Claudia si svegliò quasi intontita con la percezione che ciò che era accaduto la notte precedente fosse solo un sogno. Ben presto realizzò che non era così. Il difficile però veniva ora. Far finta che non era successo nulla sarebbe stato molto complicato durante il pranzo di Natale che si sarebbe svolto di lì a poco. Soprattutto il suo timore era legato alla presenza dei suoi genitori. Sperava in cuor suo che tutto filasse liscio.
Non fece quasi neanche in tempo a realizzare che Anita non era nel letto che la vide entrare in camera. Non si mosse, facendo credere ad Anita che ancora dormisse profondamente. La osservò di nascosto mentre si sfilava la tuta e indossava il pigiama. Poi capì che si era infilata nel letto. A Claudia parve un tentativo di far credere che non si fosse mai alzata. Decise allora di stare al gioco e , passata una mezz’oretta, fece finta di essersi appena svegliata.
“Buongiorno” le disse Claudia guardandola sospettosa.
Anita si tirò su, stirò le braccia e ricambiò il saluto.
A questo punto fu del tutto chiaro a Claudia che la ragazza stesse nascondendo qualcosa, sebbene fosse ignara che il pancino della ragazza fosse colmo del seme di suo padre. Del resto anche Claudia aveva ora i suoi piccoli segreti. Improvvisamente si ricordò di Marco e di ciò che era successo. Gettò lo sguardo verso il letto del ragazzo solo per accorgersi che il letto giaceva immacolato, come se nessuno ci avesse dormito.
Nel corso della mattinata tutti si prepararono per il tradizionale pranzo natalizio, e Claudia fu l’ultima a scendere nel salone.
Notò subito suo padre Giulio che chiacchierava amabilmente con Loris e Anita. Appena il padre la vide la salutò con un entusiasmo che le parve esagerato. Anita non aveva certo lasciato spazio all’immaginazione, indossava dei leggings neri attillatissimi, un paio di scarponcini di pelle marrone, una maglia bianca di lanetta a maniche lunghe che le metteva splendidamente in risalto le tette, i capelli legati in due dolci codini, le unghie delle mani abbellite da un sensuale smalto colorato, ogni dito un colore diverso, un filo di trucco che metteva in risalto i suoi due occhi trasparenti.
“Ecco la mia piccola” le disse Giulio, baciandola.
“Ciao Papi” rispose Claudia.
Loris , che con un braccio cingeva le spalle di Anita, le chiese se avesse dormito bene.
“Benissimo , grazie” rispose educatamente Claudia.
Improvvisamente si ricordò dell’escursione.
“Ma papi, l’escursione come è andata?” chiese Claudia.
Giulio si illuminò. “Benissimo!” rispose. “Ne è davvero valsa la pena” aggiunse, gettando uno sguardo verso Loris e Anita.
A quel punto intervenne Loris: “ E’ stata una bellissima uscita. Abbiamo anche fatto una sostanziosa colazione” disse sorridendo.
Poi si rivolse ad Anita. “ E tu Anita, hai già fatto colazione?”
Anita sorrise timidamente . “Io si” aggiunse guardando prima Loris e poi Giulio.
Giulio diventò improvvisamente rosso come un gambero e Loris si mise a ridere di gusto. A Claudia questi particolari non sfuggirono. Perchè suo padre aveva avuto quell’improvviso ed evidente rossore? Perchè quella risata fragorosa di Loris?
Le sembro che i 3 facessero riferimento a qualcosa a cui lei non poteva accedere.
Tutto ad un tratto, furono interrotti dagli altri ospiti che li invitavano a servirsi al tavolo del buffet. Claudia salutò sia Luca che Augusto sentendosi un po’ a disagio visto ciò che era successo, ma i due uomini non fecero trasparire assolutamente nulla e la salutarono con estrema tranquillità e cortesia.
Ad un certo punto intervenne Gabriella.
“Un attimo di attenzione” disse con fare quasi teatrale. “Oggi avremo un ospite d’eccezione” ribadì , girandosi verso la scala che portava al piano superiore. “Nonno Carlo ci onorerà della sua presenza!”.
Un fragoroso applauso accolse Nonno Carlo che, sulla sua carrozzina spinta da Ricardo , fece il suo ingresso nel salone .
