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Racconti Erotici Etero

L’elettricista ed io

By 5 Agosto 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

L’operaio

Mi chiamo Rita ed ora ho 50 anni.

All’epoca del mio racconto avevo 24 anni ed ero sposata da un paio d’anni con un vecchio amico. Ero alta circa 1, 65, magra, bionda, capelli corti, occhi verdi, due piccole tettine, di quelle che dicono siano perfette perch&egrave stanno in una coppa di champagne, due gambe lunghe ed un bel culetto sodo. Mio marito era contabile in un’azienda pubblica. Abitavamo in un bell’appartamento, comprato con l’aiuto dei nostri genitori.

Io volevo dei figli ma, secondo mio marito, era prematuro, dovevamo sistemarci, e tutta una serie di cose così.

Nel rione abitava un pensionato di circa 60 anni, piuttosto energico e giovanile, con un bel viso, una gran massa di capelli bianchi ma anche una discreta pancia. Era molto simpatico e, per arrotondare la pensione faceva dei lavoretti di idraulico, elettricista, pittore e quant’altro. Avevo saputo che era vedovo e che aveva dei figli grandi che abitavano fuori città.

Un giorno, mentre stavo pulendo la casa, l’aspirapolvere fece una fiammata e saltò la luce di casa. Non sapendo cosa fare, chiamai mio marito, che mi diede il numero del signor Cristiano.

Lo chiamai e venne nel giro di mezz’oretta. Visto quello che era successo, ovvero, come mi disse, un cortocircuito sul cavo dell’aspirapolvere, mi consigliò di acquistarne uno nuovo ma che, nel frattempo, avrebbe riparato quello vecchio, sostituì inoltre la presa della corrente che si era bruciata.
Siccome era estate e faceva caldo, alla fine del lavoro era tutto sudato, al che gli indicai il bagno dove poteva rinfrescarsi e gli offrii una bibita fresca.

Ci sedemmo al tavolo ella cucina ed iniziammo a parlare del più e del meno.

-‘Sa’, iniziò, ‘vi ho notato quando siete venuti ad abitare nel rione, soprattutto perché lei &egrave una gran bella ragazza’.

-‘Grazie’, risposi, arrossendo e chinando gli occhi’, non sono abituata ai complimenti’.

-‘Ma dai, &egrave impossibile, come si fa ?’, nessuno le fa dei complimenti, neppure suo marito ?’ disse.

-‘Sa, mio marito &egrave molto preso dal suo lavoro e quando arriva la sera &egrave molto stanco’.

-‘E che lavoro fa, suo marito ?’

-‘Il contabile in un’azienda’, risposi.

-‘Ma come si fa ad essere stanchi a star seduti ad una scrivania ? Io, almeno, dopo aver finito di lavorare, andavo ad allenarmi oppure in palestra’.

-‘Ah, e che sport faceva ?’

-‘Quand’ero giovane, giocavo a rugby, poi palestra, canottaggio. Ancora oggi ogni tanto vado a remare’

-‘E che lavoro faceva ?’

-‘Programmatore di computer. Ma mi dica, bambini ?’ chiese.

-‘Sa, mio marito dice che prima dobbiamo sistemarci, che tutto deve essere a posto, e via così’, risposi, arrossendo, un po’ imbarazzata.

-.’Ma almeno Il sesso lo fate regolarmente ?’ chiese, guardandomi fisso.

-‘Bé, mio marito rientra stanco, alle volte non lo facciamo’ iniziai a rispondere, rossa come un peperone, gli occhi bassi. In realtà, le poche volte che lo facevamo, quando lui non si lagnava di essere stanco, veniva subito e poi si metteva a dormire, lasciandomi insoddisfatta.

-‘Che vergogna’ disse, ‘Si vede che hai bisogno di fare del sano sesso, di scopare’.

Rossa dalla vergogna e dall’imbarazzo, mi alzai e mi diressi verso il frigo per prendere altro da bere. Glielo servii e ne presi anche per me e mi risedetti in fronte a lui.

A quel punto, per cambiare argomento, gli chiesi qualche notizia su di lui. Mi raccontò che era nato all’estero ma poi, quando i suoi erano tornati in Italia, li aveva seguiti e si era stabilito in città, aveva fatto molti lavori nel campo dei computer ed ora si godeva la pensione.

Dopo un’ora circa di conversazione, dove mi accorsi che era una persona colta e con molta esperienza, si alzò per andarsene. Io lo accompagnai fino al portone, conversando amabilmente ed infine se ne andò, non senza promettermi che sarebbe ritornato.

Giorni dopo, mentre ero alla fermata dell’autobus, aspettando quello giusto che mi portasse a casa, si fermò una macchina. Era il signor Cristiano, il quale aprì la porta e mi chiamò.

-‘Vuole un passaggio fino a casa ?’ mi chiese.

-‘Oh, sì, grazie, molto gentile’ risposi e salii. Lui ripartì subito.

-‘Come mai da queste parti ?’ chiese.

-‘Ero venuta a vedere se c’era qualche occasione ora che ci sono le svendite’ risposi.

-‘Eh, mi sa che le occasioni buone si esauriscono la prima settimana’

-‘E’ vero, ma sono riuscita a trovare un vestitino estivo a poco prezzo’ dissi e lo tirai fuori dalla borsa per mostrarglielo.

