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Racconti Erotici Etero

Sofia e l’insegnamento

By 24 Novembre 2009Dicembre 16th, 2019No Comments

Dopo aver preso la laurea ho iniziato a cercare lavoro…volevo trovare un posto da insegnante nel campo delle scienze.
La proposta arrivò una mattina dall’agenzia in cui m ero iscritta, mi dissero che erano stati contattati
da un liceo scientifico di Roma, l’attuale professoressa di chimica aveva dato le dimissioni a causa di una classe troppo esuberante e cercavano una sostituta capace di poter reggere la situazione e di entrare in servizio il prima possibile.
Non esitai ad accettare la proposta e dopo poco trovai un piccolo appartamento nei pressi del
liceo e m trasferii. incontrai il preside il giorno stesso che arrivai a Roma e pensai di avergli fatto una buona impressione, mi congedo dicendomi di presentarmi il giorno dopo pronta per iniziare. durante quel giorno ebbi dei ripensamenti, in fondo mi trovavo molto lontano da casa e il giorno seguente avrei dovuto vedermela con una scatenata banda di ragazzini quindicenni.
Il giorno dopo mi presentai nella scuola in anticipo, volevo fare bella figura, mi ero anche vestita in modo piuttosto sobrio,una gonna di jeans corta fino metà coscia, calze nere, camicetta bianca non troppo scollata e un maglioncino lilla, il preside mi si fece avanti con uno sguardo speranzoso e mi accompagnò in classe presentandomi agli alunni..
Si trattava di una classe di una trentina d studenti quasi tutti maschi e un piccolo gruppetto delle
classiche ragazzine vestite di marca e sempre alla moda. l’ingresso del preside non bastò a far tacere il chiacchiericcio, dovette schiarirsi più volte la voce per riuscire ad ottenere l’attenzione. “questa ragazzi è la signorina Sofia, la vostra nuova insegnante di chimica che sostituirà la precedente che avete fatto scappare dall’ esasperazione” i ragazzi iniziarono a ridere e proseguirono fischiandomi dietro e tirando palline d carta verso il preside che se ne andò augurandomi in bocca al lupo. tutti ripresero a farsi gli affari loro, chi disegnava, chi leggeva, chi ascoltava musica, la campana dell’inizio non era ancora suonata, e intanto escogitai un modo per attirare la loro attenzione, con la coda dell’occhio scorsi un ragazzetto attorno al quale tutti gli altri gli si facevano attorno, probabilmente era considerato il capo del gruppo e non me ne stupii, aveva un fisco già
formato, alto con due spalle larghe da nuotatore, la schiena e i fianchi scendevano diritti fino a finire in una non troppo stretta disegnata da ampi addominali che si intravedevano dalla maglietta aderente che portava, capelli mori leggermente mossi non molto di lunghi, due occhi grandi e profondi scuri come un abisso, a contornare tutto un sorriso furbo e intelligente che ammaliava chiunque, probabilmente era il centro dei desideri di molte ragazzine e nonostante l’età aveva anche una voce profonda da uomo che mi lasciò sgomentata, se ne stava seduto sul banco a gambe incrociate una mano a riavviarsi i capelli e la risata pronta sulle labbra. suonò la campanella riportandomi al mio compito i ragazzi si zittirono e andarono tutti al proprio posto, non mi sembrava poi così disperata la situazione, e non curante mi appoggiai alla cattedra, accavallai le gambe e squadrai tutti gli alunni “bene, ora ragazzi vorrei conoscervi meglio” “anche noi lei….” e scoppiarono le risate, che aveva parlato era un ragazzo dal volto infantile seduto in parte al ragazzo che prima avevo osservato, probabilmente si trattava del suo braccio destro dato che lo osservava aspettando un gesto di assenso per la battuta, ma quel gesto non arrivò, anzi il loro capo sembrava alquanto impacciato persino a guardarmi negli occhi, bene, pensai.. “grazie per la battuta,
ora voglio sapere i vostri nomi, c metterò non poco ad impararli ma sarà già un inizio” ma un nome mi rimase subito impresso Matteo, un nome urlato con un insicurezza non collegabile all’aspetto da uomo del ragazzo.
