Incontro tanta gente durante il mio lavoro, ma pochi hanno davvero la volontà di sciogliere i nodi della propria mente. Oggi è il turno di Matteo.
‘Ricapitolando. Sogni spesso dei felini che marcano il territorio e assumono sembianze femminili, giusto?’. ‘Si dottoressa, proprio cosi’. ‘Dimmi Matteo, hai mai pensato che queste immagini, ripetute nel corso del tempo, possano essere legate alla tua sfera intima? Al tuo essere uomo, insomma’. Silenzio. Senza accorgermene sono passati cinque minuti esatti prima della risposta. I miei occhi, intanto, scorrono sul suo viso. I lineamenti, le spalle il petto. Scendo lentamente lungo le sue forme, le cosce, i fianchi. E poi’ ‘Ho rapporti frequenti, perché dovrei avere problemi di questo tipo?’. Inspiro lentamente e scuoto leggermente la testa. ‘Non c’è nulla di cui vergognarsi. Forse non sei realmente soddisfatto della tua vita intima’. Sollevo la gamba accavallandola sulla gemella. Nel movimento, la gonna risale leggermente ed io sorrido rassicurante, continuando ad osservarlo. Lui sembra pensare realmente alla mia domanda, ma si lascia distrarre facilmente dai miei movimenti. Che cosa curiosa. ‘Come faccio a capire se sono soddisfatto o meno?’. ‘Be’, è facile Matteo. Ripensa ai tuoi ultimi rapporti, concentrati’. Lascio cadere la penna, ma ovviamente è solo un trucco. Quando mi piego in avanti, la camicetta lascia intravedere i miei seni, che si schiacciano sopra le gambe, spingendosi in avanti come a voler sgusciare fuori. ‘Non saprei’ dottoressa, non lo so proprio…’. Matteo continua a fissarmi, e qualcosa nei suoi pantaloni si sveglia. ‘Pensaci bene, su’. Mi spingo più avanti sulla sedia, portando i glutei quasi sul bordo e approfittando per scoprire un po’ le cosce. Ruotando lateralmente, mi sporgo cercando sullo scaffale qualche libro, futile scusa per mostragli cosa si trova al di sotto della mia gonna. ‘Per provare una cosa simile dovrei avere un metro di comparazione con qualcosa di’ soddisfacente’. Matteo non è stupido, coglie facilmente i miei messaggi, e questo mi fa sorridere. ‘Uhm’ vediamo”. Ci penso qualche istante, posando i miei fogli per terra. ‘Quindi, se ti aiutassi in qualche modo, potresti capire il punto della situazione?’. Si alza sui gomiti, puntandoli contro il lettino. ‘Si dottoressa, è possibile?’. Sorride e mi fermo a pensare. ‘Vediamo, andiamo per gradi”. Mi alzo in piedi, spostandomi sulla poltrona li vicino, di fronte al lettino. Sfilando le scarpe, punto i talloni sul bordo della poltrona. Tiro su la gonna, scoprendo l’inguine e le cosce. Sbottonando la camicetta gli lascio intravedere il reggiseno e ciò che contiene. ‘Se iniziassi cosi?’. Le dita spostano di lato le mutandine, portando alla luce delle labbra gonfie e bagnate ricoperte da una lieve peluria scura. Sono lucide al chiarore delle lampade dello studio, e la patta nei suoi pantaloni si gonfia sempre di più. ‘Potrei iniziare ad aiutarti cosi’. Mi sistemo contro la poltrona succhiandomi due dita per bagnarle e portandole poi fra le labbra. ‘Però non sono brava con la mano sinistra’ mi spiace”. Trattengo la stoffa delle mutande con la mano destra e fingo una certa difficoltà a strofinarmi il clitoride. ‘Mannaggia”. Ho una graziosa particolarità: ho una passera molto carnosa e gonfia. Le labbra sono cosi piene e sostanziose da chiudersi completamente sopra le piccole. Le apro piano. ‘Posso aiutarla io, allora’. Sorrido e annuisco mentre lui scivola dal lettino raggiungendomi di fronte la poltrona. ‘Lasci fare a me’. Mollo tutto, indice e medio in bocca ad assaporarmi e le sue mani che mi sfilano l’intimo. Quando mi afferra le gambe, le spinge contro i braccioli, divaricandomi completamente e liberando nell’aria il mio odore voglioso e intimo. ‘Vediamo un po’… ‘. Con entrambe le mani mi spalanca le labbra, usando gli indici di tutti e due gli arti per strofinarmi ogni pezzo di carne li in mezzo. ‘Mmhhh… sei bravo Matteo’ ohh, si’ che cosa piacevole”. Lui si avvicina, portando tre dita di fronte alla mia fessura. Pochi istanti ancora e, spingendo piano, mi penetra facendosi strada nella mia carne. ‘Aah’ non avere fretta… abbiamo tutto il tempo…’. Gli carezzo la testa, mentre lui continua a spingersi nella mia figa, facendomi sbrodolare sulla poltrona. ‘Vediamo, dai… vediamo cosa viene fuori”. La sua voce richiama la mia attenzione, mentre mi osserva e lascia scorrere la lingua fra le mie labbra. Si ferma proprio sul clitoride. Cosi piccolo e pieno, duro e invitante. La punta della lingua inizia a picchiettarlo, compiendo piccoli cerchi fra le piccole labbra. Le dita ancora trattengono quelle più grandi, spalancandole fin quasi a farmi male, e piano si spinge su di me, facendo su e giù con la lingua e succhiando allo stesso tempo. Mi beve completamente, lasciandomi gemere mentre si piega da un lato all’altro delle mie cosce e mi tormenta la figa. ‘Ohh si, Matteo’ se continui cosi mi farai esplodere”. E’ qui che si stacca. Non l’avessi mai detto, pur di non darmela vinta si allontana. ‘Prima che ciò accada, io ti avrò sfondata come meriti”.
