Quando arriva l’estate, il capo trasferisce la disco all’aperto, non troppo lontano dalla location invernale. E’ un posto figo, io a lavorare ho molti meno problemi: outdoor l’unico problema è non spaccare l’impianto dandoci a manetta, per il resto, niente rientri, niente riverberi.
Due banconi bar, una zona pista dance commerciale e una zona live – pista rock alternative divise da una collinetta artificiale che crea un sali scendi di sbarramento acustico.
L’entrata è esattamente nella parte alta della collinetta, poi decidi tu da che parte andare.
I vestiti sono diversi ma le facce sono le stesse.
Estate di un paio di anni fa.
16.00
-XXX?-
-Si sono io, buongiorno-
-Mi chiamo CCC, sono il padrone della baracca. FFF mi ha parlato di te, ti spiego perché sei qui: stasera ho un live per una festa privata di universitari, verranno qua con i loro cazzo di amplificatori a rompere i coglioni alla discoteca. WWW mi paga l’affitto del locale’-
WWW? Cazzo, ma quello sta in Parlamento’
-‘e non posso rompergli le palle personalmente, devi tenerli sotto controllo tu. In più mi serve che butti un occhio a tutto l’audio e ai dj, è tre anni di fila che a metà stagione cambio tutto l’impianto perché ci danno come degli stronzi.-
-Si, signor CCC-
-Qua mi chiamano capo, è più veloce. Fallo anche tu, preferisco.-
-Si, capo-
-Mi han detto che sei bravo in quel che fai. Io ci capisco poco di suono, e sinceramente il mio pensiero è riempire il cassetto. Se ti sembra che sia necessario qualcosa, fammi sapere e vediamo di prenderlo. Senza chiedermi astronavi’-
-Probabile che basti poco. Per il palco del live avete una backline?-
-Una che?-
-Monitor, ampli, batteria, avete qualcosa?-
-Ti mando Ana, chiedi a lei. Se hai bisogno, fa lei. Bevi, fumi, ti droghi, vai a fighe, ti imboschi per scopare?-
Capisco l’antifona
-Si, certo, ma non quando lavoro.-
Il capo mi lancia la prima e ultima smorfia che verrò a sapere essere il suo modo di sorridere.
-Se hai problemi, arrangiati. Ti do ”’, bastano?
-Bastano-
-Non fare casini- si allontana
Bè, come secondo lavoro, se faccio tutte le serate raddoppio lo stipendio’ speriamo che mi tengano’
Arriva una sorta di sexy puffetta.
-Ciao io sono Ana, mi occupo dell’accoglienza. Hai bisogno?-
-Si, ma temo che il tuo fidanzato non apprezzerebbe-
Un ghigno storto
-Non sono fidanzata, ho 24 anni e sono divorziata con un figlio piccolo. Quando esco di qua sono costretta ad andare a fare la cameriera in un bar di merda perché uno stipendio non basta per un figlio autistico. Il mio ex marito non mi passa un cazzo di alimenti, e sinceramente comincio a pensare che se nascevo lesbica sarei stata molto più felice. Te lo chiedo l’ultima volta: hai bisogno?-
Cazzo, Erin Brockovich della provincia di QQQ.
Capisco la seconda antifona di giornata, e la prendo come standard di comportamento in questo posto: professionali.
-Io ho la mia roba sul furgone, vorrei sapere cosa avete voi, se avete un magazzino con roba audio ci do un’occhiata e capisco di cosa c’è bisogno-
-Vieni-
Mi porta nel magazzino: roba da DJ, per il resto il vuoto cosmico
-Ok, mi basta. La corrente per il palco dove la prendo?-
Mi fa vedere il quadro dietro al palchetto.
-Io sono a posto. Grazie.-
Rimane un secondo a guardarmi tirare giù la roba in fretta per allestire il palco prima che arrivi la band. Sembra che apprezzi, forse mi perdona l’inizio di rapporto da tamarro arrapato.
Si allontana scuotendo la testa.
18.00
Arriva la band.
Universitari con testate e cassa Marshall e chitarre Gibson, batteria DW, il bassista sfodera dalla custodia un Jazz Bass da collezione, il tastierista deve essere endorser Korg. Mi auguro che i soldi spesi per quel ben di dio sia proporzionato alla tecnica, altrimenti sarà una spada nel cuore per tutta la serata.
Si piazzano, collego tutto e faccio i livelli e i ritorni.
-Fatemi un pezzo che sentiamo com’è-
Dal nulla partono con una Highway Star dei Deep Purple come dev’essere, e apprezzo con un sorrisone che contraccambiano anche i musicisti.
-Minchia che botta- una voce dietro di me
Mi giro sovrappensiero e mi salta un battito.
1,70, una quarta almeno di seno strizzata in un top che sembra stia per esplodere, all stars e shorts a scoprire uno stacco di coscia da competizione e un culo da peccato, capelli castani lisci e occhi scuri come un buco nero che mi assorbe l’anima…
Mi sorride
-Ciao, sono Chiara, la cantante, tu sei il fonico? Dove mi attacco?- mi porge le centraline del radio microfono e degli in ear.
Ricordati, professionale.
Sorrido cordiale, niente di più
-Ciao, sono XXX. Lasciami tutto qui, ci penso io. Ti sembra buono? Non avendovi mai sentito, sono andato di gusto mio-
-Hai fatto bene. E’ una bomba.-
I musicisti smettono di suonare, salutano Chiara, mentre collego il microfono.
Accendo il radio per vedere il segnale d’ingresso, vedo che ha ancora i set di default.
-Ascolta, posso cambiare un paio di cose nel tuo radio?-
-Fai pure, l’ho preso da poco e ogni volta che lo do a un fonico ci litiga perché fischia da morire-
Abbasso la sensibilità del microfono e alzo quello della centralina
-Lo sai che puoi metterci anche il nome sul led del radio? Come lo chiamo?-
-Se è maschio lo chiamiamo Aronne, se è femmina Alice- dice ridendo
Sorrido alla battuta. Professionale ma non scorbutico’
-Bè, dopo cinque minuti che ti conosco è un po’ prematuro pensare a mettere su famiglia. Non vorrei correre troppo in fretta’-
Ride
-Mettici Kiki, con la doppia k-
Gli do il radio, ripartono con Highway Star e tira l’urlo d’inizio a freddo. Ha una voce da pelle d’oca. Gran spinta e niente fischi. Mi fa l’occhiolino facendomi si con la testa e alzando il pollice
-Nobody gonna take my car’-
Me la godo fino alla fine.
Se scopa come canta, mi ci fidanzo’
19.30
Faccio un giro dall’impianto della disco commerciale. E’ roba forte, per scoppiarlo bisogna mettercisi di impegno.
Metto un processore digitale che mi porto dietro per le situazioni a rischio all’uscita della consolle dj, nascondendolo dietro un mobiletto per non farlo vedere, quello che non si vede non c’è’
Per curiosità ci butto dentro un pò di rumore rosa, non è un disastro ma lo miglioro, e ci caccio dentro un limiter per ogni evenienza. Metto l’iphone nell’impianto e parto con I shot the sheriff di Bob Marley per sentire come rende.
Non male.
I shot the sheriff’.
-But I didn’t shoot no deputy’-
Mi giro
-Bob Marley ci sta sempre. Si sente meglio di prima, fai le magie o cosa?-
-Cosa. Ciao, io sono XXX-
-Max, il luciaio. FFF mi aveva detto che sei bravo.-
-A me hanno detto che qua le luci sono fighe.-
-Bah, qui si accontentano di poco’ ma dai, si, sono fighe.-
Ridiamo, tira fuori una scatoletta di metallo di cigarillos
-Cannetta?-
-Magari dopo, sono ancora in prova, non vorrei allargarmi’-
-Capisco, comunque vai easy: se non fai cazzate grosse, una volta che entri è difficile uscirne. E poi il capo è uno dei nostri’-
-Ricevuto. Grazie.-
-Figurati. A dopo-
-Cià-
22.30
Mentre dal commerciale vanno giù di rnb per scaldare l’ambiente, attacca il live.
Ci mettono dentro hard rock, metal, grunge, tutta roba tirata. Il sound è bello gonfio come piace a me, la gente apprezza, i ragazzi sul palco si divertono. Nel pubblico si assiepa un esercito di universitari fighetti e un’orgia di universitarie messe su da caccia grossa. Professionali si, ma qua non sai dove guardare’
Chiara è un’animale da palco fenomenale, si è messa su un abito rosso e nero lungo via di mezzo tra Nightwish e Evanescence che scopre più che coprire, anfibio, trucco deciso. Più di una volta rimango piantato con gli occhi su di lei e sul suo incontenibile seno, se ne accorge e ogni volta mi regala un sorriso al limite del malizioso.
24.00
Il live va liscio, saluti e attacca Dado dj all’alternative rock. La pista si svuota per riversarsi sulla zona commerciale, le ragazzine cominciano a fare i numeri, i ragazzotti un po’ si fanno vedere e un po’ fanno i sostenuti bevendo qualcosa ai tavolini.
Smonto rapido e libero tutto il mio in una mezz’ora, vado nell’altra pista. Il sound è buono, Max dalla consolle luci mi fa il pollice e un gesto come a dire che è una meraviglia, la pista è piena di figa e i baristi fanno fatica a stare dietro al casino.
