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Racconti Erotici Etero

La storia di Anita – 3° capitolo di Serena e Laureen

By 23 Luglio 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Per alcuni giorni ebbi con Cinzia ed il Dottor Saveri solo rapporti di lavoro, ma le conseguenze del rapporto con la mia collega non tardarono a manifestarsi nei modi più diversi. Litigai col mio ragazzo che mi lasciò dicendomi che ero diventata una signorina snob e l’amante del mio principale, ma di lui ormai m’importava ben poco. Il peggio era che tutte le sere ripensavo a Cinzia ed alla dominazione che avevo subito, se da un lato ero spaventata nel voler riprovare, dall’altro non potevo non ammettere quanto mi fosse piaciuto.
Fino a quando una sera Cinzia mi chiamò nel suo ufficio.
‘Anita ti devo parlare, e dico seriamente, se ti va bene possiamo cenare insieme, che ne dici ?’
‘Si così almeno non m’avveleno con la mia cucina.’ le risposi sorridendo.
Uscimmo dall’ufficio insieme per andare poi in un piccolo ristorante, dove dopo aver ordinato, lei prese subito la parola senza tergiversare in alcuna maniera.
‘Vedi Anita ci sono due cose che ti devo dire, la prima &egrave che la settimana prossima mancherò dall’ufficio per almeno due settimane, devo operarmi al naso per togliermi una brutta sinusite ed &egrave arrivato finalmente lunedì mi ricoverano.
La seconda &egrave che tu puoi riuscire dove io ho fallito, come sai Matteo &egrave attratto dalla dominazione femminile, solo con me non si &egrave mai spinto oltre un ‘primo stadio’ molto soft. In questa città ci sono solo due vere Mistress, una sono io e l’altra &egrave una donna che si fa chiamare Lady Sword, con la quale sono in continuo contatto. So che Matteo va da lei per soddisfare le sue voglie, non che siano molte, ma per esempio lei lo sodomizza e lo umilia a volte in maniera anche pesante.
Ora che io mancherò tu hai ‘campo libero’, mi spiego meglio se riuscirai a fare quello in cui ho fallito, cio&egrave sottometterlo come in fondo lui vuole, diventerai la sua unica amante, con tutti i benefici che puoi facilmente immaginare.’
‘Ma io non sono una Mistress !’ obbiettai quasi incredula che lei mi volesse in quel ruolo.
‘Sentimi bene non devi esserlo ‘realmente’. Non ti chiedo di cambiare i tuoi gusti sessuali ma solo di provare a soddisfare totalmente il tuo capo. Per farti capire cosa devi fare ti ho preparato alcuni Dvd di dominazione femminile, in modo che almeno abbia un’idea di base. Domani ti porterò una scatola con alcuni giochini necessari almeno per iniziare.’
‘Ma perch&egrave fai tutto ciò ?’ le chiesi cercando di capire fino in fondo le sue ragioni.
‘Come ti ho già detto a breve mi licenzierò e non vorrei che qualche nuova assunta più sveglia di te riuscisse in ciò che tu non vuoi fare. Anita l’altra sera mi hai fatto godere come non mi succedeva da tanto tempo, e anche se sono piena di difetti di certo non sono riconoscente verso chi ha dimostrato amore nei miei confronti, e tu l’hai fatto molto di più di quanto possa pensare.’
‘Cinzia ad essere sincera anch’io ho goduto, e anche tanto.’ di dissi quasi vergognandomene.
‘Lo so piccola mia, ora però ceniamo che ho fame.’
Per il resto della cena parlammo solo di lavoro e di come di dovessi organizzare durante la sua assenza, poi lei volle pagare il conto e me ne tornai a casa a pensare su ciò che m’aveva detto.
Il giorno dopo Cinzia mi diede un grosso pacco che aprii a casa, dentro c’era un piccolo sexy-shop compresi alcuni falli che trovai più curiosi che pratici. Passi il fine settimana a vedere i suoi Dvd studiandoli come se si trattasse di una lezione scolastica. All’inizio li trovai banali e ripetitivi, poi cominciai ad immaginare le stesse scene con me e l’avvocato, e ben presto mi salii una certa eccitazione che non riuscivo e tenere a bada. Così presi un paio di dildo che m’aveva dato Cinzia e cominciai a masturbarmi con quelli, fino a riempirmi la fica con uno realistico di circa trenta centimetri di lunghezza, avendo un orgasmo incredibile.

