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Racconti Erotici EteroTrio

Vacanze con gli amici alla piscina termale

By 25 Luglio 2014Dicembre 16th, 2019No Comments

La piscina &egrave enorme. Una vasca termale di dimensioni impressionanti. Una parte di essa &egrave coperta, all’interno di una struttura molto alta, confortevole e dipinta di moltissimi colori differenti.
Il vapore sale continuamente dall’acqua calda della piscina, formando nuvole che si alzano fino al soffitto. La parte esterna della piscina &egrave molto di più grande di quella coperta, ed offre al suo interno vasche idromassaggio di tutti i tipi. Nel prato attorno alla vasca moltissimi ombrelloni danno la possibilità di stendersi all’ombra.
I ragazzi, dall’alto dell’edificio adibito agli spogliatoi, stanno osservando con estusiasmo ogni dettaglio del parco termale. Sono finalmente arrivati, dopo due ore di viaggio in auto, alle terme a cui avrebbero dedicato i loro 3 giorni di vacanza. E’ circa metà maggio, di martedì, perciò non vi &egrave molta gente quel giorno.
Questi ragazzi, tutti tra i 20 e 25 anni, si conoscono da molto tempo e sempre vanno in giro insieme. Quattro coppie di fidanzati, amici tra loro, davvero simpatici e divertenti.

Mattia &egrave un ragazzo normale, un pò taciturno forse: alto, capelli sempre spettinati corti e castani, come gli occhi, magro. Gaia la sua ragazza &egrave appena un pò in carne, con un bel sedere formoso, molto sensibile ma anche molto vivace.
Francesca ha delle belle gambe davvero, un pò di pancetta ma due seni veramente eccitanti. Una quarta misura molto soda a vedersi. E’ una tipa piuttosto suscettibile a volte.
Giacomo, il moroso di Francesca, &egrave piuttosto simile a Mattia sia caratterialmente che fisicamente. E’ un po’ più magro, ed ha i capelli neri: sicuramente un bel ragazzo.
Pietro, che fa il muratore, &egrave muscoloso anche se non troppo alto. Biondo ed occhi chiari. Solitamente una ragazza che lo vede a petto nudo non riesce a non dargli una sbirciatina.
Jenny, compagna di Pietro, &egrave abbastanza alta, capelli lunghi castani ed un bel corpo proporzionato con una terza di seno di tutto rispetto. Solare e simpatica si fa amare da tutti.
Vanessa invece &egrave considerata nel gruppo quella più porca, anche se ne gli altri ragazzi ne le altre ragazze disdegnano il sesso con il loro partner. Vanessa é bassa, magra, con una seconda di seno ma un culo favoloso che faceva sognare tutti i suoi amici. Un viso bello quanto sexy.
Luca &egrave il classico nerd. Un fisico asciutto, bianco come il latte, pensa sempre ai computer e si dedica poco alla sua ragazza, Vanessa appunto. Lei &egrave innamorata di Luca, anche se lui la soddisfa molto poco per quanto riguarda il sesso.

Dopo essersi cambiati negli spogliatoi, si ritrovarono nel salone principale nella piscina interna, e si calarono tra le acque calde e accoglienti delle terme. Si lasciarono andare per una decina di minuti al tepore dell’acqua che li accoglieva rilassando ogni loro muscolo. Mattia era forse l’unico che si guardava attorno in quel momento, era evidentemente imbarazzato per una erezione che lo aveva colpito all’improvviso appena aveva visto le ragazze in costume. Jenny e Francesca mettevano in mostra i loro seni con costumi molto ridotti, mentre Vanessa e la sua ragazza avevano un costume a perizoma troppo eccitante. L’erezione si faceva sentire nel costumino a slip che gli aveva regalato Gaia il giorno prima, e sperava che nessuno lo notasse.
Cominciarono poco dopo a nuotare in giro per la vasca, alta circa un metro e settanta, perlustrandola. Quando si ritrovarono di nuovo in gruppo Francesca innavvertitamente sfiorò il pene di Mattia che, durissimo, si faceva sentire sotto la sottile stoffa dello slip. Subito lei arrossì, e assumendo un’espressione compiaciuta. Si mise davanti a Mattia continuando a parlare con le amiche, e allungò una mano dietro di lei in cerca di quella cosa che poco prima aveva sentito così dura. Era curiosa ed estremamente eccitata per quello che stava facendo. Non sapeva se quello che aveva sentito poco prima era veramente quello che immaginava, lo sperava e voleva scoprirlo a tutti i costi. Allungando ancora il braccio in basso dietro di s&egrave toccò qualcosa, coperto si dagli slip, ma era morbido e liscio. Capì subito che si trattava dei testicoli del ragazzo, erano piuttosto grossi, un pò pesanti e soprattutto lisci. Non sentiva nessun pelo che si frapponeva tra il costume e la pelle dello scroto. Questo dettaglio la fece smettere improvvisamente di parlare con Jenny. Si riprese dopo due secondi e riattaccò il discorso.