Un paio di volte sento il dj che prova a dare manetta, ma il limiter non glielo consente.
I finali delle casse lavorano bene, rimango in dubbio se farmi vedere attivo con niente da fare o rilassarmi in un angolo. Via di mezzo: vado da Max e mi rilasso, guardando la figa che balla in pista.
1.30
-Guarda quella, minchia c’ha il culo che ci rompe le noci-
Rido. Max sembra Tutta la gnocca minuto per minuto’
-Cazzo, adesso a quella ci punto lo spot sulle tette’ voilà’ minchia si vede l’ombra dei capezzoli, c’ha voglia la troietta’ un pò di nebbia’ uh si, guarda come struscia il culetto, mi fa morire’ eh, ma ti imboschi col tipo li dietro, guarda che ti becco’ strobata e buio!-
Sembra un assatanato, ma fa il suo preciso come un orologio svizzero.
Nella bolgia dantesca vedo qualcosa di familiare.
-Piazzami lo spot su quelle tette li-
-Certo fratello-
Chiara si è cambiata, ha un abitino bianco legato attorno al collo, corto a metà coscia, aperto sulla schiena fino quasi all’attaccatura dello splendido culo, tacco alto e balla che ti toglie il fiato. Il seno è a malapena coperto, si vede la piega vicino all’ascella, quella meravigliosa pieghetta che adoro nelle donne. Palesemente senza reggiseno, la sua quarta è una sfida aperta alle leggi di gravità. Ha i capelli legati alti, collo da cigno, si è rifatta il trucco acqua e sapone a parte il rossetto infuocato.
-E bravo il fonico che gli piacciono le cantanti tettone’ Gran fica, quelle fanno male alla salute’-
-Bah, visto il periodo, mi sa che mi fanno più male alla vista che alla vita’-
-E’ una ruota che gira fratello, periodi di alluvione, periodi di siccità-
-Meteofiga.it-
-Ci sta-
-Ci sta.-
3.30
La serata lentamente va chiudendosi. Il capo manda Ana a pagarmi in anticipo, lei mi dice che sono piaciuto, sia al capo che a lei, aspetta cinque secondi a proseguire per vedere se ho imparato la lezione, non faccio battute cretine, è soddisfatta.
-Vuoi un consiglio? Raccogli di più facendo il tuo che sparando nel mucchio’-
-Scusa per prima, non volevo-
-A posto-
-Posso?-
-Certo-
Gli allungo due baci sulle guance.
-Grazie-
-Ah, lo sai i giorni che siamo aperti?-
-Certo.-
-Alle 16. Sii puntuale. La prossima serata ti facciamo trovare il contratto.-
Bè, bella storia. Con i soldi in più ci scappa finalmente di andare a vivere da solo’ devo fare un monumento a FFF’
Ritorno da Max
-Ho sentito che sei dei nostri-
-Mi sa che sono stato l’ultimo a saperlo-
-Funziona così, di solito. Festeggiamo!!-
Tira fuori due canne cicciotelle e me ne passa una
-Sarei ancora in servizio-
-Easy man, dopo le 3.30 siamo praticamente chiusi, solo non girare tra i tavoli con lo spino’-
Faccio che uscire nel parcheggio del locale, mi appoggio al muretto di fianco al furgone e apizzo il pezzo.
In quel momento escono ridendo Chiara e le sue amiche. Lei mi vede, si stacca dal gruppo e si avvicina. Fa la faccia birichina appena sente l’odore nell’aria. Si appoggia al muretto di fianco a me.
-Che fai, ti imboschi per non farla girare?-
-No, figurati, anzi, chi me l’ha data ne ha messa un botto, una mano è accetta-
Gli passo il joint, aspira, socchiude gli occhi e quasi tossisce
-Cazzo, ma c’è mezza produzione Jamaicana qua dentro-
-E’ più o meno quello che ho pensato io’ Hai una voce che spacca-
E anche il resto è da primo premio’
-Grazie, mi sentivo da dio, sei bravo-
-Faccio uscire quello che fate voi, se fate cagare non posso fare miracoli. Ma siete decisamente bravi. Il batterista tra gli altri è una bestia’-
-Già. Abbiamo qualche serata quest’estate, sarebbe figo venissi a darci una messa a punto’ ovviamente non possiamo coprirti d’oro’-
Se mi copri tu basta e avanza per tutto il tour’
-Mi basta lo spettacolo di vederti’ cantare-
-Di solito si ascolta cantare-
-Ho difficoltà a staccarti gli occhi di dosso-
-Lo prendo come un complimento’-
-Purtroppo per me è la triste realtà’ solitamente i tecnici non hanno molto successo con le ragazze da sogno’ mi accontenterò-
-Chi si accontenta gode poco’ e poi se non provi, non puoi sapere- sorriso storto malizioso
Mi alzo e mi metto in piedi di fronte a lei, sempre appoggiata al muretto con una mano e con l’altra a tenere il pezzo.
-Roba tipo: provo a baciarla e al peggio mi arriva una ginocchiata nelle palle?-
-No, be, al massimo uno schiaffo, la ginocchiata se mi tocchi il sedere contro il mio volere’-
-Io me la rischio-
Mi avvicino deciso e appoggio la mia bocca alla sua. E’ un bacio un pò tossico in effetti, ma le labbra si rivelano un ulteriore particolare perfetto, morbide e dolci. Provo a indagare timidamente con la lingua, che mi viene risucchiata nella bocca di lei. Le cingo i fianchi con la mano, e la attraggo a appoggiare il mio bacino in decollo al suo ventre. Lei mi mette le braccia al collo e appoggia le sue morbide tettone al mio petto. Sento i capezzoli indurirsi.
Mi stacco per non esagerare, e faccio la faccia come chi sta per ricevere uno schiaffo. Alza la mano come a darlo, ma si ferma e lo trasforma in un buffetto sulla guancia.
-Questo vuol dire che ti ho ingaggiato come fonico?-
-Bè, per quello ci vuole una proposta commerciale più seria’-
-Adesso forse esageri un pochino’-
-Sei mai stata a DDD?-
-?-
-Ho un amico che ha dei bungalow in riva al mare. Stasera ho avuto una bella notizia e pensavo di festeggiare andando la. Vieni con me.-
-Ma quando parti?-
-Adesso-
-Ma non ho niente-
-Hai tutto quel che serve. Ti offro due giorni di follia con uno sconosciuto-
Un lampo insano come la mia proposta le brilla negli splendidi occhi. Fa un ultimo tiro di canna, la butta spliffandola.
-Ci sto. Andiamo-
Sale sul furgone, raggiungo casa dei miei, prendo la macchina, lascio un biglietto ad avvisare della mia sparizione momentanea e partiamo.
Ho di fianco a me un angelo castano con le gambe accavallate, faccio fatica a guidare dritto. Un paio di volte devo correggere per la distrazione.
Prendo l’autostrada.
-Accosta a quella piazzola-
Mi fermo e la guardo interrogativo
-Ci voglio arrivare viva a DDD-
Allunga una mano verso i miei pantaloni, me li slaccia, li sfila e mi tira fuori l’uccello dalle mutande
-Magari così guiderai più rilassato-
Sembra un filmaccio porno, ma comunque mi godo un pompino da competizione. Chiara succhia da professionista, lo fa scivolare in fondo alla gola e da quella posizione deglutendo mi fa un massaggio alla cappella divino. Allungo una mano a strizzare una tetta, me la prende e mi accompagna il movimento. Sono così eccitato che in un paio di minuti sono al punto di non ritorno
-Chiara, io sto per’- e leggermente la spingo per accompagnare il distacco: l’ingoio fino ad allora solo su You porn per me.
Chiara si oppone e accelera, capisco e non mi trattengo: vengo in schizzate ripetute e lunghe, lei butta giù tutto senza nessun problema, lasciandomi il cazzo pulito e lucido di saliva.
-A posto-
La guardo in estasi. Ha un pò di sperma sull’ angolo della bocca
-Sei un pò sporca, aspetta- faccio per prendere il fazzoletto
Lei si passa un dito, raccoglie e se lo succhia come se fosse gelato alla crema.
-Possiamo andare-
5.30
Quaranta minuti di viaggio.
Ascoltiamo musica, parliamo e ridiamo come stupidi di cazzate.
Piazzola di sosta. Mi fermo. Mi guarda.
-Kiki-
-Cosa?-
-Posso essere schietto con te?-
-Sei gay?-
-No, voglio scoparti-
-Adesso?-
-Adesso-
Sorride come a dire ‘era l’ora che me lo chiedessi’
Passiamo sul sedile dietro, mi si mette a cavalcata.
-Aspetta che prendo’-
-Non serve’ riempimi-
-Agli ordini-
Scosta il tanga sotto l’abito bianco e mi fa scivolare dentro di lei. E’ perfetta, comincia a cavalcarmi e la sua figa mi calza come un guanto. Le slaccio la parte alta del vestito e comincio a succhiarle le grosse tette e i capezzoli rosa.
-Prima pensavo che se scopavi come cantavi ti avrei chiesto di fidanzarti con me’-
-Quindi?-
-Vuoi sposarmi?-
-Allora non canto male…-
-No, mi stai facendo morire, sei una dea, e io sono un ragazzo molto fortunato.-
-Bè, sono fortunata anche io’- comincia ad ansimare
-Perchè?-
-Era da un pò che non’ mi’ capitava’ questo’ oddio ‘cazzo’ godere-
Chiara, concentrata nel suo orgasmo, comincia un lavoro di contrazioni della figa che mi coglie impreparato.
