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Sara una moglie timida – parte 10

By 31 Dicembre 2024No Comments

Il rientro a casa nuove esperienze parte 2

Trovate la puntata precedente QUI.

La giornata al mare fu molto piacevole, ne avevamo avute diverse ma senza i nostri bambini, giocare e scherzare tutti insieme fu come una potente colla per la coppia. Quando arrivammo a casa, dopo averli messi a letto, ci abbracciammo nudi e facemmo l’amore. Non scopammo, facemmo l’amore come da tempo non succedeva passione e trasporto sì ma senza che fosse un puro atto meccanico nemmeno lontanamente.
Il giorno dopo sarebbe iniziata la scuola, sarei rientrata al lavoro e sarebbero iniziati i lavori per il rifacimento delle facciate del condominio dove vivevamo, l’importanza di questa cosa la capirete nel prosieguo del racconto.
Accompagnai personalmente i bimbi a scuola, per la minore era il primo giorno di elementari, aveva paure e dubbi ma quando vide due compagni dell’asilo entrare si fiondò dietro a loro e cominciarono a chiacchierare come due vecchi amici.
La vidi varcare il portone con un po’ di malinconia ed il pensiero che pochi anni ed avrebbe spiccato il volo mi intristì un pochino.
Arrivata al lavoro (avevo preso 1 ora di permesso per accompagnare la bambina) le colleghe erano già cambiate e stavano lavorando, le salutai con un sorriso e mi misi alla mia postazione, ci sarebbe stato tempo dopo per raccontare il tutto o almeno quello che mi sembrava ragionevole.
All’ora di pranzo andammo in mensa e stranamente diverse delle colleghe volevano sedersi al mio tavolo, i tavoli erano da 4 la prima a fiondarsi fu Sonja, la collega porcella ed esibizionista poi quella a cui ero più legata per carattere simile, Francesca ed infine una delle ultime arrivate, la timida Lucia.
Iniziammo a mangiare e, a partire da Sonja, le domande sulla vacanza e sul posto si sprecavano, mi chiedevano anche particolari piccanti sugli animatori, come erano fisicamente se erano simpatici e Sonja, senza giri di parole, mi chiese se lo avevano grosso. Ovviamente, pur ridendoci, dissi che non avevo avuto occasione di approfittarne. Era ora di rientrare al lavoro e Sonja chiuse la conversazione con un “sarà, ma secondo me non ce la conti giusta, hai l’aria troppo da furbina”.
Finì la giornata e tornai verso casa con i mezzi pubblici, faceva caldo ed i vestiti si appiccicavano addosso, non vedevo l’ora di mettermi sotto la doccia.
Arrivata a casa scoprii che le impalcature per i lavori alla facciata erano già salite su una parete intera, il nostro appartamento al 3 piano aveva le finestre del bagno e della camera da letto già completamente coperte dai tubolari e dai teli. Quando entrai in bagno notai che la temperatura era un po’ meno calda rispetto al giorno prima, in effetti c’era una bella schermatura e dalla finestra vasistas fluiva una bella arietta che dava un po’ di ristoro.
Erano le 19 ed i muratori erano già andati via, comunque il vetro satinato della finestra non permetteva di vedere dentro così mi spogliai e mi ficcai sotto la doccia.
Quando uscii, mentre mi asciugavo, sentii il suono di un messaggio, era un WA di Sonja che conteneva un link, uno di quei messaggi che puoi leggere una volta e poi si cancellano.
Curiosa pigiai sul link che mi portò ad un sito dove mi chiedevano di confermare che avevo 18 anni. Pensai la solita maiala chissà cosa mi vuole far vedere Sonja.
Accettai la clausola ed i cookies e sbiancai.
