AAA… SINGOLO CERCA COPPIA o SIGNORA MATURA… PER INCONTRI INTIMI.
Nota: I nomi dei protagonisti sono di fantasia.
Confessione vera scritta dal protagonista.
Buon giorno Immoralex, leggendo i suoi racconti e le sue “Storie ignobili “, mi è venuto desiderio di raccontargli anche la mia di storia, quello che è successo a me o meglio a noi, me e mia moglie pochi anni fa.
Non avrei mai creduto che mi capitasse una cosa simile alla soglia della pensione, quando avrei dovuto iniziare una nuova vita tranquilla.
Mi chiamo Amedeo, ho 61 anni e mia moglie Anna è una bella signora di quasi 53 anni e ci sono poco più di otto anni di differenza tra noi.
Abitiamo a Genova e siamo sposati da oltre venticinque anni.
Abbiamo due figli, Marta 24 anni e Roberto 26, che sono andati via da casa dopo essersi diplomati e aver trovato lavoro e convivono con i loro rispettivi compagni.
La ragazza, Marta, vive qui a Genova nel quartiere di levante, dove ha la sua vita e dove tutte le sere si sente telefonicamente con mia moglie e saltuariamente viene a trovarci. Il ragazzo, Roberto è andato a convivere a Milano con la sua compagna. Hanno un appartamentino in periferia e conducano la loro vita d’amore e di lavoro.
Io e mia moglie quasi all’improvviso, dopo tanti anni, ci siamo ritrovati ad essere soli, ad essere ritornati una coppia e non più una famiglia.
Anna è sempre stata casalinga, forse qualcuno di voi sorride… si chiederà se esistono ancora le casalinghe oggi, ebbene sì… ci sono, poche, datate di età e di cultura ma ce ne ancora qualcuna; mia moglie Anna era una di queste poche che si interessava solo alla famiglia, ai figli, a me, alla casa, far la spesa, pagare le bollette e cose simili.
Da giovane aveva lavorato un po’ saltuariamente come impiegata, ma poi smise su mia richiesta essendo io un commerciante che guadagnava abbastanza bene da mantenerla e tenerla a casa a fare la mamma e la moglie (o la signora come si diceva molti anni fa).
Viviamo in un bell’appartamento della periferia est di Genova.
Prima che ci capitasse la vicenda che narrerò, Anna era una donna timida, chiusa, molto riservata e con poche amicizie anche femminili, con un carattere sensibile, dolce ma apprensivo, specie ultimamente che i figli si erano allontanati da noi. Viveva come in una bolla staccata dal mondo, per figli e famiglia e non le interessava null’altro. I suoi passatempi o distrazioni erano le riviste o i programmi tv di gossip.
Come dicevo era sempre stata timida anche da giovane e socializzava poco e per questo aveva poche amicizie, le uniche erano quelle dell’infanzia e qualche conoscente che viveva nel nostro condominio.
Una personalità passiva, da buona moglie che si rimetteva sempre alle decisioni del marito, le mie decisioni.
Fisicamente Anna non era una donna appariscente, anche se molto bella di viso e alta di statura, leggermente formosa con un seno procace e un sedere bello, elevato, sporgente, tenero, pieno e arrotondato. Era la tipica mamma italiana, comune a molte altre che si incontrano per strada o nei negozi a fare la spesa con borsa dentro il braccio; cosce lunghe e piene e il tipico portamento da cavalla, con la schiena dritta, testa alta da sembrare altezzosa.
Per essere una casalinga si teneva molto nell’aspetto, le piaceva apparire, essere gradevole e ordinata ed essere anche ammirata, e anche a me piaceva che lo fosse, che la gente la guardasse e gli amici o i conoscenti mi dicessero:” …Che bella moglie hai Amedeo…”
Il suo viso era regolare, di bei lineamenti naturali, ben curato, pienotto come il resto del corpo leggermente formoso, bocca normale con labbra piene ma naturali, il naso regolare dritto, gli occhi chiari e i capelli che si faceva tingere di biondo. Era il tipo di donna che in inglese viene chiamata curvy e a chi piaceva il tipo era molto attraente.
Amava vestire casual, quello era il suo abbigliamento abituale, abiti larghi e non stretti, che nascondessero un po’ le forme, ma anche abbigliarsi bene ed elegante e a volte su mia sollecitazione anche un po’ provocante, con vestiti più aderenti del solito che mostravano la procacità del seno consistente o la prominenza del sedere rotondo e carnoso, oltre i suoi fianchi floridi, ed era bella e ammirata.
Adoravo vederla truccata, far risaltare la sua bellezza e femminilità, ma a lei non piaceva, lo faceva in modo sobrio e tenue, il giusto, solo per far risaltare la sua signorilità più che la bellezza.
Era una donna tranquilla, sia di temperamento che sessualmente, il sesso ultimamente non ci
interessava più tanto, non aveva mai mostrato grande passione per l’attività sessuale nemmeno da giovane, per noi era secondaria ad altri aspetti della vita. Gli ultimi anni dopo che aveva avuto la menopausa, lo faceva più per dovere, per accontentare me che per piacere suo, per cui l’astinenza a cui la costrinsi a causa della diminuzione della mia libido e delle mia mancate erezioni a lei non fece alcun effetto. Ultimamente il sesso quando ci riuscivo, lo facevamo una volta al mese e anche più, perché io faticavo ad avere erezioni complete e quando le avevo non riuscivo a tenerle per molto, mi scappavano via.
Comunque ci sentivamo appagati della nostra vita intima, anche lei era pienamente
soddisfatta dal nostro modo di fare l’amore, non avendo conosciuto altra forma diversa da come lo praticavo io, essendo stato il primo e l’unico uomo della sua vita.
Come dicevo seguivamo la nostra vita, il nostro tran tram di coppia matura.
A volte, come capita a quasi tutti gli uomini fantasticavo anch’io sessualmente su di lei, specie in quel periodo che eravamo restati in due, ritornati una coppia e mi piaceva immaginarla con qualcuno in situazione particolari, trasgressive.
All’inizio erano pensieri che poi a forza di avere diventarono fantasie, ma soltanto l’idea di confessarle che avevo certi immaginazioni su di lei mi sembrava inconcepibile, indecoroso, mi pareva di sporcarla tanto era seria e corretta moralmente nei miei confronti.
Per molto tempo avevo vissuto quel mio desiderio in modo riservato e solitario, soltanto con la fantasia, ma poi sentii sempre di più l’esigenza di provare a realizzare concretamente quello che mi sembrava un piacere nuovo che avevo scoperto, a cui non sapevo più rinunciare mentalmente. Ero arrivato al punto da eccitarmi con la fantasia e di nascosto andare in bagno a masturbarmi fantasticandola con un altro, mentre mia moglie ignara era in cucina a preparare cena.
Come scrivevo sopra, naturalmente lei non sapeva niente di questa mia insana passione.
Decisi di parlargliene, discuterne con lei.
E qui inizia il racconto.
Ci volle quasi un anno per realizzare quel mio desiderio. Era sempre stato il mio sogno segreto spiegarle le mie fantasie, e come dicevo sopra, mi eccitavo al solo pensiero di farlo verbalmente, di informarla di determinati argomenti e decisi di provare a parlarne e vedere come avrebbe reagito e dove saremmo arrivati.
I nostri figli ormai già adulti e indipendenti vivevano per i fatti loro e quello e la loro assenza non sarebbe più stata un freno famigliare e morale di discussione soprattutto per mia moglie.
La presi alla larga, parlando in terza persona e all’inizio cercai di convincerla che le fantasie erotiche non erano sporche, ma eccitanti e divertenti, che erano un gioco mentale e non si faceva nulla di male ad averle, pensarle e viverle nella mente e che nella nostra situazione sessuale poteva essere piacevole una certa dose di trasgressione mentale, ne avrebbe guadagnato il nostro rapporto di coppia abitudinale e noi stessi, soprattutto lei.
Certo, avevo il timore parlandogliene ed inserendola in quelle fantasie sessuali di fare qualcosa di scorretto, irreparabile, come compromettere il rapporto tra noi che era sempre stato serio e morigerato, se lei alle mie insistenze avesse avuto una reazione negativa. Ma ero sicuro di poter gestire tutto, soprattutto lei che era sempre stata influenzata dal mio modo di essere e di pensare; dalle mie idee e dalla mia volontà.
Un giorno gliene parlai apertamente come di tutte le cose che avevamo fatto o pensato assieme, senza scrupoli, ma con riguardo, lo trovavo innocente e non peccaminoso chiacchierare di quello che sentivo e fantasticavo su di lei. E l’idea di farlo e di inserirla già con la mente nella trasgressione di pensieri sessuali a lei non conformi moralmente, era troppo eccitante.
Non era facile cambiare modo di pensare, di vedere le cose e fare accettare determinate punti di vista a una donna di 50 anni che aveva sempre vissuto nella rettitudine e integrità morale, ma proprio per questo era una sfida divertente, il vedere fino dove sarei riuscito a coinvolgerla, eventualmente convincerla e lei fino a che punto sarebbe arrivata ad accettare quelle trasgressioni.
Alla sera a letto, l’abituai gradualmente all’idea con discorsi e fantasie in cui lei era sempre la protagonista nuda insieme ad un altro uomo, anche lui tutto nudo che l’accarezzava e baciava e questo modo di fantasticare entrò nei mesi, determinante nei nostri rapporti sessuali. Piaceva anche a lei in silenzio fantasticare su un suo tradimento immaginario.
Notai con molto piacere che nel tempo l’iniziale diffidenza e titubanza di lei aveva lasciato il posto alla curiosità e all’interesse. Anche pur vergognandosi si eccitava molto all’idea di fantasticare di essere con un altro uomo che la toccava, l’accarezzava.
Avevamo scoperto qualcosa di nuovo, un gioco erotico… per ravvivare i nostri momenti intimi.
“E’ solo un nostro segreto, un nostro gioco fantasticare così… e non lo saprà mai nessuno al di fuori di me e te!”
La rassicuravo nei suoi tentennamenti e dubbi morali che spesso le venivano.
Giocavamo… Lo facevamo alla sera a letto o al mattino quando non lavoravo e ci svegliavamo e mentre dormiva ancora l’accarezzavo dicendole un nome a caso:
” Sono Marco e mi piaci!” Oppure:” Sono il fruttivendolo… il salumiere e ti vorrei accarezzare tutta nuda… e così via!”
E le accarezzavo il sedere nudo e lo stringevo, palpavo per poi allungare il braccio e passare la mano davanti sulla figa ad accarezzargliela e stimolarla con il dito. Lei sorrideva e stava al gioco, le piaceva.
Il mio era più un piacere psicologico che fisico, visto che faticavo ad avere le
erezioni per penetrarla. Ma quel gioco era soddisfacente per entrambi, per me perché mi masturbavo o lo facevo fare a lei pensandola con un altro e per mia moglie perché veniva masturbata da me e seppur a disagio e vergognandosene godeva pensando ad essere con qualche conoscente. Così fantasticavamo e ci piaceva farlo nella nostra intimità serale o mattutina e andammo avanti molti mesi, oltre un anno, osando sempre di più, facendo nomi di conoscenti e chiedendole giocando, da chi di loro preferisse essere chiavata nella fantasia…. Tutto questo avveniva a letto, in un rigoroso bisbigliare e chiusi nella penombra della nostra camera.
Devo dire che le cose iniziarono a cambiare seriamente per caso… senza che ce ne accorgessimo…
Pochi anni prima, quando c’erano ancora i figli in casa, acquistammo il pc per gli studi di Marta e Roberto e anch’io piano piano grazie al loro insegnamento serale imparai e iniziai ad usarlo e lo stesso fecero con Anna mia moglie, la loro mamma, soprattutto la ragazza Marta, che le insegnò come accenderlo, fare ricerca e visitare siti di moda, di abbigliamento o accessori per la casa.
Roberto poi si comprò un portatile solo per lui e quando decise di andare a vivere per conto suo con la sua compagna di Milano, se lo portò via. Quasi due anni dopo con nostro dispiacere e contrarietà anche Marta, fidanzata decise di andare a convivere con il suo compagno a Chiavari, e dato che a lei non serviva il pc perché lo aveva già lui, più bello, nuovo e potente, lo lasciò nella sua cameretta e giacché lo sapevamo adoperare, ci disse di usarlo pure.
Così alcune sere se non guardavo la tv, ero al computer a navigare e curiosare.
Dalle prime incursioni innocenti e pomeridiane su internet con i miei figli e mia moglie, su moda, accessori, notizie e motori, sport… quando restammo soli io e Anna, passai a quelle serali, finendo inevitabilmente nel porno e con il tempo a portare anche lei ad osservare qualche immagine hard, anche se a lei non piacevano ne interessavano.
E finimmo per curiosità a leggere sui forum o in qualche chat, ma non attiravano neanche a me quei programmi.
Dicevo che fu la casualità a cambiare il nostro modo di vivere.
Vivevamo la nostra vita da tranquilli borghesi maturi, quando una sera che alla tv anche se aveva cinquanta canali, non c’era niente d’interessante che mi piaceva, invitando anche mia moglie, andai al pc in camera di nostra figlia e come facevamo spesso seduti uno affianco all’altro e iniziammo a navigare giocando è scherzando tra noi:
” Guarda qui!… No fammi vedere questo!” Oppure lei:” Vai a vedere sul sito dell’Ikea! “Alla fine mi chiese:” Vai sugli annunci e guarda se vendono delle tende usate che voglio metterle nel finestrino del garage-magazzino, così da fuori i passanti non osservano l’interno e il chiarore entra lo stesso.”
Andai e cercammo su vari siti e ci soffermammo su uno in particolare, un sito di annunci gratuiti per tutte le categorie, dai veicoli, terreni, case, lavoro, giardinaggio, e tant’altro. Curiosammo sulla tendina dei generi, ma non c’era quello che interessava ad Anna. Stavamo per uscire dal sito quando scorrendo l’elenco del menù l’occhio mi cadde sulla dicitura assieme alle altre:” Incontri per adulti.”
“Guarda!” Esclamai a mia moglie segnalandoglielo con la freccetta del mouse.
“E’ una finestra di annunci erotici!” E senza dire nient’altro cliccai sopra e la aprii e apparve una scritta:
“Pronto a realizzare le tue fantasie? Hai più di diciotto anni? Se si, spunta il riquadro e clicca su entra, oppure se non li hai, esci.”
Inutile dire che spuntai e cliccai su entra e si apri la finestra del sito e apparvero le varie sottocategorie del sito di incontri.
Essendo che nella precedente ricerca sulle tende eravamo impostati sulla nostra città, in automatico anche il sito erotico si aprì su Genova, con annunci singoli, coppie, etero, gay, lesbiche e altro…. ed entrai in coppie mentre mia moglie in silenzio mi seguiva con lo sguardo e iniziammo a curiosare.
“Guarda lì quante coppie ci sono che lo fanno davvero in tre…” Le dissi:” E noi ci facciamo tanti scrupoli per una fantasia.”
Anna curiosa mi chiese:” Ma lo fanno davvero?”
“Certo che lo fanno davvero!” Risposi:” Fanno sesso… loro chiavano sul serio…”
Fece una faccia sorpresa.
“Ma se non si conoscono nemmeno…?” Mormorò mia moglie.
“E’ proprio questo il bello, che una moglie venga chiavata da uno sconosciuto…”
E mentre lo dicevo e parlavo con lei davanti al monitor mi eccitavo e avvertii anche venirmi l’erezione.
“Maah!!!… Sarà!” Rispose mia moglie:” Di gente strana ce ne sempre.”
E passai sui singoli e curiosammo anche lì.
Erano di ogni età che cercavano una coppia o una signora. Si dividevano tra bisex ed etero e c’erano anche le fotografie dei loro cazzi duri ed in erezione.
E mi divertiva e turbava che Anna guardasse scandalizzata e imbarazzata quegli annunci osceni e quei cazzi duri nelle fotografie che i singoli offrivano alle mogli, così giocando iniziammo ad aprirli, leggerli a guardare le foto e commentarli. E scherzando la invitai a che fosse lei a cercare il tipo di cazzo che le piacesse di più di cui ipoteticamente si fosse concessa.
“Nessuno!” Rispose decisa e seria.
“Oh dai Anna è un gioco, non devi mica andarci davvero… devi solo dire quello che ti piace di più di queste aste erette!” La esortai.
“Non mi piacciono questi giochi!” Ribatté sempre seria.
All’inizio era scandalizzata, ma anche turbata da quegli annunci, le parole che c’erano e le foto che mostravano erano sconce e volgari, ma poi lentamente la portai a leggerli lo stesso seppur non condividendoli nella forma e nei contenuti. Dicendole che non c’era nulla di male a farlo, a giocare e poi era con me, suo marito.
Quella sera finì così, con una visione generale, ma quelle dopo per gioco e su mia insistenza ci ritornammo, con lei partecipe giocoforza, con me che se non assisteva le mettevo il muso e facevamo discussioni. Ma più che altro limitandosi a osservare scandalizzata e solo dopo mie insistente diceva la sua…
Tutto sommato ci divertivamo a commentare quello che scrivevano, cosa cercavano e le richieste che quegli uomini facevano alle coppie e a chiederci chissà chi ci fosse dietro l’annuncio …ridendo di loro.
Ritornammo altre volte su quegli annunci, anche in siti diversi e specializzati solo per quello, rapporti coppia singolo. Sempre dopo aver navigato un pò, entravamo a curiosare su quelli che riguardavano la Liguria e Genova la nostra città.
Una sera curiosando tra i singoli che in genere cercano donne e ragazze giovani, fummo attratti da un annuncio che recitava sul titolo in neretto:
“Singolo cerca signora o coppia matura…per incontri intimi.”
Era un annuncio un po’ diverso dai soliti che leggevamo:” Probabilmente è un uomo della nostra età!” Dissi, e ci incuriosì, cliccammo e lo leggemmo completamente, e proseguiva dicendo:
“Singolo serio e raffinato, professionista maturo, 53 anni, amante dei preliminari, ben dotato, pulito, educato, molto giovanile nell’aspetto e nello spirito, cerca in Genova e provincia coppia etero matura con compagna o moglie disponibile, con lui contemplativo, per soddisfare profondamente la sua lei. Oppure…” Proseguiva:” … solo singole, vedove e signore mature di bella presenza, educate, pulite e possibilmente con mentalità molto aperta dai 50- 60 anni, alla prima esperienza trasgressiva, per un viaggio in un mondo nuovo e diverso, con amicizia e simpatia intima. Posso ospitare qui da me anche per la notte… contattatemi.
No mercenari. No perditempo.
Se interessati scrivere…XXXX …e c’era l’indirizzo di posta elettronica, nient’altro, nessuna foto o numero di cellulare.
“Ci scriviamo?!” Dissi io con un sorriso infervorato.
“Ma sei pazzo!!” Esclamò Anna voltandosi di scatto scandalizzata a guardarmi:” Cosa ti salta in mente? Ci mancherebbe altro … io non voglio assolutamente, e poi chissà chi è quello lì, sarà qualche depravato, maniaco!”
“Ma non dire stupidaggini! È gente che scrive perché a voglia di scopare e poi anche se scriviamo non comporta niente, nessun impegno e obbligo, non saprà nemmeno chi siamo noi… è solo un gioco, dai!” La esortai.
“No!… Non mi va!” Rispose seria e contrariata.
Alle mie insistenze per farmi desistere pronunciò indignata:
“E con che cosa gli scrivi? Con l’indirizzo della ragazza… di Marta visto che il pc è il suo?”
“Ma no… lascia fuori la ragazza, gli scriviamo su quello che adoperiamo per gli acquisti online l’indirizzo fittizio…” Affermai.
E alla mia ostinazione dopo breve discussione tra noi la persuasi. Rispondemmo a quell’annuncio, anche se Anna moralmente era contraria, accettò solo per farmi contento, per non litigare come diceva lei, anche se io ero convinto che inconsciamente intrigava anche lei quella forma di trasgressione virtuale che io ritenevo innocente ed anonima.
Per coinvolgerla maliziosamente feci scrivere a lei:
“scrivi tu!” La sollecitai spostandomi e lasciandole la tastiera.
“Io???” Ribatté sconcertata.
“Si tu… non ti vede mica scrivere…”
“Ma cosa scrivo… io non so!”
“Non ti preoccupare te lo dico io…” La incalzai.
E mentre digitava, avvertivo la sua tensione e immaginavo il suo cuore battere sempre più forte emozionato. Timidamente l’abbracciai e le diedi un bacio sulla guancia.
Poche parole e la tranquillizzai e le dettai:
” Siamo una coppia matura di Genova, sposata, ed è la prima volta che rispondiamo ad un sito erotico. Lo facciamo per curiosità, ma vorremmo sapere di più del suo annuncio e in cosa consiste questo viaggio in un mondo nuovo e diverso.”
Erano le 23.00, spedimmo la mail. Non attendemmo molto che mentre curiosavamo sul sito dell’Ikea, sentimmo il suono del computer che segnalava dell’arrivo della posta elettronica e vedemmo nella barra inferiore l’icona con la busta da lettera che lampeggiava.
“Chi è che scrive a quest’ora?” Chiese Anna.
“Sarà lui…” Ribattei sorridendo, sperando in cuor mio che lo fosse davvero.
“Ma figurati se l’abbiamo appena inviata… sarà pubblicità.” Pronunciò mia moglie.
