Sofia cerca di rendersi presentabile, la forte emozione non l’ha ancora abbandonata del tutto, il rossore del viso sta a lì a dimostrarlo.
– Spero solo che non se ne accorgano, oddio in che posizione mi sono cacciata. – Ripete tra sé e sé.
Lo scampanellio alla porta si ripropone, questa volta più intenso.
– Mamma, ci sei? – La voce lascia trasparire dell’agitazione che si placa all’apertura della porta. Noemi getta le braccia intorno al collo della madre con veemenza, facendole quasi perdere l’equilibrio, singhiozza mentre Sofia la abbraccia cercando di tranquillizzarla.
– Cosa c’è amore mio che non va??? Cosa ti agita???
– Abbiamo visto l’ammaccatura alla macchina e ci siamo preoccupati, pensavamo ti fossi fatta del male nell’incidente. – A rispondere era stato John, il ragazzo di colore, l’attuale boyfriend di Noemi, con la sua voce profonda, quasi autoritaria; alto, fisico asciutto ma di spalle larghe, indossa una felpa chiara con il cappuccio su un paio di pantaloni da tuta scuri con il cavallo basso, molto comodi. Da poche settimane avevano incominciato a frequentarsi con Noemi con grande sorpresa per i suoi amici; John, o Long John come era soprannominato da tutti, di solito intratteneva relazioni con donne mature (nonostante la sua giovane età) o con ragazze smaliziate, che avevano già avuto modo di sperimentare molto sul mondo del sesso, a differenza di Noemi del tutto a digiuno di questo tipo di esperienze.
– Tranquilli non mi sono fatta niente nell’urto, non preoccupatevi – e poi rivolta alla figlia – è l’auto ad aver avuto la peggio, chi lo sentirà tuo padre ora. Adesso calmati e smettila di frignare.
Poi con un gesto di una delicatezza assoluta asciuga le lacrime alla figlia, continuando con il racconto:
– Per fortuna ho incontrato un ragazzo molto gentile, il suo intervento è stato provvidenziale. Ha sostituito la ruota che era esplosa nell’urto e mi ha riaccompagnata a casa, dal momento che non riuscivo a guidare tant’ero agitata. È sopra in bagno, magari gli necessita un asciugamano pulito, avrà difficoltà a trovarlo, lì c’è sempre un tale disordine.
– Sta ferma qui, non è necessario. Oramai ho una certa confidenza in casa, lo raggiungo io, voi due cercate di rincuorarvi a vicenda, vi vedo entrambe abbastanza scombinate – e poi con un tono malizioso – anche se trovo risvolti parecchio piacevoli in questa situazione, l’incidente vi ha dato un bel colorito in viso, siete entrambe più sexy!
Detto questo raggiunge F. al piano superiore. Una volta rimaste sole, Noemi interroga la madre riguardo l’incidente e il suo stato di salute, sempre dolce e piena di attenzioni la piccola. Più bassa di Sofia, biondissima come il padre, fisico minuto e armonioso, seni piccoli e sodi, bel sedere a mandolino, vero punto di forza del suo fisico, sguardo angelico, quasi adolescienziale, che la fa sembrare molto più giovane dei suoi 21 anni. Sofia racconta tutto meticolosamente alla figlia; anche per dissimulare la sua inquietitudine, il timore di prima di essere sorpresa tra le braccia di F. non l’ha ancora abbandonata del tutto, così come l’eccitazione per la visione di quella splendida nerchia che stava per prendere tra le mani. Sperava vivamente che anche John non si fosse accorta di niente di tutto ciò. Oramai erano trascorsi parecchi minuti da quando lui era uscito dalla stanza, cosa diavolo si stavano dicendo quei due. E se F. stesse raccontando tutto a John? Forse stava esagerando con queste illazioni, il terrore di essere stata scoperta la rendeva paranoica.
Ma già, cosa stavano combinando quei due lì in bagno? Dopo le prime difficoltà di comunicazione collegate al pessimo svedese di F. i due erano presto entrati in confidenza, d’altronde l’argomento della loro discussione li rendeva particolarmente loquaci.
