Fu un crescendo senza sosta che ci portò a vivere una serie di situazioni che, se per me, almeno in parte, non erano nuove, per lei rappresentavano delle continue scoperte, un costante spingersi oltre i limiti vissuti fino ad allora. Con entusiasmo!
Scopavamo letteralmente per ore, a volte tre quattro, per l’intero pomeriggio o fino a notte fonda; lo facevamo sul letto, in soggiorno sui divani o sul pavimento, sul tavolo di cucina, sotto la doccia, sulla scala che portava in camera, appoggiati al muro, davanti allo specchio, contro il lavandino del bagno, appoggiati al davanzale della finestra aperta, abbastanza al riparo ma non troppo, così che potessero vederci e immaginare cosa stavamo facendo…
“Cosa ti piace, cosa vuoi che faccia?”
“Mi piace sentirmi dominata, voglio essere posseduta, in tutti i sensi…”
“La prossima volta ti lego, prendo delle corde e ti lego al letto e poi ti faccio quello che mi pare”
“Siii… fallo, fammi quello che ti pare…” Tolsi la cinghia ai pantaloni e gliela legai intorno al collo
“Come un guinzaglio, ti piace?”
“Mi piace tutto quello che mi fai…” La strattonai un po’, oppose un po’ di resistenza con uno sguardo tra il compiaciuto e la sfida
“E questo ti piace?” e con quello che avanzava della cinghia le percossi un capezzolo, gemette di piacere
“Sei davvero cattivo…”
“E questo è niente… apri le gambe” Seduta appoggiata alla spalliera del letto aprì quelle gambe così lunghe; le feci passare la cinghia sulla figa, prima di piatto e poi di taglio, e improvvisamente la colpii. Contrasse le cosce gemendo; la colpii di nuovo.
“La verità è che ti piace quello che mi fai perché sei un po’ maiale, vero?”
“La verità è che ti piace tutto quello che ti faccio perché sei un po’ troia, vero?”
“Si sono una troia, e tu un porco, mi ci ha fatto diventare tu così troia”
“Sei la mia troia?”
“Si è tu sei il mio porco”
“Sono il tuo porco si. Allora la prossima volta ti lego con una corda, e ti faccio quello che mi pare, ci stai?”
“Tutto quello che vuoi…”
Due giorni dopo a casa mia.
Legai le due corde ad anello, le feci passare sotto le gambe del letto, girai le estremità dell’anello e feci infilare dentro le mani, una a destra e l’altra a sinistra, in modo che restassero bloccate, le braccia aperte, a pancia sotto; feci lo stesso con le gambe, legate e aperte.
“Che mi vuoi fare?”
“Quello che mi pare, adesso comando io” e le diedi tre o quattro sculaccioni, sulle cosce e poi sul culo, gemeva ad ogni colpo; quella situazione era inedita per lei quanto per me e mi eccitava all’inverosimile l’idea che quella gran figa fosse in mia completa balia. Mi sedetti tra le sue cosce aperte per sculacciarla meglio, poi iniziai a massaggiarle il culo diventato rosso, ad aprirlo per mettere in mostra il buchino.
“Lì non l’ho mai fatto, ho paura…”
“Non devi aver paura, male è “ahi!” e io mi fermo, devi solo godere, mica soffrire.”
Le feci colare un po’ di saliva tra le natiche e sul buco e con la punta dell’indice comincia a massaggiarlo. Passavo e ripassavo e dalla sua reazione intuivo che le stava piacendo. Scivolai in basso in modo da trovarmi col suo culo all’altezza del viso, iniziai a leccarla; giravo e rigiravo la lingua tra il buchetto, il perineo e la figa bagnatissima e ogni volta che tornavo al punto di partenza affondavo la lingua dentro il buco
“Mmm… ahhhh… siii… che bravo…”
“Ti sta piacendo?”
“Siiii molto, continua…”
“Proviamo questo…” mi leccai l’indice, le sputai sul buco del culo e iniziai ad affondare il dito dentro
“Mmm ahhhh ahhh…”
Sembrava piacerle; sputai ancora per agevolare l’ingresso in quel buchino vergine e così stretto; ad ogni affondo Francesca mi veniva leggermente incontro con il bacino, per agevolare la penetrazione del dito
“Te l’ho detto che sei un porco, si?…”
“Si ed io ti ho detto che è vero, e tu stai godendo come una troia, la prossima volta mi procuro un lubrificante per infilarmi meglio”
Altra parentesi: l’uso di questo linguaggio (cazzo, figa, sborrra, ecc.) è molto da amici al bar, però in quei momenti è un elemento della trasgressione che fa da amplificatore del sesso animale che c’era tra noi due, è comunicare in modo che normalmente si riferisce al mondo della pornografia, non alla quotidianità; questo essere, quasi a tutti gli effetti per via delle cose che facevamo, come i protagonisti di un film porno mantenendo una facciata da “bravi ragazzi” (magari un po’ attempati) era il non plus ultra della trasgressione; più avanti saremo andati ben oltre.,.
La volta successiva, oltre al lubrificante, portai un piccolo vibratore che avevo preso online, dieci o dodici centimetri più o meno, a batteria, con ricarica usb e sei tipi di vibrazioni diverse, a forma di cazzetto, color fucsia la punta e argento la base.
“Che cos’hai lì dentro?”
“Questo!” le risposi aprendo l’elegante confezione nera e mostrando il contenuto
“Ma dai… ma io dico… e cosa vorresti farci con quel coso?”
“Ora lo proviamo, stenditi piega le ginocchia appoggiata sui piedi… Che bella che sei, guarda che figa meravigliosa…” mi chino sul suo ventre e inizio a leccarla e in mezzo minuto è già tutta bagnata; aziono il vibratore e lo appoggio sul clitoride, un fremito scuote Francesca
“Ahhh oddio mi vibra tutta…”
Cambio modalità che da una vibrazione continua diventa intermittente, con brevi pause tra una pulsazione e l’altra.
A Francesca piace molto, così inizio a spingerlo dentro le labbra fino a dove riesco ad arrivare e aziono un’altra modalità di vibrazione, inizia a godersela e mugola di piacere.
“Proviamo un’altra cosa” spengo il vibratore ma lo lascio dentro, mi avvicino, appoggio la cappella alla figa e spingo per farla entrare
“Tutti e due? Ma no… mica c’entrano, c’è l’hai troppo grosso”
“Guarda se non entra…” e con un affondo deciso le scivolo completamente dentro insieme al dildo.
“Oh siiii mi piace, ora muoviti un po’… ahhh che bello, tutta la figa piena…”
“Che troia che sei, ti piacerebbero due cazzi veri dentro, di la verità”
“No solo il tuo!”
“Godresti da morire di piacere con due cazzi”
“E tu non saresti geloso?” E questa risposta mi sembrò parzialmente possibilista, aprendo nella mia testa scenari ai quali non avevo affatto pensato…
“Io voglio che tu goda come non hai mai fatto, il resto non m’importa …”
Ma su questo punto ci tornerò più avanti, tenete a freno la vostra curiosità…



scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…
ne ho scritti altri con altri nick...spero ti piacciano altrettanto.
Vedi la tua posta indesiderata
Ti ho scritto, mia Musa....attendo Tue...