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M’s story. Capitolo 29. Passione e pentimento

By 16 Novembre 20223 Comments

La sera della giornata al Convegno degli industriali, Claudio ricevete una telefonata da Giovanni: vuole parlarmi personalmente e gli fa mettere il viva voce.
Gio: “Da quanto mi dice Nando, sei stata brava. Quindi devo dirti soltanto brava, e voglio dirtelo davanti alle tue due sorelle. È andato tutto bene anche dal punto di vista? C’è qualcos’altro che devo sapere?”.
A sentire quei complimenti mi bagno tra le gambe, sono felice: cerco subito di controllarmi e rispondo: “Mio signore, io… io credo di essermi innamorata anche del dottor Otello. Non mi sgridate per piacere”. Marta mi sorride tenera, accarezzandomi i capelli. Claudio, invece, è un po’ preoccupato e mi fa segno che sono scema.

Gio: “Bambina mia, non va bene, non puoi innamorarti di tutti: prima o poi ti si spezzerà il cuore. Ci penserò sopra ma penso che, visto progredisci velocissimamente, forse è già il momento che tu entri nella fase B. Ma devo prima parlarne con ‘uno’, perché comporta grandi umiliazioni”. Io guardo Marta con occhi spaventati, lei tace mi fa segno di stare calma e che dopo mi spiegherà. Giovanni prosegue.
Gio: “Oggi avete riposo. Obbligatorio. Claudio: prendi ferie fino a domenica, forse di più.
Domani sera, mercoledì, Marta e Max hanno una festa con persone che non conosciamo: stai sempre vicina a tuo marito, attenta a quel che ti offrono da bere, ecc. le solite precauzioni.
Mercoledì o giovedì verranno in Italia Balthazar con il figlio per visionare gli uffici che, mi avete detto, sono già pronti e perfetti.

Ma questa settimana ci saranno altre novità che non ho tempo di dire. Dico solo che domenica il dottor Helio offrirà a tutti una festa per inaugurare Villa “M”. Ercole sa già e vi guiderà nei particolari: ma ho voluto telefonarvi perché voi tre siete fondamentali per la riuscita della festa: ci servono tre bombe atomiche di umiltà ed erotismo, altrimenti… Sono stato chiaro?”.

Rimaste sole, Marta è raggiante. “Un incarico per me! Forse sarò scelta da qualcuno per servire… dopo tanto tempo!”. Saliamo nel nostro appartamento e, preso un elegante scatolone, distribuisce le divise autunno-inverno che dobbiamo adottare da oggi per la casa: come ricorderete me l’aveva già fatta mettere e anche lei l’aveva portata: “Per tutte e due: ci fanno cambiare la mise perché arriva novembre: io l’ho già su, ecco le vostre: provate subito la taglia: non sono infallibile”.

Ora provo a descriverle un po’ meglio: la mia nuova mise è una guêpière bianca, misura giusta, semplice e senza pizzi. Per Claudio il colore è rosa, Marta deve metterla nera.
Mi coprirà solo la pancia dal freddo e dovrò allacciare le calze alle cinghiette, smettendo perciò le autoreggenti: patatina e culetto sempre in mostra per tutti, con codina da gatta su per il sedere, quella che vibra. Anche il seno è praticamente in mostra, sorretto solo da un mezzo push up. Volo a indossarla e mi guardo allo specchio, mi sembro ancora più svergognata che d’estate… ma mi piaccio.
Marta avverte che le divise invernali arriveranno presto, appena le due signore che sono state reintegrate saranno pronte a servire.
Ci manda a letto con 15 gocce. Lei va in bagno, davanti allo specchio… è evidente che vuole essere bellissima per domani sera.

