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Capitolo 1: Riccardo e Lorenzo

Riccardo controllava distrattamente la propria mail alla ricerca di qualcosa di interessante; la giornata era praticamente finita e mancavano pochi minuti alle 18. In ufficio erano rimasti solo lui e Cinzia, la nuova stagista appena ventenne, che stava sistemando alcuni documenti, sorridente, pregustando probabilmente la serata con le amiche.
Il weekend era finalmente arrivato; la settimana appena trascorsa era sembrata troppo lunga, grigia e faticosa, e un po’ di relax era decisamente meritato! Ricontrollò l’orologio: mancava un minuto alla fine. Sporse lo sguardo annoiato oltre allo schermo del pc per ammirare le forme accattivanti di Cinzia: sentì subito il cazzo indurirsi, era veramente troppo figa: giovanissima, il viso angelico da ragazzina innocente in un corpo da attrice porno e una troiaggine che raramente aveva già visto prima! L’atteggiamento, il modo di vestire, con le tette (presumibilmente una quarta) sempre in mostra, spesso indossava pantaloni bianchi che lasciavano vedere chiaramente la brasiliana in pizzo, o i leggins che mettevano in risalto il suo culo alto e sodo; non perdeva mai l’occasione di attirare l’attenzione su di se, di farsi guardare e arrapare i presenti. Doveva essere sincero, tra le tante richieste eccellenti ricevute per il posto da stagista, aveva scelto Cinzia non certamente per la bravura, ma solo perché al colloquio se l’era scopata con gli occhi. Purtroppo si era ben presto anche pentito di questa scelta dettata solo dagli ormoni: infatti lui era sposato, estremamente fedele e aveva una figlia più o meno dell’età della ragazza. Il fatto inoltre di essere il capo dell’azienda, lo portava a non cadere in tentazioni che avrebbero potuto mettere in cattiva luce la sua immagine e quella della sua attività! Di sicuro aveva fatto un favore ai suoi dipendenti, in quanto era ben saputo che Cinzia apriva le gambe facilmente alla vista di un bel cazzo o in cambio di qualche favore economico.
Con questi pensieri, arrivarono finalmente le 18. Spense il pc e chiuse a chiave la porta. Salutò con finta indifferenza Cinzia e si diresse verso l’uscita.Uscendo dall’ufficio, sentì il telefono squillare, e si affrett’ subito a rispondere; doveva essere sicuramente Lorenzo, pronto ad aggiornarlo sui dettagli della serata!

Ma prima di continuare, procediamo con le presentazioni:
Riccardo(38 anni) &egrave, come già accennato, il giovane proprietario di una prestigiosa azienda farmaceutica, felicemente sposato da molti anni con Lucia, la fidanzatina dai tempi del liceo, e padre di una bellissima ragazza appena maggiorenne, Francesca.
Un uomo normale e piacevole, di certo non considerato troppo affascinante ne tantomeno arrapante; lasciatosi un po andare con l’avanzare dell’età, dimostrando tutti i suoi 38 anni, spicca sicuramente per ricchezza, intelligenza e buone maniere. Abbastanza impacciato con le donne, tant’&egrave che nella vita ha avuto come unica partner sessuale la sua Lucia.

Il suo migliore amico Lorenzo &egrave invece un giocatore dilettantistico di calcio, che vive di lavori saltuari e cresciuto nella illusoria speranza di poter un giorno approdare nel calcio professionistico e diventare un giocatore ricco ed affermato ma, ormai 38enne, rassegnato a vivere la giornata senza poter solidamente pianificare il futuro. Vita fatta di eccessi, divertimento e donne, ma dal fisico statuario e di bell’aspetto (38 anni portati benissimo), il classico uomo sicuro di se ed attraente che nella vita ha portato a letto molte donne e, al momento, fidanzato con Kristina, bellissima e giovane modella russa in cerca di fortuna in Italia, sfortunatamente non ancora trovata, e momentaneamente cameriera in un locale notturno in centro.
Ma tornando a noi:
“Ohi Ricky, stasera ci si sbronza allora? Non dirmi di no altrimenti vengo a prenderti e ti porto fuori a calci nel culo”

“Ciao Lorenzo, bah sinceramente sono distrutto, ti va pizza e partita da me? Dai che stasera c’&egrave anche l’anticipo!”

“Ma ti sei rincoglionito del tutto? Dai &egrave venerdì, tua moglie esce con le amiche, Kristina &egrave a troieggiare al bar con i clienti, Cinzia e tua figlia saranno a catturare uccelli in centro e noi stiamo a casa a romperci le balle guardando la partita??Dai cazzo &egrave venerdì, neanche avessimo 60 anni!”

“Intanto se dici ancora che mia figlia va a caccia di uccelli ti taglio il tuo, seconda cosa sai che Lucia non riesce ad addormentarsi se torno tardi, quindi preferisco stare a casa tranquillo per stasera! E poi so che vuoi uscire solo per rimorchiare, e sinceramente non riesco a capire il perché, viste le porcate che fai con quella strafiga di Kristina!”

“Sai come la penso, un uccello deve provare tanti nidi prima di trovare quello giusto (ride); comunque se non esci vado in giro da solo, trovo Francesca e le sue amiche in centro e ci provo con tutte, compresa tua figlia!”

“Bastardo, sai che non devi MAI scherzare su Francesca! Comunque effettivamente merito un po di riposo e di svago…. facciamo così, ci troviamo alle 21, solito posto, ci facciamo 1 birra e poi a casa presto!”

“Finalmente ti sei dato una svegliata!! Però facciamo alle 10, buttiamo giù 5 birre, facciamo festa e tutti a casa sbronzi alle 5!”

“Ma dai non fare il coglione, ho detto alle ventu….” in quel momento buttò giù il telefono, aveva fatto tutto lui e non restava che andare a casa a prepararsi per passare un paio d’ore spensierate con l’amico di sempre….

CONTINUA

Capitolo 2: Il desiderio di cambiare vita

Ed eccoli li, ubriachissimi alle 3 di notte, a fumare l’ultima sigaretta della serata dopo ore tutt’altro che tranquille. La testa che gira, i freni inibitori abbassati al minimo, distesi per terra a guardare verso il cielo raccontandosi cazzate, come erano soliti fare in gioventù.
Riccardo: “Certo che la mora seduta al tavolo a destra era proprio tanta roba cazzo, ti ha pure lasciato il numero, cosa pensi di fare?”

“Penso che non la chiamerò, tra quelle che ho conosciuto solo la rossa con le tettone mi eccitava, con quello sguardo da porca e i capezzoli dritti che spingevano sul maglioncino, era sicuramente senza intimo la maiala, però non mi ha lasciato il numero, spero di ritrovarla e poterci fare un giro!” rispose Lorenzo.

“Non so come fai, ti invidio moltissimo, ti sei chiavato centinaia di ragazze e tutte strafighe; e poi, anche se non riuscissi a farti la rossa, hai sempre Kristina pronta a soddisfare tutte le maialate che hai in mente!”

“Ricky dovresti lasciarti andare di più, in coppia potremmo rimorchiare più facilmente, potresti farti una sana scopata ogni tanto senza che tua moglie lo venga a sapere! Sai che io non direi niente! E per quanto riguarda Kri, &egrave la decima volta stasera che mi dici che &egrave una strafiga, guarda che se vuoi te la presto quando hai voglia!”

“Ma dai che stai dicendo, lo dico come complimento, non perché voglio farmi la tua donna!”

“Beh per te &egrave sempre a disposizione, anche perché &egrave una porca senza ritegno, pensa che l’altra sera mi ha chiesto di chiamare un amico per una doppia penetrazione, perché voleva averne dentro 2 contemporaneamente… ”

“E tu??”

“Era tardi e non sapevo chi chiamare, poi sinceramente non mi sta molto bene che tutti sappiano che la mia ragazza &egrave un enorme troione, già nel locale dove lavora deve mostrare le tette per attirare I clienti, ma farla scopare da altri proprio non mi va. Quindi ho preso un dildo dalla sua collezione e l’ho infilato nella figa insieme al mio cazzo, ed ecco la doppia penetrazione!”

“Cazzo non ci credo… io con mia moglie lo faccio una volta ogni 10 giorni, alla missionaria per 5 minuti, mentre la tua &egrave sempre pronta a soddisfare tutte le tue voglie, sei un uomo fortunato”

“Ma taci tu che potresti scopare più di me, tra tua moglie, la nuova scolaretta sexy che hai assunto in azienda e qualche tipa che ti farei conoscere io! Potresti cambiare figa ogni giorno! E poi tu sei ricco, potresti pagare le migliori escort in caso volessi sborrare, senza alcuna fatica! Con tutti i soldi che hai potresti fare qualsiasi cosa!!”

“Ma no dai non tradirei mai mia moglie, ne con Cinzia che ha l’età di mia figlia, né con qualsiasi altra donna al mondo, la amo troppo, non potrei mai metterle le corna! Anche se devo dire che a volte vorrei chiederle di uscire un po dall’ordinario, di provare cose nuove, qualche gioco, ma la vedo sempre così impostata, una donna di classe come lei non si abbasserebbe mai a farsi fare, ad esempio, una doppia penetrazione! E quindi reprimo le mie voglie e mi limito a svuotarmi le rare volte in cui scopiamo!”

Con l’alcol che saliva le parole uscivano di bocca senza che prima fossero filtrate dal cervello, così Lorenzo, senza pensare disse: “Io se fossi in te tratterei tua moglie come una vacca, amandola, rispettandola e trattandola sempre bene ovviamente, ma in camera da letto non mi porrei nessun limite a farle fare le porcate più assurde; stessa cosa per Cinzia, la trasformerei nella porno segretaria che &egrave in realtà, e un pensierino lo farei anche per tua figlia Francesca e le sue amichette eheheh”

“Sei un maiale, hai la testa malata!”

“Dai che scherzo!! Ma se potessi essere te per un periodo limitato, se potessi vivere la tua vita, userei tutti i vantaggi di cui disponi! La moglie figa, le dipendenti vogliose al lavoro, spenderei i soldi per organizzare festini nella tua villa e pagare le migliori zoccole, farei sesso a volontà traendo i massimi piaceri grazie all’enorme fortuna che hai! Quanto mi piacerebbe poter essere te!”

“Quello che ho lo devo alla mia professionalità e alla donna stupenda che mi accompagna in ogni avventura della vita, se spendessi i miei soldi in donne e trattassi mia moglie come una troia di certo non sarei così fortunato! Ma ora che sei entrato nel discorso sarò sincero anche io, e ti dico che mi piacerebbe essere te per una settimana o due, lasciare da parte lavoro e pensieri e vivere in completo relax, con una meravigliosa ragazza pronta a soddisfare ogni mio desiderio sessuale, anche i più zozzi e degradanti!”

“Finalmente l’hai ammesso bastardello che non sei altro! Sicuramente sarebbe bello potersi scambiare per un po e fare tutto ciò che desideriamo senza che nessuno noti nulla!”

“Sarebbe splendido”

“Ora &egrave meglio tornare a casa, ti aspetta una bella dormita, a me una scopata meravigliosa con Kristina, e mi raccomando, non segarti troppo pensandoci ahahah”
“Coglione, spero che il cazzo stanotte non ti si alzi, così impari a ridere delle disgrazie altrui”

Si lasciarono così, ognuno con in testa il pensiero della vita apparentemente paradisiaca dell’altro. Ognuno tornò a casa propria, e caddero subito in un sonno profondo.

La mattina seguente Riccardo si svegliò con un leggero mal di testa; si stiracchiò di gusto ad occhi chiusi, raggiungendo con la mano la propria compagna distesa di fianco a lui; le accarezzò dolcemente la pelle, e, sempre mantenendo gli occhi chiusi fece scorrere la mano verso il basso, alla ricerca dei seni della moglie, per “rubare” una veloce palpatina a Lucia, che solitamente aveva il sonno pesante, prima di iniziare la giornata. La pelle era incredibilmente liscia e morbida, e stranamente non aveva ancora trovato la solita vesteglia di seta che la moglie indossava prima di coricarsi… raggiunti i seni li trovò eccezionalmente sodi e grossi, e si soffermò meravigliato a stringerli senza preoccuparsi di poter svegliare la donna…il cazzo si indurì all’istante: a quel punto aprì gli occhi per gustarsi lo spettacolo della moglie stranamente senza vestaglia, ma alzate le palpebre ancora pesanti, si trovò davanti una bellissima bionda, ancora truccata vistosamente, totalmente e magnificamente nuda. Si stropicciò gli occhi energeticamente pensando di essere in un sogno, ma guardando più attentamente riconobbe subito un volto assai noto… quello della ragazza del suo amico Lorenzo, la stupenda Kristina.

CONTINUA Lorenzo si risvegliò con il sorriso stampato sulle labbra: era stata probabilmente la miglior dormita della sua vita! Il letto gli era sembrato più spazioso, il materasso decisamente più morbido!

La sera prima si era addormentato immediatamente subito dopo essersi infilato sotto le coperte, talmente stanco e ubriaco che pure la scopata della buonanotte con la sua ragazza era passata in secondo piano; ma a questo si poteva rimediare subito! Ancora mezzo addormentato si girò verso la propria compagna che, ancora addormentata, era girata di spalle; con una manata energica e avvolgente iniziò a palparle il culo, accorgendosi subito di un particolare a lui poco gradito: Kristina indossava qualcosa, un pigiama o una vestaglia, e non era nuda e disponibile come al solito! Poco male, deve aver avuto freddo durante la nottata, pensò tra se e se, quindi con decisione intrufolò la mano al di sotto della stoffa, trovando un ulteriore ostacolo nelle mutandine della ragazza; seccato, abbassò di scatto anche quelle e con le dita si diresse automaticamente verso la vagina della ragazza, iniziando a penetrarla delicatamente; quel trattamento portò al risveglio immediato della donna, che sorpresa esclamò: “Riccardo ma che stai facendo??”

Riccardo? Saranno i postumi della sbornia, la mente di certo non &egrave al 100% lucida dopo la bevuta di ieri sera, pensò superficialmente Lorenzo, cercando con decisone di infilare un terzo dito nel buco della fidanzata.

“Ahiaa mi fai male!!”

Ora anche la voce sembrava diversa, ma sentire Kristina fare la finta vittima lo eccitò all’istante, tanto che il cazzo diventò subito di marmo; con un rapido movimento si calò i boxer e infilò l’uccello nella figa con un colpo forte e preciso, iniziando poi a prendere il ritmo pompando dolcemente.

“Amo… oh..ah… amore mio, cos’hai oggi? Oh si, così, si mi piace, lentamente…continua non ti fermare”

Naturalmente era solo l’inizio! Li sotto si stava formando un lago, era stranamente troppo eccitata, ma questo non poteva che fargli piacere. Iniziò quindi ad aumentare ritmo e forza dei colpi.

“Oddio no, così mi sfondi!! Ah che bello, più piano, sono tutta un fuoco, ahh, si, si così, prendimi tutta, oddio lo sento enorme dentro di me, sto… si ah… sto per veni…AHHHH GODOOO!”

Lorenzo la sentì irrigidirsi per alcuni secondi e urlare al mondo tutto il piacere raggiunto… ma come, era già venuta? Di solito le loro scopate duravano minimo mezz’ora e quasi sempre era lui a venire per primo, dovendo quindi provvedere al piacere di lei con un intenso lavoro di lingua per ripagarla dell’orgasmo raggiunto! Ma stavolta in 2 minuti era tutto finito, con però il suo cazzo duro e ancora carico dentro la vagina calda e bagnatissima.
A quel punto lei si staccò e si girò felicissima: “Amore ma che sorpresa mi hai fatto stamattina?? Era da anni che non godevo così, spero di non aver svegliato Francesca con le mie urla, ma sei stato pazzesco, non sono riuscita a trattenermi!”

Ma Lorenzo non aveva ascoltato una parola: era rimasto impietrito appena dopo aver visto il viso della donna che aveva appena fatto venire; non era quello giovane e malizioso di Kristina, ma bensì quello di una donna che lui conosceva benissimo, con quegli occhi marroni dolci e inconfondibili, le labbra sensuali e carnose… non c’erano dubbi, la donna in cui aveva appena infilato il cazzo era Lucia, la moglie del suo migliore amico Riccardo.
Il tempo sembrò fermarsi per alcuni secondi; di sicuro era un sogno, sembrava tutto reale ma non poteva esserci altra spiegazione!
Lucia avvicinò le labbra alle sue e lo baciò intensamente; “Ti amo amore mio, grazie della bellissima…. sorpresa” disse sorridendo, alzandosi subito dopo dirigendosi verso il bagno.

Che sogno meraviglioso! pensò Lorenzo, che da sempre aveva avuto fantasie sulla moglie dell’amico. Si mise seduto per stiracchiarsi, un po contrariato per essere rimasto a cazzo duro, ma poco gli importava, tanto da li a poco si sarebbe svegliato nella solita vita di sempre. Anche la stanza non era la sua, iniziò quindi a girarsi intorno incuriosito, quando la sua immagine fu riflessa da uno specchio posto nell’armadio vicino al letto… “Ma che cazzo ho fatto alla faccia??” sussurrò divertito, rimanendo però stupefatto un secondo dopo: quello che vedeva allo specchio decisamente non era lui, ma assomigliava, anzi….era certamente Riccardo! Spaventato impallidì istantaneamente, il cuore quasi si fermò, iniziando a battere super veloce subito dopo. Non poteva crederci, ma che razza di sogno stava facendo? Senza poterci pensare, la sua attenzione fu subito richiamata dal cellulare che squillava sul comodino: lo prese e rimase sconcertato nel leggere il nome sul display: LORENZO ti sta chiamando.

CONTINUA
Riccardo era imbambolato davanti a tutto quello spettacolo, fotografò mentalmente ogni centimetro del corpo della ragazza nuda; ma si riprese quasi subito alle domande che si stavano facendo largo nella sua testa: “Che cazzo ho fatto stanotte? Perché sono qui? E dov’&egrave Lorenzo?” Ricordava di aver bevuto tanto, ma facendo mente locale ricordò chiaramente di essere tornato a casa sua e di essersi disteso nel proprio letto! Cosa aveva dimenticato? Non riusciva a trovare una sola risposta a tutte le domande che si era posto. Tutto d’un tratto però quelle domande passarono in secondo piano, per lasciare posto ad una molto più importante: quella notte aveva tradito Lucia?? L’ansia iniziò ad impossessarsi del suo corpo, doveva assolutamente sapere la verità, e per farlo doveva assolutamente chiedere spiegazioni a Lorenzo. La casa non era molto grande, se fosse stato ancora li lo avrebbe trovato subito. Cercò in ogni stanza provando a fare meno rumore possibile per non svegliare Kristina, così da evitare ulteriori situazioni imbarazzanti, ma di Lorenzo nemmeno l’ombra! Tornò quindi in camera, la cosa prioritaria era ritrovare i propri vestiti, dato che si era risvegliato in mutande, e correre a casa da sua moglie, prima che si svegliasse senza trovarlo al suo fianco. Cosa avrebbe pensato? Erano ormai le 10 di mattina!
L’ansia tornò prepotentemente, ma doveva muoversi! In camera i suoi vestiti però non c’erano, prese quindi le prime cose che riuscì a trovare nell’armadio disordinato di Lorenzo e corse in bagno per darsi una veloce sistemata. Aprì il rubinetto e iniziò a lavarsi il viso, dopodiché si guardò allo specchio per vedere le sue condizioni. E li rimase a bocca aperta, vedendo non il suo viso, ma quello di Lorenzo, riflesso dallo specchio sopra il lavandino! “Ma che cazzo succede??” Gridò incredulo e spaventato.
Era un sogno, oppure era tutta colpa dell’alcool, non c’era altra spiegazione! Iniziò a schiaffeggiarsi il viso con forza, continuando a guardarsi senza sapere cosa stesse facendo. Ma niente, non succedeva niente. Ritornò frettolosamente nella camera da letto per cercare indizi, qualsiasi cosa potesse aiutarlo a capire la situazione. Ma li il suo sguardo si soffermò su Kristina… rappresentava la perfezione con i lunghi capelli biondi leggermente mossi, quel seno abbondante, i capezzoli perfettamente proporzionati e simmetrici che aspettavano solo di essere ciucciati, quella striscia fina di corti peli biondi che sembrava quasi indicare la direzione per il frutto del piacere, in quel momento oscenamente esposto… e il culo, che purtroppo non poteva vedere data la posizione di lei, ma la cui immagine era ben stampata nella mente di Riccardo; cosa avrebbe dato per poterlo sculacciare, morderlo senza freni, poterci infilare dita, lingua e cazzo! Così perfetto, tondo, sodo e proporzionato perfettamente al resto del corpo, modellato da ore di allenamenti in palestra! Questi pensieri portarono immediatamente ad una poderosa erezione: guidato dal cazzo e non più dalla mente, si spinse con la mano tra le cosce leggermente dischiuse della ragazza, accarezzando inizialmente il monte di Venere, e scendendo lentamente verso il basso, pronto ad andare a stuzzicare il clitoride! Iniziò a massaggiarlo lentamente per paura di poterla svegliare; guardò il suo viso, persino mentre dormiva aveva un’espressione da gran troia, e ciò lo fece arrapare ancora di più: prese coraggio e intrufolò furtivamente il dito medio nella vagina, continuando con il pollice a toccare il clitoride che iniziava a dare segni di eccitazione… nel sonno lei iniziò a mugolare, probabilmente quel trattamento le faceva piacere! Infilò quindi senza problemi anche l’indice, continuando la stimolazione superiore con il pollice. Infoiato come non mai, aumentò di poco il ritmo.

“Pazzesco!” pensò con il sorriso stampato sul volto; stava masturbando una delle protagoniste dei suoi sogni erotici più spinti mentre lei dormiva, non ci poteva credere! Quanto cazzo era figa Krist….. in quel momento come scosso da un fulmine si riprese subito. Che stava facendo?
Tolse di scatto la mano, vergognandosi per il gesto appena compiuto. Per un istante gli sembrò di notare nel volto di Kristina un’espressione di disappunto, come fosse amareggiata e indispettita per lo stop improvviso di quel particolare trattamento! Sorrise, era stato bello ed estremamente eccitante! Guardò per qualche secondo la mano con cui aveva compiuto la masturbazione, estremamente orgoglioso di se. Le dita, ancora inumidite dagli umori, sembravano quasi luccicare alla luce del sole che passava dalla finestra. Istintivamente, portò la mano verso la bocca, pronto ad assaporare quell’essenza fino in fondo. Iniziò a succhiare famelico le sue stesse dita: era estasiato dal sapore e continu’ a leccare per diversi secondi.

Quando ebbe finalmente finito, il sangue fece ritorno al cervello e ricominciò a ragionare lucidamente. Era un porco, ma l’unica cosa importante ora era risolvere questa situazione, trovare risposte, e la prima voce nella lista delle cose da fare era trovare Lorenzo. In quel momento ebbe l’illuminazione: Lorenzo portava sempre dietro il cellulare, poteva quindi provare a chiamarlo! Prese inconsciamente il cellulare sopra il comodino, ma nella rubrica il numero di Lorenzo non era presente. Per forza! Si accorse che quello era il cellulare di Lorenzo e non il suo!

Riccardo provò allora a fare l’unica cosa apparentemente sensata: provare a chiamare il suo stesso numero per capire che fine avesse fatto il suo cellulare, così magari da ritrovarlo in casa (se fosse stato nelle vicinanze avrebbe sicuramente sentito la suoneria) o mettersi in contatto con qualcuno che avesse trovato il telefono nelle ultime ore, sua moglie o lo stesso Lorezo magari, così da capire qualcosa in più!

Chiamò; non sentiva la suoneria in casa, quindi doveva averlo lasciato sicuramente da qualche altra parte. Squill’ per alcuni secondi, quando alla fine rispose una voce molto familiare, che riconobbe all’istante: era la sua.
“Pronto! Con chi parlo?” La voce era agitata.

“Sono Riccardo! E tu chi sei? Perché hai il mio cellulare e… la mia voce??”

Parlando lucidamente per la prima volta da quando si era svegliato, fece un’altra sconcertante scoperta: oltre ad essere nel corpo dell’amico Lorenzo, aveva anche la sua voce. E se dall’altra parte aveva risposto un individuo con il suo cellulare e il suo stesso timbro vocale, probabilmente voleva dire che….
“Sono Lorenzo porca puttana! Ma che cazzo di sogno &egrave mai questo?”

“Lorenzo, brutto coglione non &egrave un sogno, ci siamo scambiati i corpi! Io sono te e tu sei me, o meglio io sono nel tuo corpo e tu sei nel mio!”

“Cazzo ma quanto hai bevuto ieri sera? Ti ho visto brillo, ma non pensavo fossi completamente andato!”

“Scemo questa &egrave la realtà, ma non capisco come possa essere successo! Ricordo solo che ieri notte sono tornato a casa pensando a quanto fosse bella la tua vita, ma ricordo anche di essermi addormentato di botto nel mio letto, e stamattina mi sono svegliato nel tuo, e con il tuo corpo!”

“Anche io sono tornato a casa immaginando di essere te… ma vuoi dire che &egrave successo come in quei film in cui si scambiano le anime?”

“Una cosa del genere, potrebbe essere!”

A Lorenzo sfuggì un ghigno: la situazione era paradossale e pesantemente complicata, però li per li non poté fare a meno di pensare agli aspetti positivi, testati in parte già pochi attimi prima.

“Riccardo troveremo una soluzione, il mio consiglio al momento &egrave di comportarci normalmente per non far sospettare nessuno, altrimenti ci prenderebbero per pazzi e ci farebbero rinchiudere in qualche manicomio. Per questi 2 giorni viviamo la normalità con tutto ciò che ne consegue, e da lunedì cercheremo una soluzione, sempre che non si rimetta tutto apposto a breve!”

“Che intendi quando dici con tutto ciò che ne consegue?? Lorenzo mia moglie sta ancora dormendo? Stacci lontano pervertito che non sei altro!!”

“Tranquillo non devi preoccuparti per questo (naturalmente mentiva), si &egrave svegliata poco fa ed ora &egrave andata a preparare la colazione. Comunque l’importante &egrave cercare di non comportarsi stranamente. Quindi cerca di goderti il weekend con Kristina, sai che &egrave una ninfomane assetata di cazzo, se non la scopi almeno 3 volte al giorno diventerebbe sospettosa, quindi ti do il permesso di accontentarla, come hai sempre desiderato di fare! Ora scusa ma sta tornando tua moglie, devo mettere giù, sarebbe difficile poter spiegare questa telefonata! Ci aggiorniamo al più presto, ciao ciao!”

“Brutto coglione non riattaccare!!” Ma era troppo tardi.
Comunque aveva ragione, nessuno avrebbe potuto capire la situazione, doveva provare ad essere Lorenzo per le ore successive, e intanto pensare ad una soluzione. Girandosi verso il letto, si perse nuovamente nella totale nudità di Kristina; forse questa situazione poteva portare qualche vantaggio……

Lorenzo dopo aver messo giù il telefono, era scosso ma felice; fino a 2 minuti prima pensava di essere in un sogno, ora aveva la certezza di essere nel corpo dell’amico di sempre, e di poterne vivere la vita come aveva sempre sognato: tanti soldi, una moglie bellissima, segretarie pronte a tutto pur di mantenere il posto di lavoro in azienda, la stupenda figlia Francesca,… forse era meglio non farsi troppi film in testa ma pensare alle cose semplici e concrete: nel bagno a pochi metri di distanza, Lucia stava facendo la doccia, lui era rimasto a cazzo duro, e avrebbe potuto fare tutto quello che voleva;
Vivere al massimo sfruttando ogni occasione della vita che Riccardo non aveva mai avuto il coraggio di prendere. Iniziando naturalmente dalla moglie! Cosa sarebbe potuto succedere? Avrebbe di certo fatto un favore all’amico, riportando il fuoco della passione all’interno della coppia. Entrò deciso nel bagno; Lucia era appena uscita dalla doccia, avvolta nell’accappatoio. Guardò perplessa il marito entrato con irruenza insolita. Lorenzo si fermò a pochi centimetri da lei, e con voce decisa le disse: “Spogliati!”

CONTINUA
“Spogliati!” ordinò Lorenzo con tono deciso a Lucia.

La donna rimase a bocca aperta, era dai tempi del liceo che Riccardo non avanzava richieste così dirette; negli ultimi anni era sempre stato gentile ed educato, rispettoso e poco incline a farsi trasportare da impulsi passionali, soprattutto nell’ultimo periodo, dove sembrava che la passione si fosse affievolita definitivamente. Ma quel giorno sembrava cambiato, soprattutto in seguito al felice risveglio che le aveva dedicato. Pensava fosse frutto solamente della bevuta della sera precedente, quando usciva con quello sciagurato di Lorenzo esagerava sempre e tornava spesso alterato, ma raramente prendeva l’iniziativa in modo così audace. Le scappò una risata: “Amore, sei stato strepitoso stamattina , ma devo muovermi, ho molte cose da fare oggi, anche se queste particolari attenzioni mi fanno piacere, magari possiamo riprendere il discorso nei prossimi giorni!”

“Spogliati subito!” ripeté Lorenzo, alzando il tono della voce, sempre deciso e autoritario.

La moglie si preoccupò; non stava scherzando, non voleva solamente istigarla per dimostrarle che era ancora attratto da lei e dal suo fisico: quella non era una richiesta, era un ordine. Tornata seria, si slacciò lentamente la cintura dell’accappatoio, e lasciò scivolare a terra l’indumento, rimanendo completamente nuda.

Dimostrava meno dei suoi reali 36 anni: in perfetta forma fisica, aveva un corpo splendido nonostante avesse avesse avuto una figlia in giovanissima età. Figura snella, con culo abbondante, quasi sproporzionato rispetto al corpo ma molto piacevole e in contrasto con il seno medio (una seconda/terza): era una vera bellezza. Ma la cosa più intrigante era il viso: sguardo innocente, faccia pulita da brava ragazza, le davano l’aspetto di una signora casta e pura, da moglie devota e buona madre di famiglia, figura che fino a quel momento aveva sempre incarnato alla perfezione.
Il vederla nuda provocò all’uomo un brivido che attraversò tutto il corpo. Istintivamente le si avvicinò e la baciò con passione, mettendo tutta la lingua che aveva, e nel mentre iniziò a palpeggiarle il culo con violenza animalesca, facendole quasi male. Si staccò dopo secondi che sembrarono una vita. Fece un passo indietro e continuò a guardarla tutta. Poi, preso da una voglia incontenibile, iniziò a toccarle le tette, che riusciva a contenere perfettamente nelle mani; iniziò poi a stringere la presa, concentrandosi successivamente sui piccoli capezzoli: iniziò a torturarli stringendoli tra il pollice e l’indice, iniziando a tirarli e girarli leggermente, sentendoli gonfiarsi ed indurirsi sotto le dita.

“Adesso basta dai, mi stai facendo male!” disse lei. Ma Lorenzo ormai non capiva più niente. Accecato dalla voglia che tornava a farsi sentire nelle mutande, tenendo sempre saldi i capezzoli nelle mani, iniziò a tirare la moglie verso il basso. Accompagnando il movimento, Lucia si ritrovò in ginocchio davanti al cazzo duro di lui, che creava un enorme rigonfiamento nei boxer.

A quel punto Lorenzo lasciò i capezzoli per calarsi l’unico indumento che aveva addosso, rimanendo pure lui completamente nudo. Prese la donna per i capelli, avvicinandola senza troppi problemi verso il membro eretto. Lei, come ipnotizzata, aprì automaticamente la bocca per ospitare quel bellissimo cazzo che poco prima l’aveva fatta godere come da tempo non succedeva. Lorenzo iniziò a muoverle la testa avanti e indietro sempre tenendola per i capelli, ma bastò poco per farle capire cosa voleva. Iniziò il movimento da sola, cercando di accogliere più cazzo possibile; tornata alla punta, leccava famelicamente la cappella gonfia, per poi ributtarsi in avanti cercando di arrivare a prenderlo tutto fino in gola. Le prime volte non ci riuscì, ma dopo alcuni minuti Lorenzo vide il suo cazzo scomparirle totalmente in bocca. Lucia sempre più presa dalla situazione, arrivata in fondo tirava fuori pure la lingua alla ricerca delle palle da leccare.

“Lo sapevo che eri una grandissima pompinara” sussurrò lui, estasiato dal lavoro di bocca impeccabile. Il ritmo iniziò a farsi più intenso, tant’&egrave che le riprese la testa con entrambe le mani per tenerla ferma, e con mirati e violenti colpi di bacino iniziò letteralmente a fotterle la bocca. Cominciò a pompare infoiato come non mai, senza preoccuparsi dei brevi momenti di soffocamento che le provocava ogni qualvolta infilava il cazzo fino in fondo, accompagnati anche da lievi conati!
Quando giunse il momento di godere, si staccò e si allontanò una decina di centimetri dal volto paonazzo della bella Lucia, che capì subito le sue intenzioni e spalancò la bocca pronta farsi riempire di seme. Lorenzo si segò per alcuni istanti pronto a raggiungere l’apice del piacere, puntando dritto verso il viso di lei, e venendo poi copiosamente, schizzandole un po’ il viso ma cercando soprattutto di centrare la bocca, frutto di quel piacere.

“Ingoia tutto, come una puttana” disse senza pensarci, ma rendendosi subito conto della volgarità rivolta a quella che le circostanze avevano portato ad essere sua moglie. Lei però non si lamentò, anzi, guardandolo dritto negli occhi chiuse la blocca e deglutì, riaprendola subito dopo per mostrare orgogliosa come una vera e propria troia di aver mandato giù tutta la sborra!

Lorenzo era molto soddisfatto. Se questo era l’inizio, lo aspettavano giorni molto interessanti!
CONTINUA
Riccardo non sapeva cosa fare. Intrappolato nel corpo dell’amico Lorenzo, si sentiva confuso ma al tempo stesso sollevato. Tutto questo gli dava la possibilità di prendersi una vacanza dalla sua vita stressante, dal lavoro, impegni vari, dalla famiglia, dalla monotonia di tutti i giorni…
“Non deve essere per niente male non fare un cazzo tutto il giorno e non avere particolari preoccupazioni!” pensò cercando di valutare solo il lato positivo. La cosa da fare era soltanto una: godersi pienamente il momento! Erano ormai le 11 ed era ora di svegliare Kristina e dare il via alle danze. Determinato si avvicinò al suo viso, deciso a non porsi limiti, tanto non avrebbe avuto alcuna ripercussione vista la situazione.
Si abbassò le mutande e iniziò a menarsi l’uccello guardando le grosse tette della ragazza. Quando fu abbastanza duro, lo avvicinò alla bocca di lei, iniziando a strusciarlo energeticamente sulle labbra. Finalmente lei si svegliò, un po’ disorientata ma, abituata a questi particolari risvegli che spesso le dedicava il fidanzato, iniziò a spompinarlo di gusto. Lui era in estasi, lasciò andare la testa indietro godendosi appieno lo stupendo lavoro di bocca. A sua moglie Lucia non piaceva fare i pompini e sinceramente non era neanche brava (credeva lui), mentre Kristina era una dea, lo sbocchinava lentamente mentre con la mano massaggiava dolcemente i testicoli, facendogli provare sensazioni indescrivibili.
Ad un certo punto lei si staccò bruscamente, interrompendo quel breve viaggio in paradiso, si alzò di scatto e spinse con forza il compagno, che atterrò seduto sul letto giusto giusto nel bordo; a quel punto lei si inginocchiò, lubrificò ulteriormente il cazzo con altre veloci leccate e se lo mise tra le enormi tette, le strinse con le mani attorno all’asta durissima e cominciò una spagnola da urlo. Ad ogni movimento di lei, il cazzo scompariva in mezzo a tutta quell’abbondanza, ricomparendo poi solo per alcuni secondi, giusto il tempo per essere succhiato di gusto, per poi tornare ad immergersi in quel ben di dio.
Era favoloso, non poteva immaginare nulla di meglio in quel momento. Aprì gli occhi per vedere il suo sguardo da maiala, e la trovò con un sorrisetto malizioso da vera troia: cazzo quanto era figa. Nel mentre, notò che sul comodino di lei era posto un dildo nero di medie dimensioni, probabilmente oggetto dei numerosi giochi erotici che la vedeva protagonista insieme a Lorenzo. Eccitatissimo da questa cosa lo prese in mano, tornò a guardare Kristina negli occhi, le mise il dildo davanti alla faccia e deciso esclamò: “Leccalo”.
Kristina non se lo fece ripetere due volte e, incuriosita per la particolare richiesta, iniziò a leccare e ad insalivare per bene l’oggetto. Quando lo vide ben lubrificato, Riccardo diede un altro ordine: “Ora infilalo tutto nel culo”; l’aveva visto fare spesso nei film porno con i quali si segava una volta ogni tanto, ma mai avrebbe pensato di poterlo dire un giorno, visto anche che la moglie non avrebbe mai acconsentito ad un trattamento del genere. Kristina invece, sorridente e senza battere ciglio, se lo infilò tutto nell’ano con un solo colpo. Era eccitatissimo, con il cazzo che continuava a pulsare tra le tette di lei. Kristina iniziò lentamente a muovere su e giù il dildo dentro al suo culo, mentre con l’altra mano cercava di stringere le tette per non prendere la presa sul cazzo e continuare la spagnola.
Riccardo quando non ce la fece più tolse il cazzo dalla dolce morsa delle tette, indirizzando la sua calda sborrata verso di esse. Kristina, visibilmente soddisfatta per aver portato al piacere il proprio uomo, iniziò a raccogliere quanto più sperma riusciva con le dita, portandosi il liquido alla bocca e assaporandone ogni singola goccia, e alla fine ingoiò tutto, orgogliosa di se stessa: aveva ricevuto la sua colazione a base di cazzo anche quel giorno! Per finire, si tolse il dildo dal culo e cominciò a leccarne ogni centimetro per ripulirlo, mostrando a Riccardo la sua natura da zoccola senza limiti, come l’aveva sempre descritta Lorenzo. Finita l’accurata pulizia, si rialzò in piedi, dando una veloce slinguazzata al fidanzato e dirigendosi fuori dalla stanza, presumibilmente verso il bagno.
In estasi completa, Riccardo si lasciò cadere all’indietro soddisfatto, pensando a come era iniziata bene la mattinata, e con la convinzione crescente che forse quello che gli era capitato non era poi così tanto male. Inoltre era ancora li, nel corpo di Lorenzo, con una splendida bionda ninfomane a pochi metri da lui, e il weekend era appena iniziato…. Con questi pensieri, il cazzo gli ritornò subito durissimo.

