La grande casa di campagna della nonna era il ritrovo abituale della mia famiglia durante le festività e i fine settimana. Nonostante l’aria accogliente e i ricordi d’infanzia sparsi in ogni angolo, non avevo mai sviluppato un buon rapporto con la famiglia di mio padre. Ogni volta che mi trovavo lì, preferivo rimanere in silenzio, osservando tutto da lontano con i miei occhi marroni attenti e pensierosi.
A 18 anni, ero molto alto, con capelli ricci e mori che mi conferivano un’aria sbarazzina. La mia presenza era imponente, ma il mio atteggiamento riservato e introverso faceva sì che spesso passassi inosservato durante le chiacchiere familiari. Non mi sentivo mai a mio agio in quelle riunioni, preferendo restare in disparte, immerso nei miei pensieri.
Ho molti ricordi negativi legati a quella casa, ma i più belli riguardano mia zia Francesca.
Francesca, una donna di cinquant’anni, era una figura di spicco nelle riunioni familiari. Alta e slanciata, con capelli castano scuro che le cadevano oltre le spalle, emanava un’eleganza naturale. Il suo viso allungato, le labbra carnose a forma di cuore e gli occhi castani conferivano al suo sguardo un tocco di mistero. Vestiva sempre in maniera elegante e appariscente, attirando gli sguardi di chiunque la guardasse.
Il suo corpo era ben proporzionato: gambe lunghe e sinuose, un sedere tondo e sodo che accentuava la sua figura slanciata, e un seno sodo e generoso che completava il quadro di una donna che, nonostante l’età, manteneva una bellezza che non passava inosservata.
Il nostro rapporto era sempre stato distaccato, fatto di chiacchiere di convenienza e lunghi silenzi imbarazzanti. La differenza di età e il suo atteggiamento riservato non avevano mai permesso una vera connessione tra noi. Tuttavia, nell’ultimo periodo, le circostanze ci portavano spesso a trovarci soli nella casa della nonna.
La nonna, ormai anziana, richiedeva sempre più cure e attenzioni. Francesca, essendo una delle poche della famiglia a non avere impegni lavorativi stringenti, trascorreva molto tempo con lei, occupandosi della casa e delle sue necessità. Io, invece, usavo la casa della nonna come punto d’appoggio per vedere i miei amici che vivevano nei dintorni e che non potevo vedere spesso abitando piuttosto lontano.
Una sera, tornai a casa più tardi del solito dopo una serata passata con gli amici. Il lungo corridoio della casa della nonna era silenzioso e semi buio, con solo poche luci fiocamente accese. Mentre camminavo verso la mia stanza, notai una luce soffusa provenire da una porta socchiusa più avanti. La curiosità prese il sopravvento su di me e mi avvicinai silenziosamente per guardare.
Spinto da una combinazione di inquietudine e fascino, spinsi appena la porta per dare un’occhiata. L’interno era parzialmente illuminato, abbastanza per vedere mia zia Francesca in piedi di fronte a uno specchio, intenta a indossare un intimo di pizzo nero che metteva in evidenza il suo corpo stupefacente ed eccitante. Il contrasto tra la luce soffusa e le ombre accentuava le curve sinuose del suo fisico, rendendola ancora più affascinante e seducente.
Il mio respiro si fece più profondo mentre la guardavo, quasi senza fiatare per paura di essere scoperto. Era un momento intimo e personale, che mi colse di sorpresa. Non potevo fare a meno di sentirmi attratto da lei in quel momento.
Tornai in stanza con impresso nella mente quello che avevo appena visto. Non riuscivo a smettere di pensarci e mi diedi piacere più volte quella notte, facendo pensieri su zia Francesca. Ero completamente invaghito di lei, e questa ossessione iniziò a manifestarsi anche durante il giorno.
cominciai a fissarla spesso, incapace di distogliere lo sguardo. Francesca sembrava non notarmi più di tanto, forse abituata alla mia presenza silenziosa. Ogni occasione era buona per osservarla: mentre cucinava, quando si occupava della nonna, o semplicemente mentre si muoveva per la casa con la sua naturale eleganza.
Dopo qualche giorno, iniziai a fare complimenti casuali. “Hai un bel vestito oggi, zia” dicevo, cercando di mascherare il mio interesse con un tono innocente. Oppure, “Mi piace come hai sistemato i capelli”. Tuttavia, le mie parole sembravano scivolare su di lei senza lasciare traccia. Francesca rispondeva con un sorriso cortese o un semplice “Grazie”, ma nulla di più.
La mia eccitazione cresceva, offuscando il mio giudizio. Decisi di osare di più, senza curarmi troppo delle conseguenze. Iniziai con commenti più sospetti, cercando di sondare il terreno. “Zia, hai un corpo davvero invidiabile per la tua età”, dissi una volta, cercando di sembrare disinvolto. Lei mi guardò con un sopracciglio alzato, ma non rispose.
Passai agli avvicinamenti fisici. Un giorno, mentre eravamo soli in cucina, mi avvicinai dietro di lei e poggiai delicatamente la mia virilità sul suo fondoschiena con una scusa banale. “Scusa, devo prendere questo”, dissi, cercando di sembrare casuale. Francesca si irrigidì per un attimo, poi si allontanò leggermente.
