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Racconti Erotici Etero

PattyBlue40 – la mia storia – capitolo 2°

By 26 Settembre 2013Dicembre 16th, 2019No Comments

PattyBlue40 > la mia storia 2′ capitolo

Per me il rapporto fisico, sessuale, &egrave sempre stato inquadrato sotto una prospettiva più di ‘dovere’ coniugale che non di ‘piacere’ personale. Senza però arrivare a certi estremi: se riesci a coniugare assieme i due estremi, tanto di guadagnato; altrimenti beh’ accontentati!
Ragion per cui anche a noi (intendo io e mio marito) &egrave capitato di scopare approfittando dell’occasione, mettendo da parte la realizzazione di sogni e fantasie: qualche breve preliminare per ‘riscaldare l’ambiente’, poi lui su di me o io sopra di lui’ fino alla conclusione. Ma una volta finito: finito!
E tante volte mi sono interrogata sul perché’ perché mi hanno insegnato (ma col passar del tempo me ne sono resa conto direttamente) che il matrimonio &egrave fatto di tante altre componenti’ e la felicità consiste nel saper trovare un punto di equilibrio fra tutte.
E soprattutto ci sono i ‘ruoli’!
Io sono la moglie, lui &egrave il marito! E per quanto il nostro rapporto sessuale possa essere trasgressivo, o fuori degli schemi’ lui resta sempre mio marito ed io, sua moglie. Ed io continuerò ad essere la ‘moglie’ (così come lui il ‘marito’) anche dopo che avremo finito di fare l’amore.
Ci sono i problemi della casa, del mutuo, dei figli, della macchina, delle bollette, dei soldi che non bastano mai, dei prezzi che salgono alle stelle’ di cosa mangiamo oggi’ della nota della scuola di mio figlio’ di quella stronza di mia sorella che si sta separando dal marito’ eccetera, eccetera’
Quando faccio l’amore con Alessandro (mio marito)’ per quanto possa mettere da parte tutti questi problemi’ essi sono sempre là! Fanno parte della mia vita, tanto quanto della sua! E dobbiamo risolverli assieme’ dobbiamo, come si dice, ‘farci i conti’. E spesso capita che essi (o anche solo uno di essi) hanno la prevalenza, hanno il sopravvento anche sull’importanza di godere, di provare piacere, di estrarre il meglio da quanto stiamo facendo assieme (‘in fondo con mio marito l’Amore posso farlo sempre, in qualunque momento, ricercare il godimento assoluto, lasciarsi andare’ quindi se oggi non ne ho voglia ‘ o non ne ha voglia lui ‘ si può rimandare, procrastinare).
Quando invece chiavo (scusate la volgarità e la brutalità del termine’ ma &egrave l’unico che credo esprima l’intensità di questo rapporto) con Enrico, non ‘esiste’ più alcun problema. Io non sono sua moglie, lui non &egrave mio marito’ e dunque non dobbiamo preoccuparci di rispettare le regole dettate da questi ‘ruoli’. L’unico scopo, l’unico obbiettivo, &egrave quello di procurarci il massimo piacere reciproco il massimo godimento’ come, non ha importanza. Anzi, la ricerca di sensazioni nuove, diverse, mai sperimentate’ la ricerca di emozioni casomai sopita e superate’ diventa quasi naturale, scontata.
Libertà assoluta! Nessun vincolo! Nessuna remora a lasciar libera la fantasia ed il desiderio’
Ed il dramma di tutto questo &egrave che io nel ‘ruolo’ di moglie ci ho sempre creduto veramente. Me lo hanno insegnato, certo!, ma io questo principio l’ho fatto mio. Su di esso ho costruito la mia vita, presente ed anche futura.
Amore, onestà, correttezza, sincerità, rispetto delle responsabilità che ci si &egrave assunti’ ci ho creduto veramente ed il guaio &egrave che ci credo tuttora!
Ed &egrave per questo che ogni volta che mi incontro con Enrico (non succede poi così spesso!) mi dico, mi giuro, mi garantisco, che &egrave l’ultima volta; che: basta, non possiamo continuare così. Non voglio continuare così, perché mi sento sporca, perché sento di stare insudiciando il mio rapporto d’Amore. Perché Amo mio marito e certamente lui non merita questo mio tradimento.
