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Racconti Erotici Etero

Due sorelle si raccontano le loro avventure erotiche

By 13 Gennaio 2005Dicembre 16th, 2019No Comments

– Ciao, sorellina, come te la passi? ‘ dico a mia sorella Monica, sedendomi sullo sgabello e accavallando le gambe.

– Non c’&egrave male, grazie. Ma come sei capitata in questo bar?

– Passavo di qui’ Ti posso offrire un Martini?

– Sì, grazie, con ghiaccio. Ah’ Da quant’&egrave che non ci si vede, sorellina! Tu così bionda svaporata, con i capelli lunghi fin sulle spalle, io così rossa infuocata, facciamo paura. Ma come ti sei messa oggi?

– Sì, sono vestita per uccidere.

– Gonna nera, stretch, sopra il ginocchio, vita di vespa, scollatura vertiginosa, che mette in mostra il tuo seno così grande e sodo’

– Ma dimmi, cara’ Noi due siamo sempre state abituate a dirci tutto, a non avere segreti l’una verso l’altra, fin da quando dormivamo insieme, sul letto a castello’ Ora che abbiamo vent’anni le nostre confidenze sono cambiate’ Ti ricordi? L’ultima volta, mi hai raccontato i tuoi sogni proibiti’

– Sì, ed &egrave stato bello.

Mia sorella allora, posando il suo Martini sul bancone e lanciando un’occhiata appassionata al bel barista, fece per accendersi una sigaretta. Fumava ancora’

Io ripresi, dopo essermi passata il rossetto sulle labbra (sono sempre molto attenta al mio make-up):

– Ti posso chiedere un consiglio, sorellina?

– Figurati! Tra sorelle ci si deve dire proprio tutto’

– Come si fa a fare impazzire un uomo?

– Beh ‘ mi rispose lei, abbassando la voce ‘ lo dovresti sapere anche tu, no? I maschi sono attratti dalle nostre belle gambe provocanti, dalle scollature vertiginose’ Hai già deciso chi devi sedurre?

– Una mezza idea ce l’avrei.

– Allora, cara seduttrice, devi mettere delle belle calze a rete nere, velate, per valorizzare le tue belle gambe, così lunghe e dolci’ Quando lui ti passa vicino, le dovrai accavallare, come per caso, e facendo finta di niente, mentre ti accendi una sigaretta’

– Tu sai che io non fumo’

– Beh, non importa’ Quando ti guarda, devi sembrare trasognata e assente, o fissarlo anche tu con i tuoi begli occhi celesti, pieni di fuoco. Ogni occasione deve essere buona per avvicinare il tuo uomo, per sussurrargli qualcosa nell’orecchio, che solo lui può sentire, per dirgli ciao, per fargli i complimenti, per mostrargli il tuo decolleté da schianto, per abbracciarlo’

– L’ho già fatto.

– Allora insisti. Ti ricordi quel bel body blu che ti ho regalato? Ti fa sembrare ancora più formosa, mette in risalto le tue curve, i tuoi fianchi, fa’ che le aureole rosa dei tuoi seni appaiano negligentemente dalla scollatura generosa.

– Sì, me lo ricordo, quel vestito.

– Allora mettitelo spesso. E voglio vedere molto rossetto sulle labbra, fa’ che siano sempre rosso fuoco, pronte per regalare un bacio. Le tue belle mani, con le unghie dipinte di rosso, devono posarsi sulle spalle del tuo uomo, devi sorridergli e ammaliarlo, solo così sarà tuo. Gli hai mai chiesto qualche volta, alla fine della serata, se voleva salire da te?

– Ho cercato, ma lui era sempre troppo ubriaco.

– Allora tienigli il gomito, vedi di fargli capitare nel taschino il tuo numero di telefono, e di portartelo a letto.

– Sei brava, sai? Sei una grande maestra di seduzione.

– Me la cavo’

Allora, vidi apparire sulle labbra scarlatte di mia sorella un sorrisetto malizioso. Oh, lei sì che ci sapeva fare con gli uomini! Li stregava. Io avevo sempre approfittato della sua esperienza, sin da quando mi facevo prestare i profumi, che mettevo per uscire con i ragazzi, durante gli anni del liceo.

Sorseggiando il Martini ripresi:

– Tra donne ci si deve dire proprio tutto. Dai, confidiamoci le nostre avventure. Ti sei divertita, ultimamente?

– Sì, da morire.

– E quando?

– Sabato sera, quando sono uscita con un paio di amici. Li conoscevo appena, ma già eravamo gagliardi. Siamo andati a prendere la Francesca e poi siamo andati a ballare. C’erano le cubiste, le luci soffuse, la musica techno. Per l’occasione, ho voluto provare le mie scarpette nuove, in vernice rossa, col tacco a spillo.

– Quelle che fanno impazzire i maschi?

– Sì, proprio quelle. Ero uscita con Gigi, lo studente universitario, e Pablo, che già conosci, e fa il garzone qui a Milano. Abbiamo ballato quasi tutta la notte e non ti nascondo che la mia gonnellina plissé nera si &egrave sollevata spesso fino a far vedere gli slip neri che portavo.

– Ti hanno toccata?