Mentre sfilo via la camicia, lui si accomoda nuovamente sul lettino. Questa volta, però, abbassando i pantaloni e i boxer. Lo prende in mano, impugnandolo ed iniziando a masturbarsi molto lentamente. ‘Adesso vieni qui, fradicia come sei, e ti impali su di lui’ perché ho tutta l’intenzione di allargarti la figa e di sbatterti per bene’. Si lecca le labbra famelico ed io sembro ipnotizzata dai suoi stessi respiri. ‘Era tutta una scusa, parlare dei miei sogni, una scusa per farti scopare, vero?’. Lascia andare il membro afferrandosi le palle ed io mi avvicino, armata ormai di nulla, nuda e scolante. ‘Si’ è vero’ e adesso vuoi punirmi?’. Mi fa cenno di avvicinarmi, sorridendomi maliziosamente. ‘Quella insoddisfatta sei tu, mi sa’ sii sincera, tutti questi sogni non fanno altro che eccitarti’ cosa vuoi, eh?’. Mi fermo di fronte a lui, sollevando un piede e poggiandolo sul lettino, aprendomi oscenamente la figa sotto i suoi occhi. ‘Voglio che mi scopi per bene… e che da oggi vieni qui ogni giorno a sbattermi e possedermi. Voglio essere tua… la tua troia, tua e di nessun altro’ voglio che mi fai godere in ogni modo, al telefono, al pc, ma in particolare dal vivo’ da lontano e da vicino, in ogni modo’. So bene cosa voglio, e mentre mi penetro con due dita continuo a parlargli. ‘Durante le ore di lavoro voglio che mi scrivi, che mi mandi mail e che mi fai eccitare’ voglio che ti masturbi e fai masturbare me, e quando sei qui dovrai farmi tua…’. Afferrandomi dai fianchi mi trascina su di lui, impalandomi con il suo cazzone fino allo stomaco. Lo sento allargarmi completamente, duro e meraviglioso. ‘Lo so bene chi sei… ti piace scrivere racconti erotici, magari prima le provi certe storie, eh? Ed ora che farai? Scriverai della dottoressa vogliosa?’. Mi sbatte con forza contro di lui, fino a schiantarmi contro le sue palle e iniziando a muovere il bacino, cosi da farmi sentire il suo cazzo fra le mie strette e caldi pareti. ‘Oddio, si…’. Mi afferro dalle sue spalle piegando le gambe sul lettino. ‘Allora sei una mia fan? Che fai, leggi i miei racconti masturbandoti dietro la scrivania?’. ‘Sii’ sii’ lo faccio”. Sogghigna e mi solleva, per poi spingermi verso il basso, cosi da sbattermelo di nuovo dentro con più forza. ‘Brava la mia troia’ allora godi e fai la brava’ cosi da oggi ci conosceremo sempre meglio”. Non c’è più tempo di parlare, perché inizia a scoparmi con violenza stringendomi contro il suo petto. Le nostre lingue si intrecciano ed io gli urlo in gola il mio piacere, mentre il suo membro entra ed esce dalla mia figa bagnata, lucido e voglioso. Mi dimeno sopra di lui pur di sentirlo in ogni modo, e godo come non ho mai goduto nella mia vita. ‘Si… brava, troietta’ godi”. Mi incita, ma anche lui sta perdendo la testa, lo sento pulsare fra le mie labbra mentre il mio orgasmo mi raggiunge quasi di colpo, facendomi saltellare sul suo cazzo e gemere dal piacere. ‘Oddio, si… spingi… ohh, sii’ la tua troia, la tua vogliosa maiala’ scopami ancora’ ohh, si…’. Lui non aggiunge altro, concentrato a sfondarmi. Almeno finché io, di colpo, non mi alzo. Annaspo e tremo, sudata e famelica.
‘Il patto… firmiamo il patto”. Sogghigno e mi inginocchio di fronte a lui, fra le sue cosce, prendendogli il cazzo tutto in bocca e in gola per non fargli perdere il ritmo ed il desiderio. Inizio a pomparlo con la lingua, leccandolo e succhiandolo a tutta forza. Gli lascio afferrare i miei capelli per non farmi intralciare il viso, e mi scopo letteralmente la bocca sbattendo con le labbra contro i suoi testicoli. Alzo gli occhi per qualche istante, giusto il tempo di sentirlo venire nella mia gola. Schizzi bollenti e salati mi riempiono le guance forzandomi le labbra, ma non voglio perdere nulla. ‘Ohh, siii.. succhia, succhia tutto… brava la mia troia… dai’ godo’ sto venendo…’. Lo sento gemere e mi eccito come non mai. ‘Si’ ohh’ mmh… ancora”. Quando mi inonda la bocca ingoio tutto, continuando a ripulirgli il cazzo fino a farlo uscire lucido dalla mia bocca. Lo trattengo tra le mani, scendendo con il viso sulle sue palle, succhiandole ora piano ed una alla volta, riempiendomi il più possibile. ‘Voglio leggere di noi nei tuoi racconti… ma, a differenza degli altri, voglio vivere ogni istante…’. Risalgo lentamente, portando il suo membro fra i miei seni. Lo stringo e strofino, dandogli il tempo di prendere fiato, per farlo diventare duro nuovamente. Perché lo voglio ancora. Qualche istante dopo, chiamo la mia segretaria all’interfono. ‘Elena, annulla i miei appuntamenti per oggi e vai a casa. Si, grazie. Ciao’.
Torno da lui, ancora ansimante su quel lettino. Pronta per dar vita ad ogni nostro sogno più oscuro.
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…