-‘Carino, chissà come le starà bene, mi piacerebbe vederglielo addosso’.

Andammo avanti a parlare fino a che arrivammo vicino a casa mia. Guidava veloce ma sicuro. Posteggiò con un paio di manovre la sua grande macchina in un posto dove io non so se sarei riuscito a mettere la nostra utilitaria.

A quel punto, siccome mi sentivo in obbligo con lui, lo invitai a prendere un caff&egrave da me. Una volta seduti sul divano, mentre bevevamo il caff&egrave, osservai :

-‘Certo che lei guida bene, e poi il posteggio. Io non so se sarei stata capace’.

-‘Vede, ho iniziato a guidare che avevo poco più di 10 anni, a 15 andavo in giro da solo, a 18 ho iniziato a fare qualche gara automobilistica’.

Quando parlava, ero affascinata, aveva fatto tante di quelle cose.

-‘Senta, mi disse ad un certo punto, perch&egrave non si prova il vestitino che ha comperato oggi ?’ mi chiese.

-‘Va bene, attenda un attimo’ feci, prendendolo dalla borsa e dirigendomi in camera per cambiarmi. Il vestitino era molto leggero, corto, mi arrivava a metà coscia, era allacciato dietro al collo e mi lasciava la schiena nuda. Sul davanti aveva un profondo scollo a V che faceva vedere bene porzioni dei seni, ma io avevo tenuto il reggiseno. Appena pronta, ritornai in sala.

-‘WOW, che sexy che &egrave. Le sta veramente bene’ esclamò lui.

-‘Oh, grazie’ feci, timidamente.

-‘Ma sa, per far capire come sta veramente, dovrebbe levarsi il reggiseno’

-‘Oh, ma mi vergogno’ risposi, arrossendo leggermente.

-‘Su, su, non vedo perch&egrave dovrebbe vergognarsi, lei &egrave così bella, con un corpo così ben fatto che dovrebbe mettersi un pochino più in mostra’.

-‘Non sono abituata a farmi vedere’ risposi.

-‘Oh, non sia così timida. Dovrebbe sentirsi più sicura. Ora, vada, su, si levi il reggiseno così vediamo come dovrebbe stare in realtà’.

Ubbidii. Ritornai dopo un attimo senza reggiseno. Le mie piccole tettine modellavano appena il vestito e nello scollo, che arrivava abbastanza in basso, si vedevano solo i lati delle collinette. Ma il fatto di farmi vedere da quel signore semisconosciuto mi aveva eccitato ed i miei capezzoli erano diventati turgidi. Rientrai subito in sala.

-‘Ecco, così si deve portare questo vestito’, esclamò,’le sta divinamente e così, senza il reggiseno, farebbe drizzare l’uccello ad un morto’.

Io divenni rossa come un peperone.

-‘Non deve dire certe cose’ dissi, sommessamente, incrociando le braccia davanti al seno.

-‘Su, forza, faccia una giravolta per farsi ammirare’.

Mi feci forza, alzai le braccia e feci come mi chiedeva. Il vestito si aprì a ruota, mostrando ancora di più le mie gambe.

-‘E’ davvero splendida. Mi consenta di invitarla a ballare’, fece lui, alzandosi ed avvicinandosi.

-‘Non credo che sia il caso’ cercai di dire, incrociando le braccia davanti a me e guardando il pavimento.

-‘Forza, non sia timida’, mi disse, alzandomi il viso e poggiando le sue labbra sulle mie, mentre mi passava l’altro braccio attorno alla schiena nuda e mi attraeva a sé.

-‘No, per favore, mi lasci andare’ iniziai a protestare, cercando si spingerlo via. Ma lui era molto forte e mi teneva ferma mentre mi baciava. Iniziò a spingere con la lingua per aprire le mie labbra.
Mentre mi teneva per la schiena, con l’altra si insinuò nello scollo e mi prese un seno. Io cercai di allontanare la sua mano.

-‘La prego, mi lasci, non voglio’ protestavo, sempre immobilizzata da lui. Mi baciò il collo, cosa che mi fece venire la pelle d’oca. Net frattempo, mi aveva afferrato un capezzolo e lo strizzava delicatamente. Io iniziavo a sentire calore nel basso ventre, mentre cercavo di spingerlo via, ma sempre più debolmente.

Mi baciò nuovamente sulla bocca e riprese a spingere con la lingua. Ad un certo punto, senza accorgermene, aprii le mie labbra ed accolsi la sua lingua nella mia bocca. Le nostre lingue iniziarono ad intrecciarsi ed io risposi ai suoi baci fino a restare senza fiato.

Nel frattempo, la mano che aveva dietro la mia schiena era arrivata al collo ed aveva sbottonato il vestito, che ora stava su solo perché eravamo incollati. La mano ridiscese sulla mia schiena, provocandomi altri brividi e mi agguantò per il culetto. Nel frattempo, smise di baciarmi e si scostò da me, la parte superiore del vestito cadde e lui si abbassò a succhiarmi i capezzoli, prima uno e poi l’altro. La sua mano iniziò ad alzarmi la gonna e, quando questa fu in alto, s’insinuò dentro la mutandina. Mi sentii toccare la passerina dalle sue dita, mi massaggiò e poi inserì il medio fino in fondo. Sentii il rumore di bagnato quando lo fece.

