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Prima esperienza cuckold inaspettata

By 2 Luglio 2024One Comment

Premetto che quanto narrato non è frutto di sola fantasia ma è veramente accaduto a me e mia moglie 5 anni fa. I nomi ed i luoghi sono di fantasia ovviamente.
Io sono Luca, ho 60 anni, corporatura nella norma, impiegato nella pubblica amministrazione, dedito al lavoro ed alla famiglia, molto innamorato di mia moglie Mara, signora molto riservata, anche lei tutta casa lavoro e figli ai quali ha dato una buona e sana educazione. Lei è una prof della scuola secondaria, una “donna” veramente con tutti gli attributi. Adesso Mara ha 55 anni ma è tuttora una signora piacente, con tutte le forme al posto giusto, veramente una bella donna, capelli biondi che porta sempre pettinati a chignon. Belle mani sempre curate con smalto e gonne poco sopra il ginocchio. E’alta 1,68 formosa e nonostante tenga a non mostrarsi, le sue forme riescono sempre a farsi notare dai maschi del paese in cui abitiamo. Porta sempre scarpe con tacco 10/11.
Abitiamo in una frazioncina a Sud di Firenze ed entrambi amiamo le chat sui social visto che qui le occasioni di svago sono poche. La sera dopo cena ognuno apre il proprio portatile e ci colleghiamo a Facebook, il nostro social preferito. Entrambi abbiamo messo una foto sul profilo ed una piccola descrizione di noi. Io ho una foto in camicia aperta e jeans, mia moglie una foto intera seduta ad un tavolo con le gambe accavallate.
Mia moglie Mara non ama molto chattare con maschi e quindi chattaosolo con sue coetanee per scambio di esperienze perlopiù familiari.
Una di quelle sere mentre stavo cercando con chi trascorrere qualche ora mi fermo a parlare con un signore sulla cinquantina, un certo “rasoda” (se mi legge mi riconosce), questo era il suo nik .
Lui abitava dalle parti di Sesto Fiorentino e mi diceva che avrebbe voluto conoscere una donna sulla cinquantina per scambiarci quattro chiacchere ma che non gli riusciva trovare la persona giusta. Avrebbe voluto una donna di una certa cultura con la quale potersi rapportare e scambiare conoscenze ed esperienze.
Non so perché ma mi ispirò fiducia ed io gli raccontai di me, che ero sposato e che mia moglie era una prof. di scuola media che amava l’arte e l’archeologia.
“Sarebbe una fortuna potessi incontrare una persona così, purtroppo non è facile trovarne” mi scrisse mettendo una faccina triste.
“Se vuoi puoi chattare con mia moglie su facebook Lei è laureata in storia dell’arte. Ti do indirizzo ma non dire che te lo ho dato io, lei mi ammazzerebbe”. Misi una faccina sorridente e gli inviai il Nik “Mara60”.
Il giorno seguente come al solito mi collegai al social e trovai questo messaggio di “rasoda”: “Ho trovato il Nik di tua moglie su Facebook ed ho potuto ammirare le sue foto. Sei davvero fortunato. Tua moglie è di una bellezza rara. Ora provo a mandarle la richiesta di amicizia . Spero di poter chattare con lei”.
“Ti ringrazio dei complimenti ma non so se lei vorrà chattare è molto riservata. Comunque prova e poi mi dici come è andata”.
La sera successiva mi collego e trovo questo messaggio: “Sono riuscito a chattare con tua moglie. E’ stata molto carina con me. E’ una persona con una infinità di interessi e mi piacerebbe continuare questa amicizia se a te non dispiace.”
“Ma no figurati !” scrissi come risposta, “se vuoi ci sentiamo a voce”. Ci scambiammo i cellulari.
Passarono un paio di giorni senza che lo vedessi collegato, poi una mattina mentre ero al lavoro mi suonò il cellulare.
“Ciao Luca sono Paolo, ovvero “rasoda”, ti disturbo? Volevo parlare un poco con te” mi disse lasciandomi un attimo sorpreso.
“Ciao Paolo ben sentito che fai di bello? “ risposi con una cortesia di circostanza. “Sono contento che tu abbia trovato in mia moglie la persona con i tuoi stessi interessi, magari in seguito ci conosceremo personalmente visto che non siamo lontanissimi. Ora devo salutarti perché sto lavorando ed ho gente. Ci risentiamo.” lo salutai senza lasciargli dire quello che avrebbe voluto dirmi e dentro di me speravo di non risentirlo.
