Con Pamela una delle due donne conosciute sul sito di incontri, invece, il rapporto fu turbolento. Fu lei a contattarmi e dal contatto scambiarci il numero di telefono fu un attimo. Ci mettemmo d’accordo di bere qualcosa insieme la domenica sera, un semplice aperitivo, poi la convinsi a vederci il sabato sera chiedendole cosa avesse voluto fare. Mi chiese di portarla al mare. Misi nel bagagliaio un paio di asciugamani e andai a prenderla in un parcheggio. Come convenuto salì in macchina misi in moto e partimmo. Durante il viaggio non smetteva di guardarmi e di farmi tante domande. La portai in spiaggia, era aprile e di notte le spiagge sono solitamente deserte. Ci fu un approccio discreto che si trasformò brevemente in qualcosa di più. Le mie mani erano dappertutto, iniziai palpandole le tette mentre la baciavo fino ad infilarle due dita nella fica già umida dei suoi umori. Che fame di cazzo pensai, visto che la conoscevo solo da quattro ore. Smisi di stuzzicarla in quel modo nel timore di essere visti dato che la spiaggia non era isolata. Avendo capito che la nottata si sarebbe conclusa con una bella scopata le proposi di ritornare a casa mia. Giunti a casa prendemmo un caffè e in men che non si dica era nuda nel letto a cosce spalancate che si faceva leccare la fica. Raggiunto il primo orgasmo mi chiese apertamente il cazzo “Voglio il tuo cazzo, dammi il cazzo”. Provai a farmi fare un pompino ma si rifiutò “No Filippo, io i pompini non li faccio”. Ne feci a meno e alla missionaria la scopai con forza, poi la invitai a mettersi alla pecorina e la penetrai fino in fondo. Mugolava e gemeva mentre raggiungeva il secondo orgasmo. Estrassi il cazzo dalla sua fica, lubrificai con la lingua il buco del culo. Capendo cosa stava per accadere iniziò a titillarsi il clitoride. Appoggiai la cappella nel buchino e spinsi. Mi fermai un attimo per farla abituare e poi spinsi più forte fino in fondo. Fu un inculata travolgente durante la quale non diceva assolutamente niente tranne continuare a mugolare e gemere. Scaricai la mia sborra nelle sue viscere e si accasciò nel letto esausta. Dopo qualche ora di sonno ci rivestimmo e la riaccompagnai alla sua auto. Nel tragitto di ritorno verso casa pensai alla nottata appena trascorsa con una donna che mi sembrava strana. Avevo appena scopato ed inculato una donna che 12 ore prima non avevo mai visto che si era fatta toccare nelle sue parti più intime, si era fatta scopare ed inculare ma i pompini non li faceva. Mancava qualcosa, c’era qualcosa che non mi tornava. Nei giorni successivi ci furono tante telefonate e tanti messaggi di WhatsApp per metterci d’accordo per il weekend successivo. Organizzai il fine settimana da trascorrere fuori città e il venerdì sera mi chiamò dicendomi che non sarebbe potuta venire poiché doveva risolvere alcune questioni con l’ex marito. Credevo di essere su scherzi a parte al sentire le sue parole dato che due ore prima era entusiasta e contenta. Scoprii successivamente che il suo psicologo le aveva prescritto un periodo di permanenza in una struttura psichiatrica. La sua storia che mi raccontò in seguito aveva ancora delle situazioni da definire soprattutto per il rapporto fra lei e sua figlia e fra lei e l’ex marito. La figlia infatti, una domenica mattina mentre erano tutti in casa, compreso il marito, armeggiando con il cellulare di Pamela scoprì, attraverso un messaggio di WhatsApp che lei aveva un amante e anziché prendere sua madre da parte e cercare di capire il perché la apostrofò urlando: “Sei una troiaaaaaaaaa”. Il marito sentendo la figlia gridare in tal modo, prese a sua volta il cellulare in mano e visti i messaggi la picchiò aiutato dalla figlia stessa. Pamela in quell’occasione cercò il suicidio. Ecco spiegato il ricovero nella struttura. Cercai di allontanarmi da quella situazione. Avevo già i miei problemi non potevo certo caricarmi dei problemi di altri. Passarono alcuni mesi senza sentirla né vederla, poi si fece viva. Le spiegai la mia situazione e il malessere nell’affrontare la sua, quindi il rapporto continuò ma a precise e categoriche condizioni: che non si parlasse di amore e che il nostro rapporto fosse solo ed esclusivamente di sesso. Non ne era convinta, era invece convita di trasformare quel rapporto in qualcosa in più che io invece non volevo darle.