Mi spinse fino al divano. Io continuavo a cercare di spingerlo via, ma lui mi fece sedere, mi alzò la gonna fino in vita, mi aprì le cosce e si tuffò velocemente a leccarmi la passerina. Oramai non capivo più nulla, continuavo a ripetere ‘no, no, no’ come un disco rotto ma stavo iniziando a godere. Mi sentivo quasi svenire dal piacere e finalmente eruppi in un urlo.

-‘Ohhhhhh, sìììììììììììììììììììììì, vengoooooooooooooooooooooo’.

Lui, nel frattempo, si era liberato il suo membro dai pantaloni, al che sentendomi venire, e capendo che oramai non potevo più resistergli, si alzò, si mise con il membro eretto puntato all’apertura della mia passerina e, con una spinta decisa, lo inserì fino in fondo, andando a toccarmi anche l’utero. Fu una sensazione meravigliosa ed iniziai a mugolare dal piacere. Lui iniziò ad andare avanti ed indietro lenta ma decisamente.

Io oramai non capivo più nulla e godevo in continuazione. Andò avanti così per un periodo lunghissimo, io persi il conto degli orgasmi, ma lui non era ancora soddisfatto, mi fece voltare, inginocchiata sul divano, la testa appoggiata allo schienale, la gonna arrotolata in cintura, si mise dietro a me e mi penetrò da dietro. Mi dava dei colpi terribili, mi toccava in fondo, e godevo come una matta. Non quanto tempo stemmo così, poi, ad un certo punto, lo sentii irrigidirsi, diede alcuni colpi violenti e mi sentii riempire del suo succo caldo.

Lentamente, il suo cazzo si sgonfiò, al che lo estrasse. Io rimasi lì, ferma, distrutta, il suo sperma che mi usciva dalla patatina. Alla fine, mi voltai e mi sedetti, ma lui se n’era già andato.

Iniziai a piangere, mi davo della stupida puttana, avevo tradito mio marito, poi, davo al signor Cristiano del profittatore, del violentatore, i miei pensieri erano un turbine. In quello suonò il cellulare che avevo posato sul tavolo. Risposi. Era mio marito. Non sapevo cosa dire o cosa fare, scambiammo alcune parole banali e finì lì.

Quella sera, mentre mi preparavo per andare a letto, con mio marito che era lì, sul letto, giochicchiando con il suo tablet, parlando di banalità, mi venne da confrontarlo con Cristiano, le sue storie di viaggi, le sue esperienze. Erano due mondi diversi, opposti direi. Alla fine, quando spensi la luce, mi ritrovai a pensare alla giornata ed a non essere tanto negativa come al mattino.

Alcuni giorni dopo, mentre stavo facendo i lavori di casa, con addosso solo una corta vestaglietta ed un grembiule, udii suonare alla porta. Quando aprii, mi ritrovai Cristiano davanti.

Lo invitai ad entrare e gli offrii una bibita. Appena ci sedemmo sul divano, io iniziai a dire :

-‘Signor Cristiano, l’altro giorno abbiamo sbagliato, io sono una donna sposata, non posso fare certe cose’.

-‘Sì, &egrave vero, hai ragione, e mi voglio scusare con te. Ma eri così bella così sexy, i tuoi capezzolini che spingevano sulla stoffa del vestito e non potuto resistere’.

‘Se mi parla così, signor Cristiano, io non so, sono un po’ confusa’, iniziai a dire, arrossendo ed abbassando gli occhi.

-‘Non ti devi vergognare, piccola, sei bella sei, sexy. E poi siamo adulti, non ci dobbiamo vergognare quando parliamo’, mi disse, prendendomi una mano fra le sue e portandosela in grembo.

-‘Sa, noi in famiglia eravamo molto riservati, io non sono abituata a certe cose, certi argomenti venivano considerati dei tabù a casa nostra’.

-‘E come hai fatto quando ti sei sposata ?’ chiese, posandomi una mano sul ginocchio.

-‘Sono arrivata vergine, non sapevo nulla, la prima volta che facemmo l’amore con mio marito, mi fece un male terribile, tanto che per un certo tempo mi rifiutai di rifarlo. E poi, come le ho già detto, prima dell’altro giorno io non avevo mai avuto un vero orgasmo. Lei mi ha lasciata sconvolta ed ora non so più cosa fare’.

Al che lui si voltò verso di me e mi diede un bacio delicato sulle labbra. Io mi ritrassi.

-‘No, la prego, non rincominciamo, per favore’, dissi, ritraendomi.

-‘Sei così bella, con quel fare dolce, anche ora che mi dici di no, che avrei voglia di baciarti tutta’.

Mi lasciò andare la mano e mi passò il braccio attorno alle spalle, attirandomi dolcemente a sé. Io tenevo le braccia incrociate davanti al mio seno, la testa china.

-‘Lasciati andare, dolce Rita, lasciati un po’ andare, non essere sempre così rigida’ disse, avvicinandomi a lui e posando le sue labbra sulle mie. Mi diede un bacio appassionato, poi tirò fuori la lingua. Io non seppi resistergli ed aprii la mia bocca per accoglierlo.

