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Orgia

un lungo fine settimana

By 14 Aprile 2004Dicembre 16th, 2019No Comments

Fui svegliata dalle urla di mio fratello di sotto “Naty alzati e’ gia’ mattina”. Scesi dal letto stiracchiando le mie gambe e tirando le braccia all’indietro accompagnandole con uno sbadiglio misto a mugolio, rimettevo in moto le mie articolazioni ferme dopo la lunga dormita di quella notte. Una veloce rinfrescata in bagno e raggiunsi mio fratello di sotto seguendo il buon profumo di caffe che fuoriusciva dalla cucina.
-“Buongiorno sorellina finalmente in piedi” mi accolse con il solito splendido sorriso, io mi avvicinai a lui dandogli un tenero bacio sulla fronte e mi sedetti di fianco.
-“Ho dormito tanto lo so'” risposi mentre sorseggiavo la colazione
-“Staro’ fuori quasi tutto il giorno, vado a casa di amici e non tornero’ se non dopo cena” mi disse -“Mi spiace lasciarti sola”.
-“Non ti preoccupare” risposi io gioiosa del fatto che mi sarei goduta la pace dovuta all’assenza di tutti quanti quel fine settimana.
Finii con calma i miei biscotti e mi buttai sul divano pensierosa sul da fare, il tempo era splendido fuori e l’estate si avvicinava, sarei potuta stare in giardino a prendere i primi tocchi di sole della stagione, spaparanzata leggendo qualche rivista o ascoltando la musica, accompagnata da una buona bibita fresca “Sisi.. decisamente un ottimo programma” pensai sorridente. Corsi su’ a rovistare nel cassetto quale costume avrei potuto mettere lanciando sul letto tutti i miei capi preferiti,
-“Hai deciso di metter a posto il tuo guardaroba?” era mio fratello con lo zaino a spalle che si affacciava sulla porta,
-“Deficente..non si bussa prima di entrare” dissi voltandomi a lui. -“Manco fossi nuda” , non lo ero ma quasi visto che indossavo un semplice tanga e la maglietta e d’accordo che in casa nostra si girava in totale liberta’ e quindi tra di noi il senso di pudore era poco o nulla, ma veder che si approfittava per eccitarsi guardandomi mi provocava sempre un certo fastidio.
-“Avrei potuto anche esserlo, ma penso che a te avrebbe fregato poco.. anzi..”.
-“Esatto.. dai non ti incazzare stavo venendo solo a salutarti” e si avvicino’ per abbracciarmi approfittando di allungare la mano sul mio sedere e darmi un bacio casto sulla guancia.
-“Fai la brava mi raccomando” mi irritava ulteriormente il suo modo di trattarmi da bambina piu’ delle sue toccatine fugaci che qualche volta potevo anche gradire.
-“Dai vai che altrimenti non posso chiamare qualche stallone per farmi cavalcare” gli dissi sogghignando in maniera provocatoria,
-“Ti piacerebbe vero.. dai ci sentiam piu’ tardi ti chiamo per saper se e’ tutto a posto”.
-” Va’ bene divertiti” e riiniziai il mio lavoro di smistamento costumi, d’accordo che non sarei dovuta andare al mare ma non so’ perche’ non me ne andava bene nessuno. Ricordai allora le parole di mio padre “Se vi serve qualcosa utilizzate tranquillamente il Bancomat” Perche’ no’ un bel costume nuovo ci voleva e avrei approfittato per girare la citta’ semideserta. Negozi aperti pochi percio’ presi lo scooter e mi diressi al centro commerciale, anche li’ qualche reduce che aveva deciso di passare a casa il fine settimana pur di evitare le lunghe code che si creavano per spostarsi in qualche luogo di villeggiatura, per lo piu’ persone anziane, qualche coppietta e ragazzini che si eran buttati li’ per godersi un po’ di frescura. Gia’ era parecchio caldo anche se mancava piu’ di un mese a giugno la temperatura era gia’ vicina ai 30 gradi e scelsi un abitino lungo tutto di un pezzo che mi lasciava scoperte le spalle e faceva scivolare da sotto un po’ di aria. Entrai nello store del vestiario a sbirciare, non volevo spender troppo e approfittare della generosita’ di mio padre. Iniziai a scrutare negli scafali e sceglier qualcosa da provare,
-“Ti serve aiuto” mi voltai di scatto, era il commesso del negozio, un ragazzo molto carino con un taglio di capelli bizarro bicolore biondo-ramato, chissa’ perche’ si offriva a darmi una mano proprio a me pensai, guardando che nel negozio eran presenti altre clienti. Sicuramente il furbo preferiva una giovane ragazza alle avvenenti signore che vagavano in quel momento tra i corridoi.
-“Cercavo un costume” gli dissi sorridente.
-“Credo di poter trovare qualcosa per te” e mi porse alcuni modelli decisamente carini, aveva per lo meno gusti simili ai miei visto che gli scelse molto sgambati e per di piu’ ci sapeva fare con le misure, cosa che invece faceva uscire di testa la sottoscritta che invece era costretta spesso a dover abbinare una terza misura su’ alla seconda sotto. Mi indico’ il camerino dove avrei potuto misurarli e mi lascio’ per un secondo sola per andare a risponder al telefono. “Cavoli che spalle” dissi a bassa voce mentre si allontanava. I pezzi scelti da lui mi calzavano bene e mi piacevano anche di piu’ di quelli che avevo selezionato io
-“Come ti stanno?” mi disse da fuori, io scostai la tenda e chiesi a lui un parere. Rimase con gli occhi sgranati a fissarmi, di certo colpito dal fatto che il mio seno era a stento trattenuto da quei tessuti
-“Direi che ti sta’ bene, credo sia difficile che non ti doni qualcosa”
-“Sai cos’e’ volevo qualcosa di ancora piu’ sgambato, non mi va’ che mi resti il segno del costume all’interno del seno visto che mi piace indossare maglie scollate” gli dissi con fare sbarazzino mentre mi tiravo leggermente su’ il costume da sotto.
-“Vediamo cosa posso trovarti” disse allontanandosi nuovamente di fretta per nascondere il gonfiore nei calzoni che invece non era passato per nulla inosservato a me che avevo deciso di provocarlo un poco.
-“Questi forse son della misura che cerchi” e mi allungo’ altri due costumi decisamente piu’ ridotti dei precedenti. Gli sorrisi e feci per chiudere la tenda con un gesto secco lasciando pero’ che non si serrasse di tutto di proposito. Mi voltai di spalle e potevo veder dallo specchio che ero riuscita nell’intento perche’ lui era ancora li’ che mi scrutava di nascosto da dietro, presi lentamente a indossare il reggiseno e altrettanto lentamente mi infilai lo slip lasciandogli la visione del mio fondoschiena nudo. Stetti un poco a aggiustarlo rigirandomi su me stessa e poi mi voltai e aprii la tenda. Fece l’indifferente come se non avesse notato nulla, toccandosi una spalla mi guardo’ e mi fece ancora una volta i complimenti mentre gli sfilavo sotto gli occhi.
-“Uff.. non so’son sempre cosi’ poco decisa, ti chiedo scusa puoi vedere se hai qualcos’altro ?” avevo deciso di vedere sin dove si sarebbe spinto anche se nel locale eran entrati altri ragazzini che mi videro in vestita in quel modo iniziando a parlottare tra loro indicandomi.
-“Nessun problema son qui’ per questo” fece lui e si mise a cercare altri costumi da farmi provare. Guardai quei ragazzi facendo la lingua e mi richiusi dentro stavolta. Quando torno aveva in mano dei costumi che erano dei tanga sotto e bikini ridotti sopra, talmente sottili che avevo paura di strapparli nel mentre che li indossavo, aveva capito che andavo cercando e stava al gioco. Mi piaceva da morire provocarlo e sorridevo dentro nel vederlo che sudava ora piu’ per me che per il caldo afoso del giorno. La situazione era davvero intrigante, il mio seno sbordava lateralmente e copriva giusto il capezzolo che era diventato duro nell’eccitazione. Le natiche facevano scomparire totalmente il filo del tanga al loro interno e si insinuava da sotto per coprire le labbra della mia vagina calzandola leggerissima. Era perfetto, se avessi voluto spostarlo per aggiustare dall’alto avrei scoperto la fica da sotto e viceversa cercando di coprirla meglio sarei stata spoglia sopra, doveva stare esattamente cosi’. Il commesso stava li’ a fissarmi attraverso la tenda mentre constatavo tutto questo.
-“E’ molto sconcio” dissi voltandomi verso di lui.
-“Be’ si sei abbastanza provocante ma di certo cosi’ prenderai il sole quasi integralmente come volevi” rispose lui entrando stavolta dentro il camerino con me “Era quello che volevi no?”
– “Si era quello che cercavo” risposi posandogli una mano tra le gambe e strofinando il suo pene gonfio da sopra il tessuto.
– “Hai un corpo da sballo” disse mentre mi palpava il seno facendolo fuoriuscire dai lembi di tessuto che lo trattenevan su’. Lo sorresse lui con le sue mani avvolgendolo e tirandolo prima verso l’alto e poi in basso per poi schiacciarlo, io seguitai il mio movimento con la mano finche’ non sentii che stava per esplodere dall’eccitazione e in un istante mi buttai in ginocchio li’ su davanti a lui facendo sgusciare fuori l’asta eretta che prontamente ingoiai quasi totalmente, era splendida, o forse la vedevo come tale presa dall’eccitazione. Dritta e liscia come un cetriolo, aveva una cappella a punta che era lucidissima, iniziai a leccarlo dal basso verso l’alto fissandolo in viso e notando quale piacere gli donava la mia bocca. Alternavo il mio lavoro di mano a ampie sboccate veloci sapendo che l’avrei incentivato a venire prima. Sarei restata a leccarlo anche piu’ tempo ma non volevo che qualcuno potesse insospettirsi e notare l’assenza di qualcuno all’interno del locale. Sentivo le sue contrazioni aumentare dentro il palato e capii che era al culmine dell’eccitazione, scostai la testa giusto in tempo per sentir giungere addosso i suoi schizzi caldi che mi colpirono in viso colando lentamente sulle mie tette. Lui trattenne i gemiti mentre mi carezzava la testa.
-“Che pompino da sogno” mi disse con un filo di voce.
Io sorrisi e seguitai a muovere la mano sin quanto non fui certa di averlo svuotato totalmente. Mi fece alzare e mi bacio’ stando attento a non stringersi a me per non sporcarsi visto che ero ancora impiastricciata della sua sborrata sul mio corpo. Si ricompose e usci’ guardandosi se qualcuno aveva notato qualcosa, mi fece l’occhilino come per dirmi che era tutto a posto e richiuse la tenda lasciandomi li’ a rivestirmi. Tirai fuori un fazzoletto con cui mi asciugai e lo lasciai di proposito cadere per terra a segno di cio’ che era accaduto in quel camerino. Infilai il vestito e andai a pagare il costume alla cassa con fare indifferente. Sotto non avevo indossato nulla e il ragazzo si accorse della cosa dicendo
-“Se non stai attenta con quelle poppe che ti ritrovi rischi di sbilanciarti e farti male”
-“Son ben piantata a terra” gli risposi mentre mi aggiustavo le scarpe aspettando che svolgesse l’operazione di pagamento col Bancomat.
