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Racconti Erotici Etero

AVVENTURA CON LA PROF.

By 7 Febbraio 2008Dicembre 16th, 2019No Comments

Finalmente la scuola era finita, ma per noi dell’ultimo anno iniziava il periodo più stressante, la preparazione agli esami di maturità.
Comunque per quella sera avevamo organizzato una cena d’addio a cui erano invitati anche tutti i professori.
Tutti furono ben contenti di partecipare, la Prof. Di chimica, il Prof. Di filosofia, di ginnastica ed infine anche la Prof. Di italiano e latino.
Fu proprio quest’ultima a destare il mio interesse di 19enne, carino, bel fisico, non molto alto 1.75 ma ben proporzionato,capelli lunghi come si usava allora e la barba, era il periodo della contestazione studentesca e la barba che faceva molto ‘Che’ piaceva tanto alle ragazze.
Dicevo che la Prof. Di italiano quella sera mi fece una strana impressione, era una donna sui 45 anni circa, bassina, infatti portava sempre scarpe coi tacchi altissimi, non si poteva dire che fosse una bella donna ma neppure che non lo fosse.
Normalmente vestiva con dei classici talleur con le gonne lunghe, i capelli sempre raccolti e gli occhiali, quella sera al contrario indossava un’elegante gonna a potafoglio corta sopra il ginocchio, un golfino in cachemire con la scollatura a V che metteva in evidenza un bel seno, non grandissimo forse una seconda ma si intuiva bello sodo, le calze nere, le solite scarpe col tacco alto ed infine le lenti a contatto, per cui per la prima volta notai il colore dei suoi occhi verdi,ed i capelli castani sciolti sulle spalle.
Insomma si era trasformata in una donna decisamente piacente che si dimostrò anche simpatica e spiritosa.
Il caso volle che il mio posto a tavola fosse proprio accanto a lei ad un angolo del tavolo per cui alla sua destra non c’era nessuno.
Durante la cena ci divertimmo parecchio con battute, scherzi, ricordi di classe, ma io mi divertii in modo particolare perché ebbi modo di ‘Giocare’ con la Prof.
Fin dal primo momento che si sedette un lembo della gonna scese rivelando una buona porzione delle sue gambe inguainate in un paio di calze sorrette dai ganci di un reggicalze.
La cosa si faceva intrigante anche perché lei non si curò minimamente di rimettere a posto la gonna ed anzi continuava ad accavallare e scavallare le gambe facendomi ammirare abbondanti porzioni delle sue belle cosce.
Dal canto mio continuavo anche a sbirciarle le tette e a versarle del vino nel bicchiere che lei non rifiutava mai.
Si mostrava sempre sorridente e disponibile alle mie battute ed ai miei timidi tentativi di corteggiamento.
Ad un certo punto arrivai ad appoggiarle una mano sulle cosce senza che facesse alcun gesto per allontanarla ed anzi prendendo il bicchiere lo alzò guardandomi dritto negli occhi salutandomi come per un brindisi.
Con tutte ste manovre avevo il cazzo che non stava più nei pantaloni.
Finita la cena restammo ancora un po’ fuori dal ristorante a chiacchierare poi la Prof. mi chiese se potessi accompagnarla a casa.
Non ci pensai due volte ed accettai, a quel tempo possedevo una Fiat 500, la macchina più bella del mondo ma certamente un po’ scomoda per quello che la mia fantasia stava sognando.
Con galanteria le aprii lo sportello e nel salire la sua gonna si aprì completamente lasciando completamente scoperte le gambe fino a farmi intravvedere i suoi slip neri, strabuzzai gli occhi ma neppure quella volta fece il minimo gesto per ricomporsi.
Mi disse l’indirizzo e ci avviammo, stavo diventando strabico perché avevo un’occhio alla strada e l’altro tra le sue cosce.
Più di una volta cambiando marcia nell’angusto spazio della 500 le sfiorai un ginocchio ed infine mi decisi a metterle una mano sulla coscia accarezzandola risalendo verso l’inguine.
Non solo non mi respinse ma emise un sospiro profondo come per dirmi ‘Finalmente ti sei deciso’
Comunque non mi ci volle molto a giungere a destinazione, parcheggiai, allora si trovava ancora posto con facilità, e rimasi un attimo in attesa, se con me ci fosse stata una ragazza con la quale avevo flirtato tutta la sera sapevo esattamente cosa avrei fatto, ma con me c’era la Prof. di italiano e latino!!!!
Fu lei a rompere gli indugi, mi mise una mano sulla coscia all’altezza dell’inguine accarezzandomi leggermente il pacco e, guardandomi dritto negli occhi con un’espressione languida mi disse:
‘Ti andrebbe di salire da me a bere qualcosa?”Questa sera sono sola, mio marito &egrave in viaggio per lavoro’ aggiunse forse leggendomi in viso la paura di trovare il marito.
