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Perdere la verginità con un uomo maturo

By 29 Settembre 2024No Comments

Questa è la storia vera di come ho perso la verginità a 19 anni.
Mi ero trasferito lontano da casa per studiare all’università e condividevo un appartamento con altre due coinquiline. Per questioni di rispetto, non volevo invitare sconosciuti in casa nel weekend, quando loro tornavano dai genitori e lasciavano il posto tutto per me. L’idea poi mi spaventava, non avendo mai fatto niente con un altro uomo prima di allora.
Avevo sempre saputo che mi piacevano gli uomini e che ero esclusivamente passivo. Da anni usavo tutto quello che trovavo in casa per allenare il mio culo ad allargarsi a piacere. Adesso che ero lontano da casa e da sguardi indiscreti, potevo dedicarmi completamente ai miei desideri.
Mi scarico Grindr e inizio a scrivermi con un po’ di gente durante la settimana, in preparazione del weekend. Arriva venerdì sera, e non sono ancora riuscito a organizzare niente. Sconfitto, esco di casa e passeggio per la città. Continuo a controllare l’app, finché uno non mi scrive per un pompino. Non è quello che cerco, ma lui insiste: ha avuto una giornata difficile e ha bisogno di sfogarsi. L’idea di essere l’oggetto del suo sfogo mi eccita. Accetto, con la speranza di convincerlo a usarmi anche in altri modi.
Alla porta di casa mi saluta un omone siciliano sulla trentina, che assomiglia all’attore Salvatore Esposito. È timido e parla a voce bassa. Mi spiega che è appena tornato da un turno di molte ore in ospedale e che da un qualche tempo nessuno lo veniva a trovare. Dopo i convenevoli mi prende la mano e mi porta in camera sua, completamente immersa nel buio. Si gira verso di me e si avvicina per baciarmi. Io allungo le mani dietro di lui e gli afferro il culo. Lo spingo verso di me e lo bacio. Sento già il suo cazzo indurirsi. Gli tolgo lentamente la maglietta e osservo con piacere il suo corpo. È massiccio, ma le sue forme sono ben definite. Gli bacio i capezzoli e poi mi inginocchio. Lui mi afferra la testa con le due mani, le fa passare in mezzo ai miei capelli e mi spinge in basso. Lo guardo sorridendo e gli slaccio i pantaloni. Da sotto le mutande vedo già il suo cazzo puntarmi direttamente. Lui si siede sul letto e si lascia cadere sdraiato. Gli sfilo i boxer e lo vedo: tutto depilato, lungo circa 11 cm, si ingrossava nel mezzo e curvava leggermente verso il basso sulla punta, che stava già perdendo liquido. Lo lecco dalla base alla punta. La mia lingua lo avvolge lungo i suoi 4 cm di diametro. Perdevo molta saliva, dalla voglia che avevo di ingoiarlo, che scendeva e gli ricopriva i testicoli. Con la mano gli afferro il cazzo e inizio a baciargli le palle. Lui mi accarezza la testa. Amo ricevere tutte queste attenzioni. Lui applica una leggera pressione: vuole che mi muovo. Apro la bocca e spingo un testicolo dentro, mentre lo masturbo lentamente. Sento che geme, allora allargo le labbra il più possibile e spingo anche l’altra palla dentro. La sensazione è meravigliosa. Sono sode ma circondate da uno strato morbido di pelle. Ci gioco con la lingua. Lui solleva la schiena e geme ad alta voce. Io faccio il possibile per coprire i denti e non morderlo, ma lui continua a tremare. Con le braccia gli circondo le sue cosce portentose e lo trattengo. Sforzo la mandibola e riesco a farle uscire. Peccato, le avrei