Nel contempo, continuavo a ricercare una donna che mi soddisfacesse in tutto e per tutto. Cercavo una compagna una donna che mi meritasse e che mi corrispondesse.
Credevo di averla trovata in Carla. Anche Carla la conobbi sul sito di incontri ed anche lei dopo tante telefonate mi chiese un incontro. Lei viveva in un paesino della mia regione ma in un’altra provincia. La incontrai nel parcheggio della stazione di un grosso centro abitato limitrofo. Appena vista ci scambiammo un paio di baci sulla guancia, l’impatto era stato positivo e nonostante un abbigliamento molto casual si trattava di una bella donna. Trascorremmo un po’ di ore insieme a parlare davanti ad un aperitivo consumato in un bar. Giunti al momento dell’arrivederci l’attirai a me e la baciai con passione per altro ricambiata. Tornai a casa abbastanza euforico quella donna mi piaceva. Mi piaceva il suo modo di parlare il suo modo di porsi aveva una bella mente. Il weekend successivo la invitai a casa per trascorrere il fine settimana insieme. Entusiasta venne più che volentieri, andai a prenderla e la portai a casa. Le feci vedere la mia abitazione, cenammo e a fine cena ci spostammo sul divano. Iniziammo a baciarci e a toccarci, l’eccitazione saliva da parte di entrambi ed iniziammo a spogliarci reciprocamente. Ci alzammo dal divano e ci accomodammo in camera da letto dove una volta sdraiata sul letto mi dedicai con la mia proverbiale lingua alla sua fica. Raggiunse quasi subito un primo orgasmo e come in trance mi volle ricambiare la cortesia mi fece stendere supino ed iniziò un favoloso pompino. Quando l’erezione giunse al suo massimo prese il mio cazzo e se lo infilò nella sua fica già ampiamente bagnata. Raggiunse un secondo orgasmo ma ne voleva ancora. Si sfilò dal cazzo e si mise alla pecorina, l’afferrai per i fianchi e la scopai con forza sbattendola con impeto. Venimmo insieme e scaricai tutto il contenuto delle palle nel suo utero. Si girò e prese a ripulire il cazzo ancora gocciolante. Eravamo stanchi entrambi e dopo una scopata così veemente ci addormentammo abbracciati. La mattina seguente la svegliai leccandole la fica soffermandomi per un tempo indescrivibile alla cura del suo grilletto. Raggiunse due orgasmi consecutivi tenendo ferma la mia testa sulla sua fica. La girai a pancia in giù e le dedicai il lavoretto di lingua anche al buco del culetto per lubrificarlo per benino. Lo voleva anche nel culo perché con entrambe le mani si allargò le natiche favorendo la penetrazione. Non so quanto tempo fosse durata quella inculata sta di fatto che ad un certo punto venni copiosamente. Sfossati ci adagiammo sul letto a coccolarci reciprocamente. Ci alzammo, facemmo colazione, andammo a farci una doccia e ci rivestimmo. La riportai indietro perché lei quella sera avrebbe dovuto lavorare.
