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Harry, Ron e Lavanda amici per il sesso

By 2 Gennaio 2025No Comments

Questa fanfiction è un’opera di fantasia creata esclusivamente per scopi di intrattenimento. I personaggi, gli eventi e le situazioni descritti sono immaginari o ispirati a opere esistenti, e non sono intesi a rappresentare la realtà o persone reali. Tutti i diritti sui personaggi originali appartenenti a opere di terze parti restano di proprietà dei rispettivi creatori. Il contenuto di questa fanfiction include temi erotici ed è destinato esclusivamente a un pubblico adulto (18+). Se hai meno di 18 anni o se temi di trovare tali contenuti inappropriati, ti invitiamo a non proseguire nella lettura. L’autore non si assume responsabilità per eventuali fraintendimenti o interpretazioni del contenuto. Ogni elemento è stato scritto nel rispetto della creatività narrativa e senza intento offensivo o dannoso.

Buona lettura e scrivete nei commenti cosa ne pensate. Accetto consigli e suggerimenti, anche per eventuali racconti futuri.

Harry, Ron e Lavanda amici per il sesso

La partita di Quidditch era finita, e Grifondoro aveva trionfato. Ron, imbattibile come portiere, era stato il protagonista indiscusso. Negli spogliatoi, ancora euforico, non smetteva di parlare della sua bravura, mentre si spogliava con movimenti svelti e disinvolti. Harry, seduto poco distante, lo ascoltava con un sorriso divertito, osservando l’amico che sembrava non riuscire a contenere l’adrenalina.
Anche sotto le docce, Ron continuava a chiacchierare. L’acqua calda scorreva sui loro corpi mentre i discorsi si spostavano dalla partita a Hermione, il sogno proibito di Ron. Tra un getto d’acqua e l’altro, confessò che sperava che il suo status di “eroe della giornata” avrebbe finalmente fatto breccia nel cuore della ragazza. Harry, scettico, alzò un sopracciglio, ma Ron scrollò le spalle con una risata sfrontata. “Se non lei, qualcun’altra. Stasera alla festa non tornerò certo a mani vuote!” dichiarò con un tono carico di promesse.
Mentre parlava, con un gesto teatrale e senza alcun imbarazzo, indicò il proprio cazzo in erezione, un misto di orgoglio e sfacciataggine. “Senti qui, amico mio, non sono un campione solo in porta!” aggiunse con un sorriso compiaciuto. Harry rise di gusto, scuotendo la testa. “Certo che sei davvero convinto, eh? Deve essere l’effetto della pozione di Fortuna Liquida… o almeno, quella che pensi di aver preso!” lo stuzzicò, lasciandolo un attimo perplesso.
Ron si fermò, come se volesse rispondere, ma poi sbuffò e si mise a ridere anche lui. La tensione scivolò via insieme all’acqua, e i due amici uscirono dalle docce, ancora intenti a scherzare. Si vestirono in fretta, pronti per la festa che prometteva di essere il degno coronamento di una giornata memorabile.
Arrivati alla festa, Ron e Harry furono accolti come veri campioni. Il salone era addobbato con striscioni e coppe dorate, e l’atmosfera vibrava di musica, risate e applausi. Ron, galvanizzato dall’energia della serata, scrutava la folla cercando Hermione, ma la ragazza sembrava introvabile. Sbuffò, un po’ contrariato, ma si consolò facilmente immergendosi nei festeggiamenti.
Mentre beveva un bicchiere di burrobirra e chiacchierava con alcuni compagni, una figura si fece strada tra la folla. Era Lavanda. Indossava una gonna corta e una camicetta bianca che sembrava a malapena riuscire a contenere le sue forme esplosive. I tre bottoncini aperti rivelavano il profilo abbondante dei seni, premuti e sollevati dal reggiseno, che lasciavano intravedere un solco provocante. Ron rimase senza parole, con lo sguardo fisso su quel décolleté che sembrava una promessa di peccato.
Lavanda gli sorrise con malizia, avvicinandosi con movimenti sinuosi, poi senza alcuna esitazione gli si gettò addosso, afferrandogli il viso e premendo le sue labbra sulle sue. La lingua si fece strada decisa nella bocca di Ron, un bacio audace e sfacciato che attirò l’attenzione di chi era vicino. Ron rimase per un attimo sorpreso, con il cuore che gli batteva forte e il respiro che si bloccava.
Ma bastò sentire il suo cazzo indurirsi sotto la stoffa dei pantaloni per far svanire ogni dubbio. Senza pensarci, le rispose al bacio con altrettanta passione, afferrandola con sicurezza. Le sue mani scivolarono in basso, trovando il culone morbido e rotondo di Lavanda. Lo strinse con forza, avvertendo il calore del suo corpo contro il suo, mentre la folla intorno a loro esplodeva in risate e fischi divertiti.
Ron, completamente rapito dalla situazione, dimenticò Hermione in un istante. Quella notte sembrava già promettere molto di più di quanto avesse immaginato.
La festa continuava tra risate, brindisi e musica che vibrava nelle pareti del salone. L’atmosfera era elettrica, grazie anche alla pozione aggiunta di nascosto alla burrobirra che aveva reso tutti più euforici e disinibiti. Harry, da parte sua, era riuscito a ritagliarsi un angolo di intimità con Cho, la cui bellezza delicata sembrava risplendere ancora di più sotto le luci soffuse.
Si erano nascosti dietro un tendaggio che proteggeva un divano dimenticato dalla folla. Harry era tutto preso da lei, mentre le loro mani si intrecciavano e le labbra si incontravano in baci sempre più lunghi e audaci. Cho, con il suo tocco gentile, gli accarezzava il volto e le spalle, lasciando che le dita scivolassero sotto la camicia per esplorare la pelle calda del ragazzo. C’era qualcosa di timido e allo stesso tempo ardente nei suoi movimenti, come se stesse cercando di liberarsi delle sue paure senza perdere la sua grazia naturale.