Tutti lo salutarono con entusiasmo, e Ricardo fu presentato a chi ancora non lo avesse conosciuto. Il nonno sembrava leggermente confuso da tutto quel vociare ma salutò tutti con una cordialità e un’ affabilità che Gabriella non vedeva da tempo in suo padre.
In un battibaleno tutti erano ormai seduti ai propri posti e durante le 3 successive ore fu servito il vero e proprio pranzo natalizio, durante il quale nessuno si risparmiò, e nel mangiare che soprattutto nel bere.
Servito infine il caffè i commensali si alzarono trascinandosi qua e là. Luca , Augusto e le donne cominciarono una serrata partita a carte , gli altri 2 , con nonno Carlo, trovarono posto sui divanetti del salotto in fondo alla sala , le due ragazze si isolarono sul divanetto vicino al tavolo dei giocatori. Ricardo,come tuttofare di casa, si congedò educatamente per sbrigare alcune incombenze, prima premurandosi che nonno Carlo non avesse problemi, e di Marco si persero ben presto le tracce.
Fu Loris ,come sempre, a movimentare la situazione richiamando le due giovani a unirsi al gruppetto. Claudia declinò l’invito, ora sentiva la nostalgia di Federico e aveva voglia di starsene per conto suo. Non così Anita, che accettò subito avvicinandosi al quartetto .
“Ecco la nostra Anita” le sorrise Loris.
Anita sgambettò fino al divanetto , rimanendo ferma, in piedi , proprio di fianco al nonno e di fronte ai due uomini seduti.
Giulio la osservò con famelica bramosia. Averla ora lì davanti dopo ciò che era successo gli procurò un’improvvisa e intensa erezione. Cercò di dissimulare, ma intanto sentiva la testa girargli, il vino cominciava a fare il suo effetto.
Improvvisamente il nonno,che sembrava completamente assopito, fu colto da un attimo di lucidità. Nel vedere il sederino della ragazza proprio di fianco a lui, allungò una mano e la appoggiò sulle chiappette, iniziando un lento palpeggiamento.
Anita diventò rossa e cercò blandamente di spostare la mano del vecchio.
“ Cosa fa sig. Carlo” provò a dire con la sua flebile vocina.
Loris non perse tempo, scoppiò a ridere .
“Bè, il nonno è uno che sicuramente sa prendere l’iniziativa” disse .
Giulio, memore della mattinata, stava già entrando in estasi mentre il nonno, non pago delle timide proteste di Anita, continuando a palpeggiare, esplorava a fondo con il palmo ben aperto , e poi con le dita spingeva sul tessuto fino a sentire il buchino del culo della giovane. Ci giocò un po’, cercando, di tanto in tanto, di andare più a fondo. Con delicatezza, la mano si spostò più in basso e col dito medio prese a sfiorare lentamente la fighetta, cercando di intrufolarsi all’interno delle labbra. Dall’altro tavolo giungeva sommesso il vociare dei giocatori di carte, ignari di quel che stava accadendo. Giulio assisteva immobile come una statua di sale, preoccupato che qualcuno potesse rendersi conto della situazione, ma Loris gli fece cenno di tranquillizzarsi, un perentorio invito a godersi la scena. Poco dopo il nonno si issò faticosamente in avanti e, cingendo i fianchi della ragazza, la condusse docilmente verso di sé invitandola a sedersi sulle sue gambe. Anita, dopo aver buttato un veloce sguardo verso gli altri commensali, si accoccolò sulle cosce di Carlo il quale repentinamente iniziò a far scorrere entrambe le mani sulle cosce tese della ragazza, per poi salire, fino al bordo superiore dei leggings, indi scostandolo leggermente al fine di intrufolarci le dita, che ora percepivano direttamente il sensuale tessuto degli slippini. In un attimo le mani salirono, seguivano il contorno dei fianchi, per poi incunearsi all’interno della bianca maglia di lanetta e giungere così alle tette di Anita, strette in un reggiseno di pizzo nero. Senza remore, nonno Carlo prese a palpeggiarle ,seguendone il contorno, stuzzicando poi i capezzoli che la ragazza aveva tesi, eccitatissimi. Anita ora sentiva il gonfiore sotto di lei farsi sempre più pronunciato e prese a strusciare con delicatezza e cautela il suo sederino sul cazzo del nonno. Tenendosi leggermente ai braccioli della carrozzina, iniziò a ondeggiare avanti e indietro, cercando di accentuare il contatto della fighetta con l’uccello, ora durissimo, mentre il nonno seguitava a palparle entrambe le tette, ora spingendone una sull’altra, ora massaggiandole con vigore.