-Non è semplice’ resisterti’ cazzo, così mi fai venire-
-Vieni con me, riempimi-
-Eccolo, eccolo, aaaaahhhh-
-Godooooo-
Ci fermiamo a sentire le reciproche pulsazioni, fronte contro fronte. Fa caldo e siamo appiccicati l’uno all’altro dal sudore, la macchina è impregnata di odore di sesso, e ho tra le braccia lo splendore post orgasmico di una ninfa.
Ritorniamo sui sedili davanti.
Con nonchalance sussurra stiracchiando la schiena a braccia alzate
-Non vedo l’ora di stare un pò più comoda’ ho voglia di mangiarti-
Accendo la macchina, sorrido storto, metto la prima e parto sgommando.
Tengo i 160 di media e in un’ora siamo arrivati.
6.40
Entriamo in camera, buttiamo i vestiti in un angolo e ci lanciamo sotto la doccia.
La appoggio schiena al muro, le allargo le gambe e comincio a masturbarle le grandi labbra.
Lei afferra il mio cazzo e mentre mi massaggia le palle, comincia una sega da primo premio, stimolandomi il filetto con il pollice.
La doccia calda comincia a riempire di vapore il bagno, manca l’aria, decido di darci dentro perchè voglio finalmente sbatterla sul letto. Infilo due dita in fica e comincio a masturbarla allo stesso ritmo della sua sega.
-Vengo-
-Anch’io-
Ci baciamo esplorando le nostre bocche con la lingua. Schizzi di sperma colpiscono Chiara sulle tette, e vengono subito lavati dal getto della doccia, mentre lei si contrae per non piegarsi sotto la spinta del suo orgasmo. Continua a massaggiarmi le palle finchè non restano solo spasimi asciutti.
Senza asciugarci ci buttiamo sul letto, lei riprende in mano il mio cazzo che in preda all’eccitazione non si decide a sgonfiarsi.
-Sei un animale, è ancora duro-
-Ancora non hai visto niente-
Faccio il sostenuto, ho intenzioni veramente maniache nei confronti di Chiara. La mia mente elabora immagini hardcore, ma temo di spingermi troppo oltre, praticamente non la conosco’ E’ anche vero che è meglio non dare tutto subito, ma lei è troppo tutto per me’ Voglio godermela ora’
-Girati-
La faccio mettere a pecorina. Punto la cappella sullo spacco e comincio a penetrarla spingendo piano, per farle sentire ogni millimetro del mio uccello
-Mmmmm, siii- geme, apprezza.
Comincio a scavare muovendo i fianchi, per esplorare i punti più sensibili. Ne trovo un paio.
Mi concentro su uno leggermente spostato sulla sinistra.
-Cazzo, ma c’hai il radar? Mi fai morire, non smettere-
Prendo una sua mano, e la accompagno sul monte di venere, poi scivolo a toccarle le dita e la guido a masturbarsi il clitoride.
-Sei un maiale-
Mi gioco il trash talking
-Non mi sembra che a te dispiaccia, vero puttanella? O sei solo una troietta che se la tira?-
Sento una scossa nella sua vagina. Si sta bagnando alla grande. Ti piace essere trattata male? Ti sistemo io’
-Troietta un cazzo, ti svuoto come un tubetto di dentrificio’-
-Zitta e godi, zoccola. Prima che io abbia finito ti faccio svenire di orgasmi-
-Mmmmm, guarda che quel che dici devi fare, sennò mi deludi-
-Tu un cazzo come il mio non l’hai ancora preso, e adesso ti sfondo-
Approfitto dell’abbondante lubrificazione per inserire il pollice in figa a lato del mio pene, è un giochino che ho provato un paio di volte, di solito mi fermano perchè faccio male, ma la situazione è rovente e ci sta.
-Cazzo, cosa fai, mi spacchi, oddio-
-Non rompere i coglioni, lo so che ti piace’-
-Si cazzo, si mi piace, cazzo-
-Dillo che sei una troia- aumento il ritmo con l’uccello
-Siii’ sono una troia’. vengooo vengoooo vengoooo’-
Spingo con il dito per aprirla nel momento dell’orgasmo, e urla tutta la sua voglia.
-Oddio mi ammazzi, sei un porco’-
-Qua davanti sei un lago’ sarei io il porco, vero?-
-Fanculo, mi hai spaccato-
Voglio il suo culo
-E adesso ti faccio il buchino-
-A secco no, ce l’hai troppo grosso.-
-Tu non ti preoccupare-
-Fai piano-
-Faccio piano-
In mancanza di un lubrificante, lo faccio produrre a lei. Mentre risalgo a pomiciarla stropicciandogli le tette con una mano, la masturbo prima con uno, poi con due, fino a arrivare a quattro dita. La sua figa gronda umori, quando ho la mano fradicia inserisco un dito nel buchino per lubrificarlo. Per sicurezza lo voglio inumidire bene, ci vado giù pesante.
-Sai cosa sto facendo, puttana? Sto usando la roba che ti esce dalla figa per spaccarti il culo. E ti conviene farne parecchia, troia, perchè non ho tanta pazienza, e te lo sfonderei anche asciutto. Ti faccio scoppiare la rondella, puttanella’-
-Sei un porco, sei un bastardooooooo-
Spurga almeno tre volte, è una cazzo di macchina da orgasmi e non sembra cedere di un passo.
Quando ormai il buchino è dilatato abbastanza da far entrare tre dita, la posiziono faccia schiacciata alla testiera del letto, e lentamente entro. Lei da brava zozza allarga le chiappe per facilitarmi il compito. Faccio un pò di fatica, ma con quattro spinte arrivo a sbattere le palle all’entrata della figa.
-Fai piano cazzo, pianoooo-
Comincio a stantuffare con calma, seguo il suo ritmo.
-Così, mmmmhhh, sei bravo-
Metto tre dita nella figa, e comincio a masturbarla a una velocità crescente. Comincia a vibrare come in preda alle convulsioni.
-Ooooohh, dio, cosa mi fai, muoio, aaaahhhhh, sono piena, cazzo sembra di scopare con due cazzoni dentro, merdaaaa, così, di più, dammelo tutto, dai riempimi in culo, caaaazzzzoooo, muoio, fammi sentire gli schizzi, dai bastardo, ti svuoto le palle, RIEMPIMI IL CULO-
-Sei uno sborratoio, puttana, ti ammazzo di cazzo, hai capito? Ti sfondo il culo e ti slabbro la figa.-
Non faccio gare, quindi non ho idea della quantità di orgasmi di Chiara, io però comincio a essere al capolinea, e sento avvicinarsi quella che temo essere l’ultima sborrata della serata, o meglio, della mattina.
-Ora ti riempio la pancia di sborra, hai capito, troia? Ti riempio il culo, eccolo, vengo, aaaaaaahhhh-
-Si, cazzo, spingi che godo anche io, spingi cosìììììììì… godoooooo-
Scarico tutto quello che mi rimane nel culo di Chiara. La stanza ha l’odore di una notte di sesso fatto come si deve, quell’odore quasi fastidioso che piace solo a chi ha partecipato alla sua creazione.
9.00
Sfilo il cazzo in ammosciamento dal culo di Chiara, lei si gira con gli occhi che ancora emanano lampi
-Sei un maledetto bastardo, io non sono così, cosa cazzo mi hai fatto fumare?-
-Niente che non abbia fumato anche io, e io SONO COSì-
-Credo di amarti, allora-
Sorrido
-Io ho voglia di stare con te, adesso. E se ci penso, ho voglia di stare con te anche domani. Voglio viverti un giorno alla volta, altrimenti ho paura di perdermi qualcosa. Ne ho bisogno.-
Ma guarda che cazzate romantiche che ti escono dopo una gran scopata con una figa’
Mi osserva cercando qualcosa nei miei occhi. Evidentemente lo trova, perchè si lancia tra le mie braccia baciandomi come può farlo probabilmente solo una ragazza innamorata.
-Ora rimane il problema di dirlo al mio fidanzato’-
Scoppio a ridere. Cominciamo proprio bene’
-Io ho un problema più importante-
-Quale?-
-Ho fame. C’è una pasticceria qua vicino: torta fragole e panna, champagne a letto e secondo tempo?-
-Yeah!!!-
10.00
Esco e in quindici minuti ritorno con una torta da mezzo chilo e una boccia di Moet.
Lei si è rifatta la doccia e mi aspetta nuda sul letto.
Posiziono la torta aprendola al centro del letto e stappo la bottiglia.
Mi guarda interrogativa
-Ma cucchiai e bicchieri?-
-Non servono-
Affondo quattro dita nella panna, la prendo e la spalmo abbondante sui seni di Chiara, e mi servo. Mentre la ripulisco con la lingua, prende la bottiglia, ne beve una lunga sorsata, poi lo lascia colare dai lati della bocca. Lo champagne si convoglia in mezzo ai seni, e bevo come un assetato nel deserto.
Chiara prende un grosso pezzo di torta, se lo mette in bocca, si piega tra le mie gambe e comincia a succhiarmi il cazzo con la bocca piena. E’ una cosa più strana che erotica, e ci viene da ridere.
