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Il segreto della felicità

By 13 Settembre 202412 Comments

Questa è una storia è realmente accaduta. Non l’ho mai raccontata a nessuno e ora sento la necessità di farlo ma per ragioni di riservatezza i nomi sono di fantasia. I fatti invece saranno riportati fedelmente.
Mi chiamo Chiara, ho 48 anni e faccio la psicoterapeuta. Sono sposata con Federico e ho due figli adolescenti.
La storia inizia qualche mese fa.
Vivo un momento non facile. Uno dei miei figli ha qualche problema di comportamento. Ha lasciato la scuola e fa tutto il giorno quello che gli pare. Mio marito fa l’imprenditore. La sua attività non va bene e lui sembra rinunciatario. A differenza che in passato non fa niente per migliorare le cose. Va al lavoro tardi, perde, per sua stessa ammissione, un sacco di tempo a bighellonare su internet. A causa di ciò, la situazione economica peggiora sempre di più. Abbiamo un oneroso mutuo sulla casa e le spese per la famiglia sono sempre in crescita. Certamente non moriamo di fame ma dobbiamo rinunciare a comodità e piaceri che ci concedevamo in passato.
Mio marito Federico è un bell’uomo ma a causa di questo suo atteggiamento passivo sono attratta sempre meno da lui. Aggiungiamo il fatto che trovare lo stesso uomo nel letto da vent’anni può stancare. Facciamo sesso circa quattro volte al mese. Lui vorrebbe farlo più spesso ma io non ne ho voglia. In realtà se fosse per me lo faremmo anche meno, ma una volta ogni sette-otto giorni nella mia testa è la quantità minima decente voglio evitare che Fede si lamenti troppo.

Faccio la psicoterapeuta da diversi anni e con i pazienti ho avuto sempre un rapporto equilibrato. Sono sempre stata affettiva, a volte materna, ma senza mai superare i limiti imposti dalla deontologia e dal buon senso.
I miei pazienti sono per circa due terzi donne. Ci sono persone di tutte le età ma oltre metà ha fra i venti e i trentacinque anni. Non nego di aver provato una certa attrazione per alcuni dei miei pazienti uomini, ma mi sono sempre limitata a qualche fantasia. Non ho mai tradito mio marito con nessuno.
Uno dei miei pazienti si chiama Andrea, ha trentadue anni, è laureato in economia e lavora in una grande azienda. Andrea convive con la sua compagna da tre anni e da qualche mese sta pensando di avere un figlio. Ci vediamo da quattro mesi una volta a settimana.
Con lui ho sempre avuto una connessione intensa e appagante. Siamo riusciti abbastanza presto ad andare a fondo nelle sue emozioni. Dopo poche sedute sento di avere una connessione che di solito si instaura molto più avanti nella terapia.
Andrea è un uomo intelligente e fisicamente attraente. È longilineo, moro con degli splendidi occhi scuri. Ha un aspetto sempre curato. Mi attrae molto il fatto che è uno che sa prendersi cura del suo aspetto, del suo intelletto e in generale della sua vita. Nonostante i problemi legati ad un’infanzia non facile ed a un rapporto con la compagna non sempre idilliaco, è uno che tiene a sé stesso.
Ogni volta che arriva in studio, cerco di essere discreta ma non posso fare a meno di scrutarlo, di osservare la sua pelle, i capelli, le braccia magre ma vigorose.
Lui si sdraia sua chaise longue e io mi siedo dietro di lui ad ascoltarlo, come faccio con quasi tutti i pazienti tranne alcuni che preferisco guardare in faccia e li faccio sedere sulla poltroncina.
Nel corso del tempo Andrea tende ad avvicinarsi emotivamente sempre di più. Mi fa qualche timido complimento. Con gli altri pazienti cerco di mantenere la distanza, ma con lui, colpevolmente, ricambio le gentilezze. Mi spingo a digli che è un uomo affascinante, cosa che non mi è mai passato per la testa di dire agli altri.
Faccio fatica a dire a me stessa che mi piacerebbe sedurlo, ma è così.
Durante una delle nostre sedute delle nove del mattino, dichiara apertamente, con mia sorpresa, la sua attrazione per me:
“Chiara, io penso a lei ogni giorno, vorrei che lei fosse sempre con me”
È abbastanza frequente che i pazienti si sentano attratti dal proprio terapeuta. Bisogna gestire questi casi con equilibrio e fermezza. Bisogna cercare di mantenere le distanze senza risultare troppo freddi. In questo caso, la verità è che io non ho nessuna voglia di mantenere le distanze.
