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La vera natura di Anna – Capitolo 1 – Champagne

By 24 Agosto 2020No Comments

Era da poco passata solo qualche settimana.

Anna aveva sorpreso il marito scopare con la segretaria nel suo ufficio. Il più classico dei tradimenti.

Forse sotto sotto era amareggiata più per la banalità della cosa che per l’atto stesso.

Anna era una bella donna, di classe. Era una di quelle che riusciva a stare bene con qualsiasi cosa indossasse. Il suo corpo slanciato assieme agli occhi color ghiaccio, la chioma dorata e il suo splendido sorriso sugellavano la sua eleganza.

Fu proprio grazie a questa sua qualità che riuscì ad ammaliare Franco, il suo ormai ex marito.

Di carattere era tranquilla, abbastanza schiva, ma di grande temperamento. Dopo l’accaduto non aveva più voluto sentire Franco. Non aveva risposto a neanche una delle centinaia di chiamate ricevute.

Non riusciva a pensare ad altro, a nient’altro. 

Era schifata, triste, ma anche furibonda.

Aveva deciso di andare qualche giorno in montagna, sulle Dolomiti, a cercare un po’ di serenità, a svuotare la mente, ma invece della pace, in testa aveva sempre più pensieri. Pensieri che avrebbe voluto annullare ma il suo piano era miseramente fallito. 

Mentre l’ennesima sera giungeva nella valle, Anna ricevette una chiamata. Era la sua cara amica Isa. 

Isabella le era stata molto vicina in questo periodo difficile. Avevano un forte legame fin dai tempi della scuola, difficilmente riuscivano a stare per lungo tempo separate.

Non a caso Isa propose ad Anna di raggiungerla a casa sua in Costa Azzurra, dove da giovani, avevano passato diverse estati spensieratamente. 

Spensieratezza. Quella che tanto bramava Anna da settimane.

 

“Dai muoviti a venire qui, scema. Che vantaggi hai a stare lì in mezzo alle capre tra i sassi su.. ma poi qua c’è il sole, il mare, la gente. Sono sicura che ti divertirai. Come sempre. Io e Marcello ti aspettiamo, non farci arrabbiare.” 

Isabella era una donna sincera, schietta, e perennemente solare.

Aveva sempre il sorriso stampato sulla faccia. 

La sua generosa allegria si rispecchiava anche sul suo corpo, abbondantemente formoso. Le sue mille curve si sposavano perfettamente con i suoi ricci castani che adornavano il suo grande sorriso, le sue labbra carnose e il suo taglio degli occhi. 

Un mix letale ai tempi del liceo, e non solo.

 

Nulla poteva scalfirla. Era una di quelle che animava le serate con la sua presenza, tra battute e risate infinite.

Anna diceva sempre che era stata creata per mettere di buon umore chiunque, pure suo marito. 

Al contrario della moglie, Marcello era una persona burbera. Magro, molto alto, brizzolato. Così magro e bianco che spesso la gente chiedeva a Isa se lui stesse bene. Era anonimo anche nell’aspetto.

Raramente si apriva con la gente, nonostante fosse sempre stato disponibile con tutti. Solo Isa riusciva a farlo ridere, e anche tanto, a metterlo più a suo agio, ad scardinarlo. 

Anna però aveva sempre avuto l’impressione che questo suo carattere tenebroso celasse qualcosa, ma non aveva mai capito cosa.

 

Senza troppi fronzoli, Anna decise quindi di accettare la proposta dell’amica. Sapeva che vedere facce amiche l’avrebbe fatta stare meglio. E poi, ovviamente, le risate di Isa erano un toccasana per il suo spirito. 

La mattina seguente era già in viaggio. Era impaziente di arrivare. Entro sera avrebbe voluto zittire tutte quelle voci nella sua testa, quel ronzio fastidioso continuo, e la spensieratezza della Costa Azzurra sarebbe stata medicina più efficace che ci fosse.

Era molto fiduciosa. 

 

Durante il lungo tragitto aveva avuto modo di ripensare alle estati passate, quelle da ragazza. I ricordi continuavano a rifiorire e prendevano spazio nella sua mente, occupandola al posto di altri dispiaceri ingombranti. Stava già meglio.

