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Racconti Erotici Etero

Cambiamenti..

By 23 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Era la fine di maggio e le ultime interrogazioni si susseguivano prima della fine dell’anno scolastico, gia’ pensavo al successivo e ultimo anno che mi avrebbe portato alla maturita’ e al passaggio in qualche universita’ per proseguire gli studi. Non son mai stata una gran studentessa ma sapevo che i miei volevano che mi laureassi, e anche a me comunque proseguire gli studi stava bene. Non ho mai sopportato la scuola, ma adoro l’ambiente scolastico, mi piace star con le persone, creare nuove amicizie, conoscere nuova gente. Ero ancora molto indecisa se avrei proseguito i miei studi nella mia citta’ o mi sarei trasferita altrove.
Mi ero distratta in quei pensieri mentre il professore di matematica seguitava la sua lezione, figurarsi se al ritorno alla realta’ riuscii a capire qualcosa di cio’ che diceva. Stefano il mio compagno di classe era anche lui distratto da qualcosa e seguitava a girarsi verso di me guardandomi furtivo. Dopo un po’ ne capii il motivo, dalla mia camicetta si scorgeva il bordo del mio reggiseno bianco che risaltava insieme al mio seno compresso. Feci per non badare al suo scrutarmi, e perseguitai nel mordicchiare la penna con i denti. Quegli occhi incollati non mi turbavano di certo, anzi mi piaceva esser notata e al centro delle attenzioni della gente, ero sempre stata un po’ esibizionista di natura.
Figuriamoci poi se avevo delle paranoie da quel fine settimana in cui ogni mio tabu’ salto’ e la mia natura ebbe un drastico cambiamento.
C’erano giorni in cui mi masturbavo follemente in casa, attirata magari da qualcosa che mi colpiva e creava in me’ un’eccitazione irrefrenabile, se non appunto con lo sfogo manuale. Per la maggior parte delle volte mi tornavan i mente certi episodi di quei giorni, altre volte invece restavo incantata a guardare qualcosa che assomigliava a un pene in erezione, e decidevo che dovevo per forza esser posseduta da quell’oggetto cosi’ invitante. Mi infilai sia davanti che dietro decine di oggetti che adornavano la mia casa, da semplici pennarelli, a tubetti di deodorante che puntualmente sceglievo appositamente nei negozi con l’intento appunto di provarne piacere in seguito. Alcuni oggetti poi davvero bizzarri tipo la statuetta che aveva mio padre nello studio che rappresentava la miniatura del David di Donatello, cosi’ strana dalla forma mi creo’ una sensazione stranissima il portarlo dentro a esplorare le mie intimita’. Oggetti piu’ normali quali frutta e verdura stavano all’ordine del giorno diciamolo, e anche quelli me li pregustavo mentre aprivo il frigo per preparare i pasti insieme a mia madre, attendendo con ansia il momento propizio per poterne fare tutt’altro uso.
Durante il cambio di professori in aula aprofittai per allontanarmi al bagno, alzandomi e nel rimettermi a sedere feci movimenti lenti celando una certa normalita’ aprii le gambe per mostrare nuove visioni paradisiache a Stefano che intanto aveva aperto il diario fingendo di leggere qualcosa e nascondendosi meglio per guardarmi. Credo che gli prese un colpo quando si accorse che andando in bagno mi ero levata sia il reggiseno che le mutande, restando totalmente nuda sotto la camicetta e la gonna.
Mi eccitava terribilmente pensare che appena avesse avuto un momento di liberta’ il mio caro compagno di classe si sarebbe sfogato pensando a me, avrebbe goduto di quelle grazie cosi’ vicine e tanto lontane. Avevo raggiunto per certi versi un tocco di goduria nel creare fantasie alle persone che mi incontravano.
Di pomeriggio passai in palestra per le mie due orette di sudata quotidiana, scelsi anche il giorno di proposito di indossare un paio di short aderenti e il body perizomato rosa sopra, non aver altro se non quella seconda pelle a coprire le mie forme mi faceva vibrare. Avevo puntualmente gli occhi di tutti addosso a me, e anche io dovevo restar concentrata per potermi dedicare agli esercizi. Il seno quasi esplodeva secondo i movimenti a cui ero costretta dai macchinari, la mia eccitazione era ben visibile a chi osava soffermare il suo sguardo in mezzo alle mie gambe, e son sicura che spesso il sudore che colava dal corpo dei presenti non era dovuto al semplice sforzo degli esercizi praticati.
