Il perizoma viola
L’ambiente è una sera d’estate. Le scuole sono chiuse e io sto preparando un esame essendo iscritto all’università. Mi chiamo Simone.
Finalmente ero riuscito a convincere Mirna, una ragazza di 18 anni a uscire con me.
Mirna mi aveva fatto il filo per molti mesi ma ogni volta che le chiedevo di uscire trovava tante scuse per non farlo.
Era di sabato e l’aria era torrida, cosa assai frequente nel mese di luglio.
L’appuntamento lo fissammo per le 20.15 davanti alla pizzeria nella quale avremmo mangiato.
Arrivai puntuale, lei era già lì.
Bionda, stupenda come il solito, con canottiera aderente bianca, una minigonna blu, capelli raccolti a coda, orecchini di perla, scarpe argentate a tacco 12 tenute da un laccetto alla caviglia ed una striscetta di pelle sulle splendide dita dei piedi colorate da smalto viola fuoco. Al momento vedevo una ragazza fighissima invidiata da molte ragazze che si voltavano per guardarla per non dire dei maschi che già se la sognavano su un letto con il cazzo dentro di lei.
Per completare, ma lo avrei scoperto dopo, un perizoma viola.
Nel vederla rimasi fulminato dal suo aspetto. Non mi aspettavo di vedere una ragazza così bella e così nuda. Stava benissimo e tra me pensavo che toglierle quegli indumenti sarebbe stato facile.
Il suo corpo era ben fatto: gambe affusolate e caviglie fini, polpacci non molto evidenti, piedi ben curati, vita stretta e seno ben in evidenza che era ancor più valorizzato dalla canottiera che lasciava vedere l’insenatura tra le due mammelle.
La baciai sulla guancia e lei fece altrettanto ma per entrare nella pizzeria mi spiazzò: mi prese la mano come se fossimo fidanzati mettendo le dita sue ad incrociarsi tra le mie.
Al tavolo si mise di fronte a me e nel discutere notavo i suoi movimenti vanitosi; erano un atteggiamento classico delle ragazze che si espongono per mostrare la ‘merce’ che possiedono.
Dalle parole e dagli argomenti della discussione mi accorgevo che la ragazza non era la classica oca giuliva ma aveva una cultura in arte, gastronomia, letteratura, musica e moda sia maschile che femminile.
In pizzeria trascorremmo almeno due ore. Era piacevolissimo stare li con lei che mi ammaliava e seduceva lentamente. Dopo il calar del sole, quando cominciava a venir su la notte, uscimmo dal locale e ci dirigemmo verso la mia casa che proprio quella sera era libera dalla presenza dei genitori.
All’invito di passare la notte insieme non fece difficoltà perché anche casa sua era libera da genitori che erano in vacanza e mi disse che aveva intenzione di invitarmi lei.
Prima di arrivare a casa ci fermammo in gelateria per due gelati, lei lo prese alla panna, cosa che mi eccitò moltissimo, iniziando subito a leccarlo e a succhiarlo come se fosse un cazzo. La cosa mi ha eccitato moltissimo; già lo ero a seguito della sua seduzione ed ora ero proprio arrapato.
Arrivati a casa chiusi a chiave la porta per essere sicuro che nessuno ci avrebbe disturbato
Le cinsi la vita con le mani e Mirna non ebbe un attimo di incertezza come se fosse sicura ed aspettasse la mia mossa.
Si voltò e mi mise le braccia al collo. Che meraviglia! Era tutta mia e pochi stanti dopo le nostre labbra si incontrarono e le lingue si incrociarono.
Lei spinse il bacino in avanti verso di me ed io allo stesso tempo verso di lei; i nostri sessi erano a contatto ma separati dalla stoffa dei vestiti.
Incastrammo le gambe tra di loro e iniziai sfregare la mia gamba contro di lei.
Bacino contro bacino, ventre contro ventre. Il mio ginocchio premeva senza tregua sulla figa di Mirna, mentre i suoi capezzoli si indurivano sotto la canottiera. Dopo qualche minuto, la presa si allentò e continuando a baciarci la condussi verso la camera da letto dei miei genitori, che aveva un comodo letto matrimoniale dove saremmo a nostro agio per dare sfogo alle nostre pulsioni sessuali. Gli ormoni si spandevano nell’aria e tutti e due ne eravamo piacevolmente succubi.