Il mio cazzo che era rimasto duro per tutta la sera ebbe un sussulto e quasi venni nelle mutande.
‘Con vero piacere’ risposi con un po’ di impaccio.
In casa mi fece accomodare in salotto.
‘Serviti pure’ mi disse indicandomi il mobile bar ‘Per me un dito di wiscky”intanto vado a mettermi qualcosa di più comodo’ e sparì in camera sua.
Versai due bicchieri e mi sedetti sul divano.
Mentre bevevo rientrò e a momenti mi strozzai, cazzo!!! Indossava una guepiere nera con il corpetto che sosteneva senza nascondere il seno che aveva due capezzoli piccoli ma già turgidi ed allungati, le calze nere, le scarpe, un paio di mutandine di pizzo ed una lunga vestaglia aperta sul davanti e quasi trasparente.
‘Prof. che schianto!!’ le dissi avvicinandomi
‘Chiamami Elena’ mi sussurrò
‘Elena sei uno schianto’ ripetei e poi la baciai
Rispose al bacio con trasporto infilandomi la lingua in bocca mentre mi sbottonava la camicia sfilandomela.
Rimasi a torso nudo e lei cominciò a baciarmi sul collo scendendo verso il petto succhiandomi i capezzoli, nessuna delle ragazze che avevo frequentato mi aveva fatto una cosa del genere, accarezzandomi il petto ed i radi peli che lo ricoprivano e spingendomi lentamente verso il divano dove mi sedetti.
Si inginocchiò tra le mie gambe togliendosi la vestaglia e si diede da fare sui miei jeans.
In pochi secondi mi tolse i pantaloni e le mutande ed il mio cazzo balzò fuori come una molla, me lo prese in mano, lo guardò con gli occhi che le luccicavano, poi partendo dalle palle gli diede una lunga e languida leccata fino ad arrivare alla cappella per poi imboccarla.
Cominciò ad ingoiarmi il cazzo roteando la lingua sul glande fino a che le sue labbra arrivarono a toccare i miei peli pubici, sentivo la cappella che le solleticava l’ugola, poi cominciò ad andare su e giù succhiandomi anche l’anima.
‘Che brava Prof”cio&egrave Elena”..dai succhia”.così”cazzo che pompino!!!’
Era troppo, avevo il cazzo duro da troppo tempo, e quel trattamento mi portò presto all’orgasmo.
‘Vengoo’..aaaah”.sborro”.siii’.succhia!!’
Le rovesciai in bocca una quantità enorme di sperma che lei ingoiò fino all’ultima goccia.
Continuò a pomparmi mantenendomi l’uccello duro come il marmo.
‘Mmmmmmh”.che buon sapore”.e che bel cazzone duro’
La feci alzare e la sdraiai sul divano, cominciai a baciarla dappertutto accarezzandola e strusciandole il cazzo sulla passera attraverso le mutandine, quando scesi a succhiarle i capezzoli inarcò la schiena sporgendo il seno, aveva delle tettine sode come quelle di una quindicenne con i capezzoli duri come il marmo, continuai la mia discesa ed arrivai alla figa, la liberai degli slip ormai completamente fradici ed affondai la lingua nella sua caverna bollente.
‘Uaaaah’.siiii’.leccami’.fammi venire’.siii’cosìììì’.continua’.mmmmh’
Quando cominciai a succhiarle il clitoride gonfio esplose in un orgasmo travolgente, anche lei aveva accumulato tensione erotica per tutta la sera ed ora si era liberata.
‘Godo’godooooo’..’ Urlò sbattendo la testa a destre e a sinistra
Mi prese la testa tra le mani spingendomi ancora più contro la sua figa fradicia.
‘Adesso mi scopi’.devi fottermi’..voglio il tuo cazzo’
Le feci allargare bene le gambe e posizionai la cappella all’entrata della vagina, la passai un paio di volte tra le grandi labbra, sembrava impazzita.
‘Dai stronzo’.cosa aspetti’..scopami’.riempimi di cazzo!!’
Non la feci attendere oltre e le affondai il cazzo in figa fino alla palle in un sol colpo.
‘Aaaaaah”..siiiii’.com’&egrave grosso”mi riempie tutta’
Nonostante l’età aveva una fighetta stretta che però subito si adattò alle dimensioni del mio arnese che pur non essendo di dimensioni eccessive era sempre un bel palo di carne di 20 cm per 15 di circonferenza.
Cominciai a pistonarla con forza estraendolo quasi del tutto per poi infilarlo nuovamente mentre lei mi veniva incontro col bacino per farsi penetrare maggiormente.
‘Siii’..così”cazzone’..sfondami”mmmmh’ancora, ancora”daiiii’
Dopo la prima sborrata ora riuscivo a controllarmi maggiormente continuando a scoparla, mi sfilai e la feci mettere alla pecorina affondando nuovamente il cazzo nella sua caverna.