Nel frattempo, Ron e Lavanda si stuzzicavano con una confidenza sempre più sfacciata. Seduti insieme a un tavolo vicino al centro della sala, Lavanda non perdeva occasione per provocarlo. La gonna corta si alzava ogni volta che accavallava le gambe, mostrando scorci di pelle liscia e vellutata. Ron cercava di mantenere un’aria disinvolta, ma ogni volta che lei gli sfiorava la coscia con le dita, sentiva il sangue salire alla testa.
Le sue provocazioni si fecero più audaci quando, approfittando della confusione generale, allungò la mano sotto il tavolo. Le dita iniziarono a risalire lentamente lungo la gamba di Ron, fermandosi con malizia appena sopra il ginocchio. Ron trattenne il respiro, il cuore che batteva all’impazzata, ma quando Lavanda gli afferrò il cazzo duro attraverso la stoffa dei pantaloni, sentì il sangue ribollire.
Il suo sguardo si incrociò con quello di lei: i suoi occhi azzurri brillavano di pura eccitazione, e il sorriso sulle sue labbra era una promessa di piaceri che avrebbe mantenuto solo a tempo debito. Ron non riusciva a pensare a nient’altro, nemmeno a Hermione, che nel frattempo si aggirava per la sala.
Hermione li aveva visti. Ogni volta che i suoi occhi si posavano su Ron e Lavanda, una fitta di gelosia le stringeva il cuore. Non sopportava di vederlo così vicino a quella ragazza, ma al tempo stesso non trovava il coraggio di avvicinarsi e confessargli ciò che provava. Si limitava a soffrire in silenzio, stringendo tra le mani una coppa di burrobirra ormai calda, mentre i suoi occhi tradivano il desiderio e la tristezza che le annebbiavano la mente.
Intanto, Harry e Cho erano sempre più presi l’uno dall’altra. Le mani di Harry scivolarono lungo i fianchi sottili di Cho, mentre lei si stringeva a lui con movimenti lenti e sensuali. I loro corpi si trovavano in perfetta sintonia, sospesi in un momento che sembrava esistere al di fuori del tempo e dello spazio. Cho, con le guance lievemente arrossate, lo guardava con un misto di dolcezza e desiderio, lasciando che Harry esplorasse ogni centimetro del suo corpo sottile e armonioso.
Il loro piccolo angolo nascosto sembrava pulsare di una tensione elettrica. Harry, con il cuore che batteva come un tamburo, lasciò scivolare la mano sulla gamba di Cho. La stoffa sottile della gonna accarezzava le sue dita mentre saliva lentamente, esplorando la pelle liscia e vellutata della coscia. Lei non si mosse per fermarlo, anzi, il suo respiro si fece più profondo, quasi tremante, come se fosse in attesa del prossimo gesto.
Le loro labbra si cercavano con passione, lingue intrecciate in un bacio che sembrava volerli consumare. Harry, incoraggiato dalla risposta di Cho, spostò la mano più in alto, sentendo il calore crescere sotto le sue dita. Quando raggiunse l’interno della coscia, la ragazza aprì appena le gambe, un movimento tanto sottile quanto eloquente.
Le dita di Harry trovarono il tessuto umido delle mutandine. La seta era calda e intrisa del desiderio di lei. Con delicatezza, iniziò a muovere le dita lungo la piccola fessura che la stoffa celava a malapena, stimolandola piano, esplorando i contorni della sua intimità. Cho si abbandonò contro di lui, premendo il corpo sottile contro il suo petto.
La ragazza spostò le labbra sul collo di Harry, iniziando a baciarlo con lentezza, alternando piccoli morsi che gli fecero vibrare ogni nervo. Il suo respiro si trasformò in un gemito sommesso quando le dita di lui intensificarono il movimento, tracciando cerchi sempre più precisi. Il calore tra di loro sembrava crescere con ogni secondo, una fiamma che minacciava di divampare.
Cho si mosse avanti, i suoi baci si fecero più avidi, mentre il suo bacino iniziava a rispondere ai movimenti di Harry. Nonostante il piacere evidente, c’era una resistenza sottile: le gambe non si aprivano del tutto, come se fosse intrappolata tra il desiderio e una remora che la faceva esitare. Ma la sua umidità crescente, il modo in cui stringeva le mani sulle spalle di Harry, raccontavano una storia diversa.
Harry sentiva la seta bagnarsi sempre di più sotto le sue dita, il calore che sembrava bruciare attraverso il tessuto. La sensazione di dominare quel momento, di essere la causa dei gemiti sommessi che uscivano dalle labbra di Cho, lo fece sentire più vivo che mai. Lei mordicchiava la sua pelle, lasciando segni lievi e umidi sul collo, i suoi ansiti diventavano più forti ogni volta che lui affondava con più decisione.
La festa, le voci, i rumori intorno a loro erano solo un’eco lontana. Per Harry e Cho, non esisteva altro che quel tocco, quel calore, e il confine sottilissimo tra la stoffa delle sue mutandine e ciò che lui desiderava esplorare ancora più a fondo.
Harry, sempre più preso dall’intensità del momento, spostò la mano con decisione ma senza fretta, facendole capire cosa desiderava. Con un gesto delicato, le fece aprire le gambe un po’ di più, sussurrandole all’orecchio parole cariche di desiderio. “Non sai quanto ti voglio,” le mormorò con voce bassa e rauca, il respiro caldo che le accarezzava la pelle.
Cho sembrava resistere ancora per un istante, ma il suo corpo tradiva ogni esitazione. Alla fine, cedette, aprendo le cosce con un movimento lento e timido, ma che rivelava la sua eccitazione crescente. Harry non aspettò oltre: con sicurezza fece scivolare le dita sotto il bordo delle sue mutandine, incontrando il pelo morbido e corto che ricopriva la sua intimità. Quando le sue dita sfiorarono le labbra calde e umide, Cho lasciò sfuggire un gemito soffocato, il respiro spezzato che gli accarezzava l’orecchio.
