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Racconti Erotici Etero

donna in carriera

By 26 Settembre 2009Dicembre 16th, 2019One Comment

Eravamo fuori da qualche giorno, la fiera stava procedendo bene, nonostante il periodo di crisi sembrava che qualcosa si stesse muovendo. Ero responsabile del comparto export della società da almeno 3 anni e mi trovavo benissimo sia con lo staff dei colleghi e sia con i titolari che mi avevano dato la possibilità di fare carriera in poco tempo.
La giornata che si apprestava a finire era quella conclusiva, avevamo concluso parecchie trattative e avviato nuovi rapporti di collaborazione, l’investimento era stato ampiamente ripagato.
Ero seduta sopra la scrivania appoggiata con una sola gamba, il tailleur verde smeraldo e la canotta bianca di pizzo che avevo sotto facevano risaltare l’ultimo sprazzo di abbronzatura, la scarpa con il tacco che avevo abbinato penzolava maliziosa dal mio piedino, mentre ero intenta a riesaminare gli ultimi documenti redatti non mi ero accorta che in quella posizione ero completamente scosciata ed esposta a sguardi indiscreti.
– Rebecca hai da fare?
– No Sandro dimmi.
Era il mio capo, entrando nel piccolo ufficio che usavamo per chiuderei contratti ho colto l’espressione piacevolmente sorpresa di vedermi in quel atteggiamento rilassato.
– ho bisogno di te di là, c’è un importante rappresentate di una multinazionale però parla solo spagnolo’
– Arrivo subito dammi un secondo per mettermi in ordine.
– Tranquilla sei una favola!
Sandro era sempre molto gentile e galante anche se non mi aveva mai fatto intendere nulla di più di una sincera ammirazione professionale e una stima come persona. Quasi cinquantenne, capelli brizzolati sorriso aperto e sguardo intelligente, doveva fare molto sport perché era proprio in forma, pancia piatta e un sedere all’insù che risaltava sempre sotto i pantaloni.
Metto un filo di rossetto e vado nel salottino dove si trova il nostro ospite.
Con mia grande sorpresa trovo un ragazzo quasi mio coetaneo, completo blu e stratta di mano energica, è proprio spagnolo, credo Siviglia; non ci credo che non sappia l’inglese ma a volte questi nuovi manager mettono alla prova i loro probabili fornitori con questi trucchetti.
Parliamo dei nostri prodotti e di come di solito lavoriamo con l’estero.
– Molto bene Dott. Castelli, devo dire che il vostro stile mi piace molto, collaboratori giovani e azienda organizzata, sono sicuro che mi perdonerà lo stratagemma che ho usato per verificare la vostra preparazione.
– Si figuri Vargas ognuno decide le proprie strategie per valutare i futuri collaboratori.
– Ha ragione, devo dire che sarebbe bastato il sorriso della signorina per farmi capitolare, dove hai studiato spagnolo? Ti do direttamente del tu visto che sei mia coetanea e poi tratteremo direttamente io e te sempre se lei Castelli è d’accordo.
– D’accordissimo, tanto se ne occupa già Rebecca di tutto insieme al suo team.
– Perfetto, che ne dite di essere miei ospiti a cena stasera? Così festeggiamo la firma del contratto?
Io non avevo voglia di rimanere Milano un altro giorno, avevo programmato un week end di relax in una beauty farm appena fuori città immersa nella natura e avrei dovuto trascorrere la prima notte lì.
– Direi che è un’ottima idea, vieni anche tu vero Rebecca?
– Io? Non vedo come possa’
– Non accetto un rifiuto Rebecca, devi venire a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e!
– Stia tranquillo Vargas Rebecca viene, non è vero?
– Si si, certo che domande.
Ci salutiamo con calorose strette di mano dandoci appuntamento in centro in un famoso ristorante per le nove.
– Rebecca sei stata fantastica, chiedimi tutto quello che vuoi!
– Voglio non venire a questa cena, voglio andare alla mia beauty farm e spegnere il telefono per tre giorni, puoi esaudire questo desiderio?