Il filmato altro non era che un pezzo di quello a camera fissa girato con i due gemelli in cui mi facevano di tutto ( https://raccontimilu.com/erotici-racconti/sara-una-moglie-timida-parte-6/ ). Chi aveva pubblicato il filmato? Non lo potevo sapere era girato al villaggio e da lì chissà quanti lo avevano avuto direttamente. Mi salvai il link. Fortunatamente chi aveva pubblicato, forse per non avere rogne, aveva oscurato i volti dei due gemelli ed il mio.
Poteva bastare per chi non mi conosceva ma per chi, come Sonja mi aveva visto in costume ed a volte anche senza reggiseno, non c’erano dubbi.
Non replicai al messaggio WA, la avrei presa da parte il giorno dopo, intanto dovevo capire se era possibile far rimuovere il filmato dalla piattaforma in quanto caricato (e filmato) senza il mio permesso. Voleva dire fare denunce e dare pubblicità alla cosa. Era da fare ma mi sarei sputtanata anche di più, decisi di parlarne con Pietro prima di decidere e procedere. Guardai il numero di visualizzazioni, erano già oltre le 100.000 ed il titolo era “Zoccola italiana in vacanza”.
Pensai ai tanti uomini che si sarebbero fatti una sega guardandomi ed ebbi un brivido e mi bagnai. Ma cosa ero diventata? Da un lato aver fatto l’amore con mio marito la sera prima speravo mi facesse tornare ai tempi pre vacanza, dall’altro il mio corpo mi mandava messaggi diversi, la voglia di cazzo era ancora presente e non necessariamente quello di mio marito. Ripensai alla doppia con i gemelli e mi misi seduta sul letto ed iniziai a masturbarmi. I bambini li avevano i nonni al piano di sotto e prima di entrare si sarebbero sentiti.
Sentii invece le chiavi nella toppa, Pietro stava rientrando dal lavoro.
Mi sdraiai sul letto, ero nuda e mi misi a gambe larghe leggermente piegate.
Quando Pietro entrò mi guardò e disse “ma che bello spettacolo, giornata pesante che richiede un po’ di relax?”
SI spogliò ed aggiunse “ho chiesto a mia mamma se può tenere i bambini a cena ed a dormire ed anche se li può portare a scuola domattina. Abbiamo un invito a cena però se vuoi abbiamo tempo”.
Gli feci segno con l’indice di avvicinarsi con un sorriso provocatore. Non se lo fece dire due volte e si tuffò sulla mia passera ed iniziò a slinguazzarla.
“Sei tutta bagnata, a cosa stavi pensando?”.
Mentii anche se non completamente, gli dissi che pensavo a lui, e questa era una bugia, ma che lo pensavo non come la sera precedente. Un po’ di pepe ce lo volevo mettere.
Mi scopò con impeto, senza arrivare a trattarmi come una puttana ma come una femmina in calore sì. Mi soddisfò e mi venne dentro mentre mi scopava alla pecorina.
Feci un’altra doccia e poi ci preparammo per uscire.
“Dove andiamo?” chiesi a Pietro.
I colleghi del lavoro hanno organizzato una pizza di fine vacanze e tutti o quasi portano moglie e compagne. In passato non hai mai voluto esserci perché sei timida ma mi sembra che la vacanza abbia un po’ contribuito a renderti più sicura di te ed ho accettato. Se però non vuoi resta pure a casa.
Aveva ragione, la vecchia Sara non c’era più, senza arrivare alla Sara della vacanza potevo comunque essere una donna un po’ più disinibita e mi piaceva, ridere per una battuta a doppio senso non avrebbe fatto di me una donna immorale e nemmeno uscire con mio marito ed i suoi amici anziché partecipare solo alle cene dell’oratorio.
Decisi che avrei fatto girare la testa ai colleghi di Pietro.
Mi misi un leggero abito estivo corto e scollato, un paio di sandaletti con cinturino e tacco alto, eyeliner, rossetto, fard non era necessario in quanto l’abbronzatura era perfetta.
Mi guardai allo specchio e pensai che ero desiderabile e che se fossi stato un uomo mi sarei guardata un paio di volte.
