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Racconti Erotici Etero

La francese

By 21 Novembre 2012Dicembre 16th, 2019No Comments

La francese

Soffro spesso di periodi di crisi legati alla mia esuberanza sessuale, sebbene sposato con una donna intelligente e molto sensibile ma forse troppo pudica e soprattutto spesso lontana di casa per lavoro. Ciò si traduce in un notevole numero di masturbazioni, per soddisfarmi, con cui ho sempre temuto di abbrutirmi. Devo dire, fra l’altro, che ho un desiderio talmente forte da sentire solo il pene e l’istinto primordiale e quando sono così finisco per eccitarmi con poco ma sono poco loquace e soprattutto poco socievole. Momenti che vengono e che devono passare. Ero in questo stato, mia moglie era partita, quando lo squillo del campanello della porta mi aveva scosso da un certo torpore, ma al contempo ero rimasto perplesso, poiché non aspettavo nessuno. Ma l’unica cosa che speravo profondamente era che non fossero i soliti testimoni di Geova. In più occasioni in altri momenti li avevo fatti entrare e rimanendo ciascuno sulle proprie posizione avevamo conversato, ma ora no! Non era proprio il caso. Esitante e anche un poco annoiato, mi ero avvicinato alla porta guardando dallo spioncino, non ero dell’umore giusto, ma ebbi immediatamente un tonfo al cuore una sorpresa che mi svuotò la mente e mi rese per un attimo tremanti le gambe. Dall’alta parte della porta era Sabine la splendida moglie francese del medico che abitava al piano inferiore che avevo sempre desiderato ma senza che su di lei avessi mai potuto neanche provare a fare delle avances, la semplice vista, in un attimo bastò per mettermi in un’ansia pazzesca, e non nego di essere entrato nel panico, quella donna ormai erano anni che la desideravo da morire ma non sapevo come fare, i rapporti tra noi nonostante i miei sforzi e le mie carinerie erano e rimanevano sempre improntati alla cordialità, nulla di più. Mi sentivo bruciare ed infatti avevo un fuoco dentro. La donna intanto aveva risuonato il campanello e io col cuore in gola non sapevo cosa fare, o meglio sapevo cosa avrei voluto fare ma al contempo temevo di farlo, per la prima volta mi resi conto che avevo sempre sperato in una sua visita in casa mia ma ora che lei era qui dove volevo che fosse ero io che esitavo, ero confuso, ma ad un certo punto aprii di scatto, ed ebbi la percezione, in un istante, sebbene agendo quasi come un automa che non avrei voluto perdere quella splendida occasione che mi avrebbe consentito almeno di vederla, starle vicino per qualche attimo e poi chissà ma per il momento avrei potuto accontentarmi solo di questo, forse ero innamorato. Il più delle volte, l’avevo guardata furtivamente o incrociata così di sfuggita mentre lei professava ad oltranza la sua professione di mamma a tempo pieno. Lei era come al solito molto timida, anzi imbarazzata ma a me mi appariva come un fiore splendido; la musicalità della sua voce e la sua presenza non mi permettevano di capire nulla. Il suo corpo emanava un fresco profumo inebriante. La guardavo estasiato, e pendevo dalle sue labbra, ero in un vortice di sensazioni inesplicabili, ma, comunque, tentai di farla accomodare. La donna, tuttavia, sembrava volesse declinare l’invito. Mi sentivo scoppiare, la sua vicinanza mi inebriava, non sapevo cosa fare, ero nell’imbarazzo più totale, compresi che avrei voluto compiere con lei le sfrenate esperienze che ormai compivo da tempo con Rosaria e con altre donne ma in questo caso ero molto frenato, si mi resi conto di soffrire di un sentimento simile all’amore e soprattutto pensavo a Sabine come ad una figura pura e intoccabile, l’avevo sublimata, idealizzata a tal punto da non essere in grado di immaginarla come femmina piena di sessualità, l’esatto contrario di come avevo immaginato tutte le donne con cui avevo avuto importanti storie. Tuttavia, ad un tratto scattò una molla quando sentii la donna che mi stava salutando. Tentai così il tutto per tutto e la pregai nuovamente di entrare: il miracolo avvenne. Sabine come un automa risalì i due gradini che aveva già sceso e senza ulteriori parole varcò la soglia di casa. Era un sogno. Non sapevo le frasi che avevo utilizzato ma avevo raggiunto il mio scopo poiché richiusi la porta dietro di lei, non volevo che ci ripensasse, non volevo sciupare tutto, ero preda di una tempesta di emozioni contraddittorie, ma ora iniziavo ad avere su di lei pensieri molto meno casti e questo se da un lato mi rassicurava dall’altro mi metteva ulteriore ansia perché non sapevo se avrei potuto e dovuto agire. Sabine aveva una camicetta che vezzosamente aveva due bottoni aperti, e in quel momento appuntando l’interesse sul suo collo mi resi conto che avrei voluto buttarmi su di lei e possederla subito fino allo sfinimento, ma non lo feci. Temevo le ripercussioni di un atto intempestivo. La feci accomodare nell’ampio salone. Era gentile come sempre, dolce e sempre più eccitante ai miei occhi. Mi sedetti ma venni subito messo in imbarazzo dal pene che autonomamente stava montando per una velenosissima erezione, non riuscendo più a trattenermi, le chiesi con voce rotta dall’emozione se potevo offrirle qualche cosa. Sabine, con delicata cortesia rappresentata con un sorriso fece segno di no e io rimasi ancor più attonito. Lei parlava, parlava, parlava e sorrideva a tratti in maniera forzata; ma non capivo, non riuscivo a recepire quanto la donna esprimeva in un italiano francesizzato. Mi convincevo guardandola che lei era sempre più il mio sogno, forse perché irraggiungibile, ora comunque la studiavo per carpirne le possibili debolezze, più la osservavo più mi convincevo che aveva dei punti deboli, come mi sarebbe piaciuto farla mia. Ora lei era a non più di 20 centimetri, da me e in quel preciso istante non riuscivo ad archiviare il pensiero che suo marito chissà quante volte l’aveva posseduta, del resto le aveva fatto fare due figli! Mi sentii impazzire e mi convinsi che la desideravo e l’avrei potuta avere così inaspettatamente come forse il destino avrebbe voluto. Sabine ad un tratto, smise di conversare e mi chiese se stavo bene. Evidentemente qualche cosa in me non andava. A quel punto risposi di no! Come impazzito sollevai una mano e le carezzai la bocca, dolcemente, rapidamente, Sabine mi guardò stranita, quasi bloccandomi con gli occhi, ma li capii che stava per iniziare una nuova sfida. Qualche cosa era cambiato, Sabine era meno angelicata, la immaginai al culmine della passione nelle mani di suo marito e ciò mi spinse a giocarmi il tutto per tutto, trasformandomi e approfittando dell’imbarazzo della