Ci salutammo dandoci del lei e salita sul motorino mi diressi a casa contenta del fatto che avevo persino ottenuto uno sconticino sul costume appena preso. Mi godevo le sensazioni del vento che mi passava sotto la gonna e canticchiavo.

Arrivata a casa parcheggiai il motorino e cercai le chiavi senza trovare pero’ il borsellino dove pensavo di averle messe, cavolo dovevo averle scordate posate da qualche parte nel negozio. Oramai non potevo tornare indietro, avrei chiamato la sera il commesso domandandogli di tenermele da parte. Per fortuna avevamo nascosta una seconda chiave per queste evenienze sotto un vaso nel giardino. Entrai in casa e decisi di farmi un bagno per levarmi dalla pelle l’appiccicaticcio sperma lasciatomi dal commesso e togliendo il sudore dal mio corpo, mi misi dei calzini corti e il costume gia’ pregustando il sole che mi aspettava per quel week-end e scesi giu’ per preparare da mangiare qualcosa. Aprii il frigo e scelsi le cose piu’ rapide da fare visto che non era il caso di star troppo davanti ai fornelli visto il caldo e per altro avevo ben poca voglia di cucinare. Squillo’ il telefono era mio fratello
-“Ciao Naty tutto a posto? Io son arrivato ora dai miei amici”
-“Si son tornata anche io poco fa’ son stata un poco in giro”
-“Qui’ il tempo e’ meraviglioso e abbiam deciso di andare a fare una gita in barca domani con i miei amici, per cui credo che restero’ qui’ a dormire”
-“Ok, tranquillo nessun problema me la so’ cavare non son piu’ una bambina”
-“E’ vero stai crescendo anche se per me resti sempre una piccola peste, d’accordo allora ci sentiam domani”
Ci salutammo giusto in tempo per sfilare dai fornelli lo sformato che mia madre mi aveva lasciato prima di partire. Non so’ perche’ ma mentre lo facevo mi sentivo osservata e mi voltai verso la porta della cucina scorgendo un’ombra che si allontanava. Mi armai del mestolo e mi avvicinai cauta al salone dove mi pareva di aver visto diretta l’ombra, osservai la stanza cautamente brandendo il mestolo a mo’ di bastone pensando che a poco sarebbe servito se dinanzi mi si presentava qualche malintenzionato. Che scema pensai, mi ero fatta prendere dallo spavento per nulla, avevo le allucinazioni forse dovute al caldo e alla fame. Accesi lo stereo mettendo su’ un po’ di musica per farmi compagnia e lo tenni alto tanto non avrebbe disturbato di certo visto che il vicinato era semideserto. Tornai in cucina e mi sedetti a mangiare, pensavo certo che il costume era microscopico, come avevo posato il sedere sulla sedia si era insinuato tra le labbra della mia figa separandole tra loro, non stetti pero’ a pensarci troppo, primo perche’ tanto ero sola in casa e nessuno avrebbe potuto vedermi in quella maniera sconcia, secondo perche’ il contatto con il tessuto mi creava dei brividi di piacere a cui non volevo rinunciare. Non so’ perche’ ma di tanto in tanto continuavo a volgere lo sguardo verso la porta per controllare che realmente in precedenza mi ero sbagliata. Finii di mangiare e deposi i piatti nella lavastoviglie, conservai gli alimenti e passai uno straccio sul tavolo per raccoglier le briciole. Mi accostai al lavandino per strizzarlo e ancora una volta ebbi la stessa sensazione di prima, qualcuno mi osservava, mi voltai di scatto e stavolta oltre un ombra sentii un rumore di qualcuno che inciampava nelle scale. Quasi sobbalzai dalla paura, c’era davvero qualcuno in casa, non avevo le allucinazioni. Cominciai a indietreggiare verso l’uscita che dava nel giardino fissando la porta andando a sbattere contro qualcosa, qualcuno anzi che mi stava dietro, di scatto mi voltai tremante e vidi due ragazzi che evidentemente eran nascosti li’ fuori da tempo a controllare i miei movimenti e evitare che tentassi di scappare. Il terzo e il quarto a quel punto sbucarono dal salone dove oramai eran stati scoperti.
-“Che volete?” esclamai allontanandomi e urtando la sedia.
-“Bella casetta” disse il ragazzo biondo su cui avevo sbattuto “Davvero niente male, i tuoi devono esser ricchi”
-“Te ne stai sola soletta volevamo farti compagnia, ci potremmo divertire un sacco insieme non credi ?” azzardo’ un altro della banda accostandosi a me e carezzandomi i capelli.
-“Non scherziamo ragazzi, come siete entrati ?” chiesi ridendo nervosamente. Mi trovavo davanti a dei ragazzini, ma erano piu’ di me e certamente non avrei potuto far molto, ero impaurita davvero e non trovavo via d’uscita alla cosa. Per altro li riconoscevo dal modo di vestire, erano del quartiere popolare, classiche magliette larghe, calzoni altrettanto smisurati che indossavano senza cinta bassi lasciando in evidenza i boxer, qualcuno con bandana e capellino, altri con una visiera portata lateralmente stile Eminem.
-“Eravamo nel negozio dello store stamane ricordi?”
Cavolo ora li individuavo erano i pischellini a cui avevo fatto lingua che mi guardavano mentre indossavo gli indumenti, ma non li avevo piu’ visti nel negozio successivamente, pensavo si fossero allontanati, e non avevo neppure individuato chi potessero essere, sicuramente avrei altrimenti evitato di fare gestacci che avrebbero attirato la loro attenzione ulteriormente.
-“Eri cosi’ carina stamattina al negozio mentre facevi le effusioni al commesso, ti abbiam vista cosa credi, stranamente si era intrufolato dentro con te e da sotto inginocchiata cosa potevi mai fare.. ti sei persino distratta lasciando cadere il borsellino con le chiavi andando via.. ed ecco come abbiam facilmente potuto seguirti e intrufolarci nel tuo appartamento da ragazzina viziata e ricca”
-“Hei non son ne ricca ne viziata, i miei non sono nati con i soldi sotto il cuscino e io non ho di certo la puzza sotto il naso come dici” dissi alzando il tono di voce seccata per i loro giudizi lanciati gratuitamente “Per altro se volete i soldi in casa non ce ne sono” aggiunsi cercando di dissuaderli dal distruggere la casa cercando qualcosa che di certo non avrebbero trovato.
-“Che problema c’e’, ho visto in salotto un bell’impianto Home teather e un tv color niente male ci starebbe bene in camera mia” disse il piu’ alto dei quattro ragazzini che per l’eta’ che aveva di certo aveva un fisico da adulto.
-“Dai ragazzi basta con gli scherzi, se volete soldi vi prelevo qualcosa dal bancomat” provai allora a dire io.
Mai l’avessi fatto, mi prese la tesserina dalla borsetta e guardandomi disse -“Questo lo prendo come anticipo”
-“Nooo.. che dico a mio padre quando torna ti prego, e comunque mio fratello potrebbe tornare a momenti per cui vi consiglio di andare via, vi prometto che non diro’ nulla a nessuno” mi arrampicavo sugli specchi oramai mentre i quattro se ne stavano a rovistare nel frigo come fossero a casa propria.
-“Abbiamo sentito prima mentre parlavi con lui.. il bluf non ti e’ riuscito, sappiamo bene che sarai sola soletta per questi due giorni” disse uno dei quattro sedendosi sul tavolo di fianco a me.
-“Facciamo cosi’, voglio venirti incontro, vogliamo solo divertirci insieme e gustarci un po’ la casa e la tua bella compagnia..hai la mia parola che nulla verra’ danneggiato e che spariremo come nulla prima che i tuoi siano qui'” e mi lancio’ sul tavolo la tesserina del Bancomat.
-“Pensaci bene potrebbe tornare interessante anche per te, magari sola soletta ti saresti annoiata” aggiunse il piu’ bassoccio mentre si scolava una birra fregata dalla mia dispensa.
Cavolo non sapevo piu’ che dire o fare, inoltre la loro proposta dopo tutto era anche accettabile, erano dei ragazzini pensai probabilmente avendomi vista nel negozio volevano anche loro qualche servizietto di bocca e scolarsi qualche birra gratis. Mi accorsi mentre pensavo questo che il ragazzo seduto sul tavolo aveva allungato una mano su un mio seno scoprendolo e tastandolo. Ero eccitata da quegli scemi non potevo crederci.
-“Mi prometti che sparirete e non farete danni?” dissi mentre lasciavo fare il ragazzo.
-“Non ti dico cavolate, e son certo che dopo sarai anche contenta di averci incontrato”
Forse contenta era eccessivo come termine, ma iniziavo davvero a gradire quella loro sfacciatagine e le carezze che mi faceva il ragazzo iniziavano a piacermi davvero.
-“Come ti chiami?” mi disse il ragazzone davanti a me.
-“Natalia” risposi alzando la testa per osservarlo meglio, era davvero piazzato bene, sicuramente faceva palestra. Capelli corti a spazzola tinti di biondo platino, due sfumature ai lati che si congiungevano nella nuca, i pettorali ben delineati sbucavano da sotto la canotta, braccia muscolose e gambe sottili.
-“Io son Alex” mi rispose porgendomi una mano che pareva una pala da quanto era enorme, e come una stupida associai il detto che il pene e’ direttamente proporzionato alla misura delle mani, ben sapendo che invece era solo una delle tante cretinate che si erano inventati con tutta probabilita’ i maschi per lodarsi e imbrodarsi del proprio gingillo.
-“Io mi chiamo Luca” disse senza staccare la presa dai miei seni il secondo che era preso totalmente dal suo armeggiare, capelli castani quasi totalmente senza peli escluse le gambe da cui saltavano fuori tutti quelli che probabilmente non aveva nel resto del corpo.
-“Tonio” disse il piu’ giovane che si era appropriato della seconda birra e alzo’ per un secondo la mano per salutarmi e riprese a riempire il frigorifero di birre per tenerle al fresco.
-“Quello e’ Giova disse Alex” indicandomi il ragazzo che fino ad allora era stato in disparte. Era anche il piu’ carino di tutti, slanciato e snello con una muscolatura lieve ma ben fatta, capelli a caschetto e delle labbra e degli occhi che lo facevan somigliare alla lontana a Brad Pitt. Mi sorrise e mi continuo’ a fissare l’amico che si divertiva a giocare con le mie tette senza mai smettere un attimo.