“Vediamo!” L’aprii e vidi un indirizzo strano. Cliccai sopra dicendo:” Vedrai che sarà lui.”
Difatti era lui e con nostra sorpresa ci rispose quasi subito ricambiandoci della gentilezza, fu molto chiaro ed educato:
“Buonasera a voi splendida coppia. Io cerco una donna matura, sposata o no, non importa, con cui rapportarmi intimamente, perché a me piace fare sesso e non importa se il marito vuole osservare. Voi siete disponibili?” …Nient’altro.
Ci stupì molto la mail, ridemmo anche:” È modesto!” …Esclamai ad Anna:” Hai capito il
furbacchione? …Lui vorrebbe chiavarti mentre io ti guardo? “
“Che tipo…! Che gente che c’è in giro!” Mormorò lei sdegnata ma ironica:” Figuriamoci!!…E poi non vuole altro?” E rise con me. E fui io a dire subito parlando con lo schermo e la sua lettera sul monitor:
“E no bello! Te la puoi solo sognare la figa di mia moglie… La figa della mia Anna, è solo mia…” Mormorai battendole la mano sulla coscia con suo compiacimento per quella mia frase.
Lei non avrebbe mai accettato, era contraria a queste cose, un conto era la fantasia, era stato solo un gioco anche se a me aveva eccitato non poco. Ma rispondemmo educatamente di no, che non eravamo disponibili ringraziandolo per la sua risposta e salutandolo.
Però pochi minuti dopo mentre chiacchieravamo tra di noi un nuovo suono del pc ci avvertì che era arrivata un’altra email.
Andammo sulla posta e quando vidi che era ancora lo stesso indirizzo e quindi lui, non so come dire, come spiegarlo… fui contento, ma non lo manifestai e non dissi nulla a mia moglie, l’aprimmo.
Era ancora lui che ci chiedeva come ci chiamavamo e se gli inviavamo almeno una nostra fotografia, soprattutto di mia moglie, specificando come se ci facesse un favore
Ridemmo ancora:” Vuole una nostra foto hai capito! …Anche se non siamo nudi dice che va bene lo stesso!” Esclamai, continuando a chiacchierare tra noi divertiti.
Non rispondemmo più.
Ma lui poco dopo mandò un’altra mail, con all’interno allegata una sua foto vestito, la foto era molto chiara, era un uomo normale alto e robusto e completamente calvo, diceva di chiamarsi Arturo e faceva il posteggiatore, ripetendo che aveva 51 anni, che era dotato, e che era a disposizione di mia moglie. Mi venne da ridere.
“Però! …” Commentai scherzando ironico guardandola:” Hai visto Anna, è a tua disposizione il nostro corrispondente.”
Lei scrollò la testa esclamando:” Mamma mia!!… A parte che non farei mai una cosa del genere,
non andrei mai con un altro uomo che non sei tu, ma poi quello lì non mi piace…” E parlando nel nostro dialetto genovese aggiunse:” (non si è mai guardato allo specchio)” E ridendo divertita proseguì continuando a parlarmi nel nostro dialetto:” È alto e grassoccio, ha la pancia ed è calvo… bbbrrrrr!!! Tu sai che a me i calvi non piacciono assolutamente e poi guarda il naso…ha la faccia che sembra un maialino!” Esclamò sempre ridendo. “Mi da una sensazione di viscido. No! …No! …” Ripeté. “Sarà qualche maniaco sessuale senz’altro, lascia perdere queste cose.”
Non rispondemmo più. Spensi il pc di mia figlia e ci avviammo in camera da letto.
Quella sera ero divertito, ne parlammo ancora coricandoci, era la prima volta che avevamo un contatto erotico con una terza persona, nel nostro caso uno sconosciuto su internet e a nostro modo senza darlo da vedere l’uno all’altro ne eravamo turbati, eccitati dalle sue risposte e dal gioco intrapreso.
Andammo a dormire e al mattino seguente andai a lavorare e non ci pensai più.
Quella sera, dopo cena quando tornai al computer, vidi che c’era dell’altra posta.
Era ancora una sua mail. Stranamente mi faceva piacere che ci avesse ancora scritto, mi dava un senso di turbamento e apprensione piacevole.
L’aprii, questa volta si rivolgeva a me personalmente, insisteva e mi esortava a inviare una
fotografia, anche normale di mia moglie che era curioso di vederla, e di dirgli anche come si chiamasse.
Chiamai Anna che era in cucina a lavare i piatti:” Anna!”
“Si!” Rispose.
“Vieni amore che il tuo ammiratore ti ha scritto ancora…”
Poco dopo arrivò e ridendo la misi al corrente:
“Te l’ho detto che quello lì è un matto… un maniaco, chissà cosa si è messo in testa ora?!” Rispose preoccupata.
“Ma no… è solo uno che cerca sesso, qualcuna da chiavare, magari è una persona sola, ed essendo brutta non ne trova di donne.” Replicai con un sorriso perfido.
“Ci sono le bagasce sotto la sopraelevata nella zona di San Giorgio… se vuole fare sesso con qualcuna. Paga e…. “Rispose cattiva, aggiungendo:” … perché non va con loro?”
“E magari ci va già a bagasce!” Replicai ridendo.
“Gli rispondiamo?!” Le domandai.
“Noo!… Ma che sei matto!? Non sappiamo nemmeno chi è!”
“Ma intanto non saprà mai chi siamo noi.” Replicai.
“No dai… non mi va… mi spaventa!” Ribatté.
“Ma non dire cretinate …” Risposi io:” … ti spaventa? Ti fa paura per cosa?… Perché ti vuole chiavare? Dovresti essere contenta invece…” Affermai ridendo.
“Non ci andrei mai con quello lì!” Ribatté lei guardando la sua fotografia sul monitor.
“E allora rispondiamo, è un gioco, non saprà mai chi siamo noi.” Ripetei.
Si lasciò convincere facilmente e poco dopo finito di riordinare la cucina, tornò e assieme a lei, ancora sicuri dell’anonimato, risposi e digitai i nostri veri nomi.
“Mia moglie si chiama Anna ha 53 anni ed è una bella signora piacente e io Amedeo, ho 61 anni. Foto non ne mandiamo a nessuno, non vogliamo esporci con degli sconosciuti.”
C’è da dire che su internet pur essendo diffidenti eravamo un po’ sprovveduti, non conoscevamo bene l’informatica e ancor meno quel mondo trasgressivo in cui per gioco ci addentravamo e ci turbava ed eccitava. Era la prima volta che rispondevamo a qualcuno ed eravamo sicuri che non saremmo stati mai rintracciati, per questo diedi i nostri nomi veri e l’indirizzo di posta elettronica per fare gli acquisti.
Rispose a stretto giro di posta ringraziandoci, probabilmente era al computer anche lui, dicendoci di non temere che era una persona seria e pulita e chiedeva se la foto che ci aveva inviato era piaciuta a Anna, e che se lei lo voleva, ne poteva mandarne altre anche più esplicite.
Ridendo dissi a mia moglie:” Allora ti è piaciuto nella foto? Perché se vuoi te ne manda altre!”
Lei non rispose, era intenta a leggere la mail vicino a me e quando finì esclamò:” Oddio! …Ma quello lì è pazzo! Cosa intende con più esplicite?”
“Che se vuoi te le manda nude … che si vede il suo cazzo!!” Le dissi ridendo.
“Noo!… nooo per l’amore di Dio!! Assolutamente!” Esclamò quasi indignata.
“Allora scrivigli che ti basta quella che ha mandato.” La esortai divertito.
“Ma cosa gli scrivo? …Io non so!” …Chiese disagiata.
” Quello che hai detto, che è viscido e sembra un maialino!” Aggiunsi sorridendo provando uno
strano piacere a coinvolgerla con quell’uomo virtuale…
“Nooo!!…Non posso dai… dirgli così! Ci resterebbe male, si offenderebbe. “Rispose: “Le scrivo che è un tipo di persona, ma che è diverso dai miei canoni maschili e non è il mio tipo.”
“Ecco brava!” Controbattei.
E così fece con il mio assenso e la inviò.
Lui rispose ancora quasi subito dicendo che rispettava la volontà di Anna, ma che ci avrebbe ancora scritto, considerandoci ormai suoi amici e chiedeva visto che lei non le mandava una sua foto, se le faceva una descrizione del suo aspetto fisico.”
“Bè questo almeno lo puoi fare!” Affermai ridendo.
Quella strana corrispondenza mi divertiva e mi intricava nel vedere mia moglie impacciata dover rispondere all’uomo dell’annuncio che gli chiedeva com’era perché la voleva chiavare.
Era imbarazzata, ma la invitai a replicare e tra le risa e commenti negativi a voce su Arturo, accettò.
“Ma cosa gli scrivo?” Mi chiese guardandomi.
“Come sei… fai una descrizione di te.”
“Ma io non lo so fare, non so come si fa.”
“Fai conto di guardarti allo specchio e ti descrivi. “Ribattei. “Scrivigli come hai i capelli, di che colore, che sei una donna matura formosetta, con un bel sedere e un bel seno… i tipi di abiti che ti piace indossare e basta…Nient’altro.
Devo dire che dietro mio suggerimento lei spontaneamente fece una sua descrizione molto veritiera di sé stessa, esclamando al termine:” Diooo… cosa mi tocca fare!”
Digitò il suo nome finale sulla email e premette invio e andammo a dormire.
“Eh adesso hai un ammiratore… un amico…” Dissi beffardo ridendo divertito al buio.
“Bella cosa… Non sei geloso?” Borbottò.
“No, di lui no!” Dichiarai.
E tra sorrisini e battute dopo qualche carezza sulle cosce e sulla figa ci addormentammo.
Il giorno dopo appena alzato avevo già i pensieri sulla mail, lei era ancora a letto. Prima di andare al lavoro riaccesi il computer con trepidazione e nell’attesa che si caricasse, andai a farmi la barba.
Assurdamente iniziava a piacermi quella corrispondenza e il suo non dico amante, ma ammiratore virtuale e ritornato rasato, guardai subito la posta, trovai un’altra sua mail della sera precedente e con un compiacimento intrinseco in me perché ci fosse, l’aprii.
Mi faceva i complimenti per la descrizione di Anna:
“E’ senz’altro una bella donna, deve essere molto affascinante e penso calda e senza offesa mi
piacerebbe molto chiavarla. A me piacciono tantissimo le donne come lei, formose, con un seno evidente e sedere pieno e voluminoso e anche con un po’ di pancetta…” Scrisse sfacciatamente. Aggiungendo che era stato colpito positivamente anche da me e se volevo era pronto per un incontro fuori città o anche a Genova per conoscerci, che lui vivendo solo, aveva il suo appartamentino a disposizione. Sorrisi scuotendo la testa commiserandolo, ma tutto quel modo di fare, la sua maniera volgare di parlare, di considerare Anna una bella donna e che la voleva chiavare dicendomelo apertamente, mi eccitava.
Chiusi tutto e pronto tornai in camera e dopo averle dato un bacino mentre era ancora a letto, alle sette andai al lavoro.
Alla sera quando rientrai, dopo aver cenato, come al solito mentre lei riordinava la cucina, andai in camera di nostra figlia e accesi il computer e al termine dei suoi lavori domestici la chiamai e la feci venire vicino a me, facendole vedere l’ultima mail di Arturo, dicendole mentendo che l’avevo aperta poco prima e non al mattino.
” Cosa??” … Mi disse dopo averla letta:” Ma quello è pazzo, è un maniaco, figuriamoci se faccio sesso con lui. Chissà cosa si crede …deve avermi preso per una di quelle donne degli annunci.” Borbottò seria e in modo dispregiativo, risentita e disgustata della proposta e considerazione di Arturo.
“Forse è meglio che smettiamo questo gioco Amedeo. Se pur stuzzicante e per un certo verso divertente per la nostra intimità, quell’uomo si sta spingendo un po’ troppo avanti. Te l’ho detto… lui pensa che io sia una di quelle mogli degli annunci !!” Esclamò innervosita.
Ma io mi dimostrai tranquillo, la rassicurai, come se fosse tutto normale.
“Beh!!…Cosa c’è di strano? È naturale che dica queste cose, lui parla un linguaggio da annunci erotici. Ti sei descritta e le sei piaciuta. Non c’è niente di male, è il suo linguaggio in fondo, ma a parte qualche parola volgare è rispettoso ed educato!”.
Minimizzai la situazione, ma scoprii che il comportamento di quell’uomo verso mia moglie mi eccitava sempre. Lui, quell’Arturo mi informava esplicitamente che voleva chiavare Anna e invece di indignarmi in preda all’offesa e alla gelosia, mi eccitavo e dentro di me piaceva la situazione virtuale che si stava creando, senza rendermene conto stavo per essere preso in un ingranaggio perverso.
Stavo cambiando anch’io dentro, assurdamente la gelosia che avevo sempre avuto verso mia moglie, con quell’uomo non la sentivo più, lasciando il posto al desiderio reale di fantasticare di pensarla con un altro, forse proprio con lui. Era pazzesco, ma era la realtà.
Continuammo a corrispondere nelle settimane, era diventato quasi un appuntamento serale:
” Lascialo scrivere quello che vuole, è solo il suo modo di manifestare i suoi desideri, nel suo linguaggio.” Ripetei a mia moglie giustificandolo:” E noi passiamo qualche serata in modo diverso, svagandoci anche! …Intanto non saprà mai chi siamo.”
Anna si lasciò convincere, aveva fiducia in me e lo prendemmo come un gioco bizzarro, tutto sommato su mio suggerimento si compiaceva a corrispondere con un uomo che le faceva i complimenti sessuali davanti a me, anche se non le piaceva. Lui era diventato nei nostri discorsi, quello che io scherzosamente chiamavo:
Quel gioco, andò avanti per quasi un mese, alla sera quando potevamo e ne avevamo voglia e non veniva la figlia o non c’era nulla alla televisione di film o programmi che ci interessavano, andavamo al pc a corrispondere divertiti ti con lui.
Le sue mail erano giornaliere, come le nostre di risposta, ma al di là delle intenzioni erotiche su mia moglie si era dimostrato sempre educato e per questo stavamo al gioco anche noi.
Mandò altre sue foto, anche in costume per far vedere il fisico.
“Che orrore!! “Esclamò in dialetto genovese ridendo quando le vide Anna.” Ma perché non si copre con sta pancia che fa ridere!… È calvo, brutto e ha la pancia e ha il coraggio di farsi vedere in costume e fotografare?”
Iniziai e continuai a far sì che fosse lei a rispondere alle sue mail, coinvolgendola sempre di più, facendola partecipe e proponente di tutte le risposte che gli inviavamo.
” Tu cosa gli risponderesti?” … Le chiedevo.
“La verità non te la direi se no ci resterebbe troppo male…” Ribatteva ridendo.
E mi piaceva ascoltare le sue considerazioni, a volte anche cattive, frutto della sua immaginazione e fantasia, dei suoi timori di donna entrata a forza in un gioco particolare più grande di noi.
Un giorno decisi di rispondergli all’insaputa di Anna, e in una mail glielo scrissi che lei era ignara e non lo sapeva. Ero solo in casa quel pomeriggio, mia moglie era a Chiavari da mia figlia, non so nemmeno io perché lo feci, ero eccitato mentre lo compivo, come preso dalla frenesia, al punto da avere quasi l’erezione. E gli scrissi:
“Ciao Arturo, mia moglie non c’è e non lo sa che ti scrivo da solo. Vorrei chiederti che intenzioni hai riguardo a questa corrispondenza, se dici davvero o scherzi quando scrivi che vorresti chiavarla. Lo hai già fatto con altre coppie?” E inviai.
Poco dopo mi rispose dallo smartphone, probabilmente era al lavoro:
“Ciao Amedeo, mi fa molto piacere che mi hai scritto da solo e all’oscuro di tua moglie, sai… tra noi uomini ci intendiamo meglio e di più su certe cose…” Aggiungendo:” Io sono disposto a chiavarla davvero tua moglie, anche davanti a te. So che per le donne non è facile accettarlo, ma se c’è un po’ di complicità con il marito, tra noi, con qualche espediente ci si riesce. Tu fammi sapere se sei d’accordo e disponibile a farmela chiavare davvero, se hai intenzione di farlo e studieremo qualcosa assieme per realizzare quello che vogliamo …. “Proseguendo e spiegandomi:” Io l’ho già praticato con altre coppie genovesi questi incontri sessuali, anche con coppie della nostra età alla prima esperienza e il marito restava a guardare masturbandosi mentre gli chiavavo la moglie, oppure se tu lo preferisci, come faceva qualcuno, la puoi accarezzare mentre la posseggo e al termine puoi chiavarla anche tu dopo di me se sei eccitato e ce l’hai duro. Oppure se ti sei già masturbato, puoi leccarle la figa subito dopo che te l’ho chiavata e vedrai che ti piacerà farlo, ancora dilatata e calda umida, come è capitato ad altri mariti…
Sarebbe bellissimo realizzarlo, è un bel gioco, un’esperienza riservata e segreta da provare per un marito e come ti ho già detto, l’ho già fatto con altre coppie mentre il marito guardava. Stai fiducioso che sono esperto.
Potete stare tranquilli, sono serio, educato e pulito, sono sano e se vuoi ti invio gli esami del sangue che faccio ogni mese visto che sono un donatore di sangue e comunque se lo preferisci che ti dà più sicurezza, te la chiavo con il preservativo.”
Quando lessi cosa mi scriveva pensai:
“Questo è scemo!… Non si rende conto delle cose che scrive, ed è anche sgrammaticato. Come fa a chiedere al marito complicità per chiavare la moglie? E con espedienti…. E io a leccarle la figa dopo che l’ha chiavata lui… È pazzo…”
Ma subito dietro mi arrivò un’altra mail.
“Ti chiedo se sei d’accordo di avere una corrispondenza diretta e segreta tra noi due, senza che tua moglie lo sappia, in modo che possiamo scrivere liberamente quello che vogliamo e cosa dobbiamo fare e quando ci sarà lei di certe cose non ne parliamo, la informerai poi tu. Così tra di noi uomini, possiamo parlare liberamente di cosa ci piace…e cosa fare, ed essere complici per indurla a cedere e farsi chiavare. Non so se vuoi farlo a questo indirizzo email e poi cancellare o ne hai un altro…?”
E quella seconda mail, confermò ancora di più la mia convinzione:” Questo è proprio scemo!” Mi dissi.
Comunque non so nemmeno io perché, forse per giocare o perché avere corrispondenza con lui e parlargli di mia moglie mi eccitava o anche perché mi credevo culturalmente superiore, pensando di divertirmi e prenderlo in giro, sta di fatto che accettai e decisi di continuare a corrispondere alcune volte solo con lui in segreto e altre con mia moglie.
“Scrivi pure qui a questo indirizzo email , intanto apro e leggo sempre io la posta elettronica, poi cancello le mail.”
Mi eccitava farlo all’insaputa della mia consorte, certo che non sarei mai arrivato a far chiavare davvero Anna da lui.
Aumentarono le mail tra noi, alcune diretti tra me e lui, senza che Anna sapesse nulla, altre con lei senza accennare che ci scrivevamo tra noi. E così i mesi di corrispondenza divennero due…
Quando eravamo solo noi, io e Arturo, ci scrivevamo mail brevi, specie di telegrammi e rispondevamo subito, quasi che sembrava una chattata con domanda e risposta.
Mi chiese come vivevamo la nostra sessualità, com’ero io e lei a letto.
E mi eccitava farglielo sapere, parlare di mia moglie con lui, persona sconosciuta, mi piaceva eccitarlo ed eccitarmi, confidarmi, e titubante e agitato gli rispondevo:
” È la prima volta che corrispondiamo a un annuncio, non abbiamo mai fatto niente di simile, siamo una coppia seria e fedele e sono sempre stato l’unico suo uomo della sua vita oltre che marito e padre dei nostri figli.”
Ma nel proseguo della corrispondenza alle sue richieste particolare, gli confidai la verità:
“Come sono sessualmente?” Scrissi…:” Ora sono in fase calante… non ho più le erezioni di prima, ho problemi di prostata…”
“Ma la chiavi almeno?” Domandava.
“Qualche volta se riesco, se mi viene duro.” Rispondevo.
“Tipo? Ogni quanto la chiavi …?” Chiedeva curioso rispondendosi:” Ogni settimana?”
“Eh… magari è tanto se riesco ogni mese, fai una media di una volta ogni due tre mesi, più che altro sono masturbazioni che ci facciamo tra di noi, penetrazione e rapporto completo pochissimi.”
“Ma lei ti cerca? Lo vuole?”
“A volte si!” Rispondevo sinceramente:” Ma ora sa come sono e lo fa come piace a me…”
“Gliela lecchi la figa almeno?” Mi scrisse.
“Ora non più, da giovane qualche volta lo facevo…”
“Be se te la chiavo io e tu non riesci più a chiavarla, al temine gliela puoi leccare… Io so che alcuni mariti lo fanno e gli piace, si mettono in ginocchio davanti alla moglie e gliela baciano e leccano…”
Ero disgustato da quella pratica che mi suggeriva di fare e praticavano alcuni mariti alle mogli dopo chiavate da un partner, che pensai:” Che schifo!”” E gli scrissi:
“Ma come fanno a leccarle subito la figa alla moglie dopo che ha appena chiavato con un altro!? Senza lavarla? Senza pulirla? Non gli fa schifo?”