Mattia nel frattempo non sapeva come comportarsi. La sua ragazza Gaia era a pochi metri di distanza e non voleva assolutamente farsi scoprire mentre si faceva toccare da Francesca. D’altra parte era incuriosito dalla situazione e il tocco della ragazza ai testicoli l’aveva talmente eccitato che la punta del glande gli usciva dal costume. Non poteva spostarsi, scappare da quel tocco, avrebbe destato sospetto negli altri, oppure la sua erezione sarebbe stata rivelata dall’acqua limpida e trasparente. Francesca cominciò a massaggiare i testicoli di Mattia lentamente, quasi soppesandoli sulle dita. Dopo una ventina di secondi cominciò a salire con la mano sentendo sotto i polpastrelli la durezza del pene di Mattia. Percorse con le dita tutta l’asta per poi arrivare al glande, parzialmente coperto dal prepuzio, ma senza più l’ostacolo dello slip perch&egrave il cazzo del ragazzo usciva dal costume. Lo sentiva, liscio, bello da toccare e soprattutto grosso. Le piaceva molto. Con indifferenza scostò la mano e seguì nuotando il resto del gruppo.
Proseguirono diretti ad una vasca staccata da quella in cui erano. Mattia di certo non poteva salire dall’acqua altrimenti avrebbe rivelato la sua erezione. Voleva rimanere in quella vasca finch&egrave il suo pene gli avesse permesso di andare nell’altra sala. Disse: ‘Ragazzi voi andate, vi raggiungo tra poco, vorrei farmi una nuotatina in questa vasca prima di cambiare’. Gaia sorpresa rispose: ‘Andiamo Mattia, che stai a fare qua da solo, vieni con noi’. Erano già usciti tutti tranne lui, quando intervenne Francesca: ‘Non vi preoccupate, faccio anch’io una nuotata con Mattia, voi proseguite!’. A questo punto li lasciarono e proseguirono il tour.
Ora Francesca e Mattia erano soli, e vi erano solamente altre 6 o 7 persone in quella grande vasca, poich&egrave la maggior parte della gente era all’esterno essendo una bella giornata di maggio. I due erano imbarazzati, non sapevano cosa dire, ma allo stesso tempo eccitati all’inverosimile dall’episodio di pochi istanti prima. Francesca disse:’Perdonami, mi dispiace per quello che &egrave successo, adesso non puoi salire dall’acqua, ma davvero non so cosa mi &egrave preso, se l’avesse scoperto Giacomo mi ammazzava’. Mattia le rispose:’ Già, anche Gaia si sarebbe arrabbiata parecchio, però devo dire che &egrave stato davvero fantastico, sono così eccitato che dovrò nuotare un’ora prima di poter salire!!’ Francesca aveva un’estrema voglia di sentire ancora quel pene tra le mani, duro e voglioso del suo tocco. Non le interessava, in quel momento, del suo ragazzo anzi voleva solo il cazzo di Mattia, che allo stesso tempo si era eccitato moltissimo e aveva allungato una mano verso il fianco di Francesca. Le posò prima una mano e poi l’altra sui fianchi, e la tirò verso di s&egrave. Lei aveva i seni sodi e prosperosi che spingevano sul petto di lui; lui aveva il pene in tiro che spingeva sul bacino di lei. Si baciarono appassionatamente, sicuri di non essere visti dai propri amici, e nel frattempo si toccavano la schiena, il collo, il sedere. Dopo qualche minuto raggiunsero un’insenatura della vasca che dava loro un pò di intimità. Senza farsi troppi problemi Francesca fece scendere gli slip del ragazzo ed impugnò saldamente il suo pene con la mano destra, mentre con la sinistra raccolse i testicoli. Era completamente depilato, e a lei piacque molto sentirlo, sentire le vene del cazzo di Mattia e le sue palle morbide. Pensò che potesse arrivare a 18-19 cm di lunghezza. Cominciò a segarlo piano, voleva godersi quel palo di carne tra le mani, continuando a massaggiargli lo scroto. Mattia nel frattempo aveva superato con le mani la barriera del reggiseno e stava palpando con gusto quei meloni grossi e sodi che tante volte aveva immaginato di poter toccare. I capezzoli erano duri per l’eccitamento, e lui si divertiva a stuzzicarli con le dita. Erano sommersi fino al collo dall’aqua, quindi abbastanza sicuri che nessuno degli altri clienti delle terme potesse vederli data la distanza dalla loro posizione. Mattia stava godendo: Francesca lo stava masturbando con dolcezza ma anche con estrema precisione ed esperienza, mentre il ragazzo era sceso con la mano ad accarezzarle, all’interno del costume, la vagina grondante di umori. Inserì piano un dito. Lei gemette. Ne inserì un altro. Lei aumento la velocità della sega e con la mano sinistra cominciò a massaggiargli il perineo. Mattia inserì il terzo dito improvvisamente, facendola venire copiosamente sulla sua mano che sentiva piena di umori femminili che erano molto più densi e viscosi dell’acqua che li circondava. Subito dopo venn&egrave anche lui, stremato da quella masturbazione in più punti a cui non poteva resistere. Continuarono ad accarezzarsi ancora per qualche minuto: la voglia non era passata. Ma si sistemarono in fretta per tornare al più presto dai loro amici…e dai loro partner’ La vasca più particolare del centro termale &egrave chiamata ‘Sala della pace’. Non molto grande, poco profonda, acqua caldissima, silenzio assoluto, luci soffuse, poca visibilità e idromassaggio ad intermittenza tutt’intorno alla pozza. I ragazzi vi arrivarono attraverso un corto corridoio dopo aver lasciato Francesca e Mattia nella piscina principale, e vi