Ho 38 anni, porca miseria’ e ci sono arrivata abbastanza bene, abbastanza felice, abbastanza soddisfatta di me’
Ho una bellissima famiglia’ che ho costruito anche con sacrifici e rinunce’
Ho 2 stupendi figli’ ai quali cerco di trasmettere quei saldi principi morali in cui credo (‘o pensavo di credere).
Però poi, quando sono con lui, nuda’ oscenamente esposta al suo sguardo voglioso’ sono io che cerco il suo cazzo’ che lo voglio, che lo desidero’ in tutti i modi, in tutte le posizioni. Sono io che gli offro il mio corpo, perché ne faccia quello che desidera; perché lo profani così come il suo desiderio gli detta (il suo desiderio, che lui &egrave capace di far diventare il mio desiderio’) e come non ho lasciato mai che nessuno ne ‘usufruisse’, nemmeno mio marito’ che pure so benissimo essere l’unico a cui questo privilegio dovrebbe essere concesso.
&egrave un corpo estraneo’ e non solo nella mia fica o nella mia bocca; &egrave un corpo estraneo nella mia ‘vita’!
Ed &egrave questa estraneità che me lo fa desiderare tanto? Che mi rende totalmente insensibile ad ogni ‘fattore esterno’, concentrata soltanto sull’estrarne il massimo del piacere e del godimento, in amplessi furiosi che, quasi sempre, terminano in orgasmi sconvolgenti e devastanti?
L’estate scorsa non ci siamo visti per circa un mese (per tutto agosto sono stata al mare, nella nostra villetta del salento, con i miei figli ed i miei genitori) periodo nel quale tutti i miei propositi di interrompere questa storia, di porre fine a questa situazione (che si va facendo via via più insostenibile), di tornare ad essere la Patrizia di sempre, si erano rinsaldati, fortificati, radicati nella mia volontà.
Deciso: ora basta!
Naturalmente questa era la mia difficile e dolorosa decisione’ ma non certo quella di Enrico! E, purtroppo (‘purtroppo?), quando siamo insieme da soli’ ha sempre ragione lui!!!
Sono tornata a casa a fine agosto (i figli sono rimasti al mare coi nonni fino alla riapertura delle scuole ed il mio lavoro di insegnate &egrave assai più leggero e discontinuo) ed in questo periodo siamo dunque riusciti a vederci con maggior frequenza. E, come credo di aver già detto in altra occasione, tutte le volte che ci incontriamo, finiamo per’ ‘chiavare’ (ma si!… al diavolo’ chiamiamo le cose col proprio nome!). Con sempre maggior trasporto, maggior abbandono, maggior desiderio e, perché no, anche con maggior fantasia e libertà. Con foga, quasi con rabbia’ come se quella fosse l’ultima nostra volta (nei miei propositi lo &egrave’ sinceramente, con convinzione’ pur se so benissimo che non appena lui mi richiamerà’ sarò pronta a rispondergli).
Una sera mi sono incontrata con Enrico (tutta una serie di fortuite circostanze lo ha reso possibile). Un incontro assolutamente fortuito e non programmato,
Non avevamo molto tempo. E per questo, salendo a casa sua, già in ascensore… oddio non dico che ne sia venuta fuori nuda… ma se avessimo incontrato qualcuno sul pianerottolo… Gesù, chissà che idea si sarebbe fatto! Siamo rimasti da lui un’oretta… e non abbiamo scopato. Tutto il tempo distesi sul grande letto matrimoniale: lui nudo, steso sulla schiena; io di traverso, pancia sotto… ed ho continuato per tutto il tempo a tenergli il cazzo in bocca. E, senza soluzione di continuità, l’ho fatto venire per ben 3 volte, senza lasciare che uscisse in nessun momento dalle mie labbra. Ed anch’io sono arrivata, non so se per effetto del mio… come dire?… ‘multipompino’ (bello questo termine… ahahahah) oppure della carezza di una sua mano che mi scorreva lungo la schiena, si insinuava nel solco tra le natiche, titillava il buchino posteriore… premendo, dilatando, ma senza penetrarvi a fondo… scivolava poi fino alla fica madida ed impregnata di umori (cosa che raramente mi succede con mio marito’ umida, si’ forse anche bagnata; ma fradicia come lo ero in qul momento’ no, mai!) soffermandosi un po’ a sfregare il grilletto, un po’ introducendosi a fondo (facendomi sussultare e contrarre).