donna. Senza guardarla, mi gettai addosso. Avevo sperimentato in varie più occasioni che qualsiasi donna venga presa di sorpresa, in questi frangenti, non riesce subito ad opporre una tenace resistenza, quindi fulmineamente le tolsi la camicetta e in men che non si dica le alzai il reggiseno e mi impossessai dei suoi piccoli seni, a quel punto Sabine fu però ferma e decisa a divincolarsi, dicendomi con tono perentorio di lasciarla. Era rossa in volto, e sentii nitidamente che aveva detto ancora una volta di no, iniziando ad alzare la voce. Il mio assalto era però famelico. Sabine in quel momento aveva piegato il collo e ciò mi permise di assestarle una serie di baci, con dolcezza ma decisione e mi tuffai con foga inaudita sulle piccole poppe, deliziose e molto dolci ricche di un profumo inebriante. I capezzoli erano dei lamponi rosati di una forma introversa, avevo iniziato a produrmi nella mia specialità succhiandole le tette con ardore e senza concederle alcuno scampo, tanto che capii che oramai non poteva più tirarsi indietro, intanto continuava ad accarezzarla e a dirle quante volte avevo desiderato questo momento. Sabine continuava a chiedere di essere lasciata ma sentivo che era un atteggiamento razionale il corpo oramai diceva altro. Mi ripeteva quasi come una nenia spezzata dall’affanno che i suoi figli erano sacri, che lei era sposata. Mi supplicava di lasciarla, tentava di divincolarsi. Riuscii finalmente ad abbassarle la gonna e abbassatele con foga le mutandine imposi le mie dita nella vulva rasata e fu subito tutto più facile. Sabine si arrese di colpo, mentre io presi a succhiarle le labbra della vagina, leccandola in tutto e per tutto. La donna si ripiegò immediatamente su se stessa, ospitando la lingua e spingendo con forza la mia testa nel suo interno con entrambe le mani. Vidi fiottare l’orgasmo a cascata, sorprendendomi per quanto Sabine fosse calda, disponibile, non c’era dubbio ora lei languiva, pensai in un flash che avevo perso molti anni ad idealizzarla ed invece sarebbe bastato un po’ di faccia tosta, come al solito e titillarle magistralmente la fica per averla. Il bastone teso provocava la donna all’inverosimile e mi divertii a vedere come Sabine stravolta tentasse di prenderlo per masturbarlo. Trovai subito la vagina e entrai senza sforzo. Sabine mi ospitò nel migliore dei modi, la vagina era larga, piena di umori e compresi che il marito aveva senz’altro fatto il proprio mestiere. La donna, ora sbiascicava dei si sempre più convinti sotto il mio assedio martellante. In quell’occasione la presi letteralmente di peso e la scaraventai sul divano. La francese subiva ed io ero ad un punto di trabocco. Sabine era diventata tutta una vagina, era bagnata all’inverosimile eccitata e senza più alcun freno inibitorio; godeva senza limite. Il tentativo di trattenere l’orgasmo, ancora fallì in maniera clamorosa poiché la prepotenza della verga ed i testicoli al culmine della tensione stavano scoppiando. Dovetti capitolare inondandola e il dardo come un idrante impazzito vomitò tutta la sua irruenza. Sabine si mosse convulsamente allargando le sue splendide cosce tanto da farsi penetrare per tutta la lunghezza del pene ed accogliendo integralmente il prezioso succo. Ma, fu a questo punto che nell’inevitabile fase di crollo successivo all’eiaculazione la francese prese l’iniziativa. Salita sopra, scatenata, iniziò a lavorarmi il pene. La sua lingua odorava forte, in effetti l’orgasmo si era impastato alla saliva, al sudore, creando un cocktail esplosivo che ora sembrava toccarmi lo stomaco. Sabine scendeva con la bocca sul pene che forzatamente stava ricominciando a svettare. La donna succhiava come una dannata. Avevo scoperto che in quella situazione, in balia della donna non avrei retto per molto. Sabine era splendida una dea del sesso, eccome se ci sapeva fare. Cercavo di riprendere il controllo ma non sembrava cedere, mi stava spossando. Era lei a gestire e nonostante le mie sollecitazioni non cedeva un attimo. A quel punto le misi la mano sinistra in vagina e presto trovai il clitoride, iniziai a masturbarla di continuo. A Quel punto Sabine rallentò quel ritmo che era divenuto infernale, mentre dal buco vaginale fiottava a cascata il liquido spermatico. La lasciai sopra ancora a cuocere nel suo brodo, ed iniziai a spadroneggiare sui suoi splendidi piccoli seni, leccando, succhiando, ciurrando quei capezzoli invitanti, grandi rispetto alle tette piccole erano degli straordinari lamponi puntuti. Sabine oramai gridava in un misto di francese ed italiano il suo desiderio. In quel momento sentii l’inondazione, la donna aveva, infatti, ceduto. La presi e la volsi alla pecorina e senza che lei potesse dire nulla la sovrastai violandola analmente. La contrarietà della donna in quella situazione fu facile da stroncare. Lei rabbiosa sulle ginocchia tentò di proteggersi ma io l’avevo oramai aperta e più lei tentava di divincolarsi più il pene entrava. La cavalla era domata, le misi ancora le dita nella calda vagina che faceva scorrere il suo succo caldo come una fonte e Sabine cadde a faccia in avanti in preda ad un orgasmo particolarmente violento. Non riusciva neanche a raccogliere il fiato e così alzatole ancora di più il bacino le violai nuovamente l’ano. Volevo scaricare in questa occasione tutto il mio desiderio verso di lei, nel suo secondo canale. Non le diedi scampo. Sabine ansimava mi supplicava di arrivare, ma io volli godermela fino all’ultimo, quelle natiche avrebbero dovuto sopportare un dolce supplizio ancora per lungo tempo. Il pene era ben conficcato per tutta la sua lunghezza fino alle palle. Finalmente dopo qualche decina di minuti decisi di impalarla e il pene ritto martellò sempre più forte pompando ritmicamente il torrente nell’intestino della francese. Ancora una volta la donna a faccia avanti sul pavimento non riuscì a reggere l’incalzante potenza. Iniziò così a guaire, mentre l’ano annegava. Ero pago, avevo realizzato il sogno della vita e guardando Sabine sfatta non riuscivo a pensare che dopo più di venti anni di desiderio finalmente la posseduta. La guardavo ed il suo sorriso era veramente splendido. Non voleva a questo punto andare via e con succhiamenti e leccamenti raggiunse nuovamente il pene, iniziando una fellatio incredibile, era una vera specialista, succhiava e leccava con una perizia incredibile a ritmo alternato, era una grande regina del sesso orale, il mio pene montò nella sua bocca vellutata, nuovamente e siccome sono particolarmente sensibile a queste cose sborrai subito, senza riuscire a resistere L’orgasmo investì Sabine, zampillando in tutta la sua faccia, traboccando dalla bocca che non riusciva a contenerlo. L’eccitazione della donna a quella vista si fece incredibilmente forte, così prese nuovamente il controllo implorandomi di prenderla ancora, per un’ultima volta. Ero a questo punto davvero stanco ero sazio, ma con grande destrezza, posi la mano sinistra sulla vagina, titillandola con due dita, mentre con la destra mi rivolgevo al buco del culo. La donna lo sentì subito e dopo poco iniziò ad orgasmare impazzendo nuovamente per il piacere. Continuai a questo punto tenendola sotto pressione, era pregna, affannava, ansimava, godendo e scaricando. La sua vagina era sugosa come un fiume in piena. Ben presto si piegò in due anche lei sfinita ma continuammo a baciarci. Una cosa era comunque certa così non sarebbe più finita

 

