Oltre le clamorose chiavate che avvenivano tre, quattro volte a settimana e a tratti addirittura anche tutti i giorni, c’erano delle circostanze extra, occasioni in cui ci scappava la sega, il ditalino, un pompino, la sveltina, niente di che intendiamoci, roba da tre, quattro, cinque minuti al massimo, spesso neppure con la necessità di venire, era il gusto del gioco; tutto rigorosamente clandestino, mi spiego.
Domenica pomeriggio, gita in località marittima, primo fresco autunnale, io appoggiato al tavolo di un’area picnic, Francesca davanti a me avvolta dalla mia giacca a vento, che mi slaccia i pantaloni e mi fa una sega, di nascosto, cercando di dissimulare indifferenza tra le famigliole coi bambini e le coppiette che passeggiavano lì intorno. Io che a stento mi trattenevo da venirle in mano.
“Senti com’è duro… lo sai come te lo succhierei bene, si?”
“Si lo so, mi faresti impazzire come ogni volte, ma mi piace anche così, clandestini…”
“Andiamo in macchina che non resisto ho voglia di spompinarti, dai…”
Oppure: “non metterti le mutandine sotto il vestito”; sosta nel parcheggio del supermercato, le infilo una mano tra le cosce e la sditalino fino a farla venire; ci spostiamo nel parcheggio più centrale della città e lei mi ricambia con un bocchino con l’ingoio.
Il massimo, per il gusto della sfida, era la sveltina periodica nei cessi dei bar del centro.
Bar IL LOGGIATO
salone e saletta a destra dalla quale si accede al lungo corridoio che conduce al bagno, possibilità di essere scoperti livello alto. Uno dei due entrava, a volte prima lei o prima io, e l’altro la seguiva un mezzo minuto dopo; scopata veloce o pompino o ditalino con leccata di figa e via.
Bar DEL CORSO
alto coefficiente di rischio, l’ingresso è in vista sia dalla sala che dal passaggio che porta al piccolo giardino esterno sulla terrazza, lì appena un minuto, giusto un mezzo ditalino, mi bagnavo le dita nella sua figa e le succhiavo, oppure le facevo leccare a Francesca che si gustava i suoi umori.
DRINK GARAGE
altissimo rischio, si accede al bagno praticamente dalla sala, inoltre il bagno delle donne (lì al Bike preferivamo quello) non aveva la chiave, quindi di solito entrava per prima Francesca che appena arrivavo io si appoggiava al lavandino, io la prendevo da dietro alzandole una gamba nell’incavo del mio gomito, il piede sinistro piantato in terra per affondare bene i colpi (lì dentro una volta l’ho anche inculata venendole dentro) e il piede destro piantato contro la porta nel caso qualche avventore avesse provato a entrare.
Come vedete tutte circostanze accumunate dal piacere del proibito, dal divertimento di sapere che sicuramente qualcuno più di una volta abbia avuto il dubbio “ma quei due…”
Pochi minuti rubati all’aperitivo o una cena tra amici, in mezzo alla musica della notte bianca, o durante lo shopping natalizio.
Dimenticavo: una volta ci scappò una pompa anche da OVS in una località qua vicino, in un camerino di prova; molto facile entrare perché c’erano pochi clienti, molto difficile da fare perché era alto il rischio che una delle commesse passasse di lì
“Se arriva la commessa tiriamo dentro anche lei…”
“Provaci e con un morso te lo stacco” e si rimise a succhiarmi il cazzo.
Ma avevo appena iniziato a lavorarci su questa ipotesi…
Un pomeriggio, mentre scopavamo da me e Francesca mi stava leccando le palle, le venne a mente di ricambiare quello che le facevo sistematicamente, cioè leccarle il culo. All’inizio ero steso pancia in su, piegai le ginocchia, mi alzai sui talloni e Francesca allargandomi il culo inizio a leccare dalle palle fino al buco
“Dio come mi piace leccartelo!”
“Non sai quanto piace a me” mi segavo a tempo con la sua lingua
“Lascia fare a me, girati, mettiteli tu per una volta alla pecorina” Mi misi in posizione, anche con un certo disagio diciamo, non l’avevo mai fatto prima, con Francesca da dietro che inizi a leccarmi il buco del culo, facendoci passare sopra l’indice e con l’altra mano mi teneva il cazzo segandomi.
“Vorresti potermi inculare anche tu, eh?”
“No non lo farei mai, mi sembrerebbe di mancarti di rispetto…”
“Lo sai che da te mi farei fare di tutto…” Detto questo inizio a insistere con la punta dell’indice sul mio buco e piano piano inizio a infilarne dentro un pezzettino.
“Ahhh senti senti che porcellina, succhiami il cazzo mentre lo fai” Obbediente si prese il cazzo in bocca, tirandolo un po’ indietro e facendosi un po’ sotto tra le mie cosce, col dito ben piantato nel culo che ad ogni affondo mi faceva tirare il cazzo sempre più.
“Senti come ce l’hai duro adesso, ti piace così tanto?
“Da impazzire…”
“Non é che adesso mi diventi finocchio?”
“Te lo scordi! a me piace la figa e anche tanto, se mi metti un dito nel culo te, che sei una gran figa, mi va bene, ma basti tu.”



Grazie, apprezzo sinceramente ogni parere
Molto ma molto eccitante …
Ti ringrazio, sono felice che ti sia piaciuto 😄
Magnifica continuazione del racconto: una delle due moglie è ormai andata: si è resa conto di aver buttato via i…
ciao i tuoi racconti sono troppo belli, questo è stupendo quando arriverà la parte 2 ? magari a tema spanking