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L’ocelot capitolo 3

By 27 Gennaio 2023No Comments

Vi invito a leggere i capitoli precedenti https://raccontimilu.com/erotici-racconti/locelot-capitolo-1/ e https://raccontimilu.com/erotici-racconti/locelot-seconda-parte-il-testimone-passa-a-martina/ ed a mandare i vostri commenti e suggerimenti alla casella nadiagang@libero.it Il mattino seguente appena svegli Martina mi chiese se ci avevo pensato, aggiunse che voleva fosse grosso ma che non voleva sputtanarsi in città. Mi chiese se sulle riviste porno che di tanto in tanto leggevo ci fosse una specie di annunci da cui pescare in modo da fare un po’ di filtro. All’epoca c’era una rivista di annunci, si chiamava fermoposta, le dissi che sarei andato in edicola ed avrei comprato l’ultimo numero uscito e che poi lo avremmo sfogliato insieme. La cosa la eccitò ed anche se entrambi dovevamo uscire perché in ritardo per i rispettivi impegni mi saltò sopra e facemmo una breve cavalcata, breve perché entrambi venimmo fantasticando sul cazzone che la avrebbe scopata appena trovato.
La sera arrivai a casa con la rivista e ci mettemmo a guardarla insieme. Decidemmo che avremmo potutto fare un weekend a Roma cercando annunci nella capitale. Sfogliammo tutta la rivista selezionando 3 profili che a Martina piacevano. Tutti superdotati erano disponibili ed in cerca di coppie “generose”.
Prendemmo contatto con tutti e tre, uno non rispose mentre gli altri due furono ben lieti di fissare un appuntamento in centro. Fissammo uno per il sabato pomeriggio ed uno per la domenica tarda mattinata, entrambi erano disposti ad ospitare così data e weekend furono fissati.
Venne il fatidico weekend, venerdì pomeriggio prendemmo il treno arrivando nella capitale verso le 20, il tempo di lasciare le nostre borse in un b&b non lontano dalla stazione Termini ed uscimmo per andare a cena. Martina si era cambiata per l’occasione indossando una mini a mezza coscia di pelle rossa con zip anteriore che si apriva dal basso verso l’alto in modo che potesse fare uno spacco “dosabile” anche se con pochi centimetri aperti già in piedi si intravvedeva l’attacco delle calze che indossava sotto. Calze velatissime con talloniera cucitura ed un fiocchetto a decorare il tallone. Andammo in una pizzeria in centro, Martina aveva indossato anche un paio di scarpe col tacco ma non di quelli più spinti in quanto doveva camminare, la parte superiore della sua mise era composta da una camicetta bianca trasparente indossata senza reggiseno ed un gilet che copriva i capezzoli. Sopra il gilet c’era l’immancabile ocelot.
Mangiammo una buona pizza e notai che il cameriere non perdeva occasione per sbirciare cosce e tette di Martina. Lei non faceva nulla per dissuaderlo spostando casualmente il gilet quando era nei pressi mostrandogli così i capezzoli. Il cameriere era un ragazzo di colore di circa 25 anni con uno splendido sorriso, alto un metro ed ottantacinque circa ed un bel fisico. Martina mentre mangiavamo mi disse che se lo sarebbe fatto volentieri. Quando fu il momento di pagare, chiesi il conto e Martina spudoratamente e con un sorriso, spostando entrambi i lembi del gilet e dopo aver slacciato due bottoni della camicetta, guardando negli occhi (persi sulle sue tette) il cameriere gli disse se gli sarebbe piaciuto al termine del turno uscire a bere qualcosa con noi nostro ospite. Il ragazzo deglutì e rispose di si, ci accordammo per passare a prenderlo a mezzanotte quando avrebbe smontato. Erano le 22:30 e decidemmo di farci una passeggiata.
“Me lo voglio scopare insieme a te, dobbiamo comprare i preservativi”. Detto questo Martina si diresse ad un distributore automatico fuori da una farmacia e ne comprò de pacchetti. A mezzanotte eravamo fuori da locale, il ragazzo uscì e Martina lo prese sottobraccio. Si chiamava Malik che nella sua lingua significa re. Martina non perse tempo, lo guardò negli occhi e gli disse: “sono a Roma per scopare ed il mio compagno è d’accordo, ti va di venire dove alloggiamo? Se vuoi lui parteciperà, se non vuoi si limiterà a guardarci”.