Giulio osservava la scena ,il suo viso come una maschera, rapito da quel folle strusciamento e dai due codini sbarazzini di Anita, che ondeggiavano quasi in sincrono coi movimento del bacino. Loris contemplava compiaciuto, comprendendo che la ragazza si divertiva a portare l’asticella dei suo limiti sempre un po’ più in là.
Ci fu poi un primo mugolio del nonno, al quale Anita rispose aumentando lo strusciamento e incentivando, quanto più possibile, il contatto col membro teso. Poi ce ne fu un secondo, Anita guardò eccitata i due uomini seduti di fronte, conscia del fatto che anche i loro cazzi, sotto i pantaloni, erano in piena erezione. Si girò verso i commensali, si rese conto che erano concentrati sulla loro partita, e aumentò il movimento, come se stesse facendo una sega col suo prezioso piccolo sederino. La cappella del nonno stava venendo messa a dura prova e fu in quel momento che arrivò il terzo mugolio, più forte e intenso.
Immediatamente Gabriella , dall’altro lato della sala, intervenne: “Oddio, che succede? Nonno, tutto bene?”. Fu Loris a intervenire con prontezza, alzandosi e impedendo la visuale dall’altro lato e tranquillizzando tutti.
“Nulla Gabriella, nulla. Non preoccuparti. E’ semi assopito, probabilmente sta sognando”.
Il significato del mugolio era invece molto diverso. Il nonno non riuscì a trattenersi e cominciò a sborrare copiosamente nelle mutande. Anita sentì il cazzo, premuto sulla sua fighetta, pulsare sempre più. Nel giro di pochi secondi dalla cappella violacea del nonno eruttarono una serie di schizzi abbondanti, contenuti a stento dagli slip. Eccitatissima, staccò le sue splendide chiappe dall’uccello dell’uomo un attimo prima di bagnare i leggings, e assistette al formarsi di una lieve macchia di seme formarsi sui calzoni del vecchio. Dal viso dell’uomo trasparì quasi una beatitudine celeste e tutta la faccenda lo spossò completamente.
Loris, prima di risedersi, la guardò soddisfatto.
“Ma Anita” le disse quasi sottovoce guardando nel contempo Giulio e gettando una copertina sulle gambe del vecchio a nascondere la macchia. “Cos’hai fatto fare al nonno?”.
Anita fece spallucce sorridendo a lui e a Giulio.
“Forse è il caso che tu ora…” ma la frase gli rimase tra le labbra poiché proprio in quel momento Ricardo fece capolino nella sala. Si accorse immediatamente dello stato di intensa prostrazione del Nonno.
“Mi sembra molto stanco. Forse è meglio se lo porto a fare un riposino” disse, guardando sospettosamente Anita e Loris. Agganciò le mani alle maniglie della carrozzina ed entrambi sparirono al piano superiore.
Poi anche i 3 si unirono alla combriccola al tavolo di carte.
Questo racconto è opera di fantasia. Tutti i personaggi,gli episodi e le battute di dialogo sono da intendersi come del tutto immaginari. Niente di ciò che è narrato è da alludere a persone,cose o situazioni reali.
Per commenti: psychedelicat1@yahoo.it



Sono arrivato ad un bivio: - lasciare evolvere gli eventi fino al degrado delle mogli, quindi dare ai mariti solo…
Wow, sei arrivato già al quarto capitolo: fantastico, posso chiederti perchè ti sei bloccato? Forse con l'evolvere della storia diventa…
Molto bello
scusa, al quarto sono bloccato!
ti ringrazio, mi fa molto piacere sapere che ti sia piaciuto! il secondo capitolo l'ho completato. nel terzo sono bloccato.…