Finisce a torte in faccia e spruzzate di champagne a rincorrerci per la stanza nudi, e godo nel pensare che quel meraviglioso culo e quelle splendide tette almeno fino a domani saranno ancora mie’
Ci assopiamo abbracciati sporchi e sorridenti.
14.00
Apro gli occhi e guardo il soffitto. Ci metto un paio di secondi a capire dove mi trovo, poi guardo il corpo nudo e sporco di panna e champagne al mio fianco e dubito che quello che vedo sia reale.
-Ti va di giocare a Pretty Woman?-
Kiki si stiracchia e il suo seno dondola provocante. Lo mangerei. Mi sorride ancora impastata dal sonno.
-Cioè?-
-Voglio che vai in centro a fare shopping. Ti do la Visa e ti aspetto qui. Quando torni, voglio che mi fai la sfilata, scelgo quello che indosserai. Stasera ti porto a ballare al ZZZ-
-Un attimo, QUEL ZZZ?-
-Già. Se lo conosci, sai già cosa comprare’
-Tu sei matto, posso fotterti tutti i soldi in sette minuti se mi impegno’-
-Bè, non sono un milionario, a un certo punto la carta finisce il suo plafond’ però non voglio dirti quanto, così so che sceglierai solo quello che ti piace veramente.-
Mi guarda con un sorriso trasognato e dubbioso
-Tre regole-
-Ok-
-Solo minigonne-
-Ok-
-Solo tacchi alti-
-Nessun problema-
-Niente lingerie-
-E perchè?-
-Perchè non serve’ per quello che ho intenzione di fare, è solo di impiccio- sorriso demoniaco
Chiara mi guarda storto.
-Non è che sei un maniaco pervertito e mi porti nei privè a scopare coi vecchi?-
-Il pensiero di vederti scopata da un altro è un calcio nel basso ventre’ è che sei così bella che vorrei corteggiarti un pò’ e so già che sceglierai cose che mi faranno uscire di testa.-
Mi sorride tenera
-Ma dove eri fino a ieri? Andata-
-Fai veloce, mi sta già venendo la gelosia a saperti in giro da sola’-
-Non mettermi fretta, quando mi ricapita?-
Chiara si butta sotto la doccia, cerca di risistemare il vestito della sera prima maltrattato dalle nostre session, esce.
Mi do una sciacquata anche io e mi rimetto a dormire.
16.30
Faccio un salto alla reception
-Ciao Cris-
-XXX, finalmente sei venuto a trovarmi, è da tre anni che dici che vieni e non vieni mai-
-Eddai, non farmelo pesare, lo sai che lavoro in continuazione, e ancor grazie che è così… tu cosa mi dici?-
-Solite cose, inizio stagione fiacco ma parecchie prenotazioni.-
-Tutto ok con tua moglie?-
-Sisi, Elisa sta bene, stiamo ragionando su avere un figlio, ma con il lavoro è un pasticcio…-
-Capisco-
-A proposito di donne…-
-Si, ho fatto un pò di casino, scusa-
-Bro, hai fatto le olimpiadi del casino…-
-E non hai visto ancora come ti ho ridotto la stanza…-
-Bah, quelli delle pulizie li pago anche troppo, per una volta che lavorano…-
Sorrido storto. Prende due birre, le apre e me ne passa una.
-Thx-
-L’ho vista di sfuggita prima che usciva, sembra una gran figa. Da quanto ci stai insieme?-
-In realtà non ci sto insieme, l’ho conosciuta ieri in un posto dove ho iniziato a lavorare. E’ pure fidanzata…-
Cris quasi si strangola con la birra e prorompe in una fragorosa risata tossendo.
-Ti consiglierei di sbattertela e di rimandarla al mittente…-
-Ho paura che sia già troppo tardi-
-Occhio che una gran scopata rimane una gran scopata. Poi c’è tutto il resto, e solitamente è meno piacevole-
-E’ che non voglio relazioni, ma mi fa diventare matto-
-Eh, ho sentito, e a orecchio la cosa è reciproca…-
-Ascolta, hai ancora quell’amico al ZZZ?-
-Minchia, vuoi fare lo splendido?-
-Dai, smettila di pigliarmi per il culo…-
-Ok. Si, tra l’altro è diventato coproprietario. E’ un pò sceso di livello ma rimane un posto figo con un gran nome. Cosa gli chiedo?-
-Fammi fare bella figura…-
-Quanto hai da spendere?-
-Ti direi un ”’-
-Mh, sevizio completo allora. Cena e tavolo prive disco con boccia. Preferenze?-
-Mah, io birra e Jack, lei non lo so. Ti direi un Grey Goose, ma magari va bene anche un Pampero. Decido poi là. Per le 21-
-Vuoi gli optional?-
-A richiesta-
-Ti chiamo più tardi e ti faccio sapere-
-Meglio un sms- gli faccio l’occhiolino
Lo lascio finire la sua birra e ritorno in camera a aspettare Kiki
17.30
-Amore sono a casa!-
Il tono da ritorno dal supermercato è scherzoso, niente mette più di buon umore di un pomeriggio di shopping…
Ha una quantità di sacchetti e sacchettini considerevole, e indossa uno dei suoi acquisti: un semplice tubino blu con spalline e cerniera frontale, gonna a mezza coscia, scarpa in tinta con plateau e tacco 12. La cerniera è aperta fino al petto, a mettere in mostra la piega centrale dei seni, e fa fatica a contenere quella meraviglia. Deve essere passata anche da un parrucchiere, perchè è perfetta.
-Sono felice di vederti…-
-Quando vedrai il conto sarai meno felice-
-Allora non farmici pensare…- la bacio stringendola a me, è profumata e bellissima, toglie il fiato.
Mi spinge verso il letto e mi fa sedere sul bordo, guardandomi negli occhi prende la mia mano e mi fa risalire in mezzo alle sue gambe, fino a che non raggiungo le labbra della figa con l’indice. Niente sotto, come richiesto.
-C’erano tante cose carine nei negozi di intimo, peccato che non posso metterle…-
Le comincio a massaggiare la figa, si bagna immediatamente. Geme.
-Fosse per me ti farei stare nuda, è il vestito che ti sta meglio…-
-Ma così mi vedrebbero tutti- sussurra porcellina
-Per questo ti ho mandato a fare shopping, non volevo portarti qui e tenerti chiusa in una camera-
Insinuo il pollice nel suo nido rovente e pulsante. Comincia a tremare leggermente sui tacchi alti, socchiude gli occhi
-Oooooh…. aspetta…-
-Cosa?-
-E la… sfilata?-
-Abbiamo cena alle 21, c’è tutto il tempo-
Infilo tre dita nella figa e comincio a masturbarla sempre più velocemente
-No dai, volevo… farti… vedere le cose che ho… comprato-
-Se vuoi smetto…-
-No… non voglio…-
Appoggia le mani alle mie spalle per non perdere l’equilibrio, mi guarda con gli occhi scuri umidi di voglia
-…mmmmh si, mi fai godere…. sei un porco…-
Uso anche l’altra mano, mentre con due dita allargo le labbra della figa, infilo tre dita a cuneo aumentando la dilatazione
-…Vengooooooo…-
Mi pianta le unghie curate nelle spalle fino a farmi sanguinare. Rimane a malapena in piedi di fronte a me.
Un minuto per riprendersi, mentre rallento la masturbazione fino a fermarmi sugli ultimi spasmi. Inspira forte e sorride stordita
-Cosa mi hai fatto?-
-Perchè?-
-Mi fai sentire porca… mi fai fare cose che non avrei mai fatto fino a ieri…-
-Forse fino a ieri non eri tu…-
-Oddio, ma ti ho fatto sanguinare la schiena-
-Non ti preoccupare… la sfilata?-
-Fanculo la sfilata, adesso mi hai fatto venire voglia di scopare…-
-Agli ordini-
Apro la zip dell’abito e libero le tette dalla costrizione: esplodono davanti ai miei occhi in tutto il loro splendore.
Mi spinge e mi fa sdraiare al centro del letto, senza togliersi i tacchi sale in piedi sul materasso. Si mette a gambe larghe sopra il mio viso, e mi godo la visione della sua figa ancora brillante degli umori post orgasmici. Lentamente si accuccia mettendomela davanti alla faccia, posando il culo tonico sul mio petto. Comincio un lavoro di mani e lingua lento e minuzioso, ha un sapore salato e nonostante le docce sento il mio odore nel suo intimo.
Apprezza il ritmo, reclinando la schiena comincia a segarmi contromano, lavorando abile sulla cappella e sul filetto.
-Sei un porco vizioso-
-Guarda che sei tu la vogliosa, puttanella. E da come mi seghi, ne hai maneggiati parecchi di cazzi-
-Sei tu che mi fai fare la troia-
-La mia troia?-
-La tua troia.- Comincia già ad ansimare sotto il mio trattamento
-Ti piace il mio cazzo?-
-Siii-
-Dillo, troia-
-Mi piace… il tuo… cazzo-
Smette con il lavoro di mano e ruotiamo in sessantanove, io riprendo il mio lavoro di mani e bocca mentre lei si mette il cazzo fra le tettone e comincia una spagnola alternata a risucchi sulla cappella. Sono morbide, strette intorno al pene sembrano il massaggio di una nuvola. Bastano pochi minuti di trattamento per arrivare sull’orlo dell’orgasmo. La interrompo, la faccio rimanere a quattro zampe e la prendo da dietro.
