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Racconti Erotici Etero

Due semplici compagni di classe

By 24 Ottobre 2011Dicembre 16th, 2019No Comments

Un’altra cena di classe.. Anche se ormai erano tutti diplomati da anni i suoi compagni d’avventura non si stancavano mai di organizzarne.

 

Katia era nervosa, un po’ per il suo abbigliamento, come sempre aveva paura di non essere adeguata, un po’ perché si era offerto di accompagnarla il ragazzo con cui aveva sempre corso sul filo del rasoio. Prima semplice compagno di classe, poi migliore amico del suo ex, poi..il poi non l’aveva mai capito: si erano baciati tanto, sfiorati tanto ma a tutti e due era mancato il coraggio di andare oltre.

Il campanello suona, sale le scale..il ticchettio dei suoi tacchi alti sul pavimento del suo ufficio le fa accelerare il cuore, sa di essersi vestita in maniera troppo sexy.

Ed eccolo li, sulla porta..capelli neri corti, occhi scuri profondi come l’universo, carnagione olivastra, un corpo atletico ma non muscoloso fasciato da un paio di jeans e una maglioncino..vorrebbe tanto toglierglieli subito.

“Ciao Fede, devo aspettare che rientri l’ultimo corriere e poi possiamo andare”

Niente baci sulla guancia, niente strette di mano. Sanno tutti e due che il loro equilibrio è piuttosto fragile, e lui certamente non vuole essere ancora ferito.

Sente il suo sguardo analizzarla, si sente in imbarazzo ma non vuole che smetta, vorrebbe solo che andasse oltre.

“Seguimi, devo finire di preparare le consegne”

Scendono le scale, in silenzio. Tra loro le parole sono sempre troppo poche, e troppo assenti. La paura di dire qualcosa di sbagliato o di troppo giusto rende i loro rapporti del tutto superficiali.

Katia inizia a mettere in ordine di consegna le buste arrivate quella mattina, spera con tutto il cuore che il postino ritardatario arrivi in fretta così loro potranno raggiungere i loro amici e tutto quel silenzio finirà.

“Cosa devi fare esattamente?”

La voce di Federico è un po’ roca, probabilmente l’inverno gli ha procurato un po’ di influenza, ma quella voce così calda le fa girare la testa “Questo è l’elenco delle vie dove il postino va a consegnare, devo finire di mettere queste buste in ordine di giro, non mi manca molto”

“Ti do una mano”

Le loro mani si sfiorano ogni tanto sul quel tavolo, Katia non riesce a guardarlo..non fa l’amore da quasi due anni, di solito questo non le pesa ma con lui li accanto diventa tutto più difficile.

Via Bertellis, il plico di lettere è accanto a Federico si allunga per prenderlo e si trova con il suo corpo addosso, si sono mossi contemporaneamente. Alza lo sguardo, il loro nasi si sfiorano, sente il peso di lui addosso, lo vorrebbe ancora più addosso “S-scusa”

Il braccio di lui le cinge la vita, sente il corpo di lui adattarsi a lei, sente il bozzo duro dentro i suoi jeans, le scappa un gemito. Lo sguardo di lui si fa famelico, le loro bocche si avvicinano, la sua lingua si fa strada nella bocca di lei mentre una mano affonda tra i suoi capelli ricci.

Katia lascia cadere le buste, lo stringe a se, sente la sua quinta di seno schiacciarsi tra loro, desidera sentire la sua pelle, non i vestiti. Lui sembra leggerle nel pensiero, inizia a baciarle il collo. Le mani di lui si fanno strada sotto il maglione oversize, un brivido la percorre..ha le mani fredde. Sente il reggiseno slacciarsi, poi lui si china e le solleva il maglione, inizia a mordicchiarle i capezzoli, a leccarle l’insenatura tra i seni. Katia non riesce a muoversi, sta morendo di piacere, si rende conto che sta per venire e lui la sta solo baciando. Lui le stuzzica più intensamente i capezzoli, non può fare a meno di gemere mentre un orgasmo si impossessa di lei.

Ha il fiatone, lo guarda negli occhi e si rende conto che anche lui sta per perdere il controllo. Affonda le mani nei capelli di lui, lo bacia, inizia a sfilargli il maglione, si rende conto che il suo corpo negli ultimi anni si è molto definito, ora è un uomo. Le mani di lui si fanno strada sotto la sua minigonna,  giusto il tempo di scoprire un reggicalze in pizzo nero, non se lo aspettava, la vuole subito.

Le afferra le natiche, tirandole leggermente il perizoma.. quel fastidioso piacere la fa rabbrividire. Lui la solleva sul bancone, le sposta le mutandine e inizia a leccarla. Prima superficialmente, quasi con timidezza, poi lei allarga ancora di più le gambe e insinua la sua lingua dentro di lei, frenetico, intenso, sente che sta per rivenire. Lo sposta, scende dal banco, gli sgancia i pantaloni baciandolo, gli inizia a sfiorare il lungo membro e si rende subito conto che la natura con lui è stata molto generosa. Si china, lo prende tra le labbra. Con la lingua inizia a fare dei piccoli cerchi sul glande di lui, finché sente che non sta per impazzire. Affonda il suo membro dentro la sua gola. Lo sente fremere, non riesce più a resisterle ma lei non vuole che finisca così in fretta, si alza, lo bacia aggancia le sue gambe al corpo di lui, vuole sentirlo dentro, e poi..