Sono tornato da qualche giorno, viaggio molto per lavoro, stanco e non volevo altro che riposare. Sono sempre teso quando sono stanco e anche famelico, mi mancava una donna con cui godere, con cui gioire. Bruciavo di voglia. Non sapendo cosa fare ho acceso il computer ho visto in rete qualche cosa che mi ha eccitato e mi ha permesso di masturbarmi. Ho cercato nelle attrici i volti e le fisionomie di donne conosciute. Ho fatto due masturbazioni una di seguito all’altra e così mi sono sentito di aver sfogato nell’immediato le mie pulsioni più potenti, quelle meno facili da gestire, ma il cazzo era di nuovo in tiro dopo mezza ora. Non avrei potuto tirare seghe tutto il giorno. Sono per il sesso vero, rapporti pieni, coinvolgenti e soprattutto gratificanti. La mia disperazione aveva raggiunto il culmine. Avevo chiamato Brigitta, il mio pronto soccorso. Era, infatti, sempre lei a darmi l’opportunità di godere anche senza particolari preavvisi. Mi ha risposto calda, sembrava pronta, ma non era in città e quindi non ha potuto soccorrermi. Mentre pensavo a come fare ho visto Sabine che era appena ritornata, aveva fatto acquisti e scesa dalla macchina, stava trasportando tutte le buste. era stata al supermercato, poi l’atmosfera natalizia’.. Muoio da sempre per lei, per il suo corpo, per il suo modo riottoso di fare l’amore, ma mi stimola ancora più il fatto che sia la cognata di Brigitta. Se Brigitta è l’anima carnale Sabine la francese si è sempre dimostrata poco incline alle avventure, è una realtà complicata, perennemente in crisi. Ho fatto e le faccio ancora una corte serratissima ma questo mi ha consentito di possederla una sola volta. Lei ha avuto un lungo periodo in cui ha sofferto per aver tradito suo marito e per molto tempo non ha voluto vedermi. Sono stato molto paziente con lei, con le sue indecisioni, con le sue paure e le sue fragilità. Più io impazzisco per lei più lei cerca di evitare per quanto è possibile il solo incontro con me. Nonostante il suo tentativo di sfuggirmi siamo dediti ad un’attrazione fatale. E’ venuta un’unica volta nel mio appartamento. Ho avuto modo di farla mia con difficoltà ma l’ho fatta finalmente mia nel vero senso della parola, con tutti i crismi. L’ho posseduta in ogni parte possibile, e poi solo pomiciate, toccate, e qualche bacio rubato. Sapevo chiaramente che dopo quella prima volta incontrandola da solo a sola l’istinto avrebbe prevalso inevitabilmente. Le occasioni di vederla per me non erano molte ma lei non poteva vivere serrata in casa. Più volte avevo cercato un’occasione ma Sabine aveva costruito una corazza, era progressivamente divenuta sempre meno disponibile, specie da quando suo marito è rimasto menomato da una brutta malattia. In conseguenza di ciò l’uomo esce veramente di rado e questo non mi ha mai permesso di raggiungerla a casa sua, farla capitolare nelle sue mura amiche, e ovviamente lei da me non sale più. Le uniche speranze erano quando il marito andava a terapia ma Sabine non apriva mai la porta. Più volte mi era capitato di incontrarla mentre accompagnava il marito e devo dire che i suoi anni iniziavano a vedersi tutti, stava sfiorendo ma per me è sempre stata un frutto proibito ed in quanto tale ambitissimo, nonostante le mie tresche con sua cognata Brigitta, chiaramente all’insaputa l’una dell’altra, visto che si odiano. Sono arrivato al punto che lei è divenuta l’oggetto principale del mio desiderio sessuale e solo pensando a lei ho erezioni fantastiche. Alla sua vista non sto più nella pelle. Quella di vederla ritornare a casa con pacchi, quindi è stata l’occasione giusta, per cui sono sceso e mi sono offerto per il trasporto. Lei è subito entrata in imbarazzo, mentre io l’ho guardata intensamente senza che potesse rifiutare la mia offerta. Salite le scale ho depositato i pacchi dentro l’ascensore. Lei sperava che andassi via, mi ha ringraziato tre volte per l’aiuto e mi ha detto che doveva fare altre cose nel garage, non c’era nessuno, così ho preso la palla al balzo e le ho detto che l’avrei aspettata, ma Sabine con fare cerimonioso ha cercato elegantemente di dirmi di no. Io so essere testardo. Ho aspettato lo stesso con la scusa di aiutarla a portare le cose che prendeva dalla cantina, e dopo circa un quarto d’ora ha dovuto desistere e salire con me. Si vedeva era in totale imbarazzo e quando si è chiusa la porta dell’ascensore e io con delicatezza ma con sicurezza le ho messo le mani sui fianchi è subito diventata rossa, è avvampata come non mai. Le ho detto sottovoce nell’orecchio destro che avrei gridato a tutti che io e lei eravamo amanti e che lo avrebbe saputo tutto il palazzo se non mi avesse fatto entrare con lei a casa. Tentò di convincermi dicendomi che c’era suo marito ma io sapevo che lui non era tornato da terapia. Del resto, quando faceva la spesa lei la faceva da sola proprio quando era libera. Arrivammo al piano, aspettai qualche attimo e lei con circospezione aprì. Io avevo già scaricato tutto in men che non si dica. Mi ridisse con voce supplicante in un italiano francesizzato che non voleva fare torto a suo marito e io le dissi che non avrei mai voluto fare torti al marito ma far godere lei e godere me e nel caso lui vi fosse stato veramente avrebbe potuto vedere come possedevo sua moglie e come lei avrebbe goduto. Le ho strappato una serie di baci, sono entrato e l’ho affrontata senza titubanza, sentivo l’energia esplodermi dentro, avrei voluto sbatterla al muro, prenderla con violenza, ma quando ho visto il suo visino smarrito e in preda al tormento l’ho baciata lungamente infilandole la lingua in bocca e facendole comprendere immediatamente che mi apparteneva, l’ho sollevata e portata sul letto matrimoniale, l’ho spogliata e ho iniziato a succhiare le sue piccole tettine in contrasto con i lamponi rappresentati dai suoi capezzoli. Come sempre