Sandro sfodera uno dei suoi sorrisi migliori, si avvicina a me a due centimetri dalla mia faccia, mi fissa negli occhi e mi mette qualcosa in mano: sono una carta di credito gold american express e le chiavi della sua macchina.
– Purtroppo non puoi andare in vacanza adesso, fai posticipare il soggiorno al prossimo fine settima e mettilo in conto a me ok? Adesso prendi la mia macchina e vai a comprarti qualcosa per stasera e a farti bella, anzi bella sei devi essere stupenda, hai visto come ti guarda Vargas? Letteralmente sbava, di solito non mi piace usare questi mezzucci lo sai, ma visto il periodo’
Prendo chiavi e carta di credito, gli schiocco un bacio sulla guancia
– Mossa molto avventata questa Sandro, mai mettere una donna su una macchina sportiva e mandarla in centro a fare shopping’
– Divertiti e ricordati di passarmi a prendere in hotel!
– Ok capo!
Avevo tre ore a mia disposizione, vado sicura verso un centro commerciale vicino alla fiera dove so che ci sono anche boutique di marchi famosi ed un centro estetico.
Entro nel mio negozio preferito, Versace, e scelgo un vestito nero corto sopra al ginocchio a tubino che esalta le mie forme morbide senza esasperarle, leggermente scollato sul davanti con un oblò vertiginoso sulla schiena che rimane nuda fino alle fossette sopra il sedere, scarpe con tacco dieci di vernice nera lucida spuntate davanti con un bel fiocchettino che fa molto anni ’50 e una borsetta sempre nera tempestata di lustrini. Porgo la carta alla cassiera e lascio tutto in deposito.
Mi dirigo verso il centro estetico, mi faccio acconciare i capelli tirandoli sopra la nuca lasciando scoperto il collo lungo e flessuoso, terminata la piega faccio aggiustare la mia manicure e mi faccio truccare, sguardo sottolineato da colori scuri e rossetto rosso da diva. Esco e mi reco al negozio chiedendo se mi posso cambiare in uno dei camerini, esco vestita di tutto punto e mi sento molto soddisfatta, esco in perfetto orario e vado prendere Sandro.
Lo trovo in completo gessato che mi aspetta fuori dalla hall, accosto l’auto e scendo.
– allora capo cosa ne pensi? Ho speso bene i tuoi soldi?
Rimane senza fiato, scorgo un che di voglioso nei suoi occhi e me lo conferma il sorriso.
– Rebecca hai davvero speso bene i miei soldi, ma non va bene che guidi una signora.
Viene verso di me e prende i mio posto, nel sedermi in macchina il vestito risale aiutato anche dallo spacco posteriore, non mi accorgo di essere rimasta quasi nuda fin quando non noto gli sguardi che Sandro lancia insistentemente dalla mia parte, arrossisco ma non sposto la gonna per non aumentare l’imbarazzo e poi la situazione è intriganti, lui l’uomo tutto di un pezzo che cede alle lusinghe di un paio di gambe.
Arriviamo al ristorante il metre ci accompagna al nostro tavolo dove Vargas ci attende sorseggiando un bicchiere di champagne.
– signori buona sera, Rebecca mi stai facendo del male in questo modo, domani riparto per la Spagna ma sono costretto a lasciarti il mio cuore, sei bellissima.
Così dicendo mi stampa un baciamano trattenendo parecchio le sue labbra sulla mia mano per essere un gesto di galanteria.
Vedo Sandro nervoso, lo champagne ci aiuta a rilassarci, Sebastian ci racconta della sua carriera e di come sia stato l’uomo giusto al posto giusto e anche il mio capo gli confessa che la sua storia sia molto simile.
D’un tratto Sebastian si avvicina con la sedia a me per farmi vedere un video sul suo Blackberry, sento una mano che si appoggia sulla mia coscia, il primo istinto è quello di alzarmi in piedi e mollargli un ceffone; ma visto cosa significava quel contratto per noi, faccio finta di niente continuo a guardare il telefono. La carezza si fa più audace sento i polpastrelli e la mano calda salire lungo la mia coscia, a quel punto la situazione si fa davvero troppo calda, mi alzo in piedi di scatto e chiedo il permesso di incipriarmi il naso.
