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Racconti di DominazioneRacconti Erotici Etero

Cap.1 Giada da amica a schiava: come tutto ebbe inizio.

By 12 Giugno 2023No Comments

Premessa:
Io e Giada siamo migliori amici da una vita. Stessa età (20 circa all’epoca dei fatti) stesso paesino e amicizie. Io sapevo tutto di lei e viceversa, tranne che per Il periodo in cui lei fu la mia schiava teneva questa specie di diario/appunti in segreto. Appunti che dopo anni mi ha inaspettatamente mostrato, abbiamo cosi deciso di farne, se mai verranno apprezzati da qualcuno, una serie di racconti/biografia ma dal mio punto di vista. Tutto inizio nel 2013 in modo del tutto surreale per concludersi nel 2015 di comune accordo. Nonostante il racconto sarà leggermente romanzato per renderlo più scorrevole le cose sono andate così, ovviamente i nostri nomi sono stati cambiati e tutti eravamo consenzienti.

Io, Andrea circa un metro e ottanta, fisicamente nella norma ma con la solita panzetta di chi ama mangiare e bere, occhi neri e capelli castani
Lei, Giada circa un metro e sessantacinque, curvy con una terza abbondante di seno, mora con occhi grigio chiaro con riflessi verdi.
Ovviamente le descrizioni sono dell’epoca dei fatti.