La sera stessa dopo aver cenato dissi a mia moglie di aver trovato sul social un certo “Rasoda” persona molto affabile ed abbastanza colta, senza dirle che gli avevo dato il suo nik di Facebook e che ci eravamo sentiti al cellulare.
“Guardacaso Luca la stessa persona che tu dici, qualche sera fa mi ha chiesto l’amicizia ed io ho accettato. E’ una persona molto garbata ed è molto preparato sull’archeologia che da sempre mi affascina. Ci ho chattato per quasi un’ora e ci siamo scambiati il cellulare. Spero non ti dispiaccia. Non ti ho detto nulla anche perché non credo che mi chiamerà mai.” Mi disse con l’aria ingenua di chi ha fatto una cosa del tutto normale.
Alcune sere dopo, mentre eravamo sul divano a guardare la TV, Mara esordì così sorprendendomi: “Stamani Rasoda mi ha chiamata mentre ero in classe e mi ha chiesto se potevamo incontrarci all’uscita della scuola nella pausa pranzo. Sono molto indecisa se accettare ma allo stesso tempo anche curiosa di conoscere che persona è. In fondo non c’è nulla di male se ci vediamo al bar per due chiacchere. Non credi? Comunque dimmi tu cosa è meglio che faccia.”
“Si Mara non ci sono problemi. In fin dei conti hai ragione, non ci vedo nulla di male. Avete interessi comuni ed è giusto che ne possiate parlare” risposi anche se non mi sentivo molto tranquillo.
Il giorno successivo all’ora di pranzo la chiamai: “Tutto bene amore? E’ venuto Paolo?”
“Si caro, siamo qui al bar insieme. E’ una persona davvero interessante. Mi sta raccontando di un suo viaggio in Giordania al sito archeologico di Petra. Mi ha fatto venire la voglia di andarlo a vedere. Me lo ha descritto nei minimi particolari.” Mi rispose molto eccitata.
La sera a cena con molta enfasi, mi rifece tutto il racconto dell’incontro. Mi descrisse Paolo . Un uomo di 55 anni, ben messo fisicamente alto 1,80, moro, capelli folti e molto elegante con la grande capacità di renderla partecipe delle sue esperienze avventurose. Mentre parlava le si illuminava il viso. Capii che Mara era molto attratta da lui e provai un pizzico di gelosia mista ad invidia per quel signore di mezza età.
I giorni che seguirono lei non mi parlò più di lui e quindi pensai che non si fosse più fatto vivo.
Passò circa una settimana ed avendo la mattinata libera, pensai di andare a prendere Mara a scuola per pranzare insieme a lei.
Fermai l’auto vicino al marciapiede sull’altro lato della strada davanti alla scuola ed aspettai che uscisse.
Suonata la campanella di fine mattina mia moglie uscì da scuola e con passo svelto si diresse verso il parcheggio antistante la scuola: “Che ci va a fare al parcheggio” mi chiesi più incuriosito che meravigliato.
La seguii a distanza. Si diresse in una zona appartata del parcheggio. Vicino ad una grossa siepe di mirto c’era lui ad aspettarla. Me lo aveva descritto perfettamente. Era davvero un bell’uomo. Si salutarono e si sedettero sulla panchina li accanto a parlare.
Mi avvicinai furtivamente sull’altro lato della siepe, forse anche troppo. Lei gli stava parlando così: “Paolo, come vedi sono venuta all’appuntamento ma solo per dirti che non devi più venire a trovarmi a scuola. Non voglio che i miei colleghi pensino male e soprattutto mio marito non vorrebbe sorgessero pettegolezzi sul nostro conto. Se vuoi parla con lui, fate amicizia, così potremo ancora vederci senza complicazioni.” Avrei voluto abbracciarla ma me ne andai silenziosamente come ero venuto e tornai a casa felice, rassicurato dalle sue parole.
La sera, diversamente dal solito non andammo al PC ma ci sedemmo sul divano a guardare un programma alla TV: “Ti ha chiamato oggi Paolo?” le domandai a bruciapelo.
“Si. E’ venuto alla scuola ed abbiamo parlato di questa strana amicizia che è nata tra noi. Gli ho detto che così non va bene e sarei contenta se anche tu facessi la sua conoscenza.” Mi disse candidamente la verità. Io invece non le dissi che li avevo seguiti e sentiti e che gli avevo dato io il suo Nik su face-book.