Il lunedì mi presentai in ufficio col classico tailleur, ma lasciai ben presto la giacca nell’attaccapanni rimanendo con la camicetta bianca abbastanza trasparente. Ogni volta che il dottor Saveri mi chiamava nel suo ufficio slacciavo qualche bottone sia della camicetta che della gonna, assumendo un tono sempre più provocante. Lui mi guardava arrapato senza lasciar trapelare che quella sera avrebbe voluto che mi trattenesi in ufficio più del dovuto.
Quando mi chiamò alle sette sbottonai la gonna affinch&egrave si vedesse il bordo delle autoreggenti e quasi tutti i bottoni della camicetta.
‘Dottore ha ancora bisogno di me ?’ chiesi entrando nel suo studio.
Lui era già in piedi al centro della stanza e non perse tempo a mettersi dietro di me ed afferrarmi il seno con le sue mani.
‘Anita oggi m’hai fatto impazzire.’ mi sussurrò all’orecchio.
‘Anch’io ho una voglia pazza di te e delle tue carezze, solo non qui.’ gli dissi sensualmente.
‘E dove vorresti andare ?’ mi rispose mentre una mano m’accarezzava la coscia .
‘Andiamo da me, solo lasciami il tempo per prepararti una bella sorpresa.’
‘E perch&egrave non da me ?’ mi chiese senza smettere di toccarmi.
‘Semplice la sorpresa &egrave in casa mia …’
Sapevo che mi stavo giocando le mie carte senza alcuna certezza di vincere la mano, ma lui era troppo eccitato per rifiutare la mia proposta.
‘Va bene, sono certo che non mi farai lamentare di questa scelta.’
Prendemmo un taxi per andare nel mio piccolo appartamento, ed una volta in casa entrammo subito in camera da letto.
‘Spogliati.’ gli dissi quasi minacciosa.
‘Perch&egrave ?’
‘Perch&egrave voglio farti impazzire mio bell’avvocato.’ continuai ammorbidendo la voce.
Lui si spogliò rimanendo un po’ dubbioso, ma come fu nudo lo feci sedere e, senza dire nulla, gli ammanettai le mani dietro la schiena.
‘Anita cos’hai in mente ?’ quasi m’urlo contro.
‘Stai tranquillo, &egrave solo per impedire che ti tocchi mentre mi preparo per te.’ gli risposi dandogli un piccolo bacio in bocca.
Corsi quindi in bagno per cambiarmi e mettere una mini elasticizzata ed un paio di stivali a mezza coscia comprati in un momento di follia, ma che non mettevo mai considerandoli troppo da troia.
Quando tornai lui fece un fischio d’approvazione mentre si sedevo sul fondo del letto a gambe aperte. Con malizia feci scivolare le mani sulla punta di uno stivale per poi risalire lentamente fino a toccare il piccolo perizoma che indossavo, ripetendo poi le stesse movenze con l’altra gamba. Quindi tolsi il peri ed abbassai la mini per girarmi mettendogli il sedere a pochi palmi dalla faccia.
‘Ti piace il mio culo ?’ gli chiesi scoprendolo lentamente.
‘E’ magnifico, ti prego fammelo leccare.’
‘Non ancora, prima lo voglio scaldare per te.’
Mi succhiai per bene un dito prima di mettermi a carponi sul letto, poi con una mano m’aprii le chiappe e presi a masturbarmi il buchetto.
‘Non sai quanto mi piace prenderlo dietro mmm …sentirmi il culo pieno mi fa impazzire.’
Matteo aveva il cazzetto duro e lo sguardo di chi non crede ai suoi occhi, il che era proprio quello che volevo. Continuai a toccarmi con sempre maggior foga fino a quando non decisi di cominciare ad usare i giochi di Cinzia.
Dal cassetto del comodino presi un dildo doppio in vetro, da un lato era un semplice cilindro lungo e sottile, dall’altro una serie di palle dal diametro decisamente più grande.
