I bei lunghi capelli sciolti,
seduta alla scrivania antica,
la penna bagnavi nel calamaio
per confidare mille pensieri
al tuo diario,
oh, quanti affanni,
quante gioie,
quali appassionati inganni
gli narrasti!
Il lume di candela
ti illuminava appena,
mentre portavi le mani bianche
al volto
e sospiravi
pensando all’ultimo tramonto.
La voce del pianoforte
si è spenta,
nel brivido della tormenta.
Ho parlato
ai pupazzi di neve
e alle befane
dalle canute chiome,
io non so davvero dove
conduce il sentiero
dietro i caprifogli.
Il gelo ha rapito
gli ultimi germogli
nel suo abbraccio fatale.
Le tue trecce morbide
carezzeranno
il tuo cuscino candido,
mentre un sorriso languido
regalerai alle stelle.
Quanto invidio Sabina
Perché no, dimmi come fare
Complimenti aspetto il prossimo capitolo. Magari possiamo scriverci in privato
grazie.
ahahaha vero. che figuraccia. Grazie per la segnalazione