trovarono solo 4 persone semi-nascoste nell’oscurità a bordo della pozza. Si immersero nell’acqua caldissima che arrivava fino al petto nel punto più profondo; si appoggiarono ad una parete di finta roccia da dove fuoriuscivano ii getti dell’idromassaggio, chiaccherando allegramente e scherzando tra loro. Ad un tratto una delle quattro persone intimò loro al silenzio, anche perch&egrave era d’obbligo non urlare e fare casino in quella stanzetta. I ragazzi tacquero, ma dopo poco ricominciarono a parlare tra loro bisbigliando per non disturbare le altre persone. Luca era un pò in disparte che osservava i giochi di luci soffuse che rendevano magica l’aria della ‘Sala della pace’. Vanessa ne aprofittò per dedicarsi alla conversazione con Pietro, che le disse: ‘Cosa sta facendo tuo moroso Vanessa??’. ‘Non ne ho idea, ma non mi interessa. Ti piace questa piscina? Sembra molto intima.’ Detto questo Pietro sentì la mano di Vanessa posarsi sulla sua coscia; non ci fece caso e continuò: ‘Si &egrave bellissima…sembra fatta apposta per stare appartati e godersi l’idromassaggio senza disturbi. E poi l’acqua &egrave caldissima, starei qui tutto il giorno’. Vanessa continuava ad accarezzare la gamba di Pietro, molto tranquillamente, sentendo sotto le dita i peli morbidi ed i muscoli forti. Erano seduti su una specie di panchina artificiale dentro la pozza, con l’idromassaggio dientro la schiena e i piedi; le bolle attorno a loro rendevano l’acqua torbida e bianca, era impossibile vedere sotto anche per la poca luce presente. Continuarono a chiaccherare finch&egrave anche Pietro decise di accarezzare la coscia morbida di Vanessa, per ricambiare il suo gesto di affetto. Vanessa però disse:’ Pietro che bella mano forte che hai, non l’avevo mai notato…anzi ti dirò di più, hai un fisico davvero bello, mi piace’. Pietro un pò stupito per l’affermazione inizialmente non sapeva cosa risponderle. Tra loro qualche anno prima c’era stata una sorta di intesa, si erano frequentati per qualche settimana, ma senza andare oltre a qualche bacetto. Lui ovviamente apprezzava ancora il corpo minuto e sexy di Vanessa, ma ora stava con Jenny. Pietro:Oh…Grazie, davvero! Scusa, non mi aspettavo un commento di questo tipo ma lo apprezzo molto! Anche tu sei sempre molto attraente e sensuale, poi se esalti le tue forme con quel costume-tanga che indossi ora, non posso fare altro che apprezzare!’ Vanessa fu compiaciuta del complimento del ragazzo e lasciando cadere per un attimo il discorso propose a Pietro di spostarsi verso una zona della pozza qualche metro più in là, dove una cascata scendeva dall’alto. Si spostarono e nel tragitto Pietro allungò una mano e tastò saldamente una chiappa di Vanessa. Lo pervase una strana sensazione. Da una parte si sentiva già in colpa per quel gesto sconsiderato poich&egrave era solo una sua amica ed era anche una sorta di torto verso Jenny. Dall’altra parte, però, quel tocco al culetto sodo ed estremamente invitante della nanetta, lo eccitò e lo spronò a difendersi a parole:’Ops, scusami Vane, ma non ho resistito!’. Vanessa non reagì a quella palpata intensa, non era una toccatina invasiva, anzi, molto interessante: aveva la conferma di piacere a Pietro, molto più di quanto si aspettasse. V: ‘Non ho sentito niente, di cosa parli?’ gli disse maliziosa. Appresso la cascata, non si vedeva nulla di ciò che vi era sotto l’acqua, perciò Pietro ne approfittò per prendere con entrambe le mani le chiappe di Vanessa, e le palpò per 7-8 secondi, finch&egrave lei non si spostò appositamente, per non dare sospetti. V:’Oh, ora ho capito cosa vuoi dire, ma non sono sicura che il mio culetto ti piaccia per davvero! Meglio controllare!’. Prima che Pietro potesse dire qualcosa, una mano di Vanessa gli allargò il laccio del costume a pantaloncino, mentre con l’altra mano entrava nel costume per cercare qualche conferma alle sue teorie. Tasto voracemente e poco dopo lo trovò! Non era completamente eretto il pene di Pietro, ma comunque un po’ rigido. Saggiò bene la consistenza, e soprattutto era stupita della lunghezza. Si scherzava tra amici a riguardo della lunghezza del cazzo del ragazzo, ma di certo la Vane non si aspettava di trovarsi di fronte a un biscione enorme. Pietro era esterefatto; non capiva a che gioco giocava la ragazza, ma sentiva l’eccitazione crescere mentre lei lo accarezzava curiosa. Ora aveva voglia! Non poteva lasciarsi sfuggire l’occasione, perciò chiese sottovoce a Vanessa di succhiarglielo. Si sedette a bordo piscina, con le gambe nell’acqua, dietro la fontana in modo da non essere visto dagli altri. Vanessa incredula, aveva ora davanti agli occhi un cazzone di almeno 23/24 cm. Lo voleva assolutamente assaggiare. Continuava a segarlo piano, mentre appoggiava le labbra al grosso glande di Pietro, che nel frattempo spinse la sua testa verso il pene che si trovo subito nella bocca di lei. Era buonissimo sulla lingua e sul palato: sapeva di cloro della piscina, ma anche da maschio, quell’odore inconfondibile di sesso. Gli stava letteralmente facendo un pompino ed era tutta bagnata. A quel punto sentirono muoversi l’acqua intorno a loro: era Jenny. Aveva visto tutto, ma quando arrivò dietro la cascata, si vedeva evidente, la sua mano dentro le mutandine; si masturbava.
