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Sara una moglie timida – parte 4

By 5 Settembre 2024One Comment

Ci misi 5 minuti buoni a riprendermi e ad essere un minimo lucida, guardai il telefono e capii che avrei dovuto avviarmi. Mi diedi una sciacquata veloce e mi rivestii. Tornammo insieme alla sala da ballo e lì la musica continuava, andai verso Elena proprio mentre da lontano i nostri mariti si stavano avvicinando.
“Non preoccuparti, sei stata tutta la sera con me, abbiamo ballato molto e sei stanca domani però mi devi raccontare tutto”.
Quando Pietro e Francesco si avvicinarono erano tutti gasati.
“Abbiamo vinto il torneo di calciobalilla dopo la partita, dobbiamo festeggiare” disse Pietro dirigendosi verso uno dei numerosi bar presenti nella struttura e tornando dopo 5 minuti con una bottiglia di ottimo brut e 4 flûte.
Cercai di bere il meno possibile, Elena invece non si tirò indietro, la bottiglia finì velocemente, salutammo i nostri nuovi amici e ci dirigemmo verso la nostra camera.
Pietro mi prese sotto braccio e mentre apriva la porta mi baciò, sapeva un po’ troppo di alcool per i miei gusti ma complice il senso di colpa ed un po’ di eccitazione che mi era rimasta, risposi al suo bacio e con le mani cominciai a carezzarlo. Entrati in camera mi rese di peso e calò sul letto, aprì le mie gambe, scostò lo slip ed iniziò a leccarmi come raramente aveva fatto.
Allora non era proprio una ameba in campo sessuale!
Comincia a piacermi nonostante gli orgasmi di poco prima ma, memore dei suoi tempi per raggiungere l’orgasmo, lo lascio fare ancora un po’ quindi lo fermo, prendo il preservativo coi puntini, lo apro e lo faccio avvicinare. Il suo cazzo è in piena erezione, per equità gli faccio un salutino con lunghe slinguate all’asta partendo dalle palle fino ad inghiottire la cappella e spingermela più in fondo possibile. Penso e cerco di mettere in pratica i racconti di Sonja. Dalle facce e dai gemiti di mio marito credo di essere sulla buona strada. Quando vedo che è un po’ troppo su di giri gli do una unghiata sul culo. Sobbalza e si ferma, il suo amichetto però non subisce contraccolpi, apro il profilattico e lo infilo srotolandolo quindi mi metto a pecora. Ho una voglia esagerata di essere sbattuta come una cagna, amore e sesso insieme, quello con Mauro è stato solo sesso ora voglio di più. Mentre sto mettendogli il goldone, in un momento di lucidità Pietro apprezza il mio tatuaggio:
“Carino il delfino ed in posizione birichina! Vederlo spuntare dallo slip è stato molto eccitante”.
Non lo riconosco più, è più esperto, attento cosa è successo?
Non mi interessa i pensieri interrogativi lasciano posto al calore che ho dentro di me.
Pietro mi afferra per i fianchi, ho la figa ancora un po’ slargata dal passaggio di Mauro meno di un’ora prima così mio marito appoggia la cappella e spinge scivolando dentro. Comincia a pomparmi pian piano. Non è quello che voglio così mentre entra piano mi ritraggo e do un colpo all’indietro per avere una scopata più ruvida e decisa. Capisce l’antifona e, clamorosamente almeno per quello che era stato fino a quel momento fra di noi, mi stringe forte i fianchi per dettare lui i tempi e prova a sfondarmi con colpi sempre più decisi ed allo stesso tempo ecco che parte il turpiloquio.
“Ti sfondo tutta vacca, ti piace il cazzo? Non ti preoccupare che non resterai a secco”. Intanto mi dà anche delle sonore pacche sul culo. Mi piace, o come mi piace, ora capisco benissimo Sonja, la mia collega manza che ogni settimana si fa sbattere da un cazzo diverso.
Rispondo a mio marito: “dai fammi sentire il tuo cazzone, riempimi tutta, sfondami la figa e poi sbattimi anche in culo”. Mentre lo dico preda del delirio sessuale mi accorgo che forse sono andata un po’ oltre. Invece Pietro non fa una piega e continua: “lo vuoi in culo? Sei proprio una gran mignotta, ti sfonderò quel bel culetto fino a farti chiedere pietà e a non farti più sedere per un paio di giorni”.
È troppo nonostante gli orgasmi di prima ne parte uno lunghissimo, non mi trattengo nei gemiti e stringo le pareti della vagina mungendo il cazzo di mio marito che, complice l’atmosfera ed il trattamento esplode dentro di me con almeno 5 schizzi che sento nonostante il preservativo grazie alle contrazioni della cappella.
Crolliamo sul letto, mi avvicino a lui e lo bacio con dolcezza e dico “Uau”.
Ci guardiamo negli occhi, entrambi sappiamo che è successo qualcosa ma non vogliamo rovinare il momento. Rinviamo il chiarimento all’indomani e ci addormentiamo li, stravolti senza nemmeno farci una doccia nonostante, almeno io abbia la figa in fiamme per l’uso intensivo mai provato.

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