-“Guarda che me le consumi” dissi scostandolo un poco e avvicinandomi per prendere anche io una birra dal frigo, la gola mi si era seccata e oramai mi sentivo piu’ tranquilla, sarebbe stato persino divertente averli attorno e perche’ no fare qualcosa con quei ragazzi che avevano senza dubbio intenzione di scoparmi fin quanto potevano. Mi sarei potuta tranquillamente levare qualche inibizione se mai ne avevo avute, tanto non li avrei piu’ visti e chi se ne fregava se andavan poi a lodarsi della cosa con i loro amichetti.
Mi chinai per prendere una bottiglietta, Tonio approfitto’ per allungare la mano da dietro in mezzo alle mie gambe trovando subito la pelle nuda della mia vagina, mi girai e lo vidi che si annusava le dita spavaldo. Risi pensando che non doveva averne toccate forse molte nella sua vita.
– “Mmmhh.. hai un buon profumo ” mi disse mentre si calo’ di scatto i calzoni brandendo il suo cazzo in tiro. Guardai Alex e gli altri che incuranti se ne stavano sdraiati nel salottino di la’ guardando la Tv, mentre Giova mi continuava a osservare silenzioso.
-“E’ la birra che ti fa’ quell’effetto” gli dissi avvicinandomi e sfiorandolo con la mano, lui si chino’ verso i miei seni ancora scoperti baciandoli e leccandoli. Lo spinsi con la testa quasi a soffocarlo ma non si scoraggio’ e continuo’ imperterrito a succhiare i miei capezzoli alternandosi da uno all’altro. La sua eccitazione crebbe a dismisura, sentivo pulsare il suo cazzo tra le mie mani, ero anche io eccitata dal fatto che nel mentre eravamo osservati da Giova che restava pero’ seduto sulla sedia senza staccare gli occhi dall’amico che cosi’ avidamente mi ricopriva di saliva tutto il petto. Capii ben presto che non avrebbe resistito per molto e mi buttai con la testa in giu’ per cogliere con la mia bocca tutto il suo sapore, due colpi di lingua e venne copiosamente tant’e’ che non riuscii a levarmi in tempo, i primi spruzzi mi inondarono la gola e gli altri mi arrivarono in viso violenti. Deglutii il suo seme denso prima che mi causasse un conato di vomito, arrossai in viso per la cosa e subito afferrai la bottiglia bevendo un bel sorso di birra per levare il sapore acre che aveva lo sperma di quel ragazzo.
-“Che troietta che sei ti piace proprio succhiarlo” disse Tonio ansimando e sudando.
-“Eri un tantino carico era da molto che non ti facevi?” domandai un po’ spudoratamente io ripulendomi con lo scottex il viso.
-“No si sega puntualmente piu’ volte al giorno, solo che non si fa’ spompinare molto spesso Naty” ridacchio’ Luca dall’altra stanza
-“Dai portaci da bere qualcosa anche a noi” fece Alex ridendo anch’egli di gusto. Fissai Tonio che si ricomponeva e Giova che si riversava nella sedia ridendo come un ossesso, mi scappo’ da ridere anche a me e carezzai il viso di Tonio teneramente rassicurandolo che avrebbe potuto rifarsi quando era piu’ grande. Presi due bottiglie e le recapitai ai due burloni nel salotto.
-“Hai visto che ti stai gia’ divertendo anche tu” disse Alex prendendo la birra e buttando giu’ un gran sorso. In effetti ero tranquilla, erano dei ragazzini, forse si sparlava troppo dei quartieri ove abitavano e le voci si esasperavano ingigantendo spesso la loro cattiveria. Non mi sembravan per nulla tremendi, erano giocosi con me e io stavo al gioco con loro, stavo eccitata come non mai in vita mia. Quattro uomini per me in casa pronti a tutto pur di saggiare i miei piaceri.
-“Naty, voglio che resti cosi’ per casa mi eccita quel tuo culetto nudo cosi’ piccolo e le tue tette che scoppiano sul tuo costume ridotto” e butto giu’ altra birra assumendo uno sguardo serio in volto.
-“E’ vero sei uno schianto vogliamo che ci ecciti in continuazione restando semi spoglia” aggiunse Luca chiedendomi se avevo voglia di bere qualcosa anche io.
-“Ho gia una birra” risposi senza capire che cosa intendeva lui, ma capii che era altro cio’ che voleva che bevessi. Il cazzo di Luca era piu’ lungo di quello di Tonio ma sottile e ricurvo in avanti, stava praticamente dritto mentre lui era semi sdraiato nel divano.
-“Dai fammi godere anche a me” avevo ora ben chiaro che sarei stata alla loro merce’ ogni qual volta volevano soddisfare i propri piaceri,mi sdraiai di fianco a lui che non si mosse neppure di un millimetro aspettando che fossi io ad agire, volevano che dimostrassi loro quanto ero maiala, e questo mi piaceva ancor di piu’. Iniziai a segarlo lentamente e leccarlo sulla base girando con la punta della lingua sulle palle gonfie, lui continuava a godersi la birra oltre il mio pompino lento. Avrei voluto che anche gli altri si facessero partecipi, invece era totale indifferenza, seguitavo a pompare ma Luca non dava segni di cedimento, dritto era e tale restava nonostante mi impegnassi a farlo venire. Sentii quindi una mano che mi carezzava da dietro, alzai una gamba sul tavolino per favorire quelle attenzioni, non mi voltai e seguitai a pompare piu’ veloce iniziando a godere anche io come una pazza, mi aspettavo di li’ a poco qualcosa che mi violasse e in effetti fu’ cosi’.
Finalmente pensai qualcuno si e’ deciso, ma mi accorsi subito che non era un qualcuno ma un qualcosa, per altro freddo che mi veniva inserito con violenza all’interno. Mi voltai per vedere, Alex aveva inserito il collo della bottiglia della sua birra dentro la mia figa e seguitava a mandarla avanti e indietro sempre piu’ veloce, quella sensazione di freddo era un contrasto col calore che avevo dentro che mi faceva impazzire, lo lasciai fare mentre mi buttai a proseguire cio’ che avevo interrotto, guardai Luca ma neppure si accorse di cio’ che mi faceva l’amico, ne’ si accorse la mia brama di sentirlo scoppiare nella mia bocca.
-“Prendimene un’altra” disse Alex estraendo di botto la bottiglietta.
-“Ora?” dissi io
-“Si adesso” mi disse con fare serio come in precedenza.
Mi alzai lasciando ballonzolare l’asta di Luca, presa di sprovvista da dietro da Alex caddi su di lui.
-“Ti faro’ impazzire” mi sussurro’ all’orecchio stringendomi i seni e portandoli allo scoperto nuovamente “Ora vai a prendermi un’altra birra svelta troietta” mi proferi’ baciandomi sulla bocca e estraendo la lingua per gustarsi il sapore delle mie labbra. Tornai con le birre per tutti e mentre le stappavo e le porgevo venivo palpeggiata da tutte le parti avidamente. Luca intanto era ancora decisamente eccitato, e mi buttai a proseguire il mio pompino sperando che qualcuno si decidesse a fare qualcosa anche per me. Mi misi persino a carponi culo in su’ per cercare di attirare l’attenzione, “Cavolo -pensai- non vorranno passare tutto il giorno a farsi spompinare a turno” sarebbe stata una tortura per quanto potesse piacermi avrei senzaltro voluto qualcosa anche io.
Qualcuno fu’ attirato dal mio sculettare per fortuna e allungo’ le mani inserendo le dita dentro e iniziando a masturbarmi piano. Erano le dita di Giova che stava nel divanetto dietro di me, mi accostai per favorire quelle mani e godermi meglio le sue attenzioni. Alex ogni tanto mi porgeva la bottiglia per bere qualche sorso, quel mischiare i sapori mi eccitava ulteriormente e giunsi a un primo orgasmo lento mentre continuavo a fare su e giu’ con la testa lungo il cazzo di Luca che sembrava non cedere mai. Le dita si sfilarono da dietro e per qualche secondo restai delusa, sentii pero’ subito qualcosa prendere il loro posto. Tonio si era rimesso in tiro e voleva saggiare anche la mia entrata naturale.
-“Finalmente” gli dissi voltandomi
Prese a pomparmi con foga abbrancandosi da dietro a me che cosi’ messa dovevo sorregger anche il suo corpo finendo schiacciata con la faccia sul pene di Luca. In pratica proseguivo il pompino sotto le spinte da dietro di Tonio non potendo fare in altra maniera, respiravo a fatica col naso tenendomi con le braccia tese al divano per evitare di sprofondare con l’asta in gola. Le mani di Tonio mi strizzavano i seni tirandoli di lato e in basso dandomi un misto di dolore e piacere che mi fece godere nuovamente, senza pero’ poter sfogare il mio orgasmo. Diede ancora un paio di colpi decisi e si stacco da me venendomi sulla schiena e sbattendo il suo cazzo sulle mie chiappe. Potei prender un po’ di respiro tirandomi su’ e seguitando a menare Luca con le mani, mossi i capelli all’indietro e vidi arrivare Alex con l’ennesima bottiglia di birra.
-“Ti stai divertendo?” mi disse mentre la stappava e si avvicinava a me per baciarmi.
-“Si molto, ma questo non viene mai ?” domandai sorridendo.
-“A volte Luca gli si incanta, vedrai che brava come sei riuscirai a farlo esplodere” e mi spinse giu’ la testa verso l’asta che continuavo a maneggiare sempre piu’ infogata.
Alex spari’ alle mie spalle e lo sentii agitare qualcosa per aria, non feci in tempo pero’ a connettere i suoi movimenti che di schianto sentii nuovamente entrare nella figa qualcosa di freddo. Mi aveva sbattuto dentro la bottiglia di birra dopo averla agitata per bene, esplose dentro riempiendomi improvvisamente, lui la muoveva veloce avanti indietro mentre la schiuma mi squassava il ventre e per uscire dilatava la mia vagina come non mai facendo penetrare sempre piu’ a fondo quella bottiglietta che ancora un poco mi si ficcava tutta dentro.
-“Bello vero?” mi disse Alex da dietro ridendo.
-“Oddio sei fuori” dissi ansimando per la sensazione mai provato prima che mi aveva davvero fatto eccitare.
-“Si ma tra poco non lo saro’ piu'” disse mentre si calava i calzoni facendo vibrare un cazzo di dimensioni allucinanti che vidi mentre ero posata ancora con il viso sul pene di Luca sconvolta per le sensazioni che mi aveva dato quel gioco folle.
