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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Accadde una mattina di ottobre

By 2 Settembre 2025No Comments

Questo è un racconto di fantasia

Il suo ano palpita accogliente, aprendosi e chiudendosi come una piccola bocca bruna.
Mentre mi spalmo un’abbondante dose di lubrificante sul glande inguainato nel preservativo, lo ammiro in mezzo alle natiche, che lei tiene aperte con le mani.
Quando penso di essere abbastanza lubrificato, prendo il membro con una mano ed appoggio la punta contro quel forellino invitante.

Ci siamo incontrati per caso una mattina che, come mia abitudine, stavo facendo una camminata veloce nel parco.
Lei correva nella direzione opposta, sui 30 – 35 anni, i lunghi capelli biondi legati dietro a coda svolazzavano come una bandiera, indossava una di quelle magliette da fitness che hanno le coppe del reggiseno integrate e i suoi seni ballavano al ritmo delle falcate delle sue lunghe gambe.
Quel movimento, quasi ipnotico, aveva catturato i miei occhi.
-“Cos’hai da guardare?” – mi chiese fermandosi davanti a me ansimante, con le mani sui fianchi.
-“Io? Niente” – risposi colto di sorpresa.
-“Non mi stavi guardando le tette?” – fece con un sorriso ironico.
-“No… Beh, veramente sì…” – risposi confuso.
-“E ti piacerebbe guardarle per bene, a nudo?”
Rimasi senza parole a quella frase.
-“Se vuoi vederle, seguimi” – e riprese a correre.
Dopo qualche attimo d’indecisione le andai dietro.
Uscimmo dal parco e dopo un paio di centinaia di metri di cammino si fermò davanti ad un portone.
-“Vieni” – mi disse estraendo un mazzo di chiavi dal marsupio ed aprendo.
Prendemmo l’ascensore e lei premette il pulsante dell’ultimo piano.
L’odore della sua pelle, un misto di sudore e profumo, riempì lo spazio angusto della cabina, ma non era sgradevole, anzi, direi eccitante.
Giungemmo ad una porta all’ultimo piano che lei aprì entrando.
La seguii un po’ incerto, sperando di non essermi imbattuto in una pazza, comunque, decisi di rischiare e, poi, sapevo difendermi.
Quando fummo dentro, in una sala, si fermò e voltandosi verso di me, con un gesto deciso sollevò la maglietta sfilandosela.
I suoi seni sobbalzarono liberi e fieri nell’aria.
Rimasi incantato a guardare quelle due bocce sode, che sfidavano la gravità, stando su con i capezzoli rosei rivolti verso l’alto.
-“Allora ti piacciono?” – mi chiese sorridendo.
Feci per avvicinarmi e prendere tra le mani quelle due meraviglie.
-“Aspetta.” – mi bloccò – “Vieni” – e si diresse verso una porta.
Seguendola entrammo in una camera dove troneggiava un grande letto rotondo.
Facendo leva con i piedi si tolse le scarpe e fece scivolare a terra i calzoncini, rivelando che sotto non portava intimo, seduta sul letto tolse i calzini e si stese languidamente.
-“Vieni, spogliati e vieni anche tu” – m’invitò con la mano.
-“Ma sono tutto sudato, vorrei darmi una lavata” – obiettai indeciso.
-“Non importa, sono sudata anch’io. Dai vieni”.
Mi tolsi gl’indumenti e salii sul letto accanto a lei.
-“Sdraiati e chiudi gli occhi” – mi ordinò.
Non potei fare a meno di ubbidire.
Una mano calda mi prese il membro già rigido, poi, la sensazione di qualcosa di caldo e umido lo avvolse.
Me lo aveva preso in bocca!!! Voleva farmi un pompino!!!
Lo fece scivolare lentamente tra le labbra finché esse si appoggiarono sul mio pube ed sentii il glande toccare il fondo della sua gola.
Iniziò a farmi un lento e sapiente pompino che mi mandò in estasi, poi, quando decise che era abbastanza duro, mi scavalcò sistemandosi in posizione di 69 e mettendomi la figa davanti al viso.
La vulva emanava un afrore pungente ma non sgradevole che mi penetrava nel cervello come un afrodisiaco.
Mi attaccai alle sue labbra intime leccandone gli umori che già cominciavano a colare, con le mani allargai le sue natiche e con una lunga slinguata partii dal clitoride per arrivare al suo buchetto posteriore che aveva un odore diverso ma ugualmente eccitante.
-“Mmmhhh” – fu il suo mugolio di approvazione a bocca piena.
Lì mi soffermai a leccare quell’apertura grinzosa umettandola per bene per poi ridiscendere a succhiare il bottoncino duro.
Continuai a leccare e succhiare la figa e con la punta del naso cercavo di penetrare nell’ano.
Lei gradì molto quel trattamento, tanto che si tirò su e mi schiacciò la vulva sulle labbra, mentre col sedere spingeva cercando di farsi penetrare dietro.
Stavo quasi soffocando e la lingua mi faceva male, volevo sollevarla per respirare, ma fu lei a sollevarsi, si chinò di fianco e, poi, sentii che mi stava infilando qualcosa sul membro.
Un preservativo!!! Prudente la signora.
Scivolò via da me mettendosi carponi di fianco, sul letto.
Credendo che volesse essere presa a pecorina, mi misi in ginocchio dietro di lei e mi preparai a penetrarla.
-“No,” – disse – “non davanti prendimi di dietro, adoro il sesso anale”.
Pur restando sorpreso da quella richiesta, come potevo rifiutare quel culo che lei mi stava offrendo allargandolo con le mani.