Gli rispondo:
“Sono lusingata da queste parole. Ma sono la sua terapeuta”.
Lui mi dice:
“Lo so, ma non ci posso fare niente”.
Ho sempre più voglia di lui e non me ne frega più niente della correttezza professionale. Mi butterei fra le sue braccia ma non vorrei che il suo fosse solo un desiderio astratto e che in realtà lui preferirebbe mantenere tutto così com’è.
Prendo coraggio e gli faccio una domanda che in quella situazione una professionista seria non dovrebbe mai fare:
“Se le potesse esprimere un desiderio, cosa le piacerebbe che succedesse in questo momento?”
Ho il cuore in gola ma ormai non posso tornare indietro.
Andrea è emozionato ma come sempre affronta la conversazione con lucidità e senza paura.
“Mi piacerebbe che lei venisse qui da me e mi baciasse”.
Mi rendo conto che quella è proprio la frase che volevo sentire. Non so cosa fare. Ho l’ultima occasione per rimettere tutto nei binari e continuare con la terapia. Invece decido di prendere la palla al balzo, mi alzo, vado verso di lui e mi inginocchio vicino al lettino. Il cuore va a mille e penso che la reazione di lui potrebbe anche essere negativa. Potrebbe dirmi qualcosa come: “Ma cosa sta facendo?” e magari uscire indignato dalla porta.
Invece senza esitare si alza leggermente e mi bacia. Ci baciamo per almeno un minuto con passione. Era da anni che non facevo qualcosa di simile. Andrea muove la lingua con energia, io gli lecco le labbra e lo mordo con delicatezza.
Capisco che il suo desiderio è fortissimo ma che difficilmente si spingerà oltre se non lo faccio io. Allora sono io che vado oltre. Con la mano destra con cui gli stringevo la schiena, inizio a toccarlo davanti. Perdonatemi il linguaggio scurrile che userò da ora in poi, ma in questi casi cercare di mantenere il contegno toglierebbe intensità alla storia.
Lo tocco con decisione, con le dita tasto con decisione il suo cazzo sotto i pantaloni. Capisco che lui apprezza perché mi bacia con ancora maggiore intensità.
Ormai non posso fermarmi, gli slaccio la cintura e gli tirò giù i pantaloni in modo da poter lavorare nelle parti basse. Lui è ancora sdraiato sulla chaise longue. Senza esitare glielo prendo in bocca e inizio a leccare. Lui respira a fondo e sento quanto gli piace. A mio marito lo succhio raramente e con riluttanza, mentre con lui ora mi piace tantissimo. Non vorrei mai smettere. Inizio a leccargli le palle mentre lo masturbo. Lui mi spinge la testa verso il basso e a me piace tanto.
Ora però ho voglia di essere montata. Smetto di leccare, mi alzo in piedi, mi alzo la gonna lunga e mi sfilo le mutandine. Vado verso la poltroncina e mi inginocchio sopra di essa dando a lui il didietro. Sento dietro di me lui che si sta togliendo i pantaloni che fino a quel momento erano solo calati. Negli ultimi tempi con mio marito ho avuto sempre qualche problema di secchezza. Ora invece sono umida come quando avevo vent’anni. Andrea mi penetra e inizia a spingere forte. Quando mio marito mi prende da dietro e spinge forte a me fa male la schiena e gli chiedo di fare più piano. Ora invece sto benissimo e vogli farmi sbattere sempre più forte. Non sono mai stata una fan del dirty talk, ma mentre mi sta montando forte mi viene da dirgli:
“Scopami così. Dammelo tutto”.
Lui non si tira indietro e mi dice:
“Ti piace essere fottuta così?”
“Si fottimi così dai”.
Andrea non sembra affatto intimidito:
“Ti piace prendere il cazzo dentro?”
“Mi piace il tuo cazzo! Lo voglio tutto. Fottimi tutta!”
Queste parole volgari mi eccitano ancora di più.
Non mi fermo più:
“Fottimi come una troia”
Andrea mi afferra forte per le spalle e continua a spingere.
“Ti sbatto per bene! Ti fotto come una puttana”.
Ho tanta voglia di prenderlo anche nel sedere ma quelle rare volte che l’ho fatto con mio marito e con il mio ex tanti anni fa, ho sempre usato un lubrificante.