La tensione tra i due era palpabile. Harry, sentendo il suo cazzo spingere dolorosamente contro i pantaloni, prese con l’altra mano quella di lei, piccola e delicata, guidandola con dolce fermezza verso la propria erezione. “Toccami,” le sussurrò, la voce un miscuglio di supplica e comando. Posò la mano di Cho sulla sua patta gonfia, facendole sentire quanto fosse duro per lei.
Lei non disse nulla, ma le sue dita iniziarono a muoversi timidamente, tracciando il contorno della sua erezione attraverso la stoffa. Intanto, Harry non smetteva di esplorarla con le sue dita. Spingendosi oltre, scivolò tra le labbra umide della sua fica, penetrandola con una dolcezza che fece sussultare Cho contro di lui. Il calore avvolgente e il modo in cui il suo corpo rispondeva lo fecero gemere piano, quasi impercettibilmente.
Cho, con il volto nascosto nell’incavo del collo di Harry, ansimava contro la sua pelle, i suoi baci diventavano più confusi, i movimenti del bacino si accordavano al ritmo delle sue dita. Ogni volta che lui affondava un po’ di più, la sentiva stringersi intorno a lui, un calore pulsante che lo faceva impazzire.
Le mani di Harry si muovevano con esperienza e delicatezza, alternando carezze e penetrazioni lente, facendola rabbrividire di piacere. Il suo tocco sembrava sciogliere ogni sua resistenza, mentre lei si lasciava guidare sempre di più, i gemiti che si facevano via via più intensi. I suoi respiri affannosi, i piccoli morsi sul collo di Harry, erano tutto ciò di cui lui aveva bisogno per sapere che stava toccando ogni corda giusta del suo corpo.
Harry sentiva il desiderio crescere in lui come una fiamma, alimentato dalla vicinanza di Cho, dai suoi respiri spezzati e dai piccoli gemiti che fino a poco prima gli avevano fatto perdere la testa. Ma qualcosa non andava. Nonostante il suo tocco l’avesse fatta fremere, la ragazza sembrava bloccata, trattenuta da una timidezza che la rendeva incapace di andare oltre.
“Dai, toccami,” le disse Harry, il tono basso ma carico di voglia. Il respiro era irregolare, le parole quasi un sussurro che conteneva la sua frustrazione. Ma Cho non rispose, il suo sguardo abbassato e le mani ferme sulle sue ginocchia. Sembrava paralizzata, come se il desiderio che provava fosse soffocato da un muro invisibile.
Harry si fermò, il piacere scemava lentamente, sostituito da una crescente irritazione. Smetté di accarezzarla, ritirando le dita con un gesto brusco. La guardò negli occhi, cercando una risposta che lei non era in grado di dargli. Con un gesto deciso, slacciò i pantaloni e lasciò che il cazzo duro uscisse, pulsante di voglia insoddisfatta.
Cho alzò lo sguardo, incapace di nascondere il misto di curiosità e paura che le attraversava il volto. Non fece nulla, restò immobile. Harry afferrò le sue mani, cercando di guidarle verso di sé, posandogliele intorno al cazzo caldo e teso. Il contatto durò un istante, un attimo che bastò a farla ritrarre di scatto, come se il calore della pelle fosse troppo per lei.
“Che c’è che non va?” sbottò Harry, con una voce spezzata dall’alcol e dalla frustrazione. Il suo tono era più duro di quanto volesse, ma il desiderio represso lo stava divorando dall’interno. Cho balbettò qualcosa, poi riuscì a dire, quasi sottovoce: “Non… non me la sento.”
Quelle parole lo colpirono come una secchiata d’acqua fredda, ma invece di calmarlo, alimentarono la sua rabbia. “Davvero?” disse con un sorriso amaro. “Sei solo una sciocca ragazzina.” Le sue parole erano taglienti, impregnate di quel mix di delusione e frustrazione che gli faceva perdere la lucidità.
Si ricompose in fretta, tirandosi su i pantaloni e rimettendosi a posto. Il suo corpo pulsava ancora di voglia, ma ormai quella voglia era diventata rabbia, un fuoco che lo consumava senza trovare sfogo. Si alzò di scatto, lasciando Cho seduta lì, immobile, con le guance arrossate e gli occhi lucidi.
Attraversò la stanza barcollando leggermente, preso dall’alcol e dall’adrenalina, e si diresse verso il tavolo delle bevande. Prese una burrobirra con un gesto secco, bevendo un lungo sorso come per placare quel tumulto interno che lo tormentava. I suoi occhi vagavano tra la folla, cercando qualcun’altra, chiunque potesse aiutarlo a spegnere quella voglia insaziabile che lo stava divorando vivo.
Harry si appoggiò al tavolo delle bevande, il bicchiere di burrobirra ormai vuoto stretto nella mano. La sua frustrazione era evidente: il volto scuro, le spalle tese, i pensieri che gli ronzavano in testa senza trovare pace. Stava per prendere un’altra bottiglia quando notò Ron e Lavanda avanzare verso di lui.
Lavanda lo trascinava per mano, ridendo e barcollando leggermente, un’espressione giocosa e lasciva stampata sul viso. Quando Ron vide Harry, però, si fermò di colpo, lasciando andare la mano della ragazza e dirigendosi deciso verso il tavolo delle bevande, con Lavanda che lo seguiva, leggermente irritata dall’interruzione.
“Ehi, tutto bene?” gli chiese Ron con un tono impastato, ma amichevole, mentre prendeva una burrobirra e ne scolava un lungo sorso. I suoi occhi si posarono sull’amico, notando subito il suo viso teso e l’aria cupa. “Hai una faccia… che sembra tu abbia visto un Dissennatore.”