Il fine settimana successivo mi regalò una cena e una notte in un resort nelle colline vicino a dove viveva. Tutto funzionava a meraviglia, il sesso, il rapporto mentale ma a lei mancava la quotidianità, voleva vivermi giorno per giorno. Nelle settimane successive mi propose di trasferirmi da lei. Era un bel passo, avrei dovuto cambiare casa, fare un trasloco, parlare con l’agenzia per fornirmi clienti nuovi e lasciare quelli vecchi, Rassicurato da tutte le parti decisi di fare il salto e di provare la convivenza in occasione delle festività natalizie. Fu in quei giorni che mi arrivarono immagini più o meno hot da parte di Pamela. Chiamai Pamela pregandola di smettere per non rovinare il rapporto che stavo costruendo con Carla. Il periodo natalizio trascorse bene nonostante la presenza dei tre figli di Carla con uno dei quali, il più grande, non riuscivo a creare un rapporto. Mi chiedevo se Carla avesse avuto modo di affrontare l’argomento con la prole. Finite le vacanze e vedendo che la mia presenza era costante iniziarono i problemi. Carla non aveva affrontato la questione con i figli e in particolare la più piccola dei tre viveva un periodo di gelosia nei confronti della madre, la voleva tutta per sé ed era diventata altamente possessiva non lasciando spazio alla crescita del rapporto fra me e Carla. In quel periodo mi sentivo solo pur essendo in compagnia per di più il sesso era diventato un sogno data la presenza della piccola in qualsiasi circostanza. Il fatto di non aver saputo gestire questa situazione con il simultaneo mio malessere sfociarono in una lite la sera di San Valentino protrattasi anche il giorno successivo. Stanco di raccogliere le briciole di un rapporto così complesso decisi di fare armi e bagagli e di ritornarmene a casa mia ponendo fine al rapporto.
Contattai Pamela perché almeno del sano sesso si poteva fare, visto che nell’ultimo periodo sotto questo aspetto con Carla era venuto meno.
Iniziai quindi nuovamente un rapporto solo sessuale con Pamela a cui progressivamente spiegai alcune sfaccettature e varianti. Iniziai a farle fare un percorso di disinibizione aiutato in questo anche da una sua amica, Ilaria, che tradiva regolarmente il marito avendo un amante.
Coinvolsi Pamela in discorsi sul sesso a tre, sullo scambio di coppia. Giocavamo nei nostri amplessi con falli finti, a volte la bendavo e la legavo nel letto facendole provare situazioni nuove per lei. Il processo di evoluzione la portò anche a lasciarsi più andare fino a farle provare, finalmente, a prendere il mio cazzo in bocca.
Una domenica ci ritrovammo tutti e quattro a casa di Pamela. Mentre Pamela e Irene erano intente a preparare il pranzo, Marco, l’amante di Ilaria, ed io ci scambiavamo racconti sulle prestazioni delle signore. Arrivammo anche a fantasticare di un eventuale scambio di coppia o di una possibile orgia. Durante il pranzo lui non disdegnava certamente osservare la scollatura di Pamela che a volte si sentiva in imbarazzo per queste attenzioni. Irene invece aveva un atteggiamento più aggressivo e stuzzicava facendo dei discorsi a doppio senso. Finito il pranzo ci mettemmo comodi sul divano e iniziammo le effusioni con le rispettive partner. Io ero seduto alla destra di Pamela che al suo fianco aveva Marco e Irene occupava l’ultima posizione in fondo al divano. Fu Marco ad iniziare i giochi, mentre baciava Irene e lei lo toccava da sopra la patta dei pantaloni lui intrufolò la mano sotto la gonna di Pamela che si staccò dalla mia bocca e mi guardò con aria stupita. Mi accorsi del gesto di Marco e sussurrai all’orecchio di Pamela di lasciarlo fare. Lei iniziò ad ansimare e con la mano iniziò a massaggiarmi il cazzo. Le spostai il volto verso Marco che smise di baciare Irene e voltatosi iniziò a limonare con Pamela. Irene accortasi di questa nuova situazione slacciò i pantaloni di Marco facendo fuoriuscire il di lui membro. Si alzò dal divano e si posizionò davanti a lui gli prese l’uccello in