La sera decisi di andar in un locale con la mia migliore amica Sara, una ragazza molto simpatica e allegra, la classica che si riconosce dalle risate da lontano chilometri. Alta e snella, non molto formosa, ma con due occhi color nocciola grandi che sembravano due fari nel buio. Mi incantavo io stessa a guardarla quando con la sua solita euforia mi narrava delle sue avventure con i maschi. Chissa’ cosa avrebbe pensato della sottoscritta se mai gli avessi raccontato che ero stata scopata a ripetizione da una banda di ragazzini per tutto un fine settimana. E chissa’ perche’ ogni volta si tornava a loro con il pensiero. Mangiammo un hamburger con patate e una birra, ridendo come sceme criticando chiunque ci fosse a tiro. Di al nostro tavolo c’era un gruppetto di tre ragazzi sui 25 anni, abbastanza carini che non sembravano staccarci gli occhi di dosso un istante. Feci notare alla mia amica Sara la cosa e decidemmo di far un po’ le civettuole per conoscerli. Bastarono pero’ pochi sguardi miei e qualche battuta delle sue a far si che fossero loro stessi a farsi avanti. Con una scusa banale si avvicinarono al nostro tavolo, e ci trovammo a parlare con loro strette in degli sgabbelli. Due di loro si sedettero di fianco a me, ero praticamente pressata dai loro corpi, il ragazzo alla mia destra era il piu’ simpatico, non smetteva un secondo di farmi ridere con le sue scemenze.
L’altro alla mia sinistra invece era piu’ carino, capelli castani mossi, un naso molto pronunciato ma molto intrigante allo stesso tempo, ci portarono da bere dell’altra birra. La mia amica aumentava la tonalita’ della voce man mano che aumentava il quantitativo di alcool nel corpo.
Il locale abbastanza era affollato e caldo, ben presto i bottoni sulla mia camicia dovettero cedere per farmi respirare un poco chiusa com’ero dai due ragazzi. Sara non mollava il ragazzo che le si era seduto di fianco un secondo in santa pace, si era scordata totalmente di me, che invece dovevo intrattenere argomentazioni con gli altri due. Ma la cosa non mi spiaceva affatto anzi, la mia eccitazione sali’ pian piano che vedevo gli occhi dei due posarsi in mezzo alla mia scollatura, che io prontamente portavo in bella vista posandomi sul tavolo o gonfiando il petto con lunghi respiri mentre bevevo dal bicchiere. La birra stava iniziando a far effetto anche su di me, o forse ero semplicemente eccitata dal fatto che ero cosi’ attaccata ai loro corpi, d’un tratto mentre parlavo con Francesco, il ragazzo giocoso alla mia destra , posai la mano sulla gamba di Claudio il taciturno a cui in quel momento volgevo le spalle.
Non la tolsi come avrei dovuto fare, ma anzi proseguii a interloquiare con Francesco iniziando a carezzare lentamente la coscia di Claudio che ben presto ricambio’ le carezze da sotto il tavolo non visto. Un altro sorso di birra e mi sali’ il classico calore al viso che presagiva un’esplosione di ormoni in atto. Mi posizionai un poco piu’ di sbieco per potermi muovere meglio e sempre non vista da nessuno salii sino a incontrare la sua natura gia’ in piena erezione, Claudio da canto suo si fece anch’egli prendere e scivolo con la mano sotto il gonnellino che indossavo per proseguire lesto verso l’alto. Alzai una gamba posizionandola su di lui, era incredibile sentire il suo tocco leggero sulla mia vagina gia’ calda mentre come nulla fosse proseguivo a parlare con Francesco che forse piu’ brillo di noi neppure si accorse di cio’ che accadeva. Sara tanto quanto se ne fregava altamente di me intenta a corteggiare il terzo che le aveva gia’ cinto la vita avvicinandola a se. Conoscevo bene Sara e sapevo che avrebbe lasciato fare sin quando non si fosse spinto troppo in la’ nei modi il ragazzo, mentre io ero volenterosa dell’esatto contrario. In quel momento vedevo solo me stessa sul tavolo penetrata dal pene di Claudio, che mestamente avevo fatto sgusciare fuori iniziando a segarlo con la mia mano sinistra.
La cosa prosegui’ un poco mentre entrambi ci scambiavamo il piacere reciproco di una lenta masturbazione, si proseguiva a ridere e scherzare con tutti i presenti. Non ce la facevo piu’, la voglia stava crescendo a dismisura, volevo esser presa, avevo una voglia incontrollabile di esser scopata e anche lui sentivo che stava iniziando a cedere sotto le mie coccole. Lo carezzai ancora una volta e feci per rimetterlo a posto mentre lentamente mi riconponevo anch’io. Claudio mi guardo’ come per dirmi qualcosa del tipo “Mi lasci cosi'” e io gli sorrisi.