Harry alzò lo sguardo e li osservò entrambi. Ron era visibilmente brillo, con il volto arrossato e i movimenti poco coordinati, mentre Lavanda sembrava ben oltre il confine dell’ubriachezza. La camicetta, già abbondantemente scollata all’inizio della serata, ora aveva altri due bottoni slacciati, lasciando quasi tutto il seno in vista, il reggiseno stretto che faticava a contenerne la generosa abbondanza. Lei si appoggiava a Ron, strusciandosi con fare sfacciato, le mani che vagavano senza troppi scrupoli sulla schiena e sul petto del ragazzo.
“Che hai, Harry? Non mi sembri in forma,” insistette Ron, guardandolo con un misto di curiosità e preoccupazione.
Harry prese un altro sorso di burrobirra, cercando di allentare il nodo di frustrazione che gli stringeva lo stomaco. “Nulla,” iniziò, poi, scuotendo la testa, aggiunse: “Una ragazza… mi ha fatto perdere tempo. Mi ha fatto venire il cazzo duro e poi si è tirata indietro. Non se la sentiva.” Lasciò cadere la frase come una lama, omettendo volutamente il nome di Cho, ma lasciando trapelare tutta la sua irritazione.
Ron scoppiò a ridere, un suono sguaiato che sembrava rimbombare nella testa di Harry. “Fratello, hai davvero bisogno di rilassarti!” disse, dando una pacca esageratamente forte sulla spalla dell’amico. Lavanda, intanto, non sembrava minimamente interessata alla conversazione. Si strusciava contro Ron, la testa appoggiata alla sua spalla, un sorriso languido sulle labbra.
“Ron…” disse Harry, alzando un sopracciglio e guardando la ragazza che sembrava sul punto di divorare il suo amico. “Ti rendi conto che lei ti sta praticamente mangiando con gli occhi, vero?”
Ron guardò Lavanda, poi sorrise con quella tipica spavalderia da ubriaco. “Beh, non la biasimo,” rispose ridacchiando, mentre lei gli passava le mani sul petto con movimenti sempre più audaci. “Stasera sono un campione in tutto… anche fuori dal campo.”
Harry li osservò, la frustrazione che si mescolava a un pizzico di invidia. La tensione che gli stringeva il corpo sembrava non trovare sollievo, mentre guardava Ron che, senza sforzo, sembrava avere il mondo ai suoi piedi, Lavanda inclusa. Harry si voltò, finendo la sua burrobirra con un lungo sorso, chiedendosi se quella notte avesse ancora qualcosa da offrirgli o se sarebbe rimasto a lottare con il suo desiderio insoddisfatto.
Lavanda, che fino a quel momento si era limitata a strusciarsi su Ron senza dire nulla, alzò lo sguardo verso Harry, i suoi occhi azzurri brillanti di malizia. “Peccato per quella ragazza,” disse con un tono giocoso, inclinando leggermente la testa. “Ma forse, meglio così… magari il tuo bel cazzo andrà a qualcuna che saprà cosa farci sul serio.” Nel dirlo, gli fece l’occhiolino, un gesto così spudorato che Harry rimase un attimo interdetto, senza parole.
Le sue parole, però, non caddero nel vuoto. Harry la squadrò dalla testa ai piedi, soffermandosi su ogni curva generosa che il suo abbigliamento appena contenuto metteva in mostra. La camicetta ormai praticamente aperta rivelava i seni enormi, schiacciati contro il reggiseno che sembrava sul punto di cedere, mentre la gonna corta enfatizzava il suo culone rotondo e sensuale. Non poté fare a meno di pensare a quanto gli sarebbe piaciuto scoparla.
Ron, che aveva ascoltato tutto ridendo sotto i baffi, si girò verso Lavanda, scuotendo la testa divertito. “Sei proprio una puttanella, eh?” le disse con tono scherzoso, ma carico di allusione.
Lavanda non si offese. Anzi, scoppiò in una risata contagiosa e rispose, con la stessa spavalderia: “Sì, è vero! Sono una puttanella… una puttanella golosa, e stasera ho una gran voglia di farmi scopare!” La sua voce era calda, quasi un sussurro, ma piena di quella sfacciata sicurezza che la rendeva irresistibile.
I due ragazzi si guardarono, prima con sorpresa, poi con complicità. E alla fine scoppiarono a ridere, un riso ubriaco e sincero che sembrava sciogliere ogni tensione. Harry scosse la testa, incapace di trattenere un sorriso.
“Devo farti i complimenti, Ron,” disse, guardando l’amico con un misto di invidia e ammirazione. “Hai trovato una puttanella con i fiocchi.”
“Lo so,” rispose Ron con una risata sguaiata, stringendo Lavanda per la vita e dandole una pacca affettuosa sul culo pieno. “Sono fortunato, vero? La mia piccola puttanella sa sempre come rendermi felice.”
Lavanda si lasciò stringere, ridendo ancora, e passò le mani lungo il petto di Ron, lanciando a Harry uno sguardo civettuolo. “E magari… potrei rendere felice anche qualcun altro, se ne avesse bisogno,” disse con tono giocoso, il sorriso sulle labbra che prometteva più di quanto le sue parole lasciassero intendere.
Harry rimase per un istante interdetto, le parole di Lavanda che gli rimbombavano nella testa, ma il suo corpo rispose prima di lui. Il cazzo gli si indurì all’istante, pulsando contro la stoffa dei pantaloni. La guardò, cercando di mantenere la calma, ma la voglia che gli bruciava dentro lo tradiva. “Proposte del genere devi farle con il permesso del tuo padrone,” rispose con un sorriso beffardo, alzando un sopracciglio mentre si passava una mano sul collo, fingendo disinvoltura.