“Hai fatto bene amore. Non mi piacerebbe suscitare pettegolezzi nei nostri confronti anche perché non vorrei che nostra figlia pensasse cose strane su di noi.” Le risposi con una nota di preoccupazione.
“Luca, se sei daccordo gli ho proposto di venire da noi a cena un sabato. Ho pensato ad un week-end quando nostra figlia va in discoteca e dorme dalla sua amica Laura. E’ solo una proposta intendiamoci. Gli ho detto che lo richiamerai tu se del caso.” Detto ciò l’argomento fu abbandonato senza che lei cercasse di forzare una decisione.
Per alcuni giorni pensai a questa cosa e non sapevo cosa fare ma alla fine per far piacere a mia moglie alzai il telefono e lo chiamai: “Ciao Paolo, sono Luca . Ti ho chiamato per dirti che io e mia moglie avremmo piacere di ospitarti a casa nostra per una cena per conoscerci. Se ti va bene potremmo organizzarci per sabato prossimo. Cosa ne pensi? Mia moglie mi ha detto che ti ha fatto personalmente l’invito.” Gli dissi aspettando la sua risposta.
“Speravo in questa telefonata, sono curioso di conoscerti Luca. Penso diventeremo grandi amici. Allora a sabato” mi rispose Paolo con tono molto cordiale. Io prima di chiudere gli detti l’indirizzo di casa nostra.
Comunicai la sera stessa la mia decisone a Marta e lei ne fu entusiasta. Mi dette un bacio dicendomi: “Grazie amore, lo hai fatto per me” ma io non ero molto convinto di aver fatto la scelta giusta.
Arrivò il sabato e mia moglie apparecchiò in salotto sul tavolo tondo. Aveva cucinato un sacco di cose buone e si era preparata per accogliere Paolo (Rasoda) in maniera inaspettata.
Si era messa una bella gonna nera plissettata sopra il ginocchio, una camicetta bianca di cotone leggera che lasciava intravedere il reggiseno, lasciata un poco aperta a vedere l’attaccatura dei seni. I capelli a chignon ed un paio di sandali rossi tacco 10. Un tocco di rossetto e mascara ed una collana di perle coltivate.
“Ehii, non vorrai fargli fare indigestione al tuo amico, e poi stasera sei più bella e radiosa del solito. Lo farai innamorare” le dissi scherzando dandole un bacio sul collo ed una pacca sul culo sodo.
Suonarono alla porta. Mia moglie si precipitò ad aprire. Era lui con un gran mazzo di rose gialle ed un sorriso da conquistatore. Si era vestito veramente elegante. Un bell’uomo da far girare la testa a molte donne. Mara gli dette la mano e si scambiarono un bacio di cortesia che andò a finire sull’angolo della bocca di lei.
Dopo i convenevoli ed i complimenti per la bella casa ci sedemmo a tavola e conversando iniziammo a cenare. Mara seduta tra noi due, nella sua semplicità di donna di casa era davvero una bella femmina. Entrambi avevamo notato che la sua gonna sedendosi era salita mostrando le sue cosce sode e formose, ma soprattutto Paolo non le staccava gli occhi da quel bel seno sodo e voluminoso che spuntava da sotto la camicetta.
Finita la cena ci sedemmo per un drink sul divano e qui Mara dette il meglio di se. Nel sedersi tra di noi la gonna le salì all’inguine scoprendo il triangolino delle mutandine brasiliane nere di pizzo che le coprivano il sesso. Si ricompose subito quando si accorse della mia occhiata ma ormai Paolo aveva goduto di quella bella visione.
Finimmo di cenare verso le 22. “E’ stata una cena squisita.” Esordì Paolo, “ Siamo stati bene insieme e vorrei non far terminare qui questa bella serata. Se siete d’accordo vorrei portarvi a conoscere un locale che penso vi piacerà. Ci vuole un’oretta per arrivarci perché si trova a Calenzano, vicino casa mia, ma vi assicuro che ne vale la pena. Andiamo con la mia macchina e poi vi riaccompagno qui.” Propose Paolo guardando prima me e poi mia moglie.
“Ma non vorremmo darti questo fastidio ” replicai seguito da mia moglie.
“Mi dispiacerebbe molto che questa serata finisse così. Avrei davvero avuto piacere di stare ancora un po con voi” disse con aria davvero dispiaciuta.
“E va bene” dissi io incrociando lo sguardo contrariato di Mara, “ma cerchiamo di non fare troppo tardi visto che sono quasi le 22.”