Iniziò a baciarmi appassionatamente ed io, nonostante i miei propositi, iniziai a restituirgli i baci. La mano che mi teneva sul ginocchio iniziò a risalire lungo le mie gambe. Io cercai di tenerle chiuse, di respingere la sua mano che si avvicinava pericolosamente al mio inguine con le mie ma, semplicemente, non potevo, era più forte di me.
Ad un certo punto, senza nemmeno accorgermi di quello che facevo, spalancai le gambe e gli buttai le braccia al collo mentre lui continuava a baciarmi. Al che la sua mano, che prima risaliva piano, mi arrivò dritta sulla patatina, mi scostò le mutandine ed iniziò a massaggiarmi le labbra, il clitoride. Io avevo un caldo terribile, mi sentivo bollire, avevo la passerina allagata, e lui mi toccava, mi penetrava con un dito, mi strizzava delicatamente il grilletto, insomma, mi stava facendo impazzire, fino a farmi venire una prima volta.

A quel punto mi slanciai a cavalcioni sopra di lui, baciandolo, abbracciandolo, non sapevo più cosa facevo. Lui mi prese fra le braccia ed iniziò a spogliarmi, prima il grembiule, poi mi aprì la vestaglietta e me la sfilò, poi mi slacciò il reggiseno e lo gettò a terra, infine, mi fece stare in piedi davanti a lei e mi abbassò le mutandine. Io rimasi così, ritta e nuda davanti a lui.

-‘Ora spogliami’ mi sussurò.

Io mi piegai in avanti verso di lui e gli sfilai la maglietta, poi mi inginocchiai, gli levai le scarpe, le calze, gli sbottonai e gli sfilai i calzoni, gli sfilai i boxer ed in suo cazzo, finalmente libero, si erse davanti a me. Allungai timidamente una mano per toccarlo.

-‘Posso ?’ chiesi.

-‘Certo, piccolina’ mi disse, ‘perch&egrave non lo baci ?’.

Al che lo presi fra le mie mani e me lo portai alla bocca. Lo baciai, poi lui mi prese la testa e me la fece abbassare un poco, puntandomi l’uccellone sulle labbra. Io le aprii e lo presi.

-‘Ora, stando attenta a non farmi male con i denti, fai su e giù con la bocca’, mi disse, ‘queto si chiama pompino’.

Io non ne avevo mai fatto uno, addirittura non sapevo cosa fosse. Andai avanti per un po’, ma poi iniziarono a farmi male i muscoli attorno alla bocca, per cui mi staccai e glielo dissi.

Mi lasciò andare, mi prese la mani, mi fece alzare e mi fece mettere a cavalcioni sopra di lui. Mi punto il suo grosso affare all’entrata della mia passerina e, piano, mi fece abbassare fino a che fu tutto dentro.

-‘Oddio, mi sento pienissima’ feci, ‘mi sento come se mi dovesse spuntare dalla gola’.

Sorrise e poi, pian piano, iniziò a guidarmi per andare su e giù. Era una cosa bellissima, mi sentivo piena, il suo membro mi toccava tutta dentro, strusciava contro le pareti della mia vagina, era una sensazione divina, tanto che, dopo poco che mi muovevo sentii un orgasmo montare. Lui continuò a dare colpi venendomi incontro quando mi abbassavo, tanto che alla fine venni con un urlo, ma non mi lasciò fermare, mi fece continuare ed andammo avanti ancora ed ancora fino a che venni altre volte.

Allora mi fece cambiare posizione, mi mise distesa, le gambe sulle sue spalle, lui sopra di me e me lo infilò nuovamente dentro, pompando a più non posso. Cambiammo posizione varie volte, in piedi, distesi, sul divano sul pavimento, da dietro, di fianco, fino a che venne, riempiendomi del suo sperma e si accasciò su di me.

Quando il suo membro si sgonfiò, uscì, andò a ripulirsi, si vestì e se ne andò. Io rimasi esausta, distesa sul divano, nuda, piena del suo sperma e felice, felice come non ero mai stata prima, con un bellissimo senso di appagamento, mi sentivo una donna completa.

Quella sera, mentre mio marito mi raccontava la sua giornata, non potei esimermi dal confrontare nuovamente i due. Non mi capacitavo come avevo fatto a sposare quello che ora era mio marito, ma non sapevo cosa fare. Non sapevo neppure con chi parlare. Con i miei genitori, poi, castigati e bacchettoni com’erano e come mi avevano allevata, sarebbe stato impossibile, avrebbero iniziato a dare in escandescenze.

Cristiano ritornò una settimana dopo, un pomeriggio. Quando lo vidi, gli buttai le braccia al collo ed iniziai a baciarlo.

-‘Che slancio, che passione’, mi fece, alzandomi e facendo una giravolta con me in braccio. Io ridevo come una matta. Ero felice.

Quando mi rimise giù, lo presi per mano e lo portai in camera da letto, dove ci spogliammo a vicenda, rimanendo nudi in un attimo. Poi ci tuffammo ridendo sul lettone.