Quando andai in salotto dove mi aspettava Pietro mi guardò e gli scappò un “Uauuu, non mi crederanno più, ti ho sempre descritta come una ragazza timida che si veste molto accollata”.
“Vuoi che mi cambi?” gli chiesi.
Assolutamente no, sei bellissima, desiderabile però sappi che quando torneremo a casa non mi scappi”.
“Ma hai già avuto la pappa” risposi ridendo.
“Che vuol dire quante volte mangi al giorno e poi non siamo così vecchi, godiamoci la vita!”.
Il locale era semplice ma molto accogliente e poco rumoroso, la tavolata piacevole, un grande tavolo rotondo da 12 persone permetteva di chiacchierare tutti insieme, ci mettemmo alternati uomo donna. Le pizze erano ottime e la serata volò via in un attimo.
Uscendo salutai tutti come fossimo vecchi amici, la nuova Sara ci stava proprio bene nel mondo.
Prima di andare a casa passai dal bagno e mi levai i microslip che avevo indossato, pensavo che a Pietro avrebbe fatto piacere la cosa ed in effetti così fu.
In auto il vestito era risalito e non feci nulla per rimetterlo a posto, Pietro allungò la mano, risalì la coscia e non la tolse più se non per le manovre necessarie che non furono tante dato che la sua auto ha il cambio automatico.
Ad un semaforo rosso ci affiancò, dalla mia parte, uno scooter con due ragazzi a bordo e guardarono dentro capendo benissimo cosa stava succedendo. Quando ripartimmo uno dei due mi fece l’occhiolino passandosi la lingua sulle labbra. La cosa mi ringalluzzì ed al semaforo successivo, ancora rosso, avevo slacciato due bottoncini del vestito che indossavo senza reggiseno lasciando vedere un po’ del bianco del segno del costume.
I ragazzi dello scooter di prima si erano già fermati e Pietro li affiancò all’altezza giusta, ancora buttarono l’occhio dentro e gradirono anche lo scorcio delle mie tette.
Non ci furono altri semafori, il successivo era verde e così anche i due dopo, al terzo poi noi girammo nella via di casa nostra ed arrivammo ai box. In ascensore a momenti Pietro mi stava già scopando, aveva sollevato il mio vestito ed estratto l’uccello fermando l’ascensore a metà fra due piani. Gli diedi una botta sul cazzo. “Pazienta a casa potrai farmi quello che vuoi”, abbassai il vestito e Pietro rimise l’uccello dentro i pantaloni, e meno male pensai perché sul pianerottolo la vicina ci aspettava con la porta aperta per domandarci cosa era successo all’ascensore. Le dicemmo che per errore avevamo schiacciato il tasto di arresto ma sono ragionevolmente certa che non se la sia bevuta.
Una volta in casa Pietro mi sollevò di peso, mi buttò sul divano divaricandomi le gambe ed iniziò a leccarmi con foga tanto che dovetti pregarlo di rallentare.
Poi fu il mio turno di leccarlo ed iniziai un pompino trovando molto gusto a farglielo.
Pietro mi disse: “sei proprio una civetta, per non usare altri termini, pensi che non mi sia accorto che ti sei slacciata due bottoni per mostrare un po’ di seno ai due sullo scooter?”.
Replicai mollando il suo pisello “tanto valeva, la figa la avevano già vista grazie a te che mi hai sollevato il vestito”
“Ma le mutandine te le eri tolta tu!”
Scoppiammo entrambi a ridere e spogliandoci andammo in camera dove scopammo con una via di mezzo fra il solo sesso e fare l’amore, la cosa mi piacque anche se a posteriori pensai che avrei potuto sbottonare ancora un paio di bottoncini del vestito e mostrare un po’ di capezzolo ai due ragazzi dello scooter. Stavo diventando terribilmente esibizionista.

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