Lavanda non si scompose. Lo fissò con quegli occhi azzurri carichi di malizia, poi si girò verso Ron, assumendo un’espressione di finta supplica. “Ron… amore,” disse con una voce suadente, avvicinandosi ancora di più al ragazzo, che ormai sembrava ipnotizzato dalle sue forme. “Non sarebbe divertente se giocassimo tutti e tre, stasera?”
Ron rimase a bocca aperta per un attimo, sorpreso dalla sfacciataggine di Lavanda. Poi scoppiò a ridere, un suono pieno di eccitazione che tradiva quanto la proposta lo avesse intrigato. L’idea di condividere Lavanda con Harry lo fece impazzire. Era proprio una puttana, e il pensiero di vederla scopata da entrambi, insieme, lo eccitava più di quanto volesse ammettere.
La prese per la vita, stringendola con un gesto deciso, e le sussurrò con un tono serio: “Se sei così sicura, devi sapere che ti scoperemo entrambi. Insieme. Niente storie.”
Prima ancora che finisse di parlare, Lavanda lo interruppe con un sorriso sfacciato. “Oh, non preoccuparti, tesoro. Il mio culo non è vergine… e non sarebbe nemmeno la prima volta che mi faccio due uomini nello stesso momento.” La sua voce era un sussurro roco, carico di promesse.
A conferma delle sue parole, si voltò verso Harry e senza esitazione posò la mano sulla sua patta gonfia, stringendola leggermente, il calore della sua stretta che lo fece sussultare. I suoi occhi si posarono di nuovo su Ron, e con un sorriso lascivo aggiunse: “Allora, cosa stiamo aspettando? Salite o no?”
Ron si sporse in avanti, baciandola con una passione che sembrava voler divorare ogni sua parola. Poi si voltò verso Harry, che ormai era palesemente preso dalla situazione. “Andiamo,” disse con un sorriso complice. “Questa puttanella non aspetta altro.”
I passi nei corridoi del castello risuonavano rapidi, accompagnati da risate soffocate e dal rumore dei respiri pesanti dei tre. Quando raggiunsero la stanza di Lavanda, la tensione nell’aria era quasi palpabile. Ron e Harry si tolsero le scarpe in fretta e si sedettero sul letto, i corpi già in allerta, gli occhi che seguivano ogni movimento della ragazza mentre spariva nel bagno.
Quando Lavanda riemerse, la stanza sembrava farsi più calda. Si fermò davanti a loro, appoggiandosi alla porta con un sorriso che prometteva fuoco e piacere. “Vi piace quello che vedete?” chiese con voce bassa e roca, il tono carico di malizia. Poi, senza attendere una risposta, si avvicinò lentamente, i fianchi che ondeggiavano a ogni passo.
Si fermò a pochi metri dal letto e, con gesti lenti e studiati, iniziò a sbottonare la camicetta. Ogni bottone che si apriva rivelava sempre più pelle, mentre i suoi occhi passavano alternativamente da Ron a Harry, come per accertarsi che entrambi fossero completamente rapiti da lei. Quando l’ultimo bottone cedette, lasciò che la camicetta scivolasse lentamente lungo le braccia, cadendo a terra in un morbido fruscio.
I seni, trattenuti a malapena dal reggiseno stretto, sembravano quasi esplodere dalla coppa. Lavanda fece un passo avanti, chinandosi leggermente verso di loro, lasciando che le spalline scivolassero giù, una dopo l’altra, in un movimento lento e ipnotico. Quando si liberò del reggiseno, i suoi seni rimbalzarono leggermente, pieni e morbidi, le punte dei capezzoli già indurite dall’eccitazione.
Ron deglutì rumorosamente, e Harry trattenne un gemito. Lavanda sorrise, compiaciuta, e portò le mani ai lati della gonna. Con movimenti deliberatamente lenti, abbassò la zip, facendo scivolare il tessuto lungo i fianchi fino a lasciarla cadere a terra. Rimase lì per un attimo, con le mani sui fianchi, indossando solo un paio di mutandine nere che mettevano in risalto la curva rotonda del suo sedere.
Si girò, dando loro le spalle, e con un movimento fluido si chinò leggermente, mostrando il sedere pieno e perfetto. Tirò giù le mutandine con le mani, lasciando che scivolassero lungo le cosce e cadessero sul pavimento. Quando si rialzò, girandosi lentamente, era completamente nuda.
La fica pelosa, ma curata, era in bella vista. Le gambe slanciate sembravano tese, ogni muscolo in evidenza, mentre i suoi seni si muovevano leggermente a ogni respiro. Lavanda si avvicinò di nuovo al letto, un piede davanti all’altro, le mani che accarezzavano i propri fianchi e la pancia, scivolando fino a lambire il monte di Venere con un gesto provocante.
Ron e Harry non riuscivano a distogliere lo sguardo. L’eccitazione era scritta sui loro volti, evidente nel modo in cui i loro pantaloni non riuscivano più a contenere il desiderio che li travolgeva. Lavanda si fermò a pochi passi da loro, le mani che si posarono sui loro petti. “Siete pronti a divertirvi?” sussurrò, la voce calda come miele, mentre i suoi occhi bruciavano di voglia.
Ron fu il primo a liberarsi, slacciandosi i pantaloni con una rapidità che tradiva tutta la sua eccitazione. Tirò fuori il cazzo, grosso e largo, che si ergeva imponente davanti a Lavanda. Lei lo guardò con un sorriso compiaciuto, ma prima che potesse avvicinarsi, Harry decise di non essere da meno. Si abbassò i pantaloni e i boxer, lasciando che il suo cazzo, più lungo ma meno largo rispetto a quello di Ron, si mostrasse in tutta la sua durezza.
Lavanda, nuda e con gli occhi che brillavano di voglia, rimase a osservarli per un istante, mordendosi il labbro inferiore e leccandosi le labbra. “Oh, ragazzi…” sussurrò, la voce calda e piena di malizia. Con un movimento lento e fluido, salì sul letto, muovendosi con la grazia di una gatta, fino a posizionarsi tra di loro.