– È davvero carina la ragazzina, ci sa fare anche col sesso? – Era F. che aveva aperto il dialogo.
– Non molto, mi è stata presentata da alcune sue amiche davvero porche, Filippa e Emma, due maiale pazzesche davvero sopraffine. Noemi non ha molto esperienza e per giunta è molto ingenua, non sospetta minimamente che sono state le sue amiche a chiedermi di istruirla a dovere. Io ci sto tentando in ogni modo, ma nonostante tutto il nostro impegno profuso non stiamo ottenendo risultati apprezzabili, non sembra molto presa dal sesso, ripete tutto meccanicamente, non sembra appassionarsi. Sono giorni oramai che cerco di insegnarle come fare un bel pompino; mi piace riempire la bocca delle mie partner di abbondante sperma, e, di solito, anche loro non disdegnano questa pratica, ma con Noemi sto trovando parecchie difficoltà. Il suo sguardo tradisce il suo disgusto ogni volta che le vengo in bocca. È un peccato, anche perché fisicamente è una gran bella ragazza, ha un culo che non vedo l’ora di violare. Ma visto che siamo in vena di confidenza, ti confesso che ho accettato questa sfida anche per avvicinare sua madre, come me la farei la milfona, mi da l’idea della troia repressa pronta a scoppiare… ho notato come la tenevi tra le mani poco fa, eri lì lì per scopartela. Mi dispiace averti guastato la serata. Ho spinto la figlia contro me per evitare che si accorgesse della tua presenza. Dai, raccontami, te la sei già fatta?
– Non ancora, mostra ancora qualche ritrosia a concedersi, si sente che c’è una lotta in corso dentro di lei, secondo me ha avuto una vita sessuale parecchio allegra in gioventù, ma ora sta evitando complicazioni nella sua vita coniugale. Io voglio spingere la sua eccitazione a un livello tale da far nuovamente esplodere la sua antica troiaggine, ora sopita; ci staresti a darmi una mano? Ci scapperebbe una bella avventura anche per te.
– Off course, my friend! Sono dalla tua parte, dimmi solo come.
– Non ho un’idea precisa, ma per incominciare potresti parlare con Noemi di come tu trova sexy sua madre, anche durante il rapporto; chiamala con quel nome mentre ti fa un pompino, mentre te la scopi, sono sicuro che lei lo riferirà ben presto alla madre. E poi quando siete in sua presenza chiedile di comportarsi come una piccola puttanella; mi sembra che tu sia ben messo a dimensioni, bene dille che trovi molto eccitante farti accarezzare il cazzo in presenza della madre e che questa pratica servirebbe a migliorare la vostra intesa sessuale; nel caso si rifiutasse imponiti, ma non penso possa accampare delle scuse a questa tua richiesta. Ah, durante quest’operazione cerca di non staccare lo sguardo da quello di Sofia, falle capire che vorresti che fosse lei a prenderlo in mano. Se questa manovra funzionasse potremmo portarla ad un alto livello di eccitazione.
– Sì, si può fare, mi sembra una buona idea, istruirò la troietta quanto prima, anzi, lupus in fabula se mi lasci solo lo farò subito, ho la sensazione che stia venendo a chiamarci.
