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Nadia: capitolo 1 – 2. Tornati dalle vacanze

By 18 Gennaio 2022No Comments

Per chi fosse interessato trovate il primo capitolo https://raccontimilu.com/etero/nadia-capitolo-1-come-ci-siamo-conosciuti/
Se avete commenti e/o domande la mia mail è nadiagang@libero.it
Ci vedevamo mediamente un paio di volte a settimana, lei continuava ad uscire con la solita compagnia ed io a lavorare in birreria, gli amici della combriccola sapevano che ci vedevamo anche se non stavamo insieme ufficialmente e le settimane passavano. Lei mi prendeva sempre di più ma non riuscivo a capire se la cosa fosse reciproca, quel poco che uscivamo lo facevamo da soli, saltuariamente Monica si univa a noi ma solo per prendere un aperitivo o mangiare una pizza, non tornò più a casa mia a ripetere le imprese. Uscivamo poco e quando eravamo fuori Nadia non si dimostrava molto affettuosa, sempre sesso di alto livello ma la cosa non mi bastava, avrei voluto conoscerla meglio ed uscire in compagnia con altre persone. Lei aveva superato brillantemente l’esame di maturità con 56/60 ed aveva avuto in premio dai suoi una vacanza ad Ibiza con le amiche. Era partita a metà luglio e tornata alla fine del mese giusto per vederci un paio di volte prima che andassi io in vacanza. Non mi aveva raccontato praticamente nulla della vacanza ed io non avevo insistito per saperne di più. Le avevo proposto di andare via insieme ma mi aveva risposto che i suoi le avevano già pagato la vacanza ad Ibiza e che certamente non sarebbero stati contenti di vederla partire da sola con un ragazzo. Nel mese di agosto ci sentimmo al telefono poco più di una volta alla settimana, io ero andato con alcuni miei compagni di classe in campeggio in Puglia per due settimane, eravamo in 5 molto socievoli e conoscemmo molte ragazze, ebbi anche la possibilità di una avventura con una di loro ma la testa non c’era ed evitai di andare oltre la semplice amicizia ben sapendo che un rapporto di quel tipo con una ragazza che non ti ha stregato ed abita lontano non ha futuro.
Tornato alla città degli studi subito dopo ferragosto le telefonai per proporle di uscire una sera a mangiare un gelato (il lavoro in birreria era molto legato alla presenza degli universitari in città per cui dalla fine di luglio alla fine di settembre il mio impegno era molto ridotto). Fortunatamente avevo messo via abbastanza soldi e trovato un altro lavoretto che mi consentiva di arrotondare.
Nadia accettò e mi disse che voleva parlarmi, la cosa mi fece preoccupare perché pensavo che visto che la cosa non sembrava decollare mi aspettavo il benservito.
La sera di un giovedì di fine agosto l’appuntamento era nella piazza principale della città, non c’era moltissima gente in giro dato che il numero degli studenti era molto inferiore al solito dato il periodo e diversi locali erano chiusi. Arrivai 5 minuti prima e la vidi arrivare da lontano, indossava un vestito di bianco di lino semitrasparente, che le arrivava poco sopra il ginocchio, un paio di sandali col tacco alto ma non esagerato su cui dondolava incantevolmente, era leggermente abbronzata e mi sembrò una visione. Arrivando mi stampò un bacio sulla bocca e la cosa mi stupì parecchio perché non me lo aspettavo, anzi temevo il contrario. Ci avviammo verso la gelateria che non distava tantissimo e lei mi prese sottobraccio come fanno le persone che stanno insieme o due amici molto intimi. Ci sedemmo ad un tavolino, di quella sera ricordo praticamente tutto, le persone che conoscevamo e che incontrammo ed i gusti di gelato che lei prese pesca, lampone e melone. Aveva i miei stessi gusti, amava il gelato ai sapori di frutta. Quando dopo che aveva scelto i gusti e detti al cameriere dissi per me lo stesso mi guardò stupita. Mi chiese se lo facessi per impressionarla e le risposi di no e che d’estate prendevo esclusivamente gelati alla frutta. Mi fece un gran sorriso e cominciò a parlare. Mi raccontò della vacanza ad Ibiza e di come la promiscuità del posto, il sole e le amiche scatenate in avventure esclusivamente sessuali la avevano messa di fronte ad una verità. Non le interessavano, voleva uscire con me e basta. Almeno in quella fase della sua vita. Mi disse poi che da metà settembre avrebbe iniziato a lavorare come commessa in un negozio di abbigliamento in centro. Era contenta perché aspettava il momento di rendersi economicamente indipendente dai suoi.