“Schifo? No! …Anzi gli piace leccargliela e baciargliela ancora calda di chiavata, è qualcosa di testa, una sottomissione cerebrale, vedrai che se proverai piacerà anche a te!” Mi scrisse.
Domandai: “Ma le chiavavi con il preservativo?”
Poco dopo mi arrivò un’altra mail…
“Non tutte con il preservativo, solo alcune, se loro vogliono e i mariti sono d’accordo le chiavo senza…”
E subito replicai scandalizzato:”
“Non mi dire che gli vieni dentro??”.
“Perché?” Rispose serio:” In genere quelle che chiavo io sono tutte donne mature, pulite, con la menopausa già avuta da parecchi anni anche se attive sessualmente e quindi ci si può sborrare tranquillamento dentro, così come alle vedove che non sono più fertili. Poi se qualcuno non vuole che le sborri dentro in vagina, ma vuole farlo lo stesso a pelle soltanto, cioè senza preservativo, nella eiaculazione interrompo lo tiro fuori e le sborrò sulla pancia, come farò con tua moglie quando la chiaverò e tu gliela potrai leccare tranquillamente, succhiarla, sentire il gusto di godimento che lei avrà avuto con me e infilargli la lingua dentro in vagina visto che ce l’avrà dilatata… e chiavarla anche tu con la lingua.”
Non risposi, mi disgustava, ma mi turbava quella pratica che diceva essere cerebrale…
A quel punto cambiò argomento:
“È calda come donna Anna?” Mi chiese.
“Dipende… a volte si altre no, ma in genere no! Almeno, con me!”
“Le piace fare pompini?”
“No…è restia.” Rispondevo:” Le fa schifo prenderlo in bocca, anche da me che sono suo marito da quasi trent’anni.”
Ripeto, mi eccitava parlargli in quel modo sessuale e osceno di noi… di mia moglie intimamente.
“Tu invece come fai che sei single?” Domandai.
“Ah… a me piace chiavare… lo farei tutti i giorni se potessi, mi viene duro facilmente anche solo con il pensiero, senza toccarlo, ma purtroppo non sempre ho la donna, ci sono periodi che lo faccio spesso e altri no, comunque in un modo o nell’altro io chiavo una volta alla settimana… “disse con sicurezza:” … se non chiavo mi faccio una sega al giorno, per esempio in questo periodo mi sono segato parecchie volte pensando e immaginando tua moglie Anna.”
Sorrisi.
“Scusa ma chi chiavi se sei single?” Domandai nella risposta.
Dipende, oltre che cercare sugli annunci a me piace ballare, sono un ballerino e a volte conosco signore nelle sale da ballo, se no con gli annunci trovo la donna singola o in coppia e chiavo lei, … anche vedove!” Precisò.
“Vedove?” Scrissi io.
“Si ce ne sempre qualcuna e anche vogliosa, basta corteggiarle bene e non parlarle del defunto…” E mise una faccina ridente, aggiungendo:” Qualcuna l’ho chiavata. Ma in genere poi si pentono, hanno il rimorso di avere fatto cornuto il marito deceduto, soprattutto quando le fai fare sesso spinto!”
“Cioè! Cosa intendi per sesso spinto?”
“Orale, anale… loro subito non vogliono perché con i mariti non lo praticavano, ma poi cedono e quando l’hanno fatto vengono prese dai rimorsi, specie se era la prima volta che facevano l’anale… e così con alcune ci lasciamo, si pentono, ma intanto si son fatte fare il culo le vedovelle.”
“Ma perché tu fai anche orale e anale?” Scrissi.
“Certo!… Sono uno specialista… Io alla donna faccio tutto!” Rispose:” Sono anche bravo a inculare, solo donne però!” Precisò:” Uomini niente!” Aggiungendo in un’altra mail che seguiva:
“Se no, al sabato sera se non carico nella sala da ballo vado a puttane…” Scrisse.
“Vai a puttane?” Chiesi confermandomi una certa idea che mi ero fatto di lui e che aveva avuto anche mia moglie.
“Si!… O in auto o in appartamento, a volte le porto anche a casa mia, ce n’è anche di belle e giovani, ma sono tutte straniere e io preferisco le mature italiane.”
In quella corrispondenza tra noi, in una mail, mi chiese se davvero c’era la possibilità che la mia signora avrebbe accettato un incontro erotico con un altro uomo, in quel caso lui, oppure avrebbe avuto ripensamenti e scriveva solo per divertirsi?
Per non deluderlo e dirgli il reale pensiero che aveva Anna su di lui e farlo restare male, affermai:
“Sai, lei inizia ora a partecipare e corrispondere con te, e seppur virtualmente, ne è attratta. Io personalmente sarei favorevole se avvenisse quello che vuoi tu. Che la chiavi davvero.” Le confessai turbato, e mi resi conto con sgomento che ero sincero nel dire quelle parole.” Però sai come sono le donne… e a lei le persone calve non piacciono…”
“E ma questi sono dettagli…” Mi interruppe con una mail di ritorno.
“Se sei d’accordo tu e mi aiuti, prima o poi la chiavo.” Ribadì sicuro di sé.
“Eh ma non è semplice, è una donna seria…è contro l’infedeltà e il tradimento e in più se uno non le piace è difficile che ci vada!”
Lo avevo messo sull’avviso che probabilmente non avrebbe fatto niente con mia moglie, di non farsi illusioni e che forse era meglio che ne cercava un’altra sugli annunci, ma era un testone perseverante e continuò con quella idea in testa; e in quel modo di corrispondere ci scambiavamo anche dieci email brevi in un’ora e ci dicevamo molte cose, come dicevo era quasi come parlare direttamente in chat.
Passarono alcune settimane, mentre le nostre mail telegrafiche e a chat erano diventate bigiornaliere e a volte anche di più e sempre più amichevoli, confidenziali e intime, al punto, da confidargli eccitato quando corrispondevamo da soli, segreti e particolari sessuali di mia moglie che nessuno sapeva. Per poi masturbarmi al ricordo di avergliele dette.
Anche Anna a volte partecipava all’appuntamento serale delle mail di sua iniziativa, curiosa e
interessata anche se non voleva mostrarlo.
Dopo la fase della presentazione, della descrizione fisica e della conoscenza virtuale, lui ci
mandò altre sue fotografie chiedendo a noi di fare altrettanto, di mandarne almeno una di Anna che la voleva vedere, perché passava le notti ad immaginarla e masturbarsi. Facendola ridere, scandalizzandola, ma sotto sotto compiacendola.
Una sera, dopo una chiacchierata a cena, con Anna decidemmo di mandare una fotografia intera dove noi eravamo assieme, ma con il volto coperto. Fu il primo passo verso la nostra conoscenza reale e la perdizione di Anna.
A stretto giro di posta ci arrivò la sua risposta, dicendo: “La signora Anna, è molto bella, come si fa a non desiderarla? Presenta bene, ha un bel corpo formoso da donna matura che vorrei riempire di baci. Mi affascina il mistero del suo volto, sono certo che è anche molto bella di viso come scrivi tu, oltre che educata e graziosa.” Aggiungendo: “Deve essere senz’altro una donna attraente, spero molto presto di stringerle la mano e di baciare la sua guancia.” E ci inviò il suo numero di cellulare.
Fu molto galante ed educato.
Anna ne fu lusingata, ma seppur soddisfatta delle sue parole fece delle precisazioni:
” Come fa a dire che ho un bel corpo se sono vestita?” Affermò ridendo.
“Ha il colpo d’occhio del maschio desideroso!” Le risposi sorridendo:” Te lo vorrebbe baciare tutto hai letto?!”
“Oh dai! …Smettila con queste cose!” Esclamò però compiaciuta.
Nelle mail riservate che seguirono tra me e lui, gli ripetei ancora che essendo alla prima esperienza non eravamo certi di arrivare in fondo, anche se a me sarebbe piaciuto se fosse accaduto e che comunque prendevamo tutto questo come un gioco trasgressivo.
“Nessun problema!… “Mi scriveva:” …Si arriva dove si può e si vuole e stop, non si va oltre. Tranquillo Amedeo, non avere timore, è bello anche solo che io la corteggi o l’accarezzi sulle cosce se non vuoi che la chiavo.” Scrisse.
Dopo ancora qualche giorno, eccitato da quella situazione e delle sue avances, mi feci coraggio e come in preda a un trasporto sessuale improvviso lo chiamai al cellulare, fregandomene se vedeva il numero.
“Intanto ce l’hanno centinaia di persone il mio…” Mi giustificai.
Fu molto gentile e cordiale, mi mise a mio agio, aveva una voce ferma e calda, con pause riflessive. Mi piacque, dava un senso di tranquillità.
Informai Anna, che mi chiese se ero pazzo…
“Gli hai telefonato?… Ma sei impazzito??”
“Ma no! Abbiamo chiacchierato un po’, mi sembra una persona a posto…”
“A posto? …Ma se è un depravato, perverso!”
“Ma no! È una persona come le altre…” Ribattei.
“Così adesso ha il tuo numero?”
“E io ho il suo!” Risposi sorridendo scioccamente ben sapendo che ce l’avevo già inviatoci da lui nelle prime mail.
Non era d’accordo con quello che avevo fatto, ma lo accettò.
Smettemmo di scriverci mail e iniziammo previo messaggio a scriverci in chat con WhatsApp oppure a telefonarci direttamente io e lui qualche pomeriggio o alla sera con lei che ascoltava in vivavoce, sapendo Arturo che ci sarebbe stata.
Non glielo nascosi, ma Anna disapprovava che parlassi con quell’uomo, “Quel porco, quell’orrore…” come lo apostrofava lei. Ma erano solo telefonate di saluto davanti a lei di:
” Come state? …”
“Bene grazie! Hai lavorato oggi… ecc…”
Telefonate amichevoli, di cortesia le chiamavo io e non so perché le facevo, fu un salto di qualità che ci avvicinava sempre di più al baratro, ma non me ne rendevo conto.
Una sera mi chiese di sentire la voce di Anna, se poteva parlare con lei, e al mio chiederglielo muovendo l’indice in segno negativo rispose a bassa voce:
“Assolutamente…Tu sei pazzo che io parlo con quello lì…Parlaci tu! Lo sai come la penso io…”
“Ma lo senti solo per voce, gli fai i saluti e basta.” La esortavo.
“No! Non voglio!… È una persona che non mi piace, viziosa. E tu sai benissimo cosa vuole da me!” Esclamò.
Lasciai perdere.
Finché una sera che eravamo soli a casa, dopo che i nostri figli con i rispettivi compagni c’erano venuti a trovare, avevano cenato da noi, ed erano ripartiti, decisi di chiamare Arturo, insistendo con mia moglie che ci parlasse…
Lei non voleva assolutamente, ci misi un po’ a convincerla, ma alla fine ci riuscii. Cedette alla mia ostinazione di parlargli, almeno salutarlo, ma contrariata e infastidita mi domandò: “Ma cosa le dico?… Non so cosa dire!?”
“Ma non devi dire niente amore lo saluti… Ciao Arturo e basta!”
“E se si mette a parlare?”
“Ascolti!” Risposi.
Restò in silenzio poi borbottò:” Guarda che se dice delle porcate o accenna a qualcosa dell’annuncio, chiudo subito la conversazione.”
Lo chiamai e rispose quasi subito, dicendole:” Mia moglie ti vuole salutare…” E all’improvviso divertito misi lo smartphone con il vivavoce in mano ad Anna, che sentiva dire:
“Anna!?… Anna! Ci sei??”
“Dai rispondi! Che c’è il tuo ammiratore Arturo.” La sollecitai:” Salutalo!”
Lei imbarazzatissima a sentire la sua voce non voleva. Tergiversò furiosa con me, lo posò sul tavolino ma al sentire che la chiamava sempre: “Anna! … Anna!” Lo riprese in mano e alla fine parlò.
Era imbarazzata e intimidita, parlarono meno di un minuto mentre io la osservavo sempre più divertito ed eccitato del suo imbarazzo. Lui esclamò:
” Ciao Anna!”
“Buonasera!” Rispose lei educata mantenendo le distanze.
“Hai una voce molto giovanile Anna, da ragazza. Ti esprimo un desiderio … spero tanto di conoscerti di persona. Vuoi?”
Era ammaliata dalle sue parole educate e dal tono della sua voce calmo e caldo. Io ascoltavo vicino a lei nonostante il vivavoce: “Su rispondi dai!” La esortai visto che si era impappinata.
“Ma chissà!… Forse un giorno! …Vedremo!” Rispose generica, agitata con voce tremante per non dirgli di no.
“Lo spero con tutto il cuore!” Ribadì lui.
Terminata la conversazione mi guardò scuotendo la testa …
” Tu sei scemo! Ma cosa ti salta in mente di farmi parlare con lui!?…. Dio mio cosa mi fai fare!” Mormorò, scuotendo il capo e sorridendo suo malgrado:” Parlare con quel depravato…”
E tutto questo contribuì ad accrescere la nostra simpatia e fiducia in lui, almeno la mia e continuare il gioco. Eravamo giunti ad un punto che non avrei mai immaginato di arrivarci, qualche sera di far parlare mia moglie con lui, anche se solo per salutarsi e questo mi dava un senso di potenza su mia moglie, che alla fine significava che si lasciava influenzare e faceva sempre quello che volevo io:” E forse…” Pensai fiducioso:” … se la persuado bene la farò chiavare davvero da Arturo.”
La sua voce piacque ad Anna che la trovò calda, sensuale e rassicurante, al contrario del suo
aspetto fisico.
“Certo che se una lo sente solo parlare è un’altra cosa, sembra una persona seducente… ma se lo vede…” Mormorò nel nostro dialetto sorridendo….
Il gioco si stava facendo impegnativo e preoccupante, ma non me ne rendevo conto in quei
momenti.
Lui prese a inviare messaggi con il desiderio che li facessi leggere a Anna. Roba da ragazzini:
“Ti penso…!” Oppure a tarda sera:” Buonanotte, spero di sognarti!” O ancora al mattino presto:” Appena svegliato ho pensato a te Anna!” E così via, rinnovando sempre il desiderio di incontrarci di persona.
“Lo fai innamorare …” Le dicevo scherzando. Lei sorrideva, tutto sommato non gli dispiaceva:
“E’ matto quello lì!” Diceva ridendo.
Dopo altri giorni di mail e telefonate di amicizia e di approfondimento della nostra conoscenza seppur virtuale, erano passati più di due mesi, quasi tre da quando scrivemmo la prima mail su mia insistenza e vista la confidenza virtuale che si era creata tra noi, ci convincemmo su sua insistenza ad incontrarlo solo per un caffè.
Scrisse una mail molto bella a entrambi, ma soprattutto rivolta a Anna dove diceva che voleva conoscerci, aveva cambiato tattica, non più parole oscene, ma romantiche e tra le altre cose scrisse:
“Ora vorrei conoscervi, bere qualcosa assieme a voi. Sono una persona seria, conosciuta, ho il
mio lavoro, potete stare tranquilli, vorrei solo incontrarvi, non si fa niente. Voglio vedere il volto misterioso che agita le mie notti e ruba il mio sonno…quello di Anna.” Scriveva.
Ora, mia moglie non era l’attrice cinquantenne delle copertine patinate dei rotocalchi, truccata ed elegante che pesa 50 chili a cui gli uomini fanno la corte. Mia moglie era la tipica donna normale e comune, consorte, casalinga, massaia, di quelle che si possono trovare ai supermarket con la borsa sottobraccio a fare la spesa o incrociare per strada o al mercato a fare acquisti. Anche fisicamente non era più un’acciuga come quando l’avevo conosciuta, ma come dicevo sopra, formosetta e secondo i periodi cicciottina, anche se ben distribuito e piacente, e vestiva casual… e quindi che un uomo, un tipo come Arturo la corteggiasse con il mio permesso, al di là del suo aspetto fisico orrendo e delle volgarità iniziali che aveva proferito verso di lei, le faceva piacere…
Ne parlammo io e Anna a me sinceramente eccitava e intrigava conoscerlo, ma anche un po’ mi intimoriva.
Lei pur essendo lusingata dalle belle parole nei suoi confronti era contraria, non dimenticava mai che lui all’inizio voleva presentarsi per chiavarla e lei assolutamente non voleva:
“Ma io ho paura Amedeo, non voglio incontrarlo, non sappiamo chi è! E poi tu lo sai cosa vuole lui da me, lo ha scritto tante volte nelle email. Non mi piace questo gioco si sta spingendo troppo oltre.” …Dichiarò:” Fermiamoci!”
“Ma no!” …Gli rispose ridendo:
” Non devi mica andarci a letto!… Si tratta solo di incontrarci e bere qualcosa. Vederci scambiare due parole e poi ciao… ognuno per la sua strada.”
Riuscii a convincerla e tranquillizzarla e feci rispondere a lei dietro mio suggerimento, anzi farei meglio a dire dettatura di un messaggio sul mio smartphone.
” Accettiamo il suo invito solo per un incontro conoscitivo, senza obblighi di nessun tipo. Solo
per bere qualcosa. Se lei è d’accordo possiamo incontraci domenica alle 11 qui a Genova.”
E inviò.
Rispose subito rimandando un altro messaggio WhatsApp a stretto giro di tempo che oltre a confermare l’incontro per domenica mattina, ribadiva che avremmo preso solo un caffè e nient’altro.
Erano passati quasi tre mesi da quella prima email che scrivemmo e mai avremmo pensato che l’avremmo incontrato davvero.
Anna era timorosa, impacciata, ma anche curiosa di conoscere quell’uomo che la corteggiava
virtualmente. La intricava la situazione.
“Su fatti bella che il tuo corteggiatore sconosciuto ti vuole vedere. Voglio che ti veda
bellissima !!” Esclamai orgoglioso di lei quella mattina in bagno mentre ci preparavamo.
Era emozionata e imbarazzata come una ragazzina e mi sentivo strano anch’io.
Scoprivo dentro di me che mi piaceva mostrarla…e mi eccitava vederla in quello stato ansioso che rasentava l’eccitazione. Mi allettava sapere che era desiderata da un altro uomo, che gli scriveva parole erotiche e dolci e che le aveva scritto chiaro e tondo che la voleva chiavare.
“Ma non so cosa mettermi!” Esclamò agitata.
“Qualsiasi cosa sarà bella su di te!” Le dissi adulandola.
L’incontro avvenne come d’accordo la domenica mattina in un centro commerciale di Genova
Ovest la Fiumara, eravamo emozionati e impacciati, Anna si era truccata in modo leggero ma appariscente. Vestiva un tailleur creme con una camicetta bianca e un foulard leggero al collo, aperto sul davanti che lasciava intravvedere una collana di perle, due orecchini simili a clip ai lobi delle orecchie e un viso da fata, coperto da grandi occhiali da sole, dietro i quali nascondeva i suoi splendidi occhi azzurri. Era molto signora e borghese, molto elegante e molto bella.
Con i segnali convenuti, ci incontrammo, un saluto e una stretta di mano; che lui non fosse bello lo sapevamo, ma almeno era simpatico. Era alto brillante, calvo senza un pelo, con la pancia prominente e faceva presenza. Appariva distinto e ben vestito, ma soprattutto molto educato.
Dopo i convenevoli ci sedemmo al tavolino di in un bar, ordinammo e iniziammo a bere
l’aperitivo, iniziando a chiacchierare.
Ci sapeva fare, io non l’avevo capito, ma lui era un donnaiolo, sicuramente era vero che aveva già avuto incontri con altre coppie, fu lui a rompere il ghiaccio e a metterci a nostro agio. Si complimentò con Anna, dicendole che era molto più bella di come la immaginava, che era felice di averla conosciuta e che tra noi fosse nata una bella amicizia.
Restammo assieme una mezz’oretta, parlando del più e del meno, lavoro, tempo e altre cose, era loquace, scherzava anche in dialetto genovese cercando di fare ridere Anna. Solo negli ultimi minuti, parlò delle motivazioni dell’incontro, mettendoci sempre a nostro agio e dicendo guardando Anna:
“State tranquilli che non forzerò mai niente, mi basta la vostra amicizia perché siete una bella
coppia e si vede che vi volete bene, ma spero che si possa approfondire la nostra conoscenza in modo più intimo, senza forzature ed obblighi, ma per libera scelta.”
Poi con sapiente capacità calcolata, chiese a Anna di togliere gli occhiali per poter vedere i suoi splendidi occhi:
“Non può lasciarmi senza farmi vedere oltre lo splendore del suo viso, quello dei suoi occhi! “Esclamò.
Io sorrisi del suo corteggiamento, tutto sommato mi faceva piacere. Anna guardandomi rise anche lei, esclamando:” Oddio!!” Era lusingata dalla sua frase… tolse gli occhiali. Era molto attraente senza.
“Meravigliosa!!!” Esclamò lui guardandola fissa scrutandole il volto, gli occhi, la bocca, il naso e la fronte, imbarazzandola.
Effettivamente era una donna curvy molto affascinante e attraente.
Facemmo ancora qualche chiacchiera e poi ci salutammo con l’accordo di risentirci, via email o con WhatsApp, oramai comunicavamo anche così.
Quando fummo soli io e Anna, parlammo dell’incontro e di quell’uomo.
Seppur non fosse un bell’uomo e non le piacesse fisicamente, aveva fatto una bella impressione a tutte e due, ma soprattutto a lei che dalle email iniziali e dalle fotografie se lo immaginava peggio, nonostante fosse imbarazzata mi disse che era simpatico.
“Visto! È una persona normale come tutti gli altri, avevi paura che ti violentasse e invece hai visto?” Affermai.