mano con la mano sinistra e iniziò un favoloso pompino. Non potevo certamente guardare, mi alzai a mia volta e mi posizionai dietro Irene, le sollevai la gonna le calai il perizoma ed iniziai a leccarla non trascurando nessuno dei suoi due buchi. Iniziava a bagnarsi copiosamente. Pamela intanto, più timida, lasciava fare Marco che prese a spogliarla mentre continuava a baciarla e sditalinarla. Un attimo dopo con le sue mani prese la testa di Ilaria le mise dietro la nuca e dettò i tempi del pompino. Fu in quel momento che Pamela si alzò, si spogliò completamente e su richiesta di Irene si inginocchiò davanti a Marco. Irene prese il cazzo di lui e lo passò all’amica, si voltò verso di me facendomi capire che aveva intenzione di spogliarsi. Mi staccai dalla perlustrazione della mia lingua e ne approfittai per spogliarmi a mia volta. Il pompino di Pamela stava facendo effetto. Marco raggiunse facilmente l’erezione e il lavoro di bocca di Pamela proseguiva. In piedi, intanto Ilaria ed io iniziammo a baciarci, lei iniziò a segarmi io a perlustrare con le dita la sua fica. Poi le spinsi le spalle in basso facendole capire di inginocchiarsi davanti a me. Il gesto fu recepito immediatamente e guardandomi negli occhi mi regalò un magnifico pompino. Pamela si gustava il cazzo di Marco il quale le sollevò il viso e l’attirò a sé per baciarla. Lei si alzò da quella posizione ricambiò il bacio. Lui le sussurrò qualcosa all’orecchio che io non potei sentire ma che avrei visto subito dopo. La fece voltare e l’attirò a sé, lei prese il cazzo di Marco con una mano e se lo mise nel culo impalandosi. Lui le teneva le natiche e lei con i piedi appoggiati sul divano si dava la forza per andare su e giù. Vista questa scena sussurrai a Irene di leccare la fica di Pamela. Lei fece di più partiva dal basso, leccava le palle di Marco e si soffermava sul clitoride di Pamela succhiandolo avidamente. Io mi posizionai dietro ad Irene puntai il cazzo sul buchino posteriore e con un sol colpo la penetrai nel culo. Mi fermai un attimo per farla abituare e poi iniziai a scoparla in culo. Le due troie erano adesso entrambe sodomizzate simultaneamente. Durò un po’ di tempo questo tipo di trattamento che le stavamo riservando fino al punto che un urlo liberatorio di entrambe annunciò il loro orgasmo. Quasi immediatamente dopo anche noi venimmo nel retto delle signore. Rallentammo la penetrazione. Marco sfilò il cazzo dal culo di Pamela e Irene alla vista lo prese immediatamente in bocca per ripulirlo. Io sfilai il mio dal culo di Irene e lo porsi tra le labbra di Pamela per farle fare altrettanto. Una volta ripuliti per benino passarono a baciarsi e scambiarsi lo sperma che avevano in bocca.
L’evoluzione di Pamela aveva fatto il suo corso ora che era stata iniziata ad una nuova esperienza si aprivano per lei nuovi orizzonti.
Io in ogni caso ero insoddisfatto vivevo questa situazione solo ed esclusivamente come un’attività sessuale nulla di più. Non avevo sentimenti profondi da donare. Mi sentivo arido dentro e più passava il tempo più mi rassegnavo ad avere un ruolo di tromb’amico ma non era questo che desideravo per la mia esistenza. Volevo quel qualcosa in più che Pamela non riusciva a darmi, forse perché non volevo che lei me lo desse.
Fu in quel periodo che, a fronte del pagamento della provvigione per il lavoro svolto con l’azienda di Corrado, e che avevo messo da parte, decisi di cambiare casa e mi recai in una agenzia immobiliare lasciando i miei dati e le mie richieste.
Grazie, ne sono lusingato. E' da poco che lo faccio, ma lo trovo divertente. Tu scrivi, ho provato a cercare…
Mi piacciono parecchio i suoi racconti spero mi risponda
Bello come racconto spero in un seguito.
Spero che oltre a peculiari li trovi anche piacevoli. Per quanto riguarda, sia Cali che Silente le anticipo che avranno…
Interessante. Mi piace come hai caratterizzato la MacGrannitt. Inoltre trovo molto bello che tu abbia voluto sfruttare il personaggio di…