Mi sistemai su di un fianco col culetto all’aria per fargli vedere meglio i miei buchetti ormai ben bagnati dagli umori che mi colavano dalla passera. Presi in bocca la parte più sottile del dildo simulando un pompino in piena regola prima d’infilarla lentamente nel mio culetto.
‘Guarda come godo col culo pieno !’
Mi masturbavo lentamente portando ogni tanto il giochino in bocca per leccarlo facendo sempre più la porca vogliosa, ma mi resi conto che quello che stavo facendo non solo mi piaceva, ma eccitava anche me.
M’andai a sedere sulle sue gambe e, dopo aver sputato un paio di volte sulla punta della parte più grande del dildo, comincia a masturbarmi anche la fica, gemendo sempre di più.
‘Ti piace guardarmi vero porcellino mio ?’ gli chiesi mentre lui mi baciava i lobi delle orecchie.
‘Sei magnifica, uno spettacolo unico.’
‘Lo sai che lo faccio solo per te.’ continuai muovendo un po’ il culo in modo da strusciarlo sul suo pene.
‘Si, sei fantastica mi fai impazzire.’
M’alzai per rimettermi carponi sul letto con le gambe ben aperte, e senza esitare mi sodomizzai con la parte più grossa del dildo mentre mi masturbavo furiosamente la fica con le dita.
‘Si Matteo guarda come godo …mmm…non sai com’&egrave bello nel culo …si godo … vengo …sii ahh.’
Ebbi davvero un orgasmo breve ed intenso, ma non potevo certo perder tempo e così tornai da lui.
‘Se ti libero farai tutto quello che ti dico ?’ gli chiesi sfiorandogli il petto.
‘Si si, qualunque cosa mia regina.’
Gli tolsi le manette e lo feci sdraiare su letto a gambe larghe, e appena gli toccai il pene venne copiosamente.
‘Ma guarda com’era arrapato il mio Matteo !’ dissi fingendomi arrabbiata ‘Ora mi tocca anche ripulire.’
Presi un po’ di sperma con le dita e lo portai sul suo culo, soffermandomi con tutta calma sull’apertura che mi sembrava decisamente ben aperta da tempo.
‘Cosa vuoi fare ?’ mi chiese mentre cominciava a gemere.
‘Farti godere come ho goduto io.’
Gli aprii del tutto le chiappe e leccai il suo buchetto penetrandolo con la lingua, non avevo mai leccato il culo ad un uomo, ma non mi sembrava il momento adatto per pensarci. Aveva un sapore strano ma non sgradevole, e provavo un certo piacere a scoparlo con la lingua mentre lui sborrava in continuazione. Senza dire nulla gli ficcai un dito dentro senza forzare troppo, ma bagnato com’era entrò tutto dentro in un attimo. Muovevo quel dito lentamente, come se dovesse essere solo l’antipasto in un pranzo ben più sostanzioso.
‘Vuoi di più ?’ gli dissi stringendogli il membro.
‘Sii, fammi tutto quello che vuoi.’
Stava cedendo su tutta la linea, ormai era in mano mia e dovevo stare attenta solo a non esagerare.
Presi un flacone di gel lubrificante e gli unsi l’ano prima di riprendere in mano il doppio dildo e fargli sentire la punta della parte più piccola sotto i testicoli.
Serrai il suo cazzetto fra le labbra e spinsi piano il dildo nel buchetto, sentii subito un piccolo getto di sperma arrivarmi in gola Presa da una certa ingiustificata rabbia, feci entrare con decisione mezzo dildo, ma Matteo non disse nulla, gli uscì solo un gemito più forte che non mi parve solo di dolore. Mentre lo sodomizzavo con sempre più foga, alternavo sul suo pene labbra e mano facendolo venire in continuazione. In realtà non &egrave che sborrasse a fiumi, si trattava più che altro di una costante fuoriuscita di sperma con la quale gli impasticciavo il piccolo membro.
Capii che dovevo andare fino in fondo, a quel punto non mi avrebbe mai detto di no. Così mi allungai al suo fianco lasciandogli il dildo mezzo dentro e lo baciai dolcemente.
