Trovate la puntata precedente QUI.
Era trascorsa una settimana dal rientro dalla vacanza, faceva caldo ed i lavori alla facciata, per quanto le impalcature consentissero di vedere, stavano procedendo bene.
Un giorno rientrai poco prima delle 18 ed i muratori erano scesi dalle impalcature e stavano preparandosi per tornare a casa. Come nei giorni precedenti faceva molto caldo ed i vestiti mi si erano appiccicati addosso cosicché le mie forme erano praticamente molto visibili. Quando entrai nel portone ebbi l’impressione che alcuni degli operai mi stessero guardando, per gentilezza salutai con un buonasera che fu ricambiato da quasi tutti quelli che erano presenti quindi li vidi con la coda dell’occhio ridacchiare e darsi di gomito.
Entrai nel portone e chiamai l’ascensore, un attimo prima che si chiudesse la porta una mano si infilò in mezzo e vidi il capo cantiere che chiedendo scusa si infilò nell’ascensore con il telefonino in mano. Come con mio marito qualche giorno prima fermò l’ascensore facendomi segno di non dire nulla e nel contempo mostrandomi il telefonino in cui stavano scorrendo le immagini del video della scopata con i due animatori gemelli del villaggio.
Subito, di impulso feci la sdegnata dicendo che era un porco e che cosa voleva da me.
Mi fece di nuovo cenno di tacere e passò ad un altro video, ero io nel mio bagno che mi preparavo a fare la doccia. Ho una voglia a forma di cuore sotto il seno sinistro, il capo cantiere la indicò quindi tornò al video della scopata ad un momento in cui si vedeva la stessa voglia.
“Allora zoccolona vuoi ancora dirmi che non sei tu?” mentre pronunciava queste parole mi mise le mani addosso.
Un misto di vergogna e preoccupazione mi invase ma al tempo stesso mi bagnai. Capii che i muratori che ridacchiavano sapevano tutti come ero fatta e quanto ero stata porca.
Allontanai l’uomo dicendogli: “sono affari miei e di mio marito, faccia ripartire l’ascensore o la denuncio per molestie”. La voce però probabilmente non era tanto convinta poiché l’uomo anziché far ripartire ‘ascensore tirò fuori l’uccello già duro, mi mise una mano sulla spalla e mi fece inginocchiare davanti al suo membro.
“Succhiamelo troiona che ho visto quanto il cazzo ti piace, ti prometto che te ne daremo abbastanza da saziarti”.
Fu troppo mi bagnai ancora di più ed iniziai a succhiarglielo, venne nella mia gola dopo due minuti scarsi proprio mentre dal piano terra reclamavano per l’ascensore fermo.
Appena venuto il capo cantiere mi disse “bene vedo che abbiamo trovato la quadra, grazie per l’aperitivo, nei prossimi giorni ti farciremo per bene. Il video del bagno lo ho solo io anche se lo hanno visto quasi tutti i miei colleghi ma ti scoperemo solo in quattro poi lo cancellerò”.
Ripresi un po’ di lucidità, gli strappai il telefonino di mano e riuscii a cancellare il video della doccia. Quindi una volta arrivata al mio piano mi fiondai in casa chiudendomi la porta alle spalle. Andai subito in bagno e feci passare la zona da cui la ripresa sembrava arrivare. In effetti c’era una microcamera nascosta nell’infisso, la strappai e trovai che conteneva una microsd che misi da parte quindi spensi la telecamera in modo che non trasmettesse più nulla poi mi misi sul letto crollando per la fine dell’adrenalina.
Avevo risolto forse il problema del gruppo di muratori con la cancellazione del nudo della doccia ma restava quello del filmato sul sito hard. Mi ero detta di parlarne con mio marito dopo che Sonja me lo aveva mostrato ma poi il mio inconscio me lo aveva fatto passare in cavalleria. Ora non potevo più procrastinare, quel video poteva portare tanti guai ed era giusto che ne parlassi con mio marito Pietro.
Scesi da mia suocera a prendere i bambini, me li portai in cucina e li coinvolsi nella preparazione della cena.
Preparammo insieme il pesto di basilico ed impastammo farina ed uova per preparare una specie di tagliatelle, vennero tutte storte, in effetti sembravano più dei malfatti ma i bambini si erano divertiti un sacco ed io non avevo pensato a quello che era successo poco prima.
Dopo cena Pietro giocò un po’ con loro quindi li mise a letto e poi arrivò da me che stavo rigovernando la cucina, mi cinse da dietro e mi baciò con affetto sul collo.