In effetti Noemi comparve e li invita a seguirla in salone, la madre aveva preso dal mobile bar un buon whisky d’annata e aveva riempito due bicchieri per loro due, e un martini per lei e la figlia. F. rientra nel salone raggiunge Sofia sul divano e si siede accanto a lei, Noemi e John tardano a rientrare. Sofia non sa come comportarsi con lui, la imbarazza ripensare a quello che qualche minuto prima stava per succedere. È quasi sul punto di alzarsi per andare a mettere in ordine una non meglio precisata suppellettile sopra il bancone della cucina quando i due piccioncini rientrano mano nella mano, basta la loro presenza a rasserenarla, ma purtroppo per lei l’idillio dura pochi minuti. Già perché nonostante i quattro sembrerebbero chiacchierare amorevolmente del più e del meno, Sofia rivolge sempre più spesso gli occhi sulla mano della figlia Noemi che incurante della presenza degli altri, accarezza in maniera sempre più vogliosa il membro di Long John (ora intuisce facilmente il motivo del suo nomignolo) attraverso i larghi pantaloni della tuta. Molto presto la nerchia eretta si posiziona come il pennone del tendone da circo, mostrandosi in tutta la sua potenza. Ma a imbarazzarla non è il comportamento della figlia, da autentica cagna in calore, ma lo sguardo di John fisso su di lei. Volente o nolente, per sfuggirgli è costretta a rivolgere la sua attenzione su F., ma la manovra della figlia sul cazzo del suo boyfriend non la lascia indifferente, produce su di lei l’effetto sperato dai due bastardi. Si capisce da piccoli indizi, un respiro accelerato, l’aumento di salivazione, la turgidità dei suoi capezzoli che fanno capolino sotto la vestaglia, e soprattutto la difficoltà a trovare una posizione sul divano, la sua fica pulsava, richiedeva la giusta considerazione, F. e John avevano ben chiaro come Sofia desiderasse concludere al meglio la serata.
Trascorrono parecchi minuti di piacevole conversazione per tutti tranne che per Sofia, il fatto che Noemi massaggiasse per tutto quel tempo la nerchia di John la riempiva d’imbarazzo, possibile che la figlia dimostrasse tanta insensibilità nei suoi confronti? Che figura le stava facendo fare di fronte a F., che cazzo!!! Non possedeva un minimo di buona crianza. Avrebbe voluto intervenire per redarguirla, ma aveva deciso di soprassedere per ora, avrebbe affrontato l’argomento una volta che fossero rimaste sole, anche perché gli sguardi indagatori che F. e John continuavano a mantenere fissi su di lei la bloccavano; e inoltre, per la verità, era difficile da confessarlo anche a sé stessa, trovava molto intrigante quello che si svolgeva sotto i suoi occhi.
John e Noemi avevano monopolizzato la conversazione; avevano accennato all’installazione di un programma di editing video che lei avrebbe dovuto testare per un corso all’università la cui prova finale consisteva nella creazione di un video di pochi minuti. John si era messo a sua completa disposizione era noto per esser molto bravo in informatica; con un poco di malizia aveva chiesto a Sofia se avesse voluto partecipare alla creazione del filmatino, magari anche con l’intento in seguito di condividerlo in rete, avrebbe ricevuto a detta sua molti apprezzamenti. Lei dal canto suo si era limitata a sorridere imbarazzata, aveva intuito che genere di video John avrebbe voluto girare, che sfrontato, flirtare con lei così pesantemente davanti alla figlia che era intenta a palpeggiare insistentemente le sue parti intime. La conversazione fu troncata improvvisamente da Noemi che, all’acme dell’eccitazione, aveva invitato John a spostarsi nella sua cameretta per installare il programma sul suo computer di cui avevano discusso, era stata sempre negata per questo tipo di operazioni. I due si allontanarono, John prima di uscire sorrise a F. e strinse maliziosamente l’occhio a Sofia, che divenne tutta rossa.
– Mamma allora noi lavoreremo in camera mia per le prossime ore, vogliamo evitare grosse distrazioni, mi ha fatto piacere conoscerti F., ti ringrazio ancora per l’aiuto che hai dato a mia madre, se non fosse stato per te sarebbe ancora sul ciglio della strada a chiedere aiuto. Ti lascio nelle sue mani, è un valente intrattenitrice con gli ospiti, saprà sdebitarsi come si deve con te, ma credo che tu te ne sei già reso conto.
– Un’idea me la sono fatta, credo che tu abbia completamente ragione, mi lasci in ottime mani… – Lascia questa frase sospesa, velatamente con il doppio senso e poi aggiunge – e mi raccomando anche voi in stanza cercate di lavorare divertendovi, noi non vi disturberemo certo.