Va bene la passione, va bene il trash talking, ma la posizione mi prende bene, impugno il seno di Chiara e comincio a spingere lentamente nella profondità della sua figa.
Le rialzo il busto e rimaniamo così, il mio petto contro la sua schiena, il suo sedere sulle mie cosce e il cazzo dentro di lei che contrae gentilmente le pareti per farmelo sentire. Sento il suo respiro, lo sincronizzo con il mio. Le mie mani sono piene, titillo i capezzoli che diventano turgidi.
E’ la prima volta “dolce” con lei. E’ bellissimo. Si passa le mani tra i lunghi capelli castani, li sposta di lato e appoggia la tempia sinistra al mio collo. Il profumo della messa in piega mi inebria, e’ un momento da campane e cori d’angeli. E mi scappa “quella” frase.
-Ti amo-
Le mie parole hanno su Chiara l’effetto di una scossa elettrica. Il seno diventa più sodo, il mio cazzo viene stretto con forza, il respiro si interrompe e il cuore le salta un battito.
-Ti amo anch’io-
COGLIONE
Meno di un giorno di scopate e ti fai prendere come uno studentello…
COGLIONE
Le mani per accarezzarsi, gli organi sessuali per possedersi…
COGLIONE
I gemiti in sincronia, movimenti lunghi e poco a poco più rapidi…
COGLIONE
Lunghe contrazioni vaginali e schizzi di sperma nella sua profondità…
XXX, SEI UN COGLIONE
L’orgasmo ha l’effetto del crollo della torre di Babele. Capitoliamo sul letto, il mio pene scivola fuori e un rivolo di umori misti cola sulla mia coscia e si allarga sul materasso. Rimaniamo abbracciati sul letto per mezz’ora, accarezzandoci leggermente, ascoltando il respiro dell’altro, confusi, senza dire una parola, perchè tanto non ci capiremmo.
Nel frattempo arriva il messaggio di Cris.
Stasera si esce.
20.00
-Stavi scherzando?-
Chiara si ripassa il rossetto fuoco allo specchio del bagno. Alla fine la mia scelta è andata a finire su un eccitante abitino nero con una profonda apertura sulla schiena fino ad altezza attaccatura glutei, mentre davanti lo scollo si ammorbidisce e arrotonda, arrivando a coprire a malapena il seno sopra i capezzoli. La gonna arriva a stento sotto la curva del sedere. Tacco quindici nero con plateau.
E’ un’istigazione al sesso.
-Scherzavi o no?- Ha uno sguardo indagatore e indecifrabile, non mi fa capire che risposta vorrebbe sentirsi dire, mi tocca essere sincero, rischiando probabilmente di rovinare tutto. Pondero.
-No. Se l’ho detto è perchè dovevo dirlo. E ti assicuro che non lo dico spesso…-
Mi si mette davanti, ha un atteggiamento imperativo, quasi di sfida.
-Ci conosciamo da poco più di 24 ore. Credo che tu non sia credibile… e non sai niente di me.-
-La cosa è reciproca-
-Mi hai proposto una follia, io ho accettato. Cosa cazzo c’entra l’amore?-
-Sbaglio o hai detto che mi amavi anche tu?-
-Cosa ho detto io non ti frega un cazzo. Voglio capire se TU mi stai prendendo per il culo.-
-Cosa vuoi sapere, di preciso?-
-MI STAI PIGLIANDO PER IL CULO?-
Sono spiazzato. Chiara è incazzata quasi alle lacrime, due grosse gocce lasciano altrettante righe di rimmel sulle sue stupende guance. Non riesco a uscirne senza mettere giù l’artiglieria pesante.
-Quando canti It’s a long way degli AcDc strizzi gli occhi su “It” e ti vengono due adorabili fossette ai lati della bocca sul “Way”. Sulla “s” di “It’s” metti la lingua così, sei tenera da morire. Sul “long” forse fai uscire troppa aria, ma lo trovo arrapante da svenire. Non riesco a non notare ogni diavolo di cosa che fai, non riesco a non guardarti, e se ti guardo non riesco a non desiderarti. Ma come cazzo è possibile che tu abbia un fidanzato che non ti dia tutto quello che tu voglia? Com’è possibile che tu sia qui con me? Mi fa incazzare, dopo 24 ore non riesco a pensare come potrebbe essere tra due giorni senza te. Anzi, ci riesco. Sarà triste e vuoto. Punto. Io non so un cazzo di te, magari odio il 90% di quello che sei in realtà. Ma quello che so di te fino ad ora mi piace al 100%, ed è probabile che basti ad annullare qualsiasi altra cosa negativa.-
Per sparare ho sparato, vediamo l’effetto che fa.
-Io non ti amo- sguardo arrabbiato
Fanculo
-Neanche io-
-Figlio di puttana-
-Stronza-
-Pezzo di merda puttaniere-
-Puttanella di strada-
-Porco maniaco bastardo-
-Troia prendicazzi-
-Coglione-
-Stupida-
-Scemo-
-Sciocchina-
-Stupidotto-
-Ho fame-
-Anche io-
-Sei splendida-
-Tu no. C’è un paio di jeans e una maglia decente per te nei sacchetti di la. Mettili e andiamo.-
21.00
Lo ZZZ.
Terrazza sul mare con tre piste da ballo. Roba di classe. Ci sediamo al tavolo, Chiara viene mangiata viva dagli occhi di ogni essere maschile presente nel locale, e nel suo atteggiamento si nota come non faccia nulla per evitarlo.
Vuoi giocare, stronzetta? Giochiamo.
Mi viene a salutare il co-proprietario amico di Cris, mi tratta tipo “mi casa es tu casa”, mi porta una boccia di benvenuto e si gusta una mangiata di figa con gli occhi su Chiara, che apprezza sorridendo maliziosa e sporgendo le tette inarcando la schiena.
Guardo il personale al servizio e individuo la cameriera più carina, più o meno 1,65 con un notevole paio di poppe sotto la divisa. Chiedo nell’orecchio del tipo se è possibile averla al mio tavolo e gli allungo un cinquanta da fargli recapitare di mancia.
In un minuto arriva con uno splendido sorriso. La faccio ridere con un paio di battute azzeccate, prende gli ordini e prima che se ne vada gli faccio un occhiolino a cui risponde con un sorriso malizioso. Tutto ciò senza che nessuno consideri Chiara.
-Dobbiamo andare avanti a lungo a farci i dispettucci?-
-Sei uno stronzo, hai fatto il cretino con la cameriera…-
-Oh, certo, e ho buone probabilità di avere anche il suo numero di telefono, se glielo chiedo. Domani è domani, stasera sei roba mia, vedi di non dimenticarlo.-
Alza il mento e mi guarda a occhi socchiusi con un ghigno tra lo strafottente e il soddisfatto.
Sento un piede che si appoggia al bordo della mia sedia e un plateau che si struscia sul mio pacco, e già quello basta a scatenare un’erezione furiosa.
Prendo il bicchiere:
-Alla notte da non dimenticare-
-Puoi giurarci che non la dimenticherai-
23.00
Sushi e sashimi, ostriche, calamari e dolce cioccolato panna e fragole, caffè. Ammetto che la cucina vale il prezzo. Il contesto è figo, vista sul mare con luna quasi piena, mi partirebbero pensieri esistenziali se solo avessi intenzione di togliere mente e occhi da Chiara: ma non ne ho intenzione.
Dopo la seconda portata la cameriera si imbroncia un pò perchè non la considero più, e Kiki da stronza le lancia un paio di occhiate da “lui è mio, vai pure a lavare i cessi” che la smaterializzano.
Un mojito e un jack e ci mettiamo sui divanetti della pista commerciale a strapiombo sul mare.
Il ristorante è quasi pieno, ma il posto è enorme e finchè non aprono per la disco sembra deserto.
-Mi piace la roba che mi hai preso, i pantaloni magari una misura in più ci stava…-
-Si, stai bene- si mette la cannuccia in bocca e aspira con un risucchio anche eccessivo, guardandomi negli occhi. Comincio a lievitare nel basso ventre.
-Tu sei stupenda, ma lo saresti anche in tuta, immagino-
-Grazie-
Fa scivolare una gamba sopra la mia, in una posizione che fa salire la gonna verso l’inguine. Se solo qualcuno fosse seduto di fronte potrebbe apprezzare ogni singola piega delle grandi labbra di Kiki. Infilo un mano tra le cosce e raggiungo la figa. E’ fradicia.
Faccio un cenno a un cameriere
-Ho un tavolo al privè. XXX-
-Si, mi segua-
I privè dello ZZZ sono effettivamente tali: divanetti con tavolino centrale, tappeti, una tenda spessa in entrata, e la libertà non scritta di farci quello che diavolo vuoi. Sulla tenda c’è una catenella per chiudere le falde: se la agganci vuol dire a tutti che non vuoi essere disturbato. Questo lo so io, ma non Kiki.
Entriamo, il cameriere mi chiede quale boccia, faccio decidere a lei
-Vodka-
-Grey Goose, grazie-
Il cameriere esce, ancora da in piedi Chiara si avvicina, mi fa scivolare le mani intorno alla vita e mi bacia infilandomi la lingua fino in gola. Con il bacino fa un lieve movimento sinistra destra che fa prorompere un’erezione resa evidentissima dai jeans stretti.