Non poteva avercelo cosi’ grande pensai, era ancora giovane, eppure aveva un asta sopra i 25 cm di lunghezza e decisamente largo, un vero palo che restava dritto verso l’alto con alla vetta una cappella rossa e persino piu’ larga dell’asta stessa. Mi sentivo fremere al solo pensiero che avrebbe inserito quell’affare dentro di me, mi lecco’ un poco la birra che colava copiosa sul pavimento e senza pensarci due volte mi penetro’ cosi’. La birra dentro mi aveva dilatata davvero perche’ riusci’ ad arrivare con un colpo solo fino in fondo fermandosi solo quando poso’ le sue gambe sulle mie natiche. Stavolta si’ che ero piena davvero, non c’era piu’ spazio e la mia figa era aperta come mai, per altro riusciva a muoversi con facilita’ visto che ero lubrificata sin troppo. Preferi’ afferrarmi per i capelli per far muovere me’ sul suo palo. Restai aggrappata al cazzo di Luca senza mollarlo mai e continuando per quel che potevo a segarlo rapita dalle sensazioni di quella penetrazione.
Mollo i capelli e aprofittai per buttarmi mugolante sul pompino abbandonato, ora era lui afferrandomi per i fianchi e tenendosi sulle ginocchia a spingere dentro dando dei colpi violenti alle mie natiche, venni una prima volta stringendo con le contrazioni quel cazzo enorme.
-“Ti gusta eh?” disse accorgendosi della mia goduria e seguitando imperterrito a riempirmi e prolungando i miei spasmi di eccitazione.
Luca finalmente cominciava a reagire alle mie attenzioni e poso’ la sua mano sulla mia testa accompagnando i miei movimenti e sorseggiando altra birra di tanto in tanto. Mi sentivo davvero una troietta in quel momento, subivo i loro piaceri e ne godevo, mi sentivo usata e anche io usavo i loro arnesi per provare piacere. Sapori che si mischiavano, rumori chiari di sesso per la stanza e la mia testa non capiva piu’ nulla, volgeva solo sulle sensazioni che mi creava esser riempita in quella maniera dal cazzo di Alex e Luca contemporaneamente. Altro orgasmo, piu’ forte e acuto del precedente fece si’ che le labbra della mia vagina strinsero sul membro di Alex che allo stesso modo si allargava ancor di piu’ prima di sputarmi dentro tutto il suo sperma senza mai smettere di muoversi.
Mi accasciai tra le gambe di Luca con la bocca colma del suo cazzo smettendo per qualche istante di succhiarlo e forse contagiato dall’amico venne anche lui copiosamente dentro la mia bocca una quantita’ smisurata di liquido che fini’ dritto nel mio stomaco. Ero esausta e gonfia dei loro umori, restai cosi’ finche’ Alex non sfilo’ il suo cazzo lasciandomi finalmente prendere riposo alle labbra della mia vagina dilaniata da quella penetrazione, mentre io oramai infoiata seguitavo a leccare il pene di Luca che raggiungeva misure piu’ accettabili.
-“Non vorrai restar cosi’ sporca e impiastricciata? Tieni” disse Alex porgendomi un fazzoletto per ripulirmi un poco il viso.
-“Ora che ne dici di prepararci qualcosa da mangiare” aggiunse.
-“Mi lavo e vi cucino qualcosa” dissi cercando di rimettermi in piedi mentre le mie gambe tremavano vistosamente facendomi cadere sul divano in mezzo ai due ragazzi.
-“Scordatelo, ti piacerebbe liberarti dello sperma con cui ti ho riempita, invece inizia ad abituartici perche’ quando avremo finito riconoscerai i nostri odori a distanza” disse Alex mentre mi torturava i seni tirandoli a se.
Quelle parole mi eccitarono incredibilmente, sapere che i loro corpi mi sarebbero appartenuti e che il mio per loro sarebbe stato ancora fonte di piacere mi fece fremere, era una sensazione nuova, mi dava senso di legame con qualcuno al di la’ della mia famiglia che fino ad allora non avevo provato con i miei passati spasimanti. E a farmi provare tutto cio’ erano dei ragazzini che si stavano divertendo a soddisfare le proprie fantasie con una ragazza piu’ grande di loro e lontana dai loro ambienti naturali.
-“Come preferisci bello” dissi sollevandomi prima che mi martoriasse ulteriormente i capezzoli e andando in cucina per vedere cosa potevo preparare di buono, anche perche’ iniziavo a sentire fame anche io e volevo in qualche maniera levarmi il sapore di sperma che avevo in bocca per quanta me ne aveva riversato quel disgraziato prima.
In casa avevamo sempre una dispensa piena di viveri ma optai per qualcosa di rapido, misi a cucinare delle bracciole in forno e a bollire l’acqua per la pasta, mentre preparai qualche insalata mista e dei salumi per antipasto. Mi seguirono in cucina e non staccarono gli occhi di dosso a cio’ che facevo.
-“Sai anche cucinare bene allora oltre che succhiare” disse Tonio mentre allungava la mano per assaggiare il formaggio appena messo a tavola.
-“Vi ho gia’ detto che non sono una con la puzza sotto il naso” risposi dandogli un colpo di mestolo sulla mano
-“Ahi.. te lo metto da qualche altra parte il mestolo stronza” protesto’ lui
-“Si mangia quando e’ pronto tutto” gli grugnai addosso mentre gli altri se la ridevano di gusto per la mia reazione nei suoi confronti
-“Qualcuno ti mette finalmente in riga” disse Luca rivolgendosi con scherno nei confronti dell’amico appena ravvisato.
Apparecchiai con qualche difficolta’ la tavola visto che i quattro di continuo facevano il possibile per frugarmi ovunque con le loro mani, Alex mi tiro’ seduta su di lui mentre provavo a mettere i piatti, Tonio approfitto’ per vendicarsi della botta ricevuta prima dandomi una sonora pacca sul sedere che mi lascio’ il segno delle sue dita per tutto il resto del pranzo. Iniziammo quindi a mangiare quasi come se fossimo amici da un sacco di tempo e ci fossimo ritrovati per scambiarci qualche pettegolezzo.
Naturalmente quella che pero’ si scomodava per porgere le pietanze era la sottoscritta e dovetti anche chiaramente riordinare il tutto mentre loro se ne stavano tranquilli e beati a spararsi battute continue sul mio conto.
Alex si alzo’ e mi avvicino’ dei piatti, in piedi di fronte a me era davvero un gigante, gli arrivavo sotto le spalle talmente era alto, da una parte mi intimoriva e dall’altra mi piaceva quella sua mole con cui mi sovrastava.
Gli volsi le spalle per mettere il tutto dentro la lavastoviglie e mi sentii scostare da dietro il perizoma di lato, con una mano mi tenne in costretta verso il basso e con l’altra mi infilo’ a sorpresa un cetriolo enorme che aveva sicuramente preso dalla mensola in precedenza. Urlai un poco perche’ non mi aspettavo la cosa, ma lui lo fece entrare quasi tutto all’interno riempiendomi con quel coso per poi rimettere a posto lo slip e lasciare che mi mettessi dritta. Mi volto’ e tra le risate degli altri disse
-“Scommetto che prima non ti entrava una cosa simile”
Ero davvero aperta con quell’affare tra le gambe, non riuscivo neppure a chiuderle bene e era goffa anche la mia camminata mentre procedevo a riordinare la cucina.
-“Guarda come gli piace sentirsi tappata bene” rise Tonio bevendo un po’ e sollevando la bottiglia in aria per aumentare la sua battuta.
Non mi importava delle loro scemenze e dei loro sfotto’ ero contenta delle loro attenzioni anche se a volte pesanti e volgari. Finito di mettere a posto mi riversai io stavolta nel divano, ero stanca davvero da tutto cio’ che era successo quella mattina.

Quando riaprii gli occhi trovai seduto di fianco a me Giova che mi leccava avidamente i seni, era un dolce svegliarsi dopotutto e lo lasciai fare mentre presi a carezzargli la testa. Mi voltai e vidi gli altri presi in una partita con la Playstation. Fuori c’era luce, dovevo aver dormito poco pensai, chissa’ se stavano tenendo parola e la casa era ancora tutta intera. Io forse lo ero un po’ meno e sentivo che il mio stomaco era pieno tra birra e sborrate dei ragazzi che avevano usufruito della mia gola come fosse un tubo che gli serviva per svuotarsi. Stetti ferma un po’ a fissare fuori la giornata mentre le mani di Giova mi carezzavano con modo armonioso il corpo e la sua lingua mi dava freschezza di tanto in tanto passando da un capezzolo all’altro facendoli rimanere turgidi. Avevo necessita’ di andare in bagno e feci per tirarmi su’, un dolore mi prese improvviso sotto, solo allora mi accorsi che avevo ancora conficcata la zucchina che in precedenza i ragazzi mi avevano inserito nella vagina.
Mi duoleva un poco, l’avevo tenuta dentro tutto quel tempo. Giova sorrise vedendo la smorfia che marchiava il mio viso.
-“Che ti ridi” dissi io guardandolo nei suoi occhioni in cui potevo specchiarmi.
-“Non ti eri accorta ?” disse lui carezzando il mio basso ventre quasi a voler alleviare il fastidio che mi provocava l’oggetto.
-“Ora si che mi son accorta” risposi quasi stupita che finalmente aveva aperto bocca dopo tanto tempo anche lui. Era gentile e meno volgare degli altri, mi piacevano e mi intrigavano i suoi modi di fare, di certo anche lui desiderava fare sesso con me eppure ancora era l’unico con cui non avevo avuto nulla a che fare. Era restato in disparte a guardar gli altri che si divertivano, qualche volta lo vidi che si toccava, ma a parte avermi sfiorata di rado non aveva osato altro.
-“Per favore devo andare in bagno, la puoi togliere ?” dissi con voce dolce e provocatoria. Chino’ la testa e mi lecco leggermente le labbra della vagina provocandomi un piacere incredibile e lubrificando un poco la parte per facilitare l’estrazione, durante il riposo si era appiccicata in parte a causa dello sperma che aveva fatto da collante. Vedevo la mia pelle tirare avvolgendo il cetriolo mentre piano scivolava via, quando fu’ fuori del tutto la mia fichetta si richiuse a bocciolo ma un po’ scomposta. Mi chinai per baciarlo e corsi nel piano di sopra prima di farmela addosso, almeno in quei momenti mi lasciavano in pace, aprofittai per pensare mentre svuotavo l’intestino seduta nel bagno. Erano ragazzini ma sapevano scopare come degli adulti, fermo restando che i loro modi di fare non nascondevano assolutamente la loro reale eta’, erano volgari e grezzi, si capiva la loro scarsa educazione, ma forse era anche quello che mi eccitava, mi piacevano e mi stavo trovando bene con loro.
Finito di fare le mie cose finalmente mi sentivo decisamente meglio, mi sciaquavo il viso e osservavo nello specchio il mio viso, i muscoli della faccia erano rilassati ora che avevo potuto prendere un poco di riposo. Ero nuovamente pronta a giocare con i miei amici abusivi, scesi le scale sistemandomi il costume, erano ancora li’ intenti a giocare con i videogiochi, mi degnarono di uno sguardo solo quando finirono la partita.