Con le mani morbide e sicure, afferrò i loro cazzi, stringendoli con una presa decisa che li fece gemere piano. Iniziò a muovere le mani avanti e indietro, masturbandoli con maestria, mentre le sue labbra si aprivano in un sorriso malizioso. “Siete così duri per me… Mi fate sentire così porca,” disse, alternando lo sguardo tra Ron e Harry. “Vi piace la vostra puttanella, vero? Vi farò impazzire, uno alla volta… o forse insieme.” La sua voce era un sussurro sensuale, un incantesimo che li legava a ogni suo movimento.
Si piegò verso Ron, avvicinando la bocca al suo cazzo grosso e caldo. Senza smettere di segare quello di Harry, iniziò a leccarlo dalla base fino alla punta, con la lingua che disegnava movimenti lenti e provocanti. Ogni volta che arrivava alla cappella, la avvolgeva con le labbra, succhiandola piano e lasciandola poi scivolare fuori con un suono umido che sembrava amplificare l’eccitazione nella stanza.
Quando il cazzo di Ron fu completamente lucido di saliva, si spostò verso Harry. Lasciò che il cazzo lungo e teso riempisse la sua bocca, mentre continuava a masturbare Ron con una mano sicura. La sua lingua si muoveva con la stessa maestria, avvolgendo e succhiando, alternando movimenti rapidi a languide leccate che lo facevano tremare.
Lavanda sembrava in totale controllo, alternando la bocca tra i due, succhiando un cazzo alla volta con dedizione e desiderio, mentre le sue mani non smettevano di dar loro piacere. I suoi gemiti sommessi riempivano la stanza, mescolandosi ai respiri affannosi dei due ragazzi. Ogni tanto sollevava lo sguardo, incontrando i loro occhi con un sorriso soddisfatto, come se stesse assaporando ogni istante di quel gioco perverso.
Ron e Harry si scambiarono uno sguardo complice, entrambi incapaci di trattenere i gemiti che Lavanda riusciva a tirare fuori con ogni movimento delle sue labbra e delle sue mani esperte. Lei, intanto, sembrava divertirsi, godendo del potere che aveva su di loro, mentre il calore nella stanza cresceva sempre di più.
Lavanda si fermò per un istante, guardando Ron negli occhi con un sorriso malizioso. “Hai davvero un cazzo incredibile,” gli sussurrò, facendo scorrere le dita lungo l’asta lucida e pulsante. “Penso che la mia fica lo desideri più di qualsiasi altra cosa.” Ron, ormai sopraffatto dall’eccitazione, riuscì solo ad annuire, il respiro pesante e le mani che si aggrappavano al bordo del letto.
Soddisfatta della sua reazione, Lavanda spostò lo sguardo verso Harry, che si stava liberando degli ultimi vestiti. “E tu, caro,” disse con voce suadente, “dedicati pure al mio culo… è pronto per te.”
Harry non si fece ripetere l’invito. Si avvicinò, completamente nudo, con il cazzo duro che pulsava di voglia. Mentre Lavanda si posizionava sopra Ron, Harry si inginocchiò dietro di lei, osservando il suo corpo che sembrava fatto per il peccato. Lavanda, con un gesto sicuro, afferrò il cazzo grosso di Ron e lo guidò verso la sua fica fradicia. Gemette piano mentre la punta spingeva contro le sue labbra, e poi con un movimento fluido si abbassò, facendolo entrare lentamente.
“Oh, sì… così grosso,” ansimò, le mani che si appoggiavano sul petto di Ron per mantenere l’equilibrio. Iniziò a muoversi con ritmo lento, lasciando che ogni centimetro del cazzo di Ron le riempisse la fica, mentre i suoi gemiti si mescolavano ai sospiri di piacere del ragazzo.
Harry, dietro di lei, le allargò delicatamente le natiche con entrambe le mani, osservando il buchetto liscio e ben lubrificato del suo culo che sembrava invitarlo. Inclinò la testa in avanti e fece scivolare la lingua sullo sfintere, tracciando piccoli cerchi che fecero sussultare Lavanda.
“Che bravi ragazzi,” gemette Lavanda, la voce tremante mentre il piacere la travolgeva da entrambi i lati. Harry, sentendo il corpo di lei rispondere, aumentò la pressione della lingua, leccandola con più decisione e assaporando ogni reazione.
Il movimento di Lavanda sul cazzo di Ron era ipnotico: le sue anche si muovevano con un ritmo perfetto, il suono umido della penetrazione che riempiva la stanza. Harry, leccandole il culo con dedizione, si ritrovò a pochi centimetri dall’asta di Ron, che scivolava dentro e fuori dalla fica bagnata della ragazza.
Non si fermò. Anzi, attratto dal misto di umori e dalla situazione proibita, scese con la lingua, facendola passare sull’asta di Ron ogni volta che usciva parzialmente dalla fica di Lavanda. La leccava con piccoli tocchi, assaporando l’insieme di sapori che lo eccitavano più di quanto avrebbe mai pensato possibile.
Ron sembrò non accorgersene, troppo preso dal piacere che Lavanda gli stava dando. Lei, però, si accorse del gesto e sorrise tra un gemito e l’altro. “Oh, Harry…” mormorò, il tono pieno di complicità. “Sei davvero un ragazzo fantasioso… un vero porcellino”
Harry, eccitato come non mai, continuò a dedicarsi al culo e al cazzo di Ron, alternando i movimenti della lingua. Il desiderio tra i tre era ormai alle stelle, un vortice di piacere che li avvolgeva completamente, facendo sparire ogni inibizione.
Lavanda era visibilmente eccitata, i suoi gemiti si intensificavano mentre si muoveva sul cazzo di Ron, ma un’idea ancora più perversa le attraversò la mente. Il piacere che stava provando non le bastava, voleva spingersi oltre. Con un movimento lento e calcolato, si girò leggermente verso Harry, abbassando la voce fino a trasformare le sue parole in un sussurro provocante. “Preparati…” disse, lasciando che il significato delle sue parole si rivelasse da solo.