“Ti devo parlare” gli dissi. Gli spiegai i due eventi evitando di parlare del pompino che avevo fatto un po’ costretta ed un po’ volentieri. Insieme studiammo la procedura per far eliminare da internet il filmato e mandammo mail al sito che mi era stato segnalato da Sonja e dal quale anche il capo cantiere aveva attinto.
Con questa mossa pensavamo di aver eliminato ulteriori problemi, per chi già lo aveva visto e/o scaricato c’era poco da fare, potevamo solo sperare che il tempo li facesse virare su altro. Nell’immediato restava solo il capo cantiere ed i suoi operai, Pietro voleva denunciarlo per tentata violenza sessuale e ricatto ma poi ci sarebbe stato un confronto e ci sarebbe stata buona possibilità che il pompino che gli avevo fatto, saltasse fuori. Così convinsi Pietro che sarebbe stato meglio evitare di fomentare la cosa.
Ci addormentammo stanchi ed abbracciati senza fare l’amore.
Il mattino dopo quando uscii per portare i bambini a scuola la squadra di operai era già sulle impalcature, il capomastro era davanti al portone ma, vedendo i bambini, si tenne alla larga.
Capii così che quella era l’arma di difesa migliore, il cantiere sarebbe durato ancora un mese, bastava uscire e rientrare con i bambini ed il rischio sarebbe stato ridotto di molto.
Feci così evitando di chiedere ai miei suoceri di portare o riaccompagnare i bambini a scuola.
Era passata una settimana, al mattino non trovavo nemmeno più il capo cantiere all’ingresso e cominciai a rilassarmi anche se dentro di me una vocina diceva che non era finita o meglio sperava che non fosse finita. La sensazione che avevo provato in ascensore quando costretta a spompinare l’uomo mi aveva fatto provare brividi simili a quelli di quando mi ero fatta i gemelli insieme al villaggio turistico e non mi sarebbe dispiaciuto riprovare certe sensazioni ma scacciavo il pensiero.
Ogni giorno, prima di uscire, chiudevo le finestre e prima di farmi la doccia controllavo che non ci fossero telecamere a riprendermi.
Era l’ultima settimana di lavori ed avevo quasi abbassato la guardia del tutto. Mi arrivarono da un numero sconosciuto due fermi immagine, io che prendevo i cazzi dei gemelli ed io che stavo per entrare nella doccia, la stessa abbronzatura ma soprattutto un ingrandimento del dettaglio della voglia di cuore in entrambe le immagini.
Nessun messaggio con le immagini, il numero non era in rubrica potevo solo immaginare che arrivasse dal capocantiere o da uno dei suoi scagnozzi.
Un venerdì sera Pietro aveva organizzato nuovamente una pizza con i colleghi e le compagne e mi aveva proposto di andare visto che l’ultima volta mi ero divertita. L’abbronzatura era orami scemata e non mi sentivo dell’umore di vestirmi supersexy come la volta precedente così mi vestii in modo più sobrio e semplice. Un completino di cotone bianco con mutandina alla brasiliana, un collant leggero velato, un vestito di maglina di cotone al ginocchio insieme ad un paio di decolté con un tacco a coda di rondine alto poco più di 8 centimetri.
Arrivammo alla pizzeria della volta precedente e la serata fu altrettanto piacevole, ormai conoscevo ed ero entrata in confidenza con tutti e bevvi due birre anziché una sola come al solito in quanto la serata si era prolungata un po’ oltre l’orario abituale. Poco prima che arrivassero i dolci Pietro ricevette una telefonata sul cellulare, lui ed un altro collega presente dovevano rientrare in azienda per una emergenza. Ci accordammo che lui andasse con la macchina del collega ed io accompagnassi a casa la moglie e così facemmo.
Dopo avere accompagnato a casa la ragazza, mi diressi verso casa ed entrai nella corsia box, azionai il telecomando e la porta del nostro garage si aprì. Quando uscii dal box sentii una mano che mi tappava la bocca.
Nella penombra mi trovai di fronte il capocantiere, non era solo, c’erano almeno due persone dietro di me che mi tenevano ed una di fianco al capomastro.
“Così hai trovato il modo di evitarci svicolando ed usando i bambini come scudi, ma come vedi alla fine ci siamo reincontrati”.
Morsi la mano che avevo sulla bocca che così mollò la presa.
“Bastardo, ti ho già detto che non voglio scopare con te e con i tuoi ragazzi piuttosto mi faccio monaca”.
Non riuscii a pronunciare altro, mi misero in bocca uno straccio ed i due dietro mollarono leggermente la presa per iniziare a palpeggiarmi.
“Sono generoso e di parola, ti avevo detto che ti avremmo scopato in 4 facendoti divertire e così sarà”.