Entro in bagno e poco dopo sento dei passi dietro di me e la serratura che scatta: è Sandro.
– cosa è successo?
– Niente Sandro il viscidone mi ha toccato le cosce, siccome stava andando un po’ troppo avanti mi sono alzata, non ho fatto scenate come vedi.
Lui si avvicina a me, faccio un passo indietro, continua ad avanzare in un frazione di secondo mi trovo appiccicata al muro con le mani che corrono su di me, la sua bocca cerca la mia io rispondo in preda all’eccitazione della situazione stessa e da quell’uomo che mi desidera così improvvisamente e così passionalmente. Sento le sue cosce forti fra le mie, prendo fiato e riesco a staccarlo
– Sandro ma che cazzo fai?
– Scusami ma è da oggi che ho il cazzo duro, da quando ti ho visto seduta in ufficio, poi se scesa dalla macchina con questo vestito truccata da troia e adesso mi dici che quel ragazzo ti stava toccando le gambe, è stato troppo per me.
Mentre dice così infila una mano sotto il mio vestito arrivando alla mia fighetta che già è bagnata.
– la situazione vedo che piace anche te, sei eccitata e bagnata.
Gli sfilo la mano da sotto il vestito
– Ti ricordo che c’è un cliente di là che ci aspetta, poi di questo ne riparliamo Sandro
– Hai ragione Rebecca, prima gli affari.
Esce prima di me, io mi sistemo e torno al tavolo.
Mi siedo di fianco a Sebastian, lo sfogo di Sandro mi ha lasciato addosso una scarica di adrenalina, i capezzoli eccitati puntano contro la stoffa leggera del vestito e Sebastian se ne accorge.
– in questo ristorante hanno una collezione privata di bottiglie di annata che tengono in una speciale saletta, ti dispiace Sandro se porto la tua collaboratrice a vistarla?
– No fate pure io mi fumo una sigaretta in terrazza.
Andiamo verso la saletta lui mi porge molto galantemente il braccio, appena la porta si chiude dietro di noi mi sento una mano sul culo.
– Bene sodo e morbido come me lo ero immaginato, e quei capezzoli duri? Mmmmm hai voglia di cazzo vero puttanella?
Mi prende una mano e me la mette sul pacco, poi la sua bocca si avventa sul mio collo e sui lobi delle miei orecchie, cerco di liberarmi ma lui mi sovrasta ed è molto più forte di me, di colpo sento un colpo secco e un dolore che proviene dalla mia guancia
– non hai capito troia che devi fare quello che dico io? So benissimo che siete con il culo per terra, non guardare il bei compitini che ti fa vedere il tuo capo a fine mese, lo sai che gioca pesantemente in borsa? IO SO come stanno le cose; quindi adesso tira fuori un bel sorriso, si così brava e inginocchiati davanti a me che ho voglia di sentire la tua bocca intorno al mio cazzo.
Ormai è lui che comanda, io ancora sconvolta dalle rivelazioni e dalla situazione mi inginocchio e gli slaccio i pantaloni, tira fuori un cazzo di tutto riguardo, inizio a leccarlo da sotto le palle e a risalire lungo l’asta per poi ingoiarlo fino a metà. Inizio a pomparlo i suoi mugolii di piacere mi fanno capire che il porco gradisce il trattamento, poi mi blocca la testa e inizia a scoparmi forte la bocca fino alla gola, io posso solo tenere la bocca aperta il più possibile e sperare che finisca presto. Quella violenza e quella situazione assurda mi hanno fatto bagnare ed eccitare , mentre lui usa la mia bocca una mia mano sposta il perizoma e inizio a masturbarmi.
– che troia che sei, dillo cazzo dillo che sei la mia troia.
– Si porco sono la tua troia, ti piace come te lo succhio?
– Si mi piace tantissimo adesso alzati che voglio scoparti.
