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Il punto magico dell’eccitazione

By 17 Novembre 2024No Comments

Tranquilli, non parlo del favoloso, inafferrabile, mitico punto G. È un’altra storia.

Si diceva, tra noi agopuntori, di una zona misteriosa, un piccolo punto che, se stimolato con precisione, avrebbe acceso nelle pazienti pulsioni sottili e irrefrenabili. Nessuno poteva dire con certezza dove fosse collocato – se lungo un classico meridiano o su un percorso straordinario. Era materia di discussioni appassionate, e chi pensava di averlo trovato lo custodiva come un segreto prezioso, quasi sacro.
A quei tempi, lavoravo in un poliambulatorio per la mia attività di agopuntore. Una sera, si era fatto tardi, l’ultima paziente attendeva, e Giuliana, l’infermiera, dovette salutarmi e lasciarmi, da solo nello studio. Mi lanciò uno sguardo malizioso che non compresi. Non ci feci troppo caso, finché la paziente non entrò: una donna sui cinquant’anni, di una bellezza disarmante, ma priva di artifici. Il suo sex appeal era naturale, quasi ingenuo.
La invitai a sdraiarsi. Mantenni il massimo contegno, cercando di non farmi distrarre da quella presenza magnetica. La stanza era immersa in una luce soffusa, avvolta da aromi caldi e rilassanti. Posizionai gli aghi come da protocollo, seguendo i meridiani del suo corpo.
Quando giunsi a uno degli ultimi punti, avvertii un leggero tremito sulla punta delle dita, come una scossa che mi attraversò. Alzai lo sguardo per controllare, temendo di averle provocato dolore. Ma il suo viso raccontava tutt’altra storia: lo sguardo era cambiato, divenuto ardente, mentre una lieve espressione di piacere le sfiorava le labbra.

«Dottore… non so cosa mi succeda,» mormorò. «Ma… ora ho bisogno di qualcosa di più…mi prenda, la prego.»
«Ma signora..»
Ero confuso: da una parte la mia deontologia che mi imponeva un distacco freddo e dall’altra l’irresistibile tentazione rappresentata da quel magnifico mammifero femmina eccitato.
Rapidamente la mia decisione, le mie convinzioni professionali si dissolsero come neve al sole. Lei afferrò e guidò la mia mano fra le sue cosce, verso quel sesso palpitante. Percepii attraverso gli slip il soffice ed elastico boschetto pubico e immediatamente la calda umidità che inzuppava il tessuto di cotone. Rimanendo sdraiata la mia paziente si slacciò il reggiseno liberando così due favolosi seni; sollevò il bacino consentendomi di sfilarle agevolmente le mutandine bagnate e odorose. Rompendo ogni indugio, immersi il mio volto in quella che considero la fessura più mirabile dell’universo; la mia lingua e le mie labbra si intinsero deliziandosi di quel nettare. Mi spogliai a mia volta e afferrandole il culo tornito, la trassi verso il bordo del letto, appoggiai le sue gambe sulle mie spalle e rimanendo in piedi, iniziai a penetrare la donna che già molto eccitata gemeva e si dimenava. Fu bellissimo sentirla raggiungere più volte l’orgasmo e riempirla del mio liquido seminale mentre lei urlava ed io ero scosso da intensi brividi di godimento.
Quando la mia splendida paziente si accomiatò, rimasi a lungo in ambulatorio in uno stato di beata eccitazione. Avevo trovato il punto magico? Non avevo certezze in quella nebbia dorata di beatitudine, che avvolgendomi rendeva confuso il ricordo.
Altre volte mi capitò di individuare quel punto meraviglioso con successive, conseguenti profferte amorose e molto di più, da parte di ragazze e signore. Purtroppo la localizzazione avveniva in maniera assolutamente stocastica e non sempre riproducibile.
Ma la cosa strana è che tutto ciò accadeva quando ero, più giovane. Adesso non so perché, passati gli anni, non succede più.

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