Le lezioni non andavano lisce, anche se non potevo lamentarmi quando sentivo gli altri professori, Matteo per loro era una vera e propria piaga, istigava i compagni a far chiasso a disturbare e a non seguire, con me il ragazzo si tramutava dal capo senza scrupoli di quella banda studentesca ad un ragazzetto timido e impacciato, disattento ma molto interessato, con il capo fuori gioco era uno scherzo gestire i ragazzi e incominciavo a trovarmi bene in quel ruolo.
Passò qualche mese e il preside mi chiese un resoconto fui ben felice di presentarmi nell’ufficio portando buone notizie sia sul rendimento che sul comportamento, anche se già aveva sentito dai miei colleghi l’andazzo delle cose. Si congratulò vivamente e mi disse che aveva deciso di farmi passare da supplente a insegnante di ruolo, mi riempì di complimenti e disse che per la scuola avere gente giovane e attiva come me poteva essere solo positivo.
Intanto però ero sempre più turbata dal comportamento di Matteo, ogni volta che lo chiamavo era sempre tra le nuvole, e si chiudeva in se stesso senza riuscire a parlare, nei test scritti era il migliore della classe ma dal punto di vista orale la sua media veniva gravemente minata. così decisi di parlargli, mi trovavo in aula insegnanti e lo feci mandare a chiamare dal bidello, quando entrò si mise sulla difensiva, lo feci accomodare “non preoccuparti non ti ho chiamato per qualche scherzo organizzato dai tuoi amici, voglio solo parlare” silenzio non cedetti a quello sguardo imbarazzato che lo rendeva così indifeso “voglio sapere perché vai così male nell’orale, ho visto i tuoi scritti sono brillantissimi sei il migliore della classe, ma quando si tratta dell’orale..” “mi scusi” fu l’unica cosa che riuscì a dire.. “dammi pure del tu.. non ho molti anni in più e forse ti potrebbe aiutare ad aprirti maggiormente, con gli altri professori non sei così e lo so” diventò leggermente rosso come
se fosse stato punto sul vivo e cercò di cambiare argomento “mi scusi è che io quegli argomenti propri non mi entrano in testa” ” se è questo il problema posso offrirmi di darti delle lezioni private, purtroppo a scuola non ne ho il tempo, ma potrei sempre tenerle a casa mia nel doposcuola, valuta bene la mia offerta” si alzò di scatto dalla sedia e se ne andò abbozzando un timido grazie mentre gli dicevo di farsi trovare l’indomani nel parcheggio scolastico dopo le lezioni.
Il giorno seguente tutto filò liscio e alla fine delle lezioni trovai Matteo che m aspettava nei parcheggi “accetto la sua proposta” lo invitai a salire in macchina e in poco tempo arrivammo al mio appartamento, le gambe quasi gli tremavano mentre saliva i gradini ed entrava in casa. “non sei qui per le ripetizioni vero? tu quelle cose le sai bene, è altro che t tormenta, siediti” si accomodò sul divano e gli offri una birra che accetto con piacere, ” vado a mettermi comoda, aspettami qui”, andai a mettermi una tuta presi una birra a mia volta e mi sedetti in parte a lui potevo sentire il suo respiro affannato e il calore che si propagava dalle sue guance e credevo di capirne il motivo “Matteo è inutile che menti a te stesso, avanti dimmelo” ” ma prof” abbassò la testa e quasi in un soffio lo disse “è che lei mi piace molto” ci avevo visto giusto, dopo molte esperienze sapevo capire bene i maschi, “solo che ti senti impacciato dall’età e probabilmente non sei nemmeno mai stato con una ragazza, molte ti vorrebbero per loro lo sai ma tu non provi nulla per loro troppo bambine, e ora ti vieni ad innamorare di una donna molto più grande di te che non conosci nemmeno” dovevo averlo punto sul vivo, rovesciò la birra che era rimasta nella lattina, si alzò di scatto e corse veloce alla porta “non puoi scappare a te stesso, sai dove trovarmi”.
Il giorno dopo Matteo non si presentò a scuola, lo ammetto quel corpo maturo m faceva impazzire, per non parlare del fatto che fosse ancora vergine, volevo fosse mio ma ero comunque confusa dal fatto che era un mio allievo. Tornai a casa con il cuore in gola, temevo di aver esagerato e averlo allontanato da me, ma lui era la ad attendermi sotto casa mia con una determinazione da demone negli occhi, iniziai a sentire un fuoco dentro che m bruciava, ma dovevo lasciargli fare la prima
mossa. ” Sofia, posso salire da te, ho riflettuto molto su quello che mi hai detto” “dici sul serio?dai sali” gli offri da bere ma stavolta non accettò nulla, non si sedette nemmeno, come mio solito andai a mettermi comoda, quando tornai era più rilassato forse riusciva a vedermi come una donna e non come una professoressa. lo disse d’un fiato come se stesse esplodendo “lei mi piace sul serio e voglio averla” i lineamenti maturi che nascondevano il bambino che era chiuso in quel corpo da adulto, “Matteo pure io ti desidero ma per te può essere un problema lo sai” “non mi importa più nulla che dicano quello che vogliono” gli presi una mano e lo feci sedere in parte a me sul divano, gli misi una mano in quei capelli indomiti e lo tirai dolcemente a me, non riuscivo a far trapelare il mio solito lato che mostravo nei miei incontri occasionali con i coetanei, lui socchiuse gli occhi e avvicinò le labbra alle mie, fu un bacio carico di tutta l’inesperienza di un ragazzo alle sue prime volte, le labbra ansiose di imparare, ogni istante più sicure, le mie mani scorrevano sulla sua schiena perfetta seguendone le linee mentre le sue m stringevano impacciate, decisi di guidarlo nei suoi movimenti, mi lasciai cadere schiena al divano e lo trascinai con me, le labbra sempre incollate mentre con la lingua assaggiavo la sua, gli spostai una mano più basso lungo la schiena, all’inizio opponeva resistenza ma poi m lasciò fare, l’altra mano scattò davanti fino a posarsi sulla mia maglietta che fece scivolare via agilmente, fino a trovare poi il mio seno chiuso nel top, il suo tocco era così diverso da quello degli altri era dolce e deciso insieme, lo feci spogliare lentamente e poi me lo ritirai a me, ci trovammo abbracciati stesi sul tappeto con addosso solo l’intimo mentre le sue mani esploravano il mio corpo guidate dalle mie mentre m baciava sul collo e m carezzava dolcemente, anche l’intimo fu tolto e lentamente mi baciava la schiena mentre carezzava i seni e ci giocava provocandomi fitte d puro piacere, non era fatto per altro se non per regalare dolcezza così mi girai con la schiena a terra e lo attirai a me ” vedrai ti piacerà..” ” mi fido” era così sincero, gli presi il membro e lo appoggiai contro il mio fiore grondante di piacere, era davvero ben dotato ma
entrò con facilità seguito da un sospiro di piacere,presi a carezzargli i capelli e lasciai che dettasse il ritmo, un ritmo dolce accompagnato da carezze e baci, che pian piano aumentava con la sua sicurezza regalandomi un piacere indescrivibile, venne per la sua prima volta abbracciandomi stretta e cercando con le labbra il collo, non poteva essere u orgasmo migliore, tra le braccia di una persona che avrebbe dato la vita per un mio sorriso, l’inesperienza di un ragazzino cancellata da un dolce desiderio..rimanemmo un attimo stesi sul tappeto poi m alzai prendendolo per mano e lo condussi in bagno feci scendere l’acqua calda e lo spinsi sotto la doccia chiudendo i vetri alle mie spalle, un’altro momento di pura dolcezza, senza alcuna esitazione m girò d schiena e mentre mi insaponava fece entrare il suo membro dentro d me con colpi dolci mentre con le mani giocava un po’ con il seno e un po’ con il clitoride, sembrava sapesse già tutto ma in realtà era il solo
desiderio a spingerlo così arditamente venimmo di nuovo, insieme dolcemente ricoprendoci di baci, mentre l’acqua portava via con se i nostri piaceri. mi chiese dove stava la camera e mi ci condusse, ancora nudi ci infilammo nel letto e senza una parola ci addormentammo stretti uno all’altra.

SCcrivetemi a sofia.erik@yahho.it

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