CONTINUA
Lorenzo era disteso nel divano; con il telecomando in mano passava svogliatamente da un canale all’altro, senza trovare niente di interessante. Era più interessato al maxischermo costosissimo da 70 pollici rispetto ai programmi tv! Essere ricco era sempre stato uno dei suoi più grandi sogni: il potere, il fatto di potersi permettere tutto grazie ai soldi l’aveva sempre intrigato. Il denaro però era sempre al secondo posto nella sua personale classifica dei desideri, perche al primo c’erano, e ci sarebbero sempre state, le donne.
Il pensiero tornò a Lucia. L’aveva lasciata pochi minuti prima in bagno, a darsi una sistemata dopo che lui le aveva sborrato sul viso; da li a poco infatti si sarebbe svegliata la figlia Francesca, che la notte prima aveva fatto le ore piccole, e non sarebbe stata di certo orgogliosa di vedere sua madre imbrattata di sperma!
A dire il vero non si era ancora preoccupato di come si sarebbe comportato con Francesca! La conosceva fin da quando era piccola, essendo da sempre stato un grande amico di suo padre, ma negli ultimi anni era definitivamente sbocciata: più bassa della madre, sempre snella, ma con un seno più grosso che non esitava mai a mettere in mostra e un culo perfetto, che lui aveva potuto ammirare nelle foto in costume delle vacanze che gli aveva mostrato Riccardo nei mesi precedenti. Il viso dolce come quello della madre, nascondeva in verità una personalità da gran vacca; aveva avuto molti ragazzi negli ultimi anni, vogliosa di cazzo come poche altre alla sua età. Il carattere da bambina viziata, come del resto ci si poteva aspettare da una ragazza nata ricca e cresciuta nel lusso, la rendeva la vera reginetta del quartiere, bellissima e ricca, voluta e corteggiata da tutti, e per questo sempre piena di ragazzi pronti a soddisfarla sessualmente.
Il giorno precedente una delle sue fantasie era potersi trombare insieme madre e figlia, e solo poche ore dopo si trovava nella condizione di poter trombare ripetutamente Lucia nelle vesti di marito, ma impossibilitato anche solo a sfiorare Francesca nelle sembianze del padre. Ma quando la vide, questo ragionamento passò subito in secondo piano: stava scendendo le scale indossando solo delle mutandine in pizzo striminzite, e una canottiera estremamente scollata e troppo corta per coprire sufficientemente il culetto sodo.

“Ciao papi!” Si avvicinò e gli stampò un grosso bacio sulla fronte, quasi strusciandogli le grosse tette in faccia. Lui istintivamente la abbracciò, quasi palpandole il culo, ma ritrasse subito la mano sentendo i passi di Lucia che si stava avvicinando.

“Papà oggi vado da Laura per pranzo così poi studiamo insieme il pomeriggio!” Di sicuro era una cazzata che si era inventata per giustificare l’uscita con qualche ragazzo. Ma a lui poco importava, lo aspettava comunque un pomeriggio fatto di sesso e perversioni con Lucia, che comunque poco aveva da invidiare alla figlia. Francesca fece velocemente colazione e andò in camera a cambiarsi, uscendo frettolosamente poco dopo. Assicuratosi che fosse andata via, si avvicinò furtivamente alla moglie intenta a preparare qualcosa per pranzo, dato che in quei giorni la domestica era assente per malattia.
Le palpò il culo, la fece girare e iniziò a limonarla.

“Amore mi fanno un sacco piacere le attenzioni che mi stai dedicando oggi, ma devo finire di cucinare!”

“Certo Amore ti lascio in pace, ma ad una condizione; se vuoi cucinare in pace, dovrai farlo totalmente nuda”

A quella inusuale richiesta Lucia arrossì: “Ma Riccardo, sai che non posso farlo! Se dovesse tornare Francesca, o se qualcuno venisse a farci visita, come giustificherei il fatto di girare completamente senza vestiti per casa? Abbiamo una certa reputazione, non posso comportarmi come una poco di buono!!”

Lorenzo non prese di buon grado questa risposta! Le donne che era abituato a scoparsi normalmente, erano quasi sempre passivamente ubbidienti e stavano spesso e volentieri a giochi più perversi, il girare per casa nude era il minimo, tanto che per suo volere Kristina doveva rimanere costantemente nuda in sua presenza!

“Lucia, Francesca non tornerà presto, sarà molto impegnata con lo studio, e comunque chiuderemo a chiave la porta, se dovesse arrivare qualcuno avrai tutto il tempo di salire e rivestirti! Quindi ora spogliati che voglio ammirarti in tutto il tuo splendore Amore” cercò di mantenere un tono calmo, dolce e rassicurante, anche se iniziava a innervosirsi: stava rinunciando alla sua ragazza, ad una bomba sexy disposta a tutto per soddisfarlo, che al momento era sicuramente a cavalcioni sopra a Riccardo pronta a prosciugargli anche l’anima, mentre lui si trovava nella situazione in cui la donna (che non amava e che desiderava solo scoparsi il maggior numero di volte possibile) non voleva neanche spogliarsi per compiacerlo.
Vedendola ancora perplessa, perse la pazienza, le si avvicinò di scatto e le strappò via la camicetta con un colpo solo.

“Amore ma che fai? Mi stai facendo paura!”
Forse effettivamente aveva esagerato, ma se voleva trasformarla in una assatanata di sesso in poche ore quella era l’unica strada percorribile.

“Lucia, ora tu salirai sul tavolo e con calma e sensualità mi farai uno spogliarello privato, va bene?”
Intimorita, annuì dopo alcuni secondi: quella reazione esagerata l’aveva spaventata a morte, ma al contempo sentiva la vagina bagnarsi sempre più. Salì sul tavolo di legno massello e, lentamente come le era stato ordinato, iniziò a spogliarsi, nel modo più seducente possibile: si tolse definitivamente la camicia, poi si calò la gonna, rimanendo in calze ed intimo.

“Le calze puoi lasciarle, mi eccitano! Per il resto continua pure, stai andando venissimo, sei uno splendore” disse infoiato.

Lei si slacciò il reggiseno e lo lasciò cadere a terra, poi fu il turno del perizoma, talmente striminzito che quasi sembrava non essere presente. Tolto anche quello era praticamente nuda, con tutti i punti importanti scoperti, ma a lui non bastava.
“Dato che non hai eseguito la mia richiesta al primo colpo, ora dovrai subire una piccola punizione, non mi piace sentirmi dire di no!”

Lei lo guardò impietrita, ma ormai stava giocando e la cosa la eccitava terribilmente, non voleva fermarsi, e con un filo di voce rispose: “Certo amore, sono stata sciocca, dimmi cosa devo fare!”

“Prendi le mutandine che indossavi, e mettile tutte in bocca!!…Su coraggio, fai una pallina, infila tutto in bocca e succhiale, credi che non abbia visto che sono bagnate dai tuoi umori??”
Rassegnata prese il perizoma, fece una pallina e la portò alla bocca: aveva ragione, erano bagnate fradice!
Ma naturalmente non bastava! Doveva cercare di degradarla ancora di più per guidarla al suo nuovo ruolo di troia. Si guardò intorno e trovo subito quello che cercava! Un grosso cetriolo, che probabilmente sarebbe stato preparato per pranzo, era riposto nel ripiano in marmo della cucina; lo prese e lo porse alla moglie: ” Ora voglio che tu te lo metta tutto dentro alla figa, non serve lubrificare tanto sei già un lago!”

Lucia prese in mano il cetriolo e lo guidò preoccupata verso il buco; lo inserì senza troppa fatica, scivolò dentro istantaneamente!
“Ora masturbati e vieni per me”

Avrebbe voluto ribellarsi a queste oscene richieste del marito, ma non poteva farlo, o meglio non voleva! Era troppo eccitata, voleva solo venire per la seconda volta nel giro di poche ore: prese quindi a masturbarsi furiosamente, venendo velocemente poco dopo.

“Bravissima tesoro!! Mi sei piaciuta un sacco, me lo hai fatto diventare durissimo! Ora puoi finire di preparare il pranzo se vuoi, naturalmente puoi stare così con tutte le tue grazie in mostra se non ti dispiace! Ah e quasi dimenticavo! Il cetriolo mi sembra già ben condito così grazie a te, taglialo e servilo senza altri condimenti, che voglio gustarmi il tuo sapore!”

Detto questo tornò in salotto a guardare la tv. Lucia scese dal tavolo e tolse le mutandine dalla bocca. Scesa l’adrenalina dopo l’orgasmo, si sentì incredibilmente sporca e troia. Una lacrima di vergogna scese dal suo viso. Come aveva potuto fare certe cose? Lei non era una puttana, anche se la sua figa bagnata dimostrava esattamente l’opposto!

CONTINUA
Capitolo 8
Lorenzo si sedette a tavola contento. Era entusiasta della sua nuova condizione, si era svegliato da poche ore ma aveva già fatto un lavoro importante: far capire a Lucia chi comandava. Aveva cominciato a farla sentire una troia, ma era solo l’inizio. Ovviamente per lui era solo un gioco, non voleva cambiare radicalmente la vita della donna, che comunque avrebbe sempre trattato bene e con rispetto, cercando di comportarsi da marito attento e premuroso, ma nell’intimità non c’era da discutere, voleva degradarla alle perversioni di cui era solito fare uso. Non vedeva nulla di male in questo: riteneva che una coppia senza fantasia sessuale fosse una coppia solo a metà; alla fine di quel percorso e ritornati alla normalità, l’amico Riccardo l’avrebbe sicuramente ringraziato per aver riacceso la passione nell’animo di Lucia!

Iniziò a mangiare, di certo non il miglior pranzo della sua vita, ma non ci si poteva aspettare di meglio da una donna ricca sempre servita e riverita in tutto, mai abituata ai lavori quotidiani. Arrivò poi il momento del secondo, servito con il contorno che Riccardo aspettava con ansia: i cetrioli. O meglio, il cetriolo condito a dovere dalla donna poche decine di minuti prima. Lorenzo lo assaporò di gusto! Naturalmente non aveva nessun sapore particolare, ma era l’immagine dell’uso che ne era stato fatto che lo rendeva squisito! Anche Lucia fu invitata a mangiarne una parte: nel vedere la moglie mangiare il cetriolo con cui poco prima si era selvaggiamente masturbata, riportò subito durissimo il cazzo di Lorenzo che, naturalmente eccitato dalla situazione, allungò il piede sotto il tavolo cercando le cosce della donna, per poi farsi più avanti a cercarne la figa. Lei, sentendo la presenza del marito, dischiuse leggermente le gambe, lasciando che il piede entrasse in contatto con la vagina scoperta, totalmente disponibile. Lorenzo iniziò quindi una lenta masturbazione con il piede, mentre la moglie mangiava con sguardo malizioso i cetrioli. Era bagnatissima.
Non poté fare a meno di prendersi il cazzo in mano e cominciare a segarsi, quella situazione lo arrapava troppo. Dopo pochi minuti, avendo quasi raggiunto l’orgasmo, si alzò di corsa e si diresse all’altro lato del tavolo, sborrando copiosamente sopra ai pochi cetrioli rimasti nel piatto di Lucia.

“Ora avranno decisamente un sapore migliore, mangia tutto maialina!” E tornò a sedersi al suo posto, guardando imbambolato e divertito quella signora sempre considerata da tutti di classe e per bene, mangiare sperma e cetrioli, raccogliendo meticolosamente ogni residuo per non perderne neanche una goccia. Finalmente ne aveva avuto la certezza: anche Lucia, dentro di se, nascondeva una personalità da gran troia, ed ora finalmente poteva disporne per dare sfogo alle sue voglie. Lo aspettava un weekend sicuramente intenso!

Riccardo si era appena fatto una bella doccia rinfrescante; dopo l’ansioso risveglio e l’orgasmo avuto, era proprio quello che ci voleva!
Uscito dalla doccia, si guardò per alcuni istanti nudo allo specchio, concentrandosi soprattutto sui genitali: le misure erano pressoché simili a quelle del suo cazzo, la differenza però stava principalmente nel fatto che Lorenzo si rasava periodicamente, e questo lo faceva sembrare molto più grande! Felice di ciò, continuò l’accurata ispezione del suo nuovo corpo; Lorenzo era decisamente più muscoloso, gli addominali erano ben visibili, si vedeva che era molto attento ad ogni particolare, dalla depilazione del torace alla cura delle unghie. Era certamente un uomo attraente, e il suo aspetto fisico gli consentiva di avere molto successo con le donne. Riccardo ripensò al suo vero corpo quasi disgustato: come aveva potuto lasciarsi andare così? Totalmente peloso, di muscoli neanche l’ombra, e una pancetta che con l’avanzare degli anni diventava sempre più tonda.
“Quando tornerò nel mio corpo, mi darò subito da fare per tornare bello e prestante come un tempo!” promise a se stesso. Ma non era quello il momento per pensarci. Aveva una modella russa estremamente porca a qualche metro da lui, che non aspettava altro che ricevere il suo cazzo! D’altronde, al momento aveva provato solo la bocca, ed entro la fine della giornata voleva farsi almeno un giro completo di tutti i buchi. Basta pensieri, era il momento di agire e godere appieno di quella fortunata occasione che la vita gli aveva inaspettatamente offerto!

CONTINUA

Capitolo 9

Riccardo aprì l’armadio della camera da letto incuriosito: Lorenzo gli aveva spesso parlato dei degradanti giochi erotici a cui sottoponeva le sue pseudo-fidanzate nelle giornate noiose e poco impegnate. E quello che trovò non lo deluse per niente!
Come un bambino che per la prima volta entra in un negozio di giocattoli, iniziò a guardare tutto senza concentrarsi su niente in particolare, tutto era per lui nuovo ed interessante! Al contrario del resto della casa, quell’angolo era mantenuto in perfetto ordine, il tutto sistemato minuziosamente: nel primo scompartimento trovò tutti gli oggetti usati per la bocca: tra i tanti riconobbe i classici ball gag, ring gag, bit gag, oggetti che aveva visto spesso usare nei video porno a tema bdsm!
Nel secondo trovò fruste di vari tipi, tra cui frustini da fantino e gatto a nove code, e un grosso sacchetto contenente mollette ed elastici per capezzoli. Continuando la perlustrazione trovò un ripiano più grande degli altri, dove era riposta una grande scatola contenente una vasta collezione di vibratori e dildi di varie forme e dimensioni, oltre a palline cinesi, unite da filo o sciolte, vibranti e non, di plastica o di metallo, anche queste di varie dimensioni. La sua attenzione fu però colpita particolarmente dal gran numero di plug anali, anche questi di varie dimensioni, ma alcuni dotati di coda: la ragazza che se lo fosse infilato nel culo sarebbe stata dotata di una lunga coda pelosa, potendo così interpretare al meglio la parte della cagna.
Naturalmente non potevano mancare manette ma soprattutto i collari, sia il modello da schiava, sia quello dotato di guinzaglio, dettaglio necessario per immedesimarsi ancora di più nel ruolo della cagna. Di fianco a questi scompartimenti, come si aspettava, trovò appesi agli appendiabiti diversi vestiti: c’era quello da infermiera sexy, da professoressa sexy, da scolaretta sexy, da suora sexy, da poliziotta sexy e il suo preferito in assoluto, quello da cameriera sexy.
Era tremendamente eccitato, c’era tutto il necessario per dare sfogo alle fantasie più perverse accumulate negli anni e, dettaglio da non sottovalutare, poteva contare su una ragazza che in fatto di sesso non sembrava avere limiti, come le aveva dimostrato poco prima infilandosi un dildo abbastanza grosso nel culo senza alcuna difficoltà!
Data la vasta scelta di cui poteva disporre, si ritrovò incerto a scegliere con che cosa iniziare. Di certo voleva assolutamente provare tutto, ma aveva anche paura di non aver troppo tempo a disposizione, perché quello scambio di corpo poteva inaspettatamente concludersi da un momento all’altro!

Iniziò dubbioso a riguardare tutti gli oggetti, compiendo una scelta confusa e dettata dall’eccitazione del momento. La sua selezione finale cadde sui seguenti oggetti: un ring gag, delle mollette per capezzoli, una frusta a frange corte, palline anali, un collare in cuoio e, per dare un tema principale al gioco, scelse il vestito da studentessa, che altro non era che una gonnellina cortissima a tinta scozzese, calze parigine bianche, camicetta bianca che lasciava scoperto l’ombelico, finti occhiali da vista per marcare ancora di più l’aspetto da studentessa e cerchietto con fiocco intonato alla gonna per far sembrare la ragazza una scolaretta innocente! Ricontrollando di avere tutto, si diresse verso il salotto, dove Kristina stava mangiando una banana (strano, sembrava fosse attratta solo da oggetti di forma fallica) seduta sul divano in pelle nera mentre guardava un programma in tv. Stranamente ancora nuda.

La guardò con sguardo provocante, e senza aggiungere una parola le porse il vestito da studentessa porno che aveva scelto, tenendo momentaneamente da parte tutto il resto. Lei divertita lo prese e corse verso l’altra stanza per indossarlo e, per quanto possibile, fare una sorpresa al suo uomo; tornò pochi minuti dopo.
Il cerchietto e gli occhiali le davano anche l’aria da brava ragazza studiosa, ma bastava abbassare di pochi centimetri lo sguardo per capire che tutto quello poco c’entrava con il mondo della scuola: la camicetta stretta comprimeva il seno, e sembrava che quelle due bombe potessero saltare fuori dalla scollatura esagerata da un momento all’altro; essendo inoltre molto corta, scopriva completamente la pancia mettendo in luce il sexy piercing all’ombelico. La gonna non copriva assolutamente niente! Il culo era completamente scoperto, e ad ogni suo passo si poteva intravedere la figa (naturalmente non indossava nessun tipo di intimo). Le calze davano quel tocco arrapante e al tempo stesso di classe che serviva per completare il travestimento! Indossava inoltre scarpe dal tacco vertiginoso, che non le aveva fornito lui, ma poco importava, perché ne slanciavano la figura e la rendevano ancora più eccitante, per quanto possibile. Si fermò davanti a lui e si calò subito nella parte, probabilmente non era la prima volta che la “recitava”: “Professore la prego non mi interroghi, se prendo un altro brutto voto i miei genitori mi metteranno in punizione”.
L’erezione si presentò all’istante: “Cara mia, sei stata una ragazzina monella, non fai mai i compiti e arrivi spesso impreparata alle interrogazioni, non posso sempre lasciartela passare liscia!”
“Ma professore, la prego, giuro che farò la brava studentessa, però oggi non sono preparata! Sono però consapevole di meritarmi una severa punizione, quella che lei reputerà più giusta per darmi una bella lezione. Sono stata molto cattiva”; cercava di mantenere un tono colpevole e bambinesco, e questo lo faceva impazzire!
“Mia dolce Kristina, per oggi non ti interrogherò, ma dovrai subire una punizione perché non si può andare avanti così, devi imparare ad essere più responsabile! Vieni qui davanti, girati dall’altra parte e piegati a 90!’
Senza fiatare, si mise in posizione, pronta ad essere punita. Riccardo non stava più nella pelle, recuperò all’istante la frusta e senza preavviso iniziò a colpire senza troppa cattiveria il sedere magnificamente esposto della ragazza per una decina di volte, fino a farlo diventare tutto rosso!
“Brava Kristina, hai saputo capire i tuoi errori e hai accettato le giuste conseguenze! Ora vorrei fare con te un veloce ripasso di matematica, così puoi già iniziare a prepararti per la prossima interrogazione! Vedi queste palline?” disse recuperando la lunga fila di palline cinesi legate tra di loro: “Bene, adesso tu ti metterai a pecorina e io te le infilerò una per una tutte dentro al culetto, e tu dovrai tenere il conto! Se farai giusto, dimostrando così di aver capito l’argomento potrei ammetterti alla prova orale, così potrai recuperare tutti i voti negativi!”

“Certo professore, mi sembra un buon esercizio! Spero di essere abbastanza’come dire, aperta ai nuovi argomenti!”

Si posizionò quindi a pecorina davanti allo sguardo famelico di Riccardo, che non esitò un momento e iniziò a infilare una ad una le palline dentro al culo di Kristina, lubrificandole con un pò di saliva: erano grandi come palline da ping pong, legate tra di loro per poterle infilare e poi sfilare grazie alla cordicina. Le scarse dimensioni permisero un’entrata molto semplice nell’ano abbastanza largo (probabilmente sfondato dalle centinaia di cazzi ricevuti), ma ciò che più lo sorprese fu il numero di palline che piano piano venivano risucchiate: superate le 5, iniziò a pensare che quel buco non avesse limiti: si fermò a 6 solo perché era stanco e voleva continuare con il gioco: “Allora Kristina, quante palline hai dentro di te??”

“Mi sembra di averne contate 7 signore!” : di sicuro aveva sbagliato apposta per ricevere altre punizioni.

“Ahia Kristina, mi dispiace perché ci sei andata vicina e ho visto che ti sei impegnata, ma purtroppo hai sbagliato! Ma ti darò un’altra possibilità e ti insegnerò un trucco per memorizzare meglio! Ora io tirerò fuori le palline tirando il filo; tu dovrai stingere forte il buchetto, così le sentirai uscire una per una, e contare sarà ancora più piacevole ed appassionante!”
Kristina strinse forte il culo, naturalmente sapendo che così avrebbe goduto ancora di più! Ogni pallina che usciva le provocava un brivido per tutto il corpo. Quando fu uscita l’ultima pallina, entrambi sapevano cosa sarebbe successo dopo, ma lei continuò a stare al gioco: “Prof io ne ho contate 5 stavolta! &egrave giusto il risultato?”

“Kristina! Ma insomma hai sbagliato ancora! Erano 6, devi essere più concentrata!”

“Ma professore ne &egrave proprio certo? Perché sono sicura al 100% di averne sentite 5, non &egrave che per caso una &egrave rimasta dentro? Ufff, ci vorrebbe qualcosa che possa entrare nel mio culo per controllare! Qualcosa di lungo e duro per esplorare a fondo! Ma non saprei cosa usare!”
Riccardo era soddisfatto: probabilmente non era stata una grande studiosa ai tempi della scuola, ma quanto a maialate meritava 10 e lode!

“Brava mi piace il tuo atteggiamento critico, tipico degli studenti più geniali! Si da il caso che io abbia quello che serve, concordo con te che sarebbe meglio compiere un’analisi dettagliata del problema prima di dare conclusioni affrettate!” Sputò quindi sul buco già parzialmente dilatato e con un solo colpo infilò completamente il cazzo rimasto durissimo dall’inizio della scenetta! Iniziò a montarla come un toro da monta e, piacevolmente sorpreso, la sentì mugolare di piacere sotto ogni suo colpo!

Andò avanti così per parecchio tempo, non voleva assolutamente venire per non interrompere quel meraviglioso momento. La moglie Lucia infatti nel corso degli anni gli aveva concesso raramente il culo, usando come scusa il fatto di essere troppo stretta dietro e di non provare particolare piacere con il sesso anale. Ma a lui invece piaceva molto! Li le donne erano parecchio più strette, gli piaceva l’idea di inculare la partner facendola sentire sporca, troia e sfondata. Con questi pensieri intensificò il ritmo dei colpi: usciva quasi dal tutto e lo ributtava dentro con violenza, fino alle palle. Si sentiva chiaramente il suono provocato dai due corpi che battevano tra di loro. Kristina iniziò ad ansimare più profondamente. Riccardo allora la prese per i capelli e iniziò a cavalcarla con più forza. Era vicinissimo all’orgasmo, ma voleva che fosse Kristina a godere per prima! Ad ogni colpo, rallentando il ritmo, si fermava per alcuni secondi con il cazzo completamente dentro, permettendo alla ragazza di sentirlo tutto; d’esperienza infatti lei stringeva lo sfintere e si muoveva circolarmente per sentirlo ancora meglio. Chissà quante volte aveva fatto sesso anale la maiala!

” Sfondami, rompi il culo alla tua troia, sentilo come &egrave grosso e duro questo cazzone! Fammi venire e poi sborrami dentro!” diceva ansimando in preda all’eccitazione del momento. Quando finalmente Riccardo raggiunse il suo obbiettivo, sentendola esternare tutto il suo piacere, decise che era giunto anche per lui il momento di godere. La tenne ancora più saldamente per i fianchi, riversandole tutta la sborra nel buco del culo. Rimase dentro per alcuni istanti, pensando per un momento di trovarsi in un sogno! Sentiva il cazzo sgonfiarsi lentamente, e lo estrasse con calma per ammirare la sua opera: una visione stupenda!
Il buco completamente aperto e arrossato pulsava leggermente, e da li usciva un piccolo rigagnolo di sperma che scorreva lentamente verso la figa. Kristina ancora eccitata, cercò il buco con un dito, e accarezzandolo delicatamente raccolse un pò di sperma che si portò alla bocca, ciucciandolo golosamente.
Si girò di scatto, e senza dire niente iniziò a leccare il cazzo del fidanzato per ripulirlo, gustandosi il sapore del proprio culo.
“Kristina forse avevi ragione, non ho trovato niente!”
“Professore mi darà un bel voto?”
“Certo, ma se vuoi il massimo dovrò fare un’ulteriore verifica per capire il tuo reale livello di preparazione!’ In realtà si era meritata un dieci: quella mattina era già venuto due volte, ma aveva ancora degli oggetti da testare, e non voleva fermarsi proprio sul più bello!

CONTINUA
Dopo l’eccitante pasto, Lucia si preparò per la consueta passeggiata con le amiche. Uscì di casa a metà pomeriggio e, appena chiuse la porta, Lorenzo si affrettò a salire nella grande camera da letto matrimoniale, a cercare qualche oggetto utile per i nuovi giochini erotici che aveva in mente per la donna, e dei quali lei sarebbe dovuta rimanere all’oscuro fino al loro inizio per rendere il tutto più eccitante. Doveva esserci sicuramente qualcosa! Lui a casa ne era pieno, ne aveva di tutti i tipi, per portare una continua stimolazione al rapporto sessuale che altrimenti sarebbe diventato monotono e noioso. Cercò ovunque, ma le uniche cose che riuscì a trovare furono candele profumate, un dvd porno nascosto nel cassetto dei calzini di Riccardo e dei completini intimi molto spinti in fondo al cassetto di Lucia, molto probabilmente non usati da anni vista la posizione nascosta e non a portata di mano.

“Che coppia noiosa!”; contrariato, pensò al da farsi: voleva degradarla, farla sentire troia, magari frustarla, farla andare in giro con un grosso plug infilato nel culo, ma non aveva nessun oggetto a disposizione. Magari poteva andare a casa sua a prendere qualcosa, lo stretto necessario per iniziare a divertirsi, e magari dare un’occhiata alla situazione… Cosa stava facendo Riccardo? Aveva già scopato la sua Kristina? Poteva fare un giro veloce e magari, vista la maialaggine della fidanzata, scoparsela insieme all’amico in un threesome da paura! Non sarebbe stata una cattiva idea!

Ma mentre pensava alla fattibilità di questa cosa, nella sua mente si accese la lampadina: Francesca (figlia di Riccardo)!! Di sicuro quella giovane troietta aveva qualche oggetto erotico in camera! Andò subito a controllare, e non ci mise tanto a trovare ciò che cercava! Incuriosito ed eccitato, man mano che trovava qualcosa di utile, lo buttava sul letto; controllò ogni cassetto, ogni angolo. Soddisfatto della sua intuizione, guardò divertito gli oggetti trovati nella stanza: oltre ad un vasto numero di scatole di preservativi di varie dimensioni, era riuscito a trovare manette e corde usate per poter immobilizzare braccia e gambe, un corto frustino, un vibratore, 3 dildi e 2 plug anali, uno piccolo e il secondo molto più grosso e dotato di ventosa per ancorarlo alle superfici. Intimo super sexy a volontà e di tutti i tipi. Solo un oggetto lo lasciò inizialmente perplesso, ma capì quasi subito che si trattava di un piccolo telecomando usato per attivare degli ovetti vibranti di notevoli dimensioni; questi oggetti potevano essere usati per masturbarsi autonomamente, inserendoli nella vagina o nel culo e regolandone la vibrazione, oppure usati da una seconda persona, che attraverso il telecomando wireless poteva controllare a distanza la vibrazione e quindi l’intensità dell’eccitazione. Pensò per un secondo a Francesca a scuola, vestita da troia e con gli ovetti piantati dentro di lei, circondata dai compagni vogliosi, mentre lui con il telecomando controllava la vibrazione da lontano, tenendo d’occhio le pene della ragazza costretta a resistere al bisogno di venire. Una scena che gli fece diventare il cazzo nuovamente durissimo! Magari ci avrebbe pensato un giorno, ma al momento aveva altri piani.

Prese un tubino nero molto scollato ed esageratamente corto dall’armadio di Francesca, un reggiseno a balconcino super push-up e il plug anale con attaccata la ventosa. Aspettò con ansia il ritorno di Lucia, e la accolse con un lungo bacio. “Tesoro, fai una doccia e preparati che stasera usciamo a cena!”

La donna sorrise contenta e ribaciò appassionatamente il marito. Sembrava tutto diverso quel giorno! Riccardo l’aveva stupita, alternando momenti di romanticismo ad altri in cui la faceva sentire desiderata, e in questo contesto la trattava anche come una prostituta. E a lei questo faceva piacere, sapeva che era tutto limitato al gioco, che il marito l’amava e che quello era un tentativo per rimettere un pizzico di trasgressione nel loro rapporto che negli ultimi anni si stava affievolendo. Certamente era strano questo improvviso cambio di comportamento, ma la persona che aveva davanti era suo marito e sicuramente stava facendo tutto questo per mantenere un rapporto di coppia vivace ed imprevedibile.

“Molto volentieri amore, faccio una doccia veloce e mi preparo! E magari metto il vestito rosso da sera leggermente scollato che ti piace tanto, sperando che mi stia ancora, &egrave da un sacco di tempo che non ho l’occasione per metterlo!”

Lorenzo aveva capito di che vestito stava parlando, l’aveva visto precedentemente nell’armadio di lei: era bellissimo e certamente molto elegante, lasciava leggermente scoperti i seni, ma non si avvicinava minimamente al dress code che lui aveva in mente per la serata!

“Lucia mi sono permesso di scegliere per te una cosina da mettere stasera se non ti dispiace, tu intanto preparati e troverai tutto sopra il nostro letto!”

Insospettita ma senza fare domande, si diresse verso il bagno. Lorenzo ci mise pochi minuti a cambiarsi; indossò un bel completo, si ricontrollò allo specchio e aspettò la moglie seduto nel divano davanti alla tv. La donna scese dopo un’ora scarsa, e vedendola si sentì mancare per un istante! Il super push up aveva svolto il suo ruolo alla perfezione; le tette sembravano voler esplodere, compresse verso l’alto lasciavano ben poco all’immaginazione: se Lucia avesse fatto qualche movimento brusco sarebbero sicuramente saltate fuori dal vestito. Ma quello era il “problema” minore! Infatti il tubino era talmente stretto e corto, che ad ogni passo scopriva una buona porzione del culo, mostrandolo chiaramente in tutta la sua rotondità.

Imbarazzata disse: “Riccardo non posso uscire così conciata, sicuramente ai tuoi occhi sono una bomba sexy ma mi sento praticamente nuda, ogni volta che faccio un movimento mi sembra che esca tutto! E poi ti sei dimenticato le mutandine!!”

“Amore sei uno schianto! Ovviamente tutti si gireranno a guardarti per la tua bellezza, ma ti assicuro che si vede poco niente (naturalmente mentiva) e poi dobbiamo solo stare seduti al ristorante, non devi preoccuparti di nulla. L’importante &egrave che tu sia sexy per il tuo maritino! E per quanto riguarda le mutandine non me le sono scordate, &egrave una mancanza voluta! Voglio che i tuoi buchi siano sempre disponibili tesoro mio, il solo pensiero mi eccita!”

“Ma… io non posso uscire senza niente sotto! E se qualcuno mi vedesse?? Potrebbero pensare che io sia una prostituta e questo non mi va! Mi va bene fare la zozza in casa, ma in pubblico no, mi sentirei estremamente a disagio!”

“Dai Lucia fallo per me! Non ti metterò in imbarazzo in alcun modo te lo prometto (mentiva ancora), mi eccita solo l’idea che tu sia sempre disponibile per me, ma di certo non farò nulla di sconcio in pubblico, anche io ho una reputazione da difendere e mia moglie deve essere considerata una donna di classe! Ma ti voglio comunque sexy, solo per me!”

Ancora un pò titubante rispose: “Mi trovi veramente sexy? Va bene dai allora si può fare, non ti nascondo che la cosa eccita anche me ahahahah!!”
“Grazie tesoro, ti amo da impazzire, vedrai che ci divertiremo! Ah e puoi mettere le scarpe con il tacco alto? Così per completare il tutto e renderti veramente magnifica!”
In verità con il tacco alto sarebbe sembrata ancora più slanciata, i movimenti sarebbero stati più difficoltosi e il culo si sarebbe scoperto molto di più.

Era perfetta, sicuramente molti l’avrebbero scambiata per una escort, ma mancava la ciliegina sulla torta; strinse l’oggetto che aveva nascosto nella tasca interna della giacca: chiederle di indossare il plug anale in quel momento sarebbe stato controproducente, in quanto già aveva espresso delle perplessità (ampiamente giustificate) e chiederle di infilarsi qualcosa nel culo di sicuro l’avrebbe convinta a rifiutare il tutto. Ma quella sera il grosso plug sarebbe sicuramente finito nel buco del culo di Lucia: non sapeva quando, ne dove, ne cosa sarebbe successo dopo, ma Lorenzo ne era sicuro! Lo lasciò quindi in tasca, si assicurò di avere soldi, documenti e cellulare con se, spense tutte le luci e uscendo di casa, vedendo il sedere della moglie mezzo scoperto, non resistette dal dargli una bella sculacciata! La serata si preannunciava piccante!!

CONTINUA (STASERA UN ALTRO CAPITOLO;
Capitolo 11: La punizione di Kristina.) A Kristina venne ordinato di scoprire completamente i grossi seni. Si era divertita, aveva goduto e aveva fatto godere il suo ragazzo, ma lui sembrava aver appena cominciato. Di solito dopo essersi svuotato si dedicava ad altro, giocava ai videogiochi o guardava la tv. Oggi invece le rivolgeva un sacco di attenzioni, che lei apprezzava parecchio. Si era svegliata eccitata e nelle ore successive si era trovata costantemente al centro delle attenzioni sessuali di Lorenzo. Non che solitamente non la scopasse, ma oggi c’era qualcosa di diverso, sembrava che avesse paura di non potersela più godere e quindi ci dava dentro incessantemente. E con lei si trovava alla perfezione visto che avrebbe preso cazzi ad ogni ora del giorno.

Sensualmente si sbottonò la camicetta lasciando che le tettone uscissero di colpo, liberandosi da quella ingiusta costrizione. Vide Lorenzo guardarle imbambolato e successivamente, con sguardo famelico, si avvicinò a mani aperte per palparle. Le schiacciava, le stringeva, prendeva tra le dita i capezzoli che si inturgidivano sempre di più per quel trattamento. Kristina chiuse per un secondo gli occhi per godersi appieno quel momento, ma fu immediatamente riportata alla realtà da un fitto dolore che proveniva proprio dai capezzoli. Il ragazzo aveva applicato senza preavviso delle mollettine dentate, dal morso molto serrato. I capezzoli duri non miglioravano la situazione, ed essendo inoltre estremamente sensibili per l’eccitazione, sentiva chiaramente i dentini delle mollette conficcarsi dolorosamente nella carne.