-“Avvicinati Naty” disse Alex “Come stai bella, inizi ad aver nuovamente voglia di noi ?” disse mentre mi faceva adagiare sulle sue gambe come farebbe il proprio ragazzo con la sua donna, mi lisciava i capelli e fissava in mezzo ai miei seni.
-“Dai inizia a lavorarci un poco, forse dopo ti soddisfiamo nuovamente” e detto questo mi fece rialzare dandomi una pacca nel sedere. Prese cosi’ nuovamente a giocare spostandomi dalla sua visuale. Mi aveva eccitato il suo tocco, e ancor di piu’ il suo poco interesse quasi a significare che se volevo bene, altrimenti mi sarei potuta mettere in disparte. Ero in pratica un giocattolo, non da meno di quello che stavano maneggiando ora, ero io a dover iniziare la partita se volevo, e cosi’ feci. Mi inginocchiai e mi avvicinai iniziando a spogliarli piano uno per volta, era quasi un rito d’obbligo per fargli capire che avevo voglia sul serio dei loro odori, dei loro corpi, li lasciai con solo la maglia addosso per non disturbare i loro giochi. Mi chinai su Tonio che era quello che stava al centro dei tre, lo iniziai a tastare con entrambe le mani, non era una masturbazione la mia, erano carezze quasi, gentili attenzioni per guardarlo mentre lentamente si risvegliava tra il tepore delle mie mani. Solo allora avvicinai lentamente le mie labbra iniziando a baciarlo sempre con delicatezza, nelle mie gesta trovavo io stessa piacere, il calore iniziava a impossessarsi del mio corpo dapprima nella testa pian piano scendendo verso il basso sino al ventre dove manifestava maggiormente la propria intensita’. Lo avvolsi tra le labbra e iniziai il mio alternato pompino ai tre ragazzi, sempre con maggiore foga, sempre piu’ eccitata nel saltare da uno all’altro. Quando infilavo in gola un cazzo nuovo continuavo la masturbazione con gli altri due, e non li abbandonavo per piu’ di un secondo per prendere una nuova posizione, certo non ero aiutata da loro che se ne fregavano altamente della mia difficolta’ nel maneggiare i loro arnesi a seconda di chi mi trovavo davanti. Ma per quanto loro evitassero di prestare attenzione, i loro cazzi eretti mi dimostravano esattamente il contrario. Continuai cosi’ per un bel pezzo senza notare in loro un cenno di cedimento, erano diventati insensibili totalmente o erano scarichi dalle precedenti performance mi domandavo incredula e allo stesso modo contenta che il tutto si prolungasse il piu’ possibile. D’un tratto pero’ posarono i joypad per terra e mi sollevarono finalmente decidendo di giocare con qualcosa di piu’ vero dei mostriciattoli che c’erano in Tv. Tenendomi uno da un lato e uno dall’altra Tonio e Luca mi adagiarono cosi’ sul divano mentre Alex posava il suo muso sulla mia passera oramai calda e in cerca di qualcosa che gli regalasse un po’ di sollievo, con la lingua mi esporava a fondo mentre i due ragazzi si posizionarono in ginocchio ai miei lati schiaffeggiandomi con i cazzi che in precedenza avevo messo in tiro e deridendomi per il fatto che cercavo di acchiapparli alternativamente senza pero’ riuscirvi. Quando Alex si alzo’ in piedi e vidi la sua asta di fronte a me mi sfilai svelta per afferrarlo quasi ipnotizzata.
-“Hai capito la zoccoletta la voglia che ha” rise pronunciando le parole rivolto agli amici che ne aprofittarono per fiondarsi sui miei seni succhiandoli come due bambini che cercano il latte. Tonio il piu’ attivo di tutti scivolo subito sotto di me aiutandomi a posizionarmi sul suo cazzo e cercando la via per infilarmelo.
-“Cala bella e cavalca” mi disse una volta trovato l’ingresso.
Mi stupii io stessa da come in un lampo fece capolino dentro di me arrestando il mio andirivieni sul cazzo dell’amico. “Ero cosi’ fradicia” mi domandai “o era stato l’aver tenuto dentro per tanto tempo il cetriolo prima” fatto sta’ che per un secondo neppure mi accorsi della sua presenza, se non quando mi ritrovai seduta su di lui. Le contrazioni delle mie labbra vaginali fecero il resto avvolgendolo, iniziai quindi piano ad alternare il su e giu’ con il corpo all’avanti indietro con la testa.
Chissa’ perche’ per qualche istante mi venne in mente uno di quei giochini che si vendono ai mercatini e vengono applicati nei cruscotti delle macchine e muovono appunto la capoccia in modo irregolare avanti indietro, mi scappo’ quasi da ridere a quel pensiero e mi immaginai cosi’ anche io in quel momento. Dovevo aver preso un ritmo sbagliato pero’ perche’ Alex poco contento mi prese la testa e inizio’ a guidare lui i miei movimenti, consentendomi cosi’ di concentrarmi sul palo che avevo dentro e che mi fece raggiungere il primo orgasmo. Nulla, si continuava imperterriti a scopare senza sosta, solo che la mia bocca mi faceva male a restare acchiappata al cazzo enorme di Alex, forse capi’ perche’ allento’ la presa alla mia testa facendomi mollar la presa con un sospiro per prender aria. Purtroppo pero’ non duro’ molto perche’ fui subito invasa dal pene di Luca che sino ad allora era stato a segarsi da solo toccandomi i seni.
Tonio mi abbandono sgusciando via da sotto e sentii le mani di Alex prendermi per i fianchi per tirarmi su’ di botto, per poco non affogai perche’ con quel movimento il cazzo di Luca mi fini’ dritto in gola scontrandosi con le mie tonsille. Ora ero in piedi con la schiena piegata in avanti e la testa bloccata a proseguire il mio lavoro di lingua ininterrotto sino ad allora. Fui avvicinata piano al membro di Alex, messa cosi’ pero’ non riusciva a penetrarmi, divaricai piu’ che potei le gambe ma la difficolta’ restava, mi abbranco’ dai fianchi e mi sollevo’ un poco da terra. Stavolta feci in tempo a bloccare il pompino, non toccavo terra, ero sorretta da Luca davanti e sollevata di peso da dietro da Alex che mi strofinava il suo cazzo sulla fessura provando a indirizzarlo bene. Stavo godendo come una pazza, con quei movimenti quasi mi faceva venire un orgasmo, mi si blocco pero’ il respiro quando riusci’ a posarsi nell’ingresso lasciandomi cadere d’improvviso a impalarmi sul suo enorme cazzo. Mi sventro’ nel vero senso della parola dilaniando nuovamente la mia pelle, toccavo appena il pavimento con le punte e non riuscivo a tenermi in equilibrio ma a lui non importava, anzi inizio’ a spinger dal basso verso l’alto facendomi saltare e ricadere con il mio peso su quell’asta che mi infilzava. Mi aggrappai alle chiappe di Luca con rabbia stringendole e lui seguitava a non farmi mollare la presa dal suo pene, tenendomi premuta la testa contro e costringendomi a esser comunque chiusa e affaticata nel respirare. Il battito cardiaco a quel punto sali’ e nelle vene il sangue iniziava a scorrere piu’ veloce, facendomi crollare dal violento orgasmo che ne segui’. Non preoccupandosi che oramai non mi tenevo in piedi perche’ le gambe non mi sorreggevano piu’ Alex continuo’ a seguitare a colpirmi con il suo cazzo. Di colpo poi lo sfilo’ e mi lascio’ cadere a terra esausta, non avevo mai provato niente di simile neppure nei miei sogni, mi sentivo volare mentre venivo scopata in quel modo. La mia mente era concentrata solo a trovare un appoggio che mi sorreggesse, e l’unica cosa in grado di farla era il cazzo di Alex che si era impossessato di me. Ora stavo a terra tremante e rabbrividivo ancora, mi sollevarono piano costringendomi a carponi, mi passarono due mani sulla schiena partendo dal sedere e aumentando la pressione man mano che si avvicinavano al collo, finendo per premere il mio viso per terra. Ero supina con il culo in aria, che potevo aspettarmi se non la cosa piu’ logica, avevo gli occhi di Giova addosso che seguitava a guardar gli altri che approfittavano dei miei buchi, andando stavolta a parare nel terzo e ancora inviolato anello. Fu’ Luca il primo a iniziarmi a quel nuovo piacere, ansimava da quanto era eccitato, si lubrifico’ sputandoci sopra il cazzo e lo indirizzo’ sulla rosa che stava in mezzo al mio piccolo sederino.
-“Piano” dissi con un filo di voce attendendo che iniziasse a penetrarmi.
Lo sentivo spingere delicatamente per prendere posizione, scivolo’ con fatica ma inesorabile per tutta la sua lunghezza dentro, sembrava non finire mai di entrare, sottile ma lungo, il pene di Luca era tremendo per quanto ricopriva tutto il mio sfintere. Una volta dentro poso’ le mani sulle mie natiche e inizio’ veloce a muoversi dentro, colpi rapidi e in successione mi facevano scivolare via per poi esser ripresa e portata a accogliere nuovamente il suo cazzo. Stavo godendo, era una bella sensazione sentirsi frugata, e ancor piu’ incredibile fu’ sentire quanto in fondo mi colpirono i suoi fiotti di sperma. Si stacco svelto ma non ebbi maniera di ricompormi che sentii un’altra mano premermi per stare giu’, era Tonio che aprofitto’ subito per riprendersi del fatto che era rimasto fuori un paio di giri rispetto agli altri.
-“Ora ti riempio io” disse con il suo classico modo da ragazzino spavaldo e inesperto, difatti si curo’ meno del precedente a penetrarmi facendomi anche un poco male quando lo infilo nonostante fossi gia’ lubrificata dallo sperma dell’amico che mi aveva scopato. Mi avvolse con le braccia e scoordinato si muoveva nelle mie viscere scavando e sguazzando dentro come un bambino che fruga nel vasetto di marmellata per non farsi cogliere dalla mamma. Mi riempi’ davvero comunque, e seguito’ a pompare mentre spruzzava dentro il mio buchetto tutto quel liquido caldo.
Mi accasciai nuovamente al suolo freddo che era l’esatto contrario del mio corpo accaldato dal continuo contatto di quei ragazzi e dal loro strofinio su di me. Di peso fui posta in ginocchio ancora, da sola mi posai sui gomiti e chinai la testa per terra, quando pero’ sentii posarsi nel mio sedere il pene esagerato di Alex mi tirai su’ di botto e chiusi le gambe.
-“Non scherzare tesoro, tu li’ non se ne parla nemmeno.” gli dissi voltandomi verso di lui che per un attimo si arresto’ nel suo tentativo di intrufolarsi.