Non ho il lubrificante ma ho troppa voglia.
Mi alzo e lui si stacca da me. Vado verso la scrivania e tiro fuori una crema idratante che ho in borsa. Finisco di spogliarmi: mi tolgo la gonna, la camicetta e il reggiseno. Porgo la crema idratante ad Andrea e mi rimetto piegata.
Andrea non si fa pregare, prende una generosa quantità di crema con un dito e me la spalma intorno all’ano. E’ piuttosto delicato ma io gli afferro l’indice della mano destra e lo ficco dentro. Stringendolo forte, uso il suo dito come un dildo. Lui capisce cosa voglio e inizia a spingere forte.
Rincaro la dose
“Toccami anche la figa”
Andrea continua a spingere con l’indice della mano destra nel culo e mette prima il medio e poi l’anulare nella figa. Mi piace moltissimo.
Ormai non ho più freni e dico tutto quello che mi pare.
“Adesso fottimi il culo!”
Andrea non si fa pregare e mi piazza il cazzo nel culo con decisione. Spinge fortissimo, va veloce come un matto e a me piace tantissimo.
“Sto godendo come una troia. Voglio bere tutto!”
Andrea sente il mio orgasmo, continua a spingere per farmi godere fino in fondo, poi tira fuori il cazzo, mi prende per i capelli, mi gira e mi fa inginocchiare. Io lo prendo in bocca senza esitare e bevo tutto.
Ci rivestiamo. Lui si siede sulla poltroncina e io mi metto in braccio a lui senza dire una parola.
Dopo cinque minuti di silenzio e carezze, mi chiede:
“Dottoressa. È stato un episodio isolato o possiamo ripetere l’esperienza?”
Per me ripeterei l’esperienza anche subito!
“Direi che se per te va bene, possiamo ripetere”.
Lui mi sorride e mi abbraccia. Andrea si riveste ed esce dallo studio. Io metto tutti in ordine perché a minuti deve arrivare una paziente.
Il giorno dopo ci scambiamo alcuni messaggi. I primi sono romantici ma io non ho voglia di smancerie e cambio tono:
“Ieri mi hai fottuta alla grande”.
Decidiamo di vederci la sera stessa alle sette.
Appena Andrea entra nella stanza iniziamo a baciarci e in pochi secondi siamo senza vestiti. Mi sbatte di nuovo alla grande. Ad un certo punto mi stacco e vado anche questa volta verso la scrivania. Questa volta mi sono attrezzata! Tiro fuori un tubetto di lubrificante e glielo metto in mano.
La scena è simile al giorno prima. Mi masturba il culo e la figa con le dita e poi me lo sbatte dentro senza complimenti. Come il giorno precedente, la sessione finisce con una bella schizzata in bocca.
Quella sera, dopo cena, mio marito Federico, come spesso capita, mi accarezza facendomi capire che ne ha voglia. Accetto le avances e iniziamo le danze. Dopo molti mesi che non lo facevo, glielo prendo in bocca e mi piace tanto. Poi mi giro e lui inizia a scoparmi. Lui usa spesso il lubrificante anche quando me lo mette davanti perché a volte mi fa male. Anche questa volta ne usa un po’ e butta il tubetto sul letto. Mentre mi sta scopando da dietro cerco il lubrificante che ha lasciato tra i cuscini e le lenzuola, mi muovo a gattoni mentre lui continua a spingere. Finalmente lo trovo e glielo do rimanendo davanti a lui a gattoni. Lui mi lubrifica l’anno e inizia a lavorare con il dito mentre continua a scoparmi. Mi piace tantissimo. Senza fare complimenti cambia gioco e al posto del dito ora nel sedere ho il suo cazzo duro. Non posso fare a meno di pensare a quando tre ore prima, stavo vivendo la stessa situazione con Andrea.
Godo come una pazza e lui mi viene nel culo.
E’ stata la scopata più appagante con mio marito da anni.
Avevo avuto circa dieci rapporti anali in trent’anni. Invece ora in due giorni l’ho preso nel sedere tre volte da due uomini diversi!
Nel mese successivo vedo Andrea circa tre volte e settimana. Spesso lo facciamo due volte nello stesso giorno. Mi attrezzo meglio e porto in studio uno di quei tappetini che si usano per lo yoga. Così possiamo farlo per terra senza farci male. Ci piace molto farlo con me a gattoni e lui di dietro in piedi e le ginocchia piegate.