‘Prendilo tutto’troiona’.senti come ti scopo”.ti sfondo la figa’
‘Dai’.sfondami’sono la tua troia’..spaccami l’utero’
Mentre la scopavo avevo davanti il magnifico panorama del suo buco del culo che si apriva e richiudeva al ritmo delle mie pompate.
Le allargai maggiormente le natiche con le dita ed il buchino si aprì ancora di più, sembrava che mi invitasse ad entrare, le misi un dito in bocca e lei me lo succhiò come un cazzo insalivandolo, sembrava che mi leggesse nel pensiero.
Le appoggiai il dito sul buchino e lo spinsi dentro mentre continuvo a pistonarle la figa.
‘Siiiiiii’ sospirò languidamente
Cominciai a masturbarle l’ano che cedeva sempre di più e riuscendo ad infilarle un secondo dito, ho voglia di incularmela e glielo dico
‘Elena’.ho voglia di incularti’..adesso te lo metto dentro’
‘Anch’io voglio che mi inculi”dai tesoro’..non aspettare’
Mi sfilai dalla sua figa e cominciaio a leccarle l’ano umettandolo abbondantemente con la saliva ed aiutandomi con le dita lo lubrificai anche all’interno, lei sospirò agitando il culo.
Mi piazzai sopra di lei prendendomi il cazzo in mano ed appoggiando la cappella al suo buco
‘Spingi amore’..non aver paura di farmi male”mi piace’
Cominciai a spingere e la cappella le allargò lo sfintere, fece un po’ di resistenza poi si lasciò andare ed il cazzo cominciò ad entrare centimetro dopo centimetro, Elena spinse il culo all’indietro aiutandomi nella penetrazione.
La penetrazione durò a lungo ma finalmente le fui tutto dentro, mi fermai per farla abituare alla grossa intrusione, poi piano piano mi sfilai quasi completamente per poi riaffondare nello stretto budello, lentamente aumentai il ritmo cominciando a scoparle il culo come una figa.
Ogni affondo era un ‘Siiii!!’ che usciva dalla sua bocca
‘Ti piace il cazzo nel culo porcona? ‘.senti com’&egrave grosso’.ti sfondo tutta’
‘Siiimi piace’..inculami’.dimmelo che sono la tua troia’
‘Si sei la mia troiona rotta in culo’
La sollevai di peso e mi sedetti sul divano mentre lei rimase impalata sul mio cazzo dandomi le spalle, si tolse le scarpe appoggiando i piedi sulle mie ginocchia e tendendo le braccia all’indietro cominciò ad andare sù e giù sul mio palo facendoselo affondare sempre più dentro, le misi le mani sui fianchi guidandola nella cavalcata.
Ormai non potevo più trattenermi
‘Vengo troia”.ti sborro nel culooooo’
‘Godi, amore godi”.riempimi tutta’
Le irrorai l’intestino con una quantità impressionante di sborra bollente, mentre anche lei aveva l’ennesimo orgasmo, sentii le contrazioni della sua vagina riperquotersi sulle pareti del retto che stringevano il mio cazzo.
Si abbandonò con la schiena sul mio petto esausta trattenendo il mio cazzo nel culo che però stava perdendo consistenza, pian piano le scivolò fuori e con lui un rivolo di sperma le usci dal culo imbrattandomi la pancia.
Si girò a baciarmi poi scese a ripulirmi ingoiando il mio seme poi mi abbracciò teneramente.
‘Grazie G., era un mucchio di tempo che non godevo così tanto, anzi era un mucchio di tempo che un uomo non mi scopava’
‘Perché? Tuo marito’..’ le risposi
‘Mio marito &egrave uno stronzo che pensa solo a lavorare e a scopare la sua segretaria, una puttanella di 20anni!!’
‘E’ proprio un pirla, se avessi io una donna calda come te me ne fregherei delle ragazzine, ti scoperei dalla mattina alla sera’
Mi sorrise lusingata
‘Ti va di farti una doccia?’ mi disse prendendomi per mano.
Mi infilai sotto la doccia beandomi sotto il getto d’acqua calda, mi raggiunse poco dopo, si era completamente spogliata e potei ammire il suo bel corpo nudo.
Il mio cazzo diede segni di risveglio, ci insaponammo l’un l’altra giocando con l’acqua, le infilai le mani tra le cosce trovandola ancora bagnata, la feci girare ed appoggiare le mani alla parete e poi la penetrai nuovamente, la scopai selvaggiamente abbrancandole le tette con entrambe le mani per attirarla contro di me.
Infine le sborrai finalmente in figa inondandole l’utero.
Eravamo sfiniti, guardammo l’ora, le quattro del mattino!!
‘Ti prego rimani a dormire da me’
Accettai, ci mettemmo a letto nudi abbracciati e ci addormentammo.
Questo fu l’inizio di una storia durata quattro anni con una donna straordinaria che non smetterò mai di ringraziare.

Sono graditi commenti suggerimenti e critiche
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