La paura mi paralizzava ed al tempo stesso un brivido mi passò lungo la schiena. La prospettiva di essere violentata non mi piaceva proprio. Mi divincolavo ma ogni volta le mani mi riafferravano e mi toccavano ovunque.
“Con chi vuoi cominciare? Io ti consiglio di lasciare Abdul per ultimo ed ora ti faccio capire il perché”.
Abdul uscì dall’ombra e si mise davanti a me, abbassò i pantaloni e quello che saltò fuori dai suoi boxer fu qualcosa di molto grosso. I gemelli al villaggio lo avevano un po’ più grosso di quello di Pietro, quello di Abdul era molto più grosso e non era nemmeno in tiro.
“Fatele fare la conoscenza con Abdul”. I due che mi tenevano da dietro mi fecero inginocchiare con la forza davanti al ragazzo di colore, uno prese la mia mano e mi costrinse a carezzare quel membro enorme che ad ogni carezza si inturgidiva sempre di più. La paura lasciò il posto al desiderio, la mia natura da maiala stava venendo fuori di nuovo. Forse perché sapevo che non sarei potuta scappare o forse perché dentro di me speravo che quel momento sarebbe arrivato, cominciai a segare Abdul senza che gli altri mi costringessero a farlo quindi iniziai a leccarlo.
“Che vi dicevo? Sta zoccola aveva solo bisogno di essere incoraggiata un pochino, liberatela”.
Le mani mi lasciarono.
“Se vuoi puoi andartene, non ci vedrai mai più”.
Ed io anziché approfittare del momento per scappare, mi buttai a capofitto sul cazzo di Abdul per gustamelo tutto.
Gli altri stupiti per un paio di minuti restarono a godersi lo spettacolino porno poi mi vennero intorno riprendendo a palpeggiarmi. In breve mi ritrovai senza il vestito con il collant e la mutandina brasiliana e le decolté.
Mi tirarono su di peso ed il capocantiere strappò il collant, scostò le mutandine ed iniziò a sditalinarmi.
“E’ fradicia, preparate i vostri cazzi che ve li consumerà a furia di prenderli!” furono le parole del capo cantiere. Entrammo nel garage doppio dove c’erano la mia macchina e quella di mio marito affiancate con i cofani diretti verso la porta del box che venne chiusa con tutti dentro.
Mi sdraiarono sul cofano della mia auto che non era caldo ed il capo cantiere con l’uccello di fuori fù il primo ad infilare la mia passerina scostando lo slip ed attraverso il collant squarciato ormai sempre più aperto. Mi pompò per 5 minuti, uno dei suoi che non era Abdul aveva preso la mia mano destra e se la era messa sul cazzo guidandomi in una sega. Era come quello di Pietro, un buon cazzo ma nulla di più.
Il capomastro si sfilò senza essere venuto io intanto mugolavo per il trattamento ma ancora non venivo. A quel punto si sdraiò lui sul cofano e indicò agli altri di calarmi sopra di lui. Lo presi tutto e quando restarono fuori solo le palle, sentii due mani che squarciavano ulteriormente il collant all’altezza dell’ano. Poi strapparono anche la mutandina e due dita insalivate iniziarono ad insinuarsi nel mio buco posteriore facendomi anche un po’ male.
“Ahia, fate piano, mi state facendo male”.
Il capocantiere intanto, in parte aiutato dagli altri due, si tirava indietro di qualche centimetro poi rimetteva dentro il suo cazzo fino alle palle. Il bruciore al culo fu in parte lenito dalla saliva che uno dei quattro stava sputando sul mio culo. Salì sul paraurti e quindi mi mise la cappella sul buco ed affondò. Il mio culo non era vergine ma era da un po’ che non lo prendevo lì e sentii un po’ di bruciore e poi di improvviso il cofano si piegò un pochino. Quello nel culo si ritrasse, i due che mi tenevano per le braccia mi tirarono su quindi si alzò anche il capo cantiere. Il cofano, orami senza pressione, rimbalzò in fuori.
Il capomastro si mise con le spalle al muro e fece cenno agli altri due di calarmi su di lui, quello che avevo in culo si posizionò di nuovo dietro di me ed iniziarono a scoparmi in sincro. Cominciai a non capire più nulla e venni con un orgasmo urlato, lungo ed appagante. Il mio urlo, subito soffocato da una mano, scatenò l’orgasmo dei due dentro di me che mi riempirono di sborra i due buchi.
Il capomastro e quello che avevo dietro si sfilarono, “ora tocca ad Abdul” disse il capocantiere.