I primi baci, le prime sbronze, i tramonti, le notti infinite. Si sentiva quasi ringiovanita a tornare in quello che era il suo porto sicuro estivo. 

Giunta a destinazione sembrava una persona diversa. 

Esce dalla macchina già ridacchiando. Il volto allegro di Isabella l’aveva già contagiata. Aveva capito di essere nel posto giusto.

“Dai entra che ci beviamo subito un drink! Quello stoccafisso di Marsél penserà ai bagagli.”

Isabella non perdeva mai tempo quando si parlava di bere in compagnia, soprattutto all’ora dell’aperitivo.

Marcello abbozza un mezzo sorriso. Sa che Isa scherza, adora punzecchiarlo. 

 

“Ciao Anna, sono felice di vederti. Ti trovo bene. Tranquilla, faccio io, non ti preoccupare e benvenuta in Costa azzurra.”

 

Era stato molto gentile, forse anche troppo rispetto al solito. 

L’aria di mare gli aveva fatto bene, sembrava un’altra persona, più gioviale. Anche il pallore aveva fatto posto a una tintarella che si sposava molto bene con la sua capigliatura brizzolata.

 

“Dai Isa, non incominciare eh che son solo le sette.”

 

Anna per la prima volta dopo tanto tempo sorrideva, pensava finalmente ad altro. Non vedeva l’ora di bere e ridere con la sua grande amica in riva al mare.

 

“Zitta scema. Prendo una bottiglia che bisogna festeggiare il tuo arrivo! Andiamo in spiaggia che lo sai, lì i tramonti sono magici. E tu lo sai bene.” 

 

Isabella scoppia a ridere facendo riferimento a episodi piccanti avvenuti negli anni con vari ragazzi che villeggiavano lì in zona.

 

Isa esce dalla cucina col trofeo in mano. Champagne. Uno di quelli delle grandi occasioni.

 

“Isa ma che fai? Champagne?? Ma sei impazzita? Sara costato una fortuna.. perché poi?”

 

 “Zitta scema. Usa la bocca solo per bere. Cosa vuoi che sia dai.. poi me l’hanno pure regalato. Ma poi per te questo ed altro! Bisogna festeggiare il tuo ritorno in piazza ahah!!”

 

Anna stranamente sorride. Non pensa alla questione in negativo, anzi. Isabella è proprio quello che ci voleva.

Stappano lo champagne e mentre il sole piano piano cala, anche i bicchieri si svuotano. 

La bottiglia è già finita da un po’ quando il sole tramonta. Le due si abbracciano. Anna è davvero serena. 

 

“Sai cosa Isa? In questo momento vorrei tanto che ci fosse uno di quei ragazzi che perdevano ore a corteggiarci. Uno di quelli che ci faceva perdere la testa a suon di baci sul bagnasciuga. Uno di quelli che ci riempiva il cuore nelle calde notti d’estate.”

 

“A dire il vero ci riempivano ben altro ahah! Dai scema, una di queste sere andiamo a ballare come vent’anni fa che è pieno di ragazzi lì! Ora vai in casa a prendere un’altra bottiglia però che ho sete! Sai, il tempo è tiranno!!”

 

“Ma se siamo già ubriache..”

 

“Su su. Se non trovi nulla chiedi pure a Marcello che tanto sarà nel suo studio a scrivere.”

 

Anna in effetti era già alticcia, a fatica riesce a stare in piedi. La stanchezza del viaggio mista alle bollicine le avevano dato alla testa.

Entra in casa, si dirige in cucina ma in frigo non c’è nulla che assomigli minimamente a una bottiglia di vino.

Va allora diretta in studio che Marcello sarà sicuramente pronto ad aiutarla. Il fatto che l’avesse trovato di buon umore prima la invogliava a parlarci.

Ed infatti era lì intento a scrivere, come sempre, nella penombra, con il condizionatore che fa da sottofondo.

Marcello era uno scrittore che godeva di una discreta fama. Era un autore di gialli, storie ricche di intrighi, omicidi, casi irrisolti. 

Era uno taciturno ma la sua mente era di certo ricca di fantasia.

