Avevo 35 anni e le circostanze mi obbligavano a dividere una casa a Roma. Da qualche mese il mio coinquilino era Alberto, anche lui nella mia stessa situazione di lavoratore spiantato. Nella mia lunga esperienza di case condivise ho avuto a che fare con personaggi di ogni risma, anche se sarebbe più corretto scrivere che ho dovuto combattere con personaggi di ogni risma, tra gente rumorosa, sporca, irrispettosa e quant’altro. Con Alberto fu tutto diverso. Alberto era pulito, discreto, simpatico: il classico coinquilino che si fa gli affari suoi, aiuta a gestire la casa, ma con cui è piacevole talvolta fumarsi una sigaretta o bere una birra dopo cena.
Che Alberto fosse gay me lo aveva detto praticamente da subito, visti i tempi che corrono dove, invece che progredire, sembra che si stia tornando indietro, la sua principale e comprensibile preoccupazione era di trovarsi in casa un omofobo che lo avrebbe trattato come un appestato. Per non parlare poi delle reazioni nel caso in cui si fosse portato qualcuno a casa per passare la notte. Nel mio caso non trovò nulla di questo, sono sempre stato una persona tollerante, aperta al mondo, uno che vive e lascia vivere senza mettere bocca in quello che fa il prossimo nella sua vita, atteggiamento che permise di sciogliere da subito i rapporti tra noi due, anche perché io sono il primo a non avere una chiara idea della mia identità sessuale. Ho avuto relazioni solo con donne, ma a volte ho la tentazione di avere un ruolo passivo con un uomo. Ho sfogato i miei istinti con alcune trans, in particolar modo una di nome Chiara che ho “fidelizzato”, ma non avevo mai fatto sesso con un uomo, non avevo mai avuto esperienze da passivo “volontarie”, fatte volontariamente per piacere e non a pagamento., e non ero mai nemmeno stato attratto da un uomo: fino al giorno in cui conobbi Alberto.
Alberto, infatti, esercitò da subito una strana attenzione su di me. Era un bel ragazzo di 30 anni, un bel fisico asciutto e leggermente scolpito dalla palestra, un viso dolce con gli occhi azzurri, ma al là dell’aspetto fisico ero attratto dalla sua personalità. Aveva una vasta cultura, era in grado di parlare di qualsiasi cosa, ed era soprattutto di un’indole gentile e generosa, sempre disponibile per qualsiasi problema. Pensai da subito che sarebbe potuto succedere qualcosa tra di noi, ma ero spaventato, bloccato, inoltre il fatto che i nostri rispettivi lavori ci impegnassero per la maggior parte del tempo fuori casa limitava i nostri contatti alla sera e a qualche weekend in cui capitava a entrambi di restare a Roma: tutto cambiò con l’esplosione della pandemia e il lockdown.
Il lockdown che, come tutti ricordiamo sicuramente, costrinse tutti a restare chiusi in casa per mesi, ci portò ad approfondire la nostra conoscenza e da allora la mia vita non è stata più la stessa.
Quel velo di insicurezza si ruppe definitivamente una sera di aprile. Io mi trovavo in salotto a guardare la televisione e Alberto era in doccia. All’uscita dal bagno, con solo un asciugamano levato in vita, mi resi conto di quanto fosse bello il suo torace asciutto e con una rada peluria, nonostante un leggero complesso di inferiorità per il mio molliccio causa dieta poco sana e scarsa attitudine per l’attività fisica.
Alberto si sedette sulla poltrona accanto a me e si accese una sigaretta, una cosa che era successa tante volte, soprattutto in quei mesi di convivenza forzata, ma quella sera forse era scattato qualcosa in me. Non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso, cercavo disperatamente di non farmi notare mentre scrutavo l’asciugamano stretto in vita sperando di individuare anche solo un brandello di pelle del suo pene: che stavo facendo? Io, così discreto e pudico da una vita, sto lì a cercare disperatamente attenzione da un uomo come una ragazzina eccitata qualsiasi? Lui continuava a parlare del più e del meno con la sigaretta in mano, ma nel mentre i suoi movimenti facevano allentare il nodo dell’asciugamano: stava giocando al gatto col topo, aveva capito tutto, fino a quando non ruppe gli indugi e affrontò di petto la questione
– Cosa guardi?