Lorenzo doveva sapere che quel trattamento non le era mai piaciuto, ma come spesso accadeva era lui a decidere, lei doveva limitarsi alla parte della troia ubbidiente pronta a soddisfare ogni perversione. Non si azzardò quindi a lamentarsi, e non avrebbe potuto farlo in seguito in quanto Lorenzo tirò fuori un altro oggetto molto familiare: le fu posizionato il largo anello di acciaio in bocca, in modo da non permetterle di parlare o di serrare l’arcata dentale, rendendo la cavità orale completamente disponibile. Le fece mettere le mani dietro alla schiena, e utilizzando il collare a cinghia in pelle di cui si era dotato, le legò stretti i polsi.

Kristina era completamente inerme, inginocchiata, con le mani legate e la bocca forzatamente spalancata. Lorenzo a quel punto riprese le palline e ricominciò ad infilarne una ad una nel culo, rimasto parecchio allargato e ancora pieno di sperma. Una volta infilate tutte, iniziò a tirare il filo che le teneva unite, facendone uscire lentamente una alla volta. Uscite tutte, fu soddisfatto nel trovarle ovviamente sporche di sborra: era quello che voleva! Le sbatt&egrave quindi davanti alla faccia di Kristina e senza che lei potesse fare niente, iniziò a farle scivolare all’interno della bocca, tenuta aperta dall’anello. “Leccale bene tutte!” le ordinò; “devono uscire completamente pulite, sennò sarò costretto a punirti ancora!”

Le lasciò scivolare dentro tutte e Kristina iniziò ad usare freneticamente la lingua per cercare di leccare via quanta più sborra possibile, anche se naturalmente sarebbe stato impossibile ripulirle in quelle condizioni! Non poteva chiudere la bocca, non poteva quindi ciucciarle accuratamente, inoltre erano troppe, non riusciva a trattenerle tutte e infatti continuavano a scapparle. Se non altro la sborra uscita dal suo culo aveva un sapore che le piaceva, e tutto questo la eccitava da morire.

Si impegnò tantissimo, ma data la difficoltà, mista alla voglia di provare la nuova punizione, ad un certo punto si arrese e lasciò uscire tutte le palline. Lorenzo iniziò ad esaminarle: ovviamente non erano pulitissime, ma doveva ammettere che quella maiala era riuscita ad ingoiare quasi tutto lo sperma! Ma ormai era comunque deciso, l’avrebbe punita a prescindere, era troppo eccitato per fermarsi li!

“Non ci siamo, sono ancora sporche, mi hai deluso ancora una volta e questo non mi piace per niente!” disse cercando di mantenere un tono severo per nascondere la sensazione di divertimento che stava provando. “Ora dovrai soffrire, vediamo cosa potrei fare…. mmmm….. ci sono, voglio frustare quelle grosse tettone da vacca che ti ritrovi, le voglio colpire finché non si staccheranno le mollette dai capezzoli! Qualcosa in contrario tesoro?”

Kristina cercò di dire qualcosa, ma l’anello che le teneva aperta la bocca le impediva di scandire bene le parole. Ne uscì un mugolio incomprensibile. Se avesse potuto rispondere avrebbe chiesto al fidanzato di fermarsi li: poteva concludere il gioco con un pompino, una scopata, ma le frustate sulle tette, già doloranti per colpa delle mollette, non le voleva; inoltre se la sua vera intenzione era veramente quella di staccare le mollette a colpi di frusta, la punizione sarebbe durata un bel po’ e sarebbe stata dolorosissima: Lorenzo avrebbe dovuto colpire molte volte e con molta violenza, dato che il morso era molto stretto e i dentini conficcati profondamente nei capezzoli. A questo pensiero provò ad implorare pietà ma ne uscì un altro lamento incomprensibile; non poteva liberarsi dall’anello perché aveva le mani legate, e data la posizione in ginocchio non poteva neanche alzarsi facilmente per allontanarsi, e comunque Lorenzo, infoiato com’era, non l’avrebbe permesso.

“Niente da dire amore? Sapevo che saresti stata d’accordo, in fondo sai di meritarti questa punizione!”

Completamente accecato dall’eccitante situazione che si era creata, iniziò a colpirla con violenza. Il vero Riccardo non si sarebbe mai comportato così: aveva sempre rispettato la moglie e le donne in generale, ma quello che stava vivendo l’aveva portato ad esprimere una parte nascosta di se, fino a quel momento rimasta nascosta. Sapeva che non ci sarebbero state conseguenze, doveva sfruttare il momento per dare sfogo alle sue pulsioni sessuali; aveva inginocchiata davanti a se una vacca da monta che meritava solo di essere usata e degradata. Quelle tettone enormi, i capezzoli chiusi nelle mollette… sembrava che implorassero di essere frustate a sangue, e lui era li per accontentarle.

Ormai non capiva più niente: colpiva ripetutamente, alternando i poderosi colpi tra tetta destra e sinistra. Lo schiocco della frusta risuonava nella stanza, confondendosi con i lamenti sconnessi che uscivano dalla gola di Kristina; dopo una ventina di colpi, i seni erano ormai rossi, e solo una molletta sembrava stesse per staccarsi: da gentiluomo qual era, decise di porre fine alla sofferenza del capezzolo sinistro, dando un colpo forte e preciso in corrispondenza della mollettina, facendola staccare. Si concentrò allora sulla destra, e dopo altri 4 colpi ben assestati anche la seconda molletta cadde a terra.

Kristina aveva le lacrime agli occhi, il viso sfigurato dal dolore, le tettone rosse come il fuoco e doloranti; i capezzoli, anch’essi infuocati, erano rimasti duri e segnati dai solchi dei dentini. Lorenzo soddisfatto si inginocchiò davanti alla sua ragazza, liberandola dal ring gag e dal collare in cuoio che le teneva ferme le mani, dopodiché la baciò appassionatamente e, dopo averla guardata per qualche istante negli occhi, iniziò a dedicarsi ai capezzoli indolenziti, baciandoli e leccandoli dolcemente. Kristina si dimenticò all’istante della crudeltà a cui era stata sottoposta poco prima e, con i capezzoli ancora supersensibili, si lasciò andare alla passione che quei baci le trasmettevano, sentendo un calore che la attraversava fino a farla bagnare abbondantemente.

Dopotutto non era stata una esperienza così negativa, anzi….. si trovò in un attimo al limite dell’orgasmo, non tanto provocato dalla lingua di Lorenzo sul suo seno, ma dall’idea di essere una troia senza limiti, un oggetto sessuale al completo servizio del suo uomo: e tutto questo la eccitava terribilmente.

CONTINUA
Arrivati al ristorante i due coniugi non passarono di certo inosservati; Lorenzo sapeva che gli occhi di tutti gli uomini erano rivolti verso le generose forme di Lucia messe oscenamente in mostra, e questo non poteva che fargli piacere: lui non era assolutamente geloso o possessivo nei confronti della donna, che nel corso degli anni aveva si desiderato sessualmente parlando, ma che comunque non aveva mai amato o considerato di sua proprietà. L’unica cosa che al momento voleva era farla sentire una troia, in modo da risvegliare in lei l’indole da vacca che negli anni era sempre riuscita a reprimere.

Lucia mentre si dirigeva verso il tavolo prenotato, sentiva soprattutto gli sguardi schifati delle altre donne presenti nella sala, occhiatacce di odio ma soprattutto di invidia per quel corpo splendido che poco lasciava all’immaginazione e che richiamava le attenzioni di tutti i maschietti. Si sentiva sexy, una dea ammirata e voluta da tutti: chissà quanti cazzi aveva fatto alzare in quel momento! Ad ogni passo il vestito tendeva a risalire e a scoprire il sedere sodo, e lei prontamente lo riportava al suo posto; ma dopo i primi metri, decise di lasciar perdere e di lasciare che tutti potessero godere dello spettacolo; arrivò al tavolo con la parte inferiore del culo completamente in mostra. Si risistemò e si accomodò nella sedia offerta galantemente dal marito, che a sua volta si affrettò a prendere posto davanti a lei.

“Amore tutti ti stanno fissando, sei fantastica, sono proprio fortunato ad essere qui con te!”

“Tesoro mi hanno guardata tutti, con questo mini vestito continua a scoprirsi il sedere, mi sa che alcuni l’hanno notato, spero solo non si siano accorti che non porto le mutandine!!”

“Tranquilla amore nessuno si sarà accorto di questo!’ (mentiva, sapeva che occhi attenti avevano notato subito quella mancanza, ma non voleva mettere troppo in imbarazzo Lucia) ‘ tutti si sono girati solo per la tua bellezza!”

Nel frattempo arrivò il cameriere (circa ventenne) per portare il menù. Il giovane non riusciva a staccare gli occhi dalle tette compresse verso l’alto dal push up e Lorenzo lo notò subito. Chiese quindi al ragazzo di portare un prosecco molto costoso per iniziare (tanto i soldi erano di Riccardo), e quando se ne fu andato per provvedere all’ordine, fece notare a Lucia le attenzioni del giovane:

“Amore, il cameriere praticamente ha avuto un’erezione guardandoti le tette ahahahah, non riusciva a staccare gli occhi dalle tue bombe, effettivamente sembra che stiano per esplodere!!”

“Non l’avevo notato” rispose falsamente lei “ma non essere geloso amore, &egrave solo un ragazzo con gli ormoni impazziti!”

“Tranquilla non sono geloso, anzi mi piace che tutti possano vedere quanto sei bella! Ci pensi che il cameriere stasera quando tornerà a casa potrebbe segarsi pensando a te??”

“Ma amore non essere volgare! Potrei essere sua madre!”

“Che c’&egrave di male? Sei ancora una donna molto attraente, &egrave normale che anche i giovani ti guardino con interesse! Ma mi dispiace per lui, non ha visto praticamente niente!”

“Per fortuna, già ho mostrato il sedere a mezzo locale, spero che almeno il cameriere non si sia fatto strane idee!!”

“Però Lucia non mi sembra giusto, mi fa pena quel povero ragazzo che si &egrave eccitato per cosi poco! Dovrebbe poter vedere qualcosa in più, non credi?”

“Cosa vuoi dire??”

“Dico solo che alla sua età avrei dato qualsiasi cosa per vedere dal vivo delle tette di una donna più grande, e penso che tu ora potresti accontentare quel povero ragazzo!”

“Ma sei impazzito??”

“No, ma penso che a te non costerebbe nulla mostrare un pò di più il seno per fare contento quel giovanotto! &egrave sicuramente maggiorenne, non ci sarebbe nulla di male!”

“Riccardo non puoi parlare seriamente!! Ma cosa ti sta succedendo??”

“Amore stasera ho voglia di mostrare al mondo quanto sono fortunato ad avere una donna come te al mio fianco, ti ho fatta vestire super sexy perché tutti potessero apprezzare le tue forme,e mi sembra che questo non ti dispiaccia. Mi piace vedere gli sguardi della gente su di te, sapere che tutti ti vorrebbero ma che in realtà sei solo mia. Alla fine questo &egrave un gioco, non dirmi che non ti eccita l’idea di mostrare le tette ad uno sconosciuto e di immaginare il suo cazzo gonfiarsi nelle mutande. A me invece eccita l’idea che mia moglie si comporti da zoccola. Non ti piacerebbe questa situazione? Non può succedere nulla di male!”

“Beh’. a dire la verità la cosa mi intriga, ma se qualcuno mi vedesse? Che figura ci farei??”

“Non ti vedrà nessuno, siamo abbastanza isolati da occhi indiscreti! Facciamo così, quando il cameriere torna con il vino chiederò se possiamo ordinare, e mentre guardo il menù tu richiamerai la sua attenzione con uno sguardo sensuale e ti abbasserai il vestito quel tanto che basta a far uscire le tette, anche i capezzoli ovviamente! E poi…. oh cazzo ecco che ritorna, mi raccomando Lucia non deludermi!”

Il cameriere tornò con i 2 bicchieri di prosecco, e giunto al tavolo non poté fare a meno di fissare nuovamente gli abbondanti seni di Lucia. Lorenzo se ne accorse e richiamò l’attenzione del ragazzo chiedendo di poter ordinare. Mentre Lorenzo guardava con aria indecisa il menù, Lucia eccitata da morire decise che era arrivato il momento di agire: richiamò l’attenzione del cameriere accarezzandolo sul braccio, e appena lui si girò per guardarla, lei si abbassò di colpo la parte superiore del vestito lasciando saltar fuori completamente le tette. Il ragazzo rimase a bocca aperta, fissando quel paradiso esterrefatto.

Lorenzo soddisfatto, avendo assistito alla scena con la coda dell’occhio ma facendo finta di non essersi accorto di nulla iniziò a dettare al cameriere i piatti scelti sia per lui che per la moglie. Il giovane si ridestò immediatamente, per cercare di non farsi scoprire dal marito, ma mentre scriveva sul taccuino, il suo sguardo continuava a cadere sui bei seni (non enormi ma sodi) di Lucia. Erano perfetti, con i capezzoli turgidi che svettavano partendo dal centro delle areole, perfettamente proporzionate rispetto alla rotondità del seno. Si perse per qualche secondo, intontito dall’eccitazione, e Lorenzo, accorgendosi di ciò, provò ad approfittare della situazione:

“Mi scusi ha capito cosa le ho chiesto?”

Il cameriere tornò alla realtà e balbettò: “M-mi scusi signore, mi ero distratto un attimo, cosa desidera?”

“Ci potrebbe gentilmente portare una bottiglia di vino rosso?”

“Certo signore, qualche preferenza?” cercò di comportarsi con normalità, sperando che l’uomo non si fosse accorto di niente, avendo ancora il menù aperto davanti agli occhi.

“Non saprei…. amore tu cosa prefer… Mah Lucia, che cazzo stai facendo?”

Aveva approfittato di questo pretesto per abbassare il menù di scatto e rivolgere una domanda alla moglie, trovandola ovviamente con le poppe di fuori.

“Perché hai le tette di fuori??” Cercò di sembrare il più incazzato possibile, mantenendo comunque un tono di voce basso per non farsi sentire dalle altre persone.

“Mah amore, tu volevi….” cercò di difendersi Lucia rossa in volto, super imbarazzata dalla situazione che si stava creando, ma venne interrotta bruscamente dal marito.

“Niente mah, stavi facendo la troia con il cameriere mentre sei a cena con me, ma non ti vergogni? Cosa dovrei pensare?? Con le tette al vento mentre un ragazzo ti guarda, con tuo marito a pochi centimetri da te!!”

“Mi scusi signore, le giuro che io non ho fatto niente! Vado in cucina a portare il vostro ordine cosi potete risolvere tra di voi” cercò goffamente di divincolarsi il giovane.

“Lei non va da nessuna parte! Stava guardando le tette di mia moglie, ora ho capito perché era distratto!! Lei &egrave un porco!”

“Mi scusi signore, ho puntato lo sguardo e ho visto questo, non ho potuto non guardare, le chiedo scusa ma io non c’entro niente” cercò di giustificarsi impaurito.

“Ah allora le hai guardate!! Ma’.. dimmi la verità, ti piacciono?”

“Beh…. c-certo signore, sono molto belle, sua moglie &egrave una donna stupenda, ho accidentalmente puntato lo sguardo e…”

“Tranquillo giovanotto capisco che non &egrave colpa tua, anzi scusa se ho alzato la voce ma capisci che questa situazione mi ha sorpreso! Devi perdonare la mia consorte, ma ultimamente ha questi atteggiamenti irrefrenabili da maiala esibizionista che mi mettono a disagio e non so come reagire, ti prego di perdonarla”

“Riccardo che cosa stai dicendo, non puoi trattarmi così!” disse offesa Lucia; il marito le aveva appena dato della puttana, e questo era inaccettabile! Anche se doveva ammettere che la situazione iniziava ad intrigarla, sorprendentemente iniziava a bagnarsi…. e in tutto questo, non si era ancora alzata il vestito, e le tette erano ancora nude sotto gli occhi del cameriere.

“Lucia con te facciamo i conti più tardi! Guarda in che situazione mi hai messo, non so più cosa fare con te! Il ragazzo sarà estremamente a disagio dopo questo fatto! Chiedi immediatamente scusa!”

“Mah io non…”

“Amore chiedi scusa e la chiudiamo qui”

Rassegnata, Lucia si scusò: “Scusami tanto per averti messo in imbarazzo, non so cosa mi sia successo!”

“Si figuri signora, non &egrave successo niente, mi scuso io per aver guardato, ma non potevo farne a meno! Lei &egrave molto bella” il ragazzo aveva capito che sotto sotto c’era qualcosa e, accertato che il marito non era incazzato con lui, si tranquillizzò, facendosi trasportare dalla situazione.

“Lucia, questo ragazzo &egrave stato gentile e comprensivo nonostante la situazione scomoda in cui l’hai messo, penso che oltre alle scuse meriterebbe anche altro”

“Cio&egrave???” Lucia era estremamente a disagio, ma al contempo si stava bagnando sempre di più. Riccardo quel giorno si stava comportando in modo disgustoso, come non aveva mai fatto prima. Lei avrebbe potuto andarsene indignata anche subito, ma tutto ciò si stava rivelando veramente troppo intrigante ed eccitante. E voleva provare a spingersi oltre, per accontentare i capricci perversi del marito.

“Non saprei Amore…. magari visto che hai ancora il seno scoperto, e il ragazzo mi sembra ancora attratto da questo, potresti per esempio farglielo toccare un pò! Scusa, qual &egrave il tuo nome?”

“Francesco!” rispose subito il ragazzo; ormai non riusciva più a trattenere l’eccitazione.

“Francesco, se mia moglie Lucia non ha niente in contrario, per ripagarti del disturbo troverei equo che tu possa dare una strizzatina alle sue tette!”

“Penso sia un buon compromesso!” rispose lui, con il cazzo che ormai era diventato di marmo.

“Perfetto siamo arrivati ad un accordo! Lucia hai qualcosa in contrario?”

Lucia era rossa in viso, stava per farsi palpare davanti al marito da un cameriere poco più grande di sua figlia. Ma ormai non poteva fermarsi.

“N-no, direi che si può fare”

“Molto bene, allora chiedi gentilmente a Francesco di strizzare le tue tettone da vacca!” ormai anche Lorenzo non capiva più niente, si stava facendo trasportare unicamente dall’eccitazione del momento. Sapeva che forse stava esagerando, spingendo Lucia in una situazione altamente perversa e degradante, ma lei incredibilmente non si stava ribellando e non osava contraddirlo. Il gioco poteva quindi continuare.

“Francesco, potresti cortesemente strizzare le mie tettone da vacca?” disse lei con un filo di voce.

Il cameriere si guardò intorno per essere sicuro di non essere visto: essendo il tavolo posizionato in un angolo della sala, era abbastanza sicuro di essere lontano da occhi indiscreti. Si avvicinò quindi un pò di più alla donna, e cercando di mantenere una postura il più naturale possibile, iniziò a toccarle il seno. Iniziò accarezzandolo dolcemente ma poi, preso coraggio, iniziò a strizzarlo quanto più forte poteva; usando solo la mano destra per non farsi vedere, palpò energicamente prima l’uno e poi l’altro, soffermandosi a tirare e pizzicare i capezzoli della troia. Ormai il cazzo gli faceva male da quanto gonfio era. Decise di smettere solo dopo qualche decina di secondi preoccupandosi di poter essere scoperto da qualcuno per quella prolungata vicinanza.

“Francesco ti ringrazio e ci scusiamo ancora per la situazione che si &egrave creata, veramente non volevamo metterti così a disagio!”

“Nessun problema signori, quando volete sono a disposizione!” disse raggiante il ragazzo!

La cena continuò poi tranquillamente, mangiarono molto bene e nel corso della serata Lorenzo tornò a comportarsi normalmente (calandosi alla perfezione nella parte di Riccardo), parlando animatamente con la moglie del più e del meno, e trascorrendo una piacevolissima serata. Lucia era simpatica e intelligente, oltre ad essere molto porca (come aveva scoperto durante la giornata). Quando fu ora di alzarsi per pagare, furono raggiunti da Francesco, pronto a spreparare il tavolo, e mentre Lucia si stava risistemando il vestito prima di iniziare la passerella verso la cassa, sentì la mano del cameriere sul suo culo. Compiaciuta per quella ulteriore attenzione si girò, salutandolo con un occhiolino: di sicuro il giovane quella notte si sarebbe segato pensando a lei. Lorenzo pagò il conto, e abbracciati si incamminarono verso l’uscita, con gli occhi di tutti puntati nuovamente sul fondoschiena lasciato quasi totalmente scoperto dal vestito che, ancora una volta, era risalito per la felicità dei presenti.

CONTINUA
Riccardo era estremamente soddisfatto di se stesso, quella prima giornata nel corpo dell’amico Lorenzo era stata incredibile.

Aveva concesso a Kristina di farsi un bel bagno per cercare di lenire i lividi provocati dalla frusta. Lui invece era sdraiato nel divano, ancora nudo, intento a giocare con il cellulare. L’aveva preso con l’intenzione di chiamare Lorenzo e aggiornarlo sugli ultimi avvenimenti, e viceversa farsi raccontare che cosa avesse combinato lui con il suo corpo: di sicuro, conoscendo bene la moglie Lucia, Lorenzo non aveva concluso un bel niente, e questo incredibilmente lo faceva sentire in colpa. Lui aveva sfogato le sue voglie sulla fidanzata dell’amico, trattandola come una troia, mentre la trasgressione maggiore per Lucia era quella di concedersi un bicchiere di vino in più al ristorante. Di sicuro era andata meglio a lui che a Lorenzo!
Dalla mattina però non si erano più sentiti, era curioso di sapere, ma non se la sentiva di raccontare all’amico che cosa aveva fatto con la sua ragazza, quindi cercava di temporeggiare nella speranza che fosse Lorenzo il primo a chiamare e a raccontare la propria giornata, per poi decidere cosa dire e cosa invece nascondere all’amico.

Ma la chiamata non arrivò, e sentendo Kristina uscire dal bagno, decise di lasciar perdere il cellulare e dedicarsi ad un’altra sua perversione, sognata per anni senza mai aver avuto l’opportunità di poterla realizzare concretamente. Quando Kristina tornò in bagno per asciugarsi i capelli, Riccardo corse in camera ed iniziò a frugare freneticamente nell’armadio per cercare tutto il necessario per il nuovo “gioco” che aveva in mente.

Kristina uscì dal bagno e si ritrovò il fidanzato seduto sul loro letto matrimoniale. Indossava ancora l’accappatoio, ma sotto naturalmente era completamente nuda.

“Tesoro spogliati subito!”

Kristina non se lo fece ripetere due volte ed eseguì subito l’ordine; avendo ancora le tette doloranti non voleva subire un’ulteriore punizione quel giorno.

“Brava bella, oggi sei stata meravigliosa, mi sono divertito un sacco amore mio, e ne approfitto per chiederti scusa per le frustate, purtroppo mi sono lasciato trasportare dal momento e ho esagerato, spero di non averti fatto troppo male!”

“Tesoro figurati, mi sono eccitata tantissimo!!”

“Lo immaginavo!” ora ne aveva la totale certezza, si trovava davanti ad un troione senza limiti, capace di eccitarsi anche se sottoposta a dolori intensi. Ma non voleva più farle del male, per quella sera aveva altri piani.
“Kristina, tu faresti di tutto per soddisfarmi, vero?”

“Certo Tesoro, sai che sono sempre a tua completa disposizione! Hai voglia di scopare?” gli occhi le se illuminarono, pregustando già di essere duramente scopata prima di andare a dormire (quella sera infatti non doveva andare a lavorare al bar e voleva dedicarsi completamente al suo uomo).

“Non esattamente cucciola, per stasera vorrei che tu fossi…. la mia cagnetta ubbidiente!”

“Lorenzo, credo di non aver capito!” disse perplessa lei.

“Lo capirai subito, intanto mettiti giù a quattro zampe che ho preparato tutto il necessario!”

Diffidente si inginocchiò, appoggiando successivamente le mani a terra. Lorenzo, che aveva nascosto gli oggetti prescelti dietro la schiena, iniziò a travestirla per dare un senso al gioco.

Iniziò mettendole in testa un cerchietto dotato di orecchie triangolari allungate e legandole al collo un collare di pelle nera con aggancio per il guinzaglio. La fece successivamente girare per dare il tocco finale: tra i tanti plug anali della collezione aveva infatti scelto quello dotato di coda pelosa, morbida e lunga. A secco, infilò il plug nel culo senza troppa difficoltà. Dotata di coda, Kristina aveva l’aspetto di una perfetta sexy cagna. Soddisfatto per come l’aveva conciata, volle subito testare l’ubbidienza della cagnetta: “Scodinzola!!” ordinò in modo autoritario; Kristina divertita, iniziò a muovere il culo a destra e a sinistra, facendo muovere la lunga coda pelosa come se stesse veramente scodinzolando.

Sorridendo compiaciuto, avanzò un’altra richiesta: “Brava cagnolina, ora voglio sentirti abbaiare e quando non lo fai devi tenere la lingua a penzoloni e ansimare!”

“Bau bau, bau bau, bau bau bau” Kristina si era calata perfettamente nella parte.

Riccardo iniziò quindi ad accarezzarla come se si trovasse davanti ad un cane vero, concentrando le sue attenzioni sul culo e sulle tette della ragazza a quattro zampe. Kristina ansimava tenendo la lingua di fuori, abbaiando di tanto in tanto quando le carezze cessavano. Riccardo decise di rivolgere le sue attenzioni alla figa della ragazza, dalla quale poté felicemente constatare che interpretare il ruolo di cagna aveva fatto bagnare ancora una volta la ragazza. Infilò due dita nella fessura masturbandola per un pò, e quando le tolse le porse davanti al viso di Kristina, che le ripulì completamente leccando i suoi stessi umori.

“Sei proprio una brava cagnolina, ti sei meritata una bella passeggiata!”

Prese quindi il guinzaglio e lo agganciò al collare di lei, iniziando a tirarla verso il salotto; lei da brava iniziò a seguirlo a quattro zampe fino alla porta d’entrata, che dava direttamente sul giardino.

Kristina pensò che il gioco fosse finito li, in quanto non sarebbero potuti uscire nel giardino, che dava diretto sulla strada e confinava con le case dei vicini. Il rischio di essere vista da qualche passante o dai vicini stessi era troppo alto dato che, pur essendo buio, strada e parte del prato erano sufficientemente illuminati dai numerosi lampioni.

Arrivati davanti alla porta però il ragazzo appoggiò la mano alla maniglia pronto ad aprirla; Kristina spaventata non esitò a protestare: “Lorenzo tieni chiusa la porta che qualcuno potrebbe vederci!”

Ma appena finì la frase le arrivò un dolorosissimo schiaffo sulla chiappa destra.

“Ti sei già dimenticata di essere solo una cagna? Devi limitarti a camminare a quattro zampe, scodinzolare, abbaiare e fare quello che il tuo padrone ti ordina, senza lamentarti altrimenti subirai delle dolorose punizioni! Ci siamo capiti?”

“Bau bau bau” abbaiò Kristina per rispondere: nonostante fosse preoccupata aveva ricevuto forte e chiaro il messaggio.

“Brava così ti voglio, sottomessa e ubbidiente” disse dolcemente accarezzandole il sedere che poco prima aveva sculacciato. Aprì successivamente la porta di colpo, sporgendo fuori la testa per assicurarsi che non ci fossero spettatori indesiderati.
Non notando particolari presenze, tirò Kristina per il guinzaglio verso il piccolo portico. Uscita timorosa, anche lei si guardò intorno ma fortunatamente non vide nessuno.

Riccardo si avvicinò e slacciò il guinzaglio. “Ti va di giocare un po’??” Disse maliziosamente estraendo un grosso dildo di colore rosa dalla tasca.

Kristina non capì subito le sue reali intenzioni, ma non se la sentì di protestare ancora e rispose solo con un timido “bau bau bau!”; probabilmente il suo ragazzo voleva farle leccare il dildo li sul portico, così da provare l’eccitante brivido derivante dal fatto di poter essere visti da qualche passante; ma fortunatamente erano abbastanza lontani dalla strada e li sotto l’illuminazione era talmente debole che anche se un vicino fosse uscito nel giardino adiacente probabilmente non sarebbe riuscito a vedere niente.

Ma Lorenzo ancora una volta la sorprese, lanciando il dildo verso il cancelletto che dava direttamente sulla strada. “Vai a prenderlo e riportamelo indietro, da brava cagnetta!” disse divertito lui. Ma quella zona era praticamente illuminata a giorno, se si fosse spinta fino a la tutti avrebbero potuta vederla, nuda, con il collare, a quattro zampe e con una coda pelosa infilata nel buco del culo.

Guardò titubante Lorenzo sperando che fosse uno scherzo, rimanendo immobile. Lui seccato da questo comportamento disobbediente si piegò sulle ginocchia e con una mano iniziò a stringerle forte tra le dita il seno, ancora molto dolorante per le frustate ricevute poco prima.

Il dolore era tremendo, ma lei era consapevole che doveva stare ferma e subire. Riccardo mollò quindi la presa sperando che il messaggio fosse stato percepito chiaramente. Kristina non aveva scelta. Iniziò a gattonare lentamente continuando a guardarsi intorno; abbastanza sicura che non ci fosse nessuno, iniziò a muoversi più velocemente, per far finire quella umiliazione il prima possibile. Arrivò rapidamente fino al dildo caduto vicino ad un cespuglio, stava per prenderlo con le mani ma si ricordò subito che essendo un cane poteva usare solo la bocca. Cercò di prenderlo così ma era troppo grosso e faceva fatica a tirarlo su con le labbra; dopo vari tentativi, riuscì a mordere una delle due estremità e tornò di corsa ai piedi del padrone, dove lasciò cadere l’oggetto e iniziò ad ansimare e scodinzolare soddisfatta come una brava cagnetta.

Ma lo sguardo del compagno, malizioso e divertito allo stesso tempo, non era rivolto verso di lei; girò la testa nella stessa direzione e le si gelò il sangue all’istante; lateralmente, nel giardino confinante al loro, a pochi metri dal punto in cui aveva raccolto il dildo, poteva distinguere chiaramente la figura del vecchio vicino, che guardava incredulo nella loro direzione.

“Salve vicino!” esclamò Lorenzo: se la speranza di non essere stati notati era bassissima, ora era veramente nulla!

“Salve signor Lorenzo, ma che state facendo??”

“é una bella serata, ho deciso di portare fuori a giocare un po’ la mia bella cagnolina!”

L’anziano allora capì all’istante che cosa stava succedendo, e la sua espressione perplessa si trasformò subito in un ampio sorriso malizioso.
“Eh fa bene, si annoiano così tanto in appartamento, e non vedono l’ora di uscire all’aria aperta appena possibile, sono dei giocherelloni, ho visto con che foga ha recuperato il grosso…. osso che le ha lanciato! Ma mi dica, &egrave aggressiva o posso accarezzarla?”

“Ma si figuri, &egrave docile e affettuosa, una vera coccolona! Aspetti che gliela porto vicino!”

Kristina non poteva crederci. Che cosa aveva in mente il fidanzato?? Si vergognava per come era conciata, con una lunga coda piantata nel sedere, a quattro zampe, e aveva appena portato in bocca un grosso cazzo di gomma fino ai piedi del compagno. E il vecchio vicino di 60 anni aveva visto tutto!
Sentì che Lorenzo iniziava a tirarla per il guinzaglio; cercò allora di porre resistenza.
Per l’umiliazione ormai non poteva farci niente, purtroppo era stata vista, ma non voleva assolutamente essere toccata da quell’uomo: piuttosto avrebbe subito una severa punizione da Lorenzo.

“Dai bella che hai? Non vuoi conoscere il signore?”

L’anziano allora si allontanò di qualche metro per entrare nel capanno degli attrezzi li vicino, uscendone dopo alcuni secondi con una ciotola.
“Come si chiama la cagnetta?”

“Può chiamarla come desidera, ma cagna per ora &egrave il nome che le si addice di più!”

“Cagna, guarda qui’ disse il vecchio indicando la ciotola: ‘Hai sete?’ e dopo averle fatto questa domanda, sputò abbondantemente dentro il contenitore, tornando poi a guardarla beffardo.

“Lei &egrave molto gentile, sono convinto che dopo tutto questo movimento sia un pò assetata!” Esclamò Riccardo, continuando a tirare sempre più forte il guinzaglio. Non sapeva chi fosse quell’uomo; non si era accorto della sua presenza ma ormai era troppo tardi, erano stati scoperti e lui aveva visto tutto.
Doveva essere solo un gioco innocente reso più interessante dalla paura di poter essere visti, ed era successo proprio quello. Senza sapere cosa fare, decise di continuare a giocare. Lui era eccitatissimo per la situazione che si era creata, mentre Kristina mostrava una feroce resistenza, cercando in tutti i modi di resistere al tiro del guinzaglio. Era piantata a terra. Riccardo iniziò allora a tirare più forte, così forte che quasi le tolse il respiro per alcuni secondi. Ormai aveva deciso di umiliarla completamente e pur di portarla dal vecchio l’avrebbe trascinata di peso.

Per evitare di farsi strozzare dal collare, Kristina dopo l’iniziale resistenza decise di assecondare il suo uomo. Doveva obbedire, altrimenti non osava pensare alle conseguenze! Non che il compagno fosse cattivo o violento al di fuori delle varie fantasie sessuali, ma lei aveva tremendamente paura di perderlo: per questo cercava di accontentarlo in tutto e per tutto, e neanche quella volta poteva deluderlo. Decise allora di dirigersi verso il vicino di sua spontanea volontà: a 4 zampe, raggiunse la bassa recinzione tenendo sempre la testa bassa.

“Che splendido esemplare!” disse il signore iniziando ad accarezzarle la testa! Si affrettò poi a prendere la ciotola per cani e a porgerla davanti al viso di Kristina: “Guarda così ti do, non sei felice?”

Era disgustoso.

“Lecca cagna” si sentì ordinare da Lorenzo. Allora lei diffidente, alzò la testa e si avvicinò riluttante al recipiente, tenuto ancora in mano dal vicino.

Aprì la bocca disgustata, e con grande forza di volontà riuscì a toccare con la punta della lingua la saliva del vecchio. Ma si rese subito conto che quello che stava facendo era rivoltante, e così ritrasse la testa per il disgusto.

Guardò disperata verso il fidanzato, ma lui con un cenno le indicò il liquido nella ciotola. Completamente rassegnata, si rituffò schifata sullo sputo e con uno sforzo enorme lo leccò tutto in pochi secondi; cercò di ingoiare all’istante sperando che quell’umiliazione finisse presto.
Mandò giù a fatica e riuscì anche a trattenere un conato di vomito, ma fu in quel momento che sentì la mano ruvida del vecchio porco che iniziava a toccarla; cominciò dalla schiena, ma si spostò subito verso il culo, iniziando a palparlo con foga e dandogli una sculacciata di tanto in tanto. Poi decise di dedicarsi alle grosse tettone della giovane, palpandole e strizzando i capezzoli come se volesse mungerla. A Kristina le tette facevano ancora malissimo, ma strinse i denti e continuò a subire sperando che quella situazione finisse al più presto.

Dopo aver abusato anche delle tettone, il vicino si sporse in avanti puntando alla figa. Kristina ebbe un sussulto quando sentì le dita rugose strofinare energeticamente la fessura, scoprendosi incredibilmente umida nonostante l’imbarazzante situazione. Le dita iniziarono ad intrufolarsi dentro e lei cominciò a provare piacere, ma il disgusto era ancora troppo forte. Iniziò allora ad abbaiare per far sapere al fidanzato che non ne poteva veramente più, sperando di ottenere da lui un po’ di clemenza. Il vecchio a malincuore tolse la mano dalla vagina, ma guardò divertito quella grandissima figa a quattro zampe che abbaiava.

“Brava cagnetta sei stata brava! Signor Lorenzo la ringrazio per avermela fatta accarezzare, spero che nei prossimi giorni ci sia la possibilità di replicare, o in caso potrebbe lasciarmela qualche ora per portarla a fare una passeggiata! Sa, essendo pensionato ho un sacco di tempo libero!”

“La ringrazio, sarebbe molto gentile a prendersene cura ogni tanto, magari potrebbe giocarci un pò, portarla a fare i bisogni… sa io sono spesso impegnato e non ho molto tempo da dedicarle purtroppo! Ma ora &egrave tardi, meglio andare a dormire! La ringrazio per averla dissetata, ci si vede presto! Cagna ringrazia il signore per le attenzioni che ti ha dedicato!”

