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Racconti Erotici Etero

nuovo incontro col prete

By 24 Settembre 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

Salve a tutti, sono claudia, 30 anni e sono alta 170cm, capelli neri lunghi e lisci, okki castani, labbra carnose, un bel seno, culo ben sodo. Sono stata fidanzata per 10 anni , mi racconto l’incontro con un prete conosciuto tramite una mia amica. Lui un uomo di 58 anni. Dopo un periodo di riflessione e di continuo lavoro ritorno di nuovo in chiesa.Salgo la scalinata della chiesa con le gambe tremanti ché quasi non mi reggo in piedi per l’emozione erano mesi che non andavo e pensavo alle situazioni passate e volevo chiedere perdono a DIO per le cose fatte . Ma emozione per cosa? In fondo sono lì per chiedere perdono, non per confessare a Don Gino i miei peccati. Giunta sul luogo ,la porta della chiesa &egrave aperta, lo &egrave sempre perché il nostro parroco crede nell’Uomo e, come dice sempre, – un ladro cosa potrebbe mai portarsi via da questa povera Chiesa? – .Entro nel quatriportico e appena oltrepasso l’uscio, mi sembra di oltrepassare la soglia del mistero, della vita e della morte; infilo la mano nell’acqua benedetta perché non riesco a misurare la distanza e metto troppa foga nel gesto. Mi segno e così facendo mi accorgo del gesto ampio e lento, come ad iniziare a chiedere perdono, come ad aprire la mia anima all’Onnipresente.Perché anche Lui c’era ed avrà visto, no? Quello che ho fatto nelle precedenti relazioni.Alle cinque del pomeriggio si dice messa qui da noi. E le beghine accorrono tutte per ciarlare tra loro, gettando gli occhi tra le fila degli inginocchiatoi e le statue dei santi poste ai lati della chiesa.C’ero anch’io, due giorni prima. Spinta più che altro dal desiderio di vedere il parroco, Don Franco. Le beghine e le donne del paese le sentivo parlare che c’era un nuovo assistente del parroco tutte concordavano che era troppo bello per fare il prete.- Tant’&egrave – mi sono detta – meglio verificare di persona, tanto non mi costa nulla – .Ed ero andata in chiesa. Però ero rimasta in fondo, quasi vicina all’uscita, , perché non volevo mi vedessero (di solito non vado in chiesa a sentir messa) ma questa volta era curiosa .E da quella posizione l’ho visto…Alto più del parroco, avrà avuto sì e no una trentina di anni (un po’ tardi per farsi prete eh?), i capelli scuri tagliati corti ad incorniciare due occhi di un verde che si vedeva anche dalla mia posizione.
Durante la messa non sono stata in grado di pronunciare parola, ma i miei occhi erano sempre attenti a vedere se il parroco Don gino uscisse .Finita la messa. Amen, andiamo in pace.Sono rimasta lì, mentre la gente usciva e mi lasciava, finalmente, lo spazio per avvicinarmi all’altare dove ormai non c’era più Don Paolo il nuovo assistente e il tempo se ne stava andando per conto suo. Chi si era accorta di quanto ne fosse passato dalla fine della messa? Sono stata col naso all’insu ammirando le immagini dipinte anche sul soffitto, girando su me stessa per raggiungere ogni angolo della chiesa come fanno i bambini quando gli sfugge di mano il palloncino e non vogliono lasciarlo fino a che non si vede più neanche il puntino.E poi mi &egrave balenata l’idea di rivederlo. Chissà cosa mi ha spinto ad entrare in sacrestia.Lui, Don Paolo, il nuovo assistente che non era ancora prete e stava imparando e c’era anche Don Franco , intento a riporre i vestimenti del parroco nell’apposito armadio dalle ante cigolanti.Ho sussultato appena mi ha vista,
– Ciao, mi fa lui
– Ciao – rispondo io – come va?
– Ahah, bene bene ‘ fa lui.
– Scusami, non volevo disturbarti ‘ gli dico, mentre il rossore si fa più evidente.
Mi invita ad accomodarmi ed io, più che seguire l’invito, sento di obbedire.
– Cosa mi racconti ‘ fa lui.con occhi profondi
– niente di nuovo – rispondo meccanicamente
– lo sai ti ho pensata proprio ieri e ho fatto una preghiera per te – fa lui
– Senti, devo andare, ho sbagliato a venire scusami per averti disturbato. ‘