 

“Scusa se ti interrompo Marcello ma non trovo del vino. Sai Isabella quando ordina una cosa non ci si può opporre.. potresti aiutarmi?”

 

“Ma che avete già finito quella di prima?? Ahah la solita Isa.. certo certo, per voi questo ed altro. Finisco un attimo qua e ti accompagno. anzi, ti va di leggere quello che ho scritto e di darmi un parere?”

 

Anna non si spiegava tutta questa gentilezza, questa cordialità anomala, ma non si poneva domande. Era compiaciuta da questa nuova versione di Marcello.

 

“Certo, con piacere Marci. I tuoi gialli mi son sempre piaciuti molto. Fammi leggere.”

 

Anna si era chinata sulla scrivania, a novanta, con i gomiti appoggiati sul tavolo. Una mano sorreggeva il mento, l’altra era sul mouse.

Mentre si immergeva nella lettura del racconto, Marcello era andato giù in cantina a prendere un’altra bottiglia, come ordinato dall’ilare Isabella.

 

Anna si divora ogni parola, è davvero avvincente, ma più va avanti più quello che legge prende forma. 

Il testo descrive una scena di sesso sfrenato in una cupa stanza tra il capo del distretto di polizia e un’avvenente donna intenta a denunciare il furto del suo portafogli.

I dettagli molto piccanti finemente descritti iniziano ad eccitarla. Ha caldo, sempre più caldo. Forse lo champagne sta facendo il suo dovere. Si sente davvero bene, a suo agio. 

Si immedesima totalmente nella scena, vorrebbe essere anche lei ammanettata e scopata con il manganello da un perverso poliziotto in divisa. 

 

Rompe gli indugi, si sfila giù la lunga gonna blu e incomincia a toccarsi, assecondando il volere impaziente della sua vulva pulsante.

Va diretta sul clitoride, massaggiandolo per bene. 

Il movimento è lento. Rotatorio. Vuole spalancare per bene la sua fica vogliosa prima di infilarci qualche dito.

Inizia a sudare, ad ansimare. Lo champagne ha rotto la sua inibizione. 

Potesse esprimere un desiderio, vorrebbe avere dentro di lei il manganello del poliziotto. Tutto dentro. Tutto.

La sua fica è ormai pronta per accogliere le sue dita, o meglio la sua mano intera.

Ma al posto della sua mano, sente qualcosa di lungo, duro e freddo penetrarla. Una sensazione mai provata. Un’esplosione di piacere che la sorprende a tal punto da toglierle il respiro.

In apnea, si gira e vede Marcello. 

 

E’ pervasa da un misto di emozioni: stupore, perplessità e soprattutto piacere.

Non riesce nemmeno a parlare, è in un’apnea di godimento totale.

 

Marcello, con un sorriso beffardo, muove compiaciuto avanti e indietro la bottiglia di Champagne.


“Sapevo che ti sarebbe piaciuto il racconto. Sapevo che ti saresti bagnata leggendolo. Sapevo che avresti avuto voglia del manganello.

L’ho scritto pensandoti, pensando a come avrei potuto eccitarti. 

Tu, la donna derubata, ed io, il poliziotto.

Sono anni che aspettavo questo momento Anna.”

 

Anna stordita dal piacere e dall’alcol rimane in silenzio, producendo solo respiri grossi ansimanti.

Non sa cosa pensare, è tutto così surreale. Ma le piace da morire.

La fa sentire nuovamente viva. Le pare di rivivere quelle estati bollenti sulla spiaggia con i ragazzi, lì dove Isabella la stava aspettando, ignara di tutto ciò.

Per un attimo rinsavisce pensando all’amica, pensando che tutto ciò sia sbagliato. Ma il piacere prende il sopravvento. L’energia la pervade e smette di opporre quella che era una finta resistenza.

 

“Brava, lo so che mi vuoi. Lo so che vuoi il manganello del poliziotto dentro di te. Il mio manganello. Te lo leggo negli occhi.”

 

Marcello chinandosi verso Anna, appoggia le sue grandi mani sulle candide natiche di lei, allargandole. 

 

Con voce flebile e un po’ rauca sibila la sua sentenza.