“Vado un attimo a sistemarmi e scendo” si affrettò a dire mia moglie mentre si avviava in camera. La sentii chiudersi in bagno e far andare l’acqua del bidet e poi del water. Dopo una ventina di minuti scese perfettamente truccata con la sua borsetta con catenella dorata a tracolla.
Uscimmo e rimasi meravigliato quando vidi l’auto di Paolo. Una grossa mercedes nera: “Bella macchina“ esclamai, “complimenti”.
“Se te la senti puoi guidare tu, così la provi e magari te ne innamori.” mi disse porgendomi la chiave.
“OK sono curioso. Non ne ho mai guidata una. Lo faccio volentieri.” Dissi aprendo la portiera con il telecomando. Mia moglie e Rasoda si accomodarono dietro.
Dallo specchio interno, con la luce dell’abitacolo accesa, vidi mia moglie dare ancora a Paolo lo spettacolo delle sue belle cosce mentre si sedeva accanto a lui. Si aggiustò la gonna coprendosi e partimmo.
Per una decina di minuti parlammo un poco poi nell’abitacolo cadde il silenzio. L’auto filava liscia sul nastro di asfalto che era un piacere. La debole luce del cruscotto illuminava l’interno.
Sentivo mia moglie muovere le ginocchia contro il sedile anteriore come se non stesse a suo agio: “Stai comoda amore?” chiesi . “Si amore guarda la strada” mi rispose con voce affannosa.
Tutto bene là dietro ?” chiesi nuovamente. Un repentino movimento di mia moglie sul divano mi incuriosì e girai un attimo la testa verso di loro tornando subito a guardare la strada. Mi rispose la voce di Paolo: “Si Luca tutto bene stai andando alla grande” seguita da quella un poco affannata di mia moglie “si amore tutto bene”.
“AAH OK quest’auto è una meraviglia“ risposi intento alla guida. Passò una macchina accanto a noi illuminando l’abitacolo e dallo specchio retrovisore riuscii a vedere qualcosa che mi turbò non poco. Lei era protesa verso di lui dietro il mio sedile e mi sembrò che Paolo avesse la mano tra le cosce di Mara. Mia moglie chiuse di colpo le gambe, si spostò sul divano allontanando la mano di Rasoda e si ricompose aggiustandosi la gonna. Aprì la borsetta e mise dentro qualcosa che a me sembrò essere un paio di mutandine. Questa scena mi creò confusione in testa.
“Lucaaaa…attentooo” l’urlo di Mara mi fece trasalire.
Mi ero distratto e c’èra mancato poco che avessimo avuto un terribile incidente. Mi fermai nella prima piazzola di emergenza per riprendere fiato. Riconsegnai l’auto a Paolo ed arrivammo finalmente al locale, un club privè molto conosciuto.
Mia moglie corse in bagno a ripulirsi, doveva essere bagnata. Ne uscì sistemata come quando eravamo partiti.
Il locale era affollato e molte coppie stavano ballando su una musica martellante da disco club.
“Paolo dove ci hai portato” esclamò mia moglie abbracciata a me con malcelato disagio pensando che forse l’avevo visti pomiciare.
“Immagino sapete cosa è e come funziona un privè.” Ci domandò Paolo “ Sediamoci e prendiamo qualcosa mentre ascoltiamo un po di musica.” Ci sedemmo sui divanetti Io e Mara accanto e Paolo di fronte che si godeva lo spettacolo delle gambe di mia moglie scoperte fino alla coscia. Lei non osava alzare lo sguardo vergognandosi per quello che era successo in auto.
La musica martellante da discoteca cambiò e divenne soffusa, suadente, molto sensuale.
“Mara vuoi ballare? “ chiese Paolo a mia moglie che mi guardò come a chiedere la mia approvazione.
“Se vuoi ballare vai pure” le dissi con malcelata disapprovazione “io non ne ho voglia. Vi aspetto qui”.
“OK ma solo qualche ballo, poi torniamo” disse rivolta a Paolo. Lui prese mia moglie per mano ed insieme andarono in una zona semibuia della pista. Lei gli cinse le spalle mentre lui la prese sui fianchi. Dopo una decina di minuti li vidi ballare guancia a guancia. Si dettero un bacio. Vedevo Mia moglie di spalle. Il suo culo stava incollato sul cazzo di Paolo ed ondeggiava in maniera provocante. Lei gli diceva qualcosa all’orecchio mentre lui la baciava sul collo.
