Skip to main content

“Oggi mi tocca”, disse Daria mentre in piena notte eravamo in acqua in piscina io nudo mentre lei si stava levando il reggiseno ed il tanga.
Non certo una affermazione incoraggiante (anche se detto in modo canzonatorio e scherzoso) ma meglio contestualizzare facendo un veloce flash back.
Mi chiamo Michele, ho lavorato per circa 30 anni in una multinazionale e Daria che ha una dozzina di anni di meno di me, è stata assunta nella stessa azienda ed assegnata al team del quale ero referente.
All’epoca lei 27 anni arrivò alle 8 il primo giorno in ufficio in minigonna non molto corta, una bella blusa ed un paio di stivali, elegante ed al tempo stesso “stimolante”. Ricordo che quando entrò in ufficio, preavvisato dal personale del suo arrivo (le pratiche burocratiche erano state espletate il giorno precedente ed il suo curriculum studentesco era ottimo), pensai che mi sarebbe piaciuto averci a che fare anche fuori ufficio. Siamo entrati subito in confidenza e diventati anche amici e nel corso degli anni, si è sempre scherzato sul fatto che mi sarebbe piaciuto “approfondire” la conoscenza ma non mi ha mai dato una minima apertura in questo senso. Nel corso degli anni è stata mia ospite da sola e col marito in una casa al mare in un residence con piscina.
Già la piscina, quella dell’inizio del racconto, dove eravamo andati alle 3 del mattino in cerca di refrigerio in questa afosa estate 2022.
Io ora sono in pensione e lei è una bella donna più vicina ai 50 che ai 40 che grazie a molto sport e danza si mantiene in splendida forma e lavora ancora nella azienda dove ci siamo conosciuti. Essendo una azienda del settore informatico spesso riesce a lavorare da remoto (anche prima del Covid) e così aveva approfittato del weekend per raggiungermi al mare insieme al marito il quale però il lunedì doveva tornare in ufficio non potendo lavorare da casa. In questa ottica il piano iniziale prevedeva che tornassero insieme la domenica sera. Mi venne un’idea, onestamente senza secondi fini, “perché non ti fermi a lavorare da qui almeno un giorno, ti riporto a casa io, non allungo più di tanto la strada del ritorno e sarei comunque dovuto rientrare per impegni il martedì”. Dissi loro di pensarci e la domenica mattina quando si presentarono per colazione mi dissero che erano molto contenti. Suo marito Luigi, che ormai conosco da anni, mi disse ridendo “trattamela bene mi raccomando”.
La sera di domenica uscimmo a cena tutti e tre, poi Luigi partì per essere a casa e poter andare in ufficio presto. Noi facemmo un giro sul lungomare, prendemmo un gelato seduti e poi tornammo a casa. Li le chiesi se gradiva qualcosa da bere. Faceva molto caldo e la logica avrebbe suggerito dell’acqua ed invece mi presentai con un prosecco che stappai e versai nei bicchieri. Il vino era fresco ed andava giù molto bene nel giro di un’ora avevamo quasi finito la bottiglia conversando amabilmente. Eravamo sul terrazzo vista mare dove non si stava nemmeno malissimo ma in casa, scaldata dal sole del giorno e senza aria condizionata, coricarsi voleva dire sudare e dormire poco.
All’una andammo comunque a letto io mi rigiravo fradicio di sudore così pensai di andare a fare un bagno in piscina per rinfrescarmi un po’, mi misi il costume ed uscii dalla mia camera proprio mentre Daria, con una camicina da notte scollatissima e trasparente indossata sopra un tanga di pizzo bianco, usciva dalla sua.
“Vado in piscina a fare il bagno vuoi venire anche tu?”, la bocca parlava ma gli occhi erano piantati sul suo seno che traspariva dalla camicina e per la prima volta notai che aveva dei bei capezzoli bruniti grossi come una moneta da 500 lire d’argento. Daria rispose affermativamente, andò in camera lasciando la porta socchiusa, si tolse la camicina e il perizoma e si infilò il costume. Io seguii tutta la scena senza staccarle gli occhi di dosso. Quando uscii mi disse ridacchiando:
“Piaciuto lo spettacolo? Direi di sì dal bozzo che si vede nel costume”.