Kristina iniziò ad ansimare e a scodinzolare per dimostrare la falsa riconoscenza al vecchio porco, che le porse la mano con cui l’aveva masturbata poco prima; capì subito cosa doveva fare per farla finita, quindi iniziò a leccare i suoi stessi umori per la felicità del vecchio. Ripulite le dita, si sentì tirare dal guinzaglio e con Lorenzo ritornò gattonando a testa bassa verso la porta di casa. Appena la porta fu chiusa alle loro spalle, si sentì alzare e sbattere verso il divano a pancia in su dal fidanzato, che si slacciò i pantaloni all’istante e glielo infilò in figa con un colpo secco. Probabilmente la situazione in cui si erano imbattuti l’aveva eccitato tantissimo. Lei si lasciò finalmente andare e si fece scopare come raramente era successo prima. Eccitati dalle vicende della giornata, vennero entrambi praticamente nello stesso momento.
Soddisfatto Riccardo diede un lungo bacio a Kristina: il pensiero della saliva del vecchio che la ragazza aveva appena leccato era nauseante, ma in quel momento non gliene importava niente; lei si era comportata da vera puttana, accontentando tutte le sue fantasie, e lui ne era rimasto piacevolmente stupito e soddisfatto. Le tolse il collare e il cerchietto ma lasciò il plug nel culo, la ribaciò, la prese tra le braccia e la portò fino alla camera da letto. Avrebbe voluto darle un’ultima botta, ma era esausto. Si addormentò abbracciato alla ragazza, pregando di potersi risvegliare anche la mattina seguente nel corpo di Lorenzo, e non nella sua noiosa e monotona vita, che ormai gli sembrava non essere mai stata veramente la sua.

CONTINUA
Usciti dal ristorante, Lucia e Lorenzo sembravano una bella coppia felice; pareva tutto normale, se non fosse stato per l’abbigliamento sconcio della donna. Ormai aveva rinunciato a rimettere continuamente apposto la corta gonna del tubino, e il culo era quasi totalmente scoperto. Anche le tette non erano completamente coperte dal vestito; aveva avuto tutto il tempo per rimetterle correttamente al loro posto dopo gli spinti palpeggiamenti del cameriere, ma in quel momento voleva continuare a sentirsi troia, e il reggiseno (che copriva a malapena i capezzoli, ancora turgidi per l’eccitazione) sporgeva abbondantemente dall’orlo superiore del mini abito.

Nel parcheggio sembrava non esserci anima viva.
Lorenzo era contentissimo per l’esperienza appena vissuta: il far esibire così tanto Lucia l’aveva fatto eccitare da morire. Il pensiero delle giovani mani del cameriere sulle tette della “moglie” contribuì a fargli diventare il cazzo ancora più duro. Abbassò una mano e pizzicò il culo della donna, la sua donna.

“Sei stata brava stasera, mi &egrave piaciuto molto come ti sei comportata!! Dimmi la verità, questa situazione ti ha fatto eccitare?”
Per rispondere a questa domanda, Lucia ormai totalmente disinibita, prese la mano del marito e se la portò sulla figa, che in assenza di mutandine era totalmente accessibile.

“Sei un lago amore” disse infilando due dita dentro la fessura bagnatissima. Fu in quel momento che decise di non far finire in quel modo la serata; Lucia era calda, e lui si era eccitato come non mai a vedere quella falsa santarellina nelle mani di un ragazzino voglioso. Voleva che quella situazione si ripetesse subito, magari in modo ancora più spinto. E sapeva benissimo dove andare.

Fece salire di corsa la mogliettina dell’amico nel costoso macchinone, e partì sgommando verso un luogo a Lucia ancora sconosciuto.

“Amore, ma casa nostra si trova nella direzione opposta! Dove stiamo andando??”

“Tesoro non preoccuparti, stiamo andando a divertirci! Non vuoi continuare la serata e finire in bellezza??”

“Certo che voglio divertirmi, ma dopo quello che &egrave successo al ristorante non ti nascondo che sono un pò preoccupata…. e che intendi per finire in bellezza??”

“Ti fidi del tuo maritino? Non devi preoccuparti, sarà divertente e… eccitante!”

“Riccardo… non esagerare ti prego” probabilmente aveva capito benissimo che sarebbe stata catapultata in un’altra situazione imbarazzante e per questo provava un pò di disagio, ma allo stesso tempo il fantasticare sulle nuove perversioni che aveva in mente il marito la fece bagnare ancora di più, tant’&egrave che si ritrovò costretta ad iniziare a toccarsi la figa per dare sfogo a quella irrefrenabile eccitazione.

Lorenzo lo notò subito, e in quell’istante si ricordò dell’oggetto che si trovava ancora nella tasca interna della giacca. Estrasse frettolosamente il plug con ventosa che aveva trovato in camera della figlia, e lo porse alla donna.

“Fissalo al sedile e infilalo nel culo, fai su e giù ma intanto continua a toccarti la figa!”

Era un ordine, e Lucia, ormai totalmente succube al desiderio di godere, prese il plug, lo insalivò per bene, fece aderire la ventosa al sedile in pelle e poi ci si sedette sopra non senza poche difficoltà, dovute alle grosse dimensioni del plug.
Lentamente lo fece entrare tutto, e iniziò a fare su e giù a ritmo sempre più elevato, continuando a toccarsi freneticamente la figa. Era veramente una gran troia.

Continuò così per una decina di minuti, arrivando più di una volta al limite dell’orgasmo, che fu però obbligata a trattenere per volere del marito. Quando però si rese conto di dove era stata portata, si fermò di colpo. La macchina si era fermata nel parcheggio di una famosa discoteca ,una delle più grandi della città, frequentata principalmente da ragazzi trai 20 e i 25 anni.

“Tesoro cosa ci facciamo qui? Ci vengono i ragazzini!”

“Lucia, non hai voglia di sentirti ancora giovane? E poi mi sembra che con i “ragazzini” tu ci sappia fare! Con il cameriere almeno ti sei rapportata bene!”

“Ma non dire stupidaggini! Qui dentro potrebbe esserci nostra figlia o qualche suo conoscente, cosa andiamo a fare dentro? Sarebbe imbarazzante!”

“Dovresti sapere benissimo cosa voglio, e io penso di sapere anche che cosa vuoi tu” disse abbassando lo sguardo; Lucia aveva ancora le dita che massaggiavano il clitoride e il plug infilato nel culo; “ti sei masturbata per tutto il tragitto pensando alla mani di quel giovane sulle tue tette, non negarlo!”

“Beh io….”

“E adesso potresti replicare, farti toccare da decine di mani sconosciute, in mezzo alla pista da ballo tra centinaia di persone che non ti riconosceranno assolutamente; non ti eccita l’idea?”

“Si ma… siamo troppo vecchi, non ci faranno entrare e…”

“Non preoccuparti che ci faranno entrare comunque!”

Lorenzo frequentava spesso quel locale alla ricerca di ragazze più giovani, e sapeva bene che i buttafuori non avrebbero mai lasciato fuori una bella donna svestita come Lucia.

Scesero dalla macchina e si incamminarono verso l’entrata; le forme generose di Lucia continuavano a saltare fuori dal vestito, e tutti i presenti nel parcheggio si girarono per ammirare quel culo sodo lasciato scoperto e quelle tettone trattenute solo da qualche striminzito centimetro di stoffa. Arrivati davanti ai buttafuori, non ci fu neanche mezzo secondo di titubanza da parte loro, e lasciarono passare la coppia senza problemi. Lucia era troppo sexy per non farla entrare. Una volta dentro al locale, Lorenzo accompagnò subito la moglie al bar e prese da bere un cocktail molto alcolico per entrambi, per abbassare ancora di più i freni inibitori.

Da uomo esperto, notava molti sguardi vogliosi dei ragazzi che passavano li vicino. Gli occhi cadevano sulla gonna rialzata e ovviamente sulle grosse bombe contenute a malapena nel push up. Decise dunque che era arrivato il momento: prese la moglie per mano ed insieme si tuffarono nell’enorme pista da ballo, piena zeppa di giovani arrapati.

Lorenzo, nonostante i suoi 38 anni, era un grande frequentatore di locali notturni. Ci andava spesso per divertirsi con gli amici, ma soprattutto per rimorchiare ragazze di 10/15 anni più giovani di lui. La maggior parte delle volte non succedeva nulla di serio, magari una slinguazzata in pista e qualche palpatina, ma in alcune fortunate occasioni riusciva a rimediare un pompino nel bagno della discoteca o una fugace scopata in macchina. Era cosi che aveva conosciuto Kristina: lei troieggiava nella pista da ballo, tette in vista e shorts minimali; lui attratto da tanta bellezza, le si avvicinò e iniziò a strusciare il cazzo da dietro, e dopo pochi minuti si ritrovarono a scopare nel parcheggio, con lei a novanta sul cofano dell’auto che godeva come una cagna in calore.
Ma adesso era tutto diverso: si ritrovava in un corpo abbastanza goffo e inappropiato per il genere di situazione, ma soprattutto non era li per rimorchiare, ma per far esibire la sua donna, farla mangiare con gli occhi da quei ragazzi vogliosi e prestanti, farla toccare ovunque da mani sconosciute e, perché no, lasciare a qualche fortunato il piacere di prendersi delle libertà in più!

Anche Lucia mi muoveva abbastanza goffamente; era chiaro che non frequentava quei luoghi da moltissimi anni, e naturalmente si sentiva un pò a disagio in mezzo a tutti quei ragazzi che avevano solo qualche anno in più rispetto alla figlia Francesca!

Ma nonostante fosse un pò impacciata, era comunque uno spettacolo: ballando il vestito le se era alzato ancora di più, si vedeva bene il culetto sodo, e gli occhi più esperti sicuramente si erano accorti che non portava le mutandine. Le tette ballonzolavano su e giù, e il vestito non riusciva a contenere tutta quella abbondanza.

Riccardo, passo dopo passo cercava di allontanarsi, per lasciare la moglie sola e indifesa , unica protagonista delle attenzioni dei ragazzi. E queste non tardarono ad arrivare; infatti, incuranti della presenza del presunto marito a pochi passi, due ragazzi di 25 anni circa si avvicinarono a Lucia, continuando a ballare con finta indifferenza a breve distanza da lei, ma facendosi sempre più vicini passo dopo passo, finché si ritrovarono praticamente a mezzo metro da lei. Lucia accorgendosi della presenza dei due giovani, ormai praticamente attaccati a lei, si ridestò immediatamente dalla trance in cui era stata condotta dalla musica alta e dall’alcol ingerito durante la serata, e cercò disperatamente il marito che aveva perso di vista. Aguzzando la vista, lo ritrovò seduto sui divanetti, con un ghigno malizioso stampato sul viso, che si godeva presumibilmente la moglie vestita da zoccola e osservata da tutti che metteva in mostra tutte le sue “qualità”.

Ma come ci era finita in quel posto? Si era fatta trascinare da quell’irrefrenabile eccitazione, ma aveva superato ogni limite, ballando scatenata al centro di una pista di una discoteca per ventenni, con il solo obbiettivo di mettersi in mostra e farsi guardare.

Si accorse che il vestito le era salito quasi dal tutto, aveva il culo fuori e probabilmente anche la figa era sufficientemente in mostra. Il seno ormai era coperto solo dal reggiseno, che sporgeva completamente dal vestito. Cercò di mettersi apposto all’istante, coprendosi il più possibile, e fece per dirigersi verso il marito per chiedergli di portarla subito a casa, ma in quel momento si vide sbarrare la strada da uno dei due ragazzi. Intraprendente, iniziò a ballarci davanti avvicinandosi sempre di più, mentre l’amico prese Lucia da dietro per i fianchi.

Intrappolata nella morsa dei due cercò lo sguardo del marito, in modo che si accorgesse della situazione e corresse a soccorrerla, ma il suo Riccardo continuava a guardarla divertito. Si accorse inoltre che teneva una mano tra le gambe, probabilmente si stava toccando il cazzo da sopra i pantaloni gustandosi la scena della moglie toccata dai ragazzini.

Era un porco. In quei giorni era cambiato tantissimo, le aveva fatto fare cose degradanti e umilianti ma, doveva ammetterlo, anche molto eccitanti. Però lei non era solo un oggetto per sfogare tutte le perversioni. Poteva comunque decidere se stare o meno al gioco, e in quella situazione si sentiva a disagio, il “divertimento” poteva finire li. Cercò di farsi strada, spostando il ragazzo che le si era piazzato davanti, ma quello dietro per tutta risposta la tirò verso di lui per i fianchi, a stretto contatto con il suo corpo. Fu allora che Lucia sentì tutta l’erezione del giovane. Cogliendola in un attimo di titubanza, il giovane la strinse ancora di più a se, iniziando a strusciarsi energeticamente a ritmo di musica contro il sedere della donna. Per tutta risposta, anche il ragazzo che le si era piazzato davanti si avvicinò a stretto contatto, facendole sentire che anche il suo cazzo era diventato durissimo nel vederla così sexy e troia.

Lei era estasiata nel sentire quelle grosse “attenzioni” nei suoi confronti, e la sua vagina iniziò di nuovo a bagnarsi.

Con la poca lucidità che le era rimasta, cercò di fare un ultimo, timido tentativo di divincolarsi, ma non ci riuscì. Si arrese quindi alla morsa in cui l’avevano costretta i 2 ragazzi. Quello davanti si fece coraggio e le passò una mano dietro alla schiena, tenendola così ancora più stretta a se; con l’altra mano iniziò ad accarezzarle le gambe nude, mentre con il rigonfiamento nei pantaloni dava qualche leggera strusciatina di tanto in tanto in prossimità della vagina, per il momento ancora coperta dalla gonna del vestito. Quello dietro era molto più arrapato, la teneva saldamente per i fianchi e con profondi movimenti di bacino andava a strusciarsi contro il culo di Lucia. Lei dopo un attimo iniziale di timidezza e preoccupazione, iniziò a farsi guidare in quella danza erotica, iniziando a muoversi sensualmente, con lo scopo di entrare ancora più in contatto con quei due cazzi duri. Vedendo che la donna ci stava, i due giovani decisero di prendere ancora di più l’iniziativa. Non capitava spesso di trovare una vacca come quella in un locale frequentato perlopiù da ventenni con la puzza sotto il naso. Di sicuro una bella donna come quella, sola, vestita in quel modo provocante all’interno di una discoteca per ragazzi, aveva ovviamente voglia di cazzi. E loro erano pronti a darglieli!

Quello dietro prese l’orlo del vestito e iniziò ad alzarlo lentamente. Lucia ovviamente se ne accorse, ma la sua figa era un lago e voleva vedere fin dove sarebbero stati capaci di spingersi. Il ragazzo, stupito nel vedere l’assenza di qualsiasi tipo di resistenza, continuò ad alzarle il vestito, fino a scoprirle totalmente il culo. Anche la reazione del ragazzo davanti non si fece attendere, e piano piano iniziò ad accarezzarle le cosce, salendo lentamente verso il centro del piacere. Anche davanti ovviamente il vestitino si era alzato, e nella strada verso la figa non trovò alcun ostacolo. Quando arrivò alla meta, si accorse subito del particolare piccante: l’assenza delle mutandine. Con uno sguardo cercò di informare l’amico della sua piacevole scoperta, ma nel vederne il sorriso famelico capì subito che anche lui aveva avuto il piacere di constatare quella mancanza.

Cercando di non dare troppo nell’occhio si strinsero ancora di più per proteggere i punti caldi da occhi indiscreti.

Lucia ad un certo punto sentì una mano accarezzarle la figa bagnatissima, ed un’altra palpeggiarle con foga animalesca il culo. Come ipnotizzata, li lasciò fare senza battere ciglio. I due allora decisero di non porsi limiti: uno iniziò a masturbarla in pista, l’altro con una mano iniziò a palparle le tette, e con l’altra si dedicò a massaggiarle il buchetto del culo, ancora abbastanza dilatato dopo l’uso del plug di qualche minuto prima.

Lorenzo da lontano cercava di capire cosa stesse succedendo: c’era tanta gente intorno, e le luci soffuse di certo non aiutavano a vedere bene le azioni dei giovani su Lucia. Era certo che le avessero alzato il vestito, perché aveva visto chiaramente il culo rotondo della “moglie” in bella vista, ma ora non riusciva più a vedere niente. Si alzò dalla poltroncina per andare a vedere più da vicino, ma fece in tempo a vedere solo i due ragazzi che stavano accompagnando Lucia verso il bagno tenendola per mano, senza che lei opponesse un minimo di resistenza. Che troia! pensò tra se e se. Si diresse quindi nella stessa direzione: non voleva perdere la scena di Lucia usata sessualmente da due ventenni per nulla al mondo!

CONTINUA
Lorenzo perse di vista il trio per qualche secondo, ma puntò abbastanza deciso verso il bagno degli uomini. Controllò tutte le porte, fino a trovarne una chiusa; appoggiò l’orecchio alla porta e nonostante la musica e il via vai continuo di gente, riuscì chiaramente a sentire la voce di uno dei due ragazzi:

“Allora puttana, cosa vogliamo fare? Vieni in questo locale a fare la troia, mezza nuda, senza mutande, ti fai toccare figa e culo, e adesso non vuoi scopare con noi?”

“Non &egrave che non voglio ragazzi, mi sono divertita e mi sono anche eccitata molto ma… voi siete troppo giovani, e fuori c’&egrave mio marito che mi aspetta! Non posso fare sesso con voi, lui si arrabbierebbe molto!”

“Ma che razza di uomo farebbe andare in giro la moglie vestita come le peggiore delle zoccole? In un locale come questo poi!! Deve essere un cornuto pervertito il tuo maritino!” ribatt&egrave il secondo ragazzo.

“Lui….. ragazzi la situazione ci &egrave sfuggita di mano, volevamo trasgredire un po’ dalla routine e non so come ci sono arrivata a questo punto… perdonatemi, ma ora devo proprio andare!”

Lorenzo sentì Lucia cercare di farsi largo tra i due giovani nello stretto bagno, ma venne subito bloccata:

“Ehi che fate??? Lasciatemi andare!!”

“Eh no troia, non penserai veramente di cavartela così, hai fatto la maiala tutto il tempo e come puoi vedere ci hai fatto diventare i cazzi di marmo, adesso come minimo devi aiutarci a risolvere questo problema!”

Sentì chiaramente il rumore di cinture slacciate e di zip scendere: i due stavano per farsi Lucia, ma lui non lo poteva permettere; dopotutto Lucia era sua, e solo lui poteva decidere a chi concederla.
Iniziò a battere forte il pugno sulla porta:

“Aprite bastardi o chiamo la sicurezza!!”

I due ragazzini, presi alla sprovvista e impauriti si bloccarono immediatamente, e cercando di mantenere un tono il più tranquillo possibile, uno dei due rispose: “E lei chi &egrave? Qui stiamo solo pisciando!”

“Non prendermi per il culo ragazzino, so che siete con mia moglie, aprite subito o vi denuncio per tentato stupro!!”

Completamente nel panico, aprirono di colpo la porta.
“Ci scusi signore, le giuro che non abbiamo fatto niente e non sapevamo che fosse sposata, non vogliamo causare problemi, ce ne andiamo subito!” disse con finta innocenza il tipo che qualche minuto prima stava strusciando il cazzo sul culo di Lucia.

“Siete dei maiali!!! Ma non avete visto che &egrave una signora per bene? Cosa vi eravate messi in testa??”

I due si guardarono con sguardo incredulo. Signora per bene?? Quella vacca si era fatta alzare il vestito, si era fatta toccare figa e buco del culo mentre sculettava in pista, e li aveva seguiti in bagno da vera puttana. Il marito era cieco o voleva semplicemente negare il fatto di essere sposato con una zoccola?
Stettero comunque al gioco per non creare ulteriori tensioni: “Ha ragione, non avremmo dovuto, &egrave solo che abbiamo alzato un po’ il gomito e ci siamo lasciati andare nel vedere una bella donna come sua moglie! Chiediamo scusa a entrambi per la situazione scomoda che si &egrave creata!”

Ora che aveva sotto controllo la situazione, Lorenzo poteva iniziare a giocare; entrò nel bagno e chiuse la porta alle sue spalle.

“Scuse accettate, non vi preoccupate effettivamente si &egrave creato un malinteso! Un’ultima cosa però, vi chiedo un favore prima di lasciarvi tornare alla festa!”

“Tutto quello che vuole signore!”

“Potreste gentilmente controllare se la fighetta della mia mogliettina &egrave bagnata?”

Silenzio.
“C…come scusi?” balbettarono imbarazzati.

“Vorrei sapere se mia moglie si &egrave bagnata! Perché se non lo &egrave vuol dire che siete due maniaci e volevate prenderla contro la sua volontà, invece se &egrave umida significa che questa brutta situazione che si &egrave creata &egrave solo colpa di mia moglie, che si eccita ad andare a caccia di cazzi più giovani e prestanti! Avanti su, risolvetemi questo dubbio, toccatele la figa!”

“Ne &egrave proprio sicuro signore??”

“Se non lo fate, vuol dire che sapete di essere dalla parte del torto, e non so se avrò la forza di perdonarvi!”

Ancora parecchio timorosi, i due si guardarono increduli. Dopo alcuni secondi, uno dei due si fece coraggio e passò l’indice tra le grandi labbra della vagina. In tutto questo Lucia era rimasta paralizzata e spiazzata: passata la paura per il maltrattamento subito dai ragazzi, era rimasta di sasso dopo aver sentito la richiesta del suo amato Riccardo. Ovviamente tutti sapevano che era bagnata fradicia, dopo gli eccitanti avvenimenti della serata.

Il ragazzo dopo aver penetrato superficialmente la figa, portò il dito davanti al volto di Lorenzo. Come immaginava, era visibilmente ricoperto di umori. Fece finta di essere stupito ed amareggiato; il gioco doveva continuare!
“Ma….amore allora stavi godendo nell’essere in compagnia di questi giovani! Sei veramente maiala! Non sapevo di aver sposato una troia!!”

“Mah amore…..io….”

“Niente mah!!! Fai eccitare i ragazzini perché sei una porca, e poi lasci che io me la prenda con loro?? Ora devi farti perdonare, non puoi fare la puttanella e poi lasciare i ragazzi a cazzo duro! Vero ragazzi??”

I due non sapevano più come reagire. Di certo era la serata più folle della loro vita!
“Ehhh effettivamente ci &egrave rimasto ancora duro, ma ce ne andiamo subito così potete risolvere tranquillamente tra di voi…”

“Non siate sciocchi! Mia moglie voleva fare la zoccola stasera? E allora sarà la vostra zoccola! Lucia, tocca i cazzi dei ragazzi e controlla se sono ancora duri, subito!”

Lucia era incredula. La situazione era ancora più umiliante di quella vissuta al ristorante, ma lei aveva un lago in mezzo alle gambe e voleva stare alle regole di quel gioco perverso voluto dal marito porco. Iniziò quindi a tastare i giovani peni da sopra i pantaloni, e con piacere li ritrovò ancora durissimi. Sapeva che erano duri grazie a lei, e questo la fece eccitare ancora di più.

“Sono ancora grossi e molto duri” rivelò al marito.

“E questo &egrave solo per colpa tua, che sei capace solo di far alzare i cazzi. Ora devi rimediare. Ragazzi &egrave a vostra disposizione, potete farvi fare una sega, una spagnola o un pompino, ma gli altri buchi per il momento appartengono a me! Un’unica regola da rispettare: quando arriverà il momento di venire, pretendo che la vostra sborra sia indirizzata sul viso e sulle tette della mia dolce mogliettina. E tu maiala ovviamente non potrai pulirti, ti voglio imbrattata di sperma per tutta la notte, come punizione per essere così troia.”

I due ragazzi rimasero a bocca aperta, ma dopo alcuni istanti di esitazione si calarono pantaloni e mutande facendo uscire due cazzi di tutto rispetto. Lucia, ipnotizzata da quei due grossi arnesi , si inginocchiò e iniziò a segarli con foga. Ma i ragazzi avevano già deciso come avrebbero usato la donna, e con decisione si avvicinarono alla sua bocca, che famelica accolse entrambe le enormi cappelle, iniziando a leccare e a succhiare come un’esperta pompinara. I due ragazzi non durarono molto, dopotutto la voglia di sborrare su quel troione era troppo forte. Dopo pochi minuti infatti indirizzarono i loro grossi cazzi pulsanti verso il viso sorridente e le tette di Lucia, riversandoci sopra una grossa quantità di calda sborra.

Ricoperta di sperma, si adoperò subito a ripulire le cappelle dei giovani, togliendo ogni residuo di liquido fino all’ultima goccia. Finito questo meticoloso lavoro di lingua, guardò Riccardo con espressione seducente, e ingoiò la poca sborra che era riuscita a prendere in bocca. Ormai non si sentiva più a disagio, era certa che il marito volesse vederla così, esibita, sottomessa e tanto tanto maiala.

I due con i cazzi finalmente scarichi, salutarono Lucia con una veloce palpata alle tette e al culo, ringraziarono Lorenzo, e ridendo se ne tornarono soddisfatti verso la pista da ballo.
Lorenzo guardò orgoglioso la “moglie” ricoperta di sborra.

Le porse la mano e la invitò ad andare a ballare, ribadendole nuovamente l’ordine di non ripulirsi. Con la luce soffusa del locale non si notavano gli abbondanti schizzi su viso e tette, ma entrambi erano molto eccitati per quello che era appena successo. Nella mezz’ora seguente, ci furono molte mani che si alternarono sul corpo della bella Lucia, ma stavolta Lorenzo non era più disposto a condividerla. Eccitatissimo, ad un certo punto la prese per mano, e la trascinò verso l’uscita.

In quell’istante, per un momento gli sembrò di vedere la figlia Francesca vestita super sexy guardare nella loro direzione con espressione sconvolta e schifata, ma non ci fece caso e tirò dritto; molto probabilmente si stava sbagliando, e il suo unico pensiero in quel momento era uscire al più presto dal locale.

Saliti in macchina, Lorenzo guidò per pochi kilometri fino ad un parcheggio isolato: qui infoiato come non mai, fece scendere Lucia e la mise a novanta sul cofano. Il vestito si era alzato nuovamente, e la sua figa era ben esposta. Con un colpo solo, le entrò completamente dentro; era un lago la maiala, e ripensando a tutti gli avvenimenti di quella splendida serata, iniziò a scoparla con foga, facendola urlare di piacere e venendole dentro dopo pochi minuti. Ormai Lucia si era sottomessa totalmente a lui, era diventata la sua troia. E nei giorni seguenti avrebbe messo in chiaro le cose: non gliene fregava niente di fare la parte del marito dolce e premuroso; voleva avere il pieno controllo su di lei, sul suo corpo, sulla sua vita. Sarebbe diventato il suo padrone, e lei la sua puttana ubbidiente.

CONTINUA Riccardo si svegliò stranamente contento come non gli accadeva da tempo; ci mise alcuni secondi per connettere, ma appena si ricordò della giornata precedente si alzò di scatto per andare a specchiarsi: la sua più grande preoccupazione era infatti quella di essersi risvegliato nel suo corpo, nella sua vita di sempre. La giornata precedente era stata stupenda ed eccitante, e non voleva assolutamente che quella particolare situazione avesse fine dopo così poco tempo!

Con enorme soddisfazione tirò un sospiro di sollievo: lo specchio rifletteva la figura statuaria di Lorenzo, e questo voleva dire che fortunatamente lo scambio non era ancora terminato. Si girò verso il letto e come si aspettava trovò la bellissima Kristina, ancora completamente nuda, con addosso solo il collare di pelle e il plug anale dotato di coda ancora nel culo. Ripensò alla serata precedente: era stata molto brava ad interpretare il ruolo della cagnetta, e il contrattempo con il vicino non aveva fatto altro che rendere ancora più eccitante la situazione. Sapeva che Kristina era una gran puttana, ma ora era la sua puttana, e poteva farne quello che voleva. Non doveva assolutamente porsi limiti, poteva dare sfogo a tutte le sue fantasie e una nuova giornata era appena iniziata! Decise quindi di non perdere tempo.

Si avvicinò e con decisione sculacciò il culo tondo e sodo della ragazza, che disorientata si svegliò di soprassalto.

“Buongiorno tesoro, dormito bene? Allora, per oggi ho molti progetti quindi non perdiamo tempo che si sta facendo tardi! Oggi voglio invitare un amico per pranzo, non voglio fare brutta figura, quindi cerca di impegnarti in cucina e prepara qualcosa di buono! E poii…….. cazzo vederti nuda me lo fa diventare sempre duro, succhiami il cazzo mentre ti parlo”

Kristina senza battere ciglio si avvicinò a Riccardo e iniziò a spompinarlo.

“Cazzo sei una pompinara nata, continua così! Comunque stavo dicendo: questo mio amico deve essere trattato bene oggi, e per questo pretendo da te il servizio completo; quindi oltre a cucinare, gradirei anche che ti occupassi anche di servire le varie portate, sarai la nostra cameriera”

“Certo nessun problema amore! Posso sapere chi &egrave il tuo amico?” chiese incuriosita Kristina interrompendo il pompino.

“Chi ti ha dato il permesso di smettere di succhiare??” domandò irritato Riccardo, che subito riavvicinò la cappella gonfia alla bocca della ragazza. “L’ospite comunque sarà una sorpresa, ti dico solo che già lo conosci e ci divertiremo molto entrambi in sua compagnia!… Cazzo come succhi bene, sto per venire!”

Kristina da brava porcona si fece sborrare in bocca e ingoiò subito dopo senza alcuna difficoltà.

“Grazie per il pompino, sei sempre eccezionale, ora corri a cambiarti che abbiamo poco tempo!”

“Cosa devo mettere tesoro? Jeans e maglietta vanno bene o vuoi qualcosa di più elegante?”

“Allora non ci siamo capiti, ti ho detto che dovrai farci da cameriera, ovviamente dovrai essere vestita da cameriera!”

“Ma amore io non….” in quel momento capì; Lorenzo voleva che indossasse il vestito da cameriera sexy che già avevano usato precedentemente durante i loro giochi sessuali di ruolo.
“Lorenzo sei impazzito?? Quel vestito, se così si può chiamare, non posso metterlo in presenza di altre persone! &egrave troppo volgare!”

“Kristina ormai ho deciso e non accetto rifiuti, oggi tu sarai la cameriera porca mia e del nostro ospite!”

“Ma quel vestito mi copre a malapena il seno e il culo &egrave quasi completamente scoperto, farei la figura della troia con questa persona che non so neanche chi sia, e se poi andasse a parlare in giro? Che figura ci farei?”

“Tranquilla, il nostro amico non si lamenterà di certo, e poi ti ricordo che ieri sera ti sei calata completamente nel ruolo della cagnetta, e ora mi stai dicendo che hai paura di apparire troia con ancora la coda infilata nel culo! Amore tu sei una maiala, so che queste situazioni ti fanno eccitare, quindi metti da parte queste insensate perplessità e indossa il vestito!”

Kristina era stupita: il fidanzato non l’aveva mai trattata così! Le aveva appena dato della puttana ed era deciso ad esibirla come un oggetto in presenza di un’altra persona, di cui lei ancora non conosceva l’identità. Solitamente invece, dava sfogo alle sue perversioni durante l’intimità, ma nelle altre situazioni era abbastanza geloso e possessivo nei confronti della sua ragazza. L’idea però a lei effettivamente non dispiaceva: aveva spesso sognato di trovarsi in una situazione simile, con 2 uomini tutti per lei; anche solo l’idea di essere mostrata la faceva eccitare. La sera precedente si era sentita estremamente umiliata dalla situazione e dalla presenza di quel vecchio porco che le faceva ribrezzo, ma se a pranzo Lorenzo avesse invitato un amico giovane e prestante di certo non le sarebbe dispiaciuto… anzi! Si decise quindi a lasciarsi andare, e liberare la sua vera natura da porca.

“Hai ragione amore, sarà sicuramente eccitante, farò tutto quello che vorrai! Vado subito ad indossare il vestito!”

Si alzò e prese dall’armadio il classico vestito da cameriera sexy: un miniabito striminzito composto essenzialmente da calze nere a metà coscia, un’ampia ma cortissima gonna nera in tulle dotata di grembiulino bianco sul davanti e un corsetto semitrasparente rigorosamente nero, adornato da ricami e pizzi, il tutto accompagnato da polsini, giarrettiere, guanti, collarino e cerchietto in tessuto bianco. Come intimo le fu concesso di indossare una brasiliana in pizzo nera. Quando finì di indossarlo era splendida. Il corsetto stretto schiacciava le tette che sembravano ancora più grosse e pronte ad esplodere da un momento all’altro, e la gonna non copriva praticamente niente, ad ogni passo si poteva vedere chiaramente il sedere sbucare da sotto la gonna, e la brasiliana non faceva altro che esaltarne la rotondità.

“Sei perfetta amore, ora vai in cucina e inizia a cucinare, io intanto vado a fare un giro e poi a prendere il nostro ospite! E ricorda, oggi sarai anche la sua servetta, quindi cerca di accontentare qualsiasi sua richiesta!” Detto questo lasciò Kristina sola, che si mise subito a cercare qualcosa da cucinare! Non era tanto brava in cucina, e solitamente per le occasioni importanti andavano fuori a mangiare. Cercò però di impegnarsi al massimo per soddisfare il suo uomo e l’attesissimo ospite, cucinando antipasto, primo, secondo e contorno. Dopo circa due ore, sentì bussare alla porta; eccitata corse ad aprire, ma tutto il suo entusiasmo si trasformò subito in vergogna e paura.

“Amore, hai visto chi ti ho portato a pranzo? Sei contenta??”

La figura di fianco al suo ragazzo era ben conosciuta, dato che aveva avuto il dispiacere di conoscere quell’uomo la sera prima.
“&egrave un piacere conoscerla signorina!” disse con un ghigno beffardo il vecchio vicino porco, che si avvicinò subito con la mano tesa per presentarsi.

“Piacere Fernando, tu devi essere Kristina, Lorenzo mi ha parlato molto di te! Ieri ho avuto il piacere di conoscere la vostra cagnolina, ma la padrona &egrave ancora più bella” disse sorridendo maliziosamente.

Kristina non sapeva come reagire, ma ricordò le parole di Lorenzo. Ormai stava giocando, e non poteva tirarsi indietro; quella situazione anche se imbarazzante ed umiliante, un pò la intrigava. Si avvicinò per stringere la mano del vecchio, che appena la afferrò tirò la ragazza verso di se, abbracciandola stretta. Con una mano cercò subito il culo, mentre Kristina sentiva chiaramente il cazzo duro dell’uomo strusciarsi contro le sue cosce.

Finite le presentazioni si diressero subito in cucina, dove Kristina servì l’antipasto che entrambi gli uomini divorarono all’istante; il vecchio non distolse un secondo lo sguardo dalle forme della giovane che, come le era stato ordinato dal marito, cercava di mantenere movenze sempre seducenti ed eccitanti, nonostante il sentire lo sguardo del vecchio Fernando sul suo corpo la facesse sentire a disagio. Una volta servito anche il primo, Riccardo decise che era arrivato il momento di aprire le danze.

“Kristina, puoi portarmi altro vino?”

La ragazza si avvicino con la caraffa in mano e Riccardo le colpì il braccio di proposito, facendole versare tutto il vino sul corsetto.
“Oh scusami sono proprio sbadato!! Maa ora non puoi rimanere tutta bagnata!”

Kristina capì all’istante, e rassegnata si scoprì completamente le tettone. A quel punto il vecchio porco chiese alla cameriera di versare anche a lui dell’altro vino nel calice, e con questa scusa appena lei si avvicinò e si inclinò per versare, iniziò a palpeggiarle le tette. Anche se le faceva schifo essere toccata ancora da quelle mani rugose, rimase impassibile per molti secondi facendosi toccare per bene, mentre il fidanzato si gustava il pranzo divertito ed eccitato, mentre si toccava il cazzo da sopra i pantaloni. Una volta libera dalle grinfie del vecchio, fece per allontanarsi, ma Fernando fece cadere la salvietta a terra a pochi passi dalla sua sedia.

“Ahh la vecchiaia, mi &egrave caduta la salvietta, potresti gentilmente raccoglierla visto che sei in piedi? Grazie mille!”

Anche in quel caso, Kristina sapeva cosa doveva fare. Si girò dando le spalle al vicino, e si piegò a 90 grandi senza piegare le ginocchia. In quella posizione il culo era totalmente esposto, la gonnellina in tulle non copriva più niente.

Sentì arrivare subito una forte sculacciata, dopodiché la mano del vecchio iniziò a intrufolarsi sotto le mutandine, alla ricerca dell’ano della giovane. Ci infilò un dito senza troppa difficoltà, iniziando poi un lento movimento avanti e indietro.

Kristina avrebbe voluto ribellarsi, anche se ovviamente quel trattamento le piaceva. Girò la testa con aria di supplica, cercando lo sguardo del marito per fargli capire che il gioco doveva finire li, ma con sua grande sorpresa lo trovò con il cazzo di fuori intento a masturbarsi mentre si gustava eccitato la scena.

Abbassò la testa rassegnata, con il dito del vecchio ancora dentro al suo culo. Dopo alcune decine di secondi che a lei sembrarono un’eternità, sentì la mano ruvida abbandonare il suo corpo; si affrettò a raccogliere il tovagliolo e si girò per porlo a Fernando, che trovò con il dito alzato. “Che bella puttanella che sei, hai un culetto delizioso! Ora però ripuliscimi il dito, non sarebbe igienico continuare a mangiare così! Con la lingua troietta”.

Kristina chiuse gli occhi e disgustata avvolse con le labbra il dito dell’anziano porco. Lo ripulì per bene, succhiando e leccando ogni centimetro.

