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Cure termali parte 3

By 25 Novembre 2025No Comments

Chi è interessato alla puntata precedente la può trovare qui:

Cure termali parte 2

Feci tutta una tirata di sonno fino alle 8 anche se tormentata da sogni in cui la mia bravata con padre e figlio era stata scoperta da mio marito che mi cacciava di casa. Mi sveglia madida di sudore anche se non faceva così caldo da giustificare la cosa. I piani per la partenza prevedevano colazione alle 8:30 e partenza 1 ora dopo, io sarei salita dietro alla partenza dall’albergo per non far parlare le malelingue (col casino che avevamo fatto la notte precedente mi sa che il nostro era un segreto di Pulcinella). Poi durante il viaggio, magari dopo una sosta ad un autogrill, padre o figlio sarebbero saliti con me nella parte posteriore.
Mi feci una doccia veloce e scesi a far colazione, Luca ed Andrea erano al loro tavolo ed avevano quasi completato la loro. Mi salutarono entrambi con un buongiorno che non dava idea della promiscuità della notte precedente, ricambiai con lo stesso saluto formale che feci anche agli altri ospiti dell’albergo intenti a mangiare.
Visto che cenavamo insieme mi sedetti comunque al tavolo con loro dopo aver preso un maritozzo alla crema ed una spremuta di arancia. Venne la cameriera a cui chiesi un cappuccino. Parlammo poco e di argomenti banali come il tempo. Una volta finita la colazione tornai nella mia stanza, mi lavai i denti e chiusi la valigia poi scesi.
La macchina era pronta e padre e figlio avevano già caricato i bagagli di Luca, la mia valigia entrò senza problemi vista la macchina di grandi dimensioni. Andrea la aveva cambiata non era più quella dell’anno precedente. Mi aveva spiegata che per il suo lavoro (era un venditore di auto) la cambiava ogni 6 mesi e quelle usate venivano vendute come auto dimostrative.
Questa era splendida, una Nissa X-Trail con tutti gli accessori, molto spaziosa dietro e con i vetri posteriori oscurati, in effetti non si vedeva nulla da fuori.
Partimmo che erano le 9:40 dopo aver salutato i padroni dell’albergo a cui avevo saldato il conto la sera precedente.
La prima ora scorse via leggera, musica di evergreen di sottofondo tanto che presi in giro Andrea per la scelta dato che la stragrande parte dei pezzi era ben più vecchia di lui. Mi spiegò che quando portava i clienti a fare un test dimostrativo faceva sentire la silenziosità ma anche la qualità dell’impianto ed alzò a palla proprio durante un pezzo di Bacarach con sonorità particolarmente ricche.
Dopo un’ora Andrea accostò ad un autogrill per un caffè. Alla ripartenza Luca salì con me dietro. Ci guardammo negli occhi e prima che Andrea ripartisse scesi.
Salii davanti e dissi ai due uomini, quello che è successo ieri sera ormai è fatto però la notte mi ha fatto riflettere e non ho intenzione di fare pompini in auto.
La cosa sorprese padre e figlio che ormai si erano fatti la bocca buona comunque Luca parlò per entrambi: “se non vuoi non saremo certo noi, quando ti faremo scendere all’ultima stazione ci lascerai con un gran bel ricordo ed un po’ di amaro in bocca. Spero che questa tua decisione non sia definitiva, che continueremo comunque a sentirci via WA e che quello che è successo non abbia rovinato il nostro rapporto”. Proseguì Andrea: “sei stata fantastica, anche se hai il doppio dei miei anni spero di trovare una donna come te, sensuale e simpatica”.
Li ringraziai per gli apprezzamenti e ripartimmo ricominciando a chiacchierare ma dentro di me un po’ mi dispiaceva.
Arrivata ora di pranzo Andrea uscì dall’autostrada in un paesino: “un mio cliente mi ha raccomandato un ristorante tipico di questo posto, si mangia veramente bene, molto meglio che in autogrill e si spende la metà”.
Era un posto sull’appennino e la stagione era quella dei funghi, quando entrammo nel locale l’ambiente era veramente accogliente e facemmo una scopracciata di porcini, prima crudi con rucola prezzempolo e grana, poi fritti, un primo di tagliatelle ai funghi e per chiudere polenta con funghi in umido. Mi ero tolta la voglia di funghi per un sacco di tempo.
Andrea si limitò ad un bicchiere, il resto del litro di rosso locale lo finimmo Luca ed io. Va da se che terminato il pranzo (che Andrea e Luca insistettero per offrirmi) con una crostata di mirtilli locali fatta dal cuoco ed un limoncello, mi venisse un abbiocco, salii dietro e Luca si mise vicino a me ma stavolta, ormai tranquilla non scesi. Avevo messo in chiaro che non avrei accettato avances.