Jenny:’Brutti maiali schifosi! Non me lo sarei mai aspettato da voi! Ma la scena mi ha eccitato un sacco, quindi adesso gioco anche io!’ Si slacciò il reggiseno e lo posò alle spalle di Pietro; si posizionò davanti a lui e si mise il pene tra i seni, cominciando una spagnola a tutti gli effetti. Vanessa, stupita ma eccitata, cominciò ad accarezzare il sedere e la vagina di Jenny, probabilmente per cercare di farsi perdonare dopo che aveva assaggiato il pene enorme del suo ragazzo! Pietro che stava godendo del massaggio con i seni, spinse la testa di Jenny verso di s&egrave, così che potesse cominciare un buon lavoro di bocca. Vanessa era arrivata ad inserire due dita nella vagina della sua amica, e con l’altra mano le tittillava il clitoride. Jenny era impressionata dalla maestria con cui Vane la faceva godere, forse vi era abituata. Il pene del moroso in bocca le dava un senso di potere completo sulla situazione. Pochi minuti dopo arrivò all’orgasmo grazie ad un dito di Vanessa che aveva perlustrato il suo intestino; un orgasmo potente, di almeno un minuto. L’altra ragazza non perse tempo e cominciò a baciare tutto il corpo muscoloso del muratore. Il collo, i capezzoli ed il petto; Jenny dopo essersi ripresa cominciò un lento massaggio al cazzone di Pietro, e con l’altra mano gli massaggiava l’esterno del buchetto. Sapeva perfettamente che lo faceva impazzire, per non parlare di inserire nel suo culo un qualcosa come un dito o addirittura un dildo. Pietro era in estasi, la sua ragazza lo massaggiava sotto e gli leccava lo scroto e la figona nana lo leccava tutto, per poi stabilirsi sulla cappella. Non sarebbe resistito molto, anche perch&egrave Jenny aveva inserito un prepotente pollice nel suo ano. Gli piaceva sentire qualcosa dentro di lui che si muovesse, lo faceva godere oltre modo; non se ne vergognava affatto poich&egrave per lui e la sua ragazza era solamente un gioia in più della masturbazione. Dopo pochi minuti disse loro che stava per venire; si posizionarono di fronte al cazzo di Pietro masturbandolo, a lingua di fuori come cagnoline assetate. Eruttò uno schizzo enorme che prese il viso di entrambe, e poi altri 5 schizzi potenti. Le ragazze si misero a leccare tutto il pene: non volevano perdere neanche una goccia del suo prezioso seme. Giacomo e Gaia parlavano tranquillamente nell’acqua caldissima, senza curarsi dell’assenza dei loro amici poich&egrave erano veramente presi dal loro discorso. Animatamente discutevano su quale fosse la spiaggia migliore del mediterraneo e nessuno dei due voleva arrendersi: Gaia sosteneva che la migliore fosse la Baia del Sole, in Spagna, mentre Giacomo era convinto che fosse la spiaggia croata perch&egrave permetteva una sorta di nudismo senza freni. Cominciarono a stuzzicarsi l’un l’altra per la storia del nudismo e decisero di rimanere nudi nell’acqua per dimostrarsi l’assenza di vergogna. Le luci soffuse nascondevano qualsiasi cosa sotto il pelo dell’acqua, perciò Gaia si tolse il reggiseno e velocemente appoggiò il petto al bordo della vasca, lasciando cadere sul marmo di fronte a lei la stoffa a triangolino. Giacomo incredulo non si aspettava di certo che la sua amica fosse così coraggiosa da rimanere mezza nuda di fronte a lui, anche se non le poteva vedere i seni, purtroppo.. Tutto era cominciato come un gioco, ma adesso la situazione si stava scaldando. Voleva accertarsi che veramente la ragazza si fosse tolta il reggiseno, allora in accordo con lei, le passò dietro e le accarezzò lentamente la schiena nuda constatando che effettivamente il reggiseno non c’era. La schiena liscia era quasi del tutto sommersa e le dita di Giacomo la accarezzarono dolcemente per un paio di minuti, finch&egrave non scesero fino ai glutei formosi, che toccò avidamente. Dopo qualche secondo in cui Gaia godette di quel trattamento, si scostò, intimandogli di togliersi il costume altrimenti sarebbe stato considerato un codardo. Il ragazzo si tolse subito il pantaloncino e si mise di fianco a Gaia, con le braccia sopra il parapetto e il busto aderente al bordo della piscina. Lei curiosa, allungò una mano verso il