La stronzetta deve avere pensato anche a quello scegliendo la taglia…
Entra il cameriere con la boccia, interrompiamo la pomiciata, Chiara si siede con eleganza per non concedere la visione all’estraneo che comunque apprezza già a sufficienza, allungo un venti, tiro le tende e aggancio la catenella.
Chiara si è seduta, ha lo sguardo fiammeggiante, forse per lo stile Billionaire, il posto, il cibo, è palesemente eccitata, e nella mia mente ripartono le immagini hardcore. Inizio senza tanti complimenti.
-Adesso me lo succhi, puttanella-
Si inumidisce le labbra e sorride maiala.
-E se entra il cameriere?-
-Gli facciamo vedere come ci si diverte…-
Mi accosto, allarga le gambe per farmi avvicinare il bacino al volto, la gonna sale abbastanza da farmi vedere le labbra della figa brillanti di voglia. Mi apre i pantaloni.
-Sei un porco-
-Zitta e succhia, troia-
Imbocca il mio cazzo e comincia a aspirare da far male, lo manda giù nella gola per poi lavorare la punta con la deglutizione, lo sfila e lavora la cappella alternando colpi di lingua morbidi e duri.
Faccio scivolare le spalline del vestito e le meravigliose tette fioriscono da sotto il tessuto nero. I capezzoli sono chiodi da appenderci quadri.
Le prendo una mano e la accompagno al clitoride.
-Pohrcoh- mi dice senza togliersi il cazzo dalla bocca.
Sempre a gambe spalancate comincio a masturbarla con la sua mano, per poi lasciarla continuare da sola.
Il respiro diventa progressivamente più affannato, e il suo meraviglioso seno ha un movimento su-giù eroticamente ipnotico.
Senza avvisarla prorompo in schizzate lunghe e dense, lei mi guarda dal basso socchiudendo gli occhi a ogni spruzzo di sperma che le inonda la bocca. Il cazzo si ammoscia e lo sfila dalla bocca. Due piccoli colpi di tosse.
-Sei un bastardo, e se non avessi voluto ingoiare?-
-Potevi farti schizzare il vestito e andare in giro con strisciate di sperma come una puttana…-
Mi guarda spaesata: forse ci sto andando giù troppo pesante, ma in fondo non me ne fotte nulla.
Rimetto il cazzo nei pantaloni, mi chino, le prendo le caviglie facendola sdraiare sulla seduta del divano e incuneo la mia faccia tra le sue gambe, alzandole la gonna fino alla vita: ha un sapore dolce e intenso come un mercato arabo delle spezie, e mi ci perdo cercando di assecondare il mio lavoro di lingua ai suoi movimenti guida.
-Oddio, mi fai morire-
Alzo lo sguardo e vedo che ogni tanto butta un occhio alle tende, temendo che si aprano per far entrare qualcuno, scoprendola spalancata con la mia testa tra le gambe.
E’ esattamente quello che speravo: il pensiero dell’imbarazzo è un eccitante fantastico, e lo sto usando per poter governare la mia principessa a piacimento
-Mi fai godere, oddio, si, cazzo, ancora, ancora-
Allungo le mani a abbrancare le tettone, strizzandole con forza e stringendo i capezzoli fra indice e medio.
-AAAAAAhhhhhh, siiiiiiii, gooodoooooooooooohhhhhhhhhh-
Si allarga una pozza sul divanetto, non è una squirtata ma è comunque una fuoriuscita di umori impressionante, che la lasciano spossata e ansimante, aperta in maniera che si potrebbe definire oscena se non la trovassi divina…
-Sei matto, se entra qualcuno…-
-Gli offriresti lo spettacolo più bello della sua vita-
Metto ghiaccio e vodka in un bicchiere, mi accosto a lei e la faccio bere: inclino troppo il bicchiere apposta per farle colare il liquido freddo sul petto.
Contrae gli addominali gemendo e i capezzoli si induriscono. La pulisco con la lingua, e la aiuto a ricomporsi.
-Meno male che almeno il vestito non si è macchiato-
-Tesoro, non è salito da solo: ma ti assicuro che quando uscirai da qui sapranno tutti cosa è successo…-
Sguardo preoccupato.
-Cosa hai in mente?
-Ti fidi di me?-
-No-
-Fai bene-
0.30
Il volume della musica è salito, probabile abbiano aperto le porte della discoteca.
Apro la tenda sganciando la catenella, mentre Chiara si risistema il trucco
-Andiamo a ballare-
Si sta riempiendo rapidamente. La strada costiera che passa a lato del locale ha già una colonna di macchine parcheggiate a cazzo di almeno due chilometri, e altrettante di macchine in coda che cercano di inventarsi un posto dove sbattere il mezzo.
Faccio fatica a mantenere la concentrazione su Chiara, non per altro per l’altissima qualità della figa del locale: range di età tra i 25 e i 40, e a fatica se ne vede qualcuna brutta. La mia compagna è sicuramente messa in alto nella classifica generale, ma ce ne sono quattro o cinque fuori categoria, e un paio vedendomi uscire dal privè hanno lanciato sorrisi indagatori incrociando lo sguardo. Subodorando il pericolo, Chiara mi tira di forza in mezzo alla pista e comincia a ballare usandomi come un palo della lap dance. L’rnb che gira in quel momento si presta a numeri d’alta scuola: appoggiandosi con la schiena al mio petto comincia un lavoro di struscio irresistibile, spostando i capelli da sinistra a destra mi fa respirare il meraviglioso profumo misto sesso. Mi prende le mani e le accompagna sotto il seno, per farmi apprezzare il movimento naturale che accompagna il ballo
-Se volevi segnare il territorio ci stai riuscendo alla grande-
-Non si può neanche ballare, ora?-
-Guarda che se ti strusci così mi fai impazzire, e non solo me- con la testa accenno ai maschietti allupati che si sono messi a cerchio intorno a noi-
Sguardo da puttanella
-Non mi sembrava ti facessi tanti problemi, prima-
E ci credo, con la catenella non entra nessuno…
-Bè, tra un pò riescono a vederti anche le tonsille da sotto…-
-Cosa fai, il geloso? Non vuoi offrirgli “lo spettacolo più bello della loro vita”?-
La faccio girare e gli metto le mani aperte sul culo e stringo forte, seguendola nei movimenti di bacino come una scopata da vestiti.
-Offro a chi voglio io, troietta. Tu stanotte sei roba mia-
-Guarda che nessuno ti ha dato l’esclusiva-
-Cos’è, hai voglia di assaggiare altri gusti?-
-Chissà, magari qualcuno di questi fighetti scopa meglio di te…-
-Non mi sembrava fossi sessualmente insoddisfatta, oggi-
-Ah no?-
-Mi stai provocando?-
-Magari giusto un pò… è proibito?-
La pista comincia a essere strapiena, il posto è bello grosso ed è difficile avere punti di riferimento, soprattutto per raggiungere i privè. I maschietti allupati schiacciati dalla ressa sono a pochi centimetri da noi, e qualche strusciata di culo se la sono sicuramente già gustata.
Faccio lo stronzo, approfitto di una sua distrazione e mi allontano confondendomi nella folla. Chiara si gira, non mi vede e comincia a cercarmi, nella confusione e nella preoccupazione di trovarsi sola, vestita di pochi centimetri di stoffa senza nemmeno un paio di mutande in mezzo a decine di maschi che la guardano come carne da macello.
Raggiungo il privè, mi verso da bere e mi metto in bastarda attesa: se vuoi fare la troietta, pagane le conseguenze…
Passano quindici minuti e si scostano le tende: entra Chiara furiosa accompagnata dalla cameriera a cui avevo allungato il cinquanta di mancia a cena, che fa fatica a nascondere un ghigno malefico che ricambio. Ho il flash di una bella orgetta a tre, la tipa sembra predisposta, ma stasera la vedo veramente dura proporla a Chiara, e comunque ne ho d’avanzo con lei…
Faccio un cenno con il dito alla cameriera, che capisce e mette la catenella, mentre Chiara rimane in piedi di fronte a me sbuffando con il naso come una locomotiva rabbiosa.
-Brutto figlio di puttana, a che cazzo di gioco giochi?-
-Sei roba mia, te l’ho detto, se fai la troietta ne paghi le conseguenze-
-Mi hai lasciato in mezzo a dei bastardi che mi hanno messo le mani dappertutto. Uno mi ha quasi infilato un dito nella figa, sei contento?-
-E non ti è piaciuto?-
-No stronzo, mi ha fatto vomitare-
-Potevi anche andartene con uno di loro, magari scopava meglio di me, ma sei tornata qui-
-Sei una merda-
Mi alzo, mi metto di fronte a lei a portata di schiaffo: in fondo ho esagerato, me lo merito. Mi guarda negli occhi con il seno che ancora va su e giù per il nervoso.
-No, sono ciò che vuoi ora. Altrimenti non tornavi.-
-Sei un bastardo-
Appoggia il piede al tavolino basso e lo fa cappottare con tutto quello che c’era sopra
-Sei un fottuto bastardo-
Mi salta addosso e mi bacia con rabbia, scopandomi la gola con la lingua. Cadiamo su un divanetto, con la stessa rabbia del bacio mi estrae il cazzo e se lo infiga, comincia a cavalcarmi come una indemoniata
-Figlio di puttana, pezzo di merda, stronzo, stronzo, stronzo, stronzo…-
Chiara mi sta scopando con le lacrime agli occhi. Gli sfilo il vestito e osservo la straniante scena di una dea nuda che piange godendo.