“Molto servizievole questa cameriera Lorenzo, ti ringrazio ancora per avermi invitato a pranzo, &egrave da anni che viviamo vicini ma non avevamo mai stretto amicizia! Non ti nascondo che mi sono masturbato spesso pensando a questa femmina magnifica” disse pizzicando un capezzolo a Kristina, che era rimasta in piedi di fianco all’uomo.

“Devo dire che la preferisco nel ruolo di cagna rispetto a quello di cameriera, anche se ammetto che questo vestito &egrave fantastico!” esclamò palpandole il culo con l’altra mano.

“Signor Fernando, ci lusinga con tutti questi complimenti! Le porte di casa nostra sono sempre aperte per lei, quando vorrà venire a salutare Kristina non si faccia problemi, lei sarà sempre disponibile! Tesoro porta pure in tavola il secondo!”

La ragazza si divincolò dalle fameliche mani del vecchio, corse in cucina e prese il vassoio con la cane e i contorni; ma tornata in sala da pranzo capì subito che i giochi non erano ancora finiti, vedendo i sorrisi maliziosi dei due uomini. Servì ad ognuno la sua porzione, e dopo pochi secondi fu richiamata da Fernando: ” Kristina cara, mi &egrave caduto in pezzo di carne per terra, scusami ma l’età gioca brutti scherzi, non ho più la presa salda come un tempo! Ti dispiacerebbe raccoglierlo? Ho paura di pestarlo e sporcare dappertutto!”

Kristina rassegnata, si inginocchiò per guardare sotto la tavola; effettivamente era caduto un grosso pezzo di carne e con la mano fece per raccoglierlo, ma fu interrotta subito: ” Raccoglilo con la bocca e mangia tutto cagna!” ordinò il vecchio in modo autoritario.

La giovane guardò disperata verso il fidanzato, ma lui con un cenno del capo la invitò ad eseguire l’ordine. Umiliata come non mai, Kristina a quattro zampe si infilò sotto il tavolo, prese la carne sporca in bocca e iniziò a masticare, inghiottendo tutto poco dopo. Fece per uscire da sotto il tavolo, ma fu fermata nuovamente : “te ne sei dimenticata un pezzo!” disse divertito Fernando.

Si guardò intorno e non vide nulla, ma appena alzò un attimo la testa capì: il vicino si riferiva al cazzo duro che aveva appena estratto dai pantaloni. Era corto ma molto grosso, con una enorme cappella rossa che puntava dritta al volto di Kristina.

“Mangialo tutto puttana” ordinò lui, infoiato come non mai. Dagli occhi della giovane scesero lacrime di disgusto e rassegnazione. Aveva fatto spesso fantasie su un rapporto a tre con il fidanzato e un altro uomo, si era eccitata pensandoci e aveva scherzosamente fatto questa richiesta a Lorenzo in più di una occasione, ma mai avrebbe pensato di ritrovarsi in una situazione simile, vestita da cameriera sexy, a quattro zampe sotto al tavolo, costretta a leccare il cazzo ad un uomo vecchio e porco, mentre il suo ragazzo che tanto amava si stava sparando una sega gustandosi quel macabro spettacolo di sottomissione.

Chiuse gli occhi e aprì la bocca, avvicinandosi titubante centimetro dopo centimetro a quel grosso cazzo peloso. Una volta preso in bocca, ebbe la piena consapevolezza di essere solo una sporca cagna, e questo la rese ancora più triste ed umiliata. Le lacrime si fecero più intense. “Maiala smettila di piangere che mi bagni le palle!” protestò Fernando.

“Devo dire che quando il tuo ragazzo &egrave venuto a invitarmi a pranzo sono rimasto stupito: pensavo di avervi messo in grande imbarazzo ieri sera, invece scopro che sei una puttana senza limiti! Ci divertiremo insieme, te lo assicuro!”

Era davvero una puttana. Era a disagio, si sentiva sporca e degradata; avrebbe potuto alzarsi e andare via, ma non voleva deludere il fidanzato che l’aveva trascinata volontariamente in quella situazione. Inoltre, nonostante l’umiliazione, succhiare quel cazzo la stava facendo bagnare. E molto. Continuò così a spompinare il vecchio sentendo i suoi gemiti in sottofondo. Lui venne abbastanza presto e senza preavviso, sborrando copiosamente nella bocca di Kristina, che trattenne tutto senza perderne una goccia.

“Non ingoiare amore!!” urlò Riccardo alzandosi di scatto. Le si avvicinò con il cazzo durissimo in mano, lo indirizzò verso il bellissimo viso di lei, che dischiuse le labbra pronta ad accogliere altro seme. Gli schizzi di Riccardo furono potenti e precisi, e andarono a sommarsi alla sborra di Fernando, riempiendo ancora di più la bocca della ragazza.

“Da brava, ora mescola tutto con dei bei gargarismi, come se dovessi fare dei risciacqui con il colluttorio” esclamò divertito Riccardo. Kristina iniziò a rimescolare lo sperma in bocca, mischiandolo con la saliva e successivamente facendo dei rumorosi gargarismi. I due uomini intanto se la ridevano di gusto, godendosi la scena mentre riponevano i cazzi ormai scarichi dentro ai pantaloni.

“Non azzardarti a ingoiare puttanella, tieni tutto in bocca che questo sarà il tuo dessert” ordinò Fernando “ora servici il dolce bella cagnetta” aggiunse dandole una bella manata sul culo.

Kristina con la bocca piena di sborra si affrettò a servire il dolce ad entrambi. Finito il servizio, rimase in piedi in attesa di ordini.

“Siediti sulla poltrona, togli le mutandine, allarga le gambe sui braccioli e mostraci la tua bella fighetta aperta” Fernando voleva sfruttare ogni singolo secondo di quella situazione. “Brava così, allargati le labbra della figa. Sei splendida troia. Ora masturbati guardandomi negli occhi, voglio vederti venire mentre pensi a quanto sei maiala!”

Senza più freni, Kristina iniziò a masturbarsi furiosamente, vestita da sexy cameriera, guardando negli occhi un vecchio bavoso che aveva appena spompinato e con la bocca piena di sperma. Si sentiva un oggetto sessuale, una puttana pronta a soddisfare le più volgari perversioni. Andò avanti così per alcuni minuti, mentre i due uomini seduti al tavolo mangiavano la torta, guardandola con sguardi vogliosi e soddisfatti. In preda ad una eccitazione senza precedenti, venne come mai non le era successo prima.

“Ingoia” Fernando si avvicinò, mentre Kristina deglutiva lo sperma, e le diede un bacio con tanto di lingua, a cui Kristina ricambiò senza particolari indugi.

“Lorenzo grazie di tutto, spero di poter tornare presto a trovarvi, per me sarebbe un piacere” esclamò con sguardo malizioso.

“Certamente signor Fernando, io e Kristina siamo sempre a disposizione, ci siamo divertiti oggi!”

“Allora ci sentiamo presto, ciao troietta!”

“Arrivederci Padrone” le parole le uscirono di bocca prima che potesse pensare. Inconsciamente, sapeva già di essere diventata la schiavetta sessuale di Lorenzo e di quel vecchio porco. Chissà a quali altre umiliazioni l’avrebbero sottoposta quei due pervertiti…….

CONTINUA

Lorenzo si svegliò totalmente nudo; si stiracchiò per bene e si guardò intorno: non c’era alcun dubbio, quella era la camera di Riccardo.
Felicissimo di poter iniziare una nuova giornata nel corpo dell’amico, si girò dall’altro lato del letto per svegliare Lucia, ma lei si era già alzata. Subito la mente ritornò alla serata precedente: aveva fatto esibire la moglie per bene, tutti avevano potuto apprezzarne le forme generose grazie ad un miniabito che non lasciava nulla all’immaginazione; l’aveva portata a dare sfogo alla sua vera natura da troia, ‘costringendola’ a farsi toccare da un cameriere al ristorante e a sbocchinare nei bagni della discoteca due giovani poco più grandi di sua figlia.

Subito si eccitò pensando a quelle situazioni che lui aveva creato. Era quello che voleva, trasformare la bella e “casta” moglie dell’amico in una troia senza limiti, pronta a tutto pur di soddisfare le sue richieste. Ricordò inoltre che tornati a casa, entrambi eccitatissimi, avevano rifatto sesso per un’ora senza praticamente mai fermarsi per riprendere fiato, alternando vari orgasmi, soprattutto di lei. Decisamente una magnifica serata!!

Ma la fortuna era ancora una volta dalla parte di Lorenzo: infatti era domenica, e questo voleva dire che avrebbe dedicato anche quel giorno totalmente libero alla degradazione della mogliettina per bene. Scese le scale di corsa e trovò la moglie intenta a preparare la colazione rivolta verso i fornelli. Era estremamente sexy, indossava un completino intimo nero e nient’altro, ma il perizoma era talmente striminzito che sembrava non esserci, come se fosse stato risucchiato dai glutei sodi e sporgenti.

Lorenzo si avvicinò di soppiatto e strinse forte la donna da dietro in un abbraccio avvolgente. Iniziò a baciarla sul colo e a palparle i seni, mentre il cazzo si gonfiava velocemente strusciandosi sul culo di lei. Dopo una trentina di secondi Lorenzo con fermezza le abbassò le mutandine, si mise in ginocchio e iniziò a leccarle il buco del culo, insalivandolo per bene. Andò avanti così per diversi minuti, orgoglioso nel sentire Lucia ansimare per l’eccellente trattamento. Con la lingua si spinse fino alla figa: era bagnatissima. A quel punto si alzò di scatto e con un colpo secco infilò il cazzo tutto dentro al culo fino alle palle.
A Lucia scappò un urlo di dolore, non era infatti abituata ad essere presa da dietro, ma passato l’iniziale brivido, l’ano si adattò quasi subito e iniziò a godere tantissimo. Lorenzo la inculò a ritmo elevato per almeno 5 minuti, percependo in quel breve periodo almeno 2 orgasmi di lei. Quando stanco iniziò a limitare velocità e forza dei colpi di bacino, approfittò del particolare momento per vedere a che punto del percorso di trasformazione era arrivata la “moglie”.

“Dimmi la verità, quanto ti piace prenderlo nel culo?”

“Tanto, tantissimo, prima d’ora non mi era mai piaciuto essere inculata, ma adesso sentirmi piena dietro mi eccita da morire!”

“Sei proprio una troia, l’ho sempre saputo!”

“Amore per favore non chiamarmi così, lo sai che non mi fa piacere!”

Infastidito, Lorenzo bloccò per un attimo la penetrazione e si rivolse con tono severo a Lucia: “Dopo tutto quello che hai fatto ieri pensi ancora di non essere una troia?? Ti sei masturbata con un cetriolo, sei uscita a cena con il culo completamente di fuori mostrandolo a centinaia di persone, hai mostrato le tette e te le sei fatte toccare da un cameriere che avrà avuto si e no 20 anni, in discoteca ti sei lasciata andare completamente nelle mani di due ragazzini, hai preso i loro cazzi in bocca e ti sei fatta venire in faccia, per concludere stanotte sei venuta un sacco di volte urlando le peggiori porcate, ora stai nuovamente godendo prendendo il mio cazzo nel culo nel bel mezzo della cucina e non ti senti neanche un pò troia?”

“Non volevo dire che….. cio&egrave sei stato tu a farmi fare quelle cose, e io ero…. si insomma ero eccitata, di solito non ci spingiamo mai in queste situazioni….ma ti prego, non fermarti, continua per favore…”

“Devo continuare a fare cosa?”

“A….incularmi”

“No mi hai fatto passare la voglia, effettivamente hai ragione, ti chiedo di perdonarmi, una donna come te non si merita questi trattamenti, solo le puttane si fanno aprire il culo, ma tu non lo sei, quindi la smetto subito; inoltre non dovevo chiederti di fare quelle cose, volevo giocare un pò per riportare la passione tra noi ma tu non sei quel tipo di donna, scusa ancora amore”

Facendo finta di essere pentito, fece per estrarre il cazzo dal buco, ma Lucia con un veloce movimento dei fianchi, si spinse indietro e fece rientrare il pene completamente dentro.

“Se tu vorrai sarò la tua troia, farò tutto quello che mi chiedi, sarò ubbidiente e sottomessa, ma ti prego non facciamo finire tutto questo! Ieri &egrave stato il giorno più eccitante della mia vita, ero costantemente bagnata e ho goduto nell’essere guardata da tutti e a farmi usare da quei giovani… ti prego continua, non smettiamo!”

“Allora implorami”

“Ti prego tesoro, incula la tua troia, fammi godere per favore, fai di me ciò che vuoi ma continua a sfondarmi il buco del culo!”

“&egrave ciò che vuoi amore? Ne sei sicura? Non &egrave che lo dici solo perch&egrave sei eccitata nel sentirlo tutto dentro?”

“No te lo giuro, da ieri qualcosa in te &egrave cambiato e questo mi piace, &egrave stato fantastico e voglio che sia solo l’inizio!”

“Se &egrave questo che vuoi….” Lorenzo eccitatissimo ricominciò ad incularla a ritmo incredibile, dandole quello che voleva; infatti la sentì ansimare ancora più forte.

“Da oggi sarai la mia troietta ubbidiente allora, faremo un sacco di belle cose insieme, vedrai sarà eccitante!”

“Ahhh s-si SI Riccardo va bene ti amoooo”

“Da oggi sarò Riccardo solo in presenza di altre persone o nei momenti quotidiani di normalità, mentre in queste situazioni, durante i nostri giochi, sarò il tuo Padrone, e tu la mia schiava troia!”

“Ahhh siiii siiiii sfondami Padroneeee!”

Nel sentire quella parola Lorenzo riversò una potente sborrata nel culo di quella che era diventata ufficialmente la sua schiava sessuale.
Pazzesco quel che era successo in così poco tempo!! Il venerdì Lucia era semplicemente la moglie figa del suo migliore amico, una donna seria e di classe che lui desiderava solo potersi scopare nei suoi sogni; il sabato, dopo quell’inatteso evento che l’aveva portato a prendere possesso del corpo e della vita di Riccardo, Lucia era diventata sua moglie e il desiderio di poterci andare a letto si era realizzato; ma ora dopo poco più di 24 ore dall’inizio di quella incredibile storia, si ritrovava ad avere pieno controllo su quella donna. Poteva farne ciò che voleva, data la completa sottomissione che gli aveva promesso pochi minuti prima. Ma doveva esserne completamente certo, perch&egrave aveva in mente situazioni ben più degradanti del sesso anale in cucina, e lei doveva essere completamente sottomessa.

Si staccò da lei estraendo il cazzo dall’ano, che rimase dilatato visibilmente.

Scesa l’eccitazione, Lucia sembrò per un attimo dimenticarsi di ciò che aveva detto precedentemente: “Amore &egrave stato fantastico, ora vado a lavarmi e…’

“Butta fuori tutta la sborra che hai dentro, falla scendere sulla mano e poi lecca tutto fino all’ultima goccia schiava!”

“Ma che schifo! Io non…”

“Esegui troia!” disse rifilandole uno schiaffone sulla chiappa destra.

Lucia si rese conto che era solo colpa sua se si era arrivati a quella richiesta. Aveva infatti chiesto lei di essere trattata da troia, lei aveva ammesso che tutte le situazioni del giorno precedente l’avevano fatta sentire di nuovo viva ed eccitata, lei aveva chiamato Padrone l’uomo della sua vita, chiedendogli di sfondarla come una prostituta.

Con questi pensieri si portò rassegnata la mano sotto al culo, iniziò a rilassare lo sfintere e spingendo leggermente fece colare fuori dall’ano tutto lo sperma che pochi istanti prima l’aveva riempita. Buttato fuori tutto, fece per portarsi la mano alla bocca ma Lorenzo le ordinò: “Girati verso di me, voglio che guardi negli occhi il tuo Padrone mentre ingoi tutto da brava puttanella!”

Con la mano piena si girò di scatto per non far attendere Riccardo. E in quel momento il respiro la abbandonò per un paio di secondi. Seminascosta dietro la porta della cucina vide l’inconfondibile volto della figlia Francesca che, con una mano dentro agli striminziti shorts in jeans, si stava presumibilmente masturbando gustandosi interessata tutta quella eccitante scena!

Come impietrita, Lucia rimase ad occhi spalancati a guardare fisso in quella direzione, mentre Francesca, scoperta in flagrante, tolse la mano da dentro le mutandine, ma non fece in tempo a nascondersi che subito Lorenzo, preoccupato dallo sguardo imbambolato e disperato di Lucia, si girò di colpo riuscendo a sua volta a scorgere chiaramente la figura della ragazza.

CONTINUA
Ci furono alcuni secondi di imbarazzo che sembrarono un’eternità. Lucia e Lorenzo guardavano verso Francesca senza sapere cosa fare, ma la scena dal punto di vista della giovane era ben più imbarazzante: suo padre era nudo con il cazzo ancora bello duro, mentre la madre si era appena fatta colare dello sperma dall’ano alla mano, e stava per portarselo alla bocca pronta a inghiottirlo. Nonostante questo fu proprio lei a rompere il silenzio: “Scusate mi dispiace tanto, non volevo spiarvi ma sono entrata in casa senza fare troppo rumore per non farvi scoprire che ho dormito fuori, volevo correre in camera senza farmi vedere ma ho sentito mamma urlare e sono corsa a vedere e…. ma vista la situazione stavo per andarmene lo giuro! Cazzo che imbarazzo, vi giuro non volevo!”

Fu allora Lorenzo a prendere in mano la situazione: quella non era veramente sua figlia, e inoltre Lucia non era veramente sua moglie. Giocandosela bene, avrebbe potuto ottenere grandi benefici anche da quella umiliante situazione.

“Non preoccuparti tesoro, siamo noi che dobbiamo scusarci con te per quello che hai visto, io e la mamma ci siamo lasciati andare ma non dovevamo farlo in cucina… pensavamo stessi dormendo profondamente, di solito la domenica ti svegli sempre tardi e credevamo non ti saresti accorta di nulla; ma a questo proposito, perch&egrave non eri in camera tua a dormire??”

“Sono stata a dormire da una amica, abbiamo studiato fino a tardi e poi non volevo tornare in piena notte e disturbarvi, ho deciso di stare da lei e appena mi sono svegliata questa mattina sono corsa a casa per non farvi preoccupare, pensavo foste ancora a letto, sarei corsa in camera e non vi sareste accorti di niente!”

Sicuramente mentiva. Lorenzo ripensò alla sera precedente, dove era quasi certo di aver visto Francesca in abiti succinti nella discoteca dove aveva fatto esibire la moglie. Non ne era ancora sicuro, ma probabilmente anche lei aveva visto loro, in particolar modo forse aveva ammirato la madre farsi corteggiare eroticamente dai due giovani in pista. Di sicuro avrebbe indagato, ma non era quello il momento.

“Mi dispiace che tu abbia assistito a tutto questo, se ci avessi avvisato che saresti stata fuori a dormire tutto questo non sarebbe successo…. ma dimmi, hai visto tutto?”

“Nono praticamente non ho visto niente, ho guardato dalla porta e appena ho capito cosa stava succedendo stavo per correre via!!”

“E hai sentito qualcosa oltre alle urla di mamma?”

“N-no papà, assolutamente niente”

“Non mentirmi dai, so che ci hai spiati, altrimenti non ti avremmo scoperta ora, perché la mamma ha smesso di godere un po di tempo fa e avresti avuto tutto il tempo per scappare in camera tua!”

“&egrave… &egrave vero mi sono soffermata un po a guardare e ad ascoltare, mi dispiace vi giuro che non volevo!”

“Ma certo tesoro non devi sentirti in colpa! Ma dimmi la verità, cosa ne pensi di quello che hai visto e sentito? Ti &egrave piaciuto?”

Lucia era rimasta zitta e con lo sguardo basso per tutto il tempo, si vergognava troppo per poter partecipare alla conversazione, ma a quella domanda del marito sbottò: “Ma Riccardo, che cosa stai dicendo? &egrave già imbarazzante senza che ne parliate, rivestiamoci e dimentichiamo tutto questo, scusaci ancora tesoro!”

“Sto parlando con Francesca schiava!” la zittì subito Lorenzo; Lucia rimase a bocca aperta.

Lui se ne rendeva conto, con quell’atteggiamento stava rischiando tutto, ma l’occasione era talmente ghiotta che non poteva lasciarsela sfuggire. L’idea era chiaramente quella di coinvolgere la bellissima ragazza in quel rapporto, ed era praticamente un’impresa impossibile visto che al momento le stava parlando con il corpo del padre, ma con quel tentativo estremo sperava di far leva sul lato da troia di Francesca, che aveva visto essere parecchio presente dopo aver trovato un buon numero di oggetti erotici nella camera della diciottenne. Decise di spingersi oltre.

“Francesca, hai sentito che la mamma &egrave una gran porcella vero?”

“Riccardo che cazzo stai dic…” ma Lucia fu interrotta da una manata dritta sul seno che la fece zittire immediatamente.

“Tornando a noi, hai sentito che la mamma &egrave una maiala?”

“S-si ho sentito qualcosa a proposito di un cameriere che l’ha toccata, che si &egrave anche masturbata con un cetriolo e che ha fatto un pompino a due ragazzi in un bagno della discoteca, ma io non ci credo, mamma tu non sei cosi!”

Cercò lo sguardo rassicurante della madre sperando che smentisse tutto, ma Lucia abbassò gli occhi rassegnata: la figlia aveva assistito a tutta la scena masturbandosi, ormai il marito l’aveva messa in cattiva luce, e lei doveva rispettare il volere di lui, altrimenti sarebbe stata punita severamente visto che ormai non stavano più giocando.

“Te lo confermo io tesoro, la mamma &egrave una troia pervertita a cui piace mostrarsi e farsi usare da sconosciuti, oggi mi ha chiesto addirittura di diventare la mia schiava sessuale, e sai cosa ti dico? Ormai che hai sentito tutto, vorrei condividerla con te! Se tu vorrai potrà essere sempre la tua cara mamma nella normalità, ma appena ne avrai voglia potrai trattarla da schiava e chiederle tutto quello che vuoi, nei limiti della decenza e della riservatezza ovviamente. Non farti problemi, lei &egrave d’accordo a sottomettersi e ad essere usata a nostro piacimento! Come ti ho già detto, &egrave una troietta pervertita!”

Ecco fatto, si era giocato tutto. Ora probabilmente Francesca sarebbe corsa via in lacrime a chiamare qualcuno, dicendo che suo padre tutto d’un tratto era completamente impazzito. E poi cosa sarebbe successo? Forse si era giocato male le sue carte, ma soprattutto aveva incasinato la vita del suo migliore amico solo per un suo perverso capriccio. Aveva decisamente esagerato. Francesca aveva lo sguardo sconvolto, di sicuro vedeva davanti a lei un pazzo maniaco… ma tutto d’un tratto il volto preoccupato di lei lasciò spazio ad un malizioso sorrisetto.

“L’ho sempre saputo che eri una porcellina mamma, facevi la finta santa solo per nascondere la tua vera natura!! Sarà un grande piacere aiutarti a tirar fuori questo lato nascosto di te! Ma ora dove eravamo rimasti? Ah si, devi leccarti tutto lo sperma dalla mano! Muoviti schiava!”

Lorenzo guardò sollevato quella stupenda ragazza che gli ultimi avvenimenti avevano portato ad essere sua figlia; come sospettava, era più troia della madre.

Lucia con le lacrime agli occhi, cercò un briciolo di compassione negli occhi della figlia prima e del marito poi,ma vi trovò solo malizia e perversione. Rassegnata al suo destino, iniziò quindi a leccare ciò che aveva riversato sul palmo della mano. Mandò giù fino all’ultima goccia e quando ebbe finito, fu costretta sempre dalla figlia ad inginocchiarsi ai suoi piedi nudi.

“Baciami i piedi!” Ordinò severamente. Poi rivolse uno sguardo dolce verso il “padre”: “Ti ringrazio per aver condiviso questa schiavetta con me, vedrai, ci divertiremo noi 3 insieme!” E detto questo, iniziò a limonare con lui, mentre la madre in ginocchio le baciava ubbidiente i piedi.

CONTINUA
Il pomeriggio di Riccardo dopo pranzo trascorse tranquillo; Fernando se ne era andato, a Kristina era stato concesso di uscire un paio di ore con le amiche e lui era buttato nel divano a guardare distrattamente la tv.
Ad un certo punto però un pensiero scomodo si fece largo della sua mente’ Lorenzo.
Che cosa stava facendo quel porco in casa sua, con la sua famiglia? Aveva già fatto qualcosa con sua moglie?? Ormai era passato un giorno e mezzo, e dalla mattina precedente non si erano più sentiti. Provò uno strano senso di nostalgia misto a gelosia! Nonostante avesse passato momenti splendidi e indimenticabili dal punto di vista erotico, doveva ammettere che le mancava l’amore di sua moglie, il calore della sua famiglia. Kristina era splendida, bellissima e sexy, ma in fin dei conti per lui era solo un oggetto sessuale da sfruttare per ricavarne del piacere. E Lorenzo invece come si stava comportando con la moglie? Aveva avuto un approccio romantico e amorevole o l’aveva trattata come una delle tante troie che si era scopato nella vita?

Irrequieto come non mai, prese il telefono dell’amico e compose il suo stesso numero. Rimase in attesa alcuni secondi, ma alla fine una voce molto familiare rispose: “Ciao Ricca…. ehm ciao amico! Come stai?”

“Tutto bene Lorenzo, mi dispiace averti richiamato solo ora ma…. ho dormito fino a tardi! Li come procede? Tutto bene spero!”

“Benissimo tranquillo!” abbassò il tono della voce “la tua famiglia &egrave molto disponibile e collaborativa, mi sto trovando molto bene!” disse mentre a pochi passi da lui Francesca stava sculacciando la mamma ‘si vogliono molto bene” aggiunse sogghignando.

“Dimmi cosa hai fatto, lo so che sei un maiale!!”

“Sarò sincero Riccardo” disse all’amico allontanandosi da quell’erotico quadretto familiare “ho fatto sesso con tua moglie, lo ammetto, ma per il resto &egrave stato tutto normale, io mi sono riposato, ieri siamo andati fuori a cena, Lucia ora &egrave uscita con le amiche e nient’altro, non &egrave successo niente tranquillo!”

“Lo sapevo che ci saresti andato a letto brutto porco!!”

“Dovevo, ha iniziato lei e se mi fossi tirato indietro sarebbe stato strano lo sai!’

“Beh si hai ragione! E…. come &egrave stato?”

“Sinceramente? Niente di che, sesso normalissimo, alla missionaria, siamo venuti dopo pochi minuti e poi abbiamo subito dormito.”

“Lo spero bene! Ti perdono solo perch&egrave mi rendo conto che la situazione &egrave paradossale! E mia figlia come sta?”

Lorenzo si girò verso Francesca. La situazione che si era creata l’aveva coinvolta pienamente, e dopo aver ordinato alla madre di baciarla sui piedi, aveva deciso di sculacciarla dandole della troia, e in quel preciso momento si stava togliendo maglietta e reggiseno, liberando i grossi seni e dicendo alla madre di ciucciare i giovani capezzoli.
“Tua figlia &egrave molto dolce, si vede che &egrave molto legata alla madre, le da un sacco di attenzioni! Sta bene….anzi benissimo!”

“Bene mi fa piacere sentirlo, trattale bene altrimenti te la farò pagare! E con Lucia limita molto le attenzioni sessuali, come ti dicevo ultimamente non abbiamo fatto l’amore troppe volte, potrebbe insospettirsi se ci provi ancora dopo averlo fatto ieri sera!”

“Ti ho detto di non preoccuparti, tua moglie &egrave una santa!” disse trattenendo a stento una risata mentre nell’altra stanza Lucia si masturbava mentre leccava le tettone alla figlia. “Ma cambiando discorso…. te con Kristina? Perché capisco bene che tu sia preoccupato, ma anche io vorrei sapere cosa stai facendo con la mia ragazza!”

Riccardo non se la sentiva di dire all’amico come si erano evolute le cose, ma non poteva neanche nascondere tutto, tanto prima o poi l’avrebbe scoperto comunque! “Con Kristina tutto bene, ehm…. tu la conosci meglio di me, sai che… come dire….vuole sempre fare sesso! Ma &egrave lei che mi provoca, e io devo ammettere che ci sono stato scusa, inoltre c’&egrave un uomo che… non so come dirtelo Lorenzo…”

“Il vicino vi ha visti fare sesso?”

“Eeee sisi &egrave proprio questo che ti volevo dire!” mentì parzialmente Riccardo. Non poteva dire al fidanzato di Kristina che l’aveva volontariamente fatta sottomettere ad un vecchio bavoso. “Ma tu come lo sai???”

“Quel vecchio porco guarda sempre la mia fidanzata con aria da maniaco, una volta potrei giurare di averlo visto masturbarsi guardando Kristina mentre prendeva il sole in giardino! Non oso immaginare cosa potrebbe farle se fosse a sua completa disposizione!”

“Sisi ma tranquillo non &egrave successo niente, &egrave che le finestre erano aperte e penso ci abbia visto, niente di più!” si sentiva uno schifo a mentire al suo migliore amico, ma di certo non poteva dirgli che era stato proprio lui ad introdurre il vecchio nei giochi perversi ai quali aveva sottoposto la ragazza. Inoltre si sentiva tremendamente in colpa anche per il fatto di aver trattato Kristina come una puttana, mentre Lorenzo con la sua famiglia si stava comportando in modo fantastico.
Riprese la conversazione: “Comunque domani mattina dovremmo discutere di questa situazione, spero ancora sia una cosa temporanea ma inizio a preoccuparmi, questo &egrave il secondo giorno che sono nel tuo corpo e tu nel mio, nei prossimi giorni qualcuno potrebbe iniziare a sospettare qualcosa, soprattutto a lavoro! Ti ricordo che domani devi per forza andare in azienda, io non sono mai mancato un giorno, sarebbe strano se non ti presentassi!”

“Cazzo me ne ero scordato, ovviamente devo andare ma potremmo trovarci per la colazione o direttamente in ufficio per parlarne!”

“Ottimo va bene, tanto tu vieni spesso in azienda a salutarmi, nessuno farebbe domande!”

“Ora scappo, scusa ma le tue donne sono qui che girano nei paraggi, e non vorrei che sentissero questa conversazione! A domani, buona serata!”

“Ci vediamo domani, mi raccomando comportati bene con….!”
Lorenzo riattaccò veloce il telefono. Madre e figlia si erano infatti spostate nel divano, e Francesca aveva appena ordinato a Lucia di leccarle la figa. Non poteva perdersi questo momento!
Lei era posizionata a pecorina mentre immergeva la lingua nella fighetta completamente depilata della giovane.
Senza pensarci due volte le se piazzò dietro e infilò il cazzo tornato subito duro nella figa completamente bagnata della donna. Francesca mentre si faceva leccare si toccava i capezzoli turgidi e perfetti: aveva davvero delle bellissime tette, abbondanti ma sode.

Iniziò così a scopare Lucia, mentre Francesca gliene diceva di tutti i colori: “E quindi hai sbocchinato dei ragazzi della mia età brutta maiala, magari erano miei compagni di classe o qualcuno che mi ero scopata io! Non ti bastavano gli uomini della tua età, ora cerchi più cazzi possibili per saziare i tuoi sporchi buchi! Sapevo che eri una gran troia, ma non avrei mai immaginato fino a questo punto, accettare di diventare la serva sessuale di tuo marito e di tua figlia &egrave un atto da vera pervertita! E non smettere di leccare che voglio venirti in faccia, altrimenti sarai punita!”

Lucia aveva provato a replicare alle offese della figlia, ma appena le ordinò di continuare a concentrarsi sulla figa, decise di non rispondere e di continuare obbediente con il lavoro di lingua. Dopotutto se l’era cercata quella situazione, in quei giorni aveva esagerato, aveva superato un limite dal quale difficilmente sarebbe potuta tornare indietro. Aveva assecondato le perversioni del marito, comportandosi da puttana esibizionista, e la figlia aveva assistito a scene e ascoltato discorsi che le davano la facoltà di trattare la propria madre come un oggetto per soddisfare ogni voglia e capriccio. Cosa avrebbe potuto fare?
Poteva dire basta, che quella situazione si era spinta troppo oltre, che non voleva più stare al gioco. Ma era proprio quello il problema. Il suo nuovo ruolo la faceva eccitare, sentire finalmente viva dopo tanto tempo. Non voleva smettere, si sentiva libera di esprimere se stessa, di esternare tutto l’amore verso il marito e verso la figlia anche attraverso il sesso. E se loro la volevano sottomessa e pronta ad assecondare ogni richiesta, lei lo avrebbe fatto volentieri. Si immerse ancora di più tra le calde labbra della figa di Francesca, decisa a regalare un orgasmo alla sua splendida bambina. Intanto il marito, il vero responsabile di quel cambiamento, la scopava senza tregua, portandola all’apice dell’orgasmo in poco tempo. Fu così che vennero praticamente tutti e tre nello stesso momento.
Lorenzo dopo essere venuto dentro a Lucia, scambiò uno sguardo pieno di malizia con Francesca.
Non si sentiva per niente in colpa ad averla trascinata in quella situazione: come la madre, anche la figlia era una gran vacca, lui non aveva fatto altro che aiutare le due donne ad esternare questo loro lato nascosto. Inoltre, lui non era ne il marito ne il padre in realtà, e questo lo giustificava totalmente riguardo la situazione perversa che si era creata per colpa delle sue voglie.

Riccardo, molto probabilmente, lo avrebbe presto ringraziato.

CONTINUA Riccardo spense il telefono.
Dopo aver sentito come stava procedendo il weekend dell’amico Lorenzo nel suo corpo e con la sua famiglia si sentì piuttosto sollevato. Sapeva che l’amico era un porco, ma di lui si fidava ciecamente e sapeva che non avrebbe fatto nulla di male a Lucia e Francesca, la sua innocente bambina!

Invece lui gli aveva mentito, omettendo praticamente tutto ciò che aveva fatto con Kristina. Si sentiva un traditore, un maiale senza scrupoli! Oltre a degradare la bellissima ragazza con punizioni e giochi perversi, quel giorno l’aveva praticamente consegnata nelle mani di un vecchio bavoso. Riprensò a tutto quello che era successo negli ultimi giorni: come avrebbe fatto ad uscirne?? Kristina ormai si era rassegnata ad essere un oggetto sessuale da usare a piacimento, cosa avrebbe pensato Lorenzo una volta tornato tutto alla normalità? Gli aveva consegnato una splendida ragazza, decisamente un pò ninfomane ma che non assomigliava lontanamente a quella che lui in meno di 2 giorni era riuscito a creare! La nuova Kristina si era sottomessa senza opporre resistenza a tutte le umiliazioni a cui era stata costretta, si era fatta toccare ovunque dal vicino e l’aveva pure spompinato, ingoiandone tutta la sborra. E come se non bastasse, si era talmente immedesimata in quella nuova condizione, che aveva chiamato sia lui che Fernando “padroni”, consapevole probabilmente di essere diventata la schiava troia di entrambi.
E in tutto questo lui che aveva fatto? L’aveva punita, umiliata, fatta degradare sempre di più, aveva chiamato il vecchio a pranzo consapevole di ciò che sarebbe successo, e si era segato guardando la bella Kristina sotto le grinfie di quel maiale.

Una cosa era certa: a questo non poteva più rimediare. Ormai era troppo tardi, si era spinto troppo in la. Poteva fare solo una cosa: raccontare tutta la verità a Lorenzo, e concedergli di “vendicarsi” su Lucia, umiliandola e degradandola come lui aveva fatto con Kristina, in modo da essere pari. Questo pensiero iniziò a mettergli addosso ansia e preoccupazione, ma ci avrebbe pensato la mattina seguente, parlandone faccia a faccia con il suo migliore amico.

Mentre questi pensieri iniziavano a farsi strada nella mente, dal bagno uscì Kristina, tutta nuda, dopo essersi fatta un bagno rilassante. I segni della frusta erano ancora leggermente visibili sulle grosse tette, e questo lo fece eccitare nuovamente, ricordando la punizione che le aveva inferto.

Lei si avvicinò sensualmente, e con voce maliziosa sussurrò: “Padrone, vuoi scoparmi?”

Quella situazione lo preoccupava tantissimo, ma allo stesso tempo il sentirsi chiamare “padrone” da quella figa lo rendeva ancora più voglioso di usarla’
No, doveva assolutamente fermarsi e cercare di risanare quel rapporto, cercare di portare le cose alla normalità, per limitare le conseguenze delle sue azioni riprovevoli! Doveva farlo…. ma in quel momento non ci riuscì.

“A pecorina, subito” le ordinò deciso.