Infine mi chiese delle mie vacanze, se mi ero divertito e se avessi scopato, avrebbe capito se lo avessi fatto visto che alle mie attenzioni prima di partire non aveva dato segnali di risposta.
Restò sorpresa quando le dissi che anche in questo (come sui gusti del gelato) la mia esperienza era simile alla sua, possibilità di scopare diverse ma la testa me lo aveva impedito. A questa frase le si illuminarono gli occhi, si piegò verso di me, appoggiò le sue labbra sulle mie e cominciò a far saettare la lingua sulla mia, fu un bacio lungo ed intenso ed ero così preso che quasi non mi accorsi che nel frattempo mi aveva messo la mano sul cazzo e lo stava accarezzando lentamente. Al termine del bacio mi guardò e mi disse, finiamo velocemente il gelato ho voglia di andare a casa tua. Volammo verso casa con lei che ancheggiava sui tacchi e sui sanpietrini dei dintorni aggrappandosi a me, facemmo le scale attaccati per la bocca ed intenti a spogliarci, fortunatamente nessuno aprì la porta, arrivati davanti a quella di casa mia mentre estraevo le chiavi mi calò i calzoni e cominciò a succhiarmelo, non si staccò neppure una volta aperta la porta entrai praticamente trascinandola come un pesce attaccato all’amo. Una volta dentro finimmo di spogliarci, e ci mettemmo a 69. Mi staccai solo quando mi accorsi che mi stavo avvicinando all’orgasmo, la girai e la feci mettere a gambe larghe e comincia a leccarla con molto più gusto di quanto avessi leccato il gelato che era pur buonissimo, nel giro di due minuti sentii che si bagnava copiosamente e che aveva il suo primo orgasmo, le lasciai pochi secondi per riprendersi mentre estraevo dal cassetto un preservativo e me lo infilavo. Fu lei, come al solito a decidere in che posizione voleva prender-lo, si mise alla pecorina e mi disse che voleva essere montata, scopata, sfondata. La cosa ovviamente mi fece infoiare ancora di più le afferrai le natiche e le infilai il cazzo nella figa gocciolante per la saliva ed i suoi umori. Scivolò dentro ed incominciò la danza ad ogni colpo che le davo il suo bacino assecondava il movimento per favorire l’inserimento più profondo possibile. Ci misi poco a venire ed anche lei venne per la seconda volta pochi istanti dopo di me. Nonostante le scopate con lei fossero sempre state molto soddisfacenti, questa superò di gran lunga tutte le precedenti, probabilmente per l’impatto emotivo che aveva. La avevo scopata e ci avevo fatto l’amore nello stesso momento come due persone che si desiderano non solo carnalmente. Ci abbattemmo esausti sul letto. Le sparai “la domanda” a bruciapelo: “posso considerati finalmente la mia ragazza? Se ci incontreranno in giro la smetterai di essere imbarazzata e far finta che siamo due amici e basta?” La risposta fu un sì convinto suggellato da un bacio e da un inizio di pompino per farmelo rizzare di nuovo. La seconda scopata fu molto più lunga e nettamente meno selvaggia ma di altrettanta soddisfazione, cambiammo posizione più volte e lei, alla fine mi tolse il preservativo e disse di metterlo nel culo perché mi voleva sentire anche li.
Le insalivai l’ano e strofinai la cappella sul buco e cominciai a premere, il cazzo scivolò dentro piano piano facendo attenzione che non facesse male a nessuno dei due, quando fu sufficientemente dentro cominciai a fotterla con rinnovato ritmo incoraggiato anche dai suoi gemiti. Eravamo in piedi lei sui tacchi io leggermente con le gambe flesse, si massaggiava il clitoride con una mano mentre con l’altra all’indietro mi spingeva le natiche perché entrassi di più. “Sfondami il culo, sono una vacca” fu l’ultima cosa che sentii prima di esplodere per la seconda sborrata della serata.
Era arrivata mezzanotte e lei era in ritardo per il rientro. Si pulì velocemente e mi chiese se volevo accompagnarla cosa che feci. Abituato a non farmi vedere nei dintorni di casa sua per non “comprometterla” stavo per salutarla quando mi prese per mano ed arrivò fino al portone di casa sua dove mi diede un bacio lungo ed appassionato e mi lasciò con un “ci vediamo domani”.

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