Mi alzo in piedi e mi appoggio contro un tavolo di vetro. Sento il freddo sui capezzoli che si induriscono di colpo, regalandomi un brivido intenso. Sebastian si ferma dietro di me ad ammirare lo spettacolo delle mie gambe larghe abbronzate sopra i tacchi vertiginosi con il perizoma calato a metà.
Sento che armeggia con qualcosa, forse un profilattico, poi entra dentro di me, prima piano e poi i colpi si fanno sempre più forti, mi tiene stretta ai fianchi, i mie gemiti si fanno sempre più forti, esce di colpo e questa volta è lui ad inginocchiarsi e a leccar tutto quello che cola dalla mia fighetta.
– sei buonissima hai un sapore dolce quasi di miele
– Mmmmm si continua porco fammi godere.
– Non ci pensi al tuo capo di là? Che ne penserà di te dopo questa sera?
– Quello che pensava già prima, che sono una puttana visto che mi ha venduto per concludere un contratto.
– Giusta osservazione, adoro le donne troie ed intelligenti.
Continua a sbattermi fino a che sento le mie gambe tremare, ormai il mio orgasmo è prossimo, un colpo, due e un terzo più forte, le contrazioni del mio orgasmo si propagano al cazzo dello spagnolo che non resiste e mi viene dentro. Rimane ansimante appoggiato sopra di me, quasi abbandonato.
Ci ritiriamo nei bagnetti di fianco alla saletta. Al nostro ritorno Sandro non è a tavola, ci raggiunge dopo un paio di munti con un cognac in mano.
– hai gradito la visita Rebecca?
– Si è stata una piacevole sorpresa, e tu cosa hai fatto di bello?
– Nulla sono stato in terrazza e ho fatto quattro chiacchiere con un mio amico che ho incontrato di là.
– Bene signori non mi posso trattenere oltre, il mio aereo parte alle 5 domani mattina e ho poche ore di sonno, Rebecca ‘dice prendendomi la mano fra le sue e baciandola- è stato davvero un grande piacere averti conosciuta ‘ poi rivolto a Sandro ‘ noi ci sentiamo prossima settimana per i dettagli dell’accordo.
Sebastian se ne va assicurandoci che siamo suoi ospiti.
Ci alziamo e ci dirigiamo verso la macchina, la tensione fra noi è evidente. Salgo in macchina, fisso il finestrino dal lato del passeggero e non curante mi tolgo le scarpe accavallando le gambe, Sandro continua a guidare fissandomi le gambe di tanto in tanto. Arriviamo in hotel e saliamo al nostro piano sempre avvolti in un silenzio imbarazzato.
– buona notte Sandro
– buona notte Rebecca.
Chiudo la porta e entro in bagno per far scorrere l’acqua, ho voglia di un bagno caldo per rilassarmi e fare il punto della situazione.
Bussano alla porta, apro e Sandro si fionda in camera mia.
Mi prende per le spalle sollevandomi di terra e mi butta sul letto.
Mentre si spoglia inveisce contro di me
– cosa ti sei fatta fare puttana?
– Sandro ma cosa cazzo ti prende? Sei impazzito?
Si è tolto i pantaloni le calze e le scarpe ed è sopra di me a cavalcioni e mi tiene per i polsi piantata al letto
– Voglio sapere cosa ti ha fatto
– Lasciami mi fai male, se vuoi te lo dico ma lasciami
– Si voglio saperlo raccontamelo, ma ti voglio nuda.
Con un gesto sicuro mi sfila il vestito,i miei capezzoli spiccano dritti, l’orgasmo avvenuto solo qualche minuto prima è colato lungo le mie gambe e l’alone umido ancora non si era asciugato sul perizoma nero.
– credevo gli avessi fatto solo un pompino invece ti ha scopata come è stata la sveltina?
– E’ stata intensa ed ho goduto come una cagnetta in calore anche se capisco cosa cazzo ti frega.
E arriva il secondo schiaffo della serata.
– Mi frega perché ti voglio anche io, da quando mi hai fatto tirare il cazzo prima.