Sente la porta dell’ufficio al piano di sopra aprirsi, il postino ritardatario dev’essere arrivato.

Si scansa dal corpo fremente di Fede, si ricompone in fretta. Sente che il postino ha iniziato a scendere le scale, vede Fede rivestirsi e rabbuiarsi, forse ha perso l’unica occasione per farlo suo.

“Katia, ti ho detto mille volte di non lasciare la porta aperta di sera quando sei sola in ufficio” La voce del postino che ora le è davanti è divertita, si è reso conto di aver interrotto qualcosa.

“Non ho rientri, ho fatto tardi ma sono stato bravo” Le consegna la pistola “Piacere io sono Antonio, lavoro con Katia”

Fede non risponde, lo guarda e basta “Si scusami, sono una maleducata. Lui è un mio..amico. Saliamo così posso chiudere i dati, Antonio tu puoi andare.”

Salgono le scale, Antonio in testa, Katia e poi Fede.. Fede che le sta guardando il culo. Probabilmente starà pensando che è una troia se si veste così per andare a lavoro, in realtà lei si è vestita così solo per lui, come ogni volta che sa di vederlo si è preparata nella speranza che la situazione precipitasse.

“Stasera dove andate di bello?” è Antonio, dalla faccia divertita Katia capisce che vuole rendergli la vita difficile.

“Andiamo a cena con i nostri amici, ma tu non devi avere nulla da fare se sei ancora qui a parlare con noi” E’ Federico, il tono un po’ troppo freddo..

“No, ho anch’io da fare. Buona serata! Ciao Katia, ci vediamo lunedì. Ciao amico di Katia, divertitevi”

Esce, Katia vede la luce del motorino allontanarsi, non sa cosa fare. Continua a inserire dati al pc, ha troppa paura di guardare Federico e sapere che l’incantesimo si è spezzato. Sente Fede allontanarsi, alza lo sguardo. E’ sulla porta, prende le chiavi dal tavolo li vicino e chiude a chiave “Così non potranno più interromperci”

Quella sensazione al basso ventre che la prende ogni volta che lo vede si fa più intensa, lo guarda mentre torna da lei. Lo guarda mentre si china ai suoi piedi, le alza la gonna, le sgancia il reggicalze in maniera da riuscire a sfilargli le mutandine. E’ bagnata, si sente bagnata. Sa che lui lo sa e questo la eccita ancora di più. Lui le solleva la gamba, la mette sopra la sua spalla e inizia a stuzzicare la sua figa con la lingua e con le dita, lei inarca la schiena. Lo vuole, vuole sentirlo dentro di se, ha bisogno di sentirlo dentro di se.

Lui inizia a baciarla, sfilandole il maglione fino ad arrivare alla sua bocca. Sa di lei, e lei adora sentire il suoi umori sulla bocca di un uomo. Gli slaccia i jeans, gli sfila il maglione, si abbassa baciandogli il petto e l’addome, gli abbassa jeans e boxer..boxer neri..i suoi preferiti.

Inizia a leccare e stimolare con le mani il membro di lui, lo sente diventare sempre più duro. Lui la solleva, poi la fa stendere a terra. Si insinua dentro di lei, piano, dolcemente, quasi avesse paura di farle male. Le blocca le mani con le sue, mentre con la lingua disegna un sentiero infuocato sul suo collo. Katia stringe le sue gambe attorno al bacino di lui, il ritmo di fa più frequente. Si rende perfettamente conto che il suo ufficio non ha muri ma solo vetrate, che sono visibili a chiunque passi per strada, e questo la fa impazzire di piacere. La schiena di lui si inarca, con un movimento veloce si gira ed ora è lei ad essere sopra di lui. Si muove alternando un ritmo delicato e poi intenso, sente la pelle del pene di lui al contatto con le pareti della sua vagina, sente di essere piena di lui e vorrebbe non finisse mai. Le mani di lui le stringono i seni, la gonna sollevata sopra il bacino, le calze, i tacchi alti, non può controllarsi. Si lascia andare, sente il familiare calore dell’orgasmo lacerargli l’anima, aumenta il ritmo gemendo, vuole prolungare quel piacere all’infinito. Sente il membro di lui ingrossarsi, si rende conto che stanno per venire insieme. Si lascia trasportare da quell’emozione, urla, sussurra il suo nome mentre sente il suo corpo riempirsi del seme di lui.

Stremata si accascia su di lui, sente il suo viso che la cerca. Lo bacia..

“E’ una vita che voglio esser tua..”

Il cellulare inizia a suonare, è quello di lui “scusa, potrebbe essere mia madre, devo rispondere”

Lo recupera, è un loro compagno di classe “Katia ha fatto tardi a lavoro, stiamo arrivando..”

Si sente usata, ma ne è felice. I rapporti occasionali non fanno per lei, ma con lui è diverso.

Si alza, recupera le sue cose, va in bagno, esce.

Lui la sta aspettando accanto alla porta, si rende conto di arrossire mentre si avvicina.

Apre la porta, escono,  deve dire qualcosa.

Si gira verso di lui “Io..non odiarmi” Lui la guarda, la sbatte addosso alla porta e la bacia…

Forse non è stato solo un rapporto occasionale.

 

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