Do una prima spinta ed il muscolo si apre arrendevole, continuo a spingere e scivolo dentro fino a ché il mio pube è attaccato alle sue natiche.
-“Sììì… Cosììì… Duro e deciso… Giù fino in fondooo…” – mugola.
Affondo le dita nella morbida carne dei suoi fianchi e prendo ad incularla.
Fuori, lasciando dentro solo la cappella, dentro fino in fondo allargandole il retto, continuando a pistonarla al ritmo dei suoi lamenti.
-“Cosììì… Non ti fermareee… Oddio com’è bellooo… Come godooo…”
Andiamo avanti così per un bel po’, poi lei inizia a tremare ed a gridare.
-“Oraaa… Oraaa… Non ti fermare… Godooo…”
Negli spasmi dell’orgasmo quasi mi sfugge e devo tenerla con un braccio attorno al ventre per mantenere la penetrazione.
Si lascia andare in avanti ed io la seguo nel movimento sprofondato completamente in lei.
È troppo, sono al limite, rompo gli argini e riempio il preservativo con un fiume di sborra.
Restiamo così, uno dentro l’altra, per un po’, poi lei svicola via e va, credo, in bagno.
Rimango disteso, esausto per il grande piacere provato, finché lei non rientra.
Ha in mano una spugna ed una salvietta.
Mi toglie il preservativo ed amorevolmente mi pulisce il membro per poi asciugarlo.
-“Non credere che abbiamo finito qui.” – mi dice guardandomi – “Ora ci penso io a rimetterti in sesto”.
Mette da parte spugna e salvietta e si china a leccarmi l’uccello.
Inizia dalla punta, poi giù lungo l’asta, per poi risalire al glande che prende tra le labbra per aspirarlo.
Lentamente lo fa scivolare in bocca e giù fino a che le arriva alla gola.
Pochi di questi ingoi e sono di nuovo in tiro, dritto e duro come un fuso, allora si solleva e si mette a cavallo dei miei fianchi tenendolo per mano.
Credo voglia impalarsi la figa e, invece, no.
Se lo appoggia tra le natiche, lo punta sul buchetto e si lascia andare di peso infilandoselo completamente dentro.
-“Cazzo.” – penso – “Se lo ha rimesso nel culo e senza preservativo!!!”
-“Stai tranquillo,” – mi dice vedendo il mio volto stranito – sono sana, faccio regolarmente le analisi. Di te penso di potermi fidare, mi sembri una brava persona”.
-“Sì, sono sano anch’io, ho fatto i controlli da poco”.
-“Bene adesso che ci siamo rassicurati fammi godere con questo bel cazzone nel culo” – ed inizia ad ondeggiare i fianchi per sentirlo meglio.
Sollevo le mani per stringerle i seni, ma lei me le schiaffeggia allontanandole.
-“Non toccarmi, lo farai quando io ti darò il permesso”.
Tenendosi sempre il cazzo ben piantato nel culo, allunga le gambe e mette i piedi ai lati del mio viso.
-“Ti piacciono i miei piedi” – domanda sollevandone uno e mettendomelo davanti agli occhi.
-“Sì” – rispondo guardando quel piede affusolato con le unghie laccate di un rosso acceso.
-“Allora bacialo, leccalo.” – mi ordina – “Non ti preoccupare li ho lavati prima, non sono così porca” – continua ridendo.
Obbedendo al suo desiderio inizio a baciarle la pianta, poi, con la lingua,risalgo fino alle dita, le bacio una ad una e prendo tra le labbra l’alluce per succhiarlo.
-“Ooohhh sei bravo!!! Continuaaa… Anche l’altro” – e mi mette anche l’altro piede sul viso.
Mette le mani sulle mie cosce e si solleva e si abbassa inculandosi da sola, mentre io continuo a leccarle e succhiarle i piedi.
Non avevo mai fatto del footfetish ma devo dire che mi piace, mi eccita e le calde e morbide carni del suo culo che mi massaggiano il pene, mi portano presto vicino al godimento.
-“Oraaa… Ci sonooo… Godooo… Godo col culooo…” – urla piantandomi le unghie nelle cosce.
Il momentaneo dolore un po’ mi blocca, ma quando lei si agita in preda all’orgasmo anale mi lascio andare e le scarico una bordata di sperma, questa volta direttamente nell’intestino.
Finito di godere si solleva e prende la salvietta per mettersela tra le natiche e non far colare lo sperma abbondante che le esce dall’ano beante.
-“Quando ti riprendi, se vuoi fai una doccia, poi rivestiti e vattene” – mi dice, dopo un po’, alzandosi.
-“Ma… Ma così mi cacci?” – quasi balbetto.
-“Sì, dopo il sesso amo restare da sola”.
-“Ma possiamo rivederci?” – le chiedo esitante.
-“Forse, chissà”.
-“Non conosco neanche il tuo nome”:
-“Ne io conosco il tuo. Ma serve a qualcosa?”
Mi rivesto senza neanche lavarmi e me ne vado.
Non l’ho rivista mai più, neanche al parco.

I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miziomoro@gmail.com

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