Kristina saltò sul letto, e posizionandosi a quattro zampe inarcò la schiena per offrire i suoi buchi al fidanzato. La risposta di Riccardo non si fece attendere: la prese saldamente per i fianchi, e si fermò qualche secondo a contemplare la figa e il culo completamente esposti. Erano uno spettacolo stupendo. Questa visione gli fece tornare l’erezione; negli ultimi due giorni praticamente era sempre rimasto con il cazzo duro, come non gli era mai successo in vita sua. Che sensazione magnifica! Senza problemi le penetrò con un colpo solo la figa; anche Kristina in quegli ultimi giorni era rimasta costantemente eccitata, e questo non poteva che fargli piacere e renderlo orgoglioso di se stesso. La scopò lentamente, gustandosi il paradisiaco calore avvolgente che solo una figa bagnata può dare. Intensificò i colpi per farla urlare di piacere, ma rallentava non appena la sentiva al limite dell’orgasmo. Solo lui poteva decidere quando e come farla godere.

Si piegò su di lei e iniziò a sussurrarle porcate all’orecchio: “Sei solo una troia, sempre vogliosa di cazzo. Scommetto che non vedi l’ora di godere, ma tu sei la mia schiava vacca, solo io posso decidere quando potrai provare piacere!”

“Padrone ti prego non ce la faccio più, voglio venire, sono tutta un fuoco, ho la figa caldissima!”

“Stai pensando al Signor Fernando vero?? All’inizio facevi la finta schizzinosa, non volevi neanche farti toccare da un vecchio, e ora scommetto che vorresti prendere anche il suo cazzo rugoso in tutti i buchi!”

“Voi siete i miei padroni, io sono vostra, i miei buchi vi appartengono e potete farne ciò che volete. Se Fernando vorrà scoparmi e riempirmi di sborra il culo e la figa io sarò sempre felice di accontentarlo!”

“E tutto questo perché tu sei??”

“Perché sono una troia, una vacca ninfomane che prenderebbe cazzi tutto il giorno! Ti prego lasciami godere!”

“Puoi godere puttana!” Appena finì la frase Kristina si abbandonò ad un orgasmo senza precedenti. Mentre la figa gocciolava come una fontana, lei iniziò ad esternare al mondo il suo piacere, urlando e ribadendo al fidanzato e a se stessa quanto fosse zoccola e maiala.
Sentendola godere così tanto, anche Riccardo arrivò al limite, e le venne copiosamente dentro la figa.
Si staccò da lei e ripresero entrambi fiato per alcuni secondi.

Kristina ancora provata per l’orgasmo appena raggiunto, si girò verso il fidanzato e iniziò a limonarlo intensamente. “Ti amo” gli disse con occhi dolci “Non ho mai goduto così tanto come in questi giorni, il sentirmi troia e usata da altri mi piace da morire, ho scoperto un lato di me che non pensavo di avere! Sono pronta a soddisfarti in tutto e per tutto, in base a ciò che vorrai sarò la tua dolce fidanzata o la tua schiava porcellina”

Riccardo sorrise contento! Quella bellissima ragazza era completamente sottomessa al suo volere, sempre a disposizione, inoltre era pronta a mettersi in gioco con altre persone, disponibile a soddisfare ogni perversione!

“Amore però devo chiederti una cosa… come ricorderai stasera vengono a cena Elena e Luca, e dato che con lei ci lavoro eccooo…. non vorrei essere messa in situazioni umilianti! Cio&egrave sai che lei &egrave una chiacchierona, non vorrei che pensasse troppo male e che iniziasse a raccontare in giro che sono… hai capito no?”

“Che sei cosa amore?”

“Che sono una troia!”

Riccardo ascoltò le richieste della ragazza molto interessato! Ovviamente non sapeva niente di queste persone, che dovevano probabilmente essere una coppia di loro amici stretti. La cosa però lo intrigava molto: quale miglior modo per mettere alla prova l’obbedienza della sua schiavetta sessuale se non quello di umiliarla davanti agli amici??

“Capisco benissimo il problema! Ma il punto &egrave che come ci siamo detti prima, tu mi appartieni completamente! Sono io a decidere che cosa farti fare e in presenza di chi! L’hai ammesso anche tu: sei solo una schiava porca e troia che gode a soddisfare le perversioni mie e di chi vorrà usarti come la cagna che sei.”

“Amore non puoi dirmi così, in intimità o con il signor Fernando non ci sono problemi, sono aperta a tutto, ma con gli amici non posso fare la figura della zoccola senza ritegno! Lo sai che ci faremmo una pessima figura! E poi la gente parla, e con il mio lavoro sono sempre a contatto con le persone del paese e…”

“Hai parlato già abbastanza, dovresti usare quella bocca da pompinara più per succhiare cazzi che per cercare di giustificarti! Tu sei la mia troia, e lo sarai in ogni occasione in cui ti ordinerò di esserlo! Ovviamente puoi rifiutarti, ma sappi che la punizione sarà molto severa, non penso ne valga la pena! E poi vuoi farmi credere che non ti eccita l’idea di essere esibita e umiliata davanti a loro?? E magari anche usata sessualmente dai nostri amici in una bella orgia!! Non sarebbe meraviglioso??”

Kristina si portò automaticamente una mano sulla figa e iniziò a toccarsela superficialmente, mentre con l’altra si accarezzava e tirava i capezzoli, fino a farli diventare belli turgidi!

“Beh….devo ammettere che non sarebbe male, loro sono una bella coppia, lui &egrave molto carino e prestante, e so che lei a letto &egrave molto disinibita…mi racconta sempre del gran sesso che fanno”

“Sei una gran maiala, hai appena avuto un orgasmo ma ti stai già eccitando al pensiero di essere scopata da un nostro caro amico!”

Kristina non disse niente, ma continuò a penetrarsi la figa con due dita.

Riccardo era deciso a fare un passo successivo nella trasformazione della stupenda ragazza. Umiliarla davanti ad un quasi estraneo era stato eccitante, ma cosa avrebbero pensato i loro amici nello scoprire la sua vera natura da zoccola? La serata prometteva bene, lui era eccitatissimo al solo pensiero di vedere Kristina a disposizione di una coppia di conoscenti! Doveva andare tutto alla perfezione, doveva concedere Kristina un pò per volta, per far si che i due ospiti si immergessero passo dopo passo in quella situazione. Lui non li conosceva ovviamente, ma il rischio di svelare tutte le carte subito, mettendoli a disagio e facendoli scappare schifati per la strana situazione, era comunque elevato…

Luca ed Elena si presentarono in perfetto orario alla cena in casa degli amici; ormai si conoscevano da anni, e sapevano che sarebbe stata una bella serata, tra di loro si erano sempre divertiti molto! Elena era amica di Kristina da tempo, l’aveva conosciuta molto prima durante un corso di ginnastica in palestra, e da li erano diventate amiche inseparabili, nonché colleghe di lavoro! Condividevano i soliti interessi femminili (trucchi, vestiti, borse,…), si confidavano tra loro e non perdevano mai l’occasione di raccontarsi le avventure sessuali con i propri partner. Luca e Lorenzo invece non si conoscevano così profondamente, ma in compagnia tutto sommato stavano bene, parlavano di sport, di film, e le uscite a 4 erano comunque sempre piacevoli.
Per questo gli inviti a cena erano frequenti, e come al solito avevano portato un paio di bottiglie di buon vino, pensiero sempre molto apprezzato dai padroni di casa!

Suonarono il campanello dell’appartamento di Lorenzo e Kristina, attesero alcuni secondi finché la porta non fu aperta dalla ragazza: “Ciao carissimi, come state?? Entrate pure!!”

Ma la coppia, rimasta imbambolata e a bocca aperta per lo spettacolo che le se era presentato davanti, non riuscì a ricambiare subito il saluto. La serata si preannunciava molto più interessante del previsto……

CONTINUA “Non posso andare ad accogliere Luca ed Elena in questo modo!! Cosa penseranno??”

Kristina aveva appena indossato la sua lingerie più sexy. Reggiseno e culotte di pizzo nero, il tutto accompagnato da un paio di calze parigine, scarpe con tacco vertiginoso e vestaglia trasparente, che non lasciava nulla all’immaginazione. Tutto molto semplice, ma estremamente eccitante. Era stupenda, sensuale e troia allo stesso tempo.

“Anche loro hanno il diritto di vedere quanto sei porca! E dovresti ringraziarmi invece di continuare a lamentarti, visto che ti permetto di accogliere i nostri ospiti vestita, se mi gira potrei farti andare anche nuda!!”

“Beh, non manca molto!!”

Ad interrompere la discussione ci pensò il campanello: Luca ed Elena erano arrivati.

“Dai corri ad aprire, non vorrai far aspettare i nostri ospiti vero??” disse Riccardo con un sorrisetto malizioso stampato sul volto.

“Vado…” Kristina ormai completamente sottomessa al volere del suo uomo, si diresse preoccupata verso la porta. Anche se provava vergogna, il suo corpo rispondeva diversamente all’imbarazzante situazione che da li a poco si sarebbe creata: era eccitatissima. Da brava puttana qual era, dentro di se non vedeva l’ora di esibirsi e poter coinvolgere altre persone in quell’intrigante gioco di perversioni che da un paio di giorni la vedeva assoluta protagonista.

Con il cuore in gola, e la figa bagnata, abbassò la maniglia ed aprì la porta.
“Ciao carissimi, come state?? Entrate pure!!” disse tutto d’un fiato, ma notò subito gli sguardi imbambolati di Luca ed Elena posati sul suo corpo. Di sicuro non si sarebbero mai aspettati una scena così.

Ci furono alcuni secondi di imbarazzante silenzio, che prontamente fu rotto da Riccardo: “Ehi ben arrivati!! Dai su venite ava…. ma Amore cosa ci fai ancora così?? Ti sembra il modo di accogliere i nostri ospiti??” cercò di sembrare il più sorpreso possibile; doveva mettere Kristina al centro dell’attenzione, far capire all’altra coppia di essere in presenza di una gran troia esibizionista!

Intervenne quindi ironicamente Luca, che negli istanti precedenti si era perso ad esaminare minuziosamente ogni centimetro di quella stupenda e sensuale figura femminile, e aveva paura che la fidanzata se ne fosse accorta: “Magari al lavoro ci fossero segretarie così ad accogliermi ogni mattina, potrei lavorare 25 ore al giorno!” disse salutando con un paio di baci sulle guance Kristina e battendo un
5 all’amico! “Ho portato il vino Lorenzo” disse consegnando la borsa con le due bottiglie e approfittando del momento per dare una veloce sbirciata al culo della giovane con la coda dell’occhio.

Elena invece era rimasta abbastanza spiazzata: certo, sapeva benissimo che l’amica amava mettere in mostra la mercanzia, ma non capiva il perché li avesse accolti così: non era semplicemente in intimo, sembrava appena uscita da un film porno. E non le era nemmeno sfuggita la reazione di Luca: se l’era praticamente mangiata con gli occhi.

“Ciao tesoro!! Come stai?” Kristina le si avvicinò e la strinse in un lungo abbraccio, che lei ricambiò amichevolmente.

“Tutto bene dai, &egrave stato un weekend rilassante!! Ma… a cosa dobbiamo questo tuo look così…provocante?”

“Mi andava di stare comoda e poi sai… il caldo” mentì arrossendo, vergognandosi di se stessa, della scusa banale che si era appena inventata e della situazione a cui era stata costretta.

“Ah certo… il caldo….”

“Dai apriamo questo vino, che ho proprio voglia di assaggiarlo!” intervenne Riccardo per smorzare il clima che si stava creando.

Elena era chiaramente invidiosa dell’altra ragazza, ma soprattutto spiazzata dalla strana situazione che si era trovata davanti: di certo non una cosa che capita tutti i giorni, e non si poteva darle torto.

Anche se a dire il vero aveva ben poco da invidiare a Kristina: Lunghi capelli neri raccolti a coda di cavallo, bassa di statura ma con forme decisamente esplosive! In particolare era il culo ad attirare le attenzioni, molto tondo e sporgente, messo in risalto da un leggins troppo aderente, che lasciava poco all’immaginazione! Il lato A non era da meno, con grosse tette un po cadenti date le notevoli dimensioni (una quarta come minimo) “coperte” da un top bianco corto scollato. Si vedeva chiaramente l’assenza di reggiseno. Ma la cosa che faceva eccitare maggiormente era il visetto angelico e pulito da brava ragazza, che in quel corpo da cagna risaltava magnificamente.

Elena a quel punto sforzò un falso sorriso e salutò gli amici: non avrebbe avuto senso tenere il muso o litigare per una cosa simile.
Intanto gli uomini avevano aperto il vino e riempito i calici, e fu Luca a prendere la parola per il brindisi: “Nella vita ci sono due cose veramente importanti: i veri amici…. e le belle donne!” disse puntando per un attimo uno sguardo famelico sulle forme sensuali di Kristina “Alla salute!!!”

La serata non era iniziata nel migliore dei modi, ma pian piano il vino iniziò a dare il suo contributo: finirono la prima bottiglia, venne aperta la seconda e, vedendo che i freni inibitori stavano calando vertiginosamente, Riccardo ne aprì una terza. Le due donne, avendo bevuto quasi come gli uomini e a stomaco vuoto, avevano superato da un bel po’ il limite della sobrietà! Erano molto allegre, ma
soprattutto l’alcool in un attimo aveva tirato fuori il loro lato più perverso, e i discorsi da zoccole non si fecero attendere molto!

“A molte fa schifo, però secondo me non c’&egrave gusto a fare un pompino senza ingoiare lo sperma!” Ormai Elena non tratteneva più la propria indole da troia.

Da quello che stava sentendo, Riccardo capì subito che Elena e Kristina erano praticamente uguali, entrambe maiale e sempre vogliose di cazzo. Avevano iniziato a parlare senza freni di pompini, di scopate in luoghi non convenzionali, di posizioni sessuali,… dalla naturalezza con cui ne discutevano e anche dal coinvolgimento di Luca, probabilmente non era la prima volta che il discorso andava a finire su quell’argomento!

Lui però si era gradualmente isolato dalla conversazione: la sua personale e perversa storia con Kristina era iniziata da pochi giorni con lo scambio di corpi, quindi non sapeva nulla degli eventi precedenti, e inoltre la sua vita sessuale precedentemente era monotona e per nulla eccitante. Non sapeva cosa dire e raccontare, e non poteva di certo tirare fuori subito gli eventi del weekend! Quella sarebbe stata una carta che forse si sarebbe giocato più avanti.

Perso in questi pensieri, venne riportato alla realtà dalla voce sempre più maliziosa e provocante di Elena: “…oppure mi piace farmi venire in faccia o sul seno, e piace anche al mio amore, non &egrave vero porcellino??” disse rivolgendo gli occhioni dolci da finta santa verso il fidanzato Luca, visibilmente eccitato visto anche il rigonfiamento dei pantaloni sempre più evidente.

“Ma…io ho sempre avuto questa curiosità…ecco…mi vergogno un po’ a chiederlo, non vorrei sembrare inopportuno ma visto che siamo in argomento…chi di voi ha le tette più grosse??” chiese con finta timidezza Riccardo, deciso a dare forma ad una sua nuova perversione!

“Beh, quelle di Kristy forse sono più sode, ho sempre pensato che abbia subito qualche ritocchino in passato perché stanno su perfettamente! Per questo la invidio un po’, ma in quanto a dimensioni le mie sono certamente più grosse!!!”

“Oh bella, queste sono tutta roba naturale, e oltre ad essere più sode sono decisamente più grandi di almeno mezza misura!!” replicò Kristina strizzandosi il seno per metterlo ancora più in mostra!”

“Zoccoletta che non sei altro!! Ci siamo già viste nude e mi sembrava che ti fossi resa conto…”

“Fatele vedere anche a noi! ” Luca interruppe sul nascere la discussione “saremo noi uomini a giudicare in modo imparziale!” L’alcool iniziava a fare effetto anche su di lui, che fino a quel momento non si era esposto più di tanto, se non per i continui sguardi carichi di desiderio rivolti alla sexy Kristina in lingerie.

Riccardo con un lieve cenno del capo fece capire alla fidanzata che era arrivato il momento di darsi da fare, di esporsi per mostrare quanto fosse vacca; ormai neanche a lei interessava come l’avrebbero giudicata gli amici, voleva solo dare sfogo alle sue voglie, così guardando Luca dritto negli occhi per far capire di aver accettato la sfida, con un rapido movimento si sganciò il reggiseno, liberando le bellissime tette. Ci fu un attimo di silenzio, dove tutti si misero a contemplare quello spettacolo a bocca aperta.

“Beh amica cara ecco qua…tocca a te, vediamo dai!” iniziò a punzecchiare Elena con tono di sfida.

Elena guardò per un momento il fidanzato, che però aveva gli occhi fissi sull’amica troia, poi rivolse il suo sguardo a Riccardo, che si gustava la scena interessato: Lei non poteva essere da meno. Si alzò posizionandosi di fianco a Kristina, e con un movimento facile e deciso si abbassò il top, per mettere in mostra le sue grazie.
Erano veramente grosse, probabilmente di dimensioni maggiori di quelle di Kristina.

“Mah… io non saprei, a me sembra un pareggio!!” esclamò radioso ed eccitato Luca. Non era minimamente geloso nel vedere la fidanzata con le poppe al vento davanti ad un suo amico ma anzi, la situazione lo intrigava parecchio.

“Ma le sue sono sicuramente ritoccate, non vale!!” Ormai Elena aveva preso la questione sul personale, e voleva vincere la sfida a tutti i costi.

“Ti posso assicurare che sono vere al 100%! Ma se non vi fidate, potete toccare con mano…” disse Riccardo con fare sibillino.

Elena pronta a difendere la sua tesi, avanzò con fare deciso e la mano tesa verso l’amica, ma fu interrotta nuovamente da Riccardo: “Ovviamente questo importante compito spetta a noi uomini, i giudici di questa competizione! Luca quando vuoi…”

“Quel che &egrave giusto &egrave giusto!” Replicò Kristina girando il busto verso l’uomo.
Luca stava per metterci mano subito, ma si accorse di avere tutti gli sguardi puntati addosso: “Amore… posso?”

In situazioni normali Elena avrebbe fatto una scenata di rabbia e gelosia, ma in quell’occasione particolare non aveva niente da obbiettare; molto probabilmente era colpa del vino, con il quale aveva esagerato assai, ma a prescindere da questo si sentiva incredibilmente eccitata dalla vicenda, e sapeva che la serata si sarebbe fatta sempre più interessante. Lo capiva da come erano stati accolti, dai discorsi che avevano intrapreso, dalle attenzioni che Lorenzo continuava a rivolgerle con gli sguardi, … se avesse permesso al suo fidanzato di fare qualcosa con Kristina, molto probabilmente lei si sarebbe ritrovata in mezzo secondo nelle grinfie dell’attraente calciatore, e questo non le sarebbe affatto dispiaciuto, anzi…. era tutta un fuoco, lo scambio di coppia era uno scenario che l’aveva sempre attratta ed eccitata…dopotutto anche lei sapeva di essere una gran troia vogliosa di cazzo.

Ormai tutti avevano capito come si sarebbe evoluta questa perversa situazione, e nessuno avrebbe fatto niente per impedirlo.

Lei con un cenno diede il via libera a Luca, che, anche se molto sorpreso, non se lo fece ripetere di nuovo, e preso dall’eccitazione era già passato ad una palpazione molto spinta nei confronti della bionda.
Elena non ebbe nemmeno il tempo di metabolizzare la cosa che subito sentì le mani di Lorenzo stringerle forte i seni. Lasciandosi completamente andare, istintivamente si girò verso di lui e iniziò a baciarlo in modo passionale con la lingua, mentre con la mano si diresse nelle zone basse di lui.
Intanto anche gli altri due non avevano perso tempo, con Luca che aveva tolto anche le mutandine alla troia bionda e la stava masturbando, mentre con la bocca si dedicava a succhiare i capezzoli turgidi.

Dopo qualche minuto di palpeggiamenti e leccate, le due ragazze si scambiarono uno sguardo malizioso, decidendo che era arrivato il momento di prendere un po di cazzo. Si stavano adoperando per tirarli fuori dalle mutande, belli gonfi e duri, quando….

Driiiin driiiin. Era il campanello.

Rimasero tutti immobili, riportati alla realtà da quel rumore così fastidioso e inopportuno in quel momento.
Solo Riccardo sembrava tranquillo, anzi quasi felice di quell’interruzione: “Chi &egrave??”

“Sono il ragazzo delle consegne, ho portato le pizze!”

“Entra pure, &egrave aperto!”

La maniglia girò e in meno di un secondo il giovane fattorino si trovò davanti ad una scena da film porno. Nessuno aveva avuto il tempo di ricomporsi: le ragazze erano nude, inginocchiate con le mani dentro ai boxer dei due uomini, pronte a tirarne fuori i cazzi. Colte di sorpresa, erano rimaste immobili a fissare il ragazzo, che teneva in mano 4 cartoni di pizza.

“Ah finalmente é arrivata la cena!!”

Elena intanto stava cercando di coprirsi con le mani, mentre Kristina rimase immobile, consapevole che cercare di nascondere la nudità non sarebbe servito a nulla.

Luca invece sembrava incuriosito da questo colpo di scena inaspettato! Sicuramente il suo amico aveva pensato anche a questo, per rendere il tutto ancora più piccante.

“Quanto ti dobbiamo?”

Il ragazzo era ancora imbambolato, l’unica reazione che aveva avuto era un’evidente erezione.
“S-s-sarebbereo 25 signori… e mi scuso per… aver interrotto, io non immaginavo…”

Riccardo recuperò il portafoglio dai pantaloni calati, prese il denaro e lo porse al giovane, lo ringraziò e prese le pizze.

“Ah che stupido!! Mi stavo per dimenticare la mancia!! Kristina ci pensi tu?”

Kristina, ormai consapevole del suo ruolo, si alzò e in modo sensuale si avvicinò al giovane intimorito, iniziò a toccargli il cazzo da sopra ai pantaloni, poi entrò dentro con la mano e tirò fuori un cazzo eretto di medie dimensioni, e iniziò a segarlo lentamente.
Il fattorino, inesperto ed impreparato alla particolare situazione erotica, venne copiosamente sul pavimento dopo una decina di secondi. Nemmeno Kristina se lo aspettava, altrimenti si sarebbe adoperata per non perdere neanche una goccia di sborra!
A quel punto il ragazzo si ricompose in tutta fretta, e ancora incredulo per quanto appena accaduto, scappò via lasciando le due coppie di nuovo sole.

“Hai visto cos’hai combinato?? Che schifo! Pulisci subito troia!” disse Riccardo alzando la voce, nell’incredulità generale.

Kristina rassegnata fece per dirigersi a prendere uno straccio ma fu fermata subito, ripresa dal tono severo del fidanzato: “Con la lingua schiava”.

Ormai non esistevano più limiti; Kristina si era già degradata abbastanza, essendosi lasciata completamente sopraffare dalla sua indole da troia e dai voleri perversi del compagno.
In ginocchio, abbassò la testa fino al pavimento, iniziando a leccare come una cagna l’abbondante schizzo di seme.
Elena guardava l’amica con espressione incredula, ma il suo corpo era pervaso da un’eccitazione senza precedenti.

Luca scambiò uno sguardo soddisfatto e pieno di perversione con Riccardo, che a sua volta si avvicinò ad Elena, e infilandole una mano tra le gambe chiese voglioso: “Allora, dove eravamo rimasti?”

Continua…
Lunedì mattina, ore 8.

Lorenzo si era ricordato di mettere la sveglia: non che per lui fosse un’abitudine, ma si ricordava benissimo dell’appuntamento fissato con l’amico Riccardo. Un incontro molto importante, necessario per chiarirsi ed aggiornarsi reciprocamente sugli eventi del weekend.
Prese il caff&egrave, e ancora nudo, ritornò in camera da letto per decidere cosa mettere. Li ritrovò, ancora legata mani e piedi ai bordi del letto, la bella Lucia.

“Che gran troia” pensò sorridendo, ricordando tutti gli eventi della sera precedente. Dopo che aveva riattaccato il telefono a Riccardo, Lorenzo si era dato da fare con la “moglie” e la giovane Francesca: o meglio, marito e figlia si erano dedicati completamente alla mammina puttana, diventata in poche ore schiava sessuale di entrambi.

Lui l’aveva scopata ripetutamente sia davanti che dietro, portandola ad avere parecchi orgasmi anche uno di seguito all’altro, mentre la dolce figlioletta aveva deciso giocare con i buchi liberi della madre. Dopo aver recuperato dildo e vibratore, si era divertita a infilare i grossi giocattoli nell’ano della mamma, o a fotterla velocemente nella figa mentre il padre si dedicava allo stretto buchetto posteriore.

Non ci misero molto ad allargarla per bene, fin quando non ci fu più gusto a fottere i buchi troppo aperti.

“Secondo me la troietta ora come ora &egrave così sfondata che potrei infilarle facilmente una mano intera dentro la vagina” disse con tono sicuro Francesca “mentre per il culo ci vorrà ancora un po di allenamento” aggiunse sconsolata.

“Tesoro, non devi mai dubitare di tua madre! Secondo me &egrave già bella pronta, guarda come &egrave aperta in tutti i buchi!”

Lorenzo sapeva benissimo che la mano di Francesca, seppur piccola e graziosa, non sarebbe mai entrata completamente nell’ano di Lucia, ma il solo pensiero di poter assistere alla scena lo aveva riportato ad un potente stato di eccitazione.

“Dici papi?”

Francesca guardò prima il suo pugno chiuso e poi il culo di Lucia: era sicura di non potercela fare, ma il solo fatto di provare il fisting su quella troia della madre la faceva eccitare molto.
Fino ad allora lei era sempre stata con uomini: compagni di classe, amici, ragazzi universitari e addirittura qualche maschio molto più grande; si era fatta scopare da molti uomini nonostante la giovanissima età! Amava il cazzo, ma le sue fantasie la portavano sempre a fantasticare sul rapporto con altre donne a lei sottomesse! E questa era la perfetta realizzazione dei suoi sogni!

Lucia intanto aveva già iniziato a tremare: era rimasta frastornata per tutti gli orgasmi avuti in successione, ma percepiva forte il dolore dovuto al sesso sfrenato a cui era stata costretta, nella figa ma soprattutto nel sedere.
In quei giorni era passata in poche ore dall’essere praticamente vergine dietro ad avere il culo sfondato come quello di un’attrice porno. Aveva subito tutto molto passivamente fino a quel momento, sottostando a tutte le perversioni del marito e della figlia, ma quando sentì le dita di Francesca avvicinarsi, si rese conto che tutto questo era troppo.
Fece per spostarsi in avanti, ma fu subito bloccata da Lorenzo, che evidentemente si aspettava quella reazione.

“Perché scappi? Non ci credo che una troia come te non abbia voglia di farsi sfondare ancora di più il culo! Lo so che ti piace essere riempita, perché sei solo una maiala puttana, la nostra puttana, e faremo di te ciò che più ci piace! Sei stata tu a metterti in questa situazione, perché &egrave quello che una vacca come te vuole e si merita! E ora ferma li, a pecorina, allargati bene il culo.”

Lucia con le lacrime agli occhi, umiliata come non mai, si posizionò culo all’aria, e con le mani si aprì il più possibile le natiche, donando completamente l’ano alle voglie della figlia.

Francesca, eccitata per la sottomissione estrema della madre, iniziò a passare un paio di dita insalivate sullo sfintere, iniziando poi una dolce penetrazione. Non avvertendo alcun tipo di resistenza, decise di passare a 3 dita, iniziando solo così a sentire una discreta rigidità.
Lucia dolorante iniziò ad emettere dei lamenti sommessi, cercando però di mantenersi in posizione, per non contraddire il marito.

“Mi eccita sentirti mugolare come una cagna, prendimelo tutto in bocca mentre vieni aperta, non vorrai godere solo tu vero?” ritornò alla carica Lorenzo puntando la grossa cappella sulle labbra della donna.
Lucia cercò di concentrarsi sul grande cazzo, succhiando e leccando tutta l’asta, ma sentendosi forzata da un quarto dito, si staccò per urlare, lamentandosi per la dolorosa intrusione.

“Troia ti ho detto di stare ferma e di farmi un pompino!” disse schiaffeggiandola.

Contrariato e con il cazzo ancora duro, si allontanò per alcuni secondi dalla stanza, tornando poco dopo con corde e gel lubrificante.

“Ora vediamo se ti muovi ancora vacca” disse iniziando a legare polsi e caviglie della donna ai bordi del letto.

Porre resistenza era inutile, non poteva ribellarsi. Doveva subire quella tortura senza lamentarsi, rassegnandosi al fatto di essere diventata solo un oggetto al servizio di perversioni e divertimento.

A pancia in giù, con le gambe tenute allargate dalle corde, alzò il bacino per esporre nuovamente il buco ormai oscenamente allargato alla figlia.
Chiuse gli occhi, mentre sentiva il suo Riccardo lubrificarla abbondantemente con il gel, mentre veniva insultata come la peggiore delle puttane dalla figlia. La sua adorata figlia, una ragazza così dolce, educata, sempre composta, ora era diventata la sua principale aguzzina. Era tornata prepotentemente a forzarle il culo, mentre Riccardo le aveva ripresentato il cazzo da spompinare. Come in trans, completamente arresa alla sua sorte, iniziò a succhiare con foga. Pian piano iniziò anche a provare un po di piacere nell’estremo trattamento anale, tant’&egrave che iniziò a muovere il culo su e giù per favorire il fisting con la mano di Francesca.

Quando anche il quinto dito fu dentro, un brivido pervase il corpo e l’animo di Lucia. Ebbene si, stava godendo. Godeva per la stimolazione, per l’eccitante e perversa situazione, legata, impossibilitata a muoversi e a ribellarsi a quel trattamento mentre succhiava avidamente il cazzo del marito maiale, ma godeva soprattutto per la sua nuova condizione, il suo nuovo e fantastico ruolo da schiava troia della famiglia. Godeva nell’essere insultata e derisa, mentre in preda ad un orgasmo senza precedenti con il culo estremamente aperto, si dimenava per il piacere mentre Francesca con il pugno chiuso era passata ad un fisting violento.

Nel vedere che sorprendente la figlia era riuscita nell’impresa che lui aveva proposto, Lorenzo arrivò prepotentemente all’orgasmo, inondando la gola della puttana di caldo sperma, ingoiato prontamente da Lucia.

“Te l’avevo detto che la mammina &egrave una troia, non ci sono limiti per i suoi buchi, &egrave fatta per prendere di tutto e farsi sfondare come merita!”

“Hai ragione papà, &egrave una maiala, ha persino goduto!!!” disse passando una mano sulla figa bagnatissima della madre.

“Vieni qui amore, vedrai che noi 3 insieme ci divertiremo un sacco” disse Lorenzo tirando verso di se la bella Francesca, baciandola poi con passione mentre con la mano stimolava il sesso fradicio della giovane, a pochi centimetri dalla madre legata, ancora frastornata dal forte orgasmo.

“Schiava, sarebbe gradito almeno un grazie”

Lucia ritornò per un attimo alla realtà ritrovandosi davanti al viso la vagina della figlia, penetrata dalle esperte dita del marito e padre porco.

“Vi ringrazio Padroni, &egrave stato stupendo, spero che vi siate divertiti!”

“Certo mammina, ora che ho capito che razza di cagna sei, posso dirti che ci divertiremo molto tutti insieme! Preparati, sarà un periodo intenso puttanella” esclamò Francesca ridendo, mentre meravigliosamente nuda si dirigeva verso il bagno per darsi una rinfrescata e poi andare a dormire dopo la serata impegnativa…..

Ritornato di colpo al presente, eccitato nel ricordare gli eventi di poche ore prima, Lorenzo si vestì velocemente, slegò Lucia ancora profondamente addormentata, e prima di uscire andò a baciare Francesca, che ritrovò nuda sul letto. Si sarebbe perso per ore a contemplare quelle forme perfette, ma doveva assolutamente andare: una lunga giornata lo stava aspettando, nella speranza che anche questa gli avrebbe regalato nuovi ed eccitanti risvolti….

Luca scambiò uno sguardo soddisfatto e pieno di perversione con Lorenzo, che a sua volta si avvicinò ad Elena, e infilandole una mano tra le gambe chiese voglioso: “Allora, dove eravamo rimasti?”

Elena bagnatissima, aprì un po le gambe per agevolare la rude intrusione delle dita di Lorenzo.
Era rimasta piacevolmente scossa dai recentissimi eventi. Si era ritrovata senza alcun preavviso in un intrigante scambio di coppia, nelle mani di un uomo che segretamente aveva sempre sognato di potersi scopare. Il tutto reso più eccitante dal sorprendente ruolo di troia sottomessa interpretato dell’amica Kristina. Che gran zoccola! Era li a pochi metri da lei, a 4 zampe, intenta a leccare schizzi di sperma sul pavimento come la peggiore delle cagne.

Luca, il suo compagno, si era subito lasciato prendere da quella invitante situazione dedicando attenzioni spinte alla troietta. L’arrivo del ragazzo delle pizze, nonostante avesse reso la serata ancora più interessante, aveva interrotto un momento particolare. Infatti le due ragazze si stavano per dare da fare con i cazzi duri di Lorenzo e Luca.

Elena infilò la mano nei boxer di Lorenzo e vi trovò subito un cazzo in erezione bello grosso, lo tirò fuori e iniziò a masturbarlo lentamente. Dopo alcuni secondi si mise in ginocchio e iniziò a spompinare quel bell’attrezzo, sotto lo sguardo eccitato del compagno Luca che come in trance si lasciò cadere nel comodo divano a penisola e iniziò a masturbarsi gustandosi lo spettacolino offerto dalla fidanzata.

“Lascia fare a me” disse Kristina dopo aver leccato tutto, avvicinandosi a bocca aperta all’asta in erezione di Luca.

Anche Elena, per non sembrare da meno, spinse il suo amante sul divano e iniziò a succhiare a sua volta. Entrambe iniziarono a darci dentro alla grande, lavorando di labbra, risucchio e lingua: sembrava una gara a chi fosse più troia!!
Kristina, decisamente più porca dell’amica, iniziò ad alternare lunghe succhiate su e giù per il cazzo a brevi leccatine piacevoli e stimolanti al buco del culo di un sorpreso ed eccitatissimo Luca.

“Anche il culo mi sta leccando questa cagna, certo che te la sei scelta proprio puttana amico mio”.

Elena, presa da uno strano senso di gelosia misto ad eccitazione crescente, per tornare al centro delle attenzioni dei presenti si alzò in piedi e in mezzo secondo si infilò in un colpo solo tutto il cazzo di Lorenzo nella figa bagnatissima mettendosi a cavalcioni dell’uomo.

“Amore guarda, guarda come mi faccio scopare da questo cazzoneee!!”

Luca per un attimo si dimenticò di avere la bocca di una strafiga a sua disposizione, impegnata a leccare e a dargli piacere.
Iniziò a guardare la compagna; poteva vedere chiaramente tutta la scena, essendo all’estremità opposta del divano a penisola riusciva a vederla di profilo, intenta a godere con il bel cazzo dell’amico dentro, senza preservativo. Le tettone ballavano su e giù seguendo il ritmo della scopata, e lei gridava di piacere: “Guarda cornuto, guarda come sono troia, tu non mi hai mai scopata così, mi faccio venire dentro come la peggiore delle puttaneeee!!”

Luca vedendo la fidanzata così sembrò dimenticarsi totalmente di Kristina, si alzò in piedi e a cazzo durissimo si diresse verso i due che stavano ancora scopando appassionatamente. Preso da un’eccitazione animale puntò la cappella inumidita dal precedente pompino verso il culo della sua Elena, pronto a sfondarla come quella maiala meritava.

Appena iniziata la penetrazione posteriore, a cui non era propriamente abituata, Elena si fermò dal suo su e giù per protestare, ma intervenne Lorenzo prendendola per il collo: “non fermarti puttana, anche tu come la tua amichetta sei solo uno sborratoio, quindi prenditi questi due cazzoni e fatti riempire di sborra!”

Elena non protestò. Era inutile negarlo, lei voleva farsi scopare, voleva sentire due cazzi dentro di lei. Aveva un po’ di paura a prenderlo tutto in culo, ma era certa che sarebbe stata ripagata ampiamente per quel suo piccolo sacrificio.
E pensare che inizialmente era rimasta scandalizzata dal comportamento di Kristina, quella grandissima troia. Ma forse lei si era spinta ancora oltre, scopandosi il fidanzato dell’amica davanti a Luca, l’amore della sua vita. L’aveva chiamato cornuto e si era data da sola della troia, ma che importanza aveva? Erano tutti felici in quella situazione, e tutti volevano godere.

Nel bel mezzo di questi pensieri, con Lorenzo che tenendola per il collo dava il ritmo alla penetrazione, sentì farsi spazio nel suo culo un bel palo di carne.
“Lo senti troia quanto è grosso? Ti apro il culo schifosa, mi hai fatto cornuto ma ora ti faccio male con il mio cazzo durissimo tutto dentro!!”

Iniziarono a scoparla a ritmi impressionanti, alternando un affondo in figa ad uno dritto nel culo.
Elena, perso ogni briciolo di dignità, si dimenava come un’assatanata nella speranza di non perdersi neanche un centimetro di quei bei bastoni, entrando nell’estasi più totale “Scopatemi più forte, sono la vostra troia, si ancora, sfondami il culo Luca!! Voglio il vostro seme dentro, riempitemi tutta bastardi!!!”