-“Hai un sederino stupendo voglio godermelo anche io”
-“E io voglio tenermi integra” risposi altrettanto velocemente spostandomi di lato.
-“Son sicuro che ti piacera’dopo” aggiunse lui rivoltando il mio culo alla sua portata. Luca si pose dinanzi a me e mi blocco le braccia tirandole unite verso le sue gambe e serrandole tra esse, Alex mi sollevo’ il sedere facendolo urtare contro il suo cazzo che gia’ in mezzo alle mie natiche mi faceva sentire dolore. Tonio si allungo’ disteso intrufolando la mano tra le mie coscie e allargandole per stimolare la mia vagina esternamente con movimenti circolari. Fu’ un semplice modo per farmi rilassare in cui cascai come una scema. Non volevo davvero, era troppo non sarei riuscita senza sentire male a prender il cazzo di Alex che invece aveva oramai preso la sua decisione e puntellava il mio ano per entrare.
-“Ti prego no, ti scongiuro” provai a dire l’ultima volta prima di sentire un dolore immenso e una fitta tremenda che mi fece rivoltare la testa in alto bloccandomi il respiro e l’urlo dentro la gola. Aveva spinto dentro solo in minima parte il suo cazzo e gia’ mi sentivo piena, quel coso era troppo grosso mi stava lacerando, mi spinse in basso e si sollevo’ sui talloni posando le mani accanto alle mie spalle e avvicinando la sua testa alla mia sussurandomi all’orecchio.
-“Ora ti sfondo il culo troietta” e piano si lasciava cadere sul mio corpo, inutile per me provare ad allontanarmi, avrei solamente ottenuto maggior dolore e prolungato l’agonia. Scivolava aiutato anche lui dal fatto che dentro il mio canale anale c’era lo sperma dei precedenti passaggi degli amici. Piu’ penetrava e piu’ mi sentivo aperta e piena. Arrivo’ sino in fondo posandosi a toccare le mie natiche tenendole divaricate, lo estrasse veloce fino quasi a farlo uscire togliendomi il fiato, poi riprese a scendere lentamente dentro scavandomi. Perseguito’ a torturarmi in quella maniera fin quando non si accorse che mi ero abituata a quell’intrusione nel mio culo. Iniziavo a provare piacere quasi sentendo come muoveva e spalmava per tutto il canale lo sperma, mi bruciava incredibilmente, ma era solo un fastidio piu’ leggero ora. Mollo’ la presa sulle mie natiche che si chiusero ad avvolgere ulteriormente il suo pene. Inizio’ a muoversi sempre piu’ veloce alternando colpi secchi ad ancheggiamenti piu’ leggeri. Duro’ parecchio perche’ ancora una volta sentivo che le gambe non mi reggevano piu’. Mi acchiappo da sotto le gambe e mi prese di peso sollevandomi totalmente dal pavimento, restavo ora impalata su di lui che in piedi indietreggiava per sedersi sul divano che ci stava alle spalle.
Quando fui posata su di lui avevo totalmente dentro il suo arnese, lo potevo sentire pulsare, quasi percepivo il suo battito. Tirai stanca prima una gamba e poi l’altra a posare i piedi sul bordo del divano, quindi portai indietro le mani sulle spalle di Alex provando a tirarmi su’ incitata dai restanti ragazzi, mi venne da ridere, un po’ per la comicita’ della cosa, un po’ perche’ ero sfiancata da quanto mi avevano fatto. Alex mi diede una spinta dal basso sollevandomi dalle chiappe che divaricava tirandole ai lati. Presi quindi a cavalcare in quel modo, oscenamente esposta ai ragazzi che si godevano la scena di quella ragazza che si umiliava ancora davanti ai loro occhi, mi impalavo da sola oramai su quel coso che mi fece raggiungere l’ennesimo orgasmo in contemporanea alla sua esplosione dentro di me. Crollai all’indietro sul corpo di Alex che mi abbraccio tenendomi attaccata a se e giocando con i seni, ero davvero sfinita, mi avevano riempito di sperma che non so’ come contenevo tutta dentro me stessa. Mi avevano perforato senza ritegno e sfondato definitivamente il mio povero culo, e per altro restavo ancora pressata su quel cazzo che non accennava a sgonfiarsi.
-“Se vuoi puoi restare cosi’ per me” disse Alex compiacendosi del lavoro appena fatto su di me.
-“Voglio coricarmi un poco per favore” gli dissi con l’ultimo filo di voce che mi rimaneva. Ero appagata ma distrutta, avevo bisogno di chiudere gli occhi e rilassarmi. Mi avvolse nuovamente le gambe e si sollevo’ in piedi tenendomi infilata con il suo membro ben piantato. Sali’ le scale passo a passo, e quel movimento era una seconda scopata involontaria per il mio sedere che oramai non aveva piu’ pace pensavo. Percorse tutte le scale cosi’ con me sopra e mi porto’ fin dentro la mia cameretta sedendosi sul letto con me ancora sopra.
-“Povera la mia piccola troietta, non e’ colpa mia se avevi un sederino cosi’ invitante, mi spiace che ti ho causato un po’ di dolore nel aprirtelo, ma son felice che ti ho anche creato piacere” mi disse prima di baciarmi con le sue labbra trasmettendomi tanta tenerezza. Mi fece quindi cadere di lato sulle mie lenzuola e si sfilo’ secco il suo cazzo da me con un suono morto che si senti’ secco per la stanza. Ero vuota ora, acchiappai il cuscino e lo portai alla mia testa accovacciandomi per poter finalmente riposare. Alex mi sgancio’ il reggiseno e mi sfilo’ il tanga, coprendomi poi con un lenzuolo e augurandomi un buon riposo mi diede un bacio nelle chiappe allontanandosi. Mi svegliai che fuori iniziava a sorgere il sole, lo capii perche’ filtrava leggero tra le tapparelle socchiuse della mia stanza, avevo dormito oltre dieci ore eppure ancora mi sentivo stanca. Sentivo qualcosa di bagnato tra le mie cosce, allungai la mano dietro per constatare che ero un bagno totale di sperma, probabilmente era fuoriuscito a causa dei movimenti durante la notte. Passando un dito nel solco che divide le mie natiche per ripulirmi un poco, neppure mi accorsi che si infilo’ al suo interno quasi risucchiato. Non realizzavo bene, avevo davvero dilatato cosi’ tanto il mio ano, sarebbe tornato normale mi chiedevo assorta senza pero’ levare il dito dal suo interno. Credevo i ragazzi fossero andati via, mi accorsi pero’ che da sotto proveniva della musica, mi tirai su’ stiracchiandomi lentamente e consentendo ai miei muscoli di riprendere tonicita’. Aver praticato per otto anni ginnastica artistica mi rendevano elastica, reggevo gli sforzi senza problemi ma il giorno prima ero stata messa a dura prova con quei ragazzi. Aprii il cassetto del mio como’ e scelsi un tanga da indossare, una canotta leggera di cotone con il muso di titti disegnato su’.
Quando spalancai la porta della stanza mi resi conto che la musica era alta e da sotto il vociferare mi fece capire che gli intrusi erano ancora li’. Non sapevo ancora se esser contenta o dispiaciuta, in parte avrei voluto riposare e star sola a riflettere il giorno, ma qualcos’altro in me invece voleva ancora provare nuove sensazioni. Dopotutto finalmente ero libera del tutto dei miei tabu’, avevo persino realizzato il mio sogno di farlo con due uomini contemporaneamente, o dovrei dire due ragazzi. Non scesi subito le scale ma mi indirizzai in bagno per rinfrescarmi un poco e profumare la mia pelle, le occhiaie che avevo in volto avrebbero fatto capire a chiunque che doveva esser successo qualcosa la notte. Quando mi voltai per prender l’asciugamano mi sentii ancora bagnata dietro, dovevo aver ancora qualche residuo che piano espellevo dal mio corpo. Un’altra sensazione pero’ mi stupi’ maggiormente, il mio fondoschiena cosi’ chinata lasciava intravedere il rossore del mio buchetto tagliato in due solamente dal sottile filo del mio tanga nero. Caspita la mia pelle li’ doveva esser stata sforzata all’inverosimile, i segni erano evidenti a chiunque mi avrebbe vista in quella posizione. Mi spaventai e allo stesso tempo rimasi eccitata dalla cosa, ora un colore diverso tra i miei glutei faceva capire che i punti di ingresso erano due nel mio corpo, ben evidenti e altrettanto invitanti. La mia pelle profumava di rose come il bagnoschiuma che utilizzai nel lavarmi, e i capelli rimessi in ordine mi davano nuovamente una parvenza da brava fanciulla.
Scesi le scale e vidi davanti allo schermo Luca e Tonio che si ascoltavano la musica su Mtv, non vidi gli altri e soltanto quando giunsi in basso, voltandomi verso la cucina li vidi seduti a sbaffarsi un po’ di tutto tra brioche, merendine e biscotti. Sgranai gli occhi immediatamente, non erano soli, c’erano altri tre ragazzi con loro. Di fuori nel giardino si sentiva un forte vociferare, altra gente, che stava succedendo ? Sarebbero gia’ dovuti andare via. Entrai nella stanza incurante del mio abbigliamento.
-“Alex che fate, avevi promesso che sareste spariti, chi son questi qua’?” dissi infastidita e nervosa per il fatto che mio fratello sarebbe potuto rientrare a breve.
-“Oh buongiorno bimba, tranquilla siediti qui con noi, questi son dei nostri amici. Nessun problema non son cattivi.” disse senza scomporsi piu’ di tanto dal mangiare. Gli altri invece sogghignavano e spalancavano gli occhi iniziando a fare una intera panoramica su tutto il mio corpo.
-“Dai, levate le tende, non potete restare” dissi mentre mi sedevo sopra le gambe di Alex cercando riparo da quegli occhi invadenti. Lui mi avvolse passando le mani attorno al mio corpo per portarle verso la tavola e cogliere qualcos’altro da metter sotto i denti.
-“Ehi.. ti ho detto di stare tranquilla, ha chiamato tuo fratello ieri notte mentre dormivi, ho risposto io e mi ha detto che sarebbe rientrato domani, avrebbe accompagnato una amica fuori citta’ non ricordo dove di preciso”
-“Che hai fatto ?” dissi voltandomi e aggrottando le sopracciglia trattenendomi a stento dal mollargli un ceffone dritto in viso.
-“Gli ho risposto che ti avrei riferito la cosa, dicendogli che in quel momento eri impegnata sotto la doccia.”
-“Cavolo.. e ora chi gli dico che eri scusa ? e poi avra’ sentito gli altri in sottofondo”
-“Ti saprai inventare qualcosa su’, non e’ la fine del mondo, digli che ero il tuo ragazzo no?” disse mentre se la rideva di gusto.