– Grazie F., ci metteremo subito sotto di gran lena, ma sono sicuro che ci divertiremo molto! – Sorride John e dando una sonora pacca al bel culo sodo di Noemi esce al suo seguito dalla stanza, lasciando F. e Sofia soli.
F. si riempie nuovamente il bicchiere con il whisky della bottiglia che Sofia aveva appoggiato sul tavolino del salotto. Sorseggia lentamente il liquore in silenzio, non staccando gli occhi dalla sua interlocutrice, che seduta al suo fianco fatica a trovare una posizione che la facesse sentire comoda, a suo agio. Sofia ha la anima preda di mille sensazioni diverse, le emozioni delle ultime ore l’hanno parecchia turbata, anche il comportamento della figlia l’ha lasciata di stucco: come avrebbe potuto giustificarlo a F.? Era infastidita dall’idea che lui potesse considerare Noemi una piccola puttanella, ma il suo comportamento inqualificabile corroborava fortemente questa tesi. Ora sicuramente stava finendo il lavoro che aveva iniziato in sala davanti a loro, questo pensiero veniva ricacciato nel profondo del suo inconscio, ma ritornava a galla sempre più spesso. Chissà come se la stesse cavando, era la prima volta che questo pensiero le attraversava la mente, si era resa solo ora conto di quanto la sua bimba fosse cresciuta, era bastato vederla accarezzare la poderosa mazza di John perché prendesse consapevolezza di questo, ed ora la immaginava in ginocchia davanti a lui, intenta segarlo con calma, accarezzandogli dolcemente i coglioni pieni di quel liquido che da giovane avrebbe sempre assaporato se fosse stato per lei, e poi, dopo averlo scappellato, con tutto il riguardo che merita questo tipo di operazione, avrebbe incominciato a spompinarlo per bene, facendo scomparire la nerchia, in tutta la sua lunghezza, in bocca, fino in gola… forse correva troppo con la fantasia, magari si stavano semplicemente limitando a installare il programma di cui avevano parlato poco prima.
– Ti chiedo scusa per il comportamento di mia figlia, non so cosa le sia saltato in mente. Ti giuro è la prima volta che capita – Sofia spezzò così il pesante silenzio.
– Si ti credo, è parecchio inesperta, si intuisce. Non riesce ancora a trattenere la forte emozione per aver incontrato la prima vera nerchia della sua vita, era molto ben messo il giovane, te ne sei accorta anche tu, ho notato la voluttà degli sguardi che gli rivolgevi. Si staranno molto divertendo su in camera, o credi davvero alla panzana dell’installazione del programma sul computer? Mi stavo chiedendo cosa avresti potuto fare tu al posto di tua figlia…
– Zitto!!! Non farmici pensare, ti prego, è stata una giornata molto lunga e difficile per me oggi! Sei stato così gentile fino ad ora, non so davvero come ringraziarti, ma ti prego, non mettermi ulteriormente in difficoltà, non farmi agire in modo che mi possa pentire in futuro, per favore.
– Non era certo mia intenzione, avrei voluto tanto condividere con te del semplice e sano sesso. Mi sarebbe piaciuto vederti recuperare quella luce degli occhi che avevi nella foto in bikini di cui abbiamo parlato poco fa. Nulla di più! Ma visto che sei di questo avviso ti lascio, con molto rammarico. Salgo a recuperare il mio orologio in bagno e me ne vado.
– Grazie, davvero. Te ne sono grata. – La voce di Sofia lasciava trasparire del rimpianto e del sollievo nel medesimo tempo per quello che poteva essere e non era stato. – Rimani qui in salotto, salgo io in bagno a prenderlo, aspettami non tarderò a scendere.
– Va bene, allora ti aspetto qui, ma non tardare, potrebbe rientrare tuo marito, forse non sarebbe opportuno che mi trovi qui al suo arrivo. Vedi? Voglio essere corretto fino in fondo.
– Non sai quanto mi faccia piacere sentirti dire questo, qualche secondo e sono di nuovo giù.