Mi scusai un secondo che dovevo allontanarmi nella toilette e alzandomi per uscire dal tavolo strusciai volontariamente il mio sedere sul suo gonfiore per sussurrargli poi nell’orecchio “Seguimi”. Mi infilai nel bagno delle ragazze e attesi poco prima che entrasse, lo acchiappai e lo spinsi dentro una delle toilette chiudendo con una spinta dietro di me la porta. Di fianco c’era qualcuna dentro l’altra toilette, e come sempre il via vai nel bagno era incessante, ma non mi importava, ero troppo presa e la voglia di farlo non si sarebbe ritratta sino a fatto compiuto.
Lo inchiodai al muro baciandolo con una frenesia assurda, quasi a voler sentire cosi’ qualche parola sbucare da quelle labbra cosi’ calde e morbide, le mani di lui si muovevano veloci sollevandomi da dietro la gonna e stringendomi forte le chiappe nude divise solo da una sottile striscia del mio perizoma. Mi stavo bagnando all”inverosimile sotto il tocco di quelle mani, svelta anche io con le mani gli staccai la cinta e scesa la zip dei jeans lo afferrai con decisione continuando ora piu’ libera e con foga la masturbazione. Non mi interessava come in quel momento mi giudicava, cosa avrebbe pensato di me il semi-sconosciuto, l’unica mia preoccupazione anche se minima era di evitare che si sentissero i mugolii di entrambi, che erano limitati solo dal fatto che non staccammo neppure un secondo per prender respiro le nostre bocche.
Oramai ne io ne lui riuscivamo piu’ a trattenerci, lo lasciai fissandolo negli occhi e stringendo con la mano il suo cazzo oramai pronto ad esplodere. Mi voltai seguitando a guardarlo e leggermente mi chinai posando le mani al muro. Claudio guardava quello spettacolo che sino ad allora aveva maneggiato sapientemente con le mani, ora era li’ pronto ad esser esplorato da qualcos’altro che gli avrebbe creato maggior piacere.
-“Prendimi” gli dissi con voce tremula oramai fuori di me dall’eccitazione
lui impugno’ l’asta dirigendola verso la mia vagina fradicia di umori.
-“Piu’ su’!” dissi abbassandomi ancora di piu’ e mostrandogli ora il mio fiore al centro delle natiche divaricate dalla posizione.
Non se lo fece di certo ripetere due volte, fece scivolare lentamente il cazzo verso l’alto puntando ora dove volevo che giungesse, si fece spazio cauto inserendo dapprima solamente la punta a saggiare la morbidezza della mia pelle che piano si adagiava ad avvolgerlo, inesorabile scivolo’ all’interno lasciandolo stupito da come lo accoglievo all’interno con tanta facilita’. Resto’ per un secondo fermo cosi’ gustando tutta la profondita’ del mio canale anale, ebbi un sussulto quando si distese adagiandosi su di me per poggiare anch’egli le mani al muro.
Non riusci’ a contenersi per molto e inizio’ a muoversi veloce venendo quasi subito con un esplosione incredibile che sembro’ giungermi dritto al cuore. Pulso’ all’interno ansimandomi al collo con fare animalesco.
Per evitare che si facesse troppo prolungata la nostra assenza dovetti sottrarmi da quel contatto che mi creava piacere, un fiume di sperma fuoriusci’ insieme al suo pene ancora semirigido. Gli diedi un bacio e lo aiutai a ricomporsi facendolo successivamente allontanare.
Una volta ricomposta anch’io tornai al tavolo dagli altri, a parte le battute ironiche di Francesco sul nostro allontanamento, per altro per nulla errate visto cio’ che realmente era accaduto, la serata prosegui’ come se nulla fosse. Il povero ragazzo ando’ in bianco come previsto con Sara che al rientro per altro si rammarico’ con se stessa per non avergli dato occasione di proporsi, mi domando se certe storie che mi racconta non siano puro frutto di fantasia. Francesco probabilmente tornato a casa si sego’ in onore delle mie tette esposte perennemente ai suoi occhi, Claudio con tutta probabilita’ si pavoneggio’ davanti agli altri di cosa aveva fatto con me senza pero’ raggiungere credibilita’ e subendo le battute dei compagni.
Io invece tornai a casa contenta almeno stavolta di aver sfogato un poco la mia libido con qualcosa di reale.

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