-“Tu sei pazzo! Dai finite di mangiare e levatevi di torno che ho da riordinare tutto prima del rientro dei miei” e feci per sollevarmi mentre lui mi cinse la vita tirandomi a se e sussurrandomi all’orecchio.
-“Andremo via tranquilla e avrai il tempo per te, ora rilassati e goditi la giornata, mi sei piaciuta un sacco ieri” e mi bacio’ cercando di violarmi con la sua lingua. Non acconsentii quel contatto, strinsi le labbra e lasciai semplicemente che le leccasse. Mi sollevo’ da lui e posandomi una mano sulla testa mi sospinse piano verso il basso, non feci resistenza e mi domandai il perche’, si stava esagerando forse, sapevo bene che se avessi proseguito sarei stata ancora una volta alla loro piu’ totale merce’, eppure scendevo accompagnata dalla sua mano. Di li’ a poco sarei arrivata ad un punto di non ritorno, eppure il mio corpo non era comandato dalle sue pressioni, agiva di far suo voleva quel contatto, stava andando a cercarlo, e ne avrebbe cercato altri sicuramente in quel giorno. Le mie mani si posarono sulle sue gambe, con un movimento quasi automatico aggrappai il bordo dei calzoncini e li calai, feci altrettanto con i boxer, posai quindi lentamente le labbra sulla punta del pene in parte ancora a riposo e lo avvolsi totalmente tenendolo solo con le labbra. Iniziai a muovere la lingua dentro in maniera regolare, ruotando attorno alla sua punta che pian piano diventava sempre piu’ grossa. Si gonfiava dentro la mia bocca, e quella sensazione mi era sempre piaciuta, adoravo anche per questo fare pompini, quando fu’ giunto al massimo dell’erezione la mia bocca era aperta per coglierlo meglio , iniziai a muovermi su e giu’ insalivando tutta l’asta fin dove riuscivo a coglierla.
Ero giunta al punto di non ritorno, chinandomi davanti ad Alex per farlo godere avevo fatto intendere a tutti i presenti che tipo di ragazza ero, cosa si sarebbero dovuti aspettare da me. Proseguivo a succhiare e pensavo al fatto che mi sarei prostata davanti a tutti loro senza dubbio, mi bagnai pensando che avrei dovuto sentire nuovi odori, che sarei stata colma dei loro umori e che loro avrebbero ininterrottamente approfittato della debolezza che in quel momento avevo proclamato dinanzi a loro.
Fu’ cosi’ difatti, Alex mi presentava di tanto in tanto un nuovo ragazzo che passava in cucina, i nomi non mi interessavano di certo, ne tantomeno me li sarei potuta ricordare. Io da sotto li guardavo senza mai staccare il suo cazzo dalla mia bocca. Qualcuno dall’altro capo del tavolo mentre intavolava una conversazione tipica di ragazzi sul calcio poso’ i suoi piedi sulla mia schiena quasi fossi un mobiletto, ero ridotta cosi’ male, pensai.
Non mi importava, anzi fissavo di tanto in tanto qualche sguardo che si soffermava a guardarmi intenta a lavorarmi l’asta di Alex, lo guardavo con fare famelico cercando di interrogare con gli occhi il diretto spettatore, sarai forse tu il prossimo ?
Non so’ se leggeva nei miei pensieri Alex, me lo domandai, perche’ durante uno di quei pensieri, mentre fissavo l’ennesimo ragazzo giunto a gustarsi la scena, lui si alzo’ costringendomi a seguirlo carponi per star attaccata al suo cazzo, nel mentre che lui si avvicinava al lavandino per lavarsi le mani, in quel momento ero attaccata a lui ma con una mano mi allungai verso il ragazzo posato in piedi sul mobile di fianco. Salii tastando la sua coscia sino a intrufolarmi da sotto i boxer e sfilargli il cazzo, solo in quel momento mi staccai da Alex e mi tuffai con le mani a brandire il nuovo giocattolo. Con le mani gli tirai giu’ i boxer liberandolo e subito rinchiudendolo tra le mie fauci, quasi fossi un animale che sta’ muorendo di fame. Subito presi a spompinarlo con foga, stavo diventando un automa, quel movimento mi scombussolava e lui piu’ provavo a infilarmelo in gola, piu’ mi allontanava controponendo spinte con il bacino. Gli rimasi pero’ attaccata riuscendo quasi a farlo venire, se non fosse che un altro loro amico mi tiro’ a se per i capelli sbattendomi davanti il terzo cazzo nel giro di una mezzora da che avevo aperto gli occhi, e iniziai un nuovo giro di valzer anche con quel nuovo giocattolo. Assaporai in un paio d’ore i cazzi di tutti i presenti, mi portarono a spasso per casa attaccata ai loro arnesi, e io li seguivo come ipnotizzata, staccandomi solo qual volta avessi trovato un nuovo arnese che pretendesse le dovute attenzioni. I loro sapori si mischiarono nel mio stomaco, e il cocktail che vi si formo’ placo’ la fame che vista l’ora avrebbe invece dovuto prendermi. Ero accovacciata nell’intento di far venire uno dei ragazzi sdraiato nel salotto, quando vi fu’ un movimento improvviso da parte di tutti i ragazzi, un fuggi fuggi generale scandito dalle parole dette a bassa voce da Tonio
-“Cazzo.. ci son i poliziotti” e rapido anch’egli sali’ le scale, seguito dall’ultimo ragazzo che era sgusciato via dalla mia bocca veloce facendomi ribaltare sul tavolo del salotto.
Fu’ solo allora che focalizzai la situazione, e tra il frastuono della musica alta in tv e lo scarpinare dei ragazzi su’ per le scale, sentii il campanello di casa che suonava. Perche’ i poliziotti erano li’? Cosa dovevo fare ? e se si fossero accorti della presenza dei ragazzi? Sarebbe stata la fine per me, i miei mi avrebbero uccisa, e nel mentre guardavo dallo spioncino, eran proprio poliziotti. All’ennesimo scampanellare, aprii quasi di scatto.
-“Buongiorno” dissi con voce tremante e aggiustandomi i capelli
-“Buongiorno signorina, siam stati chiamati da una vicina seccata dal suono spropositato che perveniva dalla sua abitazione” mi disse il piu’ anziano dei due che mi osservo’ da capo a piedi levandosi il cappello.
“Cacchio” presa dalle paure e dalla fretta non mi ero neppure resa conto che ero in perizoma e canotta, ora la frittata era davvero fatta, chissa’ che avrebbero detto.
-“Capisce che nonostante sia giorno e in citta’ ci sia meno gente del normale, gli schiamazzi non son comunque consentiti ?” mi domando nel mentre che mi precipitavo dentro ad abbassare il volume del televisore nel soggiorno.
-“Si certo, certo scusate avete ragione”
Nel mentre i due poliziotti entrarono in casa guardandosi attorno con fare indagatorio.
-“Signorina e’ sola in casa ?” domando’ il secondo dei due piu’ giovane con capelli biondi e occhi azzurri che risaltarono nella semioscurita’ quando con mossa rapida si sfilo’ gli occhiali da sole.
-“Sisi.. ” mi affrettai a rispondere io
-“Mi sembra ci sia un po’ di caos per esser sola, e’ certa di cio’ che dice?”
-“No, e’ che ieri c’erano dei miei amici a farmi compagnia, e stamane non ho avuto modo di metter ancora a posto” dissi inventando la prima scusa possibilmente plausibile che mi passo’ in testa.
-“D’accordo!” fece il biondo guardando con fare ambiguo il suo collega, e prosegui’ la frase subito dopo
-“Capisce che se si viene chiamati, in questo caso siam costretti a stendere un verbale”
-“No aspettate” dissi anticipando la loro successiva mossa “Venite vi offro qualcosa da bere” presi tempo per cercare di inventarmi qualcosa, non potevo far fare una denuncia, sarebbe stata la fine per me, la figlia degenera che ha saputo causare tale onta nei confronti del padre che tanto le era affezionato. Come avrei potuto cavarmela? L’unica cosa che mi venne in mente era di provocarli, e se avessero reagito male? avrei anche potuto peggiorare la situazione, fui interrotta dai miei pensieri quando mi chinai per tirar fuori la bottiglia di coca-cola dal frigo.
-“Complimenti signorina, sa’ che potrebbe esser denunciata per oltraggio a pubblico ufficiale?” mi disse il ragazzo biondo” Espone liberamente i suoi attributi dinanzi a due interpreti delle forze dell’ordine con fare provocatorio” prosegui’ commentando le mie nudita’ esposte inavvertitamente dalla mia mossa.
-“No non e’ cosi’ ..” dissi io voltandomi e tenendo stretta la bottiglia attaccata al corpo. Il contatto tra i miei seni di quell’oggetto freddo fece si’ che i miei capezzoli diventassero duri e spiccassero attraverso il sottile tessuto in maniera oltremodo evidente ai loro occhi.
-“A non e’ cosi’? Persiste anche impugnando in maniera oscena la bottiglia? Cosa vuol fare ora chinarsi e finire per umiliarsi denudandosi totalmente di quel poco che indossa ?” disse in maniera ghignesca rivolto sempre con lo sguardo fisso ai miei seni. Altro che mettermi nei guai pensai, non aspettavano altro sin da quando gli avevo spalancato la porta, dovevo evitare che scoprissero che c’era altra gente in casa, e pregai che i ragazzi stessero nascosti senza far rumori. Nel mentre piano posai la bottiglia sul tavolo riempiendo i loro bicchieri e offrendoglieli chinandomi prima verso il primo e poi al secondo, mostrando cosi’ a entrambi le mie tette spuntare dalla scollatura della canotta, e dall’altro lato il buchetto nero spudoratamente visibile, come disse il poliziotto in precedenza, attraverso le mie natiche e il perizoma che non lo conteneva.
-“Una bella bibita fresca ci voleva davvero” disse rivolto al collega
-“Si vero ti rigenera, ma ci vuol altro per rigenerare la notte passata” rispose repentino l’altro.
Capii cosa intendevano, e mi misi in mezzo a loro posando le mie ginocchia a terra ancora una volta, feci andare le mie mani sulle loro gambe scivolando dall’interno fino a incontrarne il centro e tastare la loro eccitazione, salii carezzandoli, agguantai i loro cinturoni e facilmene li sganciai, calai la zip dei calzoni e intrufolai entrambe le mani all’interno frugando sino a cogliere tra le dita i loro membri che prontamente portai allo scoperto. Sorseggiarono ancora dai bicchieri gustandosi la scena, probabilmente si sarebbero aspettati dei ragazzini scalmanati e indisciplinati che stavano facendo baldoria, invece si erano trovati una ragazza giovane e bella che li aveva accolti praticamente nuda, non avevano fatto di certo sfuggire l’occasione per portarmi quindi a questo.