Pochi secondi ed è in bagno, l’orologio è sul lavabo, in bella evidenza, presolo si accinge a far ritorno in sala; si ferma brevemente per riconsiderare cosa le fosse successo nelle ultime ore, vagliando ulteriormente la sferzata di energia che poteva rappresentare l’ingresso nella sua vita di F.. Ma non poteva tornare indietro sulla sua scelta, avrebbe messo davvero a rischio il matrimonio, stava cercando da moltissimi anni oramai di ricomporne i pezzi, era convinta che prima o poi ci sarebbe riuscita completamente. Ma ne sarebbe valsa la pensa? Meglio ritornare in fretta giù, F. aveva ragione, Thomas potrebbe rientrare a breve.
La stanza di Noemi è affianco al bagno, la porta è socchiusa, Sofia se ne accorge con la coda dell’occhio al passaggio. La curiosità di violare la privacy della figlia è forte, non riesce a trattenersi dal farlo; silenziosamente si avvicina e getta uno sguardo all’interno della camera. John indossa ancora la felpa è seduto sul letto, ha i pantaloni abbassati, Noemi è inginocchiata davanti a lui, proprio come aveva immaginato Sofia, alle prese con un pompino. Questa visione la eccita, la figa è un autentico colabrodo, e lei assecondando questa voglia incomincia a sgrillettarsi impunemente, incurante di tutto, si è completamente dimenticata ormai del motivo per cui era salita al piano superiore. Il cazzo di John è veramente poderoso, scappellato sembra ancora più maestoso, effettivamente come aveva sostenuto F. poco prima, la figlia mostra un po’ di difficoltà nel maneggiarlo; niente da fare, non era ancora pronta a minchie di quelle dimensioni. Stava cercando inutilmente di infilarselo tutto in bocca, infatti nel breve periodo in cui Sofia assisteva alla scena in almeno due occasioni Noemi aveva avuto due forti rigurgiti, sembrava quasi che fosse lontana dal provare il piacere che un cazzo di quella grandezza avrebbe dovuto elargire. Anche John se ne era accorto, ma il suo atteggiamento era molto accomodante, nessuna nota di biasimo, cercava di sostenerla, nonostante fosse chiaro il fatto che il suo pompino non fosse stato il massimo.
– Non ti preoccupare, sei stata brava comunque, ci vuole tempo e passione per impadronirsi di questa pratica, sei alle prime esperienze, per queste nerchie ci vuole molto esercizio… come mi piacerebbe che ci fosse tua madre qui con noi, a fornirti qualche insegnamento per diventare una grande pompinara, secondo me lei è una maestra in questa arte. Hai notato con quale voglia ti guardava mentre me lo menavi in sua presenza? Era completamente andata, faticava a trattenersi, come avrebbe voluta essere al tuo posto. Chissà, se noi scendessimo ora la troveremmo con il cazzone di F. in culo, ne sono più che sicuro, il livello della sua troiaggine era salito a un altissimo livello. Dai ora leccami le palle Sofia, posso chiamarti così? Masturbati, mentre me lo lecchi, mi piace vederti sgrillettare la fica, Sofia continua, ti prego… – proseguiva a riempire di insulti inverecondi la povera Noemi, chiamandola con il nome della madre, che da parte sua seguiva rapita la scena dal corridoio, in piena oscurità, masturbandosi la fica sempre con maggiore trasporto, lo si intuiva dai rantoli gutturali di piacere che si sforzava a nascondere.
– Sei proprio una brava troia in calore, non ti vergogni nemmeno di masturbarti vedendo tua figlia che si da da fare con il Mandingo africano, buon sangue non mente… – a sussurrare questa frase nel buio era stato F. ponendo una mano sulla bocca di Sofia, per prevenire un urlo di spavento. La vestaglia aperta metteva in mostra un turgido seno che lei si stava accarezzando vogliosamente. F. la aveva sostiruito in quella operazione e aveva incominciato a strizzarle e a torturarle il capezzolo, i gridolini, i respiri di Sofia stavano lì a dimostrare il piacere che stesse provando – e io che mi stavo macerando in sala, pensando di averti messo in forte imbarazzo di fronte a tua figlia, invece sei proprio una gran cagna. Dai, continua a mastubarti, sento il profumo dei tuoi umori provenire dalla tua calda, umida fregna, non smetterla ti prego.