Sentendo quelle porcate uscire dalla bocca della troietta mora, i due uomini non riuscirono a trattenersi oltre, e quasi contemporaneamente riversarono una grossa quantità di calda sborra nei buchi sfondati di Elena. Rimasero dentro per alcuni secondi per godersi fino in fondo quel momento, staccandosi poco dopo e lasciando Elena esausta in ginocchio sul divano, con culo e figa completamente aperti e da cui iniziavano ad uscire piccoli rigagnoli di seme dei due che l’avevano appena selvaggiamente scopata.

“Stupida troia così ci fai li sdraiata a toccarti la figa? Vieni subito qui a ripulire i nostri cazzi sporchi degli umori di questa vacca della tua amica!” disse Lorenzo con tono minaccioso.

Kristina da quando era stata privata di un cazzo da spompinare, non essendo stata chiamata dal suo uomo a partecipare alla scopata, si era messa in un angolino del divano, e per non disturbare la doppia penetrazione, silenziosamente aveva iniziato a toccarsi freneticamente gustandosi la scena, mordendosi le labbra per non emettere alcun gemito di piacere. Si penetrava e stimolava il clitoride con gran voglia, arrivando vicinissima all’orgasmo, ma fu interrotta sul più bello dalla chiamata del suo fidanzato (e Padrone).

Ricevuto l’ordine, si alzò velocemente in piedi, e fece per dirigersi verso l’amica, ma fu interrotta nuovamente da Lorenzo: “giù a 4 zampe come la sporca cagna che sei, subito!”

Lei totalmente succube eseguì immediatamente, e umiliandosi in quella posizione si avvicinò ai buchi grondanti di sperma e umori di Elena.

“Prima pulisci bene la figa, lecca via tutto mi raccomando! Poi per il culo ne riparliamo!”

Kristina, con il viso a pochi centimetri dalla vagina aperta di Elena, poteva chiaramente vedere la sborra che imbrattava il sesso dell’amica; iniziando con ampie leccate, cercò di tirare via tutto quello che era fuoriuscito, concentrandosi poi all’interno delle piccole labbra: con la punta della lingua cercava di spingersi sempre più in profondità per non perdersi neanche una goccia del nettare che Lorenzo aveva riversato dentro. Estasiato da questa scena, Luca iniziò a masturbare lentamente Kristina con due dita: era bagnatissima; lei felice per quel trattamento iniziò a mugulare di piacere, ma non staccò per un secondo la bocca da Elena: ormai le aveva ripulito completamente la figa, ingoiando da brava troia tutta la calda crema.

“Molto brava cagna, ora tocca alla sborra di Luca! Siediti per terra, appoggia la testa sul divano e faccia in su, bocca aperta da brava!”

Kristina prese posizione, e Luca fu costretto a togliere la mano nell’intimità della ragazza. Il cazzo gli era tornato duro, e ricominciò a masturbarsi lentamente.
Nel frattempo Lorenzo prese di forza Elena, e fece prendere posizione anche a lei, mettendola praticamente seduta sopra la faccia di Kristina, in un facesitting dall’alto tasso erotico.

“Elena ora liberati, rilassa lo sfintere e butta fuori tutto lo sperma che hai nel culo, fai finta che la troia che hai sotto sia il tuo cesso!”

Imbarazzatissima dalla situazione Elena avrebbe voluto finirla li, alzarsi, andare in bagno a darsi una lavata, ringraziare per la fantastica serata e andare via con il suo fidanzato. In fin dei conti quello che voleva era fare del buon sesso con quel figo di Lorenzo, e in maniera abbastanza rocambolesca ci era riuscita! Al contrario non aveva mai avuto fantasie per altre strane situazioni, come quelle in cui si era ritrovata negli ultimi minuti. Farsi leccare da una donna era stato eccitante, certamente, ma ora la situazione stava sfuggendo di mano, le perversioni stavano andando troppo oltre…
Ma nonostante questo sentiva il cuore battere a mille, e la figa calda e bagnata, e il corpo non seguiva più i suoi pensieri! Si ritrovò quindi a spingere e a riversare un’inaspettata abbondante quantità di sborra dal suo culo dritta nella bocca della sua migliore amica.
Si vergognava molto per lo schifoso spettacolo che stava offrendo, ma non poteva farne a meno.

Spinse finché si fu completamente svuotata, e Kristina non poté far altro che ingoiare tutto da brava schiava senza dire niente.
Dopodiché, senza ricevere alcun ordine, si mise a leccare l’ano di Elena fino a ripulirlo completamente.
Luca nel gustarsi la scena fu di nuovo al limite dell’orgasmo, e menandosi velocemente l’uccello si avvicinò a Kristina che aveva ancora la faccia immersa nel culo della sua fidanzata.

“Che troie che siete, siete delle schifose zoccole pervertiteee!!” E così dicendo venne nuovamente, stavolta indirizzando gli schizzi verso le grosse tette di Kristina.

“Hai proprio ragione amico, guarda che puttane che ci siamo portati a casa!!”

Poi rivolse lo sguardo verso Elena: “Ora che hai usufruito della mia schiava per i tuoi sporchi comodi, sarebbe carino se ricambiassi il favore! Guardala, con le tette tutte sporche di seme, leccalo via tutto, fino all’ultima goccia!”

Elena imbarazzata ma eccitatissima si inginocchiò a terra di fianco all’amica e cominciò a leccare gli schizzi di sborra che colavano dalle tette.

Luca esausto ma radioso si avvicinò a Lorenzo, tenendo sempre puntati gli occhi su di Elena che succhiava ogni centimetro di pelle per riuscire a raccogliere tutto lo sperma: “Ti devo ringraziare amico, guarda che troie, è stata una serata fantastica!”

“Di nulla Luca, hanno solo tirato fuori la loro vera natura. Vedrai come ci faranno divertire, ho in mente molti progetti per queste cagne…”

CONTINUA….

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“Ehi troia sveglia!”
Lucia fu irruentemente risvegliata da una voce squillante che conosceva benissimo; si sentiva incredibilmente frastornata e molto dolorante ai polsi e alle caviglie, ma soprattutto il culo le faceva malissimo.
Ancora assonnata, non si rese conto dell’ordine ricevuto e stiracchiandosi nuda ad occhi chiusi rispose:
“Buongiorno tesoro mio, come mai non sei a scuol…”
In quel momento un dolore lancinante la riportò alla realtà; la bella figlia Francesca le aveva appena strizzato un capezzolo con violenza.
“Non ci siamo mammina, non ci siamo proprio. Forse non ti sono ancora ben chiari i ruoli, anche se dopo ieri sera pensavo che non ci fossero più dubbi!!”
Francesca aveva un tono di voce molto calmo, ma nel frattempo continuava a stringere forte il capezzolo alla madre.
“In privato, o quando lo decideremo io o Papà, noi saremo i Pa-dro-ni e tu la nostra schia-va” disse scandendo bene le parole per farle capire la sua posizione.
“Quindi ora che siamo sole, mi dovresti portare il giusto rispetto, non credi puttana?”
Sentire quelle parole di primo impatto fecero rabbrividire Lucia; sua figlia era stata crudele e volgare, di sicuro non erano stati lei e Riccardo a crescerla in quella maniera. Ma ormai dopo gli avvenimenti dei giorni precedenti, era ben consapevole di quale fosse la sua posizione. Ricordò la serata precedente, legata e abusata da Riccardo e Francesca. Già, Francesca sua figlia, o meglio, la sua Padrona, decisa e bellissima; doveva assolutamente assecondarla e servirla per farla felice e soddisfarla.
“Mi scusi Padrona, sono a sua disposizione”
“Meglio” Francesca lasciò andare il capezzolo della madre.
“Comunque oggi sono a casa da scuola perché dopo quello che è successo ieri sera mi è salita la voglia di farmi una bella scopata, e aspetto un amico per farmi sbattere per bene!” disse con un sorrisetto malizioso “Qualcosa in contrario?”
“No padrona!”
Francesca scoppiò a ridere “Due giorni fa mi avresti messa in punizione se avessi detto una cosa simile, adesso se si parla di sesso ti bagni come una zoccola! Ahahahah”
“Purtroppo oggi non potrai assistere alla scena di un grosso cazzo che mi sfonda, ma la prossima volta potrai rimanere a guardare mentre ti masturbi in un angolo schiava!”
“La ringrazio Padrona”
“Bene così mi piace! Comunque come ben ricorderai stamattina alle 11 hai il colloquio con il mio professore di fisica”
Lucia se ne era completamente scordata, del resto negli ultimi giorni erano successe e cambiate troppe cose, e non poteva pensare di certo pure al colloquio con il professore, ma mentì per non far innervosire Francesca: “Certo, mi ricordo benissimo!”
“Molto bene, allora inizia a prepararti che è tardi, e metti questo!” E le lanciò addosso un vestito piegato.
Lucia lo prese perplessa e lo dispiegò: era un miniabito nero, cortissimo e scollatissimo, ma non l’aveva mai visto prima.
“È il vestitino che metto in discoteca quando voglio fare la troia” confessò sinceramente la ragazza: “non copre granché, anzi, soprattutto per te che hai forme più abbondanti coprirà veramente ben poco! Ma per raggiungere il nostro obbiettivo ti assicuro che è meglio così!”
Lucia la guardò con sguardo interrogativo.
“Ah già che stupida, non te l’ho detto! Nell’ultima verifica di fisica ho preso 2! Ora tu vai al colloquio e fammi alzare il voto, un 8 può bastare”
“Ma….come faccio??”
“Il Prof di fisica è un vecchio bavoso a cui piacciono le puttane, e tu sei una puttana, direi che la risposta è ovvia!”
Lucia rabbrividì al solo pensiero. Ricordava il prof di fisica, un signore di 60 anni portati malissimo, grassoccio e poco curato, molto viscido, sempre pronto a fare complimenti inopportuni alla mamme degli studenti, e a volte anche alle studentesse stesse.
Riguardò il vestito e mentre Francesca stava per uscire le chiese “Mi scusi Padrona, ma l’intimo posso sceglierlo io?”
Infastidita dalla richiesta, Francesca rispose seccata: “Le troie non portano le mutandine. E per quello che devi fare non ti serviranno a niente.”

Un’ora più tardi Lucia si trovava nell’atrio della scuola superiore frequentata da sua figlia. C’era stata molte volte negli ultimi 5 anni, tra colloqui, incontri e consigli di classe. Ma mai come questa volta varcare quella soglia le sembrava un incubo.
Sapeva a cosa stava andando incontro, si sentiva molto in ansia e di sicuro l’abbigliamento scelto da Francesca non aiutava. Il vestitino era veramente estremo, troppo spinto persino per una trasgressiva serata in discoteca, figurarsi per entrare in una scuola. Lei inoltre aveva forme molto più abbondanti rispetto a quelle della giovane: l’ampia scollatura non lasciava nulla all’immaginazione, mostrando quasi totalmente i prosperosi seni, e inoltre a il vestito, già striminzito di suo, le era troppo corto, lasciando scoperta ad ogni passo una piccola ma visibile porzione di culo. E i tacchi vertiginosi che era stata costretta ad indossare rendevano la sua figura ancora più estrema e troieggiante.
Fortunatamente le lezioni erano in svolgimento e per i corridoi non c’era nessuno, ma lei non aveva la minima idea di dove recarsi per il colloquio con il professore. Con estremo imbarazzo si diresse verso la segreteria per chiedere informazioni. La segretaria, lanciandole un’occhiata schifata, che però nascondeva un pizzico di gelosia per quel bel vedere, la indirizzò verso una saletta dove il Professore era solito ricevere i genitori. Fortunatamente era al piano terreno a pochi metri dall’atrio, e le possibilità di incontrare altre persone era abbastanza minima. Si avviò furtiva in quella direzione decisa a fare presto nel compiere la sua “missione”. Arrivata alla meta però, trovò la porta chiusa. Sentiva chiaramente delle voci all’interno, un altro colloquio era in corso. Rimase quindi trepidante in attesa del suo turno, guardandosi timorosa intorno. L’idea di quello che avrebbe dovuto fare, anche se non sapeva ancora bene come avrebbe agito, la schifava, ma il fatto di essere vestita da troia in una scuola, senza mutandine e reggiseno, la eccitava non poco. Sentiva che si stava già bagnando, quando fu riportata subito alla realtà da una voce vicinissima a lei.
“Buongiorno Lucia! Anche lei qui? Come sta? Sempre in gran forma vedo!”
Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio. Lucia guardava l’uomo che le se era messo davanti, l’aveva già visto ma non si ricordava chi fosse.
“Mi scuso, forse non si ricorda di me, sono Roberto, il papà di Aurora, la compagna di classe di sua figlia Francesca! “
“Ah ma certo, mi scusi non l’avevo riconosciuta subito! Tutto bene, e lei?”
“Io invece l’ho riconosciuta subito, impossibile dimenticare una donna così bella…” mentre le parlava si era perso a fissare le grosse tette che quasi uscivano dal vestito “Io tutto bene, adesso che la vedo ancora meglio! Ma come mai così eleganti? Ha proprio un bel vestito per un semplice colloquio!” e intanto il viscido porco non staccava gli occhi dalla scollatura; non aveva mai visto la donna così in tiro, solitamente sempre molto composta ed elegante.
Doveva ammettere che era un bell’uomo, alto, un bel fisico, vestito molto bene, decisamente una bella presenza. Le pareva di ricordare che fosse molto benestante, in una posizione lavorativa di potere, e questo spiegava la sicurezza e la sfacciataggine con cui ci stava provando, probabilmente non era abituato a ricevere no come risposta. Si credeva irresistibile
“Sarebbe bello andare a prendere un caffè dopo i colloqui, oppure potremmo uscire a cena…”
In quel preciso momento suonò la campanella, e il corridoio in un secondo fu pieno zeppo di studenti impazziti usciti per la ricreazione. Lucia si schiacciò contro il muro per evitare le spinte e soprattutto gli sguardi vogliosi dei ragazzi.
Ma il vero problema non erano i ragazzi, era l’uomo che aveva alle spalle. Roberto, approfittando della gran confusione, si adagiò con il corpo a Lucia. La donna poteva sentire chiaramente il cazzo indurito premerle contro il sedere.

In situazioni normali si sarebbe girata e avrebbe tirato uno schiaffo al maiale, ma tutto quel contesto la faceva sentire tremendamente troia, e lei sapeva di esserlo.
Erano schiacciati contro il muro, immersi nella confusione, e Roberto senza dare nell’occhio aveva iniziato a strusciarsi su e giù lentamente, mentre con la mano più nascosta iniziò a palpeggiare una natica.
Continuò a palpare il culo e a puntare il cazzo per alcuni secondi, quando Lucia sentì la mano staccarsi e cercare di intrufolarsi sotto il vestitino.
Non si era resa conto, ma la parte sotto si era pericolosamente alzata. Cercò di ricomporsi all’istante per non farsi vedere, ma ormai la mano di Roberto avevano raggiunto l’obbiettivo.
Sentì due dita iniziare ad accarezzarle esternamente la figa. Ci fu un attimo di esitazione da parte dell’uomo al primo contatto, segno evidente della grande sorpresa nel trovare Lucia senza intimo. Ovviamente una sorpresa molto gradita.
Ricominciò quindi a stimolarla; lei era eccitatissima, trepidante nell’attesa di farsi masturbare nel corridoio, ma appena le dita iniziarono a farsi strada dentro di lei, la porta che avevano davanti si aprì.
“È stato un piacere parlare con lei, dica a suo figlio che così va bene, ma potrebbe sempre impegnarsi un po’ di più per arrivare a risultati migliori! Arrivederci!”
Il colloquio precedente era finito, e il Professore aveva accompagnato alla porta il genitore di un altro ragazzo.
“Prego avanti!”
Toccava a Lucia. Bagnatissima, trovò comunque la forza di staccarsi da Roberto e ricomporsi all’istante prima di varcare la soglia della saletta. Senza girarsi indietro, si chiuse la porta alle spalle. Era stato un incontro piacevole quello con l’altro genitore, ma lei aveva altro di più importante da fare per compiacere la sua Padrona.
Si ritrovò in un piccolo stanzino, spoglio, senza finestre; una scrivania molto semplice separava due sedie per gli ospiti dalla poltrona in cui si stava sedendo il Professore. Era proprio come lo ricordava: portava malissimo i suoi anni, era basso e grassoccio, quasi completamente pelato, barba e baffi incolti e vestito in modo trasandato.
Per un momento sentì crescere l’ansia, la voglia di girarsi e correre via. Ma da brava schiava doveva rimanere e rispettare gli ordini.
“Buongiorno Signora, si accomodi!”
Il Prof era rimasto imbambolato qualche secondo ad ammirare lo spettacolo offerto dal corpo di Lucia, ma si riprese subito, staccando gli occhi da quelle forme generose e facendo finta di cercare qualcosa nel registro.
Lucia si mise a sedere davanti a lui; non aveva pensato ad un preciso piano di azione e questo la preoccupava, inoltre era ancora leggermente frastornata per quello successo qualche secondo prima.
“Signora mi scusi la domanda ma non ricordo di chi è la madre, ed è strano perché è difficile dimenticarsi di una bella donna come lei…” il maiale aveva già iniziato a provarci, a fare il bavoso, e questo forse era un bene, vista la situazione.
“Sono Lucia, la mamma di Francesca!”
L’uomo rimase spiazzato: conosceva benissimo la bella Francesca, che aveva la fama di essere la troietta della scuola, ma non ricordava che anche la mamma fosse così puttana, perché presentarsi ad un colloquio con un vestito del genere significava voler mostrare a tutti di essere una gran zoccola.
“Ma certo, ora ricordo! Complimenti, sua figlia ha preso tutto da lei!” disse con un sorrisetto il vecchio bavoso.
“Allora vediamo….ah ecco, sua figlia con me non va molto bene, le ho dato molte occasioni perché credo in lei e nelle sue potenzialità (altro sorrisetto malizioso), ma se consegna le verifiche in bianco non posso fare niente per aiutarla, gli ultimi compiti sono stati un disastro, ha circa la media del 4 in questo momento, e non so se a questo punto riuscirà a recuperare!”
Il pervertito mentre parlava continuava a spiare le tette praticamente esposte; era quello il momento di agire.
“E non c’è niente che io come madre potrei fare per aiutarla a recuperare?”
chiese Lucia mettendo ancora più in risalto i grossi seni, che ormai stavano per esplodere fuori dal vestito.
“Beh…. il mio consiglio è quello di farle capire che se si impegna può farcela, dirle di studiare di più, magari farle fare un po’ di ripetizioni sugli argomenti che non ha capito…”
Mentre stava parlando però sentì qualcosa toccarlo tra le gambe, abbassò lo sguardo e vide il piede nudo di Lucia intento a sfregare freneticamente la patta dei suoi pantaloni.
Non si sarebbe mai aspettato un colpo di scena del genere. Aveva davanti una bellissima donna, che lui sapeva essere sposata con un ricco industriale, che gli stava proponendo delle chiare avance sessuali.
C’era solo una spiegazione a tutto questo: aveva davanti una grandissima puttana.
“Non si potrebbe risolvere la situazione in un altro modo Professore?”
Adesso che aveva alzato lo sguardo per guardarla negli occhi, aveva però notato un grandissimo imbarazzo, misto a disgusto per l’essersi ritrovata in quella situazione, quasi come non fosse un suo desiderio, ma fosse stata obbligata a farlo. Ma a lui questo non importava, l’occasione era troppo allettante, e aveva già il cazzo durissimo; prese la palla al balzo, cercando di mantenere un atteggiamento fermo e autoritario.
“Spogliati, subito”
Lucia si alzò in piedi e in un attimo rimase nuda, togliendosi l’unico indumento che aveva addosso. Nel constatare l’assenza completa di intimo, e nell’ammirare quello spettacolo il Professore le confidò:
“Sapevo che anche tu dovevi essere una gran bella zoccola, tale madre tale figlia! Chissà tuo marito come è contento di avere in casa due cagne così” e detto questo fece cenno alla donna completamente nuda di avvicinarsi a lui.
Lucia non lo dava a vedere, ma si vergognava moltissimo di quello che stava facendo, e aveva paura per quello che stava per succedere. Era una sensazione strana per lei, era eccitata ma allo stesso tempo avrebbe voluto andarsene. In poco tempo era cambiato veramente tutto: giorni prima si sarebbe infastidita anche solo se un uomo le avesse lanciato qualche sguardo di troppo; ora si ritrovava nuda e più troia che mai in uno squallido stanzino a farsi scopare con gli occhi da un vecchio pervertito e bavoso; ma avrebbe fatto qualsiasi cosa per compiacere Francesca, era pronta a tutto, consapevole di correre il rischio di perdere la propria dignità e superare dei limiti.
“E quindi quella puttanella di tua figlia ti ha mandato a farsi alzare il voto? Avrei preferito fosse venuta lei a cercare di convincermi con queste valide argomentazioni” disse scrutando famelico i grossi meloni “è da mesi che la osservo bene quella troietta, ma per stavolta mi accontenterò della mammina cagna! Fammi toccare le tette vacca!”
Lucia si mise davanti a lui, porgendosi in avanti per offrire il seno alle mani del porco, che senza farsi pregare iniziò a palpare con foga. Continuò cosi per decine di secondi, alternando palpate avvolgenti a lievi tirate e strizzate di capezzoli; scendendo con la mano, iniziò a penetrarla lentamente con un paio di dita, procedendo meccanicamente con lo stesso movimento per mezzo minuto circa. Lucia stette ferma ed in silenzio, subendo il tutto passivamente: si sentiva sporca e violata, ma inevitabilmente iniziò a bagnarsi in mezzo alle gambe.
Quando il professore tolse le mani, Lucia pensò che quella “tortura” fosse finita; si era spogliata, si era fatta insultare, palpare e masturbare dal vecchio; le sembrava più che sufficiente per ottenere qualche voto in più.
“Molto bene, ora possiamo iniziare!” disse il prof, e vedendo l’espressione perplessa delle donna continuò: “per ora sono stato io a darti piacere solo per soddisfare le tue voglie da troia, ora se tu vuoi un favore da me dovresti fare qualcosa per soddisfarmi”.
Nuda, rassegnata ma ancora estremamente eccitata, Lucia fece cenno di si con la testa e rimase in piedi in attesa di ordini.
“Mi si è ammosciato il cazzo a vederti li a non fare niente, fammelo tornare duro vacca.”

Si avvicinò in maniera sensuale e iniziò a palpare la patta dei pantaloni con decisione, avvertendo quasi subito il cazzo gonfiarsi; doveva ammettere che il vecchio prof aveva una buona dotazione li sotto! Si mise in ginocchio davanti a lui e slacciò la cintura, sbottonò i pantaloni e, mentre lo guardava negli occhi sfoderando il suo miglior sguardo da porca, lentamente iniziò ad aprire la zip.
Il cazzo da quanto era duro saltò fuori come se avesse una molla.
Desiderosa di vederlo, abbassò le mutande e si trovò a pochi centimetri dalla faccia un bel cazzone, non molto lungo ma molto molto grosso in circonferenza e molto peloso.
Il professore notò la sua sorpresa: “Ti piace vero troia? Accarezzalo su”
Lucia iniziò a toccarlo, iniziando poi una lenta sega. Era talmente largo che faceva fatica ad avvolgerlo completamente con l mano. Lo menò su e giù per un po’, fino a scappellarlo completamente.
“Ora bacialo” ordinò deciso.
La donna partendo dalla base iniziò a dare avvolgenti bacetti, risalendo lentamente tutta l’asta, fino ad arrivare alla cappella. Percepiva chiaramente la durezza e l’eccitazione aumentare esponenzialmente. A questo punto senza preavviso si sentì prendere per i capelli e spingere di prepotenza verso il basso. Istintivamente, aprì la bocca e si fece scivolare il grosso cazzo in bocca. Sentendosi quasi soffocata per quell’inaspettata intrusione, cercò di divincolarsi, ma il professore la teneva saldamente, con il cazzo totalmente piantato nella gola.
Lucia non abituata a quel rude e invasivo trattamento, iniziò a diventare violacea e ad avere i conati, era veramente al limite, ma fu salvata da qualcuno che stava bussando alla porta.
“Mi scusi professore, sono Roberto il papà di Aurora! Avevo appuntamento con lei alle 11 e tra un po’ devo per forza tornare al lavoro”
Il professore mollò la presa sulla testa di Lucia liberandola dal pompino forzato e guardò l’orologio. Si era completamente dimenticato di avere un altro appuntamento con un genitore!
Non sapeva cosa fare, la situazione era troppo compromettente, ma non poteva cacciare via l’uomo alla porta che ormai stava aspettando il suo turno da più di 30 minuti. Avrebbe di sicuro sospettato qualcosa sapendo che era dentro con una bella donna che si era presentata vestita da prostituta, e lui non voleva rischiare il posto di lavoro. Guardò in basso e si perse ad ammirare la troia nuda ed in ginocchio, che stava riprendendo fiato con un’espressione molto ansiosa. Voleva comunque finire quello che aveva iniziato, non poteva perdersi quella ghiotta occasione! Decise quindi di improvvisare.
“Prego, venga pure!”
Rivolse all’istante un sorrisetto malizioso a Lucia, immobilizzata per la paura e la vergogna di essere scoperta:
“Stai sotto la scrivania e succhia, maiala!” le disse a bassa voce mentre la porta si stava aprendo.

CONTINUA…

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“Prego venga pure!”

Roberto, invitato ad entrare, aprì la porta e si trovò davanti una scena surreale.
Non aveva mai visto di persona il Professore di fisica di sua figlia, perché di solito agli incontri era sempre andata sua moglie. Era brutto, grasso e vecchio, decisamente peggio di come gli era stato descritto da lei e la figlia, che gli avevano pure detto essere un bavoso, propenso anche a battutine imbarazzanti e squallide.

Ma ciò che attirò di più la sua attenzione era quello che stava succedendo sotto il tavolo. Si scorgeva chiaramente la figura di una bella donna, completamente nuda, in ginocchio davanti al vecchio comodamente seduto sulla poltrona.
Non si vedeva esattamente cosa stesse facendo la donna, ma la situazione inequivocabile non lasciava spazio a dubbi, e ovviamente lui sapeva benissimo chi era quella puttana vogliosa.

“Buongiorno Signor Roberto, si accomodi pure!”. Il Professore fece finta di niente, comunque consapevole che ovviamente l’uomo si era accorto di tutto.

Roberto, divertito e incuriosito dalla situazione, decise di stare al gioco; si mise a sedere e con il piede, cercando di non farsi notare, andò con nonchalance alla ricerca della figa di Lucia.

La donna, a quel contatto ebbe un sussulto. Sapeva che ovviamente sarebbe stata vista da Roberto, ma sperava di non ricevere ulteriori abusi anche da parte sua.
Sentiva la fredda e liscia superficie delle scarpe in pelle dell’uomo scivolare su e giù lungo la sua vagina bagnatissima. Intenta a succhiare un grosso cazzo e non potendo fare nulla per sottrarsi a tutto quello, eccitata dischiuse un po più le gambe per agevolare lo strofinamento e dare sfogo alla sua voglia.

“Dunque… il padre di Aurora! È un piacere conoscerla. Che dire, sua figlia è brava, abbastanza costante, se continua così può ambire ad un 7 in pagella, ma con un po più di impegno potrebbe certamente puntare più in alto!”

Notando però lo sguardo eccitato del suo interlocutore, il Professore capì che a Roberto, dato il piacevole risvolto che il colloquio aveva preso, non interessava un cazzo di come la figlia andassi a scuola, ma voleva solo prendere parte a quel gioco perverso. E questo gli seccava non poco, dato che sperava di godersi in santa pace una bella scopata con quella bella figa di Lucia.
D’altronde, se non avesse condiviso la troia, probabilmente il padre della sua alunna avrebbe potuto spifferare il tutto, mettendolo in guai seri.

Decise quindi che era ora di coinvolgere anche Roberto.
“Ci sono brave ragazze che si danno da fare per raggiungere gli obbiettivi, altre invece sfruttano il fatto di essere nate zoccole per ottenere il massimo risultato! Roberto, le presento Lucia!”

“Ho già avuto il piacere di conoscere questa gran troia prima in corridoio. Sembrava una persona per bene, ma poi ha approfittato di me per dar sfogo alle sue voglie da vacca” disse mimando l’atto della masturbazione “e quando ha finito è entra da lei senza ringraziarmi ne salutare!”

Lucia arrossì dalla vergogna. Non era assolutamente vero, avrebbe voluto replicare, ma non poteva fermarsi. O meglio, non voleva. Continuava a succhiare e leccare, mentre con movimenti di bacino andava a cercare di strusciarsi il più possibile contro la scarpa di Roberto.

“Che troia! È vero?” chiese il Prof rivolgendosi a lei, che impotente annuì.

“Allora dovrai essere punita, perché il mio ruolo mi impone di educarti al meglio!!”

La particolare situazione, se possibile, l’aveva fatto eccitare ancora di più: Lucia poteva sentire il cazzo pulsare e indurirsi ancora di più tra le sue labbra.

Anche lei stava per arrivare al limite, ma Roberto sapientemente aumentava e rallentava il ritmo dello strusciamento per tenerla costantemente in quel limbo di eccitazione.

Bagnatissima, continuava a succhiare con impegno il grosso pene del Professore, finché non fu proprio lui a fermarla: “Vacci piano puttana, non vorrai mica farmi venire subito, se pensi che basti un pompino per soddisfarmi e far alzare il voto a quella troia di tua figlia ti sbagli di grosso!”

E detto questo arretrò sulla sedia togliendole dalla bocca l’uccello durissimo. Anche Roberto, in attesa di capire come si sarebbe evoluta la situazione, smise di masturbare Lucia.

“Cazzo sei un lago la sotto, mi hai bagnato tutta la scarpa con i tuoi umori troia!!” si lamentò guardando in basso.

A quel punto il Professore prese la palla al balzo: “Che schifo, ma non ti vergoni? Forza pulisci la scarpa al signor Roberto da tutto lo schifo che ci hai lasciato sopra, con la lingua!”

Lucia, nuda sotto la scrivania, avendo perso ogni briciolo di dignità, si arrese senza protestare all’ennesima umiliazione. Il suo essere donna, moglie e madre ormai non contava più niente. Aveva ormai accettato senza vincoli il suo nuovo ruolo di oggetto, perché nelle vesti di troia e schiava si sentiva completamente appagata, libera di dar sfogo alla sua vera natura, che per troppo tempo aveva represso.
Si girò sempre a quattro zampe, e iniziò a leccare la scarpe di pelle, lucide e impregnate dei suoi stessi umori.

Roberto si godeva divertito la scena: una donna di classe, sempre altezzosa e presuntuosa nei confronti degli altri, ora era nuda intenta a leccargli le scarpe sotto il totale controllo di un vecchio porco. Non sapeva a cosa fosse dovuto quel radicale cambiamento, ma non gli importava, dato che l’essersi trovato in quella situazione non gli dispiaceva affatto.
“Anche la suola vacca” disse con tono autoritario mettendole davanti agli occhi la sporca e ampia superficie.

Lucia da brava cagna continuò a leccare senza lamentarsi, e questo ulteriore grado di umiliazione fece eccitare ancora di più i due uomini, che dopo alcuni secondi per non perdere ulteriormente altro tempo prezioso, la fecero alzare e mettere a 90 sulla scrivania.

“Allarga le gambe e mostraci bene i tuoi buchi troia!”

Lucia divaricò al massimo le gambe, cercando di accontentare i due, inarcando il più possibile la schiena per tenere il culo bello alto, aperto e a disposizione.

“Cazzo hai una caverna al posto del culo! Io li non lo metto, preferisco la figa sperando che almeno li tu sia un po più stretta! Voglio sentirti calda e avvolgente!”

E senza ulteriori indugi Roberto la penetrò violentemente, iniziando a scoparla con forza.
Lucia era contenta di aver evitato la scopata nel culo: Roberto non aveva un cazzo gigante, ma sarebbe stato comunque molto doloroso farsi inculare dopo quello che aveva subito la sera precedente!
In compenso si stava facendo scopare alla grande, e stava godendo come una pazza.

Roberto continuò a sfondarla a ritmi forsennati e a sculacciarla forte per alcuni minuti portandola ancora una volta sull’orlo dell’orgasmo, ma quasi sul più bello lasciò il posto al Professore. Anche lui scelse di scoparla in figa, e anche se il suo cazzo in circonferenza era molto più grosso dell’altro, entrò senza problemi nella figa bagnatissima della troia.

Lui, probabilmente per la paura di venire subito e di non godersi appieno la scopata, teneva ritmi molto bassi, ma Lucia sentiva che le dimensioni erano cambiate: il pene era molto grosso, e il riceverlo tutto dentro la faceva godere come non mai.

Il Professore non resistette molto, ma quando sentì di essere vicino all’orgasmo accelerò il ritmo, tenendola per i fianchi, insultandola e scopandola fortissimo con il suo grosso cazzone, finché non riversò una grandissima quantità di sborra dentro Lucia. Un po per questo motivo, un po per il fatto di sentirsi cagna e usata da due uomini che conosceva solo di vista, Lucia si ritrovò ad avere un orgasmo molto intenso, come mai non aveva provato prima: sentì salire un grande calore al basso ventre, e in preda agli spasmi iniziò ad urlare tutto il suo piacere, schizzando dalla vagina grosse quantità di liquido come una fontana. Pensò per un attimo di essersi pisciata addosso, ma dall’intensità dell’orgasmo capì che stava squirtando.

Stupito ma eccitato da quell’inaspettato risvolto, Roberto che era rimasto in disparte a masturbarsi godendosi la scena, si avvicinò a Lucia stremata per l’orgasmo e la prese per i capelli mettendole la testa a pochi centimetri dal suo cazzo duro, riversandole un’abbondante quantità di calda crema sul viso.

Esausti ma soddisfatti, i due uomini si fermarono per qualche istante ad ammirare lo spettacolo di Lucia che a gambe larghe, culo e figa aperti e con la faccia imbrattata di sperma stava ancora ansimando mentre si riprendeva dall’intenso orgasmo.

Fu il Professore che ricominciò a sistemarsi per primo: “L’orario delle visite è finito e tra un po’ ho lezione, pulisci tutto lo schifo che hai fatto qui troia e vattene subito che se ci scoprono potremmo avere dei problemi”.

Lucia ancora piegata a novanta si riprese a quelle parole, e con le ginocchia ancora tremanti si rimise in piedi, scoprendo con grande vergogna di aver squirtato sul pavimento un’abbondante quantità di liquido vaginale.

“Muoviti non stare li imbambolata, pulisci”

La donna si guardò intorno disorientata per cercare qualcosa per sistemare, ma lo stanzino era completamente vuoto.
“Usa questo” disse Roberto divertito lanciandole il vestito striminzito con cui si era presentata all’appuntamento.
Lucia lo prese, e lo guardò disperata: non aveva un cambio con se, quello era il suo unico vestito, e avrebbe dovuto usarlo per pulire.

Mentre dalla figa continuava a colare sperma del professore misto ai suoi umori, si mise in ginocchio umiliata e rassegnata, iniziando a passare il vestito come fosse uno straccio sul pavimento.

“Io vado, Roberto la saluto, e controlli che sia tutto in ordine prima di lasciare la stanza” disse stringendogli la mano.

“E tu puttana? Non mi ringrazi? Ho perso tempo a scopare la tua sporca figa da cagna e non mi merito neanche un grazie??”

“Mi scusi Signore, la ringrazio molto per avermi scopata” disse Lucia fingendo estrema riconoscenza al vecchio e viscido porco “e se posso permettermi, cosa devo dire a Francesca? Ha recuperato l’insufficienza?”

“6-” disse il Professore dopo alcuni secondi di finta riflessione “prova orale sufficiente, ma mi infastidiscono le troie che la danno via troppo facilmente! Ma al colloquio di settimana prossima ne riparliamo!” disse maliziosamente palpandole una tetta per salutarla, uscendo poi dalla stanza.

Purtroppo non era riuscita nel suo intento, e di sicuro Francesca non sarebbe stata contenta, ma se da una parte l’idea di un altro incontro con il porco la disgustava, dall’altra inspiegabilmente la faceva eccitare nuovamente come una cagna. Immersa nei suoi pensieri, continuava a strofinare il pavimento con il suo vestito, ormai zuppo di umori.
Si accorse solo in un secondo momento di un divertito Roberto che stava riprendendo la sua umiliazione con il cellulare.
Cercò di coprirsi, ma ormai era troppo tardi, era stata ripresa in un momento di totale degrado.

“Ora sei libera per una cena?” disse sventolandole beffardo il telefono davanti, in una inequivocabile minaccia di ricatto.
“Ci divertiremo molto insieme!” esclamò raggiante, mettendo in tasca il cellulare, la sua chiave per tenerla definitivamente in pugno.

Ormai era diventata un oggetto sessuale nelle mani di tutti quelli che incontrava, passata in pochi giorni da moglie fedele e assolutamente contraria al tradimento, a troia vogliosa e sottomessa: anche in quel momento si stava ancora eccitando al pensiero di essere ricattata sessualmente, ulteriore prova di essere diventata una cagna senza pudore.