Verso le 12 del giorno dopo, mercoledì, un macchinone entra dal cancello normale e parcheggia vicino all’ingresso della villa. Scendono Balthazar e un uomo più giovane, che sembra la fotografia di suo padre, salvo essere muscoloso e avere lo sguardo da squalo. Marta strilla: “Trenta secondi per sistemarsi alla bell’e meglio, poi tutte inginocchio davanti al portone d’ingresso. Corriamooo!!!”. Max li trattiene un po’, si presenta, poi essendo Balthazar socio, torna alle sue armi e fucili, lasciandoci lascia sole. Per la stessa ragione, noi tre aspettiamo in ginocchio, mani allacciate dietro la schiena, occhi bassi, ginocchia aperte per la larghezza di due pugni.

Entrano tirando un grande trolley, e noi ci inchiniamo fino quasi a terra, ci rialziamo. Parla il giovane:
“Buongiorno, mi chiamo Karcharías, sono il figlio e co-proprietario delle imprese di mio padre Balthazar. Io parlo anche italiano, sono laureato anche alla Bocconi. Mio padre ha un pensiero per la signora M., che è…?”. Si guarda attorno, io mi inchino come per dire “sono io”, ma quando mi rialzo vedo che Karch sta guardando Marta. Balth se ne accorge, sorride, apre il grande trolley e, preso un mazzo di rose me lo posa tra le braccia. Mi accarezza il viso, sorride dolcissimo: “Oh my darling, you are the whitest flower in the garden of innocence”. Non so cosa vuol dire, ma mi commuovo e credo che i miei occhi siano già verdissimi.

Karch riprende: “Mio padre desidera essere servito solo dalla signorina M. in un appartamento discreto senza essere disturbato”, e… continua a guardare Marta!
Marta si inchina viso a terra verso Zach: “My lord Balthazar will be obeyed, we will leave the meals outside the door. M. will take care of providing for every need… For my lord’s son, there is another room next to his. If my lord will allow me one more word, I think you and your son will be invited to an important party next Week end. My lord Giovanni will confirm directly as soon as possible”.
Balth: “Thank you Marta, please obey to my son as if he were me; he is polite and very intelligent. Nobody will suffer… I have M. and it’s enough. I’m in heaven”.

Delicatissimo mi fa salire le scale tenendomi per mano. Mi sciolgo, mi lascio portare, socchiudo le labbra, ho il respiro un po’affannato. Balth capisce come sto, si ferma, mi abbraccia, mi bacia… e io ricambio con passione, proprio come una spudorata, sentendo la sua grande virilità già impaziente contro la mia pancina.

Mentre ci baciamo, parla di nuovo Karch, mentre continua a fissare Marta: “Io decido per me. Signora Marta desidero vedere il parco e conoscerla meglio, perciò si copra e mi accompagni. Adesso. Sarò contento se la terza schiava, provvederà al mio bagaglio. Desidero che il pranzo sia servito alle 13:30. Vi ringrazio”. Stiamo entrando in camera e con la coda dell’occhio vedo Marta che, con indosso un bel cappottino nero corto, trotterella svelta, a occhi bassi, verso Karch che sta spegnendo il proprio cellulare. Lui esce, lei resta un passo dietro all’uomo (è una cosa che non sapevo), indicandogli la strada solo a voce: “Avanti mio signore, giunti a quella grande quercia, a destra”.

Sono sola con Balth, ha chiuso la porta Mi distende piano sul tappetto. Gioca con la coda che ho inserita nell’ano, ma senza disprezzo, sorridendomi e coprendomi di baci. Poi me la toglie, mi sale sopra: è pesante, ma adoro essere un po’ schiacciata da lui.
Io: “Balth, io ti… ti voglio tanto bene…”.
Balthazar, sorridendo: “Io anche.. te volio tanto bene”
Chiudo gli occhi, cerco la sua bocca, la trovo: so che non devo perdere il mio pudore, ma amo quest’uomo.
Lo sento armeggiare con la cerniera dei pantaloni, mi preparo, ricordo benissimo che Balth ha un uccellone, il più grande dopo quello del Maestro e di Giovanni. Devo stare calma e rilassata, non mi ha mai fatto male.