Sofia obbediva all’ordine di F., non riusciva a fermarsi, era in piena trance orgasmica. F. nel frattempo mordicchiava il lobo dell’orecchio di Sofia che ora mugolava di piacere liberamente, dal momento che F. aveva tolto la sua mano dalla bocca per afferrare la mano libera di Sofia per portarsela al cazzo che aveva sfregato per tutto il tempo al culo della troia.
– Ti piace? Dimmi che lo vuoi… DIMMELO! – L’ordine era stato perentorio.
– No, lasciami ti prego, mia figlia potrebbe accorgersi di noi, ti prego… – implorava Sofia. A dispetto di questa sua dichiarazione di diniego, la sua mano aveva incominciato a massaggiare voluttuosamente, quasi di propria iniziativa abbandonandosi alla sua reale volontà, il pacco di F..
– Ho una voglia tremenda di spaccarti in due! Scendiamo in salotto, ti prometto che ci divertiremo… lasciamo i piccioncini alle loro carezze, non vedo l’ora di assaggiare la tua figa.
Detto questo le infila la lingua in bocca, Sofia ricambia, stupendosi al quanto di questo suo gesto. F. la prende tra le sue possenti braccia sollevandola da terra per prendere la via verso il soggiorno proprio nel momento in cui nella camera della figlia Long John inondava il viso di Noemi di abbondante sperma.
– Non ti preoccupare, tra un po’ avrai lo stesso trattamento potrai placare la tua sete di sborra, sono convinto che è parecchio tempo che non assaggi un buon cocktail di succo di cazzo. – E qui si lascia andare a una risata sguaiata che lascia Sofia di stucco.
Giunti nel bel mezzo della scala che collega le camere da letto al soggiorno sentono sbattere la porta di ingresso e un uomo lamentarsi ad alta voce, di un non ben precisato motivo, inveendo contro tutto e tutti. Era Thomas, il marito di Sofia, che aveva notato la brutta ammaccatura e che ora stava insultando ad alta voce sua moglie. Non ci voleva, chissà quale sciocchezza avrebbe potuto fare ora se avesse trovato la moglie mezza nuda, tutta infoiata, tra le braccia di uno sconosciuto; di solito non le risparmiava una scenata di gelosia nemmeno per un candido saluto tra colleghi.
– Renditi presentabile, il destino ci è avverso per una seconda volta. Il cornuto è rientrato inaspettatamente. Nel frattempo che mi ricompongo in bagno, scendi e cerca di calmarlo. Non posso farmi vedere con il mio cazzo in piena erezione, noto piacevolmente che ancora lo stringi tra le mani.
Effettivamente durante quegli istanti di trambusto lei non aveva fatto altro che massaggiare quello che aveva l’aria di essere un fantastico attrezzo di piacere, in maniera del tutto inconsapevole, la personalità della troia che si celava in lei domandava di venire allo scoperto.
– L’arrivo di mio marito è stato provvidenziale, stavo per buttare alle ortiche un matrimonio su cui avevo investito tutto.
– Non dire cazzate, è il tuo istinto di zoccola che sta richiedendo di venire a galla, dopo tutto questo tempo in cui lo hai messo da parte, io non sono che uno strumento di questo disegno. Ti lascio il mio numero di telefono, così nel caso avessi nuovamente queste voglie, saprai come contattarmi. – Detto questo infila negli slip di Sofia un bigliettino da visita allontanandosi verso il bagno. Dal salone provenivano le urla sempre più colleriche del marito che si lamentava della pessima accoglienza che aveva ricevuto. Noemi intanto cercava di eliminare dal viso quella densa colla biancastra, mentre Long John rideva del fatto che aveva consumato nell’operazione quasi tutte le salviettine struccanti.