Iniziammo a baciarci, ad accarezzarci, a toccarci, sembrava avessimo almeno quattro mani a testa, le sue mani erano dappertutto, sul mio viso, sul mio seno, sulla mia passerina, mi carezzava le gambe, il pancino, la schiena, dappertutto ed io facevo altrettanto con lui.

Poi si stese fra le mie gambe, tenendomele aperte ed iniziò a leccarmi l’interno delle cosce, la patatina, mi infilava la lingua dentro, mi mordicchiava il clitoride, si aiutava anche con le mani. Andò avanti così fino a farmi avere un orgasmo stupendo.

Allora lo feci stendere e mi fiondai su di lui, lo baciai, gli succhiai i capezzoli gli leccai le palle, gli presi l’uccello in bocca, ero scatenata, volevo farlo godere, dargli tutta me stessa.

Ad un certo punto, mi prese e mi rovesciò, saltandomi addosso, mi aprì ben bene le gambe, tenendole aperte con le sue braccia e mi penetrò, deciso, in un colpo solo, arrivando fino in fondo. Urlai dal piacere.

Iniziò ad andare dentro e fuori, con degli affondi lunghi e lenti. Qual suo movimento lento mi faceva impazzire, avrei voluto che accelerasse, lo volevo tutto e subito, ma lui, niente, sempre lento e profondo. Alla fine, questo mi produsse un orgasmo ancora più forte dei precedenti, urlai a squarciagola, ma lui continuò, sempre con quel suo ritmo che mi faceva impazzire.

Poi mi fece cingere i suoi fianchi con le gambe e, sempre con il suo bel cazzo ben infilato dentro la mia passerina, mi ribaltò, finendo sotto e con me sopra. Iniziai a cavalcarlo selvaggiamente, godendo come una matta, fino a che, pian piano, mi frenò ed iniziò nuovamente a darmi il suo ritmo, trattenendomi. Io sentivo l’orgasmo arrivare, il piacere aumentava, ma il ritmo lento lo allontanava. Quando infine venni, lo feci con un urlo e mi accasciai su di lui. Non avevo mai goduto in quella maniera. Era sublime, sconvolgente, una cosa impensabile.

Ad un certo punto, udii come un fruscio. Sempre accasciata su di lui, voltai la testa e vidi mio marito, sulla soglia della camera, i pantaloni a terra, che si menava a più non posso. Feci per scappare ma Cristiano mi trattenne.

-‘E’ lì sulla porta da almeno 20 minuti’ mi sussurrò sottovoce all’orecchio, ‘vuoi vedere che a lui per eccitarlo non serve una donna nuda ma vedere che si sbattono sua moglie in sua presenza ?’.

-‘Oddio, ma &egrave un pervertito’ sussurrai a mia volta.

-‘E’ quello che si chiama un cuckold’ mi disse, ‘una perversione sessuale che fa eccitare snon dalla partecipazione all’atto ma al vederlo’.

Alla fine, venne anche lui, con grandi schizzi di sperma, sporcando tutto il pavimento.

A quel punto, noi ci alzammo facendo finta di nulla ed andammo a lavarci.

Quando uscimmo, lo trovammo in sala. Cristiano se ne andò ed io rimasi lì, avvolta nel mio accappatoio a guardare mio marito, pensando al fatto che invece di fare l’amore con me si faceva una sega mentre un altro mi scopava selvaggiamente.
Capitolo 2 ‘ Voglio un figlio

Dopo quella sera, pensai molto a ciò che era successo, al signor Cristiano, a mio marito ed a come si era comportato. Poi mi decisi e lo affrontai.

-‘Siediti, dobbiamo parlare’, esordii con mio marito al suo arrivo dal lavoro.

-‘Cosa c’&egrave ?’

-‘Sei un pervertito, ti piace vedere tua moglie fare sesso con un altro uomo’.

-‘Sì, mi eccita da morire, mi eccita di più che vederti nuda’.

-‘Sei peggio di un magnaccia. Almeno quelli si fanno pagare per far fare sesso alle loro donne. Tu neppure quello’.

-‘E che ci posso fare ? All’inizio, quando ho visto quel vecchio che ti scopava, mi sono incazzato. Ma poi, mi sono sentito venire un’erezione che non avevo mai avuto con te’.

-‘E magari vorresti che facessi sesso con i tuoi amici, vero ? Per farti godere di più.’

-‘E perch&egrave no ? Sempre meglio loro di quel vecchio da cui ti sei fatta sbattere’.

-‘Intanto non mi sono fatta ‘sbattere’ come dici tu, ma abbiamo fatto l’amore con dolcezza. E poi, lui, a differenza di te, &egrave un uomo colto, sa parlare bene, mi ha trattato dolcemente. E poi mi ha fatto godere come non avevo mai provato prima’.

-‘Ma che sarà colto un operaio’.

-‘Non &egrave un operaio, &egrave un ex informatico che fa dei lavoretti per arrotondare la pensione. Almeno lui i lavoretti li sa fare, mica come te, che non sei manco capace di piantare un chiodo’.

-‘Insomma, cosa vuoi da me ?’.

-‘Niente, cercavo di capire cosa sei diventato’.