– Io? Niente
– Dai su…ci siamo capiti
Quel “ci siamo capiti” mi lasciò spiazzato, io pensavo a risposte possibili per negare, ma restavo in realtà imbambolato davanti a lui senza le forze per opporre resistenza, perché in realtà non volevo resistere, volevo cadere nella sua rete, essere una sua preda. Alberto usò tutta la dolcezza di cui era capace, ed era capace di averne tanta
– Prima o poi dovevamo arrivarci. Tu sei attratto da me, ti piaccio, me ne sono accorto dal primo giorno…vero?
– Sì…in realtà non so, non ne ho idea
– Non ti preoccupare, è normale. Non hai le idee chiare, vero?
– Per nulla
Si alzò dalla poltrona, si avvicinò a me, mi mise una bano intorno alle spalle, l’altra sul mio mento e lo portò alla sua bocca, molto lentamente, per darmi il tempo di farmi indietro, se avessi voluto: non volli. Mi baciò. Fu un bacio intensissimo, le nostre lingue si intrecciavano dentro le nostre bocche, le mie mani lo afferrarono dietro la nuca per tirarlo più verso di me. Poi ci staccavamo e ci attaccavamo di nuovo, continuando a muovere le nostre teste, mordicchiandoci le labbra, mentre le mie gambe si accavallarono sopra le sue. Pomiciammo come due ragazzini per non so quanto tempo mentre la mia mano, in automatico, si infilò sotto il suo asciugamano per prendere in mano il suo sesso: trovarono un cazzo che al tatto era di ottime dimensioni, già durissimo come lo era il mio. Lo masturbavo lentamente sotto l’asciugamano per poi passare le mani ad accarezzare lo scroto. una cosa che evidentemente gli piaceva perché lo sentii fremere. Notai che era rasato perfettamente, sapevo che era una sua abitudine. Anche lui nel frattempo aveva infilato la mano nei miei pantaloni e aveva afferrato il mio pisello che si era indurito da subito e aveva cominciato a masturbarlo lentamente. Smettemmo di baciarci e ci guardammo, fu sempre lui a parlare, con voce allegra
– Le idee non saranno chiare, ma le azioni sembra proprio che lo siano. Continuiamo?
– Sì, lo voglio
– Anche tu mi piaci da quando sono entrato qua dentro, lo sai?
– Adesso lo so
Fece cadere definitivamente l’asciugamano e restò nudo seduto sul divano
– Coraggio, prendilo
Non risposi nemmeno, avevo già capito. Mi accostai al suo sesso e aprii la bocca per cominciare a succhiarlo. Alla vista era un bel pisello, lungo, duro, di quelli con un diametro regolare e la cappella gonfia: perfetto da succhiare. Avevo già ovviamente fatto dei pompini nella mia vita, non ero un novizio, ma vista la situazione ero fuori controllo per l’eccitazione e la paura di fargli male, di non dargli piacere. Era la prima volta che succhiavo un cazzo a una persona che se lo voleva far succhiare da me e non l’avevo pagata per farlo. Alberto cominciò ad ansimare mentre la mia bocca faceva su e giù col suo cazzo, riuscii a superare il mio impaccio iniziale e a prendere un bel ritmo. Sapeva di pulito, del resto si era appena fatto la doccia, come me l’ero fatta io poco prima di lui. Succhiavo il cazzo tenendolo con una mano, mi fermavo e gli davo una leccata dalla base al glande, passai a leccargli le palle ottenendo la conferma che la stimolazione ai testicoli era particolarmente di suo gradimento
– Non mi sembri proprio uno inesperto, allora non è la prima volta per te
– In realtà è la prima volta con una persona che lo vuole fare con me. Ho avuto esperienze solo con trans a pagamento, mai con un uomo…
Ammisi i miei “peccati” con tale vergogna che lui si sentì in dovere di rassicurarmi, di dirmi che non c’era nulla di male nel soddisfare i propri istinti, e mi baciò di nuovo.
