Le situazioni e le persone di questi racconti sono reali, solo i luoghi ed i nomi sono di fantasia.
L’estate era passata, mio figlio aveva iniziato l’università in un’altra città e si era trovato un alloggio in un appartamento assieme ad altri studenti; in questo modo rientrava a casa solo per il fine settimana.
Così Maria ed io siamo rimasti soli e senza la presenza di mio figlio lei ha ben poco da fare in casa, tant’è che una sera a cena le dico:
-“Senti, visto che A. rientra solo per i weekend, io non ho grandi esigenze, che vuoi fare, resti o vuoi tornare da te?”
-“Vuoi che ti lasci? Che me ne vada?” – mi chiede sorpresa guardandomi negli occhi.
-“Ma no che dici!! Sono rimasto così tanto tempo da solo che non ho nessuna voglia di ricominciare. Tu hai riempito la nostra vita, soprattutto la mia. Era solo per sapere le tue intenzioni” – le rispondo confuso.
-“Bene, le mie intenzioni sono di rimanere. Mi piace la città, mi piace la casa, sto bene con te e poi, ora che S. si è sposata sarei da sola anch’io, allora perché non farci compagnia a vicenda?”
Il suo ragionamento non fa una piega.
-“Bene, allora, sono contento che tu voglia rimanere, proposta accettata” – concludo ridendo.
-“Allora suggelliamo il nostro patto” fa alzandosi da tavola.
Io allungo la mano come per una stretta di accordo.
-“No, “ – mi fa venendo verso me e sedendosi sulle mie ginocchia – non con una stretta di mano, così”.
Mi prende il viso tra le mani ed appoggia le labbra sulle mie.
Ci scambiamo un lungo e sensuale bacio che subito m’infiamma il sangue.
-“Ehi sei già in tiro?” – dice sorridendo e sentendo il duro della mia erezione contro le natiche.
-“È l’effetto che sempre mi provoca il tuo culetto” – rispondo.
-“Ooohhh sono contenta” – e comincia a strofinare il culo sull’uccello rigido.
-“Vieni” – dice alzandosi e prendendomi per mano.
Mi porta al divano e mi fa sedere.
Mi apre la camicia e mi carezza il petto, mentre la sento armeggiare alle mie spalle.
Sale sulla spalliera del divano ed allarga le gambe sul mio viso.
Con una mano solleva la gonna, scosta il bordo dello slip ed io mi ritrovo la sua figa depilata a portata di lingua.
Allungo il collo e attacco le labbra a quel frutto maturo mentre passo la lingua sulla clitoride turgida.
-“Ooohhh sììì… Cosììì… Cosi mi piace… Leccala per beneee…”
Non mi faccio pregare e lecco ed aspiro dalla fessura gli umori che cominciano a colare.
Si lascia andare in avanti e si mette in una posizione acrobatica di 69.
Armeggia con la chiusura dei pantaloni ed estrae il mio uccello rigido.
Un calore intenso ne avvolge la punta e poi tutta l’asta mentre lei se lo infila in gola.
Andiamo avanti con il 69 per un bel po’ godendo entrambi delle nostre labbra e lingue.
Poi si alza, scende dalla spalliera e mi siede davanti; si apre la scollatura della maglietta ed estrae i seni, che mi porge da baciare.
la sua mano cerca il mio cazzo, lo prende e se lo punta all’entrata della figa fradicia di saliva ed umori.
Intuendo le sue intenzioni, le allargo le cosce e le natiche per facilitarle il compito.
Quando trova la giusta posizione, si lascia andare e s’impala fino in fondo.
-“Aaahhh… Che bellooo… Com’è duro…” – si lascia uscire in un soffio.
Inizia la sua danza su e giù portandomi in breve sull’orlo dell’orgasmo.
-“Maria non ce la faccio più, sto per venireee…” – le urlo.
-“Vieni… Vieniii… Non ti trattenere… Ci sono anch’iooo…”
Ed allora mi lascio andare; la sborra sale prorompente dai coglioni ed irrompe in getti continui nella sua figa.
-“Sììì… Allagamiii… Riempimiii… Godo, godooo…” – mi urla nell’orecchio.
Si lascia andare di fianco ed io la seguo sempre piantato in lei.