Parlammo ancora ma non cavai un ragno dal buco. Anzi, alla fine mi propose pure di fare sesso con un suo collega che aveva fatto degli apprezzamenti su di me, mentre lui sarebbe rimasto a guardare. Alla fine, lo mandai a farsi benedire, mi alzai ed andai a preparare la cena, anche se non ne avevo molta voglia.

Al mattino seguente, una volta che mio marito se ne fu andato, telefonai a Cristiano.

-‘Sono Rita. Ho bisogno di parlarti’ iniziai a dire.

-‘Dimmi tutto’

-‘Per telefono non posso, dobbiamo farlo di persona’.

-‘Arrivo’.

-‘No, voglio venire io. Sarebbe troppo sospetto se tu venissi qui’.

Mi diede il suo indirizzo e, dopo 10 minuti, suonai alla sua porta.

-‘Che veloce’ mi salutò, aprendo la porta, ‘ero proprio ansiosa di vedermi’.

-‘Senti, dobbiamo parlare’ feci. Non riuscii a finire la frase.

-‘Dopo’ fece, mi abbracciò ed iniziò a baciarmi.

Io cercai di resistere perch&egrave volevo assolutamente parlargli dei miei problemi, ma lui mi tenne avvinghiata a sé, baciandomi sulla bocca, sul viso ed alla fine gli buttai le braccia al collo ed iniziai a rispondere ai suoi baci ed alle sue carezze.

Iniziavo anche a sentire caldo al basso ventre. Lui mi sollevò come un fuscello e mi portò nella sua camera da letto, mi adagiò sul letto e, senza smettere di baciarmi, incominciò a levarmi il poco che avevo addosso : soltanto una maglietta ed una gonna al ginocchio.

Quando fui nuda, si spogliò in un attimo (aveva addosso solo un paio di calzoncini corti) e si sdraiò al mio fianco, riprendendo a baciarmi ed a carezzare tutto il mio corpo. Io avevo smesso di ragionare. Oramai ero partita anch’io, gli restituivo le carezze ed i baci. Ed ero bagnata, la mia passerina era un lago.

Lui se ne accorse, ma continuò ad accarezzarmi, baciarmi il seno, succhiarmi i capezzoli, infilarmi un dito nella fighetta, poi scese ed iniziò a leccarmela, a mordicchiare e succhiare il clitoride, a scoparmi con la lingua, mentre con le mani mi torturava i capezzoli.

-‘Ohhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììììììììììììììììììì, non fermarti, ancora’, mugolavo, oramai in preda al piacere più assoluto.

-‘Ahhhhhhhhhhhhhhh, vengooooooooooooooooo’ urlai, ad un certo punto, quando raggiunsi il mio promo orgasmo.

Ma lui non si fermò, continuò leccarmi, mi mise un dito nel culetto. Fu una sensazione strana ma piacevolissima. E venni un’altra vlta.

Allora lui salì su di me, mi alzò le gambe fino alle sue spalle e mi appoggiò la cappella sulle labbra della mia passerina.

-‘Prendimi, ti prego, mettimelo dentro tutto, lo voglio sentire fino in fondo’ feci, prendendolo ed inserendolo nella mia fessurina.

Lui diede un colpo leggero ed affondò in me come una lama calda nel burro. Ero talmente bagnata che scivolò fino in fondo. Iniziò pian piano a fare dentro e fuori, con colpi lenti e lunghi. Io che oramai ero eccitata al massimo, venni nuovamente.

Allora cambiò posizione, mi fece mettere in ginocchio sul letto, con ul culetto e la patatina per aria, si posizionò dietro a me ed entrò nuovamente. Cambiava posizione ogni tanto, io venivo in continuazione. Era quasi un orgasmo continuo.

Alla fine si sdraiò supino e mi fece salire a cavalcioni su di lui. Io mi puntai il suo membro sulla passerina e mi abbassai con un ‘Oooooooooooooooooooooooooooooooooooo’. Mi muovevo su e giù, facendolo sfilare fin quasi in cima e poi abbassandomi. Mi sembrava che mi arrivasse in gola. Venni ancora ed ancora, ma lui non lasciò andare fino a che non venne dentro di me. Rimasi lì, la mia vagina che aveva le convulsioni e si stringeva sul suo cazzo, che, alla fine, iniziò a sgonfiarsi.

Quando si sfilò, mi levai da sopra di lui e mi stesi al suo fianco, felice e soddisfatta.

Dopo aver ripreso fiato, sempre stesi, mi chiese :

-‘Che cosa volevi dirmi ?’

-‘Voglio un figlio da te’ esclamai, sorprendendomi della mia uscita. Certo, desideravo un paio di bambini, ma non so perch&egrave, fu la prima frase che mi venne.

-‘E tuo marito ?’.

-‘Senti, ho cercato di parlare con lui ieri sera, di quello che &egrave successo, del suo problema. E sai che mi ha risposto ?’

-‘Come posso saperlo ?’

-‘Alla fine, voleva che mi facessi scopare da un suo collega per masturbarsi nel guardarci. Allora l’ho lasciato lì e stamattina ho deciso di venire a parlare con te’.

-‘Ma sta frase sui bambini ?’

-‘Non lo so, mi &egrave scappata, senza neppure pensarci. Non era di quello che volevo parlarti’.

-‘Comunque, se li vuoi, io sono sempre pronto a darti una mano’, mi disse, sorridendo ed accarezzandomi il viso.