Anche con Federico il sesso va alla grande. Finalmente faccio tutto quello che gli piace e lui è felicissimo. Ogni giorno sembra più forte, fiducioso e riprende a lavorare con entusiasmo.
Anche io mi sento sempre meglio. Perdo quel paio di chili di troppo, mi sento più forte e quando mi guardo allo specchio mi vedo più bella. In famiglia le cose vanno meglio. Anche i miei figli sono più felici vedendo i genitori così affiatati.
Il tempo passa e faccio qualche considerazione sul mio rapporto con Andrea: non sono innamorata, non sogno di lasciare mio marito e di andare a vivere con lui. Voglio solo che mi scopi, voglio prenderlo nel culo e ingoiare tutto. Mi piace così e basta. Non ho neanche voglia di andare a cena con lui.

Una mattina verso le nove sono con Andrea in studio. Mi sta scopando da dietro. In quel momento chiama mio marito. Mi è venuto istintivo di rispondere anche se ero occupata a fare altro. Metto il telefono in viva voce mentre Andrea continua a sbattermi sul tappetino.
Mio marito mi dice:
“Ciao Amore, come stai?”
Rispondo.
“Ciao Amore, tutto bene. Sto aspettando una paziente.”
Appena finito di pronunciare queste parole do uno schiaffetto ad Andrea che sta dietro di me per dirgli di smettere. Lui si stacca, io mi giro e inizio a succhiare.
Mio marito: “A che ora inizi?”
“Alle 9:15”. Pronuncio queste parole mentre volontariamente ho il cazzo di Andrea in bocca.
Federico mi chiede: “Stai mangiando?”
Rispondo: “Sì, mi sono comprata una brioche”.
Mentre dico quelle parole Andrea toglie il cazzo dalla bocca e mi spruzza tutto in faccia.
Mio marito: “Allora ti saluto e ti auguro buon lavoro, Amore mio”
Io gli rispondo, con la faccia piena di sperma: “Buon lavoro a te amore mio. Stasera stiamo insieme e ci riposiamo”.
Riattacco.
Avevo tanta voglia di riposarmi con mio marito arrivata a casa di sera, ma in quel momento avevo più voglia di farmi sbattere per bene. Ci siamo riposati qualche minuto, poi Andrea è ripartito a fottermi come un toro. Come sempre la sessione è finita con me che ingoiavo tutto.

Mi rendevo conto di stare sempre meglio e che più lo facevo e più ero in forma, lucida, brillante e piena di energia. Finché un giorno ne ho combinata un’altra.
Avevo da un mese un paziente che si chiama Giovanni, è un ingegnere di ventisette anni. Un bel tipo, con i capelli chiari. E’ sempre vestito casual ma si capisce che non lascia niente al caso. Anche lui ha una compagna con cui convive da poco.
Per farla breve, ho sedotto anche lui più o meno con le stesse modalità di Andrea. Una mattina è venuto in studio per la nostra quinta seduta e un quarto d’ora dopo io ero a gattoni sul tappetino con lui che spingeva come un dannato.
Ricordo che quel giorno ho provato una posizione nuova. Mi sembrava bella e volevo lasciargli un bel ricordo così che avesse voglia di tornare: dopo essere venuta mentre mi scopava, mi sono sdraiata sul tappetino e l’ho fatto accovacciare sopra di me in modo che potessi leccargli le palle mentre gli facevo una sega. Lui era al settimo cielo e quando ho sentito che stava per venire mi sono spostata e mi sono fatta schizzare tutto in faccia. Quando ha finito non sono venuta meno alla mia abitudine e ho ingoiato tutto raccogliendo la sbobba con un dito.
Per fortuna gli è piaciuto ed è tornato.
Un giorno ho battuto tutti i record: alle nove ho incontrato Andrea. Mi ha leccata per bene, poi gliel’ho ciucciato per un po’, mi ha montata da dietro e quando stava per venire mi sono staccata, mi sono sdraiata e ho preso tutto in faccia per poi ingoiare. Dopo venti minuti di pausa abbiamo ripreso. Mi ha scopata da dietro, sono venuta e subito dopo mi ha inculata. Di solito dopo che sono venuta non mi piace prenderlo dietro, ma quel giorno non capivo niente. Spingeva come un dannato e io ho avuto un secondo orgasmo. Questa volta mi è venuto sulla schiena ma ormai io sono abituata a bere tutto per cui ho raccolto quello che potevo con un dito e l’ho ingoiato.