– Sì, tanto. Hanno insistito per portarmi a casa in macchina. Sai, &egrave bello scorrazzare mezzi ubriachi, le strade di notte, le luci della città, poi ci siamo fermati in un posto appartato e abbiamo scopato.

– Scopato?

– Sì. Prima Pablo, che mi ha alzato la gonna con le sue belle mani tozze, carezzandomi con le sue braccia irsute e muscolose. Mi ha tolto le calze a rete, sono rimasta solo con le scarpe rosse col tacco a spillo, ha insistito per leccarmi i tacchi. Mi ha alzato le gambe al cielo, poi’

– Ti ha penetrata?

– Sì. Avevo ancora indosso una giarrettiera di pizzo nero, che mi ornava la coscia bianca. Gli sono piaciuta tanto. Mentre mi sbatteva in macchina, Gigi guardava’

– Me lo immagino! E tu? Ti piaceva?

– Oh, cara, sì, la signorina urlava di piacere. E Pablo mi menava da scimmione, qual era.

– Poi &egrave toccato a Gigi?

– Sì, poi &egrave toccato a lui. Mi ha presa alla sprovvista, quando meno me l’aspettavo. E’ un intellettuale Gigi. Mi ha leccata a lungo. Ricordo ancora il rumore e gli schiocchi della sua lingua. Mi ha messa quasi a testa in giù, senza scarpe, e le mie tette nude ballavano così la danza del ventre. Non ci ha visti nessuno’

– Oh, ma poi, anche se qualcuno vi avesse visti, so che a te avrebbe fatto soltanto piacere.

– Mi conosci bene, sorellina.

– Prendi la pillola?

– E tu?

– L’ho chiesto prima io!

– Va bene, ti accontento, sì. Ma ora che io ti ho raccontato i miei sogni proibiti, tu raccontami i tuoi.

– Lo sai che sono fidanzata?

– E con chi?

– Con un ragazzaccio’ dico io! Vuoi che te lo descriva?

– Sì, com’&egrave, dimmi.

– Alto, moro, con i tatuaggi sulle braccia e sulla schiena. Porta un anello da uomo al mignolo, un teschietto appeso al collo, fa il meccanico, e a volte anche il buttafuori. Oh, quant’&egrave palestrato! Un idolo.

– Ti piace? E quanti anni ha?

– L’età non gliel’ho mai chiesta. E’ giovane, però. Sa parlare a malapena, ma in compenso, a letto’.

– L’hai già provato?

– Urca! Tante volte. Pensa che mi sono persino rifatta il seno per lui. Mi sono anche acconciata la fica, che ora &egrave liscia e pulita come quella di una bambina, eccezion fatta per un triangolino di pelo, a nord del monte di Venere.

– Ti ha baciata? Ti ha toccata? Ti ha scopata?

– Sì, mi ha scopata. Quante parolacce diceva’ ma &egrave stato bello, che maschio! Siamo andati in un motel, c’era un letto con una sola piazza, forse, troppo piccolo per due, ma credimi, l’abbiamo fatto scricchiolare tanto, tutta la notte!

– Ti &egrave piaciuto?

– Sì. Il mio corpo era imperlato di un sudore di fuoco, lui sapeva di maschio. Ha cominciato a toccarmi i fianchi, le tette, persino l’ombelico, poi &egrave venuto al sodo. Mentre mi scopava, ho perso una delle mie belle scarpe col tacco a spillo. E’ finita sotto il letto e non sono riuscita a ritrovarla più.

– E lui, com’era?

– Ansimava come un bufalo, ma aveva un’intelligenza sessuale fuori del comune. La sua lingua cercava la mia, le mie labbra le sue, le mie mani si intrecciavano con le sue, le mie gambe alle sue, gli pizzicavo le natiche con le unghie’

– Oh, so che sei molto brava in queste cose!

– Non gli ho fatto male, però. Pensa che aveva del pelo anche sulla schiena. Io no, invece, ero depilata, pulita’ Aveva anche voluto legare le mie scarpe con le calze a rete che mi aveva tolto, e appendere il tutto al lampadario, come un trofeo di guerra.

– Glielo hai succhiato?

– Sì, e ho gustato anche un miele degno di Venere, credimi.

– E quante volte gliel’hai data? Dimmelo, dimmelo!

– Tre. Una volta anche con la lingua. Comunque, credo di avergli lasciato il segno del rossetto anche in quel posticino.

– Caspita, gli hai lasciato proprio un bel ricordo!

– Sì, proprio così. Mi ha promesso che lo faremo ancora. Siamo fidanzati, vedi che bell’anellino che mi ha regalato?

– Lo vedo, e capisco anche che ti ha stregata.

– Pensa che mi ha proposto anche di scopare sotto cocaina’ Ma io non faccio di queste cose. Ogni volta che ci vediamo, mi provoca, mi fa dei complimenti indecenti, mi dice anche le parolacce’

– Tipo?

– Pezzo di figa, stangona, scopona, vieni qua che te lo do io’ Per non dire peggio. E mi mette sempre le mani addosso. Oh, cosa non darei perché fosse qui, in questo momento! Correrei tra le sue braccia’

– Beh, va’ da lui, sorellina, io non ti trattengo più, devo tornare al lavoro.

– Ciao, a presto!

– A presto, così ci confideremo qualche altro sogno proibito.

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