sedere nudo del suo amico, sentendo la pelle contro i polpastrelli; cominciò ad accarezzarlo lentamente, sulla chiappa destra e sul fianco, avvicinandosi sempre più alla zona più intima mentre si chiedeva se il pene fosse in erezione o meno. Giacomo non voleva dargliela vinta da subito, anche perch&egrave se la mano che lo stava toccando fosse arrivata al pene, avrebbe sicuramente notato che l’atomosfera lo stava eccitando. Prese la mano di Gaia prima che potesse toccargli il pube e la invitò a togliere quella specie di perizoma che aveva come costume. Lei, orgogliosa com’era, portò le mani ai fianchi, le abbassò e poi tirò su le gambe per riuscire a togliere quel poco di stoffa che ancora la copriva; successivamente tornò nella solita posizione al bordo della pozza d’acqua. Questa volta fu Giacomo ad allungare la mano verso il fianco nudo della compagna di giochi e non sentì nessuna presenza di slip; le accarezzò il sedere bello prosperoso, per poi infilare le dita nella spaccatura tra le chiappe. Gaia apprezzava molto le attenzioni del maschio, la sua patatina si bagnò di brutto quando sentì le dita che le arrivavano a sfiorare l’ano, quel suo buchetto riservato, un tabù anche per suo moroso Mattia. In questo momento però non voleva tirarsi indietro a quel tocco curioso poich&egrave la stava eccitando terribilmente; allo stesso tempo non poteva sottrarsi troppo presto, altrimenti non sarebbe più stata al gioco. Giacomo si guardava attorno indifferente, ma le sue dita la stavano massaggiando con insistenza, avvicinandosi alla sua vulva. La ragazza lo convinse a fermarsi, nonostante fossero entrambi vogliosi di continuare, e decisero di proseguire in quel loro gioco di coraggio ed orgoglio.

Luca da qualche minuto aveva smesso di guardare le lucette colorate e di pensare ai fatti suoi, distratto dai movimenti sospetti dei due amici vicino a lui. Cominciò ad osservarli furtivo, notando che c’era in loro qualcosa di strano’

Una trentina di secondi di riflessione bastarono a Giacomo per proporre la sua pazza idea: una corsa, senza costumi, fino al primo bagno lungo il corridoio. La distanza tra la saletta e la toilette era di una decina di metri; avrebbero potuto incontrare qualcuno ma la cosa li stuzzicava molto, soprattutto per vedere chi dei due era più coraggioso e libertino nel mostrare le proprie grazie.
Afferrarono i costumi, pronti a partire. Tre, due uno. Nuotarono lentamente fino alla scaletta, per poi salirla con tranquillità noncuranti dello scalpore che avrebbero suscitato nella sala se qualcuno si fosse accorto della loro nudità. Appena girato l’angolo spuntarono nel corridoio, cominciando a correre veloci verso la porta del bagno più vicina. Giacomo era appena più indietro rispetto all’amica e non pot&egrave non notare le chiappe che sobbalzavano felici ad ogni passo. Arrivarono alla prima porta del bagno, ma era chiusa; si diressero subito in quella successiva e ci si fiondarono dentro ridendo a crepapelle. Giacomo stava chiudendo la porta veloce, ma una mano improvvisamente si infilò tra la cornice e la porta stessa, impedendogli di chiuderla. I due ragazzi erano spaventati, non avevano incontrato nessuno lungo il corridoio perciò non avevano idea di chi potesse essere la mano che stava aprendo la porta della toilette. Luca tirò con forza e finalmente riuscì ad entrare nel bagno, si chiuse la porta alle spalle e girò il chiavistello. Gaia si coprì immediatamente le parti intime, sentendosi violata in qualche modo dalla presenza irruente dell’amico.
Luca:’Gaia non ti coprire, vi ho visti completamente nudi pochi secondi fa mentre uscivate dalla piscina. Mi dispiace se vi ho disturbato, ma i vostri movimenti strani mi avevano incuriosito non poco, ecco perch&egrave ho deciso di seguirvi. Voi continuate pure, mi limiterò a guardare in silenzio’.
Il bagno era abbastanza largo da poter ospitare tre persone, vi erano solamente un water ed un piccolo lavandino, il muro era rivestito da piastrelle azzurre e vicino al soffitto facevano capolino due bocchettoni per la circolazione dell’aria. Tutto era pulito ed apparentemente igienizzato.