 

“Voglio sentire che profumo hai.”

 

Mentre lo dice inizia a mordere il culo di Anna. Morsi succulenti, decisi. 

Lei avverte l’eccitazione di lui. Brama la sua bocca. 

 

Lo champagne l’ha sbloccata, mostrando qual era la sua vera natura. Non pensa più a Franco, la segretaria e il suo matrimonio in frantumi. La sua testa è solo focalizzata sul poliziotto, il suo manganello e su Marcello. 

 

“Dai cosa aspetti?”

 

Marcello non aspettava altro.

Fionda il suo naso aquino nel culo di Anna, sniffandolo avidamente.

 

“Hai un profumo meraviglioso Anna, ne ero certo.”

 

E mentre il suo naso continua ad affondare nel suo ano, la sua lingua si dedica alla vagina. 

Marcello è eccitato come non mai. Aspettava questo momento da anni. 

 

“Non sai da quanto aspettavo questo momento..”

 

Anna, in preda all’estasi è ormai preda del suo alter ego assatanato.

 

“Stai zitto e leccami. Scopami con la lingua bastardo.”

 

I toni si fanno più accesi, la passione pervade i loro corpi.

La figa di Anna ormai non ha più segreti per la lingua di Marcello.

Intervalla piccoli colpi al clitoride a larghe e profonde pennellate sulle piccole labbra. 

Anna è tutta un fremito. 

 

“Ora ti scopo la figa come richiesto, troia.

Isabella così viene sempre.”

 

Anna ride di gusto. Di piacere.

Questa situazione surreale la arrapa da impazzire.

 

Marcello si dà da fare con la lingua. Sembra una trivella, entra ed esce come un ossesso, e intanto il suo naso non smette di stimolare l’altro buco. 

Aveva ragione, Anna sta quasi per venire.

 

“Aspetta. Voglio venire con il tuo cazzo dentro però, non così.

Cos’è che fa perdere la testa a Isabella?”

 

Marcello con un altro ghigno dei suoi rimane in silenzio. 

Un silenzio che vale più di mille parole. 

C’è una forte intesa sessuale.

 

Anna sa che Marcello la stupirà, gode già al pensiero.

Marcello allora si stacca dalle natiche perfette di Anna, dando una veloce slinguazzata all’ano, giusto per assaggiare quello che da lì a poco il suo cazzo divorerà senza pietà.

 

Si alza in piedi. E’ un fascio di nervi, praticamente uno scheletro con tre gambe. 

Impugna la sua verga e la passa un paio di volte sulla figa di Anna giusto per inumidirla, approfittando del fatto che lei è ormai un lago. 

Non affonda, temporeggia, appositamente per accrescere il piacere.

Vuole sfidare la sua pazienza, la sua irrefrenabile voglia di cazzo.

Anna inizia a dimenarsi, non ci sta. Si ribella. Il suo culo assetato di minchia inizia a muoversi alla ricerca del santo graal. 

Ai movimenti si aggiungono anche dei mugolii. Anna sta impazzendo, non riesce più ad aspettare.

 

“Ok, direi che ti ho fatta soffrire anche fin troppo. Preparati.”

 

Il ghigno, ormai diventato la firma indelebile della sua malizia, non abbandona il suo viso.

Passa il suo arnese prima in mezzo alle chiappe di Anna, quasi ad accarezzare amorevolmente la sua preda, dopodichè infila la sua cappella vermiglia dentro il buco.

Il buco. Quello per antonomasia per Marcello, grande fan del sesso anale.

Anna aveva da sempre avuto questa curiosità. Curiosità che però era sempre rimasta tale, essendole da sempre stata negata da Franco, che aveva altri desideri.

 

Anna, avvertendo l’ingresso del manganello del suo tanto agognato poliziotto nel suo culo, spalanca gli occhi. 

Un’altra sorpresa per lei. L’ennesima. Le sembra quasi di essere a Natale.

 

Marcello con esperta sapienza, comprendendo che Anna era una neofita della pratica, decide di entrare con delicatezza. Vuole sfondarglielo per bene il buco, ma con la tecnica appropriata.