Lo appoggia soltanto all’entrata: cingo il suo collo con le mie braccia.
Entra solo con la puntona, lo ha bollente e rigidissimo. Miagolo sottovoce, cerco la sua bocca di nuovo, gli sussurro: “Grazie di… di avermi scelta anche oggi”.
Balth: “Io sceglie te… fino a quando muoro” ed entra piano, trovandomi già prontissima a riceverlo. Lo spinge tutto dentro me, fino a farmi sentire i suoi grandi testicoli contro il perineo. Io divento matta. Godo come una porcacciona dopo un millisecondo. Non capisco più niente, mi sento invasa, piena. Senza rendermene conto pianto le unghiette sulle sue spalle, mentre miagolo come disperata. È un orgasmo violentissimo e infinito: “Oh Balth… come sei sempre dolce e buono con me”.

Balth ha aspettato di vedere godere me per prima, ora è il suo momento: accelera le spinte, gli sento l’uccello diventare ancora più rigido, sembra addirittura più grosso. Spinge, spinge forte, più forte: non mi fa male, lo accolgo bene. Sento distintamente i colpetti della punta dentro di me: sta spruzzando con potenza, ma non grida… mi bacia di nuovo. Mi ha riempita e ora sospira: resta sopra di me qualche minuto: è attorno ai 60, è un toro ma deve riposare. Quando scende da sopra di me, mi sorride ironico e col dito mi indica il suo pene a riposo. Ho capito: si diverte a umiliarmi, ma con simpatia. Gli lecco il sesso, tutto, lo pulisco con la linguetta. Quando mi sembra di aver finito cerco la sua approvazione: dorme. Vado a sciacquarmi, poi riordinerò i suoi vestiti e disferò la valigia.

Ma, mentre vado in bagno, dalla porta finestra vedo Marta con il viso contro un albero, che strilla. Karch la tiene per il collo, spinta contro l’albero e si muove lento, dietro di lei: la sta sodomizzando con forza… spero che l’abbia almeno preparata un po’. E, se Karch è come suo padre, sarà lei ad aver bisogno del suo unguento “Magico”. Scherzi a parte, so che sarà felice perché desiderava tanto essere nuovamente scelta e sottomessa da qualcuno. Spero che le fiamme nell’ano le passino prima di andare alla festa dell’altro gruppo!

Il giorno dopo mi diranno che, quando Marta ha dovuto andare a prepararsi per andare alla festa, Karch ha atteso che fosse pronta la cena, lavorando nei loro nuovi uffici. Poi ha cenato, volendo Claudio sotto al tavolo con il suo sesso in bocca. E, finito di cenare, ha inseguito Claudio fino a catturarlo e sodomizzarlo per terra!
Commento di Marta e Claudio su Karch? “Lo ha enorme e sempre durissimo!”.

Da parte mia, apprendo che un uomo di 60 anni, ancora prestante come Balth, impiega dalle 4 alle 6 ore riprendersi, ore della notte comprese! Che dopo ogni rapporto si addormenta con facilità. E apprendo che Balth, quando si è ripreso… mi dà la caccia per tutto l’appartamento fino a possedermi di nuovo! È stato tutto dolce e divertente… Balth ride di gioia ad ogni cosa che mi fa. Gli piace tanto umiliarmi, ma lo fa con dolcezza: per es. è felice quando mi fa mangiare nella ciotola e poi dormire sullo scendiletto. È il primo a usare la vibrazione della mia nuova coda da gatta… e, purtroppo, mi piace quando la coda vibra dentro di me… credo aumenti la sensibilità del mio ano. Risultato? Il mattino dopo sono stanca morta, mentre lui, “il sessantenne” è tutto arzillo e lo di nuovo rigidissimo!

Il giovedì mattina padre e figlio ci liberano, possiamo uscire dalle stanze. Noto che Claudio cammina sbilenco, ma ha un’espressione estatica… chissà perché. Ci mettiamo a lavorare e rigovernare la casa: Claudio è davvero intelligente e sempre piò femminile: è più veloce e accurata di me in tutte le faccende domestiche.