Sabine è rimasta impassibile, senza trasporto, senza passione, ma io che la conosco sin troppo bene, sono sceso sino alla sua vagina e ho iniziato a leccarle la clitoride in maniera pervicace, assillante, continua, tanto che la sua risposta si è subito fatta vedere e sentire. Ben presto furono veri e propri gemiti. Poi fu la volta di un improvviso fiotto di umore caldo che ho succhiato avidamente e senza respiro. Iniziava, finalmente, a partecipare attivamente godendosi le mie leccate e ho ciurrato tutto, infilandole continuamente le dita nell’ano, sollecitandola con la lingua e titillandole l’interno caldo cavernoso della vagina. Ho Infilato più volte il mio naso nella fica e quando ho deciso che era arrivato il momento di penetrarla, mi ha accolto da par suo. La sua magnifica caverna si dimostrata pronta, dopo il mio intenso trattamento preliminare era calda, fluida e ribollente. Il pene entrato delicatamente ha iniziato ad andare alla meta in modo sempre più spedito. Sabine aveva incominciato ad offrirsi e godeva in maniera liberatoria, sapeva trattenere in vagina il più a lungo possibile il mio ospite e questo le poteva assicurare un orgasmo intenso e prolungato quando sarebbe venuto il momento. Il gioco per me era ancora agli inizi, non soffro di eiaculazione precoce anzi. Ho iniziato a martellarla e lei ha cercato di rispondere come poteva, mi abbracciava e ascoltava i miei consigli. Ho messo le sue lunghe cosce sulle mie spalle e l’ho penetrata sempre più a fondo stantuffando con il ritmo veloce che ormai avevo preso e lei è passata dai gemiti ai gorgogli, ha iniziato ad ansimare e a parlare, finalmente era partita e mi incitava ad andare sempre più dentro, sempre più duro, sempre più forte. Io ho cercato di alzare il ritmo e lei lo ha sentito. Nella sua vagina andavo fortissimo. Continuai visto che lei apprezzava e quando l’ho vista un poco stanca le ho infilato l’indice e il medio nel buco del culo. Lei è ripartita con un urlo e io me la sono goduta tutta fino alla fine. Non volevo eiaculare ma Sabine oramai aspettava solo di essere inondata. Una volta svuotato ho avuto voglia di rimanere a giocare con la sua dolce bocca, con le sue tettine, ma soprattutto ho spinto la mano verso l’ano, pur se sapevo che la donna sulla penetrazione anale aveva diverse reticenze, che mi aveva già dimostrato e che non ha tardato a manifestare. Lei non voleva darmelo, era troppo piccolo il buchino, ma io per questo l’ho voluto, senza contare che il dir di no ha per me un effetto assolutamente afrodisiaco. Abbiamo iniziato così le scaramucce amorose solite con lei molto pudica e poco disponibile ad essere inculata, come, del resto, anche al sesso orale, pratiche che a me piacciono molto. La penetrazione anale era per me il completo indice di sottomissione della donna, mentre per i bocchini ho sempre tratto piacere dal farmi succhiare il pene. Ho utilizzato la giusta decisione, un po’ di forza, come era sempre accaduto con lei e l’ho impostata alla pecorina. Sabine era particolarmente ribelle, recalcitrava molto, ma sapeva che l’avrei inculata. Cercava di sfuggire alla posizione e puntava a baciarmi in ogni parte del corpo, voleva salire sopra e io l’ho lasciata fare, E’ partita con una cavalcata che mi ha tolto il fiato ma che ho potuto regolare strizzandole le mammelle sensibilissime, e lei ha iniziato ad orgasmare violentemente mentre io beneficiavo del suo strato di grazia e quando fu stravolta al punto giusto la spostai e la misi alla pecorina senza che lei avesse ancora la forza di contrastarmi. Le ho infilato la nerchia e lei ha grugnito, bofonchiato e nitrito come una cavalla pazza ma non ha potuto fare altro dopo che l’ho preparata a dovere. Le avevo inserito orgasmo e saliva in quantità quindi sono entrato fino ai testicoli in lei nonostante le sue lamentele che non sono mai state urla. Lentamente Sabine si è decontratta decontrasse, ha accettato quanto stava avvenendo e ha iniziato a rispondere anche con il deretano. Era di nuovo mia, lo sentivo. Progressivamente il buco del culo ha preso la forma del mio pene grosso e duro. L’ho perforata e presto è divenuto tutto più semplice. Sabine godeva alla grande e non era assolutamente dilaniata, attendeva il fiotto di orgasmo che le avrebbe bagnato le viscere, ma conoscendo il mio appetito sessuale sapeva che non sarebbe bastato se non come antipasto, del resto, io avevo fatto di tutto per farle capire che sarebbe stata una bella maratona. Il pene era turgidissimo, il solo pensiero di incularla, senza ritegno e sentire i suoi commenti in francese mi eccitava troppo. Inoltre, le avevo infilato la mano destra in vagina, sgrillettandole la clitoride e con la sinistra le mungevo le tettine. La pressione era forte. Lei era pazza, godeva alla follia e oramai nella sua lingua implorava di essere posseduta. Sperava che io la bagnassi, concludendo ma io resistevo. Ne avevo per molto. La sentivo perfetta, prendeva il pene in vagina ed in culo in maniera straordinaria. Alla pecorina mi accorgevo che era fantastica e allora ho dato il via e ho iniettato il seme con maggiore profondità possibile. Sabine ansimava a bocca aperta, più lo sentiva più lo voleva. Le stavo facendo una cura molto più intensiva che non la prima volta e lei punto era molto provata. Sono rimasto sfatto nel suo ano schizzando sino all’ultimo getto, dopodiché ci siamo accasciati sul letto. Lei lo sapeva che non mi sarei accontentato ma per un attimo ci siamo fermati. E’ stata lei a sorprendermi quando ha deciso di prendere l’iniziativa scendendo sino al mio pene moscio, rivitalizzandolo con sapienti giochi di bocca e soprattutto di lingua. Mi ha succhiato con intensità e passione forse per cercare di tenermi sotto scacco ma io avevo ancora voglia del suo deretano e nonostante lei abbia cercato di proseguire il bocchino, con forza l’ho riposta alla pecorina e lei mi ha chiesto implorante se avesse dovuto darmi il culo di nuovo, quasi supplicandomi di risparmiale questa volta il buchino. Io non ho parlato ma l’ho infilata subito e nonostante le sue proteste il buco ha preso nuovamente la forma del cazzo, con molta saliva e una crema che lei mi ha dato quando ha capito che non poteva più sperare che io non la inculassi. A quel punto si è sentita morire, sapeva che le avrei dilaniato l’ano, il mio attrezzo era molto possente e questa volta ha urlato. Il suo ano era irritato, grosso e rosso. Continuai in maniera forsennata, il suo tentativo riottoso di proteggere la più volte violata virtù anale mi sembrava un non senso ma mi rendeva sempre più felice. Maggiorava il mio desiderio. Sabine stringeva lo sfintere