-Sei una merda, bastardo, bastardo, bastardooooooooooooohhhhhhhh-
In preda all’orgasmo rallenta il ritmo fino a fermarsi singhiozzante con il volto sulla mia spalla. Per dieci minuti rimaniamo così, io dentro di lei, lei nelle mie braccia.
-Non… so… cosa… fare….- mi sussurra tra le lacrime
-Non pensarci. Stasera sei mia. Prova a fidarti-
-Non posso’ ma non riesco a non farlo’-
La abbraccio stretto e cerco di infondergli un pò di sicurezza
-Non roviniamo una serata perfetta con pensieri tristi’ Tu non puoi neanche immaginare il sogno che mi stai facendo vivere.-
-Ma domani sarà tutto finito’ e non voglio-
-Sogniamo ancora un po’. All’alba vedrai che troveremo una soluzione.-
E’ una scena tenera e assurda: un corpo nudo da peccato, ancora scosso da tremori di piacere, tra le mie braccia, e un volto da bambina triste.
Con le mani Chiara stropiccia nervosamente la mia maglia, sono tentato di cedere al romanticismo, prendere la mia principessa e portarla al castello sul mio cavallo bianco per vivere felici e contenti.
Ci pensa Chiara a farmi tornare su intenzioni molto più materiali: evidentemente ha accettato il mio consiglio. All’alba saremo tristi, adesso si scopa.
Comincia a contrarre la figa e il mio cazzo che cominciava a perdere vigore ritorna in piena forma.
La prendo di peso, ruoto e scivolo con la schiena sul pavimento dove prima c’era il tavolino: mi cavalca appoggiata sulle ginocchia, con la faccia rivolta verso l’entrata del privè.
Dalla fessura delle tende non perfettamente chiuse si vede ogni tanto il passaggio di altri clienti, se solo qualcuno si fermasse per qualche motivo davanti potrebbe tranquillamente godersi lo spettacolo di lei nuda che balla sul mio ventre.
Si sentono delle voci maschili confuse con la musica della discoteca.
-Cazzo guarda li-
-Minchia non ci credo, che troia-
-Che puttana, guarda che tette che c’ha-
-Minchia, adesso entro e chiedo al tipo se vuole una mano’-
-Mi sa che a questa un cazzo non gli basta mica-
Chiara sbarra gli occhi: ha sentito i commenti e ha capito che sono riferiti a lei, probabile che abbia anche incrociato gli sguardi attraverso l’apertura della tenda.
La sento vibrare di eccitazione. La situazione voyeuristica mi porta rapidamente vicino all’orgasmo, ma è lei a esserne stravolta. Mi sta praticamente violentando scopandomi con una velocità e una forza incredibile, le tettone vibrano seguendo il suo ritmo frenetico. Non riesco a trattenermi e la riempio cercando di non urlare. Le mie spruzzate e le pulsazioni del mio cazzo hanno l’effetto del colpo di grazia, gode appoggiando le mani sul monte di venere e strizzandosi le tette tra le braccia. Riesce a non urlare, ma i gemiti sono stati comunque forti. Sugli ultimi spasmi si accascia su di me e appoggia la testa su una mia spalla.
Si sentono delle risate e degli applausi fuori dalla tenda: lo spettacolo è stato apprezzato.
2.30
Fa caldo, dopo l’ultimo orgasmo sotto gli occhi di sconosciuti ho chiuso meglio le tende, e Chiara si rifiuta di uscire per tornare a ballare, per paura di essere riconosciuta da qualcuno.
Non si è rivestita, si è sdraiata su un fianco nuda sul divanetto, appoggiandomi la testa sulle gambe. Dalla sua figa sono colati umori misti in quantità notevole, creando una macchia enorme.
Accarezzo la mia gattina, ormai sul punto di cedere alla stanchezza di una giornata infinita
-Non voglio che finisca qui, non voglio che finisca-
-Piccola, non ci pensare-
-Come faccio’-
-Sei la donna dei sogni per qualsiasi uomo’ puoi scegliere di fare qualche vuoi-
-Ma non so cosa scegliere-
-Kiki, io non posso offrirti più di quello che ti ho dato in queste ore-
-Mi ami?-
-Tu mi ami?-
-Mi hai detto che mi amavi-
-E tu ti sei incazzata, non faccio lo stesso errore due volte, di regola-
-Ma ti metteresti con me?-
-E il tuo fidanzato?-
Già, te lo eri dimenticato, vero?
-Si fotta-
Amen, sorella
-Bè, potrei proporti di diventare il tuo trombafonico-
Si gira e mi guarda negli occhi, poi ritorna con lo sguardo perso nel vuoto.
-Sei un cretino-
Cominciamo a ridere come due idioti per almeno cinque minuti
3.15
Lascio Chiara nel prive e vado in bagno a darmi una sistemata: ho una faccia da dieci anni più vecchio, i vestiti stropicciati e un paio di macchie sospette su jeans.
Incrocio un paio di tipi che mi guardano strano sorridendo, non so se mi vogliono picchiare, rimorchiare o se fanno parte degli spettatori dell’ultima scopata.
Uscendo incrocio la cameriera della cena. La guardo meglio e realizzo che è una gran figa: a parte le tette ha due occhi azzurri da infarto, capelli castani lunghi. Con una gonna e dei tacchi sarebbe da violenza carnale’
-Ciao-
-Ciao-
-Non ti ho ringraziato per la cena e per aver riaccompagnato la ragazza al privè’-
-Figurati, è stato un piacere’-
Lo immagino’
-Io sono XXX-
-Mara-
-Sai, non fossi venuto accompagnato probabilmente ti avrei importunato tutta la sera’-
XXX, sei veramente un bastardo, hai una figa al prive e ci provi con la cameriera’
-Credo che la tua fidanzata non apprezzerebbe’-
-Non è la mia fidanzata-
-Non mi interessano i puttanieri, allora-
Viva la sincerità
-In realtà il puttano sono io, quella fidanzata è lei’-
Mi guarda abbozzando un sorriso
-Bè, allora in bocca al lupo per il lavoro’-
Fa per allontanarsi
-Aspetta-
Si volta.
-Hai una penna?-
Me la da, incuriosita. Prendo un venti e ci scrivo il mio telefono
-Sto facendo l’offerta puttano: il primo giro è gratis, gli altri si pagano. Se vengo a casa tua ti lavo anche i piatti. Pensaci!-
Lo dico con tono da televendita, mi guarda stranita ma divertita. E prende il venti.
-Ciao e buon lavoro-
-Anche a te-
Sei una merda
3.45
Usciamo dal locale.
Chiara ha cercato di risistemarsi, ma il suo abito stropicciato e macchiato e il trucco non perfetto fanno capire parte degli avvenimenti della serata. Cammina scalza con i tacchi in mano, la tengo a braccetto. Prendo la scaletta che porta alla spiaggia, ci sediamo sulla sabbia a ascoltare il ritmo della risacca, guardando le luci dei pescherecci e delle navi da crociera, spalla contro spalla.
-Accetto consigli-
-Kiki, quello che vuoi devi saperlo tu. Se no diventa quello che voglio io-
-Forse voglio fare quello che vuoi tu’-
-Per quel poco che ti conosco, hai le palle troppo grosse per accettare le decisioni di un altro per te’-
-Non mi aiuti così’-
-E’ da quando ti ho chiesto di venire con me che ti incasino la vita, non sono la persona più indicata a cui chiedere un aiuto-
-Che casino-
Mette le mani nei capelli: ha gli occhi stanchi del ritorno alla realtà. Ma in fondo la notte è ancora giovane’
Improvviso.
-Che cosa hai li?-
-Li dove?-
-Li, sul fianco’ oddio è enorme-
-Cos’è?-
Gli pizzico l’addominale laterale e fa un salto di mezzo metro ridendo
-Ma cosa fai, scemo!-
Lottiamo rotolando sulla sabbia e finiamo lei sotto e io sopra ansimanti. Gli tengo le braccia larghe schiacciando con il peso del mio corpo. Mi avvicino per baciarla e fa per mordermi un paio di volte, poi ridendo cominciamo a pomiciare dolce, con calma, assaporando il gusto. Comincio a strusciare il mio bacino contro il suo, e il cazzo non mi delude: ritorna bello rigido pronto all’azione
-Sei un maniaco, ce l’hai sempre duro-
-Mica merito mio’-
Sorride, le libero le mani, apre i pantaloni e entro un po’ a fatica dentro la vagina non ancora lubrificata. Geme per il dolore ma è questione di un minuto. Prendo un ritmo lento, per gustarmi tutto il suo intimo.
Sussurra
-Dio, ogni volta sembra di farlo per la prima volta. Ogni volta sembra più bello-
Involontariamente sincronizzo il ritmo sulla risacca delle onde del mare, calmo e profondo. Ormai sono stanco anch’io, non ho più l’energia di sforzi atletici, e mi manca la concentrazione per fare durare l’amplesso.
Vengo prima di lei.
-Kiki, godo-
-Dammelo tutto, fammelo sentire-
-Godo-
Mi abbraccia stretto e stringe le cosce attorno ai miei fianchi, contraendo la figa per gustarsi le spinte del mio sperma.