“Ora rivestiti, qui abbiamo finito! Torna a casa dal tuo maritino cornuto!” disse divertito Roberto uscendo dalla porta trionfante.

Rimasta sola, Lucia si rivestì mettendosi addosso il vestitino striminzito e ora anche bagnato, impregnato dei suoi stessi umori.
Cercò di sistemarsi al meglio, non era di certo presentabile conciata così, ma voleva tornare a casa. Uscì dalla porta nel corridoio fortunatamente vuoto; era a pochi metri dall’uscita quando incrociò lo sguardo della segretaria nell’atrio, che le tirò un’occhiataccia terribile a metà tra lo sgomento e lo schifo. Arrivata davanti le porte a vetri capì subito il perché di tanto disprezzo: riflessa negli specchi, si accorse di un particolare che aveva trascurato. Il suo viso, ancora imbrattato di sperma colante.

Vergognandosi come mai prima d’ora, corse fuori dall’edificio in direzione della macchina e, finalmente al sicuro da occhi indiscreti, iniziò a togliersi la sborra dalla faccia con le dita, portando con un movimento involontario, quasi automatico, ogni singola goccia alla bocca, ingoiando tutto. Appena si fu resa conto di ciò, ebbe la definitiva prova di essere diventata una grandissima puttana. In preda ad una nuova ondata di incontrollabile eccitazione, accese la macchina e partì.

CONTINUA…

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Fu una sensazione molto strana per Riccardo presentarsi nella sua azienda nel corpo di Lorenzo.
Si presentò all’accettazione dicendo di avere un appuntamento con il capo, e dopo aver mostrato un documento alla guardia di sicurezza, gli fu permesso l’accesso al blocco amministrativo.
La strada per arrivare all’ufficio, ovviamente, la conosceva benissimo.

Salito all’ultimo piano dell’edificio, si diresse a colpo sicuro in fondo al corridoio, ritrovandosi dopo pochi metri nella stanza di segreteria che precedeva il suo ufficio.
Li vi ritrovò, stupenda come sempre, la sua segretaria, Cinzia, la nuova stagista ventenne; appena la vide sentì subito il cazzo indurirsi, era veramente troppo figa: giovanissima, con il viso angelico da ragazzina innocente in un corpo da attrice porno. L’atteggiamento, il modo di vestire, le grosse tette, tutto in lei lo faceva arrapare. Infatti non l’aveva di certo scelta per la bravura nel lavoro, ma solo perché il suo essere troia l’aveva mentalmente fatto impazzire, e al colloquio se l’era scopata con gli occhi.

Anche in quel momento era praticamente vestita da puttana, con tacchi alti a spillo, gonna corta nera che ad ogni passo lasciava intravedere i sensuali ricami delle calze autoreggenti, camicetta bianca esageratamente scollata per mettere in evidenza le grosse tette, tenute su da quello che dalle trasparenze del tessuto sembrava un sexy reggiseno nero in pizzo. E portava i capelli legati a coda di cavallo, particolare da non trascurare perché rendeva la sua immagine ancora più eccitante.

Riccardo le si avvicinò, iniziando già a sentire un movimento nei pantaloni: “Buongiorno signorina, ho un appuntamento con il Signor Riccardo!”

Cinzia non poté fare a meno di restare ammaliata davanti alla bellezza del corpo di Lorenzo: bello, abbronzato, fisicamente in splendida forma! Era più grande di lei, e questo le piaceva molto: non si portava a letto i ragazzini inesperti della sua età, ma preferiva decisamente essere scopata da uomini adulti che sapevano come prendere una donna.

“Certo avviso che &egrave arrivato”

E maliziosamente si diresse verso la porta dell’ufficio sculettando vistosamente per farsi ammirare: sapeva di essere molto sensuale, e sfruttava sempre questo a suo favore.
“Signor Riccardo, ha visite!”

Lorenzo nelle sembianze di Riccardo si era subito messo a suo agio nell’ufficio, vestito con una comoda tuta come se stesse andando a fare una passeggiata, stravaccato sulla poltrona in pelle con i piedi sulla scrivania mentre guardava il cellulare.
“Avanti avanti!” disse distrattamente, ma quando vide entrare Riccardo rimase molto turbato: fu molto strano e traumatico, sembrava di vedersi allo specchio, ma sapeva che quello non era più lui. La stessa sensazione pervase anche Riccardo, ma cercò di mantenere la calma.

“Ciao…..”

Era molto imbarazzante, soprattutto se il pensiero andava agli eventi degli ultimi giorni.

“Come stai? Come sta la mia famiglia?”

“Tutto bene, Lucia e Francesca stanno benissimo! E… Kristina?”

“Bene bene, sai come &egrave lei….”

“Troia? Ninfomane?”

“Volevo dire sempre propositiva e allegra, ma sarebbe inutile negare che facciamo del gran sesso” non riusciva ad essere completamente sincero, tutto quello che aveva fatto da quel fatidico venerdì sera era perverso e depravato, e in quella situazione, davanti al vero fidanzato di Kristina, se ne vergognava enormemente.

Lorenzo nel sentire l’ammissione di Riccardo si ritrovò un po’ sorpreso a non sentirsi minimamente geloso: certo, Kristina era decisamente una bella figa, ma la sua vita era decisamente migliorata, e non sarebbe voluto tornare indietro per nessun motivo.

“Bene, anche io con Lucia non me la passo male, anzi…”

Riccardo abbozzò una smorfia divertita: sapeva come era la situazione con la moglie, negli ultimi anni i loro rapporti sessuali erano drasticamente diminuiti per gli impegni, per l’età, per la mancanza di passione, e di sicuro in due giorni non poteva essere cambiato un granché;
Lorenzo era di sicuro invidioso, le parti si erano invertite e ora si era ritrovato catapultato nella noiosa vita di marito e padre, con responsabilità, impegni, poco sesso, … ma non poteva minimamente immaginare che razza di troione era diventata la sua casta e pura mogliettina.

“E quindi che si fa?” chiese. La moglie e la figlia gli mancavano ovviamente, ma nel corpo di Lorenzo aveva trovato un nuovo lato di se, più erotico e perverso e non aveva nessuna voglia di tornare alla solita monotona e noiosa esistenza.

“Non ti mentirò Riccardo, io sto bene così, stare in famiglia mi piace, l’idea di essere in una posizione importante, di essere ricco, &egrave sempre stato un mio sogno! Ricordi cosa ci siamo detti venerdì prima di tutto questo? Mi sembra che i nostri desideri siano stati realizzati!!”

Riccardo non poteva essere più d’accordo: “Hai ragione, considerando che non vedo soluzioni per risolvere questa faccenda, dovremmo pensare a goderci questa situazione al meglio! Mi sembra di capire che siamo entrambi felici!!”

“Certo! Potresti venire a trovarci ogni tanto così potresti vedere tua moglie e Francesca e portare Kristina con te!”
Lorenzo sapeva che quella era una proposta molto pericolosa, non sapeva che risvolti avrebbe potuto prendere la vicenda, ma l’idea lo eccitava da morire.

“Mi farebbe davvero molto piacere!!” e si alzò per abbracciare il suo migliore amico; erano entrambi felici di poter continuare a portare avanti le proprie perversioni.

“Ma dimmi” ricominciò Riccardo per cambiare argomento dopo essersi ricomposto: ” ti piace Cinzia, la segretaria?”

“Volevo proprio dirtelo, l’hai scelta bene la zoccoletta! Ma si veste sempre così da troia??”

“Eh si, non sai quante volte avrei voluto sbatterla sulla scrivania! Hai visto che tette? E il culo?”

“Sisi, da aprire! Perché non te la sei mai fatta? Sembra vogliosa di cazzo, e tu sei il capo!”

“Non avrei mai tradito Lucia, poi non mi sembrava professionale sul luogo di lavoro, e se lo fosse venuto a sapere qualcuno?”

Ma la mente di Lorenzo ormai era già persa in strane idee.
“Ma ora il capo sono io, tu non sei più vincolato a nulla, che ne dici di giocarci un po’? Lei &egrave una puttana e si vede, noi abbiamo voglia…. e non lo saprà mai nessuno!!”

“Non saprei, se qualcuno…” ma ormai Lorenzo aveva già deciso di agire.

“Cinzia, puoi venire un attimo per favore??”

La ragazza come al solito non stava facendo niente, seduta su una sedia fuori dall’ufficio intenta a messaggiare. Era consapevole di essere stata assunta solo per la sua bella presenza, non sapeva fare niente di importante e di certo non aveva voglia di imparare. Le bastava essere figa e vestirsi bene per percepire un buono stipendio.

“Si Signore, mi ha chiamata?”

“Eccoti qui! Come stai? Come ti trovi qui da noi?”

“Molto bene, il lavoro mi piace e tutti sono veramente molto gentili con me!”

“Ci credo, sei una bella gnocca, con un culo e delle tette così sfido chiunque a non trattarti bene!”

“La…. la ringrazio!” rispose Cinzia visibilmente in imbarazzo. Era abituata ai complimenti, anche spinti, ma non se li sarebbe mai aspettati dal suo capo, sempre così riservato e un po’ impacciato.

“Sei ancora stagista giusto? Sai, ho deciso di promuoverti a tempo indeterminato, una posizione importante, un buonissimo stipendio, … che ne dici, ti piacerebbe?”

“La ringrazio sarebbe fantastico Signor Riccardo! Come potrò mai ringraziarla?”

“Vieni qui, abbracciami Cinzia!”

Sorpresa da quella inaspettata situazione, la ragazza si avvicinò e si fece avvolgere da un caloroso abbraccio; dopo alcuni secondi però, sentì la mano di Riccardo scendere lentamente sulla schiena, fino ad appoggiarsi sul suo culo.
Li capì tutto: sapeva del forte interesse di Riccardo nei suoi confronti, altrimenti non l’avrebbe mai assunta, ma non si aspettava un comportamento del genere da quell’uomo, riservato e totalmente fedele al suo matrimonio.
Ma sapeva benissimo che sottrarsi a quelle particolari attenzioni avrebbe voluto dire perdere il lavoro, lo stipendio, e qualsiasi altra opportunità di trovare un impiego del genere, perché Riccardo era un uomo ricco e potente, e non avrebbe di certo accettato un rifiuto dopo essersi esposto così tanto, di sicuro gliel’avrebbe fatta pagare.
Anche se non gli piaceva per niente quell’uomo, che oltre ad avere quasi il doppio dei suoi anni li portava anche maluccio, decise comunque di stare al gioco, sperando che il tutto si limitasse a quell’insistente palpeggiamento.

“Hai proprio un bel culetto!” disse Lorenzo continuando a palpare le natiche sode della giovane, “mostralo anche al nostro ospite!”

Riccardo era rimasto zitto e fermo fino a quel momento, molto timoroso ma anche super eccitato per la situazione che Lorenzo aveva creato. La giovane bellezza di Cinzia era veramente abbagliante, ma era curioso di sapere se la ragazza fosse anche troia.

E la risposta non tardò ad arrivare.
Senza troppe titubanze dopo l’ordine di Lorenzo, iniziò a tirare sensualmente su la gonna; indossava solo un minuscolo perizoma nero, che veniva letteralmente inghiottito da quel magnifico culo tondo e sodo. Lo spettacolo però durò solo pochi istanti, perché Cinzia si coprì immediatamente: “La ringrazio per la promozione, ora torno di la che ho…delle cose da fare!”

“Dove pensi di andare troia?” Lorenzo aveva decisamente cambiato toni, ponendosi tra la ragazza e la porta, che chiuse prontamente a chiave.

“Non abbiamo ancora finito, ti ho dato una promozione e non mi ringrazi nemmeno?” chiese polemico.

“Gra…grazie Signor Riccardo, &egrave stato molto gentile” Cinzia era preoccupata dalla situazione, ma anche parecchio eccitata; nonostante Riccardo non le piacesse minimamente, era molto attratta dagli uomini decisi e dominanti.

“Togli le mutandine, subito!”

La ragazza rimase pietrificata per alcuni secondi: poteva rifiutarsi, lasciare quell’ufficio e il lavoro, ma il suo corpo le impediva di sottrarsi a quella situazione molto perversa. Dopo alcuni istanti di titubanza, il suo lato da troia prevalse, e si sfilò le mutandine.

“Regalale al nostro ospite, tanto se accetterai il tuo nuovo incarico non ne avrai più bisogno!”

Cinzia imbarazzata porse il perizzomino striminzito a Riccardo, che prendendolo in mano non poté fare a meno di avere una forte erezione.

“Avanti su, dobbiamo implorarti per qualsiasi cosa?? Mostraci la fighetta dai, che qui facciamo notte!!”

Cinzia si tirò su la gonna, mostrando ai due uomini la sua figa: una fina e corta striscia di peli ben curata sovrastava le grandi labbra, perfettamente simmetriche e poco sporgenti. La ragazza era più bella e arrapante rispetto a molte altre anche da quel punto di vista.
In preda all’eccitazione, Riccardo prese subito l’iniziativa andando ad accarezzarla in mezzo alle gambe; dopo pochi secondi, la stava già masturbando a due dita sotto lo sguardo soddisfatto di Lorenzo: d’altronde dopo tutto quello che aveva fatto alla moglie dell’amico a sua insaputa, dare in pasto a Riccardo il suo sogno erotico gli sembrava il minimo, vista la sua nuova posizione. Aspettò alcuni minuti prima di interrompere, ma avendo ormai il cazzo durissimo non resistette oltre.

“Allora cara, vedo che sei ben predisposta per il nuovo ruolo che ti ho assegnato! Ma prima di continuare voglio chiarire alcuni punti importanti per evitare future incomprensioni. In parole povere tu da oggi diventerai la mia puttana personale. Resterai sempre dentro il mio ufficio, ti userò a mio piacimento, e in caso sarai condivisa con alcuni miei ospiti particolari, primo tra tutti il mio amico qui presente! Solo alcune persone fidate sapranno di te, altrimenti la mia immagine ne risentirebbe! Per questo motivo assumerò una nuova segretaria che filtri le persone che possono accedere qui, in modo da non correre inutili rischi. Tu nell’orario di lavoro sei di mia proprietà, del resto non devi preoccuparti perché in azienda nessuno saprà del tuo ruolo!”

“Mah Riccardo…” provò a protestare Cinzia scioccata, rimasta a bocca aperta nel sentire la perversa proposta del suo capo, che fino a pochi giorni prima era sempre stato gentile, molto a modo e impacciato.

“Non ho finito!! Ovviamente come ogni impiego che si rispetti avrai una divisa da lavoro! Per il tragitto da casa a qui vestiti come vuoi, ma al mio arrivo in ufficio voglio trovarti in tacchi alti, calze e reggicalze. Basta. Mentre sono al lavoro voglio sempre poter vedere e avere immediata accessibilità ai tuoi buchi e alle tette. Ah e quasi dimenticavo, altri accessori indispensabili sono morsetti per capezzoli con campanellini, plug anale con brillante e ovetto vibrante telecomandato! Così anche quando non ti userò rimarrai costantemente eccitata! Al mio arrivo ogni mattina voglio trovarti così, pronta a soddisfare le mie voglie, quindi regolati con orari e quant’altro. Poi ogni tanto potrei aver voglia di fare altri giochi, quindi il tuo vestiario potrebbe cambiare, ma di base ti voglio così.”

“E non preoccuparti, in giornata ti accompagnerò personalmente al sexy shop a prendere tutto il necessario!!” aggiunse maliziosamente vedendo l’espressione sconvolta sul volto della ragazza.

“Signore, ma io non…”

“Prima che tu dica altro voglio concludere con la cosa più importante, il tuo nuovo stipendio!” Così dicendo Lorenzo prese un foglio e una penna e iniziò a scrivere una cifra. Riccardo non vide bene i numeri esatti, ma il conto degli zeri era abbastanza chiaro. In qualsiasi altra situazione si sarebbe incazzato con Lorenzo per quel gesto, in fin dei conti quelli non erano soldi suoi, ma l’idea che Cinzia venisse pagata per fare la troia lo eccitava non poco, e davanti a cifre inferiori sicuramente non avrebbe accettato e sarebbero finiti entrambi nei guai per aver abusato della loro posizione. Inoltre sapere che l’amico sarebbe stato impegnato con la segretaria era un sollievo, visto che così avrebbe avuto meno attenzioni da dedicare alla sua Lucia.

Lorenzo passò il foglio a Cinzia che leggendolo rimase imbambolata per alcuni secondi.
“Questo &egrave un incentivo per aiutarti a prendere consapevolezza del tuo ruolo. Sei bellissima, e si sa che le troie fighe e porche costano molto. E tu ora sei una di quelle. Tieni presente che sarai sottoposta a qualsiasi voglia mia e dei miei ospiti, sarai usata e umiliata a nostro piacimento. Puoi accettare o rifiutare, ma d’altra parte se rifiuterai non vedrai più una cifra cosi in vita tua, e poi se te ne vai non ti sarà affatto facile trovare un altro buon lavoro…”

Dal tono di voce si capiva che era un ricatto bello e buono. E Cinzia, anche se riluttante e abbastanza schifata dalla proposta di un uomo non troppo attraente, molto più maturo di lei, sposato e padre, sapeva benissimo di non poter rifiutare. In fin dei conti il contesto le risultava comunque eccitante, e i soldi, il cui fascino era innegabile, erano moltissimi.

“Accetto” disse dopo una falsa esitazione la troietta.

“Molto bene, sapevo che una vacca come te non si sarebbe tirata indietro. Se ti &egrave tutto chiaro potremmo suggellare il nostro patto iniziando da subito con una bella scopata tutti insieme, che &egrave da dieci minuti che ho il cazzo duro vedendoti nuda! Prendi la pillola?”

“No Signore”

“Beh da oggi inizierai a prenderla perché voglio sempre venirti dentro, e non vorrei mai metterti incinta, che poi dovrei lasciarti a casa!” disse contrariato.

“Potremmo anche sbattertelo nel culo, tanto credo che tu sia abituata, ma la tua figa mi fa troppa voglia…ma preservativi non ne abbiamo, come si può fare?” chiese maliziosamente a Riccardo, che sentendo questi discorsi aveva il cazzo che stava per esplodere nei pantaloni.

“Potremmo andare a prendere dei preservativi!” propose spontaneamente Riccardo, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per sbattersi quella figa.

“Noi? &egrave una buona idea, ma almeno dovrebbe andare lei visto che per colpa sua mi toccherà scopare con il cappuccio, visto anche tutto quello che la pago!! Facciamo così Cinzia, fai un salto giù nei laboratori a chiedere a qualche operaio se può aiutarti dandoti qualche preservativo, che di sicuro ne avranno a pacchi quei porci!”

“E In cambio potresti far loro una sega veloce, o vedi te cosa preferisci, &egrave sempre scortese pretendere senza dar niente in cambio non ti sembra?” Intervenne poi Riccardo.

I due uomini erano divertiti e arrapati, avevano già iniziato a giocare con il loro nuovo giocattolo, e il fatto di portare quella troia ad umiliarsi gli eccitava più di qualsiasi altra cosa.

“No questo non lo posso fare! Mi aveva detto che nessuno avrebbe saputo di me, di noi”

“Ho detto che nessuno avrebbe saputo del tuo nuovo ruolo di mia puttana personale, ma non si può nascondere il fatto che tu sia già troia di tuo! Tutti qui sanno che sei una gran zoccola e credimi, nessuno rimarrà scandalizzato per un paio di preservativi e un lavoretto di mano! Ora prendi i tuoi straccetti e muoviti che abbiamo voglia di scoparti!” gridò minaccioso Lorenzo lanciando alla giovane solo gonna e camicetta “e visto che hai anche il coraggio di farmi incazzare, adesso andrai giù con la camicia mezza aperta e la gonna alta mettendo in mostra un po’ di tette e culo, così impari a farmi perdere tempo! E se te lo stai chiedendo, mutandine e reggiseno non li potrai mai più indossare qui dentro, meglio iniziare da subito”.

Rassegnata e con gli occhi lucidi per l’umiliazione e per l’atteggiamento aggressivo del suo capo, iniziò a vestirsi tenendo, come le era stato ordinato, la camicia aperta a metà e la gonna più alta possibile: era quasi impossibile nascondere la sua nudità intima.

“Sei uno schianto, vedrai che troverai subito qualcuno disposto ad aiutarti!” anche Riccardo, eccitatissimo, ormai ci aveva preso gusto: “e se ti esce una tetta o se la gonna si alza di più non ti azzardare a sistemarti, tutti devono sapere che troia abbiamo in azienda! Noi ti controlleremo dalle telecamere di sicurezza, quindi fa la brava e fa in fretta troia!”

Lorenzo probabilmente non sapeva nemmeno dell’esistenza di telecamere in ogni angolo dell’azienda, ma ad un cenno di Riccardo che ovviamente sapeva, capì con sua grande sorpresa che dal suo computer poteva mettere occhio in qualsiasi stanza dell’edificio.

Attivò lo schermo mentre Cinzia finiva di “rivestirsi”; quando fu pronta, fu ancora riccardo ad avvicinarsi per sistemarla: sbottonò ancora un paio di bottoni della camicetta già esageratamente aperta, e le alzò un po’ la gonna in modo da mostare una minima porzione di culo.

“Ora sei perfetta, muoviti che moriamo dalla voglia di chiavarti”.

La ragazza con fare indeciso e l’espressione preoccupata sul volto, si diresse verso la porta, fece un lungo sospiro e uscì.
Da quel momento i due porci iniziarono a seguire ogni suo movimento dalle telecamere.
Fortunatamente per la troia a quell’ora erano tutti al lavoro, quindi corridoi e scale erano praticamente deserti. Si vedeva chiaramente che Cinzia si limitava molto nei movimenti, avendo paura che la gonna si alzasse o che un grosso seno uscisse dalla camicia.

Per alcuni minuti sembrò andare tutto liscio, ma man mano che si spostava iniziò ad incrociare sempre più persone: alcuni le passavano di fianco senza farci caso, presi dal lavoro o da altri pensieri, altri invece si giravano ad ammirare tutto quello splendore, probabilmente rivolgendole complimenti a bassa voce o insultandola. Ma questo era il meno, visto che con il tempo la gonna si era pericolosamente alzata e le tette che ballonzolavano libere probabilmente non erano più tanto nascoste da sguardi indiscreti.

Ben presto arrivò ai laboratori di produzione: lì c’erano tutti gli operai dell’azienda, solo uomini, sicuramente molto vogliosi e poco propensi alle buone maniere.
Caso volle che poco prima di superare le pesanti porte di quel luogo, un movimento azzardato di Cinzia fece alzare la gonna a metà culo. Ormai era quasi completamente esposta, e non ci voleva un occhio esperto per capire anche che non portava nessun tipo di intimo. La ragazza imbarazzata portò automaticamente le mani ai bordi dell’indumento per sistemarsi, ma istantaneamente si ricordò dell’ordine ricevuto. Si guardò intorno speranzosa ma vide subito una telecamera all’angolo del corridoio; non sapeva bene cosa sarebbe successo se si fosse permessa di risistemarsi, fatto sta che conscia del suo nuovo ruolo di troia del padrone, rimase mezza nuda e, rassegnata, con il viso rosso per la vergogna, aprì la porta ed entrò.
Sguardi eccitati e commenti volgari non tardarono ad arrivare, e in secondo tutti si fermarono, ad ammirare quella puttana con culo e figa in bella vista.

“Chi &egrave sta troia? Guarda che culo, e che tette! Ma ha la figa fuori? &egrave senza mutande la zoccola! Ma da dove arriva sto puttanone? Schifosa vieni qui che ti apriamo in due!” furono i commenti più carini che gli operai iniziarono a fare al suo passaggio.

Decisa a far finire presto quella degradante sfilata, quasi in lacrime per la vergogna e l’umiliazione, si diresse verso un paio di ragazzi poco più grandi di lei, giovani e carini rispetto al degrado e lo schifo degli altri uomini che vedeva tutto intorno, e chiese con un filo di voce:
“Scusate ragazzi, non &egrave che per caso avreste…. posso chiedervi se avete un paio di preservativi?” e davanti agli sguardi perplessi e apparentemente divertiti dei due continuò: “devo andare a farmi scopare, vi prego!! Posso ricambiare….posso toccare il vostro… per ringraziarvi!” perso ogni briciolo di dignità, non riusciva neanche a parlare da quanto si stava vergognando.

I due ragazzi non potevano credere a quello che avevano appena sentito.
Presero i rispettivi portafogli e tirarono fuori due profilattici, ma prima di consegnarli alla ragazza le dissero arroganti: “Prima il dovere e poi il piacere, troia!!” E iniziarono a sbottonarsi i pantaloni.

Cinzia, in stato confusionale per gli ultimi eventi e per l’umiliazione, non si era accorta che gli altri operai del reparto avevano smesso di lavorare e che in molti avevano sentito le sue parole. In pochi secondi attorno a lei si era radunato un gruppo di circa 30 persone….

CONTINUA… Lucia tornando verso casa, si diede un’ultima controllata prima di scendere dall’auto: voleva essere sicura che sul suo viso non fossero rimaste tracce della sborrata di Roberto, anche se quello era il minimo, viste le pessime condizioni del suo vestito.

Si diede una veloce sistemata ai capelli, parcheggiò e rientrò in casa. Aperta la porta però prese un grosso spavento nel sentire delle voci provenire dal salotto, ma si ricordò quasi subito che Francesca era rimasta a casa da scuola quel giorno. Ma non era sola.

Conscia delle proprie pessime condizioni dopo il movimentato colloquio con il Professore, cercò in totale nonchalance di salire le scale per dirigersi in camera da letto, dove avrebbe potuto darsi una rinfrescata e soprattutto cambiare abito.

Ma non fece nemmeno in tempo a salire le scale, che fu subito richiamata dalla figlia: “Mamma dove stai andando? Non vieni a salutare??”

Consapevole di non avere alternative, si diresse rassegnata verso il salotto, pronta a ricevere l’ennesima umiliazione. Ma rimase esterefatta quando, varcata la soglia del salotto, si ritrovò davanti alla figlia completamente nuda, intenta a fare una sega ad un ragazzo, anch’egli completamente senza vestiti, sdraiato tranquillo e pacifico sul loro divano.

Alla vista di Lucia, il giovane istintivamente cercò di nascondere il suo cazzo eretto, ma Francesca con un cenno gli fece capire che non c’erano problemi, e proseguì con la masturbazione.

“Allora mammina come è andato il colloquio?”

Lucia non riuscì a rispondere subito. Ancora sconvolta dalla mattinata, si era ora ritrovata davanti ad una scena surreale; se fosse successo giorni prima, si sarebbe messa ad urlare e avrebbe sicuramente messo in punizione la figlia per settimane, ma vista la sua nuova condizione, non poté far altro che prendere fiato e rispondere educatamente alla sua nuova Padrona:

“Tutto bene dai, il tuo Professore è stato molto… comprensivo!”.

Al che Francesca scoppiò in una fragorosa risata: “Oddio non me ne ero accorta subito, ma come sei messa?? Guarda il tuo vestito, è completamente zuppo!! Cosa è successo? Ti sei fatta pisciare addosso dal professore troia?? Ahahahah!!”

“No no, io…” per fortuna l’umiliante conversazione fu interrotta dallo sguardo attonito del giovane, che oltre al disagio provocato dalla situazione, era rimasto stupito nel sentire Francesca dare della troia alla propria madre.

Francesca si accorse subito del suo sguardo interrogativo: “Vabbe dopo mi racconterai, intanto ci tenevo a presentarti Michele!”

Imbarazzata come non mai, Lucia fece un passo in avanti e porse la mano al ragazzo.

“Piacere sono Lucia, la mamma di Francesca” disse con tono di voce gentile cercando di rimanere tranquilla; sperava che assecondando la figlia si sarebbe presto defilata da quella vergognosa scenetta. Si strinsero le mani, ma intervenne nuovamente la ragazza: “Dai cazzo, dove siamo in convento?? Presentati come si deve puttanella!”

Davanti ad un Michele sempre più sconcertato, Lucia capì di non potersi sottrarre ai perversi capricci della figlia. Senza sapere bene cosa fare, cercò di improvvisare, iniziando a togliersi il vestito lentamente. A giudicare dallo sguardo divertito di Francesca, stava facendo la cosa giusta. Michele rimase imbambolato a guardare le grosse tette e la figa perfettamente depilata della donna. L’iniziale imbarazzo aveva lasciato ora il posto ad una irrefrenabile eccitazione; anche se Francesca aveva momentaneamente smesso di segarlo, il cazzo era rimasto durissimo.

“Michele, ti presento la mia schiavetta!” esclamò soddisfatta la ragazza, tirando uno schiaffetto di approvazione sul culo della madre nuda.

Lucia intanto aveva avuto qualche secondo per rifarsi gli occhi: Michele era un ragazzo stupendo: bel viso pulito, fisico possente palestrato, e soprattutto un grosso, grossissimo cazzo in mezzo alle gambe. Come ipnotizzata, si inginocchiò davanti al divano, e guidata solo dalla sua eccitazione, diede un bacio alla cappella gonfia.

“Ehi puttana, che cosa fai? Questo è il MIO cazzo! Come ti permetti?” visibilmente alterata, Francesca sferrò un violento schiaffo sul volto della madre, che rimase sconvolta, così come il loro ospite. Non aveva ancora parlato fino a quel momento dato l’imbarazzo e il veloce susseguirsi degli interessanti eventi, ma quello scgiaffo lo lasciò di sasso: “Francesca ma cosa succede qui? Chi è questa che tratti da troia??”

“Te l’ho detto, è mia madre! Da ieri però ha deciso che essere la mia schiava è un ruolo che le se addice di più! E certe libertà non è libera di prenderle!”

“La tua….schiava?? Cioè puoi chiederle di fare quello che vuoi?” chiese incredulo Michele, con il cazzo sempre più duro.

“Certamente, non hai visto? È la mia cagnetta! Ahahah! Su dai troia baciami i piedi mentre mi dedico a questo bel cazzone!”

Lucia nuovamente umiliata ma tremendamente eccitata dalla situazione, si prostrò ai piedi della figlia iniziando a baciarli lentamente, mentre Francesca iniziò a dedicarsi con la bocca al grosso palo di Michele.

Lucia, completamente nuda e in ginocchio, continuò a baciarle i piedi per alcuni minuti che sembrarono interminabili. Sussultava ad ogni sospiro, ogni rumore: sentiva Francesca spompinare e leccare, e più pensava alla situazione, più si bagnava tra le gambe. Aveva cresciuto una bellissima, stupenda puttanella!

Immersa nei suoi perversi pensieri, quasi non si rese conto che lo scenario stava cambiando: Michele si mise comodo sempre sdaiato sul divano, la ragazza si alzò in piedi e si mise a cavalcioni su di lui. Lucia alzò timidamente la testa, e si trovò a pochi centimetri dalla faccia Francesca che si stava facendo penetrare da quel prestante giovane. Era ovviamente imbarazzata, come una qualsiasi altra madre se vedesse la figlia fare sesso, ma il suo lato perverso la rendeva orgogliosa e onorata di poter assistere a quello stupendo spettacolo.

“Oh si, scopami così dai, continua, fottimi davanti a quella puttana di mia madre! Guardala come ci fissa la zoccola!!”

Inebriata dalla bella scopata che stava facendo, Francesca si lasciò andare alle peggiori offese nei confronti della madre. Sempre a cavalcioni sopra al ragazzo, ad un certo punto si piegò in avanti, adagiando il grosso seno sul petto di lui, ed esponendo il bel culetto sodo all’insù. Si voltò allora nuovamente verso la madre, e con uno sguardo irrisorio disse: “Beh cosa ci fai li ferma immobile schiava? Datti da fare e leccami il culo, subito!”

Lucia, perso ogni freno inibitore per l’eccitazione, si precipitò sul divano alle spalle della figlia, si avvicinò trepidante al sedere di lei, e dolcemente le dischiuse i glutei per poter accedere meglio all’invitante buchetto.

Un brivido di intenso piacere attraversò tutto il suo corpo quando con la punta della lingua iniziò a solleticare il culo di Francesca. In pochi secondi però passò con intraprendenza ad una leccata più profonda.

Poteva sentire la sua bambina gemere per i potenti colpi di bacino di Michele. La scopava talmente forte che poteva sentire il rumore delle palle di Michele che sbattevano sulle natiche della ragazza, a pochi centimetri dalla sua faccia. Mentre continuava a leccare, Francesca la offendeva ripetutamente, dandole della puttana, dicendole di infilare la lingua più in profondità. Lucia era eccitatissima e iniziò a toccarsi la figa bagnata. Continuò così per pochi secondi, leccando e masturbandosi, finché ad un certo punto si rese conto che i due ragazzi non stavano più scopando. Pensò che Michele fosse venuto, ma abbassando la sguardo vide che il ragazzo aveva estratto il grosso cazzo ancora in tiro dalla figa, e che lo stava offrendo a lei. Era bello duro, bagnato e lucido per gli umori vaginali. “Avanti schiava, lecca, come fosse un gelato al gusto di figa!!” la incitò Michele ridendo, sventolandoglielo vicino alle labbra. Ma Lucia sapeva che doveva prima aspettare il consenso della sua Padrona.

“Dai mamma, so che hai voglia, assaggia il mio sapore!”

Detto fatto, Lucia si fiondò quindi sul grosso cazzo, e lo succhiò a lungo.

Michele decise poi di alternare le sue attenzioni tra bocca e figa, dando tre colpi di bacino ben assestati per scopare Francesca, per poi farselo nuovamente leccare da quella maiala di Lucia, ricominciando in seguiro un nuovo giro in quella giostra del sesso. Nel mentre di tutto ciò, i due giovani offendevano continuamente la povera Lucia con appellativi offensivi di qualsiasi genere, mentre lei, tutta nuda e rannicchiata dietro la figlia, leccava senza ritegno culo e cazzo, ringraziando i due ad ogni offesa come una brava schiava.

Raggiunto ormai il limite, Michele cambiò repentinamente posizione, buttando l’ansimante Francesca distesa sul divano per poterla scopare con più foga da sopra. Lucia si fece quindi da parte, ricominciando a toccarsi la figa bagnatissima; godeva troppo alla vista della sua figliola scopata da quello stallone.

Vedeva la sua espressione di eccitata sofferenza nel ricevere quel grosso palo tutto dentro fino alle palle, i suoi grossi seni ondeggiare ad ogni colpo, la sua figa dilatata e arrossata per le ripetute e profonde penetrazioni.

Michele assestò un paio di colpi violenti che fecero venire Francesca, e pochi secondi dopo, sentendo l’orgasmo vicino, estrasse in tutta fretta il cazzo pulsante per riversare un’abbondante quantità di sborra su pancia e seno della ragazza.

Esausto ma entusiasta per la scopata baciò sulle labbra Francesca, ancora in preda agli spasmi dovuti al forte orgasmo, e rivolgendosi poi a Lucia le disse con tono arrogante:”Troia, vieni qui che devo pulirmi!”.

Avvicinandosi all’istante, la donna aprì la bocca per ricevere il cazzo ormai scarico per dargli una bella leccata, ma rimase delusa quando il giovane si pulì la cappella sui suoi capelli e sulle sue guance. “Non ti meriteresti neanche una goccia della mia sborra perché sei troppo una puttana schifosa, ma sei fortunata, perché c’è tutta tua figlia da ripulire!” disse con diprezzo, tirandola per i capelli e schiacciandole la faccia contro le tette di Francesca ricoperte di caldo sperma.

“Ora che ho capito come vanno le cose qui ci vedremo molto più spesso, sarà divertente, almeno per me!” disse guardando madre e figlia in quella paradossale situazione. Detto questo si rivestì, e mentre la povera Lucia iniziava a leccare via tutta la sborra dalla pelle della ragazza, Michele gustandosi divertito la scena si accese una sigaretta in casa. Lucia, contraria al fumo, soprattutto se in casa sua, non poté ovviamente protestare. Continuava a leccare, centimetro dopo centimetro,a testa bassa, ingoiando ogni singola goccia di sperma.

Finito di fumare, il giovane si guardò intorno per capire dove buttare il mozzicone, ma ancora euforico e sentendosi padrone della situazione, con estrema strafottenza si avvicinò al culo nudo dell’ignara Lucia, su cui spense la sigaretta su una natica, vicino all’ano sfondato.

La donna non poté trattenersi dall’urlare, ma intervenne Francesca che ridendo le prese la testa e la spinse giù: “Non ti ho detto di smettere di leccare, stupida schiava!”.

Michele prese la sua roba ed uscì, mente Lucia, in lacrime per il dolore raccoglieva le ultime goccie di sborra con la lingua. Forse per la situazione eccitante, forse per tutte le umiliazioni ricevute, forse per il pensiero del grosso cazzo di Michele, il forte dolore si trasformò in una irrefrenabile e perversa eccitazione.

Al pensiero di essere stata usata come una puttana leccaculo, sborratoio e posacenere, raggiunse l’ennesimo umiliante orgasmo di quei giorni, con la consapevolezza di essere solo una sporca troia.

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