Gaia e Giacomo erano un po’ turbati dall’intromissione di Luca e non gli dissero niente, sperando che stesse al gioco e non rivelasse tutto ai loro partner. Quest’ultimo si sedette a terra con le gambe incrociate e la schiena appoggiata alla porta. I due ragazzi allora si afferrarono, ancora pieni di eccitazione, e cominciarono a toccarsi nelle parti più intime, mentre le loro labbra si incrociarono. Si masturbavano con foga, godendo come pazzi: la vagina aperta di Gaia era abbondantemente bagnata, due dita del ragazzo la stavano penetrando ed il pollice aggrediva il grosso clitoride; Giacomo aveva il pene in completa erezione e nonostante il cespuglietto di peli neri, si poteva giudicare come un bel cazzo di 17 cm circa, su cui la mano svelta della giovane si muoveva veloce.
Luca nel frattempo, eccitato dalla scena, si era tolto il costume e si stava masturbando dolcemente; Gaia si accorse immediatamente della presenza di un altro pene pulsante nella piccola toilette, un po’ più corto di quello che aveva tra le mani, ma forse più largo. Ordinò a Luca di alzarsi e raggiungerla, voleva sentire la consistenza anche del suo pisellone, godersi le attenzioni di due maschi che la desideravano fortemente. Quest’ultimo non se lo fece ripetere un’altra volta, si avvicinò alla ragazza in estasi che gli prese subito il cazzo con una mano, mentre con l’altra continuava a masturbare Giacomo. Nel frattempo Luca cominciò a palpare i grossi seni di Gaia, i capezzoli erano durissimi, perciò decise di assaggiarne la consistenza sulla lingua. La donna stava godendo moltissimo: prese la testa di Giacomo e gli mise il capezzolo libero tra le labbra, mentre continuava a masturbarli e si lasciava accarezzare in tutto il corpo da quattro mani assetate. Non riconosceva più il proprietario di ogni mano che la toccava, era troppo presa dalla voglia. Due o forse tre dita erano dentro la sua calda vagina depilata, altre due dita aveva preso possesso del clitoride, un paio si erano infilate nel suo buchetto senza che se ne fosse accorta, infine una mano le stringeva una chiappa quasi a farle male. Le lingue dei due ragazzi guizzavano sui seni nudi e quando le mordevano i capezzoli, un’ulteriore scarica la prendeva. Cercava di concentrarsi, la dolce Gaia, sui piselli dei focosi uomini che le stavano addosso. Erano entrambi di dimensioni normali, ma sul momento le sembravano addirittura enormi. Prendeva i testicoli con le mani e ci giocava, li stringeva e accarezzava, per poi dedicarsi nuovamente alle aste che pulsavano feroci. Aveva deciso: voleva assaggiare il cazzone di Giacomo e farlo godere con la bocca, mentre avrebbe offerto il sedere al pene di Luca, più largo. Non aveva più freni, non aveva più tabù: desiderava quel grosso cilindro di carne nell’intestino, voleva sentirsi spaccare in due. Velocemente fece intuire ai due maschioni le sue intenzioni, piegandosi a 90′ e prendendo in bocca famelica, il cazzo di Giacomo. Partì dalle palle leccandole con ingordigia, non curandosi dei peli che le infastidivano la lingua; poi lo prese tutto in bocca, era stupendo sentirlo pulsare sul palato, così forte e potente.
Luca era estremamente eccitato da ciò che stava accadendo, ma non per questo non abbandonò il suo compito. Sputò direttamente sull’ano della ragazza, che gli offriva orgogliosa quel suo culo prorompente. Massaggiò bene il buchetto con le dita, per poi puntarvi il glande e spingerlo dentro lentamente ma senza fermarsi. Gemette più volte Gaia, soprattutto quando le palle del ragazzo toccarono la vagina. Sentiva il pene che entrava ed usciva senza sforzi dentro il suo intestino e godeva come mai avrebbe pensato. Un cazzo in bocca ed uno nel culo erano il suo sogno segreto che pensava non si sarebbe mai realizzato, eppure adesso era lì, a godere come una cagna in calore, affamata di sesso e dei due cazzi che la montavano. La figa era fradicia, colava umori sulle sue cosce perch&egrave una mano premurosa di Luca le stava massaggiando il clitoride.
Profondo, intenso e duraturo un orgasmo la travolse. Così potente che non riusciva a mantenersi in piedi e dovette aggrapparsi ai falli che erano ancora dentro di lei. I ragazzi continuavano a penetrarla rispettivamente in bocca e nel culo, fino a che Gaia si tolse dalla morsa dei due per inginocchiarvisi di fronte! Aprì la bocca e tirò fuori la lingua in un chiaro invito, mentre con le mani si palpava i seni in un gesto meravigliosamente erotico. Giacomo e Luca si posizionarono davanti a lei e le puntarono i cazzi al viso masturbandosi. Poco dopo sentirono le mani della giovane donna che solleticava i loro scroti per facilitar loro l’eiaculazione.
Non ci misero molto, il primo ad arrivare fu Luca che le schizzò sul viso e soprattutto sul seno, lasciando in balia della mano sinistra di Gaia il pene che piano piano perdeva l’erezione. Un paio di minuti dopo anche Giacomo eruttò la sua voglia, che finì per la maggior parte nella gola assetata della biondina. Quest’ultima leccò per bene entrambi i piselli che aveva di fronte, assicurandosi che fossero completamente puliti.