-‘Lo so, e non li vorrei da nessun altro’ gli dissi, baciandolo, ‘ora dovrei andare’

-‘E di cosa dovevi parlarmi ?’

-‘Non me lo ricordo, ma se mi viene in mente, ora che so dove abiti, ritorno’ dissi, sorridendo, mentre mi rivestivo, mettendomi anche dei fazzolettini di carta sulla patatina, affinch&egrave il suo sperma non mi colasse lungo le gambe mentre ritornavo a casa.

Al mio arrivo a casa, mi ritornò il malumore, al pensare al tempo perso con quel mio marito pervertito, mentre in giro c’erano degli uomini meravigliosi come il signor Cristiano. Ma mi resi conto che, a meno di non trovare un lavoro, avrei dovuto sopportare questa situazione ancora a lungo, se non altro per problemi finanziari.

Comunque, ad un certo punto della serata sbottai :

-‘Senti, ti eccita se faccio secco con un altro uomo ?’

-‘Sì, mi eccita da morire e non posso fare a meno di masturbarmi. Ti va di farlo ?’

-‘D’accordo, potrai assistere, ma l’uomo lo scelgo io, altrimenti non se ne fa nulla’ dissi.

-‘E dove lo vai a scegliere ? Mica andrai per le strade a chiedere a qualcuno di scoparti, vero ?’.

-‘Come lo trovo, sono affari miei, tu accontentati di guardare ed eccitarti per conto tuo’.

-‘Va bene, va bene, non inalberarti’.

-‘Per ora, accontentati di spiarmi dalla porta, poi, faremo delle modifiche alla casa, almeno perch&egrave il mio amante non venga disturbato da te, ok ?’

-‘Sì, va bene’.

-‘Allora, per sabato inviterò Cristiano, che oramai sa già quello che c’&egrave fra noi. Ceneremo assieme, poi noi andremo in camera da letto a fare l’amore, e tu potrai guardare dalla porta socchiusa, come l’altra volta’.

Il giorno dopo questa discussione, tornai da Cristiano. Quando cercai di parlargli, lui mi chiuse la bocca con un bacio e mi portò nella sua camera da letto.

Facemmo l’amore a lungo, in modo tranquillo e rilassato. Ad un certo punto, mentre gli stavo sopra, con il suo membro infilato nella mia patatina, mi fermai e mi sedetti su di lui.

-‘Ora che se in mio potere, mi ascolterai. Ti devo parlare’ dissi, con un sorriso.

-‘Se devo subire un sopruso, con te che mi tieni così, schiacciato dal tuo peso, mi vedo obbligato ad ascoltarti’ rispose, ridendo.

-‘Ho parlato con mio marito. Come ti ho già detto, voleva che mi facessi scopare da un suo collega. Alla fine, abbiamo raggiunto un accordo, io scelgo l’uomo, lui potrà assistere. Ti va di essere tu il mio uomo ?’.

-‘E non lo sono già ?’ chiese, con un sorriso.

-‘Si, lo sai, ma voglio dire, accetteresti di fare l’amore con me mentre lui ci guarda ‘ chiesi a mia volta.

-‘Basta che stia zitto e non rompa, potrei provare, se &egrave quello che vuoi’ rispose.

-‘No, non &egrave quello che voglio, ma siccome devo rimanere da lui, almeno fino a che mi trovo un lavoro, non ci sono molte altre soluzioni’.

-‘Una ci sarebbe. Ti trasferisci da me’.

-‘Ma ce la fai a mantenermi con la tua pensione ed io disoccupata ?’.

-‘Con fatica, ma potremmo farcela’ rispose.

-‘E con i bambini, con i costi che comportano ? Perch&egrave non aspettare fino a che mi trovo un lavoro’.

-‘Va bene, purch&egrave duri poco’ acconsentì alla fine.

-‘Bene, intanto, vieni a cena da noi sabato e poi passa la notte con me’.

A quel punto ripresi a muovermi. Fu più duro del solito, ma alla fine, mi fece comunque godere da matti e mi venne dentro, inondandomi la passerina con il suo sperma.

Per il sabato, preparai la casa, la cena e me in modo da essere al top. Sul letto misi delle lenzuola di seta. Per preparare la cena ci misi quasi tutta la giornata.

Ma fu su di me che cercai di dare il massimo. Come prima cosa mi lavai e mi profumai, facendo pure anche un clistere, visto che volevo che Cristiano mi sverginasse il culetto. Poi indossai un abitino cortissimo e semitrasparente, la schiena nuda e sul davanti uno scollo fino all’ombelico. Unico intimo, un perizomino in pizzo nero che aveva soltanto un triangolino trasparente davanti ed un filino sul retro, trucco leggero, capelli raccolti, sandaletti con un leggero tacco.

Quando uscii dalla stanza da letto così vestita, perfino mio marito, che non mi aveva mai degnato di un’occhiata, mi guardò, senza dir nulla, ma spalancando gli occhi.

Quando Cristiano arrivò, dopo avermi porto una dozzina di rose rosse, mi guardò, mi prese per una mano e mi fece fare una giravolta.

-‘Se oggi vogliamo dare un volto a Venere, ebbene, questa sei tu’ mi disse. Poi mi baciò ardentemente.