Non rispose, restò in silenzio come se ammettesse che si era sbagliata.
Quel pomeriggio lui mi chiamò allo smartphone e io gli risposi non visto da Anna.
“E davvero bella tua moglie, mi piace molto, è proprio il tipo di donna che piace a me… formosa, un bel viso… la chiaverei subito…” Mi disse. Con enfasi.
Sorrisi contento che le piacesse, come se Anna fosse una mia proprietà:” Eh… lo sai che ci sono alcune cose che non le vanno…” Affermai. Ma lui continuò a parlare:
“Come sono andato? Cosa ti ha detto di me… gli piaccio? O è stato un giudizio negativo? Hai visto che sono stato educato.”
“Negativo no…” Risposi:” … ma nemmeno positivo… Ha detto che sei simpatico… questo si, che fisicamente sei un tipo. Ma come ti avevo già detto a lei i calvi non piacciono… Vorrei aiutarti, ma non so come comportarmi…”
“Essere calvo non significa nulla, sono manie che ha, vedrai che le perderà. Sai cosa devi fare per invogliarla a me?”
“No, cosa devo fare?” Domandai.
“Quando la chiavi o le fai un ditalino o l’accarezzi, qualsiasi cosa che di piacevole e sessuale le pratichi, le devi dire di pensare a me, farla giocare pensandomi. Le devi dire di far finta che tu sia io quando la tocchi sessualmente, che le tue dita quando la penetrano sono il mio cazzo, farle provare piacere e godere pensando a me…”
“Si… questo posso farlo, possiamo provare…” Risposi complice.
“Bene e tienimi informato… che io ci tengo a tua moglie.” Si raccomandò.
Il fatto che si affidasse così tanto a me e mi dicesse cosa fare, mi faceva sentire importante, mi eccitava, non era bello fisicamente e anche per questo se l’avesse chiavata davvero, non ne ero geloso. E tutto sommato giocando ed eccitato ero giunto a metà del guado, con la speranza e l’intenzione che la chiavasse davvero.
Con Anna ne parlammo anche alla sera a letto, cercando di fare l’amore:” Pensa a lui!” la esortai iniziando ad avviarla a quel tipo rapporto sessuale suggeritomi da Arturo. Ma lei subito non voleva.
“No dai questo no!” Rispose.
“Ma dai! …Intanto è solo un gioco tra noi e io mi eccito. Visto che non lo farai mai chiavare realmente, almeno fatti chiavare mentalmente… giochiamo, non sono geloso con lui…” Affermai.
Lei chiuse gli occhi e io inizia a dire:” Pensa che lui ti vorrebbe chiavare…” E intanto l’accarezzavo.
“Dai non essere volgare…” Borbottò.
“E’ la verità, hai letto anche tu quante volte te lo ha scritto. Comunque hai fatto colpo. Le piaci, ti mangiava con gli occhi…”
“Ah sì!” Disse sorridendo compiaciuta sempre con gli occhi chiusi:” E non sei geloso tu?”
“Di lui no… te lo detto, da lui ti lascerei chiavare davvero se tu lo volessi, non vedi ti corteggia davanti a me e non dico nulla.”
Lei era con la mente a fantasticare e non rispose.
Eccitato com’ero di quell’inizio e della sua accettazione e partecipazione a quel nuovo gioco, al pensiero che immaginasse che io fossi Arturo che la chiavasse, ebbi l’erezione e riuscii a penetrarla, sentendo la sua vagina umida e lubrificata di umori. Non mi sembrava vero.
La sentivo godere e mi eccitavo sempre di più nel sapere che godeva pensando di essere chiavata da quell’uomo.
La chiavai, anche se non fu un rapporto edificante, solo verso la fine persi l’erezione e mi tornò mollo, ma continuai a chiavarla lo stesso, per poi toglierlo e masturbarmi al pensiero che Arturo la possedesse e venni su di lei.
Nei giorni seguenti ne parlammo ancora e continuammo a corrispondere con lui.
Mentalmente forse per far contento me, su mia istigazione l’aveva accettato come amante virtuale anche se per gioco. E quando la masturbavo, le facevo il ditalino, l’accarezzavo e la facevo pensare a lui acconsentiva:
” Pensa ad Arturo che ti chiava…”
Sussurravo, e non so perché, ma mi dava una sorta di orgasmo mentale istigarla, indurla con il pensiero a lui, di stordimento piacevole. Mentre inconsapevolmente le stavo praticando una sorta di lavaggio di cervello, facendole associare al piacere all’immagine seppur disgustosa di Arturo.
Lei si vergognava, ma esortata da me e sapendo che non ero geloso si lasciava andare e gradiva.
Le sere quando facevamo sesso pensavamo a lui, eravamo sempre in tre, ripetendole fino all’inverosimile di immaginarlo che la baciava, accarezzava, che se lo faceva eccitava anche me e non solo lei. Fino a giungere nell’arco di alcune settimane a conseguire realmente l’effetto che davvero lei lo associava al piacere fisico; pensava a lui e godeva, era davvero diventato il suo amante virtuale e fantasioso. E io nelle nostre telefonate informavo Arturo su quello che praticavo e come reagiva e lui mi informava su come proseguire.
Anna si rendeva conto che era diventato un appuntamento quasi fisso fare sesso in quel modo e pensando a lui, potrei dire con lui. Godeva realmente quando lo immaginava e durante il gioco alternava momenti di desiderio ad altri di timore. In quel periodo a volte prevaleva la sua moralità ed iniziava ad avere ripensamenti che io pronto distruggevo ripetendogli che era solo un gioco e nulla di più quello che praticavamo.
Dopo mesi di corrispondenza, un incontro conoscitivo, arrivai al punto che eccitato una sera mentre ci masturbavamo gli dissi:
” Potremmo provare ad incontrarci in modo intimo davvero, senza forzatura, solo con carezze sulle cosce e il sedere e se non ti va smettiamo subito.”
Subito reagì e si irrigidì:” Ma sei pazzo? Fare davvero questi atti sessuali con Arturo?”
Oramai lo chiamavamo confidenzialmente così e non più “il tuo ammiratore…” ma non erano più le reazioni di prima, assolute, psicologiche, personali, erano più che altro risposte di ordine morale, coniugale.
“Cosa c’è di male? Lo facciamo sempre virtualmente, che una sera potremmo provare sul serio, ma in maniera soft, solo carezze, senza penetrazione e rapporto sessuale, carezze esterne.” Precisai.
Ci fu una pausa di silenzio e poi replicò:
“No!… Meglio di no! … Ho paura a fare queste cose… “Precisando sinceramente:” … in certi momenti sono attratta sessualmente da Arturo quando lo immagino e lo penso, ma in altri ho paura. Ti sono stata sempre fedele, sei stato l’unico uomo della mia vita e che mi ha toccato e accarezzato nelle intimità.
Forse è meglio che smettiamo davvero Amedeo.” Pronunciò:” Lo sappiamo cosa vuole lui da me… e io non voglio tradirti realmente fisicamente.”
Apprezzavo la sua fedeltà, ma in quel momento non mi interessava.
“Paura di cosa? …” Gli chiesi precisando: “Ci sono sempre io con te e poi vedrai che non
arriveremo ad avere un incontro sessuale completo, non lo voglio nemmeno io, ma solo un
incontro intimo, un po’ di carezze, qualche bacio sulla pelle e farai tutto con il mio permesso davanti a me. Ci divertiremo, le mostrerai un po’ le gambe e le cosce e lui ti guarderà desiderandoti. E questo ecciterebbe anche te lo so! … È solo un gioco Anna e come tale dobbiamo prenderlo e giocarci. Arturo è un tuo spasimante, è normale che sia così voglioso di te, basta solo guidarlo e controllarlo.”
Il silenzio di Anna non era né un sì e né un no, era titubante, indecisa come dicevo probabilmente più per problemi morali che fisici e allora la rassicurai: “Il nostro amore, la nostra vita insieme, la stima e il rispetto che ho per te non verranno mai meno, anzi aumenteranno se giocheremo assieme, perché saremo complici io e te. Hai visto anche tu negli annunci quante coppie ci sono che praticano questo gioco, questa trasgressione… Proviamo anche noi…non c’è nulla di male se siamo entrambi consenzienti… facciamo una prova… se poi non ti va smettiamo.”
Poi come a giustificare un eventuale comportamento eccessivo di Arturo e a prepararla mentalmente aggiunsi: “Certamente lui ci proverà… cercherà d chiavarti davvero perché ti desidera, le piaci ed è quello che vorrebbe. Ma se noi gli diremo no! Basta ora! …. Lui non farà niente. Hai visto anche tu che tipo è…”
Quello era l’espediente che mi aveva suggerito Arturo, di dirle e farle credere che avrebbe fatto una cosa e invece poi si sarebbe arrivata ad un’altra. E io lo sapevo e complice assecondavo i consigli di Arturo.
“Si, ma io mi vergogno a fare queste cose a lasciarmi toccare, accarezzare da un altro davanti a te che sei mio marito…”
“Ma è proprio qui il bello amore… che lo facciamo assieme, come fanno le altre coppie, non è un tradimento… non ti devi vergognare di me perché assisto. Se ti metto a disagio, tu guarda da un’altra parte e non me…” Replicai.
Ma lei continuò ad esternare le sue preoccupazioni:
“E poi lui, mi fa senso davvero, non mi piace fisicamente, mi disgusta Amedeo. Un conto è giocarci virtualmente immaginare una cosa, un’altra averlo davvero davanti che ti tocca… ti accarezza con le sue mani… te l’ho detto, mi vergogno.”
E con pazienza e perseveranza ripetei:
“Vergogni? Di cosa ti vergogni se ci sono anch’io?! Te lo detto non è mica un tradimento e poi anche se non ti piace di aspetto, mica te lo devi sposare, lo vediamo solo lì e basta! E se le sue carezze ti facesse ribrezzo, smettiamo” La rassicurai serio ma sorridendo: “Se non ti va ce ne andiamo, non ci conosce, ha solo il mio numero di telefono e l’indirizzo email… e possiamo scomparire da lui quando vogliamo.
“Proviamo! …” Ripetei:” … Se non ti va ci tiriamo indietro. Siamo una coppia di ferro io e te, quasi trent’anni di matrimonio cosa vuoi che facciano due carezze sulle cosce, il sedere o le mutandine?”
Era titubante, incerta, ma la convinsi, si fidava di me e soprattutto riuscivo sempre a farle fare
quello che le consigliavo. L’avevo tranquillizzata, decidemmo di provare, la ritenevo oramai matura e preparata per questa prova, questa nuova esperienza di coppia e soprattutto ero sicuro della sua fedeltà psichica e morale.
Contattai Arturo allo smartphone, dicendogli che come aveva suggerito lui, avevo convinto Anna a incontrarci, ma che aveva posto delle condizioni.
“Qualunque condizione per lei… “Scrisse subito.
“Che non si vada oltre le carezze…”
Poco dopo mi rispose:” Certo! Per iniziare, ma ti dico per sperienza che dopo si lascerà andare…” Proponendomi come sua condizione:” Però se Anna si lascerà andare.” Scrisse: “Tu non farai niente per fermarla, lascerai che andiamo avanti e la chiavo!”
Pareva molto sicuro di sé, della sua esperienza.
Accettai quel patto scellerato, sicuro che Anna non si sarebbe lasciata andare oltre il dovuto concordato tra me e lei, di farsi accarezzare solo le cosce da quell’uomo che non gli piaceva e che vergognosa com’era non saremo mai arrivati oltre.
Eccitato preparai per mail tutti i particolari senza la partecipazione di mia moglie, accordandoci solo io e lui sulle modalità.
A differenza di quello che avevo fatto intendere ad Anna, che lui le avrebbe fatto solo carezze sulle gambe, il seno e toccato le mutandine, il nostro accordo prevedeva anche che lui avrebbe potuto spingersi fino in fondo, oltre, se Anna non l’avesse fermato, cioè fino a chiavarla realmente e che io sarei stato sempre presente ed eventualmente sarei potuto intervenire.
Concordammo come due complici a danno di mia moglie il luogo:
“Venite a casa mia, è pulita… li staremo tranquilli.” Affermò.
Non mi andava portarla direttamente a casa sua, volevo vedere prima come reagiva Anna e decisi di incontrarci in un bar a bere qualcosa e solo dopo eventualmente se ci fossero state le condizioni saremmo andati a casa sua.
Il pomeriggio concordato ci preparammo, non sapeva cosa mettere.
“Togli la canottiera intima…” Le dissi: “Intanto fa caldo, siamo quasi in estate. Metti solo il
reggiseno e la camicetta e anche le mutandine… non mettere quelle grandi che indossi di solito che ti arrivano all’ombelico e ti fanno il culo più grosso di quello che hai, e che non sono sexy; metti quelle rosse che ti ha regalato Marta per capodanno, che sono basse con i pizzi ed erotiche e che non ti sei mai messa ma le hai solo provate una volta. E non mettere i collant com’è tuo solito sopra le mutandine, almeno in questa occasione, così quando ti accarezza le gambe non avrai il problema di toglierle e sentirai le sue dita sulla pelle. E la gonna larga…” La consigliai.
Così fece, si vestì dietro i miei suggerimenti e mi piaceva ed eccitava che lo facesse, che fossi regista e lei l’attrice da presentare ad Arturo come volevo io.
Si profumò e si tirò i capelli sulla nuca lasciando il collo libero, era molto erotica nel suo corpo
maturo, giunonico che mostrava eroticamente le sue forme curvy arrotondate in modo accentuato.
Ci avviammo e incontrammo nel luogo convenuto, vicino a un bar nella zona di casa sua. Anna era tesa ed agitata, cercava di essere calma, ma dentro era irrequieta.
Vedemmo la sua auto ferma e ci avvicinammo con la nostra, lui scese, era elegante, venne al finestrino, salutò e sorrise a Anna e poi ci informò:
“Il bar è chiuso per turno di riposo… Cosa ne dite se andiamo direttamente a casa mia a bere qualcosa… solo a bere!” Precisò.
Quell’imprevisto non era preventivato e oggi non so dire quanto fosse stato voluto da lui, si saltava tutta la fase preliminare all’incontro e si andava direttamente a casa sua. Guardai Anna che dopo una pausa di silenzio disse:” Non c’è un altro bar…?”
“Qui no… bisognerebbe cercarlo. Ma venite a casa mia, beviamo solo qualcosa dai…” Ribatté Arturo sorridendo simpaticamente.
Guardai ancora Anna tesa che non diceva nulla e presi quel suo silenzio come un sì.
“Va bene!” Risposi giustificandomi:” Intanto dovevamo andarci o prima o dopo…”
“Bene… seguite la mia auto.” Ci invitò lui.
E ci portò in una palazzina nella periferia di Genova ovest a Sampierdarena. Posteggiata l’auto scendemmo e ci guidò in un appartamentino bilocale al terzo piano di uno stabile, non era molto grande, ma bello, semplice, ben arredato e soprattutto pulito. Ci diede un’impressione di ordine oltre che pulizia, ed Anna era sempre attenta a quelle cose.
Entrati la tapparella era abbassata oltre alla metà della finestra e il soggiorno era in penombra per dare una sensazione di privacy, accese la luce e ci fece accomodare sul divano, percepivo
l’imbarazzo e il timore di mia moglie, soprattutto il turbamento di trovarsi lì, nella casa di un
estraneo, uno sconosciuto, di Arturo che avrebbe dovuto accarezzarla.
Arturo mise della musica anni 70-80 chiedendoci cosa volevamo bere.
“Whisky, vodka o altro?” Tutte bevande alcoliche.
Io presi un Whisky come lui, Anna voleva una bibita, ma disse che non ne aveva. Allora chiese il caffè, ma lui rispose che lo avrebbe fatto dopo e le suggerii di bere un whisky pure lei, anche se non era abituata, che le dava più energia, la scaldava e disinibiva un pò e anch’io fui d’accordo:
” È solo un pò più forte del vino bianco che beviamo ai pasti.” La rassicurai.
Lui pronto con il bicchiere le propose:” Visto che non sei abituata, riempi la bocca e mandalo giù di colpo, sentirai bruciare subito un pochino la lingua e poi basta.”
“Bevi Anna!” La esortai io.
Lei emozionata, e forse per farsi coraggio e vivere quella situazione senza apprensione e timore, come vide fare a lui, diede grosse sorsate, deglutendo in poco tempo quasi tutto il mezzo bicchiere di Whisky che le aveva dato, aspirando e soffiando aria al termine, sorridendo per il bruciore sulla lingua.
Era nervosa, agitata, non sapeva come e dove mettere le mani, le muoveva in continuazione
guardandosi in giro e cercando di non osservare mai lui negli occhi, aveva soggezione e si toccava il viso e i capelli sciogliendoli e lasciandoli cadere sulle spalle.
Era impensierita e turbata da quello che stava per avvenire.
Mi mormorò mentre lui era in cucina:” Torniamo indietro Amedeo, andiamo a casa, ho cambiato idea non voglio più.”
Ma oramai ero eccitato da quella situazione e anche lei lo era e le risposi:” Ma dai! …Non essere sciocca! …Oramai siamo qui, non c’è niente di pericoloso, giochiamo un pò come eravamo d’accordo, ti fa qualche carezza alle cose e basta…. Stai tranquilla ci sono io con te, non farà sesso completo, non lo permetterò, ti accarezzerà solo, come ci siamo accordati.”
Ero eccitato, inspiegabilmente eccitato da quella situazione, di una eccitazione sublime, mai
provata prima, in un misto di gelosia e di piacere. Lei era mia, mia moglie, la madre dei miei figli, la mia fedele compagna di vita e dentro il pantalone sentivo spingere il cazzo diventatomi duro, avevo i sintomi dell’erezione nel pensarla e vederla offerta da me sessualmente a quell’uomo…. lì in casa sua, sul divano. Tutto mi elettrizzava.
Inaspettatamente con il suo bicchiere Arturo, venne a sedersi nel divano al suo fianco, lei era tra me e lui, restando in mezzo.
Parlammo subito del più e del meno e di musica e poi di lei, di Anna, che iniziò ad accaldarsi. Lui iniziò a corteggiarla davanti a me, a decantare il suo fascino, a sfiorarle il braccio con il suo e toccare la sua gamba con la sua.
Lei era accalorata, il whisky iniziava a manifestarsi oltre che per il calore del corpo che faceva sudare, con il rossore del suo viso. Al punto da non distinguere la sua espressione, se era di vergogna o si stava accendendo di desiderio in quella penombra.
Eccitata, si voltò dalla mia parte e mi guardò negli occhi come a supplicarmi di intervenire per farlo smettere, mentre la mano di Arturo tirandole su la gonna aveva iniziato ad accarezzarle la coscia. Ma io restai fermo e silenzioso come ad acconsentire di lasciarsi accarezzare le gambe e le cosce da lui.
All’improvviso Arturo le infilò la mano tra le cosce che teneva unite, lei si irrigidì, sussultò con il busto e per reazione le strinse più forte serrandole tra di loro con la sua mano dentro e mi guardò ancora, ma restai in silenzio e lei non reagì.
Lui ne approfittò per spingere la sua grossa mano più in dentro e in alto verso il tessuto
delle mutandine che ricopriva la figa, ci arrivò con forza nonostante le gambe strette di mia moglie e le toccò la figa.
Solo un oooohhhhh usci dalle labbra di Anna ormai accaldata a quel contatto assieme a un fremito che la pervase in tutto il corpo, si avvicinò e la baciò sul collo, mentre io taciturno osservavo eccitato e lei tesa e rigida restava ferma.
“Che buon profumo che hai Anna!” Esclamò annusandole il collo come un cane.
All’improvviso tolse la mano tra le cosce e gli disse invitandola: “Vieni balliamo!” Tirandola
verso sé per il braccio, facendola alzare a forza e lei lo seguì.
Con un allungo della mano spense il lampadario e accese la lampada sul mobile lasciando la stanza in chiaroscuro.
La portò dritta al centro del soggiorno, con la gamba spostò il tavolinetto di lato, prese le sue mani e si mise le sue braccia intorno al collo mentre lui l’abbracciava alla vita e ai fianchi carnosi, iniziando a ballare un lento strusciandosi come se fossero due ragazzini.
Anna era impacciata e timida, si vergognava e si voltava sempre a guardarmi, sperando che
intervenissi, io invece le sorridevo e annuivo, dandole sempre il mio consenso per qualsiasi cosa chiedesse lui e continuò a lasciarsi toccare, accarezzare e stringere.
“Ora pensiamo un poco a noi!” Gli sussurrò Arturo cingendola per i fianchi e tirandola a sé, con il suo ventre contro la sua pancia con movimenti sensuali.
Nella penombra della lampada, iniziò a baciarla sul collo, a bisbigliargli parole che non capivo.
Io seduto sul divano, come uno spettatore guardavo eccitato Anna, mia moglie imbarazzata, aspettando il momento in cui avrei deciso di dare lo stop e farli smettere.
Una strana sensazione in quel momento mi prese e mi avvolse, vivevo una strana condizione, mi sentivo il suo proprietario, decidevo io per lei cosa dovesse fare, se farla chiavare da Arturo o no e questo mi piaceva mi eccitava, mi faceva sentire importante, superiore.
