poi sopra di me alzandosi la lunga gonna larga e inizia a muoversi ondeggiando, come le onde del mare su e giu, avanti e indietro e nel frattempo mi bacia , mi guarda , mi bacia e mi riguarda. Proprio come nella canzone di Mina ” Certe cose si fanno” lei mi cavalca.
Il ritmo aumenta, il mio cazzo è sempre piu duro, sento quasi che sto per scoppiare ma dal suo ansimare capisco che anche lei è quasi pronta finchè lei non dice “ sto venendo!”
Lei VIENE, a me manca pochissimo, secondi! Se avessi avuto un preservativo con me non ci saremmo spostati e sarei venuto direttamente dentro di lei ma è scesa dal mio cazzo e l’ha ripreso in bocca iniziando a succhiarlo fin quando non sono esploso nella sua bocca.
Durante tutto il rapporto non abbiamo smesso per un attimo di guardarci, di scrutarci. Anche i nostri occhi hanno fatto l’amore.
Ci rivestiamo, ci abbracciamo e ci ribaciamo. Il desiderio è ancora forte. E’ come quando al ristorante sei affamato e ti portano un bell’antipasto. Inizi a mangiare, sembra che ti sazi ma in realtà non ha fatto altro che aumentare la tua fame. Era cosi che mi sentivo ma il “dovere” ci chiamava. I colleghi ci attendevano all’altra sede dove noi saremmo andati poco dopo, avremmo poi pranzato insieme allo stesso tavolo, ci saremmo guardati negli occhi, toccati sotto al tavolo eccitati non solo per ciò che era accaduto ma anche dal fatto che i colleghi ignorassero totalmente ( forse! ) il nostro rapporto. Un rapporto che da li in poi sarebbe stato un crescendo di emozioni, passione e sentimenti.
Ed io mi sentivo sporco. Sporco, in colpa, felice. Mi sentivo tutto questo e sapevo che ci sarebbe stato un seguito, che quello non sarebbe stato un episodio isolato ma lo scoprirete nel prossimo episodio. Altro cassetto della memoria, altra storia.

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