ed io mi ingrossavo dentro di lei. Più lei cercava di divincolarsi, più la penetravo. Del resto l’avevo aperta così tante volte che a mio avviso lei doveva solo godere ma non riusciva. In questo era molto diversa da sua cognata. La baciavo sulla schiena le mordicchiavo i lobi delle orecchie le schiaffeggiavo le natiche ma lei era riottosa, imbizzarrita, sapevo tuttavia come domare questa sua carica abbuffando la sua vagina di ditalini, bastava sentire un mio dito sapiente in vagina e Sabine era finita, tuttavia volevo goderla tutta, per cui le mani mi servirono a strizzare le sue piccole tette. Succhiavo tutto quello che potevo e benché si dimenasse era sempre molto attenta a fare in modo che il mio pene non uscisse fuori dal suo culetto. Martellavo senza sosta e lei seguiva il moto ondulatorio quasi come fosse per inerzia senza particolari gemiti e segni di cedimento. Allora ho staccato dalle tette entrambe le mani e ho tuffato quella sinistra nella vagina mentre la destra l’ho messa ai suoi fianchi scendendo a fare ditalini e in men che non si dica mi sono ritrovato la mano piena di sostanza vischiosa con lei che singhiozzava e orgasmava a schizzo, non si dimenava più ma gemeva in modo forte e intenso. Senza perder tempo, in modo che la sua disfatta fosse totale, le tolsi il pene oramai incandescente e mi rivolsi a succhiare tutto il succhiabile lì in vagina e lei crollò rovinosamente, non resisteva più, urlava a più non posso il suo orgasmo, tanto che per la prima volta ho avuto paura, poi si è acquietata. Eravamo sfatti, madidi di sudore, ma io ero felice anzi felicissimo. Ci è voluto molto affinché riuscissi a riprendermi ma lei era li. Questa volta Sabine era mia veramente mia lo sentivo e se avessi avuto dei dubbi il momento in cui si infilò senza alcuna esitazione il mio cazzo floscio in bocca poteva confermare in pieno tutto. Mentre la palpeggiavo dovunque lei svolgeva benissimo il suo lavoro di bocca, labbra sapientissime e lingua soprattutto lingua, lingua. Era una francese terribile scatenata. Leccava e succhiava in maniera fantastica iniziavo a desiderarla sempre di più per queste dolci torture e stavo capitolando. Sentivo che proprio in quegli istanti lei mi voleva padrone della sua bocca, della sua gola mentre io ero indeciso se coronare il suo impegno o se goderla in altre parti. La sua bocca era oramai un forno e lei utilizzava le sue labbra come un mantice. Risucchiava tutto. Cara la mia Sabine che si dava senza remore, senza ritegno. Avevo deciso che bastava così, ho smesso di lasciarla fare e ho preso l’iniziativa. Sono sceso all’altezza della sua vagina depilata e li ho fatto carne da macello con una snervante attività orale che ben presto ha dato i suoi frutti. Lei ha perso ogni cognizione, era come in trance, godeva a non finire e gemeva, alternando gridolini e parole in francese trattenendo il mio viso in lei, spingendo di forza il mio volto in lei, con la forza che le rimaneva. Quando l’ho sentita così sciolta, liquida sottomessa sono risalito infilandole in un orgia di succhi la mia nerchia in fica senza scampo. Sabine mi diceva a squarciagola ormai di essere mia e più mi incitava più la mia potenza si dimostrava in quella caverna. Volevo sentirla e vederla. Ho avuto l’impressione in alcuni attimi di essere troppo frenetico, troppo possenti i colpi e la donna era sempre più in affanno ma quando ho rallentato mi ha incitato a sfinirla, picchiandomi sul culo turgido e vibrante, graffiandomi a sangue con le unghie e mordendomi. Gemeva laida e io ho spinto più forte che potevo e non le bastava. L’ho sentita in preda ad orgasmi fortissimi e anche io sentendo il suo corpo non sono riuscito più a trattenere 4,5, 6 colpi e poi l’esplosione e l’inondazione con lei che ancora urlava accarezzandosi la parti intime, anzi sditalinandosi e spremendosi la tettina sinistra. Aveva ancora molta voglia mentre io ero provato. Ha preso ben presto il mio cazzo in mano con un sorrisetto che voleva dire mi hai voluto sono tua soddisfami. Anche la masturbazione era un portento, mi stava facendo venire di nuovo e solo con il suo sapiente vorace uso delle mani. Fu un su e giù lento e veloce, rapido e fremente, con molte pause profonde, lente per poi scendere a prenderlo nuovamente in bocca a bramare l’orgasmo tra le labbra, sulla lingua, nella gola, ancora, lo voleva. La mia asta era incandescente. Lei era piegata su di me e io ho potuto stringere nelle mie mani i suoi capezzolotti. Strizzavo con forza e lei è sembrata perdere consistenza nel pompaggio del bocchino, ma io provavo un perverso desiderio a strizzare la sua aureola mammaria e il capezzolo fra le mie dita. Lei vomitò il mio pene, ora affannava e ansimava, la sentivo in difficoltà e ho sfruttato l’opportunità infilandole le mie dita nella sua fica, subito bagnate. Ormai la mia mano era come in un guanto sditalinavo al mio ritmo, lavoravo le grandi labbra e ero sceso con la bocca ad omaggiare la clito. Il piacere di Sabine era vibrante, singhiozzava la sentivo fremere mentre suggevo senza darle scampo. La riempii di saliva e poi sono andato a succhiare il fiorellino del culetto. Stava per diventare una nuova maratona ad un certo momento ne divenni certo. Il culo era piccolo ma a mandorla, appetitoso per me che ero abituato a grandi culi. Leccai a dovere tutta la zona perianale e la fica da cui uscivano toppi di liquido bianco, duro, vischioso che ho inserito nel buchino. Ho lavorato con le dita e ben presto le ho infilate nell’ano, puntando ad allargare. Non è stato facile il muscolo dello sfintere era molto elastico. Le ho detto che l’avrei inculata senza altre parole e lei mi chiesto di non farlo ancora. Le avevo già fatto molto male ma io lo volevo. Mi ha offerto la fica ma io l’avevo già posta a pecorina col culo all’aria e non ascoltavo le sue parole. L’ho schiaffeggiata e ho infilato più dita lavorandola mentre lei mi implorava di fare piano. Era entrata nell’ottica che l’avrei sodomizzata, lo sapeva che facevo tutto quello che volevo. Ho puntato il buco e ho spinto con tutte le mie forze, mentre lei ha allargato il buco con le sue mani ma al contempo stringeva. Urlava, sentiva dolore la nerchia era possentissima e il culo sodo sembrava non volersi aprire. Ho preso il dominio delle sue natiche, l’ho presa per i seni e ho strizzato, ricominciando ad assaltale il culo, mentre lei sditalinava la fica. Ho spinto al massimo e sono entrato di prepotenza con Sabine che era muso nel cuscino ad urlare di no. Gemeva come una porca e io l’ho sfondata. Ero ancora una volta dentro. Dovevo pompare i miei ritmi infernali per sfrangerla. La potenza del mio pene spaccava ogni resistenza ed io ho iniziato ad a entrare e ad uscire con profonda regolarità accompagnato dalle grida e mugolii della francese che partecipava indiavolata. ‘Ecco la mia bella Sabine arrapata!’ ho continuato a dirle mentre lei agitava il suo deretano in preda alla foga. Era una giumenta e più le schiaffeggiavo il culetto più rispondeva, il mio sesso entrava e usciva bene. Mi sono avvicinato e lei si è stretta e ha cominciato a muoversi più velocemente. Le ho urlato che mi faceva impazzire quando smetteva di andare su e si muoveva inarcando solo il suo bacino. Muoveva il suo bacino come non mai ogni colpo era a segno dentro l’ano e dentro la fica una serie di colpi su una serie giù e così su e giù senza tregua. La possedevo senza remore. Mi gridava che ero dentro, e io rispondevo di si che lo sapevo. Era calda e io scoppiavo, mi sussurrava di non fermarmi e io spingevo a ritmo sempre più forte spingevo entravo e lei sditalinava la sua fica. Ho spinto con tutta la forza che avevo, sentivo il culmine del piacere eravamo quasi. Ho rallentato e lei ha protestato, allora sono ripartito con vigore e Sabine è caduta faccia avanti. L’ho martellata senza sosta e mi sono fermato solo dopo aver scaricato tutto nonostante lei mi avesse implorato di fermarmi. L’ho baciai e leccata per tutto il culo e la vagina e lei ha perso subito il broncio che aveva da qualche secondo. Ha messo delicatamente le mani fra ano e vagina, raccolto succhi sulle dita e me li ha offerti tra le labbra. Ho succhiato le sue dita avidamente come lei voleva e ho appoggiato il mio cazzo tra le sue gambe. Mi ha chiesto lei di spingerlo di nuovo in fica, dentro e io l’ho fatto con cautela, mentre lei ha chiuso gli occhi, strizzando le mammelline e umettandosi le labbra con la lingua. Io sono ritornato a baciarle la bocca avidamente e lei ha iniziato a squittire, poi a gemere. Ha aperto le le gambe agevolandomi. Mi ha detto nuovamenteche lo voleva dentro e io l’ho messo a regime con il mio bacino stantuffandola. Sabine stringeva il mio culetto e mi ha gridato di continuare. Stava bene sotto mentre io acceleravo. Ho Iniziato a succhiare le tettine coi capezzolotti mordicchiandoli con delicatezza. Andavo come un treno in una galleria da paradiso. Mi sembrava di non finire mai e lei mi diceva che ero inesauribile. La sua voce mi galvanizzava. Lei mi sentiva forte violento e irruento come ero. Aveva accartocciato le sue cosce attorno al mio culo e con le dita mi penetrava l’ano. Le sue unghie mi imprimevano forza e eccitazione ancora più forte e io iniziai a cavalcare senza limite. Mi sono sentito rosso, un calore che poche volte avevo sprigionato e affondavo sempre di più in quel mare di orgasmi riemergendo e rituffando la mia nerchia, mentre spingevo con forza il mio pene dentro di lei. Sabine incitava l’orgasmo che era prossimo e quando emisi il mio urlo gutturale lei era già esplosa e io l’ho irrorata dentro con il mio sperma. Ho eiaculato tutto in lei che ululava con me presa dal momento di scarica. Sono rimasto li su di lei con una tetta in bocca come nell’istante dell’orgasmo. Ero ancora infilzato nell’antro. Eravamo sazi sebbene continuavo a leccarle alternativamente i capezzoli. Sabine si era alzata, era nuda e io ho avuto un fremito nel vederla ancheggiare coprendosi con la vestaglia. Mi aveva chiesto di rimanere a letto. Tardava a ritornare e io infreddolito mi sono alzato. L’ho trovata che armeggiava tra il soggiorno e il bagno pronta per fare la doccia mentre io sorridevo. Anche lei mi ha sorriso ma il mio sorriso non era stato ben interpretato. Il suo era di soddisfazione il mio di nuova carica. Il tavolo di noce massello era li ed era un peccato non provarlo. L’ho spinta in soggiorno contro il tavolo, alzandole la vestaglia e lei mi ha sorriso dicendomi: ‘Che ci fai mi vuoi ancora, non ti basto mai?’, ma si vedeva che lo voleva anche lei questa volta e posizionatasi a 90 gradi aprì l’ano dicendomi: ‘mon cochon italien veut mon cul n’est-ce pas?‘ ed io non le risposi, la inculai frenetico e violento con lei che ondeggiava sfinita. Non arrivavo più ero quasi del tutto esaurito ma andavo lo stesso per mettere a segno il mio sigillo. Ogni parte di lei profumava di sesso e aveva il mio odore misto al suo. Mi piaceva sentire sulla sua schiena, sulle sue spalle il nostro odore mescolato. Andavo aspettando questa volta che l’orgasmo arrivasse il più presto possibile ma niente abbiamo combattuto un bel po’ e quando finalmente ho iniziato a sentirlo vicino lei si è distesa sul tavolo accogliendomi tutto. L’ho baciata sul collo ed è passato un bel po’prima che mi distaccassi da lei. Le sue cosce avevano ceduto e io l’ho accompagnata sul divano. Abbiamo aspettato e abbiamo fatto la doccia. Eravamo appena tornati in soggiorno e Sabine aveva notato che il cellulare squillava. Il marito dal fisioterapista le aveva chiesto conto dell’enorme ritardo e Sabine aveva risposto molto bene dicendo di essersi resa conto, arrivata a casa, di aver bucato una gomma e ora doveva farla riparare. Si era presa altro tempo e mentre parlava aveva sbottonato di nuovo i miei pantaloni e stava masturbando il mio cazzo. Mi sono reso conto di quanto una donna possa essere famelica. Stavo morendo, sono ricaduto sul divano e finalmente la donna aveva staccato la comunicazione. Era padrona assoluta. Il telefono squillò di nuovo non ha più risposto. Aveva altro da fare. In bocca aveva il mio cazzo che leccava e suggeva avidissimamente e il cazzo svettava nuovamente, mentre lei ripeteva je veux faire une pipe a toi con me che sudavo, il telefono squillava e lei pompava a buon ritmo facendomi scoprire le gioie del sesso orale con mille trucchi, mordicchiamenti, leccate e succhiamenti. Sono stato io a implorarla di fermarsi ma lei aveva deciso di no. Non si è fermata mai, mai, è andata avanti sempre più in crescendo mentre mi ringraziava in tutti i modi che il suo corpo sapeva. Chiudeva gli occhi, poi li riapriva, ero soddisfatto e i suoi occhi gioivano. Quando lei ha sentito ancora il momento della sborra in uscita si è posta per consentirmi di bagnare il volto e sorridendomi soddisfatta mi ha detto ‘ho vinto, Mi hai voluta? E sei mio‘. Lo ha detto in modo chiaro netto perentorio con me che ho sorriso, le ho dato un bacio ma inizio a temere che è difficile gestire Sabine con le sue voglie. Ieri e oggi nonostante il marito abbiamo fatto sesso per ore e lo stesso mi ha promesso che accadrà domani e per tutto il tempo che rimarrò: vuole godere”. Non si vergogna più di niente e non teme più nulla. Sto facendo ottime traduzioni di italiano nella francese.