-‘Oh, grazie, amore, sei troppo gentile, ma lasciami mettere via i fiori’ mi schernii. Quando ritornai, mi prese per le mani e mi attirò a sé, baciandomi fino a lasciarmi senza fiato, poi mi abbracciò e mi bacò ancora, mentre mi stringeva le chiappette con le sue mani. Infine, in un orecchio, mi sussurrò di levarmi il perizoma, cosa che andai prontamente a fare in camera.

Lo feci accomodare sul divano. Mio marito si sedette su una poltrona a fianco ed io servii gli aperitivi. Nel farlo, mostrai bene le mie tette e piegandomi per poggiare le cose sul tavolino basso, mi piegai in modo che potessero vedere bene i miei buchini.

Infine, mi sedetti a fianco di Cristiano, che mi attirò a sé, al che mi rannicchiai contro di lui, che mi tenne un braccio attorno alle spalle mentre sorseggiava il suo aperitivo, carezzandomi il seno, mentre io gli carezzavo il suo membro, bello duro, attraverso i pantaloni.

Poi, ci accomodammo a tavola, dove iniziai a servire la cena. Ogni volta che passavo vicino a Cristiano, mi toccava uno dei buchetti. Ad un certo punto, quando mi fermai un attimo a servire mio marito, piegandomi in avanti, mi infilò un dito nella passerina, facendomi godere. Io ero tutta bagnata, i miei umori, oramai, mi colavano lungo le gambe.

Ma la volta che mio marito provò a farmi qualcosa di simile, gli tirai un ceffone, dicendogli di non permetterselo mai più, che lui doveva stare lì, buono, e guardare. E basta. Questo lo fece eccitare ancora di più.

Finita la cena, Cristiano si sedette sul divano e mio marito sulla poltrona a fianco. Io mi inginocchiai davanti a Cristiano e gli tirai fuori il sul bell’uccellone, che oramai desideravo in modo spasmodico, ed iniziai a succhiarglielo. Lui mi fece alzare e sedere a cavalcioni su di lui, mi infilò la sua dura asta dentro la mia patatina vogliosa, dopodiché mi levò il vestito lasciandomi nuda. Infine, si alzò tenendomi infilzata e mi portò sul lettone, si spogliò e poi iniziò a stantuffarmi. Io venni una prima volta quasi subito.

Lui continuò, con quei suoi colpi lunghi e lenti che mi facevano impazzire. Io oramai avevo dimenticato tutto. Quella che comandava tutte le mie azioni, oramai, era la mia passerina. Non capivo più nulla, godevo e basta. Non ricordo più quante volte venni, poi, infine, Cristiano mi riempì la fighetta del suo sperma.

Alla fine giacemmo, esausti, sdraiati fianco a fianco. A quel punto, mi accorsi di mio marito. Era seduto sul pavimento, il cazzo di fuori ed un lago della sua sborra davanti a lui.

Ma non era ancora finita. Quando mi ripresi un po’, mi alzai per prendere qualcosa da bere per me e Cristiano.

Quando mi stesi nuovamente al suo fianco, iniziò a carezzarmi dolcemente. Io iniziai ad eccitarmi nuovamente.

-‘Ora voglio che tu mi svergini il culetto’ gli sussurrai all’orecchio.

-‘Non hai paura che ti faccia male ?’ chiese.

-‘No. Guarda che mi sono preparata per bene. Ho anche la vasellina per farlo scivolare meglio’

Gli porsi il tubetto che avevo comperato per l’occasione. Nel frattempo, lui aveva iniziato ad infilarmi un dito nella patatina. A quel punto lo sfilò e lo portò sul mio buchetto, iniziando a massaggiarmelo. Il suo dito, oramai, faceva la spola fra la passerina ed il culetto, ed ogni volta, spingeva un pochino di più, fino a che, zuppo di tutto i nostri umori, mi scivolò dentro, con me che cercavo di aprire lo sfintere. Fu una sensazione bellissima.

Allora, io iniziai darmi da fare con la bocca per portare il suo bel pisellone alla massima erezione. Quando fu pronto, si posizionò dietro a me, mi spalmò il gel sul buchetto e poi iniziò a spingere lentamente, cercando di non farmi male. Io ero talmente eccitata che sentivo solo piacere. Fu così dolce che non sentii alcun dolore.

Quando fu tutto dentro mi sentii talmente riempita, una sensazione incredibile. Lui allora iniziò ad andare avanti ed indietro. Pian piano iniziò a montarmi un piacere, un godimento, diverso da tutto quello che avevo provato fino a quel momento, e poi venni, venni urlando.

Mio marito mi guardava con la bocca spalancata, si stava eccitando nuovamente. Ed a me, sentirmi guardata da quell’essere pervertito, mi faceva godere ancora di più. Non so quanto andammo avanti. Cristiano, indubbiamente, non era più un ragazzino, non veniva subito, aveva una resistenza incredibile. Alla fine, mi riempì anche il culetto del suo sperma.

Ora ero felice, avevo il suo seme in tutti i miei buchini. Giacemmo sfiniti e ci addormentammo quasi subito. Era stata una notte meravigliosa, avevo goduto come non mai, dimentica di tutto.

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