Lo aveva fatto apposta, era evidente, forse era colpa del vino forse anche lei avrebbe voluto negli anni “approfondire” la conoscenza ma in pochi minuti avevo visto molto di più che in tanti anni di cene aziendali e post cena con accompagnamento a casa.
Andammo in piscina cercando di non fare rumore visto che non sarebbe consentito usarla di notte. Ci immergemmo ed io, complice l’alcol ingerito, mi tolsi lo slip “così siamo pari, io ti ho visto nuda ed ora è il tuo turno”.
La risposta è quella che apre il racconto “Oggi mi tocca” ed a sua volta si tolse reggiseno e slip.
Eravamo entrambi completamente nudi in acqua e si stava benissimo, non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso. Credevo di aver raggiunto il massimo possibile con lei e credevo che una volta tornati in casa mi sarei dovuto segare per l’eccitazione che non accennava a calare.
Anche lei si accorse del fatto che il mio cazzo era sempre duro, si avvicinò e strofinò il suo seno sul mio petto quindi mi mise la lingua in bocca e cominciò un bacio che mi lasciò senza fiato, poi mi spinse verso il bordo della piscina, prese il mio uccello e se lo mise all’imboccatura della passera quindi con un movimento fluido, lo fece penetrare. Era bagnata e non solo di acqua. Mi mise le braccia intorno al collo e cominciò a cavalcarmi assecondata in ciò dai miei movimenti che volevano andare sempre più a fondo.
Dopo 5 minuti ero prossimo a venire e lei, mordicchiandomi un orecchio ed ansimando piano per non far svegliare chi abitava nelle case vicino alla piscina, mi disse “non smettere sto per godere” e strinse le pareti della vagina dandomi il colpo di grazia, venimmo insieme. Anche io limitai al minimo i gemiti.
Restai dentro di lei un paio di minuti dopo che entrambi eravamo venuti.
“Non male per un vecchietto, lo so che mi vuoi scopare da sempre e stavolta hai avuto la tua occasione ma sappi che se dovessi raccontare a qualcuno negherò sempre dicendo che sei un mitomane. Inoltre è la prima ed ultima volta. Le circostanze ci hanno portato a questa cosa ma non può diventare una abitudine. Mi è piaciuto come sembra sia stato per te, conserviamo questo bel ricordo”.
Mi sfilai da lei, nuotammo ancora 5 minuti poi ci rimettemmo i costumi che avevamo abbandonato sul bordo vasca, uscimmo e ci asciugammo un poco con gli asciugamani quindi tornammo a casa freschi e rilassati. Daria andò in bagno e fece una doccia veloce, uscì completamente nuda, mi fece l’occhiolino ed entrò nella sua stanza. Questa volta chiuse la porta che riaprì solo dopo che si era rimessa camicina e perizoma bianco. Buonanotte, lascio la porta aperta ma l’invito ad entrare è solo per l’aria, tu resta in camera tua per favore.
Feci a mia volta la doccia, il cazzo mi era tornato duro e mi feci una sega pensando a quello che era successo in piscina.
Il giorno dopo Daria lavorò dal mare e terminato che ebbe ci mettemmo in auto e la portai a casa. Salii per portarle il borsone, era ora di cena e Luigi mi disse “visto che sei stato così gentile da ospitare Daria un giorno in più e darle tutto quello che voleva, perché non ti fermi a cena?” e mi fece l’occhiolino. Evidentemente Daria lo aveva informato dell’accaduto ed erano una coppia aperta, cosa che mai avrei sospettato per quello che conoscevo Daria.
A tavola nessuno accennò ai fatti della notte in piscina ma conversammo amabilmente, terminato di mangiare mi offrirono il caffè e quindi salii in auto per tornare a casa.

Leave a Reply