Quando l’onda del piacere si placa, l’uccello scivola fuori; lei lo prende e se lo passa sul ventre e sulle cosce godendosi le ultime gocce.
Quel fine settimana. mio figlio. ci aveva detto che non sarebbe venuto; il lunedì aveva un esame e voleva restare da solo per studiare.
Siamo a tavola per la cena.
Maria ha preparato un buonissimo spezzatino con piselli; ma lei non mangia!!
Gira e rigira il cibo che ha nel piatto, ma è svogliata; lei che di solito mangia come un lupo.
-“Che hai?” – le chiedo – “Perché non mangi? Non stai bene?”
-“Beh,” – risponde abbassando lo sguardo – “sono quattro giorni che non vado di corpo; mi sento gonfia come un pallone”.
-“Quattro giorni!!” – dico stupefatto – “E non hai fatto niente? Non hai preso nulla?”
-“Sì, ho provato con quei microclismi alla glicerina. ma niente, non riesco”.
-“Forse con un bel clistere” – suggerisco.
-“Non so; è la prima volta che mi capita di rimanere bloccata così a lungo”.
-“Se vuoi, io dovrei avere, da qualche parte, una peretta che usavo quando A. era più piccolo”.
-“Proviamo; così non posso restare. sto troppo male”.
Mi alzo e vado a cercare nel ripostiglio dove tengo le cose che non uso normalmente.
-“Ecco, trovata” – le faccio, rientrando e brandendo la peretta come un trofeo.
-“Cosa ci mettiamo?” – mi chiede.
-“In genere io preparavo un infuso di camomilla e ci aggiungevo della glicerina. Ho tutto quel che serve”.
-“Dai, allora”.
Preparo il tutto e quando è tiepido riempio la peretta.
-“Pronto.” – le dico dandole la pera ed una bottiglietta di glicerina – “Ungiti ed ungila bene prima”.
-“Grazie” – fa lei che. intanto. si è spogliata e si è infilata una vestaglia ed entra nella sua camera.
Mentre aspetto rifletto.
-“Chissà perché quasi tutte le donne hanno problemi intestinali.” – penso – “Speriamo che funzioni”.
-“Mauro,” – la sento che mi chiama dalla camera – puoi venire?”
Quando entro rimango bloccato sulla porta.
Si è tolta la vestaglia ed è nuda sotto, sopra ha infilato una tshirt; ha messo un asciugamano sul letto per non bagnarlo ed è sdraiata sopra.
-“Non ci riesco.” – mi fa piagnucolosa – “Non riesco ad infilarla”.
-“Vuoi che ti aiuti?”
-“Sì. ti prego”.
-“Girati a pancia sotto” – le dico avvicinandomi e prendendo la glicerina.
Lei si gira ubbidiente
La tshirt sollevata in alto, mi offre lo spettacolo dei suoi fianchi e del suo delizioso culo nudi; sento, già, che il cazzo inizia a muoversi nelle mutande.
Mi siedo accanto a lei, con due dita le apro le natiche, faccio colare sul buchino un po’ di glicerina ed inizio a massaggiarlo.
Piano inizio a far entrare un dito per ungere bene anche all’interno.
Nonostante l’indisposizione, penso che la cosa le piaccia, perché comincia a muovere i fianchi dolcemente.
Quando penso che sia pronta, prendo la peretta e punto la cannula sul buchino e lentamente comincio a farla entrare.
-“Ahi fai piano, fa male!!” – esclama.
-“Eppure dovrebbe essere abituato a ben altri calibri” – ribatto ridendo.
-“Scemo, è tutta un’altra cosa”.
Quando la cannula è entrata completamente comincio ad iniettare il liquido, intanto il mio uccello è diventato duro e mi fa male, costretto dai pantaloni.
-“Mamma!!” – esclama – “Mi sento la pancia che si gonfia ancora di più”.
-“Calma, è quasi finito” – cerco di tranquillizzarla.
Quando ho spremuto completamente la pera, lentamente la estraggo.
-“Girati ora, che facciamo un massaggio alla pancia” – le dico.
Ubbidiente lei si gira sul dorso.
Quella che credevo una tshirt è , invece, una camicia e nel girarsi le si è aperta completamente davanti, rivelando il suo splendido corpo nudo.