 

Dopo qualche secondo il culo di Anna aveva già inghiottito tutta la verga. 

Il ghigno intanto si faceva sempre più marcato sul volto di Marcello.

Inizia quindi a muoversi avanti e indietro. Avanti e indietro.

Avanti. 

E indietro. 

Prima piano piano, per poi aumentare sempre di più l’intensità. Colpi secchi e costanti rimbombano nella stanza. Scandiscono quella sera d’estate in Costa Azzurra.

 

Anna, finalmente libera, decide di farsi imprigionare nella morsa del suo poliziotto.

Marcello non batte ciglio, non si ferma un secondo. E’ una macchina perfetta del sesso. 

Anna non riesce letteralmente a credere a cosa stia davvero accadendo. Nessuno mai l’aveva scopata così. 

Nessuno. 

Nemmeno Franco nei momenti migliori. 

Nemmeno tutti i ragazzi che si era scopata sulla sua spiaggia preferita. Nessuno.

Piangeva Anna, piangeva di gusto, di gioia, di felicità anale.

Quando ormai credeva che tutto stesse per finire, non immaginava che il bello doveva ancora venire. 

 

Marcello nel suo movimento senza pietà né sosta, si china in avanti, avvicinandosi all’orecchio sinistro della sua prigioniera.

 

“Sei pronta?” Le sussurra.

 

Anna intenta a gemere da diversi minuti non riesce neanche a rispondergli ma una mezza risata strozzata mista ad altri gemiti è la risposta che Marcello attendeva.

 

Dai fianchi sinuosi della donna, egli sposta le mani in avanti, cingendola da sotto e aggrappandosi sulle spalle di lei, così da avere ancora più presa, creando quindi una morsa letale di piacere. 

Il ritmo inizia incredibilmente ad aumentare di nuovo, ancora di più, senza mai fermarsi. Anna urla, compiaciuta. 

Grida senza sosta, emulando il cazzo di Marcello.

Quasi al culmine del piacere di entrambi, egli sferra quindi il colpo di grazia, il suo asso nella manica.

 

Con la mano destra raccoglie la chioma dorata di Anna tirandola indietro, così da farle sentire ancora di più la potenza del suo membro.

Tira dunque la chioma verso destra così da lasciare ben scoperta la parte sinistra del collo di Anna.

 

L’orgasmo è praticamente imminente. 

Marcello affonda i suoi denti nel collo delicato e indifeso della sua preda, quasi a volerla  uccidere, come un leone con una gazzella.

Lui è intento a succhiarle la linfa vitale mentre il suo cazzo fa lo stesso con quella anale.

 

Anna è in estasi. Letteralmente in un altro mondo.

 

Bloccata in questa tenaglia paradisiaca, non può fare altro che venire. Si dimena come una foglia al vento, sballottata dalle correnti autunnali. E’ un fremito. 

Ancora non riesce a capacitarsi come quello spilungone taciturno si possa essere trasformato in una macchina del sesso perfetta. 

Ci voleva un simil vampiro per farla godere così tanto. 

 

Nel mentre anche Marcello finalmente libera il suo seme dentro l’orifizio anale, letteralmente battezzandolo.

Sfila il suo cazzo ancora pulsante e il ghigno fa posto a un’espressione più pacata e distaccata. Era tornato alla normalità.

 

Si abbassa e sussurra al buco “Sei stato bravo.”

 

Si avvicina dopodichè anche all’orecchio di Anna “Anche tu non sei stata male”, lasciando la stanza per andare a farsi una doccia.

 

Anna visibilmente soddisfatta, si riveste, prende la bottiglia e si reca nuovamente in spiaggia dall’amica come se nulla fosse accaduto.

 

“Oi ma quanto ci hai messo?? Mi stavo preoccupando!

Potevi chiedere una mano a Marcello invece di girare tutta la casa come una cretina.

Oh ma che è quella faccia compiaciuta da ebete? Hai incontrato uno dei ragazzi della spiaggia in cucina?? Ahahah

Dai vieni qua che si fredda.”

 

Anna non smette di sorridere, rimanendo in silenzio. Aveva finalmente svuotato la mente. 

Era in pace.

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