Ed invece successe quello che non avrei pensato, dondolata dal rollio della strada ed aiutata dalle abbondanti libagioni, mi addormentai ed iniziai a sognare. Furono sogni molto audaci ispirati dalla sera prima e nel sonno mi sembravano veramente realistici, quando aprii gli occhi avevo il cazzo di Luca in bocca e, dal sapore che sentivo, doveva esserci già almeno da qualche minuto. Lui mi guardò e gemendo mi disse “ben svegliata” poi mi mise la mando dietro la testa ad aiutarmi nel pompino.
Intanto l’auto stava procedendo lentamente in coda, il traffico non scorreva e si era su due file parallele. Alzai gli occhi e vidi fuori dal vetro un’altra auto affiancata.
“Non preoccuparti, non ti possono vedere qui dietro” mi disse Luca.
Ormai avevo inziaito il pompino e devo dire che mi piaceva anche parecchio tanto che iniziai a bagnarmi. Presi la mano di Luca non impegnata a guidarmi nella pompa e me la infilai nella scollatura. Lui non perse tempo ed iniziò a carezzarmi il seno mentre cercava di raggiungere i capezzoli. In breve mi ritrovai con la camicetta sbottonata ed il reggiseno calato a fare una spagnola a quel bel cazzone. L’idea di essere in coda e fare senza essere vista mi eccitava da matti. Così iniziai a masturbarmi mentre le carezze di Luca mi eccitavano sempre di più. Sentii che stava per venire, non potevo e non volevo sporcarmi così tenni il suo cazzo in bocca ed inghiottiii le tre bordate di sperma che eruttarono dal suo uccello. Mentre veniva la mia eccitazione era salita ed inziiai anche io a rantolare per il piacere, finni dopo che lui mi aveva scaricato il suo carico ma venni comunque con un orgasmo strano ma ovviamente piacevole. Mi ricomposi e chiesi a Luca, in un momento in cui la coda era immobile, di salire davanti. Mi accontentò.
Fortunatamente la coda non durò ancora a lungo. Ricominciammo a chiacchierare e dissi ad Andrea che per lui non ce ne era, mi fece un bel sorriso e mi rispose che comunque lo spettacolo visto dallo specchietto retrovisore era stato di primordine e che la sera mi avrebbe pensato facendosi una sega. Lo presi in giro chiedendogli se non avesse una fidanzata e mi spiegò che si era lasciato dopo una lunga relazione e che per un po’ non voleva storie fisse “anche perché una come te è difficile da trovare” disse ribadendo il concetto espresso in precednza. Ero lusingata ma non volevo andare oltre. Avevamo superato il restringimento ed ora si provedeva introno agli 80km orari. Ero un po’ preoccupata perché era rimasto poco tempo per il treno che dovevo prendere ma arrivammo comunque 5 minuti prima della partenza. Li salutai sul binario dopo che mi ebbero caricato la valigia sul treno e restarono a salutarmi fino a che il treno non fu partito. Un’ora dopo alla stazione di arrivo della mia città mio marito mi aspettava sul binario. Durante il viaggio avevo fatto conoscenza con una donna poco più giovane di me che aveva apprezzato le qualità fisiche di Luca ed Andrea e che quando le avevo detto che erano solo amici mi aveva guardato negli occhi dicendomi “sarà ma a me sembrava che ci fosse qualcosa di più”.
Quando poi vide mio marito a prendermi la donna m disse che ero fortunata ad essere circondata da tanti uomini che mi colmavano di attenzioni e di tenermeli stretti.
Baciai mio marito, avevo bevuto una bottiglietta d’acqua ed un succo per togliermi il sapore di sborra dalla bocca eppure lui baciandomi mi disse che avevo uno strano sapore in bocca. Lo giustificai col succo al mirtillo che avevo preso.
Arrivati a casa ero stanca per il viaggio ma avevo comunqi voglia di fare contento mio marito. Entrati in camera con la valigia la piazzò sul letto come d’abitudine per svuotarla, mi tolsi la gonna che indossavo restando con le mutandine e Francesco intravvide il tribale fatto con l’henné che mi ero fatto per lui.
“Vuoi vedere meglio?” gli dissi togliendomi la camicetta e restando solo con mutandine e reggiseno. Fu felice come una pasqua, ovviamente non potei sottrarmi dal concedermi a lui ma la comodità del talamo coniugale e la sicurezza del porto certo non mi dispiacquero anche se l’eccitazione provata la sera prima era stata un’altra cosa.
Finito di fare l’amore ci abbracciammo, ripensai al soggiorno a Chianciano e quando mio marito mi chiese se il soggiorno fosse stato piacevole ed utile per la mia salute gli risposi affermativamente con un gran sorriso. Penso che tornerò l’anno prossimo i benefici me li porto per tutto l’anno.
Mi baciò ed andammo in cucina a mangiare quello che lui aveva preparato.

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