Appoggio una mano ed inizio a massaggiarle il ventre; sento che sono talmente eccitato che credo che fra poco mi dovrò masturbare,
-“Credo che ci siamo.” – dice dopo un po’ – “Non penso di poterla trattenere ancora”.
Si alza e corre in bagno.
Anche attraverso la porta sento, dai rumori, che si sta scaricando: ed il cazzo, se possibile, mi s’indurisce ancora di più.
-“Aaahhh finalmente!! – esclama sorridendo, quando rientra.
-“Dovresti farne un’altra, per ripulire completamente l’intestino” – le suggerisco.
-“Ci hai preso gusto a farmele.” – ribatte ridendo – E va bene, se lo dici tu che sei l’esperto”.
-“Sei pronta?” dico quando ritorno con la peretta piena.
-“Certo” – risponde.
Ma questa volta invece di sdraiarsi sul letto, s’inginocchia e si mette piegata a pecorina sul bordo, aprendosi le natiche da sola.
In quella posizione le metterei qualcos’altro nel culo, non la peretta.
Invece mi faccio forza e ricomincio l’operazione; lubrifico, inserisco la cannula, inietto il liquido.
Quando finisco, lei si gira e si mette seduta sull’asciugamano.
-“Questa volta mi massaggio da sola, perché ho l’impressione che tu stia per scoppiare! – mi dice sorridendo.
È vero!!
Dopo qualche minuto riparte per il bagno.
-“Ora mi sento veramente bene.” – dice quando rientra, sedendosi accanto a me sul letto, sempre nuda.
-“Sei proprio un bravo infermiere Mauro. Nessun uomo si è mai occupato di me come hai fatto tu” – mi complimenta.
-“Stando da solo e con un figlio ho imparato a fare molte cose” – ribatto.
-“Ora, però, bisogna occuparsi di te; non puoi rimanere in quelle condizioni” – fa, indicando il pacco che si delinea nei pantaloni.
-“Non posso darti quello che desideri, non stasera, sono ancora troppo indolenzita. Ma posso fare qualcos’altro. Alzati e vieni qui davanti”.
Le obbedisco e mi metto davanti a lei.
Slaccia la cinta, abbassa la zip ed infila una mano nelle mutande.
Quando la estrae stringe in mano il mio cazzo rigido come un bastone.
-“Woow!!” – esclama – “Che bello!!”
Avvicina le labbra al glande ed inizia a leccarlo.
Poi scende lungo l’asta ed arrivata ai coglioni li prende tra le labbra e inizia a succhiarli.
Io resto immobile, cerco di resistere, ma non so quanto potrò durare a questo pompino.
Risale verso l’alto e questa volta fa sparire completamente il cazzo tra le sue labbra, inizia ad andare su e giù risucchiandolo ed aspirandolo.
-“Maria non ne posso più devo sborrare” – le dico dopo un po’ di quel trattamento.
-“Ed allora sborra. Vienimi sulla bocca, non aspetto altro”.
A quelle parole, vedendola, così, con la bocca aperta che non aspetta altro che il mio sperma, non resisto; mi prendo il cazzo in mano, due o tre colpi ed una fontana di sborra le annaffia il viso.
Lei per nulla sconvolta dalla valanga di sperma che le impiastriccia il viso, aspetta che io finisca di sborrare e poi se lo riprende in bocca ripulendolo per bene.
-“Ora, però, mi vado a lavare” – mi dice, alzandosi ed andando verso il bagno,
Io, sfiancato dall’intenso orgasmo appena avuto, me ne vado, barcollando come ubriaco, verso la mia camera.
I commenti e i suggerimenti sono ben accetti, scrivetemi pure a miromarco@myyahoo.com
Ciao volevo semplicemente ringraziarti per questo bellissimo racconto ; i personaggi ,la trama,lascrittura sono degni di fare parte di un…
Due gemelle come protagoniste scatenano le mie più turpi fantasie. Se il giorno che stavo per cominciare la stesura del…
W-O-W! Non scherzavi quando dicevi che questa sarebbe stata più hot. E devo dire che di carne al fuoco ne…
Questo è forse il capitolo più noioso dell'intera storia, prometto che i prossimi saranno più "ad alta temperatura", come dicono…
Breve, ma d'impatto. Interessante. Attendo il seguito!