Harry la guardò, incerto, ma poi capì quando la vide piegarsi in avanti, le labbra che incontravano quelle di Ron in un bacio profondo e appassionato. Ron gemeva contro la bocca di Lavanda, completamente rapito dalla situazione. Lei, nel frattempo, si spostò con attenzione, facendo in modo che il cazzo di Ron uscisse lentamente dalla sua fica, lucido degli umori che aveva raccolto.
Harry osservava, il respiro spezzato mentre il cazzo duro pulsava alla vista di quel membro bagnato. Lavanda lo guardò un attimo con un sorriso complice, e lui capì. Con delicatezza, afferrò il cazzo di Ron, inclinando il viso verso di esso. Si chinò e con un movimento fluido lo prese in bocca, avvolgendo la cappella con le labbra calde e iniziando a succhiare.
Ron, completamente perso tra i baci e le parole oscene che Lavanda gli mormorava, non si accorse di nulla. Il piacere lo travolgeva mentre Harry lavorava sul suo cazzo con la bocca, succhiandolo e gustando il sapore degli umori mischiati di Lavanda. La scena era un intreccio di desiderio e perversione, un atto che superava ogni confine.
Dopo essersi assicurato che il cazzo fosse ben lubrificato, Harry lo guidò con attenzione verso la fica aperta e fradicia di Lavanda. Lei si alzò leggermente, accogliendolo di nuovo in sé con un gemito profondo, impalandosi con forza. Girandosi verso Harry, gli fece l’occhiolino, un gesto carico di complicità che lo fece fremere.
Poi, con un sorriso malizioso, Lavanda lo guardò dritto negli occhi e gli sussurrò: “Adesso tocca a te, pervertito… Voglio il tuo cazzo nel mio culo.”
Harry non perse un secondo. Si posizionò dietro di lei, le mani che accarezzavano le sue natiche morbide e rotonde, allargandole con cura. Puntò la cappella contro il suo buchetto stretto, spingendo piano, sentendo il calore e la resistenza che lo avvolgevano lentamente. Ron, davanti a loro, continuava a muoversi con forza, il ritmo che si accordava a quello di Harry mentre i due ragazzi riempivano Lavanda contemporaneamente.
Lei gemeva più forte, il piacere che la attraversava era quasi troppo da sopportare. Si aggrappò alle spalle di Ron, mentre Harry si spingeva sempre più a fondo, il ritmo dei loro corpi che si sincronizzava in un crescendo di passione e piacere. La stanza era piena di suoni umidi e gemiti soffocati, un vortice di puro desiderio che sembrava non avere fine.
Lavanda urlò il suo orgasmo con una forza che sembrò scuotere l’intera stanza, il corpo che tremava sotto le spinte di Harry e Ron. “Oh sì, cazzo! Mi fate godere come una vera troia!” gridò, il volto arrossato e illuminato dal puro piacere. Le sue parole, sporche e cariche di lussuria, eccitarono ancora di più i ragazzi, che presero a spingerle dentro con ancora più forza.
Harry, con le mani strette sui suoi fianchi morbidi e pieni, iniziò a fotterle il culo con tutto l’ardore che aveva. Ogni spinta era decisa, affamata, e il buchetto stretto e caldo di Lavanda sembrava stringerlo a ogni affondo, amplificando il piacere in un modo quasi insopportabile. Le sue dita si affondavano nella carne di Lavanda, accompagnando ogni movimento mentre i loro corpi si sincronizzavano in un ritmo frenetico.
Ron, intanto, continuava a muoversi con forza dentro la fica bagnata e pulsante di Lavanda, il calore e la morbidezza che lo avvolgevano lo stavano portando al limite. Con un sorriso perverso, le afferrò i seni grossi e morbidi, strizzandoli con forza mentre i suoi pollici si concentravano sui capezzoli turgidi. Li tirava e li torceva, provocando gemiti ancora più forti da Lavanda, che urlava di piacere, incitandolo. “Sì, cazzo, strizzami le tette, trattami da troia!” gridò, i suoi occhi chiusi mentre il piacere la travolgeva.
Le contrazioni dei suoi muscoli, sia nella fica che nel culo, erano irresistibili. Harry gemette forte mentre sentiva il buchetto stringersi intorno al suo cazzo, la sensazione che lo spingeva a fotterla con ancora più intensità. “Ti piace così, eh? Troia che non sei altro,” le sussurrò con voce roca, le sue mani che guidavano il suo corpo come se fosse un’estensione della sua volontà.
Ron, completamente perso nella sensazione della fica di Lavanda che lo avvolgeva, piegò la testa in avanti per mordicchiarle il collo, le sue spinte che si facevano sempre più profonde e rapide. Le sue mani non lasciavano i seni, torturandoli e strizzandoli con una forza che Lavanda sembrava adorare.
“Ancora! Ancora! Fatemi godere come solo voi sapete fare!” urlò Lavanda, il corpo che si muoveva freneticamente tra i due, il piacere che sembrava scivolare fuori da ogni fibra del suo essere. Le sue grida aumentarono ancora di più, fino a che un altro orgasmo la travolse con un’intensità che la fece tremare. I suoi muscoli si contrassero attorno a entrambi i cazzi, mandando onde di piacere attraverso i corpi di Harry e Ron.
Il suo corpo cedeva al piacere, ma la mente di Lavanda era inebriata, ogni fibra del suo essere concentrata sull’essere la troia che entrambi i ragazzi desideravano. “Non fermatevi… voglio di più, voglio che mi distruggiate!” sussurrò tra un gemito e un respiro spezzato, spingendosi sempre di più contro di loro.