Questa volta è lei a mettere giù il carico pesante
-Ti amo-
Un barlume di lucidità
-Non ci casco-
-Tu pensa cosa vuoi. Io ti amo-
Ci abbracciamo forte, esco da lei e ci accoccoliamo uno contro l’altra.
6.00
Mi sveglia il chiarore dell’aurora. La spiaggia è deserta.
Chiara non è di fianco a me, ci sono il suo vestito e i tacchi.
Mi guardo in giro e non la vedo. Ho una stretta allo stomaco. Osservo il mare.
Emerge come Ursula Andress del primo James Bond, con la differenza che Chiara è completamente nuda.
Mi guarda sorridendo:
-Buongiorno. Il bagno all’alba non potevo perderlo’-
E’ una visione celestiale, e quasi mi viene da piangere da quanto è bella.
Si infila il vestito, che si bagna e aderisce al suo corpo come una seconda pelle.
-Ho fame, mi offri la colazione?-
Cerco di darmi un contegno, ma non sono mai stato uno da notte brava: mi sento rincoglionito come un novantenne.
Chiara mi perdona, mi prende a braccetto e insieme andiamo alla macchina.
Ci fermiamo a un bar poco distante, entriamo e ci sediamo a un tavolino.
La guardo per cercare di capire cosa abbia deciso di fare, ma non colgo nulla.
-Hai deciso?-
-Si-
-Mi rendi partecipe?-
-Perchè?-
-Penso che riguardi anche me’-
-Se proprio ci tieni’-
-Quindi?-
-Cappuccino e brioche… anzi, due brioche-
Che mi venga’
12.00
In qualche maniera siamo arrivati ai bungalow di Cris, ci siamo spogliati e siamo svenuti nudi e abbracciati sul letto, sporchi di sabbia e sesso.
Nel silenzio della stanza sento il respiro regolare di Chiara. Il suo seno è a malapena coperto da un lenzuolo che si alza e abbassa: riesce a essere sexy anche quando dorme.
Mi trascino in bagno e sento vibrare un cellulare. Vedo lo schermo acceso che sporge dalla borsetta, e non resisto. Lo sfilo con cautela: selfie di lei con tipo abbracciati e Federico Amò scritto sotto. Smette di vibrare rivelando sette chiamate perse: qualcuno si è preoccupato, e qualcun’altro dovrà dare spiegazioni…
Non sono un grandissimo ficcanaso, ma la curiosità mi divora: sfilo il portafoglio di Chiara e scartabello con delicatezza. Alcune fototessere sempre abbracciata con Federico Amò, tessera universitaria, carte per la spesa, patente, carta d’identità… la apro, e almeno scopro che anche lei nelle foto dei documenti appare meno bella… sorrido e guardo la data di nascita, ventitre anni, ci sta, Chiara WWW…
PORCA PUTTANA, MI SONO SBATTUTO E HO DATO DELLA PUTTANA TROIA ALLA FIGLIA DI UN PARLAMENTARE…
………
……….
In fondo, nessuna è perfetta…
13.00
Non volendo svegliare Kiki, vado a mangiare qualcosa e a fare due chiacchere con Cris.
-Hola-
-Como estas?-
-Tutto a posto, Cris-
-Girano strane voci allo ZZZ da ieri sera-
Lo guardo interrogativo
-Qualcuno ci ha dato duro al privè, e non è stato molto discreto…-
-Che ci vuoi fare… sti ragazzini scopano ovunque-
-Da quanto si dice, meglio che non ti fai vedere per un pò li, non credo tu possa essere ritenuto ospite gradito. E mi hai fatto fare anche una discreta figura di merda-
-Scusa, bro, troverò il modo di rimediare-
-Stai sereno, a me poi lo ZZZ sta pure sul cazzo-
Apre le solite due birre, me ne passa una
-Ad figa-
-Semper fidelis-
-Dov’è ora Miss urlo libero?-
Rido
-Sta dormendo-
-L’hai massacrata, cavallo?-
-Bah, è stato reciproco, comincio a pensare che dopo i trenta certe cose sarebbe meglio non farle-
-Mi sembra prestino per appenderlo al chiodo-
-L’uccello regge, è la schiena che disapprova-
-Non mi dire un cazzo-
-Quanto resti?-
-Ancora non lo so, hai bisogno che ti liberi la stanza?-
-Per me puoi anche trasferirti qui, anzi, una mano mi servirebbe anche…-
-Allettante, ma passo. Vedo lei cosa vuol fare, ti faccio sapere-
-Ok, bro-
-Grazie per la birra, a dopo-
-Cià-
14.00
Entro in camera
-XXX?-
Ha la voce morbida del risveglio, devo registrarla e metterla come suoneria sul cellulare.
-Si, Kiki-
-Dov’eri finito?-
-Due chiacchere con Cris-
-Ah-
Mi sdraio di fianco a lei, le accarezzo una guancia, fa un movimento da gattina a seguire la mano.
-Che ore sono?-
-Le 14.10-
-Ok-
Tenendo il lenzuolo avvolto al corpo si reca in bagno e con un gesto fluido la vedo sfilare il cellulare dalla borsetta.
Come pensavo: qualcuno deve dare delle spiegazioni. Capisco la necessità di privacy e la lascio sola.
-Vado a prendere una bottiglia d’acqua-
-Ok-
14.30
Calcolo una ventina di minuti per una litigata di chiarimento media, e rientro in camera. E’ seduta sul bordo del letto con il cellulare in mano e lo sguardo perso nel vuoto.
-Tutto a posto?-
-No-
Mi siedo accanto a lei: ha messo un top colorato che le lascia scoperta la pancia piatta, minigonna bianca e scarpe bianche tacco 12. E’ meravigliosamente triste.
-Odio raccontare balle alla gente-
-Fidanzato?-
-Già.-
-Sono amica, sorella, cugina?-
Mi guarda e sorride amara
-Nono, in realtà è una specie di pausa di riflessione tra noi due, ma tecnicamente stiamo ancora insieme. Gli ho detto che sono in giro a fare i fatti miei da sola-
-Bè, fossi in lui sarei molto più geloso-
-Forse è quello il problema. Non gli frega più un cazzo-
-Serve dirti che sei bellissima?-
E’ vero
-Non molto, ma è d’aiuto-
Silenzio.
-XXX?-
-Dimmi-
-Devo andare via-
-Lo immaginavo. Preparo le mie cose-
Sorride dolce e mi accarezza il viso
-No. Io devo andare via. Da sola. Prendo il treno. Mi aspetta alla stazione d’arrivo, mi ha già dato gli orari-
-Caspita, efficiente. Lavora per Trenitalia?-
-Scemo-
-Direi che hai bisogno di un vestito più casual…-
-Già.-
-A che ora parti?-
-16.07. Ascolta…-
-Cosa?-
-Non ho voglia di fare l’amore, anche se ci sarebbe il tempo. Ti spiace?-
CAZZO, FARE L’AMORE???
-Ti direi una bugia a dirti che non mi dispiace, ma capisco.-
-Grazie-
-Grazie di cosa? Dopo di te posso anche dedicarmi alla vita ascetica… quello che dovevo fare l’ho fatto.-
-Stupido-
Niente, non riesco a farla ridere.
Raccogliamo le sue cose sparse nella stanza e andiamo in centro vicino alla stazione a comprare una valigia e un paio di jeans, maglietta e scarpe da ginnastica per lei. E un paio di mutande.
Ci fermiamo in un ristorantino a mangiare qualcosa. Poca voglia di parlare. Sembra veramente un addio, lei sembra voler morire, e anche io sono messo male.
16.05
I saluti dal finestrino sono sempre uguali: patetici e scomodi.
Una cosa nuova l’ho scoperta: odio vedere piangere Chiara. A malapena ci ricordiamo di scambiarci i numeri di telefono, la nostra avventura ha un sapore di altri tempi. Niente sms, niente email, niente facebook. Ci siamo visti, ci siamo piaciuti, siamo scappati in un’altra dimensione. E ora ritorniamo sul pianeta terra.
Non riesco a dire nulla, e lei nemmeno. Sembriamo la pubblicita di cartone di qualche profumo, mancano solo gli sbuffi del treno a vapore.
Mai un ritardo quando serve.
16.07,01
Il treno fischia facendoci sobbalzare, molla i freni e comincia a muoversi. Chiara è scossa dai singhiozzi. Resisto a stento alla scontata scena della corsa di fianco al finestrino.
L’ultima cosa che vedo ha la tenerezza adolescenziale di lei che unisce i pollici verso il basso e gli indici piegati a formare un cuore. Alzo la mano aperta e acchiappo il cuore in aria, portandomelo al petto. Sparisce dietro la curva.
Vibra il telefono per un messaggio. Sorrido aspettandomi un ultimo saluto da Kiki, ma il numero non è il suo, non è neanche in rubrica.
-Offerta puttano: se mi inviti a cena fuori non dovrai neanche lavare i piatti! M.-
Scopro che Max ha sempre ragione: periodi di siccità, periodi di alluvione.
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…
Quanto vorrei che il live action di disney fosse più simile a questo racconto! Scherzi a parte: divertente, interessante, bel…
grazie amore
Non credo di aver avuto il paicere, ma grazie intanto della lettura.
Leggendo i tuoi racconti continua a venirmi in mente Potter Fesso dei Gem Boi