Alle sette di sera è venuto Giovanni. Dopo i bacini di rito abbiamo aperto le danze. Si è sdraiato e ho iniziato a succhiare.
Quel giorno Gio aveva voglia di farmi i complimenti:
“Hai le pere più belle che abbia mai visto. Hai quarantotto anni ma sono molto più belle di quelle di Claudia (ndr la sua ragazza) che ne ha ventisei”.
Anche Andrea e anche mio marito Federico mi dicono sempre che ho le tette bellissime.
Giovanni continua: “E poi quei piedini stupendi. E quelle gambine sottili. Il pancino morbido, la pelle liscia…”
Mi piaceva sentire quei complimenti mentre succhiavo. Avrei anche finito così ingoiando tutto ma Giovanni si è alzato, mi ha preso con forza e ha iniziato a sbattermi con il suo solito vigore. Dopo un po’ sono io che gli ho tirato fuori il cazzo e l’ho appoggiato sul culetto. Ha spinto come un dannato, io sono venuta dopodiché lo ha tirato fuori conoscendo la mia predilezione per prendere tutto in bocca.
Alla sera, dopo che i ragazzi erano a letto, è stata la volta di Federico. Me l’ha leccata per bene e sono venuta. Poi ha iniziato a scoparmi da dietro. Come fa quasi sempre, ha iniziato a sfiorarmi l’ano con un dito. Di solito io manifesto il mio disappunto con uno schiaffetto ma quella volta l’ho lasciato fare. Ha preso il lubrificante e anche lui mi ha inculato per bene.
Prima di quel periodo speciale a dir tanto scopavo quattro volte in un mese e se andava bene avevo uno o due orgasmi. Invece quella volta in una giornata ho scopato quattro volte, l’ho preso tre volte nel sederino e sono venuta quattro volte. Con tre uomini diversi.
Nei mesi successivi mi sono dovuta dare una regolata. Lo farei dalla mattina alla sera ma sono una professionista, una madre e sono molto occupata. Non vedo quasi mai Giovanni o Andrea lo stesso giorno e nel finesettimana sto solo con Federico. A volte uno dei miei pazienti stalloni riesce a farmi divertire due volte di fila nello stesso giorno. Dipende dal tempo che abbiamo a disposizione. Da due a trenta-quaranta orgasmi al mese. Non male.
C’è un altro paziente che mi piace abbastanza ma non vorrei esagerare e comunque non capisco se anche a lui farebbe piacere di cambiare ruolo. Ci vuole prudenza per non trovarsi in situazioni imbarazzanti. Se Giovanni o Andrea dovessero abbassare il ritmo, pensavo anche di provarci con il mio collega Davide. Ha quarantuno anni, è fisicamente prestante e credo che mi ci potremmo divertire.
Ho trovato la ricetta per la felicità. Chissà quanto durerà. La schiena non mi fa più male come qualche mese fa, ho perso tre chili, la mia pelle è più liscia, di notte dormo bene dopo due anni di insonnia, mio figlio ha ripreso ad andare a scuola, mio marito è tornato a casa sbandierando con orgoglio i conti dell’ultimo mese: la sua azienda è ripartita e l’utile è da record. Per fine mese abbiamo prenotato un paio di giorni in un bell’albergo di Venezia. Per Pasqua se tutto continua ad andare così bene andremo una settimana a New York.
Di recente ho fatto una seduta con una mia paziente, Barbara, che ha ventotto anni e non sta bene. Mi dice di sentirsi spossata e di non riuscire a concentrarsi. Dice che sente il peso della vita, degli impegni, del lavoro e mi ha chiesto come deve fare per stare meglio. Gli ho risposto che dovrebbe prendersi più cura di sé, che non dovrebbe pensare troppo al lavoro. Dovrebbe rilassarsi, mangiare qualcosa di buono e andare al cinema con gli amici, sapendo che è una cosa che le piace tanto. Se potessi essere sincera fino in fondo, le direi:
“Sei giovane e carina. Trovati un paio di maschi che ti montano tutti i giorni. Prendilo in tutti i buchi e bevi tutto che fa bene. Se ti fai sbattere due volte al giorno è ancora meglio”.
So che quello è il segreto della gioia, ma non posso dirlo.

ChiaraPsic

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