Si avventa su di me e mi bacia, cerco di resistere ma mi abbandono a lui, Sandro mi piace, mi piace il suo charme la sua classe e questa inaspettata vena selvaggia. Quando capisce che non opporrò resistenza si stacca
– Bene bene Rebecca, hai preparato la vasca vedo, che ne dici se ci facciamo un bagno insieme?
– Dico che è un ottima idea.
Finisco di spogliarlo e ci dirigiamo nella vasca da bagno piena di schiuma che ci contiene comodamente entrambi. Sandro mi insapona dolcemente soffermandosi sui seni e fra le gambe, sento le dita che mi esplorano regalandomi un immenso piacere.
Si alza in piedi davanti a me che rimango li seduta guardarlo dal basso, ha un cazzo duro e nero che svetta fra la schiuma bianca, avvicino la bocca in modo lezioso titillando la cappella con la lingua, girandoci intorno senza mai imboccarla, lo sento fremere e sospirare di impazienza.
Mi prende la testa fra le mani e di colpo mi trovo tutto il cazzo in bocca, tolgo le sue mani; il pompino voglio farlo io. Inizio a pomparlo prima piano poi sempre più forte
– si troietta si, lo sapevo che eri una grande pompinara, mmmm mi stai facendo impazzire si si così continua
– ti piace porco?
– NON FERMARTI, continua a succhiarmelo dai continua si puttana dai eccomi’..ahhhhhh si cazzo ingoialo tutto INGOIALO!

Mi scarica tutta la sua sborra in bocca, io gliela faccio vedere sulla mia lingua in modo osceno e volgare per poi farla sparire nella mia gola.
– Non crederai che la festa finisca qui, vieni di là bambina che ti faccio impazzire.
Ormai avevo perso ogni pudore dopo quello che era successo durante tutta la serata.
Sandro mi fa sistemare a gambe larghe sopra il letto e inizia a leccarmi la figa prima con lente lappate poi facendosi sempre più insistente succhiando e mordicchiandomi il clitoride, io ero un fremito continuo, come sentiva che il mio corpo cedeva lui insisteva e mi torturava di piacere,
– si porco si, fammi venire, fai godere la tua troia, perché io sono la tua troia vero?
– Si sei la mia troietta in calore e da oggi tesoro vedrai cosa significa essere fottuta
dopo qualche minuto di quel trattamento gli sono venuta in bocca stringendo i suoi capelli fra le mani e spingendo la sua bocca contro la mia fighetta pulsante .
– Sandro sei fantastico, non ho mai scopato così
– Ci credo tu esci con gli sbarbatelli, guarda un po’ cosa ho qui per te?
Stentavo a crederci, aveva di nuovo il cazzo in tiro, quel bellissimo cazzo ambrato era ancora lì tutto per me.
Allargai le gambe davanti a lui appoggiandomi con la schiena alla testata del letto, inizia piano piano a masturbarmi davanti a lui mentre lui faceva altrettanto davanti a me. Avevo l viso trasfigurato dal piacere sotto i suoi comandi e i suoi ordini.
Entrò dentro di me in modo deciso ma non violento, mi stava facendo impazzire, mi sussurrava che ero la sua puttana la sua dolce puttana vogliosa e che avrei fatto sempre quello che voleva lui da quel momento in poi.
La mia risposta era sempre si, si a tutto si a tutto quello che mi diceva quel porco bastava solo che mi scopasse.
Mi sentivo tremare e sentivo che i miei gemiti e i miei colpi ci stavano portando insieme verso l’orgasmo, lui fece per uscire ma lo tenni stretto avvinghiato a me, lo volevo dentro volevo che mi rimanesse dentro anche dopo, volevo essere sporca di lui.
Siamo rimasti abbracciati per un po’, poi lui è andato a farsi una doccia, si è rivestito e mi ha salutato baciandomi in bocca.
– ti lascio tranquilla che oggi hai lavorato abbastanza’
– Noi siamo le migliori Sandro!
– Come non lo sai? Le puttane migliori sono quelle che si pagano prima. Buona notte capo a lunedì.
– Notte Rebecca, finirai mai di stupirmi?

To be continued’

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