Continuai a succhiargli il cazzo per un po’ e nel mentre, tra una leccata e l’altra, mi spogliai anche io e restai lì, nudo, in ginocchio in mezzo alle sue gambe mentre lui continuava ad ansimare e mi spingeva la testa su e giù, aveva un atteggiamento che tendeva al dominante, ma delicato e attento a non spingere troppo. Continuai così per un po’ fino a quando non fu chiaro che Alberto stava per venire, il suo corpo cominciò a tremare, il suo respiro a farsi più affannoso.
– Sto venendo…fai tu…cosa…fare
Era in estasi, voleva avvisarmi che a breve avrebbe avuto un orgasmo e dovevo decidere io dove doveva finire il suo seme, ma non riusciva a formulare le parole. Volevo tante cose, ma dovevo sceglierne una per il momento. Smisi di succhiarlo e me lo puntai sulla faccia cominciando a masturbarlo e, tra i sospiri di godimento di Alberto e il tremore del suo cazzo, mi ritrovai in faccia diversi fiotti di sperma caldo e denso. Forse non veniva da qualche giorno, forse il mio pompino gli era piaciuto particolarmente, ma ne tirò fuori veramente tanto che mi finì sul viso, sulle labbra, anche nei capelli e mi colò un po’ persino sul petto. Mi leccai le labbra e lo trovai salato, caldo e appiccicoso. Non avevo mai preso una venuta in faccia, tante volte le mie estemporanee trans escort mi avevano proposto la cosa, ma avevo sempre rifiutato per paura di qualche malattia. Mi sentivo soddisfatto mentre Alberto riprendeva fiato e mi guardò così, ancora in ginocchio sul pavimento tra le sue gambe, con la faccia coperta del suo sperma. Mi baciò e mi leccò un po’ del suo stesso sperma finito sul mio viso.
– Sei stato bravissimo, ne avevo proprio bisogno. Ah, ma tu ancora devi farlo
In effetti il mio pisello duro ed eretto era ancora lì, desideroso di attenzione. Non lo avevo toccato per tutto il pompino per prolungare il mio piacere, ma sapevo che sarebbe durato poco. Alberto mi fece alzare e mi trovai in piedi davanti a lui, seduto sul divano, a porgergli il mio cazzo. Sapeva come fare e aveva capito benissimo, gli bastò qualche leccata che mi provocò fremiti di piacere e venni anche io copiosamente sul suo petto.
Ci ritrovammo quindi seduti sul divano, nudi e appiccicosi dei nostri rispettivi spermi, a farci le coccole come due fidanzatini
– Meno male che non abbiamo macchiato il divano, chi lo sente poi il padrone di casa?
Risi a questa sua battuta mentre ripresi a baciarlo. Avevo fatto per la prima volta un pompino a un uomo e nella mia mente era come se si fosse sbloccato qualcosa, ora mi sentivo leggero, soddisfatto. Lui mi guardò
– Abbiamo ancora tempo prima di cena
Gli chiesi:
– Come vorremmo impiegarlo?
Mi rispose
– Intanto mettiamoci più comodi
Ci dirigemmo verso la sua camera da letto e ci stendemmo sul letto matrimoniale riprendendo a farci le coccole e baciarci. Passarono alcuni minuti e i nostri piselli cominciarono a tornare duri…
(CONTINUA…)
Mamma mia ruben, mamma mia... Ti prego, scrivimi a gioiliad1985[at]gmail.com , mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze…
ciao ruben, mi puoi scrivere a gioiliad1985[at]gmail.com ? mi piacerebbe condividere con te le mie esperienze...
Davvero incredibilmente eccitante, avrei qualche domanda da farvi..se vi andasse mi trovate a questa email grossgiulio@yahoo.com
certoo, contattami qui Asiadu01er@gmail.com
le tue storie mi eccitano tantissimo ma avrei una curiosità che vorrei chiederti in privato: è possibile scriverti via mail?