Con le mani sui fianchi pieni, Arturo gli sganciò la chiusura della gonna, tirando poi giù la cerniera, facendogliela cadere ai piedi sospinta dalla sua mano, mentre lei accaldata continuava ad essere abbracciata al suo collo mostrandomi il suo culo pieno e rotondo spingere dentro le mutandine rosse. Anna sentendola scivolare sulle cosce, tolse una mano dal collo di Arturo per agguantarla, fermarla e non farla scendere, ma non ci riuscì e le cascò ai piedi. Arturo le riprese la mano riportandosela al collo, guardandola continuando a ballare al sottofondo musicale, dove lei praticamente in mutandine sulle scarpe con in tacco continuava a danzare trasportata da lui; imbarazzata di essere restata in mutandine rosse con pizzo.
E guardava me come a dirmi:” Questo non era previsto…. Che fai? Non intervieni? Mi ha tolto la gonna hai visto? Non fai nulla?”
Ma io seduto continuavo a fare lo spettatore a osservarla soggiogata a lui.
Sempre ballando Arturo tolse Anna da sopra la gonna e con il piede la spostò, gliela spinse lontano.
Vederla ballare e spogliare lentamente da lui era più che eccitante, era elettrizzante. In piedi su scarpe con tacchi anche se modesti, le gambe pallide e le cosce piene, un sedere rotondo e voluminoso fasciato dallo slip traforato con merlatura di pizzo sui
bordi regalatole da nostra figlia, la rendevano molto curvy e sexy.
Era eccitantissima, su quelle gambe adulte che parevano più lunghe e slanciate di quello che erano nella realtà, anche se dietro mostravano un filo di cellulite e sopra di esse quel suo culo meraviglioso, alto, tenero, pronunciato e maturo.
Lei arrendevole visto che io non dicevo nulla lo lasciava fare, diventandone prigioniera sempre più dei sensi e di lui, delle sue carezze e non più dalla vergogna, accaldata anche dall’alcol.
Lui lentamente ballando, staccandola un poco da sé, iniziò a sbottonarle la camicetta, muovendo lateralmente il bacino contro quello di mia moglie a ritmo di musica, premendo contro il suo, facendole sentire la sua asta dura contro il sesso, strusciandola forte e intanto danzando, spingendola indietro verso la camera.
Ero rapito da quella scena, della sua tattica nel vederlo sospingere mia moglie in camera da letto a ritmo di danza. Sapevo del pericolo che correva e cosa significasse portarla in camera, avrei voluto farli smettere, ma non ci riuscivo, avevo il cazzo duro in erezione e mi dicevo:
” Ancora un pò!… Poi li faccio smettere… Ancora un po’…!”
Anche lei si sentiva coinvolta e rapita, l’insicurezza e il timore iniziale avevano lasciato il posto al richiamo della lussuria, alla seduzione e all’eccitazione che suo malgrado l’aveva presa, provando verso quell’uomo disgustoso e i suoi gesti, piacere.
Osservandolo, si capiva che era pratico di quelle situazioni e che naturalmente non era la prima volta che aveva quegli atteggiamenti verso signore mature, sapeva ballare e le coinvolgeva facendo quei passi e quei gesti di sfiorarle il sedere e la schiena con le dita e con padronanza.
In quel momento guardando Anna, mi chiesi:” Chissà quante mogli prima di lei sono passate da qui!?”
Ma lui tenendola sempre per i fianchi, iniziò a baciarla in fronte e sui capelli con lei che spostava solo in capo per non riceverli ma nient’altro, lasciandoseli dare, mentre lui premeva sempre la sua asta dura contro le mutandine rosse sul suo sesso.
Spingendola lentamente indietro a ritmo di musica la sospinse in camera da letto e prima di entrare, essendo io di spalle a mia moglie, mi fece cenno di alzarmi e seguirlo.
Mi alzai tremante ed eccitato con il cazzo duro e dopo di loro entrai anch’io in camera. Avevo il batticuore e vedendo la passività della mia consorte, sapevo che se non facevo nulla l’avrebbe chiavata realmente.
Mia moglie quando si rese conto di essere nella sua camera da letto non disse nulla, Al centro c’era un grande letto matrimoniale con due comodini con abatjour sopra, un grande armadio di quelli a soffitto a specchio sugli sportelli, che ingrandivano con il riflesso la stanza e un comò con una ampia specchiera sopra.
Mi fece di nuovo cenno con l’indice una grossa poltrona, soffice e comoda di fronte al letto, forse messa lì apposta per i mariti a osservare le loro mogli chiavate da lui, eccitato mi sedetti comodo quasi sprofondando.
Era una postazione ottima per osservare da spettatore e in più chi era nel letto veniva riflesso da tutti i lati e angolazioni dagli specchi e ancora pensai:” Chissà quanti mariti si sono
seduti qui dove sono io ora…”
Oramai ero pienamente eccitato e non riuscivo fermarmi e mentalmente a farli smettere.
Anna accaldata iniziava a sudare e a muoversi, aveva la camicetta aperta sul davanti dove dal reggiseno mostrava le grosse mammelle che spesso stringendola Arturo comprimeva sul suo torace e in attimo prendendone i margini del tessuto, la tirò indietro facendogliela scendere dalle spalle e scorrere sulle braccia fino a toglierla, lasciandola in reggiseno nero e mutandine rosse sulle scarpe con tacco, mostrando la sua biancheria intima da casalinga, spezzata, bicolor, un pezzo diverso dall’altro.
Anna mi osservava eccitata con lo sguardo stravolto e io gli annui ancora con il capo, come dire:” va tutto bene, stai tranquilla…vai pure avanti… lascialo fare…”
Con gesti precisi, decisi e capaci, in un attimo Arturo si spogliò, tolse la sua camicia e slacciò la
cintura dei pantaloni facendoli cadere ai suoi piedi e come aveva fatto con la gonna di Anna, senza chinarsi con il piede li spostò di lato e subito la baciò sul collo sudato, leccandoglielo.
Lei passiva, ma ormai infervorata dentro, con la sensazione di benessere che le procuravano le sue mani e la situazione, chiuse gli occhi.
Dal collo Arturo passò sulle labbra iniziando a baciarla, infilando dopo una debole resistenza la sua lingua calda e ruvida in bocca, dentro la sua, leccando, succhiando e attorcigliandola con quella di mia moglie che eccitata ricambiava tutto ormai. Era tutto precipitato, ci stava sfuggendo tutto di mano. Arturo era chinato con il capo e le spalle su di lei e con le braccia e le mani afferrava il suo sedere, stringendole forte le natiche, piene e tenere da deformarle alla pressione delle dita, tirandola e comprimendola a sé con forza, facendogli sentire la sua voluminosa pancia contro il suo ventre e il cazzo duro contro la figa.
Abbracciandola portò le mani sulla schiena e sganciò il reggiseno merlato, sfilando le spalline dalle braccia, esibendo a sé stesso le sue splendide mammelle candide, grandi, morbide e cadenti dalla prosperità.
Il suo seno pallido era solcato sotto pelle da piccole venuzze azzurre che lo mostravano maturo ed eccitante e chinandosi su di una mammella, prese tra le labbra il capezzolo turgido e iniziò a leccarlo e a succhiarlo come se si allattasse, come avevano fatto i nostri figli, Marta e Roberto con il suo seno quand’erano nati, donandole enorme piacere, facendole portare per reazione il capo indietro e sospirare.
Aveva ragione lui, era partita mia moglie e se io non lo impedivo, l’avrebbe chiavata….
Aveva un approccio mai usato da me nemmeno da giovani. Gli praticava con le labbra e la lingua delle suzioni che io non le avevo mai fatto io.
Nel frattempo con gli indici prese l’elastico delle mutandine poco sotto le sue maniglie dell’amore e smettendo di succhiarle il capezzolo abbassandosi le tirò giù, assieme a lui, fino alle ginocchia, soffermandosi con il volto davanti alla sua grossa figa pelosa, ma rada, con peli scarsi che lasciavano intravvedere bene la sua vulva. la lunga fessura che la divideva e il pallore sottostante quei pochi peli e si mise ad annusare la sua eccitazione e baciare il suo sesso.
Poco dopo le spinse le mutandine alle caviglie, mentre Anna tesa, ferma, eccitata e arrendevole, ad occhi chiusi come per esorcizzare e nascondersi da quello che accadeva, se le lasciava piacevolmente togliere e baciare il sesso.
Il suo corpo pallido e giunonico, accentuato nelle forme dalle gravidanze e dall’età, mostrava il
ventre prominente, latteo, sormontato da due grosse mammelle ciondolanti con areole e capezzoli grandi e dritti dall’eccitazione, color rosa vivo.
I fianchi pieni, striati come il ventre da iniziali piccole smagliature si mostravano datati ma erotici.
Il sedere era prominente, morbido e alto e le cosce prospere, solcate a tratti nel pallore da minuscoli capillari viola che sparivano nel nulla sottopelle e mostravano nella loro unione con le natiche carnose, una lunga e profonda linea orizzontale di giunzione tra le cosce e il sedere, mostrando nei riflessi di luce un inizio di cellulite.
Piccoli difetti estetici dovuti all’età, alle gravidanze e ai peccati di gola, che Anna sapeva mascherare bene con la biancheria intima e l’abbigliamento, rendendosi piacente; ma anche nella sua nudità, si mostrava Curvy e attraente.
Era lo stesso bella, attraente, sensuale e sessuale.
Ora era nuda. Nuda tra le braccia di un altro uomo che la baciava e accarezzava, riflessa su tutte le pareti e da tutti i lati dagli specchi.
Era come se non fossimo noi ma degli altri, tutto era esaltante, al punto che invece di fermarli, come un automa avendolo duro, lo tirai fuori dai pantaloni e iniziai ad accarezzarlo con le dita, guardando mia moglie ormai nuda, accarezzata e baciata da lui. Ed era bello farlo, mi piaceva quello che facevo.
Arturo tiratosi su, la ribaciò sul viso e staccatosi da lei, con un gesto dolce delle braccia la spinse indietro, facendole urtare con i polpacci il lato del letto, cadendoci dolcemente seduta sopra, facendo dondolare dal peso della caduta tutto il materasso. Lui la seguì e si sedette al suo fianco sprofondando il sedere, sussurrandole:
” Ora inizia la parte più bella! …Vedrai!!…Proverai il paradiso con me! …Godrai come tuo marito non ti ha fatto godere mai.” Mormorò.
Lei mi gettò uno sguardo timido e scioccato e abbassò gli occhi, oramai aveva capito che ero d’accordo che lui la chiavasse e piena di voglia, desiderandolo anch’ella, a quel punto non fece nulla per impedirlo.
Mia moglie lo osservava imbarazzata, ma eccitata, la sua bruttezza e il suo essere calvo non la disgustavano più, li accettava e iniziava a smaniare e ad ansimare alle sue carezze e parole.
Arturo la spinse ancora sul busto facendola sdraiare e iniziò ad accarezzarle la figa con la sua grossa mano, insalivare le dita e cercare tra i peli radi senza guardare, la fessura del suo sesso per inserirli e masturbarla come una ragazzina.
Era inebriante vedere quei due corpi formosi, maturi, cinquantenni e nudi che si avvinghiavano e stringevano libidinosi baciandosi.
Era infervorante vedere Anna nuda, stringere a sé quella specie di molosso calvo che solo qualche mese prima guardando le sue fotografie diceva che gli faceva ribrezzo e che ora invece cercava e accettava.
In quel momento con un gesto veloce delle mani Arturo, abbasso i boxer, lasciando uscire il suo cazzo oscillante, duro ed enorme, lungo, ma soprattutto molto grosso di circonferenza alla base.
Sembrava il corno di un rinoceronte con una cappella non molto grossa. Non ne avevo mai visti così.
Era senza peli, tutto rasato, ritto che gli oscillava davanti.
Anna sdraiata non poteva vederlo, ma eccitata lo toccò con le dita allungando il braccio accompagnato dalla sua mano, e lo sentì duro ed eretto, virile e lo accarezzò, capendo che era diverso e molto più voluminoso del mio.
Più che di gelosia, ebbi una sensazione di invidia a vedere il suo cazzo così grosso ed eretto, duro, davanti alla figa di mia moglie, cosa che non era mai stato il mio. Avrei voluto averlo io così come Arturo, avere la sua virilità e vigore.
PREPARAZIONE
Sapevo cosa sarebbe accaduto da lì a poco, ma mi sentivo impotente a impedirlo, incapace di reagire, prigioniero del piacere e del godimento che provavo nel masturbarmi guardandoli.
Intanto lui bagnandosi le dita, prese a insalivare ancora la figa di mia moglie, lubrificandola con la sua bava. Le bagnò ancora con le falangi insalivate la vulva e i peli già umidi di loro della sua eccitazione ad essere spogliata e accarezzata da Arturo. Lo stesso fece con la sua asta di carne dura.
Lo vidi afferrarle le gambe alle caviglie e divaricarle e portarsi sprofondando con le ginocchia sul materasso e il lenzuolo davanti a lei, chinandosi con il capo sul suo volto a baciarla e accarezzarle i capelli dicendole paroline dolci… del tipo:
“Mi piaci…Ti desidero…”
È messosi tra le sue cosce, allungando la mano continuò a manipolare il sesso tra i peli con le dita, cercando la via per entrare…
“Vedrai che sarà bello!” Ripeteva eccitato Arturo, mentre mia moglie come sospesa e fuori dalla realtà, ormai ferma e piacevolmente rassegnata, attendeva.
Vedevo il materasso sotto di loro muoversi al loro peso, affondando all’inginocchiamento di Arturo e agli atti di assestamento e accostamento che faceva per arrivare anteriormente alla figa di mia moglie, ricoperta solo dalla poca peluria umida e dalla saliva che gli cospargeva continuamente sopra accarezzandogliela; mentre con l’altra mano le manipolava le mammelle.
Osservai dall’altra parte del letto, nello specchio dell’armadio e vidi riflesso il suo pene eretto e oscillante davanti a lui, nudo senza preservativo, puntato con il glande verso il sesso di mia moglie
Chiusi gli occhi un attimo per non vederlo, per estraniarmi da quella situazione incredula che non volevo che avvenisse ma desideravo, dove mia moglie per la prima volta mi avrebbe reso cornuto; ma quando li riaprii vidi il glande di Arturo gonfio strofinarsi e scorrere lungo la fessura del rado cespuglio di mia moglie su e giù come a segnarne il territorio.
Anna dal suo sguardo e dalla sua espressione pareva che l’aspettasse, che lo desiderasse e anche se passiva, ormai attendeva di farsi chiavare da lui.
Lo guardai fermarsi al centro della fessura puntandogliela bene tra le grandi labbra e premere sulla vulva e con una spinta lenta, ma decisa e inesorabile del bacino, penetrarla,
introducendo il suo glande come una testa d’ariete ad aprire quelle che vengono considerate da molti , le grandi e piccole labbra e continuare a spingere, spostandole e divaricandole, proseguendo ad entrare in vagina… con l’asta rigida.
Anna ebbe un sussulto, un “…oooohhhhh…” di piacere che le morì in gola e le uscì tenue dalle labbra e si inarcò contemporaneamente piegandosi indietro sulla schiena, sentendosi trafitta dalla sua spada di carne. Lo strinse a sé e lo abbracciò, con più enfasi, iniziando lui dopo averlo introdotto a muoversi.
PENETRAZIONE
In quel momento mi resi conto che l’aveva penetrata e avrebbe chiavato davvero mia moglie, che era riuscito nel suo intento iniziale. Tutto era precipitato e si era giunti a quel momento non voluto e non programmato, ma solo desiderato e oramai accettato anche da Anna che non indugiava più ad accoppiarsi carnalmente con lui, ma rassegnata e desiderosa attendeva quella realtà che non poteva più mutare e che si stava concretizzando. E nonostante l’eccitazione, ebbi un momento di delusione, apnea, come quando ci si infila sotto una doccia fredda e manca l’aria e si inspira forte e si trattiene quella poca che si riesce a introdurre assieme a quella che si ha già nei polmoni. Ebbene fu così per me, andai in apnea nel vedere il suo glande seguito dalla sua asta entrare lentamente nella sua vagina, fino a fermarsi come un fine corsa in fondo con il glande contro l’utero di mia moglie.
L’aveva penetrata completamente, guardai mia moglie che osservava il volto di lui incredula, con uno sguardo allucinato, come a chiedersi se fosse tutto vero quello che succedeva, come se anche lei si rendesse conto in quel momento di quello che accadeva realmente, ed era come se dicesse a sé stessa:” Ma che sta accadendo? …Mi ha penetrata davvero…? Diooo… Arturo mi ha penetrata davvero… non è possibile?”
E voltando il capo cercava e guardava me, con un sorriso smarrito, mentre per reazione alla piacevolezza di quella massa d carne eretta che aveva in vagina, estasiata sorrideva e accarezzava la fronte sudata di quell’uomo oramai dentro lei, padrone del suo sesso e del suo corpo.
Io seduto comodo sulla poltrona lo osservavo, lui iniziò a muoversi, sia con la pancia contro il ventre di Anna, che spingendo la sua asta di carne dentro la vagina. In un attimo realizzai che la stava chiavando, la stava possedendo.
Era virile Arturo, la sua asta era eretta era dentro il sesso di mia moglie.
Anna era tesa, smarrita e lui per tranquillizzarla le accarezzava continuamente il viso baciandola sulle labbra, sussurrandole:” Lascia fare a me… Tu lasciati solo andare, il resto verrà da solo.” E lei a occhi socchiusi lo seguiva.
Per reazione a quell’essere posseduta dai movimenti della sua asta di carne in vagina, lo stringeva e gli accarezzava il viso, il cranio calvo e lo baciava… Non provava più ribrezzo ne vergogna per lui e sudata lo abbracciava e stringeva, mentre lui con le mani l’accarezzava i fianchi e il seno.
PRELIMINARI
A un certo punto vidi il volto di mia moglie eccitato e congesto dall’esaltazione che mi sorrideva stupidamente abbracciata a lui perché godeva, pensando che anch’io fossi contento perché lei godeva, ma non era così…
Arturo mi guardò, scrutai il suo volto spettrale, calvo, sudato e avvertii i suoi occhi con un sorriso trionfante posarsi su di me, mentre godente accarezzava il corpo, le mammelle i capezzoli a mia moglie intanto che lei godeva come belando…” Ah- ah- ah-ah- ah…”
“Vedi come te la faccio cantare dal piacere… “Esclamò forte che io ascoltassi.
Mi sentivo stordito, spaesato e intimorito dal piacere che provava con lui baciandogli le labbra e limolandolo con la lingua in bocca, aumentando la mia paura ed eccitazione.
Nudo, senza preservativo, il suo pene a pelle, eretto le scorreva dentro, entrava e quasi usciva dalla sua vagina ormai dilatata dagli umori del piacere. Solo allora realizzai della pazzia che avevo provocato spingendola a farsi chiavare da lui e a lasciarglielo fare senza precauzioni, senza preservativo; prima preso dall’enfasi non ci avevo ragionato… Arturo era un umo che chiavava anche altre donne, vedove, moglie di coppie e bagasce a pagamento soprattutto e provavo un senso di angoscia ed eccitazione a sapere che il suo cazzo che era stato nella figa di tutte quelle donne, ora era dentro a quella di mia moglie facendola gioire.
Restai scioccato a vederlo nudo dentro di lei, scossi la testa.” No… no…non dovevamo arrivare a questo…” mi dissi tra me:” No…” Ma oramai era tardi…
CHIAVARE
Vederla chiavare con un altro, mi fece un certo effetto, anche se preparato ebbi una reazione che non immaginavo, fui pervaso da tremore e batticuore, mi chiesi cosa cazzo stavo facendo… se ero davvero impazzito e fui simultaneamente attraversato da emozioni contrastanti, di gelosia e invidia, ma anche di pentimento e piacere che mi annullarono le reazioni mentali.
Era tremendo e sconvolgente quello che osservavo, quell’Arturo con il mio permesso stava chiavando mia moglie davvero facendola godere e io assistevo passivo masturbandomi. Era quello che avevo desiderato, ma ora che si avverava, mi lasciava l’amaro in bocca…
Guardavo Anna per reazione al suo possederla, muoversi sotto di lui, abbracciarlo e stringerlo, gemere e gridare dal piacere e portare i suoi piedi sui suoi glutei per accompagnarlo nei movimenti con spinte pelviche e vaginali. Con me non lo aveva mai fatto e quella visione pur eccitandomi, mi dava fastidio, malessere.
Ero sconvolto a vederla così partecipante, non me l’aspettavo, non sembrava mia moglie quella donna. Osservavo i loro corpi pieni, come una carne unica, avvinghiati, sudati, stretti tra le loro braccia baciarsi. Era perverso quello che osservavo e vivevo, la sentivo gemere, ansimare, lei così pudica nel fare sesso con me, quasi al buio e con la porta chiusa, da madre e da moglie; ora si era lasciata andare come una donna lussuriosa.
Arturo la penetrava spingendolo a fondo, come un amante appassionato e focoso, baciandola sulla bocca e succhiando le sue labbra e la sua lingua, stringendola a sé mettendogli le dita tra i capelli. Mia aveva reso cornuto… ora ero un cornuto consenziente.
Ci sapeva fare quel bastardo, sapeva come fare godere le donne e mi sentivo ingannato, sapevo che frequentava coppie, vedove e puttane per sua stessa ammissione, ma vista anche la sua corporatura pingue, non me lo immaginavo così bravo e virile come amatore. La stava chiavando e facendo letteralmente impazzire dal piacere come non aveva mai goduto con me, era lì, dentro lei, sul letto a godere del corpo e della mente di mia moglie.