Ecco, questa &egrave la ‘differenza’ nel nostro modo di fare sesso, rispetto a quello con mio marito. Ad Alessandro ho fatto sempre molto volentieri i pompini (…che lui ha sempre gradito e ricercato); ma il ‘gesto’ non resta fine a se stesso… &egrave un modo di eccitarsi, di prepararsi a quello che verrà… oppure un modo di concludere un ‘incontro’ sessuale… ma, terminato… beh: &egrave finito! Io vado in bagno a lavarmi, a sciacquarmi la bocca, mio marito si accende una sigaretta… e se pure decidiamo di proseguire con le coccole, ci sono sempre e comunque i problemi contingenti, quotidiani… che possiamo mettere da parte ma mai dimenticare completamente e che io devo affrontare da ‘moglie’ e lui da ‘marito’!
Enrico, invece, per quasi tutto il tempo di quell’unico bocchino in 3 rounds; mi ha parlato… di noi; di quanto io stia diventando ‘pregnante’ per lui; di come, in ogni momento della sua giornata, senta l’odore ed il sapore ed il gusto del mio sesso; di come il mio culo sia per lui un mondo assolutamente nuovo e segreto da esplorare… eccetera, eccetera…
Quella sera, tornando a casa, per preparare la cena a mio marito, mi sono naturalmente sentita profondamente in colpa e mi sono ripetuta per l’ennesima volta che devo assolutamente interrompere questa follia… che non so davvero dove potrà condurci!
Non so se sia una divagazione oppure il discorso qui calzi a pennello.
Il pompino &egrave stato il mio primo vero impatto con il sesso praticato. Avrò avuto all’incirca 13 anni, la prima volta che ho fatto un pompino ad un ragazzo. E lui non era certo molto più grande o esperto di me. E forse l’inesperienza di entrambi, il non sapere assolutamente cosa e come fare, ha reso assai più facile ed atraumetico l’accettare questa pratica. Lui non &egrave durato molto: il tempo di sentire le mie labbra dischiudersi attorno alla sua asta ed io non mi sono resa conto che cominciava a godere nella mia bocca; per cui ho lasciando andar giù per la gola il suo sperma.
Forse nasce da qui la mia predilezione per questo tipo di giochino (si, si’ chiamalo giochino!) che col passare del tempo (son passati quasi 30 anni da quella prima volta) ho imparato ad affinare per ricavarne il massimo del piacere e del godimento.
Mi sono chiesta molte volte cosa si provi nel tenere in bocca il cazzo di un uomo… beh, io penso che il pompino sia l’atto sessuale a più forte componente psicologica, per una donna. E che, per quanto sia interpretato dall’uomo come un atto di ‘dominazione’, per noi donne invece rappresenta il massimo del dominio, del senso di superiorità.
Sentirlo gonfiarsi, sentirlo indurirsi, sentirlo vibrare… ed hai netta le sensazione del progredire del suo piacere; quasi riesci a percepire l’avanzare del suo sperma… il suo irrigidirsi nell’istante dell’esplosione… &egrave una sensazione difficile da spiegare ma che ti coinvolge totalmente, ti fa sentire padrona delle sue reazioni. Eccitante sino al parossismo.
A me piace andare avanti anche se mi rendo conto che lui sta per venire; mi piace sentirlo circondato dalle mie labbra, vellicato dalla mia lingua, proprio in quel momento supremo… e riceverne in bocca gli schizzi spesso densi, altre volte più liquidi, ma comunque sempre abbondanti. Ovvio che in questa situazione &egrave impossibile non ingoiare parte dello sperma (…e se ne ingoi una parte, puoi anche ingoiarlo tutto!). Non mi fa schifo! Certo non &egrave il miglior sapore del mondo ma, visto il piacere che procura al partner, non mi costa fatica farlo. E, in pratica, i pompini li ho sempre fatti così, con l’ingoio finale.