Forse, pensai, era ora di andare a prendere un altro drink e di lasciarli divertire ancora un po. Quando tornai li cercai in mezzo a quelle coppie che ballavano ma loro erano spariti. Decisi di andare a cercarli nella zona riservata dove vedevo un grande movimento di coppie.
Guardai nelle varie stanze ed alla fine li vidi. Erano abbracciati sulla porta di una stanza semibuia che cercavano di entrare. Quelli che erano sulla porta gli fecero posto e loro si trovarono davanti alla catenella vicino al grosso divano rotondo dove due uomini avevano appena riempito di sborra una signora attempata che scese dal letto e si avviò ancora nuda verso il bagno nel corridoio.
I due uomini, vedendo quel gran pezzo di fica di mia moglie indecisa davanti alla catenella che chiudeva molto virtualmente la stanza, scesero dal divano e andarono ad aprirla invitandola ad entrare. Mara presa alla sprovvista entrò e loro ne approfittarono subito. Uno di loro le sussurrò qualcosa all’orecchio, le aprì la cerniera della gonna e la fece scendere ai piedi di mia moglie che rimase in mutandine.
Notai che avevano due proboscidi da paura. Rimasi senza parole. Sia io che Paolo guardavamo mia moglie sbalorditi per la nuova situazione inaspettata. Mara in piedi davanti a quel grosso divano foderato di rosso, coperto da un lenzuolo già sporco di sperma e di umori si girò verso Paolo con uno sguardo implorante perché ponesse fine a quella situazione. Anche la camicetta ed il reggiseno finirono in un angolo. Mia moglie rimase nuda con solo le mutandine ed i sandali rossi. Non protestava, stava li in mezzo a loro senza la forza di protestare.
Fu fatta salire sul divano ed invitata baciandole il collo a stendersi. Le alzarono le gambe e le tolsero anche le mutandine. Mia moglie in quella fioca luce rossastra sembrava una statua, con la pelle lucida che rifletteva quella strana luce, completamente nuda.
Uno di loro le andò sul viso e le appoggiò la cappella sulle labbra che lei aprì riuscendo a fatica a farne entrare una piccola porzione. L’altro si posizionò tra le sue gambe aperte ed iniziò una stupenda leccata di fica.
Mia moglie cercò di allontanarlo ma dopo pochi minuti fu scossa dal primo grande orgasmo mugolando e dimenando oscenamente il culo contro la bocca dell’altro.
Uno di loro, quello che mi parve il più dotato, si posizionò tra le sue gambe aperte ed alzate a 90 gradi, si sputò sulla cappella ed iniziò a penetrarla con piccole spinte. Le tolsero anche i sandali che gettarono per terra. Mia moglie iniziò a rendersi conto che quel cazzo le avrebbe fatto male. Il mio cazzetto era la metà di quello li.
“Noo.. non vogliooo per favore..nooo …….” mugolò debolmente inarcando la schiena, mentre la cappella iniziò ad entrarle nella stretta vagina. Mara stava per essere definitivamente sfondata da quel cazzo mostruoso. Mentre mi mordevo le labbra per la tensione e la gelosia mi chiesi se davvero quella era la mia mogliettina pudica di qualche ora fa o se invece fosse una troia vogliosa di cazzo.
Guardavo il culo di quel porco alzarsi ed abbassarsi tra le cosce aperte di Mara che ad ogni spinta rispondeva con un gemito. Vedevo da dietro quel cazzo entrare sempre più in profondità finchè con una ultimo colpo la sua vagina lo inghiottì per intero con un sonoro “sciaff” delle palle sulla fica bagnata.
“AAAHH.. “ Mia moglie gridò con quanto fiato aveva in gola quando quel palo le entrò tutto dentro lacerandole la vagina. Rimasero un poco fermi così fino a quando la fica si abituò a quella nuova dimensione.
“Rilassati ed apri bene le cosce che ora ti facciamo godere” le disse piano mordendole il collo quel toro da monta.
Mentre lui iniziò a pomparla lentamente uscendo quasi completamente per poi rientrare tutto dentro provocando un suono come di risucchio, l’altro le rimise il cazzo in bocca che lei accolse senza protestare succhiandolo fino alla radice.
Dalla fica di Mara usciva un rivolo di sangue misto agli umori . “MMHHH….OOOHH ..SIIII” mugolava arcuando la schiena con le cosce avvinghiate alle sue reni e le mani sotto la testa.