Il ragazzo di colore lo aveva dritto fin da prima, mi si mise davanti ed io mi inginocchiai di nuovo per gustarmelo in bocca. Anche l’altro che non era venuto aveva un bel cazzone anche se nemmeno lontanamente parente di quello di Abdul.
Iniziai così un pompino doppio alternando bocca e mani sui due cazzi poi ad un certo punto, con la faccia piena di libidine, cominciai a strofinarli uno sull’altro insinuando la lingua fra le due cappelle, li strofinavo fra loro e sulla mia faccia. Il cazzo meno grosso non resistette a lungo e mi sborrò con 5 schizzi che mi riempirono il volto i capelli e le tette.
Abdul a quel punto mi fermò e con il cazzo prelevò parte della sborra.
Poi in una lingua che non conoscevo disse ad uno degli altri due qualcosa.
Mi tirarono su e fecero appoggiare sul cofano con il culo all’infuori.
“Stai per fare la conoscenza in culo di Abdul” disse il capo cantiere.
Capii il perché della sborra raccolta e messa sulla cappella.
Due mi tenevano ferma per paura che nell’affrontare quel mostro mi divincolassi.
Abdul mi sputò abbondantemente sul culo quindi posizionò la cappella viscida sul mio buco posteriore già allargato un po’ dal precedente passaggio.
L’ano cercava di aprirsi ma era troppo grosso ma Abdul non aveva fretta.
Cercai di rilassarmi e finalmente parte della cappella riuscì ad entrare.
Abdul si fermò ed intanto diceva cose in arabo. Non capivo cosa ma dall’impeto e dalla voce roca era facile intuire che fosse una lode alla mia disponibilità.
Un centimetro alla volta riuscì ad infilarlo tutto. Mi bruciava e faceva male ma non volevo mollare. Quando fu entrato completamente si fermò per un minuto ed il mio ano iniziò a bruciare di meno.
Poi, lentamente cominciò un avanti ed indietro lasciando comunque sempre dentro la cappella. Prima lentamente e ad ogni ritiro bramavo che me lo reinfilasse tutto tanto che chiedevo che mi riempisse. I commenti del capocantiere e dei 3 con lui erano volgari nella voce dato che non potevo capirli ma il senso era chiaro.
Poi Abdul aumentò il ritmo e non capii più niente. Iniziai a dire solo sun Siiiii continuativo, voglioso e pieno di libidine.
Sentii la cappella crescere dentro di me e godetti un momento prima che Abdul mi riempisse le viscere di sborra. Non furono getti continui ma comunque lunghi ed abbondanti.
Alla fine si ritrasse lasciandomi stremata con la pancia sul cofano.
Sentii i quattro uomini che parlavano e girai la testa vedendo i il capocantiere ricevere una banconota da 20 euro da ciascuno dei suoi.
Si accorse che lo stavo guardando e mi disse: “avevo promesso ai miei che ti avrebbero scopata e che eri una puttana quindi ti avremmo dovuto pagare. Da quello che è successo saresti tu a doverci pagare scommetto che nemmeno con i cazzi degli animatori hai goduto tanto. Comunque di 60€ non me ne faccio molto tieni” e buttò le tre banconote sul cofano. “non ci vedrai più, non preoccuparti, ma non escludo che dato che sei una grandissima zoccola se ci dovessimo reincontrare sarai tu a venirci a cercare” quindi sentii la porta del box aprirsi ed i quattro uomini andarsene riabbassando senza chiudere la porta.
Cercai di ricompormi, ero tutta sporca di sborra in faccia nei capelli e sul seno, mi rimisi il vestito e tolsi un po’ dello sperma con dei fazzolettini quindi uscii. Fortunatamente era tardi e nessuno era in giro, presi l‘ascensore, entrai in casa e mi fiondai sotto la doccia quindi a letto.
Al mattino quando mi svegliai Pietro non era ancora rientrato. Guardai sul telefonino e trovai un messaggio delle 3 di notte che mi annunciava che il problema era ancora in corso e che probabilmente non sarebbe rientrato.
Mi vestii, recuperai i bambini e li portai a scuola avviandomi poi verso il lavoro.
Spero che oltre a peculiari li trovi anche piacevoli. Per quanto riguarda, sia Cali che Silente le anticipo che avranno…
Interessante. Mi piace come hai caratterizzato la MacGrannitt. Inoltre trovo molto bello che tu abbia voluto sfruttare il personaggio di…
sarebbe bello se Gianna continuasse a rimanere incinta di suo nonno portando alla luce una bella e numerosa famiglia. Come…
Sono d'accordo. Ninfadora ha potenzialità enormi. Prossimamente vedrò di dedicarle un altro racconto.
ci sono altri episodi ?