I loro corpi sudati e formosi, schioccavano uniti dai colpi secchi che gli dava in figa,
spingendolo tutto dentro, facendola sussultare, alzare e stringersi di più a lui.
La scrutavo godere sotto di lui, abbracciarlo a se, stringerlo a lei e in un attimo di razionalità non potevo credere che eravamo giunti davvero a quel punto, da farla chiavare sul serio da uno sconosciuto… da Arturo. Non potevo credere che quella donna che ansimava e gemeva di piacere sotto quel grosso uomo pelato e viscido di sudore fosse mia moglie, la mia Anna.
Pensavo:” Noi siamo una coppia seria, rispettata e stimata. Come abbiamo potuto giungere a questo punto?”
Ma la mia riflessione si perdeva in me, sopraffatto dall’eccitazione e dal piacere.
Osservandoli, mi chiedevo come poteva essere accaduto, che per la prima volta dopo quasi
trent’anni di matrimonio, l’avevo, io … come in un gioco …. concessa ad un altro, lei che aveva dato a me la sua verginità, due figli, la sua fedeltà e la sua vita.
Domande, domande e domande, ma inconsciamente mi piaceva guardarli e volevo continuare, mentre lui sopra di lei dava colpi vigorosi e profondi, facendo colare il sudore del suo corpo
assieme agli odori della sua pelle su quello di Anna e quello del suo cranio calvo e della sua fronte liscia sul suo viso e sulla sua bocca.
Interrogativi, interrogativi e interrogativi, ma inconsciamente mi piaceva e volevo continuare e la mia riflessione si perse in me, sopraffatto dall’eccitazione e dal piacere della visione e dall’ascolto del loro amplesso.
CHIAVATA
Lo vedevo muovere dentro di lei che la riempiva di carne dura e da come smaniava e si moveva mia moglie, senz’altro arrivava a toccarle l’utero con il glande quando penetrandola completamente giungeva a fine corsa; era maggiore di dimensioni del mio e mentre la chiavava, le toccava e accarezzava le mammelle e le cosce.
Cercai di estraniarmi, non volevo, non volevo provare piacere guardando mia moglie godere chiavata da Arturo, ma non ci riuscii fu più forte di me, a osservarli provai all’improvviso un gran calore violento dentro me e sul viso e incominciai a sudare, mentre lei sotto di lui si muoveva e smaniava, godendo e ansimando.
“Te le detto che ti sarebbe piaciuto!” Mormorava Arturo staccandosi un poco da mia moglie, allungando il braccio prendendo la sua mano e stringendola in modo che fosse sempre un legame tra loro. Quell’uomo dava spinte e colpi profondi e a osservarli, godevo anch’io. Le accarezzava e stringeva il seno deformandolo sotto la pressione delle dita, glielo baciava e leccava e a un certo punto le prese un capezzolo tra le labbra e iniziò a succhiarlo, sempre più forte, come se si allattasse, ed era bello e impressionante, vederli, con mia moglie estasiata che pareva dargli latte realmente, lui calvo, con il cranio imperlinato di sudore era tremendamente eccitante.
Anna in quel momento era completamente in balia di quell’uomo, che continuava a succhiarle il capezzolo, ripetendo:” Rilassati che è bello, vedrai che ti piacerà e godrai…” A un certo punto Arturo staccò la testa dal capezzolo e mi guardò godente mentre io osservavo lui, con il suo viso congesto e sudato sopra quello di mia moglie e mi fece una smorfia trionfante con le labbra, osservandomi eccitato e sorridente, direi soddisfatto e felice in quel momento.
Anna respirava forte e le teneva una mano posata sul cranio calvo, senza ribrezzo o fastidio.
Anna all’improvviso ebbe quella reazione attiva e partecipante perché era in astinenza, era da parecchio che non praticavamo sesso completo e mai lo avevamo fatto in quel modo carnale e passionale neanche nei giochi di pensiero. Era preda di piccoli orgasmi che si ripetevano a cicli e si scrollava tutta nel corpo, scuotendo il capo e le mammelle da una parte all’altra forsennatamente, sbattendo i capelli sul cuscino, iniziando a fremere e agitarsi, accaldandosi sempre più e a un certo punto la vidi contrarsi come se bruciasse dal piacere al ritmo di quella asta di carne dura dentro lei e anch’io sentii arrivarmi un brivido caldo forte violento allo stomaco. Godevo ma stavo male.
Da madre e da moglie seria, ora si era lasciata andare come una donna lussuriosa.
Era impressionante, si era creato un cortocircuito carnale tra mia moglie e lui e ora lo desiderava mentre lui la possedeva dando colpi profondi al suo utero facendola gioire.
Lo stringeva forte e se, a ogni spinta sobbalzava e lo stringeva di più, mostrando sul viso il piacere che provava. Era come un fremito unico carnale e di eccitazione.
Vedere e sentire i suoi gemiti alla sua asta rigida dentro lei mi emozionava, stordiva. Anna godeva non più sospirando, ma gridando…. e lui avvicinandosi con il volto la baciò sulla bocca, spingendo la lingua tra le labbra in bocca, contro la sua che in una confusione sessuale totale ricambiava avvinghiandosi e godendo in quel piacere meraviglioso, unico e mai provato….
ORGASMO
Ebbero un orgasmo intenso, fortissimo, violento, simultaneo. Anna a gambe larghe e bocca aperta dal piacere belava come una capretta, dimenandosi tutta, facendo ondulare le mammelle e la sua massa di carne bianca dallo scuotimento.
Ero impressionato a vederla così, ad agitarsi tutta stringendolo d’istinto, ad appoggiare le sue mani sulla schiena a cingergli il voluminoso torace; e con le gambe divaricate avvolgere i fianchi alzando i talloni, appoggiandoli sul suo retro coscia comprimendo per attrarlo di più a sé.
A un certo punto anche io ebbi l’orgasmo, dandomi gli ultimi colpi con la mano, riversando il mio piacere insano sul pavimento.
Intanto Arturo dopo averci dato intensamente lo spinse maggiormente dentro inarcandosi, ma subito lo tirò fuori per venire con un urlo che pareva un rantolo e velocemente iniziò a eiaculare abbondantemente sulla sua pancia, appoggiandoglielo caldo con ancora lo sperma che fuoriusciva e si riversava sul ventre di mia moglie, lasciandola sdraiata ansimante.
Sudato si rigirò sulla schiena e tirandola a sé la baciò sulle labbra come un vero amante, mentre con l’altra mano, prese la sua e le fece spalmare tutto lo sperma sul ventre come se fosse una crema.
“Sei stata brava! …bravissima!” Le sussurrò facendola arrossire di più di quello che era nella congestione del rapporto sessuale.
Era impressionante e disgustoso osservarli, Anna aveva tutto lo sperma di Arturo spalmato sul ventre e la mano sporca di esso.
Per lui era stata una semplice chiavata classica, con una delle sue donnine, ma io e Anna eravamo sconcertati, l’avevamo vissuta come qualcosa di speciale, peccaminoso di profondamente trasgressivo.
Si staccò da lei e si tirò in piedi, forse trionfante per avermi fatto godere la moglie, lo osservai e vidi la sua asta ancora eretta e dura che era appena uscita da dentro la vagina di mia moglie, bagnata e luccicante dai suoi umori vaginali di piacere, che oscillava ancora eretta davanti a lui.
Mi sentii sconvolto a quella visione, oscena, nel vedere il suo fallo ancora eretto e sporco di sperma sul glande, mi sentii, accaldato e sudato. Anche Anna era sconvolta, non era mai stata di un altro uomo al di fuori di me e ora era stata di Arturo che a giudicare dal risultato l’aveva fatta godere bene e molto, più e meglio di me.
LECCARE LA FIGA
A un certo punto Arturo si alzò, andò sul como prese la bottiglia dell’acqua e la trangugiò bevendo al collo della bottiglia, poi prese un asciugamano e si asciugò il sudore sul viso, sul cranio e la pancia, passandola poi sotto le ascelle, asciugando anche quelle e gettandola sul comò andò vicino a mia moglie.
Sembrava che tutto fosse finito, che di lì a non molto ci saremmo salutati e tornati a casa, invece prendendola per le mani la tirò su in piedi facendola scendere dal letto e la portò davanti a me che ero ancora seduto sulla poltrona dicendo:
“Adesso giochiamo un po’ anche con te Amedeo, come faccio con le altre coppie… vedrai che ti piacerà…”
“Dai leccagliela…” Esclamò deciso:” Abbiamo appena finito di chiavare, ce l’ha ancora bella calda e bagnata di godimento e sudore … Leccagliela bene e vedrai che ti piacerà.”
Restai basito e incredulo da quella richiesta, sembrava un comando… ma non dissi nulla, restai fermo e seduto.
Mia moglie non so se per sua vergogna o contrarietà mormorò … “No dai…questo no!”
Ma Arturo la zitti in maniera autorevole:
“Lascia fare che a tuo marito gli piace leccartela dopo che ti ho chiavato”
E avvicinandosi a me nudo con la sua asta che stava ritornando in riposo, mi prese un braccio e tirandomi mi fece alzare e cadere in ginocchio sul mio stesso sperma davanti a mia moglie nuda.”
“Su dai… leccagliela bene che l’ho appena chiavata e ce l’ha calda, dilatata e piena di umori; che noi guardiamo. “
E prendendomi la testa e lei per un braccio ci spinse più vicini e me la spinse verso il sesso di mia moglie e lo vidi, vicino, vicinissimo, sudato, con i peli umidi e radi, il foro dilatato che emanava un odore di sesso forte e intenso, mentre mia moglie restava ferma.
“Su dai!”
Mi esortò Arturo spingendomi ancora il capo portandomi quasi con il viso. Mi sentivo inferiore a lui, lo riconoscevo maschio alfa e non so cosa mi successe, mi sentivo accaldato, turbato.
Vedere mia moglie in piedi davanti a me con i fianchi larghi e le sue cosce piene, con la fica umida di sudore e piacere dopo che Arturo l’aveva chiavata e fatta godere, era un qualcosa che mi sconvolgeva ed elettrizzava. Avvertivo un senso di umiliazione ma che mi procurava sensazioni indescrivibili, anche di piacere.
Forse la libidine o il forte odore di sesso che emanava, mi entrò nelle narici e mi arrivò al cervello come una droga volatile, il vedere la sua figa posseduta da un altro davanti a me bagnata di umori di piacere mi stordiva.
Il corpo nudo di Anna, pigramente era avvolto dall’acre odore del sudore e dall’aroma di sesso che saturava la stanza calda e mi stordivano.
Le grandi labbra della vulva erano dischiuse circolarmente con il foro della misura del diametro dell’asta di Arturo che era entrato in lei e lucide, dalle quali fuoriuscivano rivoli di piacere sottoforma di schiuma di umori che si affacciavano bagnando i pochi peli già umidi che c’erano attorno e l’interno coscia; e quella visione mi procurava fremiti che mi scuotevano interiormente e mi attiravano con la stessa forza irresistibile e profumo intenso di sesso che emanava la vagina.
Come una visione che provoca la sindrome di Stendhal, quella condizione e il sesso di Anna mi provocarono tachicardia, capogiri, vertigini e confusione ad essere così vicino alla vulva di mia moglie appena chiavata, come se fosse un’opera d’arte. Un’opera d’arte di straordinaria bellezza.
La distanza era limitata e minima, di pochi centimetri che mi faceva mancare l’aria e avvertii una sensazione di malessere di fronte al suo sesso, la sua figa e a sentire le incitazioni di Arturo come comandi di leccargliela.
All’improvviso avvertii un gran calore al viso, sembrava che bruciasse e non mi dava disgusto che l’avesse appena chiavata, ma anzi mi eccitava e non so nemmeno io perché, distinto mi caccia sulla figa di mia moglie ancora dilatata e bagnata di umori e gliela baciai e leccai tutta, succhiandogliela, sbattendo la fronte contro il suo basso ventre imbrattato dello sperma eiaculato di Arturo, colpendolo con la fronte e sporcandomi. Mi sentivo come un drogato.
Arturo mi osservava e sorrideva.
“Te l’avevo detto che ti sarebbe piaciuto leccarla a tua moglie dopo che te l’avrei chiavata… “Disse. Mentre mia moglie Anna, incredula ma ferma, con il sesso sul mio viso, guardando me dall’alto in basso e Arturo di fianco a lei, se la lasciava leccare, succhiare, quasi mangiare da me.
Mi misi a leccare e risucchiare ogni goccia sulla sua vulva aiutandomi anche con le dita, allargando di più le gradi labbra già dilatate infilando come un pene la lingua nella vagina bagnata. Lei mi accarezza i capelli e godeva anch’ella a sentire la mia bocca sottomessa ad Arturo leccarle la figa e io provavo emozione nuova a sottomettermi e ad avvertire la sua mano su di me come a degradarmi di più.
L’umido e l’odore forte del suo sesso mi avvolgevano il viso e mi spronavano a darci di più, con più foga e stimolavano in me energie sconosciute, procurandomi eccitanti e violente scariche di adrenalina! Era indescrivibile quello che provavo a essere umiliato e sottomesso da Arturo e mia moglie.
Mi piaceva leccarle la figa proprio perché lui l’aveva appena chiavata.
La leccavo, sentivo i peli radi sotto la lingua mi nutrivo dell’umore di piacere che le aveva fatto produrre Arturo e mi piaceva, godevo nel farlo, a risucchiare da ogni angolo della sua vulva, dalle grandi e piccole labbra al clitoride e dell’inizio dell’orifizio della sua vagina color corallino e calda.
Mia moglie sorridendo ingenuamente mi accarezza i capelli vedendo nel mio ardore e foga che mi piaceva farlo, non so se capiva che mi stavo umiliando e sottomettendo a lui e lei, certamente Arturo l’aveva capito.
E il piacere cerebrale che assurdamente provavo, mi incitava a leccarle maggiormente la fica, a entrarle dentro con la lingua e bere tutto anche gli umori e l’odore del sesso nudo di Arturo.
“Questo è per te…lecca…bevi cornuto…” Disse all’improvviso Arturo umiliandomi di più:” “Bevi…lecca…il succo del tradimento di tua moglie… Cornuto!… Sei solo un cornuto… nutriti con gli umori che la tua femmina, tua moglie ha versato per me…Bevi! …Bevi! …E puliscila bene con la lingua, falla godere ancora un pò… se sei capace, se ci riesci. Almeno con quella, con la lingua visto che non riesci più a farla godere e nemmeno a chiavarla…. “
Era tremendo, impressionante, umiliante quello che mi diceva con me in ginocchio davanti a mia moglie, mi offendeva e io non reagivo, sottomesso continuavo a leccare lasciandomi ingiuriare.
“Lecca … lecca e ripuliscile la figa… succhia… cornuto! La prossima volta le sborro dentro e te la faccio leccare con il mio sperma…” Dichiarò ridendo:” Ti farò bere anche la sborra che gli spruzzerò dentro contro l’utero mentre mi fa godere e la farò io godere come una troia…” Accarezzando con la mano mentre diceva quelle parole il sedere o la mammella gonfia e turgida di mia moglie, mentre lei lo guardava in silenzio:” La farò diventare la mia troia …sei contento?” Esclamò avvicinando il capo a me.
Assurdamente annuii in preda a un impulso cerebrale incontrollabile, con il mento tutto sbavato e la fronte sporca del suo sperma abbondante e appiccicoso.
Sentivo fortissimo nelle narici l’odore del sesso di mia moglie mescolato a quello di Arturo ed era per me un misto di umori e di inebriante profumo stordente.
Avevo nella lingua e nella bocca il sapore dei fluidi della mia sposa, che rilasciava quando le leccavo la fica piena di umori.
In quei momenti ero pervaso da una smania umiliante, con lievi tremori, accompagnato da un
incontenibile desiderio e mi piaceva.
Dopo averle ben ripulita la figa e fatta godere ancora, sotto lo sguardo dominante e compiaciuto di Arturo, d’istinto mi strinsi a lei, alle sue cosce abbracciandole, mentre Arturo mi spingeva con la faccia di più contro la sua figa. Mi mancava il fiato, sentivo solo l’odore nel naso e il sapore pungente nella bocca. della figa goduta di mia moglie….
Lei era lì, muta, completamente nuda, sudata, il seno cadente e il ventre sporto verso me e seguiva i consigli di Arturo affianco a lei, restando con le gambe leggermente divaricate, le cosce aperte mentre dal suo sesso dischiuso, cadevano filamenti lucidi di umori assieme alla mia saliva.
Anna non diceva nulla, era calma, silenziosa, quasi assente e completamente immobile, pareva timorosa di Arturo, non parlava, accennandomi solo un sorriso mentre in ginocchio davanti a lei leccando e succhiando giravo gli occhi in su e la guardavo dal basso in alto.
Intanto Arturo non so quanto preso dal gioco e dalla sua parte, con lo spirito ironico che l’aveva sempre contraddistinto mi ha diceva:
” Visto che ti piace essere cornuto… che piace anche a te leccare la figa della tua bella moglie dopo che ha chiavato con un altro!?…. Sei un cornuto Amedeo… ti devi accettare. Sei un cornuto contento, un cuckold, da oggi sarò io il maschio di tua moglie e tu me la porterai ancora a chiavare…”
Ero spaventato di me stesso, di quello che avevo fatto e stavo facendo, più che del fatto che lui si era chiavata mia moglie. Ero spaventato che mi piaceva essere umiliato, offeso e considerami io stesso un cornuto contento; di umiliarmi così davanti a lui e mia moglie con cui ero sempre stato autorevole. Mi dispiaceva essere in quella condizione, ma mi piaceva, ne godevo mentalmente, cerebralmente….
Quel sorriso ironico e quelle frasi dette da Arturo, cambiarono la mia vita e quella di Anna per sempre.
“Ora basta cornuto! Gliel’hai leccata abbastanza…” Disse.
E come un automa mi alzai con il mento sbavato e qualche pelo di figa di mia moglie sulla lingua che oramai perdeva come capelli; con la fronte sporca e appiccicosa del suo sperma. Non riuscivo a guardarla negli occhi, ora ero io che mi vergognavo…
Assurdamente mi sentivo sottomesso a lei e a lui e mi piaceva esserlo, era un lato di me che non conoscevo che scoprivo quel pomeriggio.
Anna mi guardava come a dirmi:” Sei stato tu che hai voluto che lo facessi. Io non volevo, l’ho fatto per te.”
E mi osservava spettinata, sudata e imbarazzata con il viso sconvolto dalla sua chiavata con Arturo e seppur apparentemente indifferente, vergognandosi che io gliel’avessi leccata in quel modo umiliante e che la scrutassi, timorosa di un mio giudizio su lei e sul suo amplesso.
Mi guardava come a dirmi:” Sei stato tu che hai voluto che lo facessi. Io non volevo, l’ho fatto per te.” Come a chiedermi di perdonarla per essersi lasciata andare con Arturo…
Quando mi alzai, dopo le effusioni che le fece Arturo complimentandosi con lei e la breve chiacchierata tra noi, lui vedendoci smarriti ci disse:
” Non spaventatevi… che tutto quello che viene detto qui, resta qui! Fa parte del gioco e dei ruoli. Se io dico una parola volgare a tua moglie Anna, non è che lo penso realmente, ma serve solo a eccitarci di più, a divertirci e giocare. Lo stesso con te Amedeo, non offenderti se ti dico cornuto… fa parte del gioco, io ho rispetto per te e tua moglie.” Aggiungendo:” In genere si gioca così. Anche leccare la figa alla moglie dopo che è stata chiavata da un partner, lo fanno anche le altre coppie e gli altri mariti. Se non vi va che non volete giocare così ditelo.”
Con quel ditelo dava già per scontato che ci saremmo rivisti.
Ma aveva visto che mi era piaciuto essere considerato e apostrofato cornuto davanti a mia moglie.
A un certo punto vedendo Anna che stringeva le gambe come per urinare esclamò:” C’è il bagno se vuoi andare anche a lavarti!” Segnando con il dito una porta del soggiorno.
Anna si affrettò, raccolse sulla sedia il reggiseno e le mutandine rosse e quasi correndo senza nemmeno guardarmi, passò dal soggiorno, prese la sua borsa e andò a rinfrescarsi e risistemarsi in bagno.
Lui si avvicinò ancora nudo, con il suo grosso cazzo ormai penzolante e quasi bisbigliando mi disse:” Se sei d’accordo, la chiavo ancora qualche volta così, poi incominciamo a svezzarla! …La inizieremo al sesso esplicito, la faremo diventare una vera porcellina!” Aggiunse sorridendo.
“Svezzarla! …Iniziarla! “Riflettei. Capii subito cosa intendeva dire con quelle parole e invece di indignarmi e offendermi, mi eccitavo a sentire le sue proposte.
Come dicevo dava già per scontato che ci saremmo rincontrati e anche a me ripeté:” Non preoccuparti di quello che ti dico, è solo per eccitarci di più e poi a te piace lo so, ho visto come gliela leccavi con avidità. Sei un cornuto vero!” Esclamò e sorrise.
Sembrerà strano e incomprensibile, ma mi piaceva quella sensazione che provavo nel sentirmi complice a lui, e nel sentirlo chiedermi il permesso e l’autorizzazione per agire su mia moglie, per chiavarla ancora e nel darmi del cornuto.
Mi considerava il suo complice e mi trattava come tale, come un cuckold e questa sensazione mi piaceva.