Sto godendo intensamente Sabine in ogni modo e in ogni posizione come mi aveva promesso ha fatto, tanto che mi sembra in alcuni casi una cambiale. Aspetta il mio ritorno pazientemente dopo che ho accompagnato a casa di mia suocera mia moglie e sale su. Onde evitare incontri che potrebbero metterla a disagio porta sempre con se qualche cosa: chilo di zucchero, dei biscottini, una teiera, qualsiasi cosa. Ancora si pone il problema dei vicini, che comunque la mattina sono a lavoro. Tutto coincide e anche suo marito da qualche tempo viene preso a domicilio e condotto alla fisioterapia da un gruppo di volontari. Mi basta, dunque, saper aspettare. Entro le 9.30 io e Sabine possiamo iniziare a donarci liberamente per tutta la mattinata. Io ho subito preso la situazione in mano con lei mi piace essere autorevole e autoritario. Per troppo tempo mi ha fatto penare qualla fica e quel culo e ora che la posso possedere nel vero senso della parola non mi voglio fare mancare nulla. è apparso subito evidente a me come il tentativo di reprimere le sue voglie non sia riuscito Sabine è infatti una giumenta e il marito in quelle condizioni non è minimamente in grado di soddisfare neanche in minima parte una tale femmina. Non si sazia mai è una fucina di sempre nuove idee sessuali ed è sempre pronta a donarsi in questi giorni di full immersion oramai ha capito che sono il cazzo che fa per lei, che non le creerò mai problemi e che sono in grado di darle tutto quello che fino ad adesso non ha mai avuto in modo continuo. Io l’ho sempre desiderata e la desidero davvero. Dopo avermi assaggiato ha capito e soprattutto ha sentito quanto le voglio e posso dare. Sono diventato una medicina al suo desiderio represso e che ora è finalmente sbottato. Sabine vive una nuova vita, ci tiene di più a se stessa, si cura molto, si veste meglio e soprattutto ha smesso di risultare anonima vedo finalmente una bella 52enne che amava ricambiata e che finalmente valorizzava il suo bel corpo, soprattutto il suo culo e le sue cosce. Le lascio sempre la porta accostata dopo uno squillo che lei mi fa sul cellulare e si inserisce a casa mia. La voglio da me, la voglio fare mia senza tregua come lei vuole essere mia. è un momento particolare e fortunato visto che ho da poco ricevuto un sms da parte di mia cognata che mi informa che è appena arrivata e si fermerà due giorni, riparte venerdì sera. In questa mattinata del 1 giugno sono comunque preso da Sabine, non posso avere altri pensieri soddisfarla è una mio punto d’onore ora che l’ho conquistata finalmente non la posso perdere. Ci siamo baciati e abbiamo pomiciato, limonato come bambini, mentre io ho già messo le mani nei suoi punti nevralgici e Sabine se ne è accorta e ha già iniziato a ansimare Le aureole e il capezzolo sono splendidi veri lamponi. Sono frutti da cogliere da succhiare con tutta l’intensità che mi è possibile. Li lecco avidamente e Sabine inizia a perdere il suo controllo si da ad occhi chiusi mentre io iniziai a strizzarle le tette. Ci giocai con le dita facendo crescere a dismisura il capezzolo, strofinandolo fra pollice e indice, e poi con dolci carezze e leccate a tutta lingua. Sabine aveva chiuso gli occhi, sentivo che voleva qualche cosa di più ambiva a mettere le mani sul mio pene ma sebbene io l’avessi totalmente denudata io ero ancora vestito. Godevo di questa situazione che poteva senza mezzitermini essere ritenuta di sottomissione da parte della donna in preda alle sue voglie. Quante scopate si era persa con quel marito, le chiedevo e lei cercava avidamente sempre più la nerchia che la potesse soddisfare e che in questi giorni l’aveva finalmente appagata. Sabine era una affamata, una assetata nel deserto. Ora iniziava a spazientirsi mentre io godevo della sua bramosia. Lavorai intensamente ai suoi capezzoli. Suggevo a più non posso ed in più occasioni mordicchiavo quella tenera escrescenza puntuta. Iniziai a svestirmi e condussi Sabine nella camera da letto.Mi resi conto che al contrario delle altre volte indossava un tanga di pizzo, un filo passava fra vagina e culetto e ciò mi incitò. Aveva splendide natiche, il culetto era piccolo ma avevo già usufruito delle sue delizie. Le cosce erano straordinarie. Senza parole mi tuffai sulle sue grandi labbra con la mia lingua, le mie labbra, la mia voracità. Iniziai con dei baci poi approfondii sempre di più la mia attività mentre Sabine tremava, non era una cosa da tremare, le emozioni dovevano essere vissute e gli e lo feci capire torturandole il clitoride. Passai, inoltre a succhiare leccare e insalivare ben bene il suo buchino, che si contrasse senza tregua. Feci di tutto e riuscii a fare entrare la mia lingua nel suo dolce culetto profumato. L’aveva preparato a dovere, non c’era che dire. Sabine era un lago di piacere. Il suo desiderio era quello di avere il pene, mi cercava la nerchia, la voleva con tutta se stessa e io gli e la diedi, mi spostai sapevo che voleva sbocchinarmi era una dea del sesso orale mi stava facendo godere l’anima e io non stavo fermo avevo preso di mira il suo buco del culo e con le mie dita lavoravo per penetrarla. Lei sentiva il mio lavoro e beneficiava di ciò. Il suo impegno orale era a tutto spiano. Succhiava e leccava dalla punta allo scroto, insalivando tutto centimetro per centimetro. plissettato del mio culo. Io entravo con le dita nel culetto e le provocavo inevitabili gridolini. Le francesi per il sesso orale sono le migliori l’ho sempre detto, gli viene naturale io credo. Il mio intento era quello di entrale in gola e a questo punto riempirgliela sarebbe stato un ottimo segno di sottomissione. Riuscivo tuttavia a resistere pensando a come Sabine fosse felice, succube, sottomessa ma felice di possedere un cazzo pulsante tutto per lei dopo tanti anni. Un cazzo di cui si poteva fidare, che la stava possedendo senza il rischio che tutta la città sapesse che lei intratteneva una relazione extraconiugale. Il mio cazzo era duro svettante forte e Sabine orgogliosissima, quasi non credesse alle sue straordinarie capacità di amante. Io ero quasi sul punto di eiaculare e gli e lo dissi. Sabine aprì ancor più la bocca come un forno prese il primo zampillo dentro poi riversò tutto sui suoi capezzoli il viso ed il decolté, mentre sborravo ogni fiotto del mio sperma mi invitò a leccare tutto e io lo feci con gusto, banciandola e succhiando la sua lingua, tutto si tramutò in una interminabile serie di baci alla francese che mi resuscitarono immediatamente mentre lei mi diceva ancora e sorrideva soddisfatta della mia immediata risposta. Non facemmo riposo mi costrinse a ripartire ma a questo punto fui io a decidere la danza. Scesi a prendere il suo nettare dalla sua vagina con un 69 spettacolare. Sabine fu li che perse totalmente ogni sua cognizione, la distrussi