Si dettero il cambio diverse volte facendola urlare per gli orgasmi finchè la fecero alzare e sedere sul cazzo di quello più grosso disteso supino sul letto. La vagina ormai dilatata lo inghiottì tutto con un grosso risucchio. Il cazzo le arrivò all’utero facendola sobbalzare:”AAHAAH..MMMH”.
La attirò a sé facendole arrivare i seni all’altezza della bocca e scopandola glieli succhiò mordendole i capezzoli duri. Mia moglie si dimenava in preda ad orgasmi sempre più violenti finchè cadde esausta sul petto di lui.
Pensai che fosse finita invece l’altro le andò dietro ed iniziò a penetrarle il culo ancora vergine con le dita . “NOOO… NON VOGLIOOO..LI NOOO” gridò implorandolo mia moglie presagendo quello che stava per subire. Mara stava per provare anche la doppia penetrazione.
Tenuta ferma abbracciata alla vita da quello sotto, lui le spalmò la crema intorno e dentro l’ano muovendoci le dita per lubrificarlo. Mia moglie cercava di divincolarsi da quella presa ma inutilmente. L’enorme bastone di carne si appoggiò tra le sue belle chiappe tenute larghe da lui con le mani. Era uno spettacolo veramente eccitante vedere mia moglie a cosce divaricate mostrare a tutti oscenamente la rosetta inviolata. Mia moglie smise di agitarsi, si girò e con la mano andò a toccare quel grosso cazzo rendendosi conto che le avrebbe rotto il culo: “Noo…per favore lasciatemi.. oddioo nooo” gridò ancora mentre già la cappella premeva per entrare. Per reazione spinse il culo verso di lui e quella verga scivolò dentro, lentamente fino ai testicoli andando a cozzare contro il culo di Mara con un forte suono come di uno schiaffo. Mia moglie rimase con la bocca spalancata senza fiato per il dolore facendolo uscire un poco, poi riuscì a prendere respiro e gridò senza ritegno quello che non avrei mai immaginato di sentire dalla sua bocca: “AAAHHHH…AAAHHH…MMMHHH PORCI…MAIALI…SIIIII ..MMMHHH”. Le sue mani strinsero il lenzuolo sotto di lei ed il suo culo si appoggiò ancora più pesantemente sulle palle di lui che iniziò a pomparla in sincronia con quello sotto di lei.
La chiavarono in due così per oltre un’ora facendola gridare per il dolore e successivamente per i violenti orgasmi provocati dalla doppia penetrazione.
Quando la lasciarono mia moglie era davvero provata. Stava supina immobile con le gambe oscenamente aperte mentre dal culo e dalla fica le uscivano fiotti di sperma misto a sangue. Aveva gli occhi chiusi ed era ancora scossa dagli spasmi degli ultimi orgasmi.
Paolo entrò nella stanza ormai deserta, la aiutò ad alzarsi e la condusse, coprendola alla meglio con il lenzuolo sporco di sborra e sangue, in bagno dove lei si ripulì alla meglio e si rivestì . Le mise sulle spalle la sua giacca ed insieme abbracciati uscirono dal locale seguiti da me come un perfetto cretino.
Paolo ci riaccompagnò alla nostra auto e mia moglie riuscì durante il tragitto a riaversi un poco. Riuscì a fatica a dirmi “Perdonami se puoi”. La strinsi a me e la baciai.
Finalmente giunti a casa si chiuse per oltre mezz’ora nel bagno sotto la doccia. Poi a letto nuda mi abbracciò e mi si strinse sul petto a cercare il mio affetto, sicura del mio perdono. Facemmo l’amore come mai prima d’ora. Mi si concesse completamente anche se provava ancora un po di fastidio. In seguito lei dovette ricorrere ad una interruzione di gravidanza. Riprendemmo la nostra vita di tutti i giorni. Io il mio lavoro e Mara il suo di insegnante. Lei cambiò radicalmente il suo look diventando una donna piena di fascino e sensualità. Se ne accorsero anche i prof nella scuola che ogni giorno la gratificavano di occhiate furtive di compiacimento. Ora facevamo sesso senza limitazioni ed io ero felicemente consapevole di essere stato l’artefice di questo cambiamento. Nostra figlia, a parte qualche domanda imbarazzante a Mara per il nuovo look, non seppe mai della nostra avventura e delle nostre scappatelle mensili nei club dell’hinterland fiorentino. RASODA non si fece più sentire. Spero che legga questo racconto e la chiami ancora.

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