L’impeto che c’&egrave nella mia voce tradisce un’emozione troppo forte perché non si intuisca che qualcosa di strano, in me, c’&egrave davvero.
– Ma dove vai… rimani qui ad un certo punto vedo uscire il nuovo assistente salutando.
non mi sembra di averti vista molto in chiesa ultimamente- fa lui
– Non amo i preti, mi dispiace sai mi sento un po’ strana
– E allora, perché sei qui, oggi?
– Perché volevo… avrei voluto… ohhhh insomma! Ecco, volevo in realta’ rivederti
– vedermi? E cosa ti hai pensato ?
– Ma nulla, niente… che sei … (sei tremendamente eccitante, accidenti a te!)
– Cosa sono… – dice lui e dicendo questo stringe la sua mano intorno al mio braccio, come a volermi lì.
Non so come sia successo, ma &egrave bastato quel suo tocco a far scattare la molla o forse il desiderio inconscio di farmi rimanere, o forse il suo desiderio.Sì, ecco, &egrave stata la sua volontà a trattenermi, &egrave stata la sua volontà a farmi dire: – guardami – , a farmi avvicinare a lui in modo delicato e prepotente allo stesso tempo.lui si ferma ad un certo punto e mi sussurra’ :
io ti ho capita sai ora non e’ il momento vieni domani nel pomeriggio presto.
a sentir quelle parole gli dissi va bene e dopo una affettuosa carezza sul mio viso ci salutammo .IL giorno seguente arrivo’ come niente e all’orario prevvisto mi presentai da lui in preda alle mie voglie, vestita in maniera pudica come al solito . La sua volontà o la mia ormani non capivo piu’ .Arrivata in sacrestia lui non perse tempo mi guido’ e mi accompagno in una stanza vicino dove usualmente riposava .Non era a conoscenza di quella stanza e quando la vidi un profondo sospiro feci e una forte eccitazione mi sali’ e invase tutto il mio corpo .Una volta in stanza con lui come al solito mi invase con abbracci e dopo un lungo abbraccio lui si accorse che era in preda al panico dall’eccitazione e subito incomincio’ a piazzarmi una mano tra i seni e poi sulla pancia finche’ non mi ordino’ di sbottonare un po’ i pantaloni , ormani le sue mani erano da per tutto . Mi spoglio’ con delicatezza e pensavo , a volerlo a tutti i costi dentro, dentro all’infinito mentre con le mani mi toccava e sfiorava .La sua mano che ancora frugava tra le mie cosce a cercare il clitoride gonfio che reclamava la sua gloria. Un attimo, un solo attimo… mi ha girata e la sua lingua, prepotente ancora, che si infila nella mia fica incomincio’ a inondarmi di calore e saliva. Come mi piaceva e come era bravo a leccarla E quella lingua (maledetto bastardo) che ci sa fare, che rotea, gioca con quel piccolo cazzo ancora gonfio di te, che non smette, né vuole farlo, di sentirsi leccato. Le mie mani strette attorno alla tua testa ad imprimere il suggello eterno, e tu mi succhi via tutto, la mia identità, il giorno e le ore, il tempo andato e quello da venire perché &egrave questo che vuoi, &egrave questo che voglio… Non esisteva più il – dove eravamo – perché i sensi erano debordati oltre i marosi, perché in quel momento volevo solo lui dentro di me e mentre pensavo a questo un orgasmo fortissimo mi pervase tutto il corpo e la mente . Avevo voglia dopo quell’orgasmo di addormentarmi tra le sue braccia ma quando si rese conto di questo mi fece alzare e mi spinse contro l’armadio poggiando il suo cazzo ormani duro nei pantaloni imponente contro le mie natiche.Mentre mi baciava sul collo all’impiedi si abbasso’ i pantaloni e puntando il suo cazzo tra le labbra della mia vagina incomincio a scoparmi con foca e virilita’. Entro’ dopo tre colpo viste che ero super bagnta e lubrificata .Mi &egrave scoppiato dentro e io ho sentito il suo calore pervadermi anche l’anima come fosse il fuoco dell’inferno a colarmi nelle viscere.Non ancora contento si abbasso’ di nuovo tra le gambe e incomincio’ di nuovo a leccarmi e leccarmi fino a farmi arrivare in un lungo orgasmo per la seconda volta. Ormai appagata dalla situazione dovetti ripulirmi velocemente e rivestirmi e uscire senza farmi notare.
per info: morainlove@libero.it

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