Malik accettò di buon grado senza specificare se io avrei potuto partecipare od avrei dovuto limitarmi a guardare. Arrivammo al b&b ed entrammo nel mini appartamento che avevamo affittato. C’era un divano letto matrimoniale un bancone che separava l’angolo cottura dal soggiorno ed una porta che dava sul bagno. Martina on aspettò che entrassimo, mise la lingua in bocca a Malik già dal corridoio e le mani addosso. Lui non si fece pregare e mentre la baciava le tastava il culo, io dietro di loro mi stavo guardando la scena come se stessi osservando un film porno e non come se la mia compagna stesse tradendomi sotto i miei occhi. Non ero indispettito ma eccitato. Li sorpassai ed aprii mentre loro appoggiati al muro stavano andando ancora più avanti con le effusioni amorose. Entrarono ed appena passata la porta Malik si guardò in giro, sollevò Martina di peso e la mise a sedere sul bancone. Si sedette quindi su uno dei due sgabelli, le allargò le cosce, spostò il tanga che Martina indossava e cominciò a leccarle la figa con foga. Martina che aveva mollato l’ocelot appena entrati, si tolse il gilet e si sbottonò gli ultimi bottoni della camicetta togliendosela e restando tette al vento con la mini le calze e le scarpe col tacco.
Dopo 5 minuti di queto trattamento Martina spinse via la testa di Malik, saltò giù dal bancone, si diresse al divano dove fece sedere il ragazzo mentre gli apriva cinta dei pantaloni e li abbassava. Quello che saltò fuori dalle mutande non era un uccello ma un anaconda. Non ancora completamente in tiro, superava di parecchio i 20 centimetri in lunghezza mentre in larghezza era come una lattina. Martina sgranò gli occhi quindi si tuffò sul cazzo nero e partendo dallo scroto cominciò a leccare sputando di tanto in tanto qualche pelo. Intanto con la mano stava segando il ragazzo ed il suo pene non ci mise molto ad erigersi completamente, era veramente enorme, di quelle dimensioni ne avevo visti solo in qualche giornaletto ma non frequentemente. Martina si fece dare un preservativo ma la misura era normale e non gi entrava. Il ragazzo allora ne estrasse un paio dal portafogli, lì chissà da quanto tempo, si mise in piedi levandosi scarpe calze pantaloni e boxer e prima di mettersi il goldone prese con una mano la testa di Martina e mentre la teneva ferma la schiaffeggiava con quell’enorme cazzone nero come a dominarla. Quindi la lasciò andare e con le due mani calzò il profilattico e si sedette. Martina fu subito sopra di lui. Date le dimensioni l’uccello non scivolò dentro la figa di Martina subito sebbene fosse ben lubrificata e bagnata del suo. Lei si calò piano piano su quell’enorme membro alternando espressioni facciali ed urletti di goduria e di dolore ma non si fermò fino a che non fu tutto dentro di lei. Li si assestò un attimo. Malik intanto le si era attaccato alle tette e le stava leccando con cupidigia. Io in tutto questo mi ero calato i pantaloni ed avevo cominciato a segarmi quando Martina mi fece segno di girare intorno al divano in modo da avere il mio cazzo a portata di bocca. Finii di togliermi i calzoni e le scarpe e mi misi davanti a lei che me lo prese in mano e cominciò a succhiarlo dopo aver ricevuto un cenno di approvazione da Malik. Il ritmo lo dettava Martina che coordinava i movimenti come se non avesse fatto altro nella vita, aveva un talento naturale per il trio pensai. Dopo un po’ di questa posizione Martina mi disse, ansimando: “fammi il culo! Li voglio dentro tutti e due”. Non me lo feci ripetere mi avvicinai, sputai sul buco di Martina che era ben dilatato e provai ad infilare la cappella che scivolò dentro in un attimo. Oltre però non riuscivo ad andare in quanto era piena del cazzo del ragazzo che impediva la mia penetrazione. Martina se ne accorse e cercò di coordinarci meglio, quando Malik usciva perché Martina si tirava su, io riuscivo a sbatterglielo dentro fino in fondo essendo però inesorabilmente buttato quasi tutto fuori quando Martina si calava sul bastone di Malik. Prendemmo il ritmo e mentre stavo uscendo durante una delle pompate, sentii il cazzo di Malik fremere, stava per venire. Martina, che aveva già goduto una volta, era prossima alla seconda e contrasse i muscoli vaginali, uscii del tutto e li vidi stravolti entrambi godere gridando per il piacere, mi riportai davanti e con un paio di segate venni anche io copiosamente sul viso di Martina poco dopo che Malik aveva goduto e si era abbattuto completamente sul divano. Martina venne con me. Stanchi ma felici tutti e tre ci adagiammo, Martina sfilandosi dal bastone che aveva ripreso misure più normali. Malik chiese se poteva andare in bagno e sentimmo che stava facendo una mega pisciata. Uscì, recuperò i suoi pantaloni e se li mise. “Se volete farvi un altro giro di giostra sapete dove trovarmi, ora è tardi e domattina devo andare a lavorare al mercato a scaricare le cassette per cui voglio dormire”. Detto questo uscì dalla stanza senza dire altro.

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