tenute dentro ancora un bel po’. Sono troppo arrapato e metto tutto il suo cazzo in bocca. Lui mi afferra la testa con entrambe le mani e inizia a sbatterla avanti e indietro. Mi scopa la bocca, e per aiutarlo rilasso tutti i muscoli. Lui continua ancora e sento che non è abbastanza. Voglio sentire il suo corpo ancora di più. Allungo le mani e gli afferro la pancia e i pettorali. Lui si solleva, prima seduto, poi in piedi. Alzandosi mi spinge indietro, ma trattiene la presa con forza. Io perdo l’equilibrio e, per non rimanere soffocato, gli circondo la vita con le braccia e mi afferro alle sue natiche massicce. Lui rallenta i colpi, cercando di spingerli più a fondo possibile. Mi sistemo sotto di lui e rimetto le mani sul suo corpo, ma lui le afferra e le riporta sulle sue chiappe. Poi mi afferra di nuovo la testa e mi chiede “Sei pronto?” Senza neanche guardarmi aumenta la velocità, io gli stringo il culo e lo massaggio finché non urla “Sto per venire” Spinge tutta la mia faccia contro di sé e urla dal piacere. Sento nel fondo della mia bocca la sua sborra calda che mi riempie. È molto salata e per poco non soffoco, ma lui esce subito e si lascia cadere sul letto, distrutto. Io ingoio tutto contento e mi siedo di fianco a lui sul letto. Gli leggo sul volto che ha esaurito tutte le forze. Ha il fiatone e ridacchia soddisfatto. Mi guarda. Non sa che sono vergine, gli ho detto che l’ho già fatto diverse volte. “Sei un esperto cazzo” mi dice mentre si tira su. “Vuoi dell’acqua?” “Si, volentieri guarda”
Parliamo del più e del meno. Lui è un’altra persona adesso, si vede che la giornata era stata davvero pesante. Gli chiedo, giusto per sicurezza, se vuole continuare. Lui risponde dispiaciuto che ha bisogno di dormire. Mi accompagna alla porta, ancora nudo. Mentre esco lo sculaccio con decisione e gli faccio l’occhiolino. Un orso così me lo scoperei. Lui mi sorride imbarazzato.
Per me la serata non è ancora iniziata. Questo era solo l’antipasto. Vagare per la città però non porta da nessuna parte. Dopo venti minuti a camminare al freddo mi sento profondamente insoddisfatto, e mi avvio verso casa, sapendo di finire questa serata con la solita sega veloce. Vedo però un messaggio che mi era sfuggito: tre foto nude di un uomo. È probabilmente sulla quarantina, con il tipico fisico da padre: muscoloso ma con tracce di grasso, che gli davano un aspetto insieme massiccio e morbido. Io ho un debole per gli uomini maturi, perciò quelle foto mi bastavano per eccitarmi a mille. Il suo cazzo era almeno 16 cm, ricurvo verso sinistra (se guardato inginocchiato davanti a lui), con due testicoli enormi. Tutto il suo corpo era perfettamente depilato. In risposta gli mando qualche mia foto da nudo: depilato, magro ma dal fisico massiccio, con un culo rotondo e paffuto.
“Ti va?”
“Subito”
“Ecco la posizione. Ultimo piano. La porta è aperta”
Abita in cima a un vecchio palazzo. Il suo è l’unico appartamento dell’ultimo piano, tutto in legno. L’atrio è piccolissimo: davanti a me ci sono degli scalini, a destra la porta del bagno aperta e all’angolo un’altra porta, chiusa. Dietro questa, sento la sua voce che mi dice di entrare. Mi tolgo le scarpe e apro la porta. La stanza è poco più grande dell’atrio, il letto matrimoniale è appoggiato contro l’angolo opposto della camera e la luce proviene unicamente da una lampada da notte appoggiata sul comodino di fianco a lui.