Due ragazzi normali, coetanei e migliori amici. Io cominciai a lavorare, fortunatamente, già da subito mentre Giada decise di continuare con gli studi e trasferisci in capitale. Roma non è lontana ci si riusciva comunque a vedere, di meno ma ci si vedeva. Ovviamente come tutti gli studenti fuori sede nel periodo estivo tornava in paese dai genitori. Ma quell’estate del 2013 qualcosa cambiò, il danno lo feci io, un danno che portò a risvolti piacevolmente inaspettati. Quel pomeriggio di inizio estate Giada mi scrisse su facebook che avendo il cellulare senza credito non poteva usare whatsapp quindi mi chiese se nel pomeriggio ci saremmo potuti vedere per uscire come tutti i pomeriggi e per fare la ricarica. Ci mettemmo d’accordo per vederci una mezzoretta dopo. Dato che aveva whatsapp fuori uso intrattenne tutte le proprie conversazioni tramite facebook usandolo da computer quel giorno. Specifico per i più puntigliosi, sembra ieri ma nel 2013 il modem wifi non ce l’avevamo tutti. Accettai ma insistenti che l’appuntamento invece che dal tabaccaio fosse nel posto dove eravamo soliti, con tutta la comitiva, nasconderci da occhi indiscreti dove chi fumava le prime sigarette chi girava le prime cannette. Vivendo in una piccola realtà i nostri genitori l’avrebbero saputo in tempo zero, motivo per cui avevamo il nostro posto di fiducia. Quel giorno eravamo solo io e Giada che avanzò la richiesta di usare il mio cellulare per controllare un paio di chat su facebook, gli diedi il cellulare, apri il browser ma non si ritrovò la schermata di Google.. Io, già appassionato da tempo di bdsm prima con il pc poi con il cellulare appena presero piede gli smartphone mi ritrovavo spesso su forum a tema dove partecipavo anche attivamente alle conversazioni. Ai tempi non avevo alcun tipo di esperienza, quello che sapevo sul bdsm l’ho saputo da internet, mai praticato solo parole, immagini e video su uno schermo. Seguirono 5 minuti in cui Giada rimase in silenzio tombale e io chi sa quali cazzate stavo blaterando, di solito quando si era su facebook era un continuo commentare post, molte volte anche in modo cattivo, di conoscenze in comune.
Quando mi resi conto che ormai non mi stava ascoltando buttai l’occhio sul cellulare, riconobbi la schermata di uno dei forum che seguivo. Avevo dimenticato da bravo coglione di cancellare le “prove del reato” e Giada ce l’aveva tra le mani e sotto gli occhi. Blackout totale, diventai all’istante bianco in viso. E adesso? Che faccio? Abbiamo sempre parlato delle nostre avventure, io poi da bravo porco, al contrario di come affrontava lei questi discorsi, entravo anche nel dettaglio nel medesimo modo in cui ne parlavo con Luca, il mio migliore amico, ma ho sempre tenuto per me queste cose. Mai avrei pensato di ritrovarmi in una situazione del genere.. Dopo qualche istante Giada si rese conto la mia bocca non stava più emettendo suoni, s’era completamente chiusa e non appariva minimamente sconvolta dalla lettura. Ormai il mio cervello ero spento e non mi accorsi che lei non si era minimamente scomposta, pensavo solo al modo in cui potevo uscire dalla situazione nel modo più pulito possibile. Venni salvato in calcio d’angolo da Marco e Francesca, due nostri amici che così per puro caso capitarono li, per Marco la canna al pomeriggio era una cosa sacra. Giada mi restituì il cellulare e passammo l’intero pomeriggio in compagnia di Marco e Francesca. Riuscii a evitare il confronto con Giada e data l’ora andammo tutti a cena nelle rispettive abitazioni. Decisi che avrei evitato Giada come la peste, preferivo buttarmi sotto un’auto in corsa piuttosto che parlare di quello che era successo. Passarono cosi 3/4 giorni dove non mi spari dai radar di Giada fino a quando quando mi arrivò un suo messaggio su whatsapp:
– sei vivo?
Non risposi ovviamente fino a che dopo qualche ora Giada indispettita mi chiamò. Non potevo non rispondere, era troppo.
-ah ma allora sei vivo ancora, stavo pensando a cosa far scrivere sulla corona per il giorno del funerale.
– ahahahah spiritosa, guarda che se me muoio vengo dalla mattina alla sera a romperti i coglioni da spirito, cazzi tuoi.
Continuammo con vari insulti reciproci ma poi aggiunse:
– dai, basta cazzate, torno seria.. i miei sono fuori per il fine settimana, sto chiamando anche gli altri.. vorrei organizzare per la cena a casa.. poi rimaniamo in piscina almeno non andiamo in giro a far danni. Ci stai?
Accettai, non potevo evitarla per tutta la vita, allora pensai: arriverò tardi, uno degli ultimi, dato che l’appuntamento è alle 19:30 mi presento intorno alle 20 massimo 20:30 e mi scampo il conforto che tanto temevo.
Abitiamo molto vicini e per perdere ancora altro tempo uscii a piedi, arrivai come da copione intorno alle 20:20 e suono al citofono:
– chi è?
– Io cretina, apri
– entra idiota! È tardissimo!
Aprii il cancelletto e percorsi il viale che portava alla porta di ingresso, mi guardai attorno e non viddi ne le auto dei nostri amici ne anima viva sotto la pensilina a bordo piscina. Pensai tra me e me che non avevo portato il giusto ritardo e ricominciai a farmi mille paranoie. Entrai, regnava il silenzio, trovai solamente Giada sul divano con una bottiglia di vino già aperta intenta a guardare la tv con aria estremamente scocciata.
– gli altri? Domandai
– non è venuto nessuno
– ah bene, come mai?
Mi spiego che chi per un impegno chi per un altro non ci avrebbero degnato della loro compagnia e prese a farmi l’elenco di  tutte le possibili opzioni per la cena. La interruppi, mi venne in mente che vista l’ora tarda non era il caso di mettersi ai fornelli e mi offrii di mia spontanea volontà di andarla a prendere della pizza. Tutto pur di non evitare la possibilità che il discorso sarebbe andato a finire dove non volevo. Accettò la proposta della pizza, quindi presi la sua macchina e andai. Tornai con le pizze, mangiammo sul divano senza nemmeno apparecchiare la tavola e finimmo la bottiglia di vino. Ormai mi ero rilassato e avevo smesso di pensare al peggio, erano le 22:30 circa quando chiesi:
– che si fa? Usciamo?
– no! dobbiamo parlare io e te.
– esattamente di?
Sapevo dove voleva andare a parare, complice il vino, che tra l’altro non reggeva minimamente, mi prese di petto senza giri di parole:
– mi hai evitato per tutto questo tempo.. perché?
Provai a negare l’evidenza trovando scuse che però non funzionavano, mi conosceva troppo bene.
– mi sono sentita offesa, non per come ti stai comportando ma perché ti sei sentito in difetto, con me.. eppure lo sai che puoi dirmi tutto.. sono io cazzo, mica una estranea.
Nella mia testa questo discorso non era mai iniziato così e mi spiazzò.
– ti sei immedesimata nei miei panni?.. pensi sia facile affrontare questi argomenti per me così imbarazzanti?.. si che sei tu ma mi sento comunque in imbarazzo per quello che è successo.. chi sa cosa starai pensando di me..
Cambiò decisamente atteggiamento, dall’essere incazzata di botto abbassò lo sguardo con fare imbarazzato e continuò:
– certo che mi ci sono messa nei tuoi panni, mi ci sono ritrovata più volte di quello che pensi..
Non capivo che piega stesse prendendo il discorso.
– non ho mai trovato un ragazzo che mi accontentasse nel modo in cui volevo io.. per esempio Giorgio? te lo ricordi no? In nove mesi che siamo stati insieme cercai di farglielo capire in tutti in modi quello che cercavo realmente ma niente.. arrivai al punto di dirglielo, ma non siamo mai arrivati dove volevo arrivare.. alla fine mi rassegnai.. ormai credo che quello che desidero non lo troverò mai..
Risposi non capendo veramente a cosa alludesse:
-non ti seguo.. che stai a cerca?
-si vabbè tu sei più rincoglionito di Giorgio, non capisci un cazzo quando parlo.. vuoi un disegnino? Vabbè ho capito, lasciamo stare.
Mi si accese una lampadina, pensai di aver frainteso. Non poteva essere, decisi di domandare in modo diretto senza i giri di parole che aveva fatto lei:
– fammi capire.. quello che hai visto sul mio cellulare non ti ha disturbato?
– no!
– ed è proprio quello che pensi che troverai mai?
Diventò all’istante rossa in faccia, non l’avevo mai vista così. La situazione si ribaltò, era lei adesso che voleva scappare da quella situazione. Effettivamente ci riusci con la scusa di andare a prendere dell’altro vino in cucina, la bottiglia che avevamo davanti era finita, scattò in piedi e scappò di là. Ci mise un eternità, pensai che il vino fosse andata a comprarlo, non tornava più. Mi presi quel tempo per riordinare le miei idee e ora tutto mi era chiaro. Era giusto? Era sbagliato? Era pur sempre Giada cazzo, ma ormai cominciai a ragionare sempre meno con il cervello e sempre più con il cazzo. Decisi che avrei fatto da li a poco la mia mossa mal che vada si sarebbe incazzata e mi sarei al massimo preso una bottigliata in testa da Giada pensai. Tornò finalmente con la bottiglia di vino, decisi che se non sarebbe tornata sul discorso io non ci serei andato, effettivamente fu così. Passarono 10 minuti in cui intrattenemmo una conversazione normale fino a che dal nulla non me ne usci:
– alzati e spogliati, via la felpa e via la tuta.
Stava per andargli di traverso il vino pensai che la famosa bottigliata stava per arrivare ma Giada alla fine scoppiò in una fragorosa risata. Cambiai tono, divenni più duro:
– non sto scherzando, te lo sto ordinando.
Torno seria, si zittì e si alzò in piedi, come un automa in 5 secondi me la ritrovai in reggiseno e mutandine, non era di certo la prima volta che la vedevo, dopo anni di amicizia è capitato spesso che sia io che lei ci siamo ritrovati a cambiarci vestiti l’uno di fronte l’altro. Effettivamente ad oggi non ricordo cosa indossasse ma decisi di tastare il terreno mettendoci anche un pizzico di umiliazione:
– ma te lo hanno regalato questo completino?
– no, l’ho scelto io, dai è molto carino.
– carino? Ahahah guarda se mi si spoglia una ragazza davanti con un coso di questi penso che non me la scoperei nemmeno con il cazzo di un altro.
Beh, effettivamente il colpo lo accuso e come, pensai che da un momento all’altro sarebbe esplosa di rabbia ma invece mi spiazzò, esclamando:
– vabbè se non ti piace lo tolgo.
Sempre più rossa in viso fece per sganciarsi il reggiseno ma la bloccai:
– te lo togli quando è se voglio io.
– ok scusa.
Ristabbilii i ruoli ma quel “ok scusa” non lo riuscii a digerire:
– l’educazione non te l’ha insegnata nessuno?
– in che senso?
– il tu usalo con gli altri da ora in poi devi darmi del Lei.
– ha ragione, mi scusi.
– bene, brava! comincia anche a chiudere ogni frase con Padrone.
– sarà fatto.. P-P-Padrone.
– bene adesso mettiti in ginocchio e mani dietro la schiena.
Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie, come ci eravamo arrivati a questo punto? Era tutto stranamente insolito. La guardavo, la scrutavo e pensavo a cosa le stesse passando per il cervello ma dalla sua espressione traspariva solo vergogna. Decisi di prendere una sigaretta e andare fuori a fumare intimando a Giada di restare lì e non muoversi. Fu una delle sigarette più lunghe della mia vita, che faccio? Torno dentro per concludere quello che ormai avevamo iniziato o torno dentro e deciso di chiuderla qua?

Continua..

Non siamo scrittori esperti, se sei arrivato fin qui speriamo che sia perche tu abbia gradito ciò che hai letto :) per commenti ,suggerimenti o qualsiasi cosa andrea.real040@gmail.com

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