Con Enrico, poi, ho provato anche il piacere di qualche variazione sul tema.
A lui piace, come suole dire spesso mentre facciamo l’amore, ‘chiavarmi in bocca’: lui in piedi, il cazzo (che &egrave più grosso e lungo rispetto a quello di mio marito) duro, teso, svettante; io inginocchiata o accosciata di fronte a lui. Quando glielo prendo in bocca, lui mi pone le mani dietro la nuca (tenendomi in pratica imprigionata e bloccata la testa) e premendo leggermente comincia da andare avanti ed indietro col bacino, simulando un vero e proprio atto coitale. Intensificandolo ed approfondendolo sino al momento della sborrata copiosa, interminabile. Il che mi porta, alle volte, al limite del soffocamento… ma &egrave forse proprio questo che rende tale atto così eccitante e coinvolgente e devastante, da lasciarci, dopo, senza forze, quasi svuotati.
Una sera mi sono incontrata con Enrico (tutta una serie di fortuite circostanze lo ha reso possibile). Un incontro assolutamente fortuito e non programmato,
Non avevamo molto tempo. E per questo, salendo a casa sua, già in ascensore… oddio non dico che ne sia venuta fuori nuda… ma se avessimo incontrato qualcuno sul pianerottolo… Gesù, chissà che idea si sarebbe fatto! Siamo rimasti da lui un’oretta (forse meno)… e non abbiamo scopato. Tutto il tempo distesi sul grande letto matrimoniale: lui nudo, steso sulla schiena; io di traverso, pancia sotto… ed ho continuato per tutto il tempo a tenergli il cazzo in bocca. E, senza soluzione di continuità, l’ho fatto venire per ben 3 volte, senza lasciare che uscisse in nessun momento dalle mie labbra. Ed anch’io sono arrivata, non so se per effetto del mio… come dire?… ‘multipompino’ (bello questo termine… ahahahah) oppure della carezza di una sua mano che mi scorreva lungo la schiena, si insinuava nel solco tra le natiche, titillava il buchino posteriore… premendo, dilatando, ma senza penetrarvi a fondo… scivolava poi fino alla fica madida ed impregnata di umori (cosa che raramente mi succede con mio marito’ umida, si’ forse anche bagnata; ma fradicia come lo era in quel momento’ no, mai!) soffermandosi un po’ a sfregare il grilletto, un po’ introducendosi a fondo (facendomi sussultare e contrarre ogni volta).
Ecco, questa &egrave la ‘differenza’ nel nostro modo di fare sesso, rispetto a quello con mio marito. Ad Alessandro ho fatto sempre molto volentieri i pompini (…che lui ha sempre gradito e ricercato); ma il ‘gesto’ non resta fine a se stesso… &egrave un modo di eccitarsi, di prepararsi a quello che verrà… oppure un modo di concludere un ‘incontro’ sessuale… ma, terminato… beh: &egrave finito! Io vado in bagno a lavarmi, a sciacquarmi la bocca, mio marito si accende una sigaretta… e se pure decidiamo di proseguire con le coccole, ci sono sempre e comunque i problemi contingenti, quotidiani… che possiamo mettere da parte ma mai dimenticare completamente e che io devo affrontare da ‘moglie’ e lui da ‘marito’!
Enrico, invece, per quasi tutto il tempo di quell’unico bocchino in 3 rounds; mi ha parlato… di noi; di quanto io stia diventando ‘pregnante’ per lui; di come, in ogni momento della sua giornata, senta l’odore ed il sapore ed il gusto del mio sesso; di come il mio culo sia per lui un mondo assolutamente nuovo e segreto da esplorare… eccetera, eccetera…
Quella sera, tornando a casa, per preparare la cena a mio marito, mi sono naturalmente sentita profondamente in colpa e mi sono ripetuta per l’ennesima volta che devo assolutamente interrompere questa follia… che non so davvero dove potrà condurci!

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