Si lavarono come poterono sul lavandino, si rivestirono ed aprirono la porta per tornare dai loro compagni.
La serata si prospettava interessante per tutti gli amici. Gli otto amici si ritrovarono tutti nella Sala della Pace, con tranquillità ripresero il loro tour alle terme chiaccherando amabilmente. Nessuno di loro voleva rivelare qualcosa su le azioni che avevano compiuto poco prima, altrimenti i fidanzamenti e le amicizie avrebbero potuto sciogliersi definitivamente. Ognuno mantenne il silenzio.

Il gruppetto era l’unico rimasto ancora alle terme e si era fatto tardi. Poich&egrave alloggiavano nell’hotel affiliato alla piscina, avevano il permesso di rimanere per più tempo rispetto agli altri clienti. Andarono negli spogliatoi, le ragazze in quello femminile e i maschi in quello degli uomini. I ragazzi si fecero la doccia nudi, essendo gli unici presenti; l’acqua era calda anche dalla doccia, ma rinfrescante e rilassante dopo un’intera giornata passata a nuotare, giocare e ‘ scopare!
Mattia e Giacomo furono lasciati a godersi la doccia dagli altri due, che si avviarono all’hotel. Quei due erano amici da sempre nonostante Giacomo avesse un paio d’anni più di Mattia;
quando erano bambini giovano assieme e crescendo si erano sempre tenuti in contatto, tanto che negli ultimi anni, dopo essersi entrambi fidanzati, erano tornati ad uscire insieme in compagnia.
La situazione iniziale sembrava tranquilla, si stavano lavando beati, scambiandosi di tanto in tanto qualche parola riguardo alla giornata trascorsa; come spesso succedeva loro dopo gli allenamenti, erano stanchi e non avevano nessuna voglia di staccarsi dalla doccia; si lasciavano andare al calore dell’acqua.
Giacomo si insaponò tutto il corpo, rimanendo completamente bianco di schiuma; passò le mani sul petto, sotto le ascelle, sul collo. Si soffermò di più sulla schiena e sul sedere, probabilmente si stava lavando con cura il didietro. Questo pensiero e la vista dei movimenti dell’amico, stuzzicarono Mattia, eccitandolo leggermente.
L’atto di pulizia di Giacomo passò alla parte inferiore del corpo, si piegò in avanti per passare le mani dalle cosce alle caviglie; il pene era ben visibile tra le sue gambe, sobbalzante. Massaggiò per bene il petto e l’addome, non dimenticando i fianchi. Arrivò al pube e con naturalezza lo ricoprì di schiuma, toccando lo scroto prima, il bacino ed infine si soffermò sul pene moscio. Era di dimensioni notevoli, non largo ma piuttosto lungo anche se floscio, bello da vedere: sembrava così morbido e sinuoso che era difficile non chiedersi come sarebbe stato completamente eretto! Giacomo abbasso il prepuzio e passò più volte la mano sulla cappella strofinandola con dolcezza in tutti i punti, in modo da ottenere una lucidatura perfetta. La procedura venne portata avanti per almeno un minuto: quando lasciò la presa aveva il cazzo barzotto, si era un po’ irrigidito ed allungato.
Tutte queste manovre non avevano lasciato indifferente Mattia che ora aveva un’erezione stratosferica. Era imbambolato a fissare il compagno di mille avventure, ma soprattutto ad osservargli il pisello che lo aveva fatto andare in tilt. Probabilmente era così concentrato da non essersi accorto di avere il cazzone in bella mostra. Non era gay, anzi, schifava i loro modi e atteggiamenti, eppure adesso si stava eccitando guardando un uomo. Per non farsi notare Mattia si diresse verso lo spogliatoio, in cerca di qualcosa da mettersi addosso e si maledisse per non aver portato l’accappatoio con s&egrave, quel giorno aveva solamente un piccolo asciugamano. Lo prese velocemente, si sedette sulla panca e si coprì alla bell’e meglio il bacino.

Giacomo vide Mattia andarsene dalle docce, perciò con rammarico abbandonò il getto rilassante e lo seguì. Gli si avvicinò nudo, mentre Mattia cercava qualcosa nel borsone, per chiedergli se andasse tutto bene; notava qualche strano rigonfiamento sotto l’asciugamano dell’amico, ma non ci fece caso più di tanto.
Quest’ultimo sollevò un po’ il viso dal borsone per rispondere alla domanda, ma non riuscì a dire una parola: si era ritrovato il pene moscio di Giacomo a pochi centimetri dal viso, bagnato, invitante, con una piccola parte rosa del glande in vista, non coperta dal prepuzio. Preso da una strana forza di volontà Mattia ebbe il coraggio di dire: ‘Che bel cazzo che hai’. Era serio. Giacomo perplesso non sapeva cosa dire, ma vedeva lo sguardo del suo carissimo amico che spaziava tra i suoi occhi ed i suoi gioielli. Alla fine parlò: ‘Ehm, grazie, ma anche il tuo non &egrave per niente male”. Mentre lo diceva, il suo fallo cominciò ad indurirsi piano, tornando barzotto. Quella situazione non lo lasciava indifferente.