Harry sentiva il piacere montare dentro di sé, ma fu Ron a cedere per primo. Il suo respiro si fece più pesante, il corpo rigido mentre un gemito gutturale gli sfuggiva dalle labbra. “Sto per venire…” annunciò con voce roca, il tono quasi disperato dall’eccitazione. Le parole di Lavanda, sporche e cariche di malizia, l’avevano portato al limite.
Lavanda, con un sorriso complice, si girò verso Harry, i loro sguardi che si incrociarono in un’intesa silenziosa. Poi tornò a guardare Ron, con un’espressione che mescolava autorità e sensualità. “Non venire dentro di me,” gli ordinò, le sue parole un mix di comando e desiderio.
Harry, comprendendo le sue intenzioni, si ritirò dal culo di Lavanda, il suo cazzo lucido e pulsante, pronto a esplodere. Lei si alzò leggermente, permettendo al cazzo di Ron di scivolare fuori dalla sua fica fradicia prima che fosse troppo tardi. Con movimenti fluidi, si avvicinò a Ron, piegandosi su di lui e incorniciandogli il volto con i suoi seni enormi, morbidi e turgidi. “Vieni, amore… fammi vedere quanto sei pieno per me,” gli sussurrò, spingendo un capezzolo contro le sue labbra mentre continuava a incitarlo con il suo tono sporco e suadente.
Mentre Ron era perso tra i baci e i seni di Lavanda, Harry si chinò senza farsi notare. Con una mano delicata, prese il cazzo di Ron, guidandolo senza che il suo amico se ne accorgesse. Harry mantenne una presa ferma ma discreta, avvicinando la bocca appena in tempo per il primo potente schizzo.
La sborra calda esplose, riempiendo la bocca di Harry con una quantità così abbondante che dovette ingoiare a più riprese per tenere il passo. Il sapore denso e salato lo travolse, ma l’eccitazione del momento lo spinse a continuare, con la bocca aperta ad accogliere ogni getto. Alla fine, lasciò andare il cazzo di Ron, e gli ultimi fiotti colpirono il grosso culo rotondo di Lavanda, lasciando scie bianche sulla sua pelle liscia.
Lavanda si rialzò con un movimento elegante, dando le spalle a Ron, mentre il suo sguardo si posava su Harry. Il sorriso malizioso sul suo volto lasciava intendere che aveva visto tutto. Si avvicinò a Harry, afferrandolo per la nuca, e lo baciò con foga, la lingua che esplorava la sua bocca in un bacio carico di complicità. Il sapore di Ron si mescolò tra di loro, e Lavanda gemeva piano, come se trovasse la cosa incredibilmente eccitante.
Mentre continuava a baciarlo, la sua mano scese lungo il corpo di Harry, afferrando il suo cazzo duro e pulsante. Lo accarezzava con movimenti sicuri, il suo sorriso sempre presente mentre lo guardava con occhi carichi di voglia. “Adesso è il tuo turno,” sussurrò, piegandosi lentamente davanti a lui.
Con un movimento fluido, prese il cazzo di Harry in bocca, le labbra che lo avvolgevano con una presa salda e sicura. Lavanda si muoveva con maestria, alternando succhiate lente a movimenti più rapidi, le mani che continuavano a stimolarlo alla base. Harry gemeva, il piacere lo travolgeva mentre il calore della sua bocca lo spingeva verso il culmine.
Quando Harry, incapace di trattenersi, mormorò: “Sto per venire…”, Lavanda aumentò il ritmo, stringendo il cazzo con le labbra e succhiandolo con più forza, determinata a prenderlo tutto.
Harry non riuscì a trattenersi più a lungo. Il piacere lo travolse come un’onda inarrestabile, e con un gemito profondo afferrò la testa di Lavanda, premendola contro il proprio bacino. Il cazzo si spinse a fondo nella sua gola, quasi soffocandola, mentre lui cercava di sottometterla al proprio piacere, consumandola completamente.
Lavanda si dimenò per un attimo, il corpo che tremava sotto la pressione di Harry, ma non si tirò indietro. Invece, accolse ogni goccia del suo carico con avidità, godendo della sensazione di essere usata. Gemette piano mentre il sapore caldo e salato dello sperma le riempiva la bocca, ingoiandolo a ripetizione come una vera assatanata, senza lasciare che ne andasse perso nemmeno un filo.
Quando Harry finì, il corpo rilassato e ancora tremante per l’intensità del piacere, Lavanda lo tenne ancora tra le labbra. Lo succhiò lentamente, con movimenti languidi e pieni di dedizione, come se volesse punirlo dolcemente per averla trattata con così poca pietà. La sua lingua si muoveva con maestria, ripulendo ogni traccia del piacere appena vissuto, lasciandolo completamente esausto.
Poi si rialzò, le labbra lucide e un sorriso soddisfatto che illuminava il suo volto. Si avvicinò a Harry e lo baciò di nuovo, con foga e passione, lasciandogli assaporare il gusto del suo stesso piacere. La loro lingua si intrecciava, e Harry, per un attimo, si perse in quella complicità erotica, il loro respiro che si mescolava in un unico ritmo.
Quando si staccò, Lavanda si lasciò cadere sul letto con un gesto teatrale, il corpo nudo e sudato che brillava alla luce soffusa della stanza. Il suo respiro era ancora affannato, ma il suo sorriso non lasciava dubbi: si sentiva come una regina, una dea che aveva appena domato due uomini completamente al suo servizio.
Harry si sdraiò accanto a lei, il braccio che si allungava per accarezzarle i capelli biondi, mentre Ron si avvicinava dall’altro lato, ancora ipnotizzato dalla scena appena vissuta. Lavanda, sdraiata tra i suoi due amanti, si abbandonò a quel momento di puro trionfo, il suo corpo rilassato, ma la sua mente ancora pervasa da pensieri di lussuria. Era stata una notte intensa, e sapeva che nessuno dei due avrebbe mai dimenticato il modo in cui li aveva fatti sentire.

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