“Se tu vuoi e sei d’accordo e mi dai il permesso…” Disse mentre parlavamo:” …. dalla prossima volta posso sborrarle dentro, visto che ha già avuto la menopausa e non corre più rischi di ingravidamento e io sono sano, sai che sono donatore i sangue e mi praticano tutti i mesi gli esami clinici per le malattie. Così gode di più a sentirsi schizzare dentro lo sperma liberamente; con altre signore l’ho già fatto e le è piaciuto molto.”
Ero frastornato da quella richiesta, anche se avessi accettato di rincontrarlo, non volevo che gli sborrasse dentro in vagina, ma paradossalmente tutto quello che diceva lo vivevo con eccitazione erotica.
Continuò:
“Poi si può fare anche altro, di più…. dipende da voi, ma soprattutto da te visto che ti ubbidisce
molto.” Affermò.
Mi stava chiedendo di usare il corpo di mia moglie come quello di una donnaccia.
“Senza offesa Amedeo!” Aggiunse: “Ha ancora tutta la figa pelosa, spelacchiata, se sei d’accordo la prossima volta gliela raso completamente e poi a me piace rasata, liscia che si possa anche leccare bene e piacerà anche a te quando la leccherai di nuovo dopo che l’ho chiavata. Come hai visto anch’io mi raso! Si è più puliti.” Rispose ridendo.
Capii che voleva renderla come piaceva a lui e anche se mi eccitava che avesse rasata la figa, dissi di no, più che altro per dissentire con qualche motivazione da quel che diceva lui e far valere la mia autorità di marito ed esclamai per ripicca:
“No! …Non le raseremo i peli …A me piace pelosa.” Lo pronunciai serio facendo valere la mia decisione su di lei. Pensando” Mia moglie deve piacere a me e non a lui.”
Nel frattempo Anna ritornò con lo sguardo basso, si era lavata e pettinata ed era in reggiseno e mutandine e mentre andava in camera a vestirsi, Arturo mi esortò:
“Vai in bagno a lavarti la faccia… È quella porta dove è uscita tua moglie!” E me la indicò segnandomela con il dito.
Entrato nel bagno e chiusa la porta iniziai a pensare:
“Si è chiavato mia moglie davvero, la mia Anna, le ha dato della troia… ha detto che la chiaverà ancora e gli sborrerà dentro in figa e me la farà leccare con il suo sperma…” E io consideravo ma non reagivo, anzi mi piaceva sentirmi umiliato, sentire darmi del cornuto, assurdamente mi piaceva pensare di esserlo diventato veramente.
Riflettevo.
Non sapevo cosa mi succedesse, fino a sessant’anni non avevo mai avuto tendenze masochiste di umiliazione né aspirazioni da voyeur o cornuto contento! Non ero mai stato sottomesso né mai alcuno aveva esercitato su di me pressioni umilianti specialmente riguardo a mia moglie!
Il fatto incomprensibile e sconcertante era che assieme alle mie pulsioni sessuali mi sentivo preda di quelle particolari perversioni sessuali o di altro genere che mi faceva vivere Arturo e mi piacevano.
Vestiti e salutati tornammo a casa, eravamo entrambi increduli dell’accaduto. Il rapporto tra me e mia moglie era sempre stato perfetto, idilliaco e ora? Lei era sconvolta, ma aveva goduto con Arturo… io… io forse anche seppur umiliato, ma quello che mi bruciava di più non era il fatto che si era chiavato mia moglie facendola godere davanti a me, quanto il fatto che mi aveva umiliato e dato del cornuto davanti a lei e io l’avevo accettato…
E mi chiedevo come sarebbero stati i rapporti tra me e Anna dopo quel fatto, dopo avermi visto in ginocchio leccarle la figa appena chiavata…e sentito darmi del cornuto e io dire che lo ero davvero e a lei darle della troia.
E mi chiedevo anche con lui, con Arturo come sarebbero stati, aveva detto chiaro e tondo anche se diceva per scherzo, che l’avrebbe chiavata di nuovo…
Pensavo a come reagire, a cosa fare….
Eravamo pentiti si quello che avevano compiuto, ma assurdamente soddisfatti, avevamo raggiunto un equilibrio perverso perfetto: “Lei facendosi chiavare da Arturo e io a guardarli e poi leccargliela.”
In silenzio raggiungemmo l’auto e tornando a casa ero adirato con me stesso, perché l’avevo fatta chiavare da un altro, da quell’Arturo degli annunci, lei che era stata sempre e solo mia. In quel momento ero pentito, non avrei voluto che fosse accaduto, era mia moglie. Ma non glielo dissi, ne feci capire.
Arrivammo a casa in silenzio.
“Vado in bagno…” Mi disse mia moglie posando la borsetta, togliendosi le scarpe e mettendo le ciabatte.
Io ero pensoso, mi vergognavo di me stesso per averla offerta ad Arturo ma soprattutto per essermi umiliato ai suoi comandi e avergliela leccata dopo che l’aveva chiavata e aver accettato che mi dicesse più volte che ero un cornuto.
Eppure mi era piaciuto, mi chiedevo cosa mi stesse succedendo, perché avvenivano queste trasformazioni in me. Vivevo in contrasto con me stesso. Disprezzavo quanto avevo compiuto sia ad Anna che a me stesso, però infondo in fondo mi era piaciuto e se ci pensavo mi eccitavo ancora. Ma Anna che era mia moglie da quasi trent’anni, la mia consorte e dovevo parlarle chiaro.
Quando ritornò mormorò:” Mi cambio e vado a mettere su qualcosa per preparare cena …”
“No … aspetta! “Pronunciai:” Dobbiamo parlare di quello che è accaduto oggi.”
Lei imbarazzata pensando che volessi incolparla di qualcosa rispose subito sulla difensiva balbettando:
“Io non volevo… l’ho fatto per te lo sai…Sei tu che hai insistito.”
Ma non era quello che mi interessava.
“Di me!… Cosa pensi di me…? Dopo quello che ho fatto?” Domandai determinato.
Restò in silenzio, mii guardò e poi si avvicinò sicura:” Cosa vuoi che penso?… È stato un gioco, lo hai sempre detto tu… Se lo hai fatto è perché ti piaceva. “E cercando di confortarmi aggiunse:” E poi lo ha detto anche Arturo che ci sono alcuni mariti che lo fanno, che dopo il rapporto sessuale la leccano alla moglie…” E capendo il mio turbamento si sedette vicino a me accarezzandomi il braccio.
“Dobbiamo prenderlo come un gioco Amedeo, come dicevi tu. Se lo fanno anche le altre coppie non vedo cosa ci sia di male a farlo tu alla propria moglie.” Ribatté.
“E il fatto che mi lasciassi dire cornuto!?…” Esclamai.
Ci fu un attimo di silenzio, poi borbottò:” Ma è un gioco Amedeo, l’ha detto per scherzo in quel contesto… non devi prendertela! Tu non sei un cornuto!” Esclamò:” Io ti amo…”
A quelle parole confortanti non volli insistere, la guardai e non dissi nulla, cambiai discorso:
” Ti piaceva fare sesso con Arturo…?” Le domandai.
Lei divenne rossa come un peperone… “Te l’ho detto, l’ho fatto perché anche tu volevi …”
“Si d’accordo, ma ti è piaciuto però? “Chiesi rompendo la tensione che c’era tra noi.
Mi guardò senza rispondere e imbarazzata annuì con il capo.
“Ho visto come godevi…Godevi tanto, più di quando lo facevi con me, anche da giovani!” … Replicai.
Arrossi, impacciata aprì la bocca come per dire qualcosa, ma non le uscì niente e la richiuse.
“Forse perché c’è l’ha più grosso del mio o perché chiava meglio?” Prosegui. E anche se l’avevo visto e lo sapevo domandai subito perfidamente:” C’è l’ha più grosso del mio?”
Annui senza guardarmi.
“E Chiava anche meglio di me vero? …Sii sincera.” Continuai.
Era imbarazzatissima, rossa in viso. Sussurrò un:” Si!” … Flebile. Lo ammise.
“Ma io l’ho fatto perché hai voluto tu!” Aggiunse. “L’ho fatto per te, so che volevi, che ti piaceva se lo facevo!” Mi disse come per giustificarsi.
“Certo risposi, era quello che volevamo …godere! Ed abbiamo goduto. Tu poi molto più di me.
Sai….Arturo quando eri in bagno a lavarti mi ha chiesto se lo rifacciamo, che le piaci…!” La informai serio.
Non parlò e a un mio sollecito:” Hai sentito cosa ho detto?”
Replicò rompendo il silenzio: “Non so! … Se vuoi tu! …Tu vuoi?”
Anche lei mi chiedeva il permesso per rifarlo, dovevo decidere io per lei e questo nella mia debolezza mi faceva sentire forte, sicuro, potente su di lei, la sentivo sottomessa a me, non come quando le leccavo la figa io a lei e Arturo mi diceva cornuto.
“Se vuoi possiamo rifarlo!” Ribattei.
Mi guardò impacciata:” Se vuoi tu!” Ripeté imbarazzata.
“Ma tu vuoi rifarlo con lui? Mi devi dire solo sì o no?” Domandai con voce autoritaria seduti sul divano.
Esitò, poi rispose ancora:” Per me sì! …Se vuoi tu…”
“Allora ti è piaciuto parecchio!” Esclamai.
Annuì ancora con il capo e un sorriso imbarazzato senza proferire parola. Si vergognava di me e di sé stessa.
“E ora? … E ora che facciamo?” Domandai.
Restò in silenzio. Poi esclamò: “Se vuoi non lo vediamo più…”
“Ma tu vuoi rivederlo?” Ripetei con un pizzico di eccitazione e gelosia.
“Non so te l’ho detto, se vuoi tu Amedeo… scegli tu per me… Te lo detto per me si, mi è piaciuto sessualmente, ma mi rimetto a quello che decidi tu per me.” Quella risposta mi fece sentire potente su di lei al che le ricordai:
“Hai sentito cosa ha detto Arturo? Quelle parole… che ti vuol fare diventare troia… sborrarti dentro…”
Restò perplessa ma minimizzò.
“Oh ma le avrà dette così… ma ha anche precisato che le diceva per gioco, per eccitarci di più, che ognuno a un suo ruolo, non le diceva davvero. Anche con te quando ti diceva cornuto… scherzava…”
“Sei sicura?” Domandai sapendo che non era così come immaginava lei, ma avendo parlato con lui in privato ero a conoscenza che voleva farla diventare davvero una porcellina.
“Io penso di sì e poi se non vogliamo non lo facciamo…” Ribatté ingenua.
“Già se! …se non vogliamo! …” Pensai.
Poi le domandai:” Ma lui ti piace?”
“Come mi piace?” Replicò.
“Fisicamente, senti qualcosa per lui, lo ami?”
“Nooo!!! Assolutamente, sei pazzo! Io amo solo te… solo te!” Ribadì e in quel momento era sincera.
“Però godevi con lui…?” Tornai a dire per tormentarla e farla sentire in colpa.
“Eh ma…perché non mi so controllare… mi piaceva fare sesso con lui, è bravo, ma non altro di lui, è brutto, calvo…” Esclamò con un sorriso.
È brutto e calvo però godevi, lo bacavi in bocca, le accarezzavi il cranio lucido che dicevi sempre che ti faceva schifo…”
Restò senza parole non sapendo cosa dire:” Si… Ma io… in quei momenti non capivo… ero smarrita…. Non so! Certo, ora non sento più la repulsione di prima… non dico che mi attrae, ma mi soddisfa… se è quello che vuoi sapere e in quei momenti di confusione e piacere non guardi se è bello o brutto… però è simpatico…” Aggiunse con un briciolo di contentezza.
“Va bene! “Esclami prendendole la mano nella mia: “Vedremo nei i prossimi giorni!”
Lei mi diede un bacio sulla guancia alzandosi:” Ora vado a preparare cena.”
Sembrava che tra noi ci fossimo chiarificati e ritornati nei propri ruoli, lei di moglie e io di marito anche se avevo intenzione di trasgredire nuovamente e lei lo avrebbe accettato.”
Non dicemmo più nulla, tornammo, alle nostre cose, alla nostra vita normale, telefonammo anche ai nostri figli.
Mi preparò cena come se nulla fosse successo, ma anche se non lo mostravamo l’uno all’altro,
dentro di noi oramai eravamo cambiati.
Quella sera osservandola guardare la TV, ritornarono in me sentimenti vari e contrastanti, gelosia e rabbia per averla fatta chiavare da un altro e soprattutto perché io mi ero sottomesso a lei e a lui. Con lui aveva goduto e provato benessere e appagamento.
Se devo essere sincero, non capivo proprio come potessi essermi fatto trascinare dagli eventi.
Eravamo una coppia felice, nella nostra maturità e tranquillizza coniugale, appagati di quello che avevamo e facevamo, non capisco come abbia potuto farmi prendere da quei desideri perversi e farmi sconvolgere, fino a coinvolgere anche lei. mia moglie. Sapevo già fin dalle prime volte che quel Arturo sarebbe statala nostra rovina, che era un porco… eppure continuavo a scrivergli. Mi sentivo avvolto da quelle fantasie e sensazioni piacevoli che la sua corrispondenza mi dava.
Quella sera la vedevo con occhi diversi, in me si era spezzato qualcosa, non capendo da egoista quale ero, che anche in lei era accaduta la stessa cosa.
Il tempo trascorse normale, vita di tutti i giorni, lei accudire alla casa, sentire i figli, io al lavoro che si svolgeva lungo tuta la riviera, sia di levante che di ponente e naturalmente c’era anche lui, Arturo, lo sentivamo per email, messaggiavamo e io gli parlavo al cellulare. Fin dai primi giorni le sue email o messaggi al di là dei convenevoli erano pine di richieste per un altro incontro, era educato, non diceva più porcate, a me non accennò più a quello detto quel pomeriggio “Sei un cornuto!” E a Anna non disse mai:” Ti voglio far diventare una troia…”
Sembrava che quei termini fossero davvero rilegati al gioco, anzi con me era amichevole e scherzoso e con Anna romantico, la corteggia senza mai scrivere del sesso che avevano praticato.
Tentennavamo anche se la voglia di riprovare c’era e più passavano i giorni, più in me saliva il desiderio di rivedere Anna chiavata da lui e poi io leccargliela… e sì perché quel desiderio mi era rimasto dentro e mi piaceva umiliarmi, inginocchiarmi davanti a lei e leccarle la figa subito dopo che lui, il suo amante l’aveva chiavata… È difficile da spiegare e da capire e non pretendo che lo facciate.
Di quei nuovi incontri che chiedeva, ne parlavamo tra di noi, eravamo possibilisti ma non sicuri, finché un giorno decidemmo di sì, di aver un altro incontro sessuale con lui.
“Lo conosciamo, siamo già stati a casa sua, sappiamo come si comporta e cosa vuole e se va bene a noi incontriamolo ancora…” Ci dicemmo.
Così dopo un mese avemmo un altro incontro sessuale con Arturo, sempre con riservatezza e discrezione, il secondo fu più piacevole perché eravamo meno tesi, maggiormente preparati ed entrammo più in confidenza.
Ci incontrammo ancora a casa sua: “Posto più tranquillo e sicuro di questo non c’è!” Diceva, ed era vero.
Ci rivedemmo nelle vicinanze di casa sua e ci portò su nel suo appartamento.
Comodi, musica, un po’ di whisky, ballare e poi di nuovo in camera di Arturo e lui a chiavare nuovamente mia moglie con me e lei consenzienti.
Quella seconda volta, intanto che Anna era in bagno, io e lui chiacchierammo. Era autoritario quel pomeriggio. Mi si avvicinò all’orecchio dicendo:” Allora siamo d’accordo?”
“Accordo a cosa?” Domandai smarrito non ricordandomi più dopo un mese cosa aveva organizzato.
“Come a cosa?… Le sborro in figa…” Mormorò.
Restai fermo senza dire né si ne no, mi eccitava quel pensiero che lui sborrasse in figa a mia moglie, ma non dissi nulla. E lui lo prese come un sì.
Quando iniziarono sul suo letto, poco dopo seduto in poltrona godendomi il loro amplesso iniziai a masturbarmi…
Lui prese a chiavarla con foga e passione, facendola godere quasi subito e di nuovo abbracciarsi e baciarsi.
La chiavava con impeto, come un forsennato, la faceva gemere, gridare e godere, la vedevo stringerlo e baciarlo in bocca e sul viso, accarezzarle il cranio calvo…. Si limonavano come due ragazzini, con me seduto difronte a loro, guardandoli anche negli specchi a parete, masturbandomi sempre con un fazzoletto in mano, per non eiaculare sul pavimento e pronto a pulirlo appena avessi sborrato, accelerando il ritmo e l’intensità del movimento della mia mano.
Quando stava per venire, Arturo iniziò a darci più forte, facendo cigolare il letto e gridare di più mia moglie dal piacere, fino all’orgasmo …dove ansimando esclamava: “Siiii!! …Siiiii!!!”
Mia moglie godeva in preda a un orgasmo incontrollato e lui stava per venire e capendolo, invece di tirarlo fuori si mosse con più vigore.
“Ti riempio tuttaaaa!!!”
Si mise a dire all’improvviso inarcandosi, spingendo il suo pancione e sotto di esso il suo fallo in vagina ad Anna, fermandosi all’improvviso, iniziando a sborrarle dentro, nella figa, mentre Anna con le braccia al suo collo in preda all’orgasmo e la confusione mentale, si tirava su con la testa a baciarlo in bocca e in viso. E chiavandola le venne dentro la figa.
Fu tremendo, impressionante assistere che le eiaculava in vagina…
Sapevo che mia moglie era contraria a quella pratica e non se l’aspettava, dopo i figli non aveva più voluto nemmeno che le sborrassi io in vagina; e di conseguenza a quel rifiuto mentale e morale che aveva da cattolica, non aveva mai voluto prendere anticoncezionali… nemmeno il preservativo. Noi eravamo contrari per principio, cultura e igiene. Quando facevamo sesso lo interrompevamo, io venendo sempre fuori, uscendo dalla vagina all’ultimo momento e sborrandole sulla coscia o sulla pancia… Le uniche volte che le avevo sborrato dentro era il periodo della fecondazione e precedente alla nascita dei figli, quando lo avevo fatto per fecondarla; e in quel periodo che eiaculavo liberamente le era piaciuto, avvertendo al termine dei nostri rapporti sessuali e del piacere, non più l’interruzione, ma il godimento continuo dentro di lei e gli schizzi caldi del mio sperma, oltre che maggiore piacere fisico e psicologico.
Al di là delle convinzioni morali, anche a me sarebbe piaciuto eiacularle in vagina e mi aveva sempre eccitato pensare e fantasticare che qualcun altro lo facesse in lei.
Che la maggior parte degli uomini preferisse venire in vagina lo sapevo, ma noi eravamo sempre stati contrari a quel tipo di pratiche.
E proprio per quello, figuriamoci se avessi permesso ad Arturo di sborrare in vagina a mia moglie se non fossi stato certo che lei avesse rifiutato l’atto, anche se aveva finito da poco la menopausa e io ero preso da una sorta di impulso irresistibile che mi faceva fare e accettare atti che non volevo.
Un rapporto del genere tra loro con eiaculazione in vagina ad Anna sarebbe stato qualcosa di molto intimo e presupponeva una complicità, una confidenza e affettuosità che non c’era tra loro e mai avrebbe dovuto esserci; un coinvolgimento da parte sua per accettarlo, sia fisico, che mentale che carnale. Non lo credevo possibile e mai me lo sarei aspettato, ma in silenzio si stava invaghendo di lui…
Come dicevo non avevo risposto alla richiesta di Arturo, perché sapevo e soprattutto speravo che Anna, accorgendosene, lo avrebbe spinto indietro da far uscire dalla vagina il suo pene e allontanarlo, magari imprecandogli contro.
Ma soprattutto nei miei ragionamenti, non capivo perché io l’accettavo, mentalmente acconsentivo quella situazione, di viverla e delegavo a lei la negazione e la resistenza al non farlo.
Oltre l’eccitazione c’era una sorta di rancore istintivo verso di lei, perché mi ero umiliato in ginocchio a leccargliela e in quel modo inconsciamente volevo umiliare anche lei, facendole eiaculare in vagina da Arturo, conoscendo quanto fosse contraria a quell’atto…Ma non fu così. Invece creai una condizione che in seguitò si ripeté.
Comunque Arturo fece come aveva detto, le sborrò nel momento che Anna aveva l’orgasmo e lei non fece nulla per impedirlo, non credo che se accorse subito mentre godeva, ma quando lo capì, non reagì e lo lasciò eiaculare liberamente dentro lei. Le sue mille paure e precauzioni in quel momento erano soggette al piacere della carne che la pervadeva.
Restai sorpreso mentre Anna ansimava piacevolmente nello stringerlo a sé e sentirlo sborrare dentro lei, avvertendo suoi abbondanti fiotti caldi di sperma che per la prima volta le invadevano la vagina, colpendo l’utero. Io nel vederlo sborrare dentro, inarcarsi, fermarsi ed eiaculare, fui preso da un gran calore negli organi genitali e in viso. Ero eccitato … in quel momento non mi dispiaceva che lo facesse, anzi con risentimento mi piaceva e lo approvavo.