Mattia era in balia delle emozioni e non ragionava più. Non poteva aspettare oltre, si sistemò sulla panca avvicinandosi al maschio di fronte a lui, l’asciugamani che lo stava coprendo si scostò rivelando una parte della sua eccitazione. Appoggiò con timidezza la lingua sul glande di Giacomo. Salì e percorse tutta l’asta che davanti ai suoi occhi si stava innalzando verso il cielo. Si rese conto che nessuno lo avrebbe fermato, perciò continuò a leccare il palo di carne, poi le palle grosse e penzolanti su cui si soffermò molto per gustare ogni centimetro del pesante e rugoso scroto.
Giacomo inizialmente restò spiazzato: per prima cosa mai si sarebbe aspettato che l’amico potesse arrivare a sbavare sui suoi genitali; si stava eccitando per l’atmosfera terribilmente gay che aleggiava nello spogliatoio; infine si era stupito nel vedere il cazzone di Mattia completamente eretto, inebriato anch’esso dalla situazione, grosso, pieno di venature ed una cappella di tutto rispetto. In quel momento il suo cervello si spense e comiciò a ragionare col pisello. Si afferrò l’uccello con la mano e lo ficcò in bocca a Mattia, cominciando a pompargli in gola. Era terribilmente eccitato e adesso voleva fargli bere il suo sperma.

Il ragazzo, improvvisamente, si &egrave ritrovato a succhiare il durissimo fallo di Giacomo. Subito gli mise le mani sul bacino per alleggerire la violenza dei colpi che riceveva in gola. Quelle spinte erano però estremamente eccitanti: sentiva sulla lingua ogni vena del cazzo, il glande possente che pulsava e sul mento i testicoli sbattevano feroci. Con una mano li prese e li massaggiò con cura, stringendoli a volte quando l’aggressione al suo cavo orale si faceva più forte. Se alzava gli occhi poteva vedere quel bel maschione che senza farsi problemi gli spaccava quasi la mandibola; i muscoli tesi nell’atto, un petto morbido e accogliente; il viso storpiato in una smorfia di goduria assoluta. Sentì gli schizzi di sperma arrivagli in gola, uno, due, tre, quattro. Inghiottì tutto, impossibilitato a sputare. Aveva un gusto strano quel liquido, ma non gli importava. Aveva fatto godere il suo amante ed era quello che voleva.

Mattia: ‘Ti &egrave piaciuto?’
Giacomo:’Ehm, si certo! E a te?’ il suo pene intanto si stava ritirando, piano piano, tornando alle dimensioni ‘normali’.
Mattia:’Si &egrave stato strano, ma super figo! Però ti sei divertito solo tu, adesso tocca a me.’
Giacomo:’Hai ragione, scusami. Farò quello che vuoi.’
Mattia:’Mettiti a pecorina sulla panca’.

Lui eseguì un po’ preoccupato. Aveva capito cosa volesse fare il suo amico e la cosa non gli dispiaceva a quel punto, anzi era curioso di provare. Ma da una parte aveva paura di sentire dolore. Avvertì le mani di Mattia allargagli le chiappe sode, allora si preparò a soffrire.
Percepì qualcosa di viscoso e morbido che lo lappava nel buco del culo. Poi si rese conto che era la lingua dell’amico, lo stava leccando nell’ano e sulle palle. Quel trattamento gentile gli piaceva molto e i suoi muscoli rettali si rilassarono mentre il suo pisello si risvegliava.
Mattia voleva assaggiare il buchetto di Giacomo, e così fece. Era morbido e profumato, rispondeva con approvazione ai movimenti della sua lingua che cercava di farsi strada il più possibile nel culo vergine. Ci sputò sopra massaggiandolo con le dita. Si alzò in piedi e puntò la cappella grossa all’ano di Giacomo. Si fece strada con forza nell’intestino, senza curarsi dei lamenti dell’altro, fino a che non fu tutto dentro di lui.
Giacomo era in estasi, sentiva Mattia che lo montava assiduamente senza fermarsi. Il dolore era parte integrante del piacere, sentiva lo sfintere percosso dallo sfregamento continuo del fallo.
Non si sarebbe fermato prima di venire, Mattia. Era in uno stato di pura esaltazione nel sodomizzare il compagno. Il suo culo era accogliente e strettissimo, ogni punto del suo pene era stimolato al massimo. Purtroppo però non resistì molto, pochi minuti dopo sborrò una gran quantità di liquido seminale nell’intestino di Giacomo, continuando a sfondarlo.
Quest’ultimo si sentiva squassato, ma fiero di ciò che aveva appena subito. Aveva goduto un sacco. Quando Mattia uscì da lui, si sentì svuotato e lo sperma gli colò fin sulle cosce.

Si fecero velocemente un’altra doccia. Imbarazzati, si parlarono solamente per giurarsi il silenzio con gli altri del gruppo e si avviarono all’hotel.

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