con leccate e succhiate continue, interminabili e lei fu in mia balia definitivamente. La vagina era il suo punto più debole e i miei giochi sul clitoride la inebetivano. Io godevo di verderla fremere, di sentirla ansimare e di non essere capace più di articolare neanche una parola, la gestivo. Quando era ben cotta e aveva lasciato sul letto umori a non finire la rivoltai e utilizzai i liquidi che cadevano dalla vagina per inserirli nel buchetto, distribuendoli tanto nell’area perianale quanto dentro lo sfintere. Al colmo dell’eccitazione Sabine mi incitava sodomizzarla, utilizzando provocanti termini in francese e io lo feci. Messa per terra a culo in su dopo averla fatta scendere dal letto iniziai a farle il culo con sforzo sempre minore, poiché stavo notando come il buco iniziasse ad aprirsi. Sabine mi disse che era lubrificata ma lei lavorava ottimamente sditalinando la vagina con le sue sapienti mani affusolate. Sapevo di farle ancora molto male il cazzo era duro, possente e i miei colpi non la risparmiavano certo. Quando trombavo così non pensavo ad altro che a sfondare e entrare il più possinile dentro di lei, nel suo intestino, lei incitava e io cavalcavo quel culetto con grande impeto. Vedevo ondeggiare le sue tettine e iniziai a stringerlgliele, a strizzarle, la stavo sfondando e lei mi sentiva, le piacevva, lo voleva sempre più forte, sempre più potente entravo e uscivo con maestosità. Ogni tanto le davo alcune sculacciate per farle seguire il ritmo giusto e lei sculettava dondolando il bacino. Era tutto dentro fino alle palle e mi rendevo conto che non era molto diverso inculare una donna come Sabine dal sodomizzare mia suocera Anna mentre differente era fare il culo a Brigitta sua cognata e Laura mia cognata erano modi di godere il culo diversi. Rimasi dentro il suo culo molto e molto tempo, non volevo arrivare, e credo che ad un tratto le emorroidi iniziarono a bruciarle. Sabine mi chiese di arrivare e io non ero pronto e non fui pronto. Anche in questo caso lei fece di tutto ma non potei ne volli darle scampo. Ora urlava che le stavo sfasciando il culo ed io sfondavo andavo ancora più dentro. Il suo ano era sfatto e usciva del sangue ma i colpi erano sempre più poderosi. Sarebbe servita altra lubrificazione ma chi si fermava. La scopavo veramente in maniera selvaggia scoparmi e sentire i sui lamenti, e soprattutto la sua nenia di :’mi rompi il culo così, mi rompi il culo’ come se la mia intenzione non fosse proprio quella. Sabine si sditalinava senza ritegno, godeva la porca fino a quando sculettando per tre o quattro volte di seguito capì che l’orgasmo stava per essere vomitato, io scoppiai come impazzito infilandola fino in fondo e buttando un urlo che lei replicò pronunciando alcune parole in francese con cui espresse il suo totale godimento e subito facendo un ampio sorriso che le prendeva tutta la bocca. Io non potei che pensare a quanto fosse seducente, piena di libidine e di charme. La fica di Sabine era fradicia di umori e quando la donna decise di salire su per uno smorza candela fu tutto molto semplice, partì cavalcandomi nella posizione che era sempre stata appannaggio di mia moglie Beba, la quale mi dava grandi soddisfazioni in quella posizione ma dovetti ammettere che anche Sabine era un’ottima cavallerizza, le feci fare quello che voleva saltò su di me senza nessuna remora io la infilai piena, forte dura e lei gemeva alla grande. Diede sfogo alle sue passioni, mi disse di tutto e si diede tutta mentre le mie dita si infilavano nel suo culo al ritmo della cavalcata Eravamo madidi di sudore ma lei mi chiedeva di fotterla ancora e ancora. La nerchia nuotava, fluttuante in quell’antro vischioso e zuppo, si sentiva il rumore della cavalcata accentuato dagli umori che colavano abbondanti, eravamo grondanti. i capezzoli erano turgidi, ma il mio desiderio era tutto rivolto per l’ennesima volta a infilare le mie dita nell’ano. Era un posizione in cui potevo resistere all’infinito e la francese se ne rese ben presto conto era soddisfatta, stremata e felice, ora rallentava non riusciva più a mantenere il ritmo che si era imposta. Decisamente non ero suo marito, sapevo come saziarla e potevo saziarla quando e come voleva gli e lo dissi e lei sorrise. Da quanti anni non scopava così, era riconoscente, i suoi occhi sorridevano. Sentivo il cazzo incandescente, la presi per le tette la feci scendere e prima che lei potesse fare qualsiasi cosa la feci alzare. La condussi nel box della doccia facemmo la doccia e iniziai a leccarle tutto il corpo soffermandomi a torturale il clito in maniera infinita, lei cadde sulle ginocchia e fu tutto semplice la trasportai di peso di frante al grande specchio, sistemandola a 90 gradi, col culo sporgente mentre con le mani si reggeva al lavandino. Il buco del culo si aprì nuovamente, sfondai e subito spinsi con violenza, colpi possenti, sempre più poderosi con Sabine che ora diceva basta spinte poderose. Le dissi che avevamo quasi finito che doveva prenderlo solo un’altra volta in culo, volevo spaccarglielo, e per farla godere di più le sditalinavo la fica in maniera frenetica, assillante. La francese singhiozzava, mi rispondeva per monosillabi intenta come era a gemere, era tutto un gemito godette e io feci lo stesso di quel culo che iniziavo finalmente a sformare e io notai che Sabine iniziava a sapersi muovere aveva capito come comportarsi nel rapporto anale, l’orifizio era allargato e io entravo e uscivo nuovamente con agio la nerchia era padrona del buco del culo, dominavo le sue chiappe e gestivo il suo bacino. La penetravo in estrema profondità era lei che ora mi provocava dicendomi che la facevo sentire femmina e mi chiedeva se mi piaceva, mi diceva di essere oramai mia mentre io sfondavo l’ano, la trivellavo mentre con le dita facevo fiottare ancora il suo liquido. Una serie di colpi vigorosi in sequenza rapidissima mi portarono a sbatterla con violenza verso il lavabo a tal punto che dovette sollevarsi sulle punte e trattenersi al muro per non cadere faccia avanti mentre io la inondavo fino all’intestino. Eravamo rossi come papaveri. Rimasi dentro il culo finché potei, mentre lei sorridendo dallo specchio mi guardava ebete, soddisfatta e soprattutto sfranta. Sapevo di aver fatto un ottimo lavoro ma ciò mi serviva perché avrei dovuto avere un po’ di tempo da dedicare a mia cognata, anche se lei di questo rapporto incestuoso non volevo sapesse nulla. Rifacemmo la doccia lei si rivestì e scese giù a breve avrebbe dovuto andare a prendere il suo maritino, ma prima mi volle a tutti costi lasciare il suo marchio con il pompino migliore che in vita abbia mai avuto e sorridendomi prima di uscire mi disse vedi ora sono una francese farcita all’italiana.

 

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