Forse neppure sarebbero arrivati a sporgere la denuncia, ma fecero la loro mossa e io non potevo di certo sperare che dopo la ritraessero. Era un susseguirsi di ipotesi e ragionamenti che intanto non avevano fermato il mio curiosare tra le loro gambe e manovrare con i loro cazzi in mano.
Prima i teppistelli e dopo i loro rivali, pensai sorridente, caspita certo che neppure nelle mie fantasie piu’ recondite arrivavo a tanto, e cio’ che avevo tra le mani era tutt’altro che irreale. Erano due tangibili membri che si ergevano per tutta la loro naturale lunghezza. Mi dedicai per primo a quello sulla mia sinistra che gia’ pulsava in modo impressionante sotto i colpi della mia mano, posai la bocca leccandolo dapprima solo esternamente, senza pero’ lasciare la presa con l’altra mano e seguitando il su e giu’ sull’altro cazzo. Quando stette per arrivare mi sollevo’ il capo tirandomi per i capelli e si alzo’ andando a posizionarsi alle mie spalle, lo seguii nei suoi movimenti e mi sollevai da terra per agevolare le sue successive mosse. Mi chinai quindi sull’altro imboccando il pene da subito sin in fondo alla gola e restando ferma in attesa che da dietro si posizionasse il biondino. Con le mani aggiusto’ la posizione e scosto’ il perizoma, punto’ il suo cazzo contro la mia fessura e lento lo inseri’ al suo interno. Un mio mugolio confermo la piena riuscita dell’operazione, prese quindi a muoversi in contemporanea con l’attivarsi del mio andirivieni sul cazzo tenuto in bocca. Duro’ persino piu’ di quanto potessi credere visto che era al limite prima mentre lo masturbavo, entrambi vennero quasi contemporaneamente e i loro umori colarono dai lati opposti del mio corpo inserendosi al suo interno. Come nulla fosse si ricomposero, e anche io con loro.
-“Credo che per questa volta potremmo chiudere un occhio” disse il ragazzo di fronte a me guardandomi mentre si allacciava la cinta e si issava dalla sedia.
-“Vi ringrazio” dissi asciugando i residui di sperma che colavano dai lati delle mie labbra con un braccio.
-“Eviti per cortesia di farci incomodare ancora” fece cercando di dar un tono severo alle parole il biondo mentre si avviavano verso la porta seguiti da me.
-“Staro’ attenta” pronunciai con voce provocatoria io stavolta.
I due se ne andarono parlando verso l’auto mentre io mi affrettavo a serrare la porta ancora spaventata che potessero scoprire qualcosa che davvero non andava nella casa che avevano appena visitato. Quando entrai in cucina sentii i passi dei ragazzi che mestamente riprendevano posto all’interno del mio appartamento. Mi guardai attorno, e guardai sul tavolo, c’erano troppi piatti e troppi bicchieri disposti. Quei due poliziotti li avevano notati sicuramente e avevano quindi capito che avevo mentito dicendo loro che eran venuti due amici a trovarmi. Si erano pure presi gioco di me pensai, avevano individuato che tipo di ragazza potevo essere.
-“Grande Naty.. sei stata grande” disse Tonio lanciandosi su di me e dandomi un sonoro bacio sulle guance.
-“Te la sei cavata alla grande dedicandoti a loro con la tua innata passione per il cazzo” e rise tenendomi abbracciata a se e fissandomi negli occhi. Mi venne da ridere anche a me, pensai che tutti i torti non li aveva, chissa’ perche’ infatti come soluzione alla possibile denuncia pensai subito di fargli un favore sessuale cercando di dissuaderli, che fossi rimasta con la fissa che solo cosi’ avrei ottenuto la grazia? O che fossi davvero una puttanella che si prostrava dinanzi a chiunque pur di soddisfare le proprie voglie ? Ero ancora giovane, se andavo avanti cosi’ cosa sarei arrivata a fare quando sarei diventata piu’ grande? Ma non mi importava, non ci vedevo in effetti nulla di male se ero coscente di cio’ che facevo e soprattutto se anche gli altri lo erano nei miei confronti. Ed io lo ero di certo, anzi ero senza dubbio piu’ sicura di me stessa di quanto non lo fossi mai stata prima d’ora, volevo sesso, e non tardai a ottenerlo.
Tonio era sceso con i suoi baci al mio collo facendomi rabbrividire e eccitare nuovamente, le sue mani si erano posizionate stabilmente nei miei glutei allargandoli e stringendoli. Mi stavo lasciando andare a quelle sue attenzioni, neppure notai che inseri’ entrambi i diti medi all’interno divaricando il mio buchetto. Sentivo posato su una gamba il suo pene mentre assumeva dimensioni maggiori, eccitato dal contatto del mio corpo, fui presa e rivoltata sul tavolo della cucina. Senza tanti preamboli mi sodomizzo’ cosi’ dandomi colpi violenti che mi facevano male davvero, urtavo sul tavolo cercando di acchiapparmi in qualche maniera al bordo senza riuscirvi. Seguitai a esser perforata sino a esser inzuppata all’interno dal suo liquido caldo, non ebbi maniera di riprendermi che subito un secondo fece ingresso dentro di me e riprese a sbattermi avanti e indietro. Si alternarono in quel modo senza darmi tregua un paio di loro, mi lasciarono svuotata per pochi secondi, mi riempirono tutti dentro l’intestino e solo quando l’ultimo fu’ soddisfatto ebbi maniera di andarmi a svuotare veloce nel bagno. Mi lavai accuratamente la parte con un bagnoschiuma al sapore di pesco, mi cambiai la maglia e il perizoma e tornai da loro. Erano tutti nel salotto, chi giocando a playstation, chi facendo una bisca e chi semplicemente bevendosi qualcosa di fresco e parlando del piu’ e del meno. Presi posto in mezzo a Giova e un altro ragazzo.
-“Ti stiamo seccando ?” disse Giova carezzandomi una gamba, e sorridendomi.
-“Dovrei esser seccata e impaurita da voi, invece son tranquilla..son rilassata” dissi posando la mia testa su una sua spalla. Il ragazzo di lato a me prese una mia mano posandosela tra i calzoni, neppure lo degnai di uno sguardo, capii dove voleva che arrivassi e lo aiutai nell’operazione iniziando a masturbarlo senza voltarmi e seguitando a parlar con Giova.
-“Ma tutte le ragazze della vostra band son cosi’ ?” gli chiesi curiosa
-“A dire il vero non direi proprio, molte fanno sesso orale, solo qualcuna si e’ fatta inculare ma regolarmente dal proprio ragazzo”
-“Ah, quindi vi state sfogando su di me ” ora capivo il perche’ non avevano ancora cercato di scoparmi in maniera normale.
-“In un certo senso mi sa’ che e’ cosi’ ” mi disse quasi timido lui
-“Tu perche’ non hai ancora voluto fare nulla ?” gli chiesi.
-“A me sta’ bene cosi’ nessun problema ” mi fece lui quasi seccato e tirandosi su’ per poi allontanarsi. Lo seguii con lo sguardo, che avevo mai detto di cosi’ strano pensai, ero semplicemente curiosa e dopotutto era anche logico lo fossi visto che ero stata violata da tutti e ancora da lui no. Nel mentre il suo posto fu’ preso da un altro ragazzo che volle anche lui che dedicassi le mie carezze al suo membro. Un poco seccata per la reazione di Giova mi sollevai e mi misi in posizione migliore per proseguire quella masturbazione, ed ecco che oltre a dover sollazzare i due cazzi davanti a me, ne dovetti subito subire un terzo da tergo che mestamente si insinuo’ tra le mie chiappe.
Lasciai da parte i miei pensieri e le mie domande da quel momento in poi e mi gustai quella nuova situazione, venni presa a ripetizione da tutti quanti, sempre carponi a terra venivo trascinata ora di qua’ ora di la’ a succhiare uno o l’altro, senza mai aver la possibilita’ di poter riposare venivo scopata in culo. Quando riuscii a far venire tutti quanti, chi con la bocca, chi aprofittando del mio secondo canale, riparti’ un secondo giro di valzer. Fui fatta sedere sul primo mentre qualcuno si faceva masturbare e qualche altro ragazzo seguitava a stantuffarmi in bocca. Non ho la piu’ pallida idea di quanti orgasmi raggiunsi, non mi fermavo piu’ di godere sotto i loro corpi che mi circondavano dandomi un perenne senso di protezione. Il membro che in quel momento si insinuava dentro di me era la sua presenza continua a darmi le forze per continuare, sarei crollata esausta nel momento in cui mi avessero dato opportunita’ di prendere fiato, forse per questo non mi mollarono per un solo istante sola.
La cosa continuo’ per tutto il tempo che restarono insidiati nella casa, un gruppo si rilassava, guardava la tv e mangiava, un altro si dedicava a me godendomi sempre allo stesso modo, svuotando una quantita’ incredibile di sperma dentro il mio intestino. Non ricordo assolutamente quale fu’ il momento preciso in cui persi i sensi, non ricordo chi in quel momento mi faceva sobbalzare sotto i suoi colpi. Quando mi risvegliai ero distesa sul divano, c’era un silenzio attorno quasi mortifero, mi avvolgeva solamente un lenzuolo color azzurrino. Niente piu’ musica ne voci che si inseguivano per le stanze, niente piu’ ragazzi che mi porgevano i loro scettri invitanti, niente piu’ intrusioni dentro il mio ano. Fu’ quella la prima cosa che toccai, ero zuppa, gonfiata dai loro umori all’interno. Mi irrigidii trattenendoli dentro mentre mi alzavo e constatavo che la casa era in perfetto ordine, scorsi una lettera posata sul tavolo davanti a me, era Alex che mi scriveva. -Stai tranquilla, manterremo la parola e non ci vedrai piu’ a meno che tu stessa non voglia, sei stata fantastica e se mai ti dovesse servire qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi… un bacio Naty- e allegato c’era il suo numero di telefono. Anche la cucina era tornata normale dopo l’uragano che l’aveva colpita in quei giorni, posate e piatti al proprio posto, tavolo lustrato a nuovo, pavimento spazzato e frigorifero.. beh.. quello era rimasto colpito inesorabilmente dal passaggio di quei disgraziati, che pretendevo dopotutto. Ora un senso mi vuoto mi colpiva, quasi sentivo la loro mancanza, da allora sicuramente sarei cambiata, avrei visto in maniera diversa le persone e non avrei mai piu’ etichettato qualcuno solo per sentito dire o per pregiudizi campati in aria. Mi buttai sul divano a sbranare delle merendine avanzate per colmare la fame, e sorrisi pensando alle parole che pronunciai al mio fratellone prima che mi lasciasse libera per quel lungo week-end “Dai vai che altrimenti non posso chiamare qualche stallone ..” .
Altro che qualche stallone.

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