Lui è sdraiato, nudo. Mi guarda: “Spogliati.” Gli sorrido e mi giro al contrario. Davanti a me vedo il suo armadio, completamente ricoperto di specchi. Non serviva nemmeno che mi girassi, aveva già intenzione di guardarmi il culo mentre mi denudavo. Gli sorrido attraverso lo specchio e comincio a spogliarmi lentamente, prima togliendo la felpa e la maglietta e passando poi ai pantaloni. Non li lascio cadere, li porto lentamente verso terra, posizionandomi a novanta gradi. Gli faccio l’occhiolino attraverso lo specchio. Lui si alza e si avvicina, spingendomi il suo membro ancora molle contro le mutande. Con le mani sulla mia pancia, mi guida su con la schiena finché non sono appoggiato ai suoi pettorali. Mi bacia il collo e mi massaggia il petto. Si vede che ha molta esperienza. L’idea di perdere la verginità con lui mi eccita così tanto che faccio fatica a respirare e il mio respiro si fa pesante. Mi appoggio completamente a lui, che mi tiene in piedi senza sforzi. Percepisce il mio desiderio e porta una mano alla mia gola e una sotto le mie mutande, a massaggiarmi il buco. “Tranquillo, non agitarti. Adesso ti do quello che vuoi.” Io lo guardo supplichevole nello specchio e annuisco. Mi afferra il mento e mi gira il viso per baciarmi. Sento la sua lingua in bocca che si impone sulla mia. Mi afferra il culo con forza estrema, ci affonda le dita e poi lo sculaccia. Mi giro e ci guardiamo intensamente. Vedo bene il suo viso per la prima volta e mi accorgo che è davvero bello: ha i capelli corti, ben tenuti e con delle sfumature di grigio, come la barba, che gli mette in risalto le lebbra carnose. Anche lui nota il mio viso per la prima volta e sorride. Si rimette sdraiato sul letto e tira un paio di colpetti sul posto vuoto di fianco a lui. Il suo cazzo adesso è eretto. Dal vivo sembra molto più grande. Mi tolgo le mutande e salgo sopra di lui. Strofino il mio culo sopra il suo cazzo duro. Lo sento pulsare contro il mio buco. La sua cappella sembra così grande adesso, ho bisogno di sentirla dentro di me.
“Ho appena succhiato un altro, ti va di scoparmi subito? Non voglio aspettare ancora.”
Mi guarda un attimo confuso e poi mi spinge da parte. Si tira su, si sposta dietro di me e mi sistema a pecorina. Mi allarga le gambe e spinge sul mio culo per abbassarlo. Afferra le mie chiappe e le separa, aprendo per bene il mio buco. Inizia a leccarlo. Ci gira intorno con la lingua, ci sputa sopra e la spinge tutta dentro di me. Io gemito leggermente. Con una mano mi masturba, con l’altra mi tira qualche schiaffo sul culo. Sento la sua lingua muoversi e spingere dentro il mio buco. Sembra che stia già entrando con il suo cazzo. Esce fuori e mi morde una chiappa. Io lancio un piccolo urlo un po’ femminile. “Che brava.” Mi giro a guardarlo e lo vedo sopra di me, davanti al mio culo aperto. Non mi sono mai sentito così sottomesso a qualcuno. Lui mi guarda con soddisfazione. Scuoto il mio culo e gli chiedo deluso “Perché ti sei fermato?” Prende un preservativo dal comodino e se lo infila. Io continuo a guardarlo. “Hai anche lubrificante?” Lui si sporge sopra il mio culo e mi spinge la testa in basso. “Stai giù. Per le troie come te, lo sputo basta e avanza.” Lascia cadere un po’ di saliva sul suo cazzo, sputa veloce sul mio buco e inizia a spingere. Io non sono pronto e tiro un urlo: “Piano!”
Lui si ferma, si sistema e mi afferra i fianchi. La sua punta è ancora dentro, sento il mio buco pulsare intorno alla sua cappella. Ricomincia a spingere piano. Sento che intanto si inclina sempre più in avanti. Il suo peso inizia a schiacciarmi, il suo cazzo ormai è arrivato a metà. Inarco la schiena e mi appoggio completamente con il petto al letto. “Fai un po’ troppo quello che vuoi troietta. Adesso ti rimetto al tuo posto.”