Marta arriva dopo, ha dormito con il marito e ha il viso stanco e tirato. Max telefona a Giovanni, mentre Marta ci chiama e ci fa segno di stare zitte. Si sono avvicinati anche i due greci, incuriositi.
Max riassume cosa è accaduto alla festa del nuovo gruppo: “Gio, questi sono dei malati psicotici. Botte da orbi alle donne, che piangono, urlano e… alla fine restano lì. Ti rendi conto? Pali, catene appese al soffitto, fruste di ogni tipo, gogne e croci di sant’Andrea. Per giunta, le donne sono brutte e gli uomini volgari: parolacce, bestemmie e urla da stadio. Sono abbastanza sicuro che tutti o quasi, soffrono di depressione e disturbi mentali vari. Non riesco a capire cosa ci faccia il generale con quelli. Ho finito. So che sei tu a decidere, ma credimi: siamo mille anni lontani. Ah! Un’ultima cosa, permettimi di farti sentire il parere di Marta: a un certo punto volevano picchiarla col bastone! Ne ho dovuti stendere due: scusami, ma c’è un limite a tutto. Sì? Certo, metto il viva voce aspetta”.

Marta: “Mio Signore? Giovanni? Sono Marta. Io dico solo ciò di cui sono sicura nel cuore: è tutto senza amore [silenzio per 2-3 minuti, Marta aspetta, come tutti noi attorno]. Sì, glielo ripasso subito”.

“E’ tutto senza amore”, così ha riassunto la mia amica. Il cuore è la cosa più importante, per lei e, penso, per ogni schiava: senza amore resta depravazione e violenza. Se c’è amore, invece, ti annulli per il tuo signore. Marta è magnifica, va al sodo delle cose ed è molto intelligente. Non sarò mai bella e buona quanto lei.

Mettono giù, Max ci dà le istruzioni: “Io devo correre a Modena per parlare col generale. È urgentissimo. Oggi pomeriggio arrivano le schiave reintegrate in servizio: Marta spiegherà cosa è cambiato e le accoglie. Ma è il signor Balthazar che prende il comando fino al mio ritorno, perché è l’unico altro socio. [poi, rivolto al figlio Karcharías]. Il prof. Giovanni le chiede la gentilezza dispiegare a suo padre cosa è successo e che qui comanda lui fino al mio ritorno. Entro stasera sarò di ritorno. Scusatemi devo correre”.

Karch: “Solo un momento mister Max. Voglio dire che sono felice di aver ascoltato. Non avevo ancora capito cosa c’è qui e chi siete voi. Mi scuso con tutte e tutti, in particolare con la sua bellissima moglie: mi consenta di farle un piccolo regalo riparatore. Sicuramente mio padre sarà onorato di guidare la vostra comunità per qualche ora”.

Quando Max esce, Karch si precipita da Marta: “Scusami, io non potevo sapere…” abbassa la voce, non sentiamo più niente: parlano animatamente ma sottovoce. A un certo punto Karch perde la pazienza e alza di nuovo la voce: “Basta! Chiedimi qualunque cosa ma perdonami!”. La abbraccia forte, la bacia con passione: lei è passiva, ma si scioglie in pochi secondi. Quando si staccano, Marta scivola in ginocchio ai piedi di Karch.
La sentiamo: “Sono una schiava pessima, insegnami a servirti se lo merito”. Gli lecca il dorso della mano, pentita di aver fatto la ribelle.

Karch non la vede allo stesso modo: è un uomo d’affari, deve essere uno squalo sul lavoro, dotato di una determinazione pazzesca. Ma adesso l’atteggiamento verso Marta è tutto cambiato: toglie il dorso della mano dalla lingua di Marta, la accarezza sul viso e, subito, le spinge l’uccellone in bocca. Lo ha lungo e gonfio come suo padre!
Karch: “Succhia bellissima signora! Sei la schiava più buona e brava del mondo…”.

Qui regna l’amore, Claudio e io, commosse, abbiamo le lacrime agli occhi. Balth è colpito.
Piano piano torniamo ai nostri lavori, mentre i due greci vanno nel loro ufficio.

Continua

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