– Scusami, ma immaginare tua madre intenta a spompinarmi, mi ha eccitato all’inverosimile, non sono riuscito a contenermi.
– Non mi capacito cosa troviate di bello riempire la faccia della partner di abbondante sperma, davvero. Lo trovo davvero umiliante.
– Prova a chiederlo a tua madre cosa pensa a riguardo, la sua risposta potrebbe sorprenderti.
Continuano a scambiarsi opinioni su questo argomento uscendo dalla camera. Qui incrociano F. che sta uscendo simultaneamente dal bagno. I tre nel scendere le scale sono travolti dalle urla che Thomas rivolge, incurante della presenza degli sconosciuti alla moglie, rea soltanto di aver ammaccato la macchina nuova. Sofia è stravolta, è sopraffatta da questi improperi che il marito le rivolge con una violenza inimmaginabile. Ha la testa tra le mani. Piange e singhiozza come una bambina. Non riesce a difendersi.
– Non ti pare di stare esagerando? – F. si avvicina ai due prendendo le difese di Sofia. – Alla fine mi pare che si sia trattato di un guasto da nulla, a cui si può facilmente rimediare. Trovo invece assurdo il fatto che non ti sia minimamente interessato a chiedere dello stato di salute di tua moglie. Sei davvero un essere spregevole. – Conclude questa frase asciugando con un kleenex le lacrime di Sofia, un gesto di straordinaria delicatezza che manda in bestia Thomas che si avventa su di lui cercando di colpirlo con un pugno. Per F. è facile evitare di essere colpito, è più giovane e prestante, agguanta il braccio Thomas rigirandoglielo alle sue spalle, bloccandolo in quella posizione. Thomas cerca di liberarsi dalla stretta. Tutti i movimenti che fa nel tentativo di liberarsi gli producono un gran dolore, F. non ci fa caso.
– Adesso brutto bastardo chiedi scusa a tua moglie per quello che le hai detto! Dai su.
Di tutta risposta Sofia interviene in difesa di suo marito colpendo ripetutamente di pugni F. alle spalle.
– Lascialo stare mio marito, come ti permetti. Sono cose che non ti riguardano. È una questione privata che riguarda la nostra vita di coppia.
F. lascia andare Thomas facendolo cadere per terra. Sofia si precipita su di lui, cercando di aiutarlo ad alzarsi.
– Lasciami stare. Ce la posso fare da solo. – Abbraccia forzosamente la moglie, chiedendole, di controvoglia, scusa.
– Ti prego F. è stata una giornata dura per tutti noi, ti ringrazio per l’aiuto che mi hai dato, ma credo sia giunto il momento di lasciarci soli in famiglia, abbiamo alcune questioni da discutere. John potresti accompagnarlo a casa con la tua auto??? È un favore personale che ti chiedo. – Sofia aveva preso in mano la faccenda e cercava di rimettere in ordine la situazione che stava degenerando. Anche in questo caso mostrava un grande rispetto per il marito, nonostante quest’ultimo si fosse comportato da autentico stronzo.
– Sì, d’accordo, andiamocene John, lasciamo che risolvino la vicenda tra loro – e poi rivolto a Thomas – e tu comportati bene, tua moglie merita molto rispetto, fila dritto, non è una minaccia, è un avvertimento.
Detto questo i due escono.
つづく (continua)
grammaticalmente pessimo........
Ciao Ruben, sei un mito! Hai un modo di scrivere che mi fa eccitare! La penso esattamente come te. Se…
Ti ringrazio, sono felice che ti piacciano. Vedremo cosa penserai dei prossimi episodi, quando si chiuderà anche la sottotrama di…
Davvero molto bello. Piacevole come gli altri e decisamente pregno di sentimenti espressi senza risultare melensi o ripetitivi. D'impatto leggiadro,…
Come ti ho detto, in pochi e poche sanno sa scrivere in maniera così eccitante sia dare un senso ad…