Ci sdraiammo uno di fianco all’altro e cominciammo a toccarci ancora vestiti.
Il mio cazzo non stava nei boxer. Premeva per uscire ed incontrare la sua tana in Mirna.
Ero arra patissimo e tutte le mie attenzioni erano rivolte a Mirna che abbracciata continuava a baciarmi non solo sulla bocca ma anche sul collo ed i lobi delle orecchie
Lentamente scesi con le mani più giù dei fianchi e le accarezzai le gambe risalendo entrai tra loro e andai sotto la minigonna. Arrivato all’inguine mi aspettavo degli slip invece trovai un triangolino e passando poi ad accarezzarle le natiche le mie dita scoprirono che c’era solo un cordoncino; era il segno che indossava un perizoma molto striminzito.
Entrando con le dita nella parte anteriore del perizoma sotto il triangolino fu un grande piacere toccare la figa di Mirna. Avevo sognato tante volte di farlo e di sentire la sua pelle, poter sentire il suo profumo intimo. Non so quante volte mi sono segato pensandoci e quante sborrate le ho dedicato.
Mi tolsi la maglietta e feci lo stesso con lei con la sua canottiera. Intanto lei si toglieva la mini e mi slacciava i pantaloni.
In quel momento potei notare il suo perizoma viola così aderente che lasciava intravedere la labbra già aperte per l’eccitazione.
Il tessuto era così sottile che si ruppe nel tentativo di toglierlo. Forse è stata la violenza dovuta all’eccitazione a causare la rottura di un così prezioso capo
Tolto il perizoma vidi finalmente la sua figa. L’avevo immaginata aperta tante volte sia da che da altri maschi nonostante la giovane e già riempita di sborra molte volte e penetrata da un numero incredibile di cazzi anche dietro con immensa goduria del maschio di turno che poteva godersi la monta di una così splendida giovane femmina.
Con la lingua scesi a succhiarle i capezzoli rosa cosa che a lei piacque non poco. Ansimava e mugolava molto. Continuai a scendere nell’assaporare la sua pelle. Sentivo i suoi brividi di piacere. Arrivato all’inguine mi trattesi un po’ prima di andare ad assaggiare il suo gioiellino.
Mirna mi mordicchiò sul collo.
Lei allentò la presa e mi insinuai dentro di lei con le dita per masturbarla ferocemente, godevamo insieme urlando per il piacere.
Poi non resistetti e lei ormai preda di profonda goduria mi chiese di continuare. Lo feci andando a leccare il clito oggetto di immenso piacere mio ed anche suo.
Cominciarono le sue urla di piacere e, mentre io la penetravo con la lingua, lei si massaggiava velocemente il clito che fuoriusciva dalla sua figa allargata.
Con il ditalino che si stava facendo non tardò a venire spruzzando e cospargendomi il volto di sbroda.
Mi chiese di entrare in lei.
Ora era pronta a ricevere il mio cazzo e la accontentai subito.
Non tardai a sborrare e le chiesi se potevo venirle dentro la figa. Lei con una mossa velocissima da femmina esperta di cazzi, se lo mise in bocca e ingoiò ogni goccia del mio caldo sperma.
Quando i due getti finirono leccò il mio cazzo per bene dalla cappella fino ai coglioni mi disse:
“Adesso lo voglio nel culo! Dai mettimelo!”
La accontentai ed iniziai a penetrarla. Non feci molta fatica perché il buco era già notevolmente largo e abituato a prendere cazzi.
Mentre la penetravo così lei si menava la figa con la mano venendo a ripetizione riempiendo la stanza con le sue grida di piacere.
Ripetemmo le stesse cose al mattino appena svegli e fu un’esperienza memorabile.
Venimmo uno tra le braccia dell’altra, esplodendo con un orgasmo fortissimo.
Dopo un mese questa storia con mio grande dispiacere finì, ma questa fu solo la prima delle mie volte con Mirna e la sua figa calda e il suo culo riempiono ancora le mie fantasie più perverse.
La immaginavo accoppiata con più maschi che la tenevano aperta e lei che urlava il suo piacere
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…
Grazie davvero, sono racconti di pura fantasia. Da quando ho scoperto la scrittura come valore terapeutico, la utilizzo per mettere…