Fu allora che iniziarono i rifiuti. Ogni volta che cercavo di avvicinarmi troppo, lei trovava una scusa per allontanarsi. “Devo andare a controllare la nonna”, diceva, o “Ho del lavoro da finire”. Nonostante questi rifiuti, non riuscivo a fermarmi. L’attrazione che provavo per lei era diventata troppo forte.
Fu allora che avvenne la svolta. Qualche giorno dopo, mi ritrovai ad usare il computer di mia zia per delle cose riguardanti l’università. Mentre stavo lavorando, notai delle notifiche da Messenger che continuavano a comparire in basso a destra dello schermo. All’inizio cercai di ignorarle, ma la curiosità ebbe presto il sopravvento. Aprii la finestra delle notifiche e vidi una chat aperta con un certo “Marco”. Le prime righe della conversazione mi fecero sobbalzare: Marco le chiedeva di vedersi al solito posto per “divertirsi”. Incuriosito e un po’ sconvolto, decisi di scrollare verso l’alto per leggere meglio l’intera conversazione.
Le righe precedenti rivelarono dettagli che non avrei mai immaginato. C’erano messaggi pieni di doppi sensi e riferimenti espliciti ai loro incontri segreti. La cosa che più mi colpì fu lo scambio di foto. Francesca aveva inviato a Marco diverse immagini provocanti, in cui indossava lingerie sexy e posava in maniera molto seducente. Queste foto mettevano in evidenza il suo corpo in modo che non avevo mai visto, facendo riaffiorare in me quella sensazione di eccitazione mista a colpa che avevo provato giorni prima.
Francesca stava chiaramente tradendo suo marito, e queste prove erano lì, davanti ai miei occhi. Decisi di fotografare le schermate delle chat e le foto compromettenti con il mio cellulare. Le salvai con la consapevolezza che queste immagini avrebbero potuto essere utili in futuro.
Con il cuore ancora in tumulto, chiusi velocemente le chat e terminai il mio lavoro al computer. Tornai in camera mia, incapace di smettere di pensare a quello che avevo appena scoperto. La consapevolezza di avere queste informazioni su Francesca mi dava un certo senso di potere, ma allo stesso tempo mi faceva sentire ancora più confuso e eccitato. Avevo ora una leva, qualcosa che poteva cambiare completamente il nostro rapporto.
Quella notte, mentre ero a letto, la mente tornava continuamente a quelle immagini. L’idea di Francesca in quelle pose, il sapere che si incontrava segretamente con un altro uomo, tutto questo alimentava le mie fantasie. Non potevo più ignorare i miei sentimenti e decisi che avrei usato queste informazioni per avvicinarmi a lei in modo più deciso. Ero pronto a rischiare, a giocare la mia carta, senza curarmi troppo delle possibili conseguenze.
un pomeriggio dopo pranzo, mi ritrovai a gironzolare per la casa. La nonna dormiva profondamente sul divano del salotto, come era solita fare dopo aver mangiato. La casa era silenziosa, e l’unico rumore era il ticchettio dell’orologio a muro.
Mentre camminavo per il corridoio, notai Francesca dirigersi verso lo studio. Sapevo che spesso andava lì per cambiarsi e l’idea di rivederla in intimo mi fece accelerare il passo, quasi senza rendermene conto. La seguii fino alla porta dello studio, dove lei entrò lasciando la porta socchiusa. Mi fermai un attimo fuori, cercando di controllare il battito del mio cuore, poi spinsi la porta e entrai silenziosamente.
La trovai intenta a sbottonarsi la camicia. Ogni bottone che slacciava rivelava sempre più della sua pelle chiara e del reggiseno bianco che conteneva il suo seno generoso. Il contrasto tra la sua pelle e il tessuto bianco era elettrizzante, e per un momento mi sentii quasi stordito dalla vista.
Appena mi vide, Francesca sussultò e cercò di coprirsi in fretta, con il volto che si era colorato di un rosso acceso. “Ale, cosa stai facendo qui? Esci subito!” disse con voce ferma ma tremante.
Mi avvicinai a lei, ignorando le sue parole. Estrassi il telefono dalla tasca e aprii le foto delle chat che avevo scattato. Le mostrai lo schermo senza dire nulla. Francesca guardò il telefono e, mentre leggeva i messaggi e vedeva le immagini, il suo volto passò dal rosso acceso al pallore.
“Devi comportarti meglio nei miei confronti,” dissi con un tono basso e deciso, osservando ogni sua reazione. Lei rimase impietrita, incapace di trovare le parole.
Con delicatezza, ma con determinazione, la spinsi verso una libreria che occupava una parete dello studio. Mentre lei indietreggiava, il suo sguardo era fisso su di me, misto di paura e confusione. Una volta che fu contro la libreria, avvicinai una mano al suo seno, sentendo la morbidezza del tessuto e la forma perfetta sotto di esso. Con l’altra mano le accarezzai il volto, cercando di rassicurarla, anche se sapevo che il mio tocco non avrebbe potuto fare molto per tranquillizzarla.
“Se fai come ti dico, non dirò niente a nessuno,” sussurrai vicino al suo orecchio. Le mie parole sembravano riecheggiare nel silenzio dello studio. Francesca chiuse gli occhi per un momento, come se stesse lottando internamente. Poi, con un sospiro rassegnato, aprì gli occhi e annuì leggermente, accettando silenziosamente la mia condizione.
Il silenzio tra di noi era carico di tensione mentre io continuavo a toccarla, sentendo l’eccitazione crescere dentro di me. Sapevo che quello era solo l’inizio di qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il nostro rapporto.
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?