Riflettendo in un lampo, mi venne inconcepibile credere che aveva sborrato in vagina a mia moglie e lei non aveva detto nulla. Era un salto di qualità nei nostri rapporti amichevoli e sessuali di una intimità che non doveva prendersi e non doveva succedere.
Quando lo tolse ancora duro ed eretto, con mia moglie estasiata, aveva ancora un filo bianco di sperma che dalla fessura della figa di mia moglie, usciva attaccato al meato urinario della sua cappella e che il glande tirava in fuori finché la distanza e la tensione non lo ruppero.
Vederlo fuoriuscire dalla sua vagina, mi fece arrabbiare e sentire umiliato, l’aveva contaminata con il suo seme senza che nessuno glielo avesse concesso, ma neanche impedito; ma mi diede anche una forte carica sessuale e di adrenalina, facendomi eccitare nel vedere la figa di mia moglie, aperta, con quel filo bianco di sperma che fuoriusciva dall’interno e rompendosi cadeva sulla coscia.
Al termine il rituale fu come la volta precedente, l’aiutò alzare e nuda la mise davanti a me, facendomi inginocchiare dicendo ancora:
“Lecca cornuto… Lecca la figa di tua moglie che ha appena chiavato con Arturo, vedrai che ti piacerà… Cornuto. “
Quella umiliazione davanti a mia moglie, il sentirmi dare del cornuto impotente, scelleratamente mi eccitava.
La leccai anche in quel modo avvertendo a volte lo sperma di Arturo che le colava fuori sulla lingua, caldo, cercavo di spostarlo e toglierlo con le dita, ma non sempre ci riuscivo e qualche linguata le arrivò, avvertendo sulla lingua qualcosa di gelatinoso, caldo, dal sapore selvatico e di mandorle. D’altronde oramai avevamo accettato tutto, in quelle ore come d’accordo eravamo diventati suoi succubi e lui decideva per noi.
Ci trovammo assoggettati a lui non solo sessualmente, ma anche psicologicamente e lui vedendo la nostra debolezza e incapacità a reagire e contrastarlo, faceva di noi quello che voleva.
Anna in quel momento era sua sessualmente, era diventata la sua donna e io il suo amico cornuto contento.
Dopo quella volta iniziammo a rivederci con cadenza mensile, che nell’arco di sei mesi diventò quindicinale e alla fine dopo quasi un ano settimanale. Si tutte le settimane andavamo a casa sua e si chiavava mia moglie. All’inizio ero convinto di gestire e di poter smettere e far smettere mia moglie quando avrei voluto. Ma non avevo tenuto conto di una variabile importante, il cervello delle donne, la testa di mia moglie, che cominciava a pensare a modo suo. Si sentiva coinvolta con lui carnalmente e di conseguenza anche psicologicamente, non dico si sentisse innamorata, ma invaghita e avvinta di lui probabilmente sì.
Ogni incontro era sempre più spinto di quello precedente e senza accorgercene entrammo in una spirale sessuale peccaminosa. Come diceva Arturo, lentamente la svezzò e incominciò con lei consenziente a farle fare porcate sessuali davanti a me.
Anna negli incontri prese ad avere un atteggiamento attivo con lui, non più pigro e attendista, scherzando al suo allungare le mani, si lasciava scoprire le cosce e se le lasciava toccare anche in auto o a casa nostra…
E come era prevedibile, in quel periodo in uno degli incontri finì con avere un rapporto orale con lui… altro che non le piaceva, con me forse…. Con lui non diceva nulla, glielo leccava come se ne subisse la personalità e ubbidiva, salvo poi farlo in seguito con piacere anche di sua iniziativa.
La prima volta fu una sera a casa nostra, lo avevamo invitato perché spesso lui ci invitava a casa sua o fuori al ristorante a cena. Seduto sul divano lo tirò fuori dalla cerniera eretto come un obelisco e ridendo e scherzano prese la testa di mia moglie tra le mani seduta affianco, l’abbassò e le mise il cazzo in bocca davanti a me che li guardavo ridere e scherzare e non dicevo nulla:
” Su dai succhialo un po’ …” Le ripeteva Arturo sorridendo.
Mia moglie imbarazzata mi osservò, rideva e non disse nulla e incominciò a leccarlo e succhiarlo.
Il cazzo era grosso e il glande le riempiva la bocca, in fin dei conti l’avevo scelto io così quando pensavo alla figa di mia moglie e a come poteva avercela allargata con quelle dimensioni. Non era eccezionale, ma leggermente fuori dalla norma.
Anna iniziò a succhiarglielo delicatamente, con lui che le diceva come fare, i tempi e muovere la lingua o la bocca.
“Un pò con la lingua, leccalo bene sulla cappella su… Ora prova con le labbra soltanto, prendilo in bocca e succhialo, aspira, succhia bene la cappella… “
Anche in seguito, le dava lezioni e le indicava come fare quando la invitava a farle i pompini. Io osservavo lei con calma leccargli la cappella, poi l’asta scendendole fino ai i coglioni, rasati. “Prendili in bocca, allargala bene la bocca … “Le diceva e lei uno alla volta li prendeva in bocca e li solleticava con la lingua facendogli provare brividi di piacere.
Lo leccava e succhiava… fino con il tempo a lasciarsi eiaculare in faccia e sulla lingua e a bere il suo sperma….
E la vedevo immobile con il volto pieno di sborra, quasi accecata … sorridere stupidamente.
Ero sconvolto. Ma come avrete capito se la lasciavo fare era perché mi piaceva vederla così, svezzata e porcellina come diceva Arturo, per non dire altre parole.
Spesso lo praticavano con lei in ginocchio davanti a lui seduto sul divano con le gambe divaricate e i pantaloni giù, con il suo sapore di sperma in bocca e.…non riuscivo a credere che tutto quello stesse succedendo sul serio a mia moglie e io lasciassi fare.
Finché un giorno arrivò a dirle la fatidica frase davanti a me per umiliarmi di più: “Sei diventata veramente brava, quasi come una bocchinara della sopraelevata!” Ridendo con lei, che lo osservava compiaciuta, di quel paragone con la bagascia, contenta di quel giudizio. E successivamente andava in bagno a sputare e a lavarsi la bocca, per tornare ed essere dopo mezz’ora tutte e tre a tavola a cenare, come veri amanti.
In quell’anno mi era sfuggito tutto di mano per troppa sicurezza o perché non ero stato bravo a tenermela come lui a prendermela.
Come dicevo all’inizio ero io a condurre il gioco, pian piano lo sono diventati loro, dico loro perché mia moglie, come prima si lasciava influenzare da me, a seguire era lui che la influenzava.
Già dai primi mesi Arturo le aveva messo in testa strane idee, come l’andare a ballare qualche sera tutti e tre o anche loro da soli o a cenare insieme il sabato sera o andare a qualche cinema o passeggiare. Con la scusa di farle prendere coraggio, sia negli incontri sessuali iniziali che avevamo, che a ballare, l’aveva abituata a bere alcolici forti.
Arturo aveva un atteggiamento poco rispettoso, ma scherzoso nei suoi confronti, contraccambiato da Anna, che verso di lui lo aveva troppo permissivo e condiscendente. Lui si permetteva alcune confidenze e lei gli lasciava fare apprezzamenti o battute eccessive, esagerate, fuori dal rispetto reciproco; e una volta lo sentii io dire mentre ridevano e scherzavano, punzecchiandosi, sul fatto che mia moglie cambiasse partner ballando, dirle che avrebbe dovuto provare a farsi chiavare da altri uomini.
Erano solo battute…ma a me quelle cose non piacevano e glielo dissi ad Anna e lei si giustificò dicendo che ballare le piaceva, stava imparando e che per il resto Arturo scherzava, che per imparare a danzare bene, per forza di cose bisogna cambiare partner, che non si può danzare sempre con la stessa persona, se no, non si impara.
“Lo dice scherzando…credimi Amedeo…” Mi diceva:” … non c’è niente di male a ballare con altri, anche se lui fa battute del tipo che ha qualche amico pulito, sano e riservato e che potrebbero chiavarmi anche assieme se io volessi. Ma quando dice queste cose lo mando al diavolo… Sono solo battute, non lo farei mai.” Precisava ridendo.
Comunque tutta questa confidenza e intimità fuori dal nostro frequentarci non mi piaceva.
Lei gli incontri aveva preso a praticarli con piacere e meno male che Arturo gli faceva ribrezzo ed era viscido e sembrava un maialino.
Dopo un anno, mi resi conto che Anna era cambiata, non è più la moglie arrendevole e remissiva che conoscevo e che mi ubbidiva, era diventata diversa, sfacciata e quando ormai stanco, geloso e forse schifato dal loro comportamento gli chiesi di smettere, di finire tutto, di non avere più quegli incontri sessuali e vedersi con Arturo, nemmeno per andare a ballare perché non mi piaceva la piega che avevano preso loro due, mi disse di no, che lei avrebbe continuato a vederlo, che non c’era niente di male e che ero stato io a farla incominciare.
Ci fu una discussione ampia tra noi, un litigio, dove preso dalla rabbia minacciai anche se non smetteva di vederlo, di cacciarla fuori di casa, ma toccai con mano dove era giunta la loro relazione, andando a raccontare tutto a lui e alla fine restò con me, ma decise di continuare a frequentarlo.
“Non c’è niente di male se mi incontro con Arturo una volta alla settimana e andiamo a ballare, ora sono capace, puoi venire anche tu se vuoi, nessuno te lo impedisce e comunque sei stato tu a volere che ci incontrassimo sessualmente, perché ti piaceva e ora che piace a me dovrei smettere? …Perché?” Mi domandava.
A nulla servì parlare tra di noi, era cambiata.
Arrivò al punto di dirmi:” Lo sai cosa mi ha detto Arturo?… Che se mi cacci fuori di casa o voglio andarmene posso andare a casa sua a vivere con lui… lui m’accoglie subito.”
Mi disarmò con quelle parole:” E ‘questo che vuoi?” Le dissi.
“No, sei tu che mi spingi a farlo, io voglio restare con te, sei mio marito e ti voglio bene, ma non rinuncio a divertirmi e non voglio tornare a vivere come prima, come una suora. “
Mi sono sempre chiesto che fine avesse fatto quella sua repulsione iniziale che aveva per Arturo, perché sembrava essere sparita all’improvviso, ora lo accettava così com’era, brutto, anzi pareva che provasse attrazione per lui alla sua bruttezza.
Sarebbe troppo facile e semplicistico dire:
” Perché la faceva godere quando la chiavava.” Forse si, anche quello, ma non solo.
Curioso mi informai e siccome a volte andavo da uno psicologo che mi seguiva per la depressione che mi era venuta, glielo domandai dicendole che era per curiosità e mi rispose:
“Ehh come si fa a dire cosa succede nella testa di una donna, il mondo è pieno in tutti i campi, ma soprattutto nel mondo dello spettacolo, di donne bellissime che vengono attratte da uomini brutti, fino a innamorarsene, sposarsi e fare dei figli con loro. Ci sono varie teorie sull’estetica del piacere…” Fece una pausa e guardandomi proseguì:
“L’attrazione per il brutto, rientra in quella che viene definita ‘sindrome di decadimento’, che altro non è che l’attrazione per cose o persone brutte… Può manifestarsi già da bambini o rivelarsi in età adulta, verso qualcosa o qualcuno che prima non si poteva vedere, sopportare e dava disgusto e poi invece si accetta. Ed è in stretta correlazione con la modifica del modo di pensare. Specie se all’inizio è insopportabile e porta a squilibri interiori significativi.
Psicologicamente a volte si sceglie la strada più semplice per la distruzione di quello che ci dà repulsione, cioè inconsciamente lo trasformiamo e lo accettiamo e iniziamo a vederlo e considerarlo come qualcosa di positivo e costruttivo.” Fece un’altra pausa riflettendo e guardando in giro continuò:
“Molte volte la repulsione attrae e affascina. L’origine di questa inspiegabile attrazione va ricercata a partire dalla mitologia greca fino alla letteratura moderna; il mondo è pieno di scambi di emozioni, sensazioni, attrazioni. Prima si ama qualcuno alla follia e poi si odia fino alla morte o viceversa, così è per l’attrazione-repulsione e viceversa.
Tale fascino raggiunge il suo apice quando l’uomo, o la donna modificano la realtà quotidiana che vivono con nuove emozioni, interessandosi e accettando quello che prima rifiutavano, il soprannaturale, il fantastico, il brutto e anche il deforme. In loro nasce una nuova estetica della bellezza e del piacere, che può essere anche il brutto, l’orrendo che le attira. C’è anche nelle fiabe dei bambini, la storia della Dove lei si innamora di un uomo bruttissimo.
E questo avviene in varie fasi psicologiche.
La fase della del decadimento o repulsione. La fase del ricevimento e dell’accettazione del nuovo modo di vedere e valutare e la fase del viverlo.
Comunque è molto complesso da spiegare, gli studi su questo tipo di parafilie sono iniziati da poco…” Mi guardò dicendo:” … ma perché? È attratto da qualche donna brutta?” Chiese sorridendo…
“No, è solo una mia curiosità.” Risposi sorridendo non avendo nemmeno capito molto bene quanto aveva detto.
Anche ora continuo a pensare di avere sbagliato tutto, non dovevo avvicinandomi alla vecchiaia e fare queste cose, coinvolgere Anna ormai cinquantenne, creare o risvegliare in mia moglie queste voglie sessuali assopite che non aveva mai avuto neanche da giovane.
Mi chiedo se ho fatto bene a continuare a trasgredire e a farla chiavare altre volte da Arturo? Penso che tra loro a mia insaputa si fosse instaurata più di una simpatia, anche qualcosa di emotivo. Avere rapporti completi per una donna è diverso da un uomo, per quanto possa essere brutto e disgustoso il partner, se lo pratica, viene coinvolta emotivamente nel rapporto sessuale e non solo carnalmente.
Anna è stata influenzata da Arturo e io mi sono lasciato convincere a lasciarla continuare a vedersi con lui, ad andare ballare e a fare sesso con il mio permesso, diventandone sempre più dipendente. Arrivando a scoprire che a mia insaputa si era lasciata rasare completamente la figa e ora c’è la sempre depilata, perché a lui piace così e visto che ha terminato la menopausa da parecchi anni, nei rapporti sessuali oramai da quella maledetta seconda volta che lo facemmo, si lascia eiaculare dentro da quella bestia calva e me lo dice anche.
Si sta trasformando in una porca, lei si sente giovanile, una quarantenne con lui e io invece più vecchio di prima.
Mentre lei si emancipava e non solo sessualmente, io con il mio carattere chiuso e riservato
regredivo di più, fino a deprimermi. Finché non sono cambiati i ruoli coniugali ed è diventata lei a decidere assieme a lui i giorni, il modo e i tempi dei loro incontri, quasi sempre a casa di Arturo. A volte si incontrano anche da soli, dopo aver ballato si appartano o in auto o a casa sua e chiavano. La nostra oramai è una vita a tre… Lei mi vuole bene lo so… lo sento e me lo dimostra e vuole vivere con me, ma si sente sedotta da lui purtroppo.
Arturo giocava a umiliarmi sempre di più, diceva che mi sarebbe piaciuto davanti a mia moglie essere chiamato cornuto, e in parte era vero. Alcune volte voleva che lo preparassi io come maschio di mia moglie pronto a possederla… e voleva che lo masturbassi per farglielo venire duro e chiavarla. E mentre lei era sdraiata nuda sul letto a gambe larghe che aspettava che arrivasse e la penetrasse, io glielo porgevo, lo prendevo in mano e lo portavo ad appoggiarlo sulla vulva, sulla sua fessura e poi lo spingevo sulla schiena, fino a penetrarla completamente.
All’inizio non volevo, poi… ma tra le sue insistenze glielo prendevo in mano mentre lui mi guardava trionfante e lo masturbavo:
“Vieni qua cornuto! Fammelo diventare bello duro che devo chiavare tua moglie…” Diceva, aggiungendo:” … la mia amante… “E quando era eretto mi esortava:” Ora appoggialo sulla figa della tua bella moglie e spingimi dietro sui lombi che la penetro e la chiavo, te la faccio godere un po’…” Penetrandola davvero e iniziando a chiavarla mettendosi in ginocchio tra le sue cosce…oppure dietro con lei a carponi la pigliava in quel modo.”
Era un gioco a cui partecipavo anch’io e all’inizio mi piaceva…
Che dirvi ancora? Non davanti a me ma credo che in più di un anno abbia avuto anche rapporti anali con lui e senz’altro qualche sera si siano incontrati in tre con qualche amico di Arturo. È più che una supposizione, è una certezza. Ma non ho mai voluto approfondire di più per non stare male.
In quel periodo il mio comportamento verso di loro e soprattutto verso me stesso era mutato, senza quasi che io me ne accorgessi.
Il nostro rapporto aveva assunto connotazioni ben diverse da quelle iniziali del gioco trasgressivo, in quanto non si trattava più di avere un semplice rapporto sessuale con me che osservavo, ma era nata un’amicizia particolare tra loro due, un legame morboso e perverso tra noi, dove ne facevo parte anch’io …che travalicava il sesso ed entrava a fare parte della vita quotidiana.
Come scrivevo sopra, vederli entrare in amicizia ed in intimità non solo sessuale ma anche affettiva e confidenziale subito non mi disturbava, non lo vivevo come il tradimento di mia moglie nei miei confronti, e quindi non lo subivo come un oltraggio e offesa verso di me, in quanto ero consapevole e consenziente del rapporto extraconiugale che si era stabilito tra noi, ma anzi di quella situazione che andava formandosi ne traevo addirittura godimento e un immenso piacere. Accettavo la sua infedeltà con Arturo, traendone un personale piacere fisico, ma soprattutto cerebrale…perché lei era sempre mia…
La nostra vita coniugale all’apparenza era normale e uguale a prima, il lavoro, la casa, il sentire i figli, il rapporto tra noi fatto di stima e rispetto oltre che di sentimenti e amore. Il rispetto dei vicini, amici e conoscenti ignari di tutto, della nostra doppia vita.
Con me mia moglie aveva una normale vita matrimoniale e sociale, probabilmente abitudinaria, solo sessualmente era modificata.
Come dicevo, all’inizio si concedeva a lui solo saltuariamente e con il mio permesso, poi nel tempo e nella nostra evoluzione, iniziò a “darsi” senza la mia autorizzazione, sostituendomi di autorità con il suo amante, con me consenziente.
Anche se è difficile da capire chi non prova queste emozioni, in definitiva ero diventato un uomo che subiva e accettava l’infedeltà della propria moglie, ma che si eccitava sessualmente da quella situazione, ad essere chiamato dal suo amante cornuto… impotente… te la chiavo io tua la moglie e la faccio godere più di te…. Te la faccio diventare una troia…” Tutte parole che all’inizio mi eccitavano.
In me si erano formate nuove sensazioni ed emozioni, in certi momenti mi angosciavo a saperli a ballare o a casa di Arturo a chiavare da soli, in altri momenti mi piaceva e al ritorno desideravo che mi raccontasse cosa facevano quando io non c’ero. Oltre il leccarle la figa dopo aver chiavato con Arturo, si stavano formando in me alcune tendenze particolari, che seppi dopo, consultando internet, erano tipiche componenti che caratterizzavano il rapporto sessuale cuckoldiano o Cuckoldry come dicono gli inglesi, in pratica stavo diventando un vero cuckold…un cornuto contento detto in italiano.
In quei primi mesi di incontri, trascuravo e non vedevo che anche in Anna stava avvenendo un mutamento emozionale e cerebrale.
Non avevo la sensibilità di ascoltarla e di rendermi conto della condizione che le creavo facendole vivere l’infedeltà come un fatto normale, il tradimento come il giusto e comune a molte coppie.
Quando dopo i primi sei mesi affrontai la situazione con lei, oramai era già tardi. Avevamo rapporti sessuali settimanali e inoltre avemmo un colloquio, lungo e profondo, fatto di discussione e litigio, ma a tratti anche commovente.
Ci parlammo francamente una sera, lei era turbata, mi disse che mi amava, che ero l’uomo della sua vita ma… quel ma, era Arturo…
Accettai la situazione di vivere in tre praticamente, dicendole semplicemente:
“Si però mi raccomando Anna, la riservatezza, nessuno dovrà mai sapere nulla, Arturo è solo un amico di famiglia per te…” Ricordati…
E così siamo andati avanti qualche anno. Ora accetto questa situazione, con Arturo mi sono riappacificato e sono diventato amico e cuckold pienamente e come diceva lui non devo vergognarmene perché c’è né tanti mariti così come me, che io devo godere a modo mio, come piace a me e non agli altri e a chiavare e fare godere mia moglie ora ci pensa lui e io devo solo guardare, porgerglielo e leccare la figa…
Ci son alcune cose nella vita coniugale, specie sessuali, di cui ci si vergogna enormemente, ma piace anche tanto, tantissimo pensarle o praticarle.
Buonasera Amedeo.
Blog: http://www.Immoralex.it/it/home
Immoralex.it
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Dressage1@hotmail.it
Grazie.
Complimenti, argomento e narrazione fantastici.
eccolo https://raccontimilu.com/orgia/prima-volta-al-club-prive/
fai una ricerca con lo stesso titolo e trovi il cap.1. Fammi sapere. Ciao. Lunatica
Bisogna scrivere il nick dell'autore nel motore di ricerca del sito, allora esce la pagina con tutti i suoi racconti
Mi chiedevo se ti andasse di scrivere un racconto simile circa a questo, ma seguendo la storia che ho in…