Sento che stringe con forza i miei fianchi e con un colpo deciso lo spinge tutto dentro. Io inizio a gemere ad alta voce, ma, prima che possa abituarmi, mi afferra i capelli e inizia a sbattermi con forza, tirandomi indietro. Il mio gemito non si interrompe più e anzi cresce a ogni colpo. Mi scopa con così tanta forza che le mie gambe iniziano a cedere. Lui se ne accorge e fa forza verso il basso, facendomi sdraiare. Mette le mani sulla mia schiena per tenermi sotto di sé. A ogni colpo sento il mio culo rimbombare contro il suo corpo. Nonostante il mio buco si stia abituando, sento ancora che stringe intorno alla sua cappella. “Come sei stretta.” Rallenta e cerca di spingere in profondità a ogni colpo. Inizia a uscire e rientrare, sento il mio buco che si allarga e si restringe ogni volta che esce.
All’improvviso si ferma. Io muovo un po’ il culo per invitarlo a rientrare, ma lui non si muove. “Mi sa che il preservativo si è tolto.” dice. Mi tiro su a pecorina e lo guardo. Lui si guarda intorno, controlla sul letto sotto il mio culo e poi guarda il mio buco. “Come sei bella cazzo.” “Allora muoviti e rientra.” “Non ho altri preservativi.” Lo guardo scettico. “Rientro senza preservativo, mi testo regolarmente e sono a posto. Se vuoi ti faccio vedere i test.”
Io continuo a guardarlo e mi avvicino con il culo. Lo muovo su e giù lungo tutto il suo cazzo duro. Lui sorride e ridacchia contento. “Così mi piaci. Girati.” Senza neanche lasciarmi il tempo, mi afferra per le gambe e mi mette a pancia in su. “Adesso ti riempio tutta.” Mi solleva le gambe e se le appoggia sulle spalle. Si riempie la mano di saliva, lubrifica il cazzo e lo spinge dentro. Da quella posizione riesce ad andare più in profondità e a ogni colpo sento una fitta in fondo al buco. Non riesco a trattenere le urla. Lui mi mette un pollice in bocca e mi fa stare in silenzio. Mi sbatte così forte che non riesco a guardarlo fisso in faccia per più di qualche secondo. Con l’altro braccio mi stringe entrambe le gambe al suo petto. Non riesco a muovere un muscolo. I suoi occhi sono indemoniati, i denti digrignati. Ogni colpo è così violento che deve trattenere anche lui le urla. Per lo sforzo inizia a salivare e bagna tutto il collo. Io mi tengo con le mani alle sue braccia possenti. “Sei mia cazzo.” urla a un certo punto. La sua faccia si contrae e all’improvviso mi sbatte con tre colpi violenti. Sento la sua sborra che inonda il buco. Stringo il buco più che posso e lui geme.
Sposta le mie gambe intorno al suo bacino e si sdraia sopra di me. Sento il suo respiro affannato e il suo sudore sul mio petto e sulla pancia. Lo abbraccio e gli mordo leggermente l’orecchio. Lui solleva la testa e mi bacia appassionatamente. Ricomincia a scoparmi con dei movimenti lenti e profondi. Gli stringo le chiappe e le spingo verso di me. Lui si ferma e mi guarda: “La prossima volta te la faccio ingoiare tutta.” Io gli faccio l’occhiolino e lui sorride. Si tira su e tira fuori il suo cazzo ormai flaccido. Tutto il suo seme caldo cola lungo il mio culo. Sento un vuoto dentro di me. Il suo cazzo ha aperto una voragine nel mio buco, sento che potrebbe allargarlo all’infinito. “Vai a pulirti.” Eseguo il suo ordine. Una volta finito in bagno noto il preservativo. Si era sfilato dentro di me. Il mio buco era troppo stretto e lui mi scopava con troppa forza. Glielo racconto e lui ride. Alla fine passiamo tutta la notte insieme. La prima di tante notti.

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