‘Matteo ti voglio tutto mio.’ gli sussurrai fra una bacio e l’altro.
‘Anch’io lo voglio.’ mi rispose con la sguardo di un bambino davanti ad una vetrina di giocattoli.
M’alzai per prendere lo strap-on dal comodino che indossai davanti a lui che, senza dire nulla, si mise alla pecorina. Mi inginocchiai dietro di lui, ormai lo sfintere era ben aperto ed il simulacro entrò liscio come l’olio. Solo non sapevo come e quanto spingere così decisi di far fare a lui.
‘Scopati da solo, voglio che goda come preferisci.’ gli dissi per nascondere la mia inesperienza.
‘Ma posso toccarmi ?’
‘Certo che si, ricorda che voglio solo il tuo piacere.’ gli risposi per farlo sentire ancora più appagato.
Il mio capo di dimostrò un vero porcello prendendo subito un buon ritmo, mentre io gli facevo sentire un po’ le unghie sulla schiena e sui glutei. Però più passava il tempo e più mi sentivo padrona della situazione, così l’afferrai per i fianchi e cominciai a fotterlo io.
‘Ti piace farti scopare da una donna vero avvocato ? Scommetto che gli uomini ti fanno anche un po’ schifo.’ continuai ad insultarlo ‘Ma farti mettere sotto da una femmina ti fa godere come un maiale. E lo sai qual’&egrave il bello ? E’ che piace anche a me inculare i senza cazzo come te.’
‘Si continua a fottermi … sei bravissima … non sai come godo con te.’
Smisi solo quando lo vidi stremato, ma non volli finire li senza aver avuto tutto quello che volevo. Tolsi lo strap-on e mi sedetti davanti a lui mettendo i cuscini sotto le chiappe dopo aver ripreso in mano il fallo di vetro.
‘Leccami il culo mentre mi riempo la fica con questo visto che il tuo cazzo non lo sentirei neanche.’
Anche se decisamente stravolto Matteo cominciò a baciarmi il culo prima di entrarci dentro con la lingua, mentre io mi masturbavo furiosamente ormai vicina all’apice del piacere. Sfilai il dildo venendogli in faccia con un piccolo schizzo, cosa che non mi era mai successa, ma che entrambi trovammo piacevole e divertente.
Rimanemmo a lungo sdraiati sul letto esausti ed appagati, poi lui s’alzo e cominciò a rivestirsi.
‘Allora Matteo contento della sorpresa ?’ gli chiesi come se potevano esserci ancora dei dubbi.
‘E me lo chiedi ?’ mi rispose baciandomi sulla fronte ‘Sei l’unica donna con la quale mi sia aperto così tanto e così in fretta. D’ora in poi, se tu sei d’accordo, niente più sveltine in ufficio, ma solo rapporti diciamo seri come questo.’
‘Certo che sono d’accordo, però qualche vota potremmo usare lo stesso il tuo ufficio, e poi c’&egrave Cinzia, non puoi certo dimenticarti di lei.’
‘Hai ragione, ma sono sicuro che essendo una donna intelligente capirà la nuova situazione che si &egrave creata fra di noi, e non creerà problemi di alcun genere.’
‘Certo, se vuoi le parlo io, sai fra donne &egrave più facile capirsi.’ dissi sapendo già cosa avrebbe detto la mia collega.
‘Sei proprio un angelo, ora però devo andare, a domani.’
L’accompagnai alla porta dove gli diedi un ultimo bacio, poi corsi al cellulare per informare Cinzia degli eventi di quella sera. Lei era forse più stupida di me di come fosse andato tutto così liscio, ero riuscita dove lei aveva fallito, ma non per questo portava risentimento nei miei confronti, anzi era felice.
‘Quando esco di qui vieni a raccontarmi tutto per bene a casa mia così festeggeremo insieme.’ concluse la mia collega.
‘Non vedo l’ora.’ risposi ‘E intanto mi spieghi alcuni giocattoli che m’hai dato.’
Ridemmo insieme prima di lasciarci, poi finalmente feci una doccia e m’infilai nel letto dove m’addormentai quasi subito, ma con un sorriso che nessuno sarebbe mai riuscito a togliermi.

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