Mi prendesse un colpo se non sono emozionata! Fosse la prima volta che esco con un uomo, lui mi guarda ha gli occhi di giada, inespressivi ed attenti come un gatto che guarda, che fissa l’insieme per rendersi conto, che davvero in carne ed ossa gli sto sorridendo, dentro questa cameretta che è tutto il suo mondo. Ci sono poster e CD, una mia foto in bianco e nero di scuola. Chissà quante volte m’ha guardata, m’ha sognata senza colori, come ogni sogno che si rispetti in un desiderio lontano senza contorni! A mia insaputa m’ha amato, credendo davvero che durante questi anni, sia rimasta identica ed intatta.
Di lato lo stesso letto disfatto, manca solo sua madre tra i rumori in cucina. Ha chiuso a chiave la porta per essere ancora più soli, perché nessuno disturbi questo sfiorare di mani, mi bacia e m’aggroviglia le dita come per non perderci ancora, per non farmi scappare. La sua bocca ha il sapore perso di panna e di menta, di spiaggia libera quando non conoscevo i Bagni Giuditta. Mi preme e mi bacia senza saliva, in attesa di un minimo cenno di occhi, di labbra, d’un piccolo respiro che le spalanchi la porta d’entrata. Ma io sono ferma ed impacciata come se davvero fosse la prima, mi bacia la bocca come se fossi incapace, mi sfiora le labbra come se non conoscessi altro modo.
Sapessi Luca che traffico nelle sere d’estate! Che andirivieni tra i denti e la lingua! Mi viene un sussulto. Ho paura che ne distingui i sapori, ne quantifichi il numero facendo una somma. Tanti Luca! Più delle lune che si sono rincorse da quando son nata, più dei capelli che ora mi spai e ne fai mulinello. Tanti Luca! E non sono finiti, perché quest’estate rifaranno la fila, in riva a quel mare per coprire il risucchio, la voglia che incede e socchiude le labbra.
Ti prego non ti fermare, fa che la mia mente sia parte del cuore, del sesso, che ora nella tua mano si sente al riparo. Fa che non mi escano parole, ma solo gemiti e vapore bollente, fino ad appannare quest’anima informe, perché le parole sarebbero dure, sarebbero troppe e ti farebbero male, ed io non voglio rovinarti quest’ora, che m’hai strappato testardo, che ti ho concesso col cuore, per sentire il sapore d’un tempo, e convincermi ancora che la scelta che ho fatto è senza ritorno.
Ora sì che ti sento! Sbottonati la patta e ti faccio un regalo! M’abbassi leggero la testa come se fossi inesperta! M’inginocchio come se non trovassi che sabbia, un risucchio di mare tra due cabine di legno. Le mie labbra t’avvolgono e rimani stupito, estasiato dal caldo che offro, dalla devozione che sento, dall’impegno che metto, perché i Bagni Giuditta sono serviti a qualcosa, a conoscere un uomo dal sesso che stringo.
Sono brava sai! Conosco esattamente il momento, lo scorrere lento del sangue che gonfia la voglia, ed in bocca modello e la lascio sguazzare, come salmone che risale il suo fiume, come bottiglia che si lascia guidare, dai flutti più impervi dall’altra parte del mare.
Sono brava sai! Più di quanto m’elogia il tuo respiro affannoso, più di quanto tra poco desisti, per far delle mie labbra una tana, un letargo dove svernarci tutti gli anni passati, gli affanni proibiti davanti la foto.
Sono brava sai e non ti mollo! Ti lascio e ti riprendo, mi fermo ed affondo, cadenzando a memoria fiati e risucchi, come se dietro ci fosse un compenso, una gara con Fanny per essere prima, una sera con Marta per non essere sole.
Sono brava sai! Ti prego non credere che questa bocca che avida succhia abbia un cuore che ama e che batte. C’è solo mestiere dove metto la lingua che esperta risale fino al tuo fremito illuso, al desiderio che troppo mi ferma un istante. Non lo mollo sai, ma fammi il favore di non domandarti, perché e come mai, dove e quando negli anni ho imparato a scardinare la voglia quando resiste.
Eccolo lo sento! Ora mi dirai che sono stupenda, che tra i tanti ricordi non c’è mai stata una donna, una bocca di seta come nido d’uccelli, come ricovero di voglie e di urla scomposte. Continua a stropicciarmi i capelli Luca! Spingimi la testa fino alla radice del tuo desiderio, premi, pigia ti prego, perché io sto godendo al solo pensiero di darti piacere, d’essere l’unica quando le voglie t’assalgono solo, e tra le tante mi scegli, mi pensi e sudi nel letto. Amami Luca! Perché tu sei in piedi ed io in ginocchio, perché quasi quasi lo pensi, lo stai pensando che dentro questi stivali c’è una donna già persa, che se non lo credi del tutto, ora ti fa piacere pensarlo.
Pensalo Luca! Pensalo fino ad esserne certo, che è troppo il piacere perché io sia una brava ragazza, che studia, che aiuta sua madre, che pensa a quel giorno quando si sposa. Pensalo Luca, perché non serve sapere il latino per essere brave e fare il mestiere sotto le stelle, appoggiata ad un muro quando scopro le gambe. Pensalo luca! Ma non chiedermi se provo qualcosa, perché non c’è futuro in quello che faccio, non c’è presente che mi faccia impegnare, come ora che mi chiedi se t’amo, come ora che non ti rispondo. Pensalo Luca! Perché io godo lo stesso anche se mi dici mignotta, anche se mai potrei amarti davvero, anche se questo seme che caldo sta uscendo è il primo che assaggio senza serrare la bocca.
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Grazie Rebis
Bellissima storia, molto realistica
Pisellina… fantastico! Un buon mix di Femdom e umiliazione
Storia molto intrigante. Per favore, continua! :)
In